682 resultados para Mosca domestica


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Ziel war es, molekularbiologische Untersuchungen zum Kolumnarwachstum des Apfels durchzuführen. Anhand Sequenzdaten des ‘Golden Delicious’ Genoms (Velasco et al. 2010) wurden drei neue SSR Marker entwickelt. Sie konnten bei untersuchten Geisenheimer Nachkommenschaften zuverlässig den Kolumnarwuchs auf DNA-Ebene detektieren. Zusätzlich wurden von Bai et al. (2012) veröffentlichte Marker untersucht. Die von Bai et al. (2012) gefundenen Grenzen des co-Lokus konnten in dieser Arbeit anhand der Geisenheimer Nachkommenschaften nicht bestätigt werden. Die „linke“ Begrenzung der co-Region wird nach Untersuchungen dieser Arbeit am ehesten von dem Marker Mdo.chr10.11 (Moriya et al. 2012) bei 18,757 Mbp definiert. Die „rechte“ Begrenzung der co-Region wird vermutlich von den Markern Co04R13 (Baldi et al. 2012) und C1753-3520 (Bai et al. 2012) bei 18,905 Mbp definiert, wodurch die potentielle co-Region auf 148 kb auf Chromosom 10 eingegrenzt werden könnte. Für Funktionsanalysen möglicher Kandidatengene des co-Gens wurde ein Agrobakterien-vermitteltes Transformationssystem für die Geisenheimer Apfelselektionen ‘A 14’ und ‘Procats 28’ adaptiert. Zusätzlich wurde der bereits in der Literatur als transformierbar beschriebene Genotyp ‘Jonagold’ (Viss et al. 2003) transformiert. Bei Transformationen der Apfelselektion ‘A 14’ gelang es, transgene Zellen an den Explantaten, am Kallusgewebe und an den Regeneraten zu erzeugen. Bei Transformationen von ‘Jonagold’ wurde ein fast vollständig transgenes Regenerat erzeugt.

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Nato in Abcasia ma vissuto a Mosca per quasi tutta la sua vita, Fazil' Iskander è uno degli autori più importanti del panorama letterario russo contemporaneo. La sua produzione letteraria vanta di un gran numero di poesie, romanzi, racconti e saggi pubblicati a partire dagli anni '60 fino quasi ai giorni nostri. Il genere letterario da lui prediletto è la narrativa satirica. Nei suoi romanzi e nei suoi racconti egli mette a nudo e deride ogni aspetto e ogni esponente della realtà sovietica. Il riso, nelle sue forme principali quali ironia, umorismo, parodia, diventa l'arma con cui lo scrittore affronta la dittatura, annientandone l'autorevolezza e il terrore che essa incute nelle persone. Fazil' Iskander manifesta una una grande forza, indipendenza e libertà spirituale nei confronti del regime, grazie al suo atteggiamento ironico nei confronti della realtà e grazie al suo bagaglio culturale abcaso. I costumi e le tradizioni abcase vengono infatti costantemente esaltate in quanto esempio di cultura autentica. Gli abcasi sono i protagonisti dei suoi racconti e vengono ritratti perennemente impegnati in una lotta silenziosa nei confronti del regime. In questa tesi abbiamo voluto esaminare gli aspetti del riso e della satira in tre opere di Iskander, abbiamo cercato di comprendere i meccanismi e i procedimenti comici con cui egli smonta e denigra il sistema sovietico. Nel primo capitolo abbiamo analizzato "Sozvezdie kozlotura" ("La costellazione del caprotoro"), nel secondo capitolo, il capolavoro di Iskander "Sandro iz Chegema" ("Sandro di Chegem") e nel terzo, "Kroliki i udavy" ("I conigli e i boa"). Queste opere, oltre a esaminare e deridere ogni aspetto della dittatura sovietica, ci offrono inoltre una panoramica completa del riso iskanderiano e della sua evoluzione nel corso degli anni.

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La tesi si sviluppa attorno a 6 capitoli che, ripercorrendo le peculiarità storiche, linguistiche ed economiche di Moldova e Transnistria, tenteranno di mettere in luce i contrasti salienti del rapporto tra Chişinău e Tiraspol. Il capitolo 1 si concentra sulla comparazione di alcune fonti (provenienti da est e da ovest) che hanno ricostruito la storia della Moldova della Grande Romania e della Moldavia sovietica. In tal modo sarà possibile dimostrare che la regione di interesse è stata oggetto di una manipolazione intenzionale del proprio passato asservita ai centri di potere che miravano alla supremazia del territorio. Il capitolo 2 ripercorre le fasi dell’epoca di industrializzazione della Transnistria che, a partire dagli anni ’90, si suppone abbia permesso a Tiraspol di sganciarsi de facto dal governo moldavo. Il capitolo 3 si sofferma sui motivi che spinsero la popolazione del Dnestr ad appoggiare la secessione trascinandola nel conflitto del 1992. Una volta tracciata la cornice storica lungo i capitoli 1, 2 e 3, il capitolo 4 presenterà il multiforme panorama linguistico dell’attuale Repubblica Moldova soffermandosi sul ruolo della lingua russa, scintilla della secessione transnistriana. Il capitolo 5 offre uno spunto di riflessione sull’incidenza di Mosca nella separazione moldava per mezzo di uno studio dell’economia della Transnistria. Il capitolo 6, infine, rivela che gli argomenti trattati nel corso dei 5 capitoli precedenti sono tutti tasselli imprescindibili dell’identità nazionale transnistriana e permette di muovere alcune ipotesi sui metodi attuati da Tiraspol per garantire la fedeltà nazionale della propria popolazione facendo perno sul controllo dei mass media.

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L’obiettivo del lavoro è stato quello di definire la filiera di smaltimento dei rifiuti di plastica di origine domestica. La modellazione della stessa ha preso come riferimento un insieme di informazioni rese disponibili dal CONAI, Consorzio Nazionale degli Imballaggi. Noti gli attori e le attività svolte al fine dell’avvio a recupero della frazione raccolta, è stato sviluppato un modello economico adeguato al fine di ripartire i costi delle attività in funzione della gestione del materiale. Tale modellazione non prende in esame le spese e gli introiti allocati al Consorzio, ma si focalizza sulle attività di raccolta, selezione e avvio a recupero. Ci si è poi concentrati sulla modellazione economica dell’avvio a recupero della frazione di plastica raccolta dal Comune di Bologna. Ripartendo la responsabilità di gestione tra il gestore del servizio (Hera), il Centro Comprensoriale (CC Akron Granarolo), i Centri di Selezione (CSS Argeco e Idealservice) e i riciclatori (tra quelli convenzionati al consorzio) si è definito il modello economico per il caso in esame. In particolare, si è adottato un approccio simulativo di allocazione del materiale selezionato in vista della modalità di vendita di alcuni prodotti tramite asta online. La quantificazione economica in sé risente di assunzioni definite per la determinazione di una componente di costo che possa essere il può possibile esaustiva delle operazioni svolte. Si è poi proceduto definendo una stima della quantità di diossido di carbonio prodotta in fase di combustione di carburante per la movimentazione dei flussi del caso di studio. I valori in esame sono stati desunti come prodotto tra la quantità di CO2 emessa per i chilometri percorsi a seconda della tipologia di mezzo adottata per la movimentazione dei flussi. I dati relativi alle quantità di anidrite carbonica prodotte sono stime in grammi di CO2 al chilometro realizzate da Arpa e distinte in funzione delle soluzioni tecnologiche da implementare secondo le disposizioni redatte dalla Comunità Europea. La nota metodologica adottata prevede di analizzare i risultati ottenuti in funzione della distanza percorsa, dei costi di trasporto e della quantità di CO2 generata per le attività.

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Il presente elaborato consiste in una proposta di traduzione dell’introduzione, opera dalla curatrice Saša Obuchova, al catalogo della mostra "Performans v Rossi: kartografija istorii" [La performance in Russia: una cartografia della sua storia], tenutasi al museo d’arte contemporanea Garaž di Mosca. L’elaborato consta di tre capitoli. Il primo, di carattere generale, descrive le caratteristiche del testo che si è scelto di tradurre, presenta brevemente l’autrice, la struttura del catalogo di cui tale testo fa parte e la mostra per la quale il catalogo è stato pubblicato, e dà infine qualche cenno sulla storia del museo Garaž. Il secondo, di carattere artistico, propone una riflessione sul significato della parola “performance” e una breve sintesi della storia della performance-art in Russia. Infine, nel terzo, si troverà la traduzione del testo "Ot slova k dejstvii" [Dalla parola all’azione] della curatrice della mostra Saša Obuchova, preceduta da un’introduzione al testo e alla traduzione.

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This dissertation aims at enhancing the cultural and linguistic skills in Portuguese of the author of this work, as it is a third language. This activity is carried out starting from the analysis and research of topics mentioned in a number of texts within a particular literary work, “Portugal Vale A Pena”. In this work, many Portuguese personalities express their vision on their country and state why Portugal matters. Since these texts have many cultural references, it can be assumed that such work of analysis and research can lead to better linguistic skills as well as a greater knowledge of the Portuguese culture. All of the chosen texts were originally written by journalists. This choice originates from the important service these professionals provide to the public as well as from the special role their work has played in my interpreting studies over the last couple of years. Chapter 1 explains why I chose this dissertation and who are the target users of these texts. Chapter 2 focuses on the role of journalists. A brief history of modern journalism is presented and its functions are analysed. This chapter also includes a section that examines which values make an event newsworthy. Attention is then paid to the evolution of Portuguese journalism, from Salazar's dictatorship until today. Teaching of journalism in Portuguese academia is also presented. Then, a selection of Portuguese-language media is offered. Chapter 3 focuses on some aspects of Portugal, with particular attention to its history. Finally, Chapter 4 presents a selection of texts from the original book. This part provides a biography of the authors, a translation with a comment and a presentation of some of the topics from the texts. To conclude, a glossary with words and expressions from the original text is included and their translations into Italian, Spanish and English are provided.

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Regular endurance exercise remodels skeletal muscle, largely through the peroxisome proliferator-activated receptor-γ coactivator-1α (PGC-1α). PGC-1α promotes fiber type switching and resistance to fatigue. Intracellular calcium levels might play a role in both adaptive phenomena, yet a role for PGC-1α in the adaptation of calcium handling in skeletal muscle remains unknown. Using mice with transgenic overexpression of PGC-1α, we now investigated the effect of PGC-1α on calcium handling in skeletal muscle. We demonstrate that PGC-1α induces a quantitative reduction in calcium release from the sarcoplasmic reticulum by diminishing the expression of calcium-releasing molecules. Concomitantly, maximal muscle force is reduced in vivo and ex vivo. In addition, PGC-1α overexpression delays calcium clearance from the myoplasm by interfering with multiple mechanisms involved in calcium removal, leading to higher myoplasmic calcium levels following contraction. During prolonged muscle activity, the delayed calcium clearance might facilitate force production in mice overexpressing PGC-1α. Our results reveal a novel role of PGC-1α in altering the contractile properties of skeletal muscle by modulating calcium handling. Importantly, our findings indicate PGC-1α to be both down- as well as upstream of calcium signaling in this tissue. Overall, our findings suggest that in the adaptation to chronic exercise, PGC-1α reduces maximal force, increases resistance to fatigue, and drives fiber type switching partly through remodeling of calcium transients, in addition to promoting slow-type myofibrillar protein expression and adequate energy supply.

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INTRODUCTION: A multi-centre study has been conducted, during 2005, by means of a questionnaire posted on the Italian Society of Emergency Medicine (SIMEU) web page. Our intention was to carry out an organisational and functional analysis of Italian Emergency Departments (ED) in order to pick out some macro-indicators of the activities performed. Participation was good, in that 69 ED (3,285,440 admissions to emergency services) responded to the questionnaire. METHODS: The study was based on 18 questions: 3 regarding the personnel of the ED, 2 regarding organisational and functional aspects, 5 on the activity of the ED, 7 on triage and 1 on the assessment of the quality perceived by the users of the ED. RESULTS AND CONCLUSION: The replies revealed that 91.30% of the ED were equipped with data-processing software, which, in 96.83% of cases, tracked the entire itinerary of the patient. About 48,000 patients/year used the ED: 76.72% were discharged and 18.31% were hospitalised. Observation Units were active in 81.16% of the ED examined. Triage programmes were in place in 92.75% of ED: in 75.81% of these, triage was performed throughout the entire itinerary of the patient; in 16.13% it was performed only symptom-based, and in 8.06% only on-call. Of the patients arriving at the ED, 24.19% were assigned a non-urgent triage code, 60.01% a urgent code, 14.30% a emergent code and 1.49% a life-threatening code. Waiting times were: 52.39 min for non-urgent patients, 40.26 min for urgent, 12.08 for emergent, and 1.19 for life-threatening patients.

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Extracts of 644 plant materials were screened for tannins and 204 extracts gave a positive test. Quantitative evaluation of tannins in positive extracts showed that 16 contained appreciable quantities. Insecticidal activity was tested against Musco domestica and Tribolium casteneum in 162 extracts and was confirmed in 17 and 4 extracts respectively.

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Morphogenesis occurs in 3D space over time and is guided by coordinated gene expression programs. Here we use postembryonic development in Arabidopsis plants to investigate the genetic control of growth. We demonstrate that gene expression driving the production of the growth-stimulating hormone gibberellic acid and downstream growth factors is first induced within the radicle tip of the embryo. The center of cell expansion is, however, spatially displaced from the center of gene expression. Because the rapidly growing cells have very different geometry from that of those at the tip, we hypothesized that mechanical factors may contribute to this growth displacement. To this end we developed 3D finite-element method models of growing custom-designed digital embryos at cellular resolution. We used this framework to conceptualize how cell size, shape, and topology influence tissue growth and to explore the interplay of geometrical and genetic inputs into growth distribution. Our simulations showed that mechanical constraints are sufficient to explain the disconnect between the experimentally observed spatiotemporal patterns of gene expression and early postembryonic growth. The center of cell expansion is the position where genetic and mechanical facilitators of growth converge. We have thus uncovered a mechanism whereby 3D cellular geometry helps direct where genetically specified growth takes place.

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Growth in plants results from the interaction between genetic and signalling networks and the mechanical properties of cells and tissues. There has been a recent resurgence in research directed at understanding the mechanical aspects of growth, and their feedback on genetic regulation. This has been driven in part by the development of new micro-indentation techniques to measure the mechanical properties of plant cells in vivo. However, the interpretation of indentation experiments remains a challenge, since the force measures results from a combination of turgor pressure, cell wall stiffness, and cell and indenter geometry. In order to interpret the measurements, an accurate mechanical model of the experiment is required. Here, we used a plant cell system with a simple geometry, Nicotiana tabacum Bright Yellow-2 (BY-2) cells, to examine the sensitivity of micro-indentation to a variety of mechanical and experimental parameters. Using a finite-element mechanical model, we found that, for indentations of a few microns on turgid cells, the measurements were mostly sensitive to turgor pressure and the radius of the cell, and not to the exact indenter shape or elastic properties of the cell wall. By complementing indentation experiments with osmotic experiments to measure the elastic strain in turgid cells, we could fit the model to both turgor pressure and cell wall elasticity. This allowed us to interpret apparent stiffness values in terms of meaningful physical parameters that are relevant for morphogenesis.

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Background. Acute diarrhea (AD) is an important cause of morbidity and mortality among both children and adults. An ideal antidiarrheal treatment should be safe, effective, compatible with Oral Rehydration Solution, and inexpensive. Herbal medicines, if effective, should fit these criteria as well or better than standard treatment. ^ Objective. The objective of the present study was to assess the effectiveness of plant preparations in patients with AD in reports of randomized and non-randomized controlled trials. ^ Aims. The aims of the present study were to identify effective antidiarrheal herbs and to identify potential antidiarrheal herbs for future studies of efficacy through well designed clinical trials in human populations. ^ Methods. Nineteen published studies of herbal management of AD were examined to identify effective plant preparations. Ten plant preparations including Berberine (Berberis aristata), tormentil root ( Potentialla tormentilla), baohauhau (from the baobaosan plant), carob (Ceratonia siliqua), pectin (Malus domestica), wood creosote (Creosote bush), guava (Psidium guajava L.), belladonna (Atropa belladonna), white bean (Phaseolis vulgaris), and wheat (Triticum aestivum) were identified. ^ Results. Qualitative data analysis of nineteen clinical trials indicated berberine’s potentially valuable antisecretory effects against diarrhea caused by Vibrio cholerae and enterotoxigenic Escherichia coli. Tormentil root showed significant efficacy against rotavirus-induced diarrhea; carob exhibited antidiarrheal properties not only by acting to detoxify and constipate but by providing a rich source of calories; guava and belladonna are antispasmodics and have been shown to relieve the symptoms of AD. Finally, white bean and wheat yielded favorable clinical and dietary outcomes in children with diarrhea. ^ Conclusion. The present study is the first to review the evidence for use of herbal compounds for treatment of AD. Future randomized controlled trials are needed to evaluate their efficacy and safety.^

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En este trabajo se evalúa el efecto de la intensidad y época de raleo manual sobre el rendimiento y el tamaño de frutos en manzano (Malus domestica Bork cv. Gala). Árboles con cargas similares fueron raleados manualmente dejando 4,6 y 2,56 frutos/cm2 área de sección transversal de tronco (ASTT) a los 32 días después de plena flor (DDPF) y con 3,87 y 2,39 frutos/cm2 ASTT a los 39 DDPF. El mejor rendimiento/planta se obtuvo con la mayor proporción de calibres pequeños en el tratamiento con mayor carga. La época de raleo no afectó el rendimiento ni el peso promedio de fruto. El menor tamaño de frutos se obtuvo con el testigo sin ralear. El peso promedio de fruto aumentó significativamente cuando se redujo la carga a 2,36 frutos/cm2 ASTT sin diferencia entre épocas.

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La mosca blanca del fresno, Siphoninus phillyreae (Haliday) , es una especie polífaga invasiva que causa graves daños en sus hospedadores, entre ellos el olivo (Olea europaea L.). El uso del hospedador por parte de S. phillyreae fue observado en tres cultivares de olivo (Arauco, Arbequina y Aloreña) en el norte de la provincia de La Rioja (Argentina) durante 2007 y 2008. De cada cultivar se muestrearon seis plantas infestadas y de cada planta se tomaron ocho hojas. De cada hoja se registró la abundancia de adultos y estados inmaduros de la mosca blanca que fueron comparadas entre los cultivares mediante modelos lineales generales y mixtos. Los resultados obtenidos mostraron diferencias significativas entre las densidades de adultos y ninfas de S. phillyreae en los distintos cultivares de olivo analizados. Dichos resultados indican que este insecto realiza un uso diferente de los cultivares de olivo, siendo Arauco y Arbequina las variedades hospedadoras más utilizadas en la zona de estudio.

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Las normativas legales sobre residuos de plaguicidas son cada vez más exigentes a nivel mundial. Con frecuencia hay una reducción significativa en el Límite Máximo de Residuos (LMR) y en casos severos la prohibición de su uso. La estrategia de control fitosanitario debe tener en cuenta los niveles de residuos que quedan en la fruta que llega al consumidor y la cinética de disipación que disminuye los riesgos toxicológicos y comerciales. El clorpirifos es un insecticida organofosforado, liposoluble, cuyo modo de acción es por contacto, ingestión o inhalación. Es utilizado por la mayoría de los productores, para el control de diversas plagas debido a que es económico y efectivo. En cultivos de tomate es utilizado para controlar a Tuta absoluta la “polilla del tomate", debido a su importancia en relación a los daños ocasionados en el cultivo (CITEF, 1977) y a Bemisia tabaci la “mosca blanca", por su incidencia durante todo el año y su agresividad como plaga de los cultivos hortícolas especialmente solanáceas, obliga a realizar una gran cantidad de pulverizaciones para mantenerla por debajo de los umbrales de daño económico. Tiene una amplia distribución y un gran impacto en los cinturones hortícolas de casi todo el país (SYNGENTA, 2011). Dicho plaguicida es muy tóxico o moderadamente tóxico para aves y humanos, según las formulaciones disponibles en el mercado, muy tóxico para abejas y extremadamente tóxico para peces (CASAFE, 2011). La legislación argentina establece un LMR de 0.5 mg/Kg. para fruto de tomate entero y un periodo de carencia (plazo de seguridad entre última aplicación y cosecha del producto) de 21 días (SENASA, 2010). La finalidad del trabajo es ofrecer al sector agrícola información sólida que le permita predecir la concentración de clorpirifos desde el momento de la aplicación y así evitar excesos de residuos en los frutos para consumo o comercialización.