988 resultados para Appeals in forma pauperis


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Ce travail n'a pas pour but d'établir une histoire du choeur tragique pour ainsi dire 'd'anthologie', mais bien plutôt de tracer un parcours sélectif et dynamique, en suivant l'évolution de ses formes et de ses fonctions dans la tragédie italienne, à partir du début du XVIe siècle jusqu' à la production alfiérienne et au retour du choeur dans le théâtre de Manzoni ; à cela s'ajoute un exercice en dehors du genre dramatique tel que le Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie dans les Operette morali di Giacomo Leopardi. Dans la première partie - la plus ample et complexe, portant sur l'emploi du choeur dans la tragédie de la Renaissance - on essaye de cerner le contexte qui favorise la persistance d'un espace choral en examinant plusieurs commentaires de la Poétique aristotélicienne, et des essais de théorie dramaturgique comme Della poesia rappresentativa de Angelo Ingegneri, ou le Discorso intorno al comporre de Giambattista Giraldi Cinzio. À côté de la discussion sur le rôle du choeur on envisage aussi le profil formel des sections chorales, en s'appuyant sur l'analyse métrique, dans le cadre plus général du 'petrarchismo metrico', et en particulier de la réception de la chanson pétrarquesque. Interroger la présence de trois constantes thématiques - par exemple la forme de l'hymne à Éros - signifie en suite relever l'importance de Sophocle pour le théâtre de la Renaissance dans la perspective du choeur. Cette première section est complétée par un chapitre entièrement consacré à Torquato Tasso et à son Re Torrismondo, qui présente un troisième chant choral de grande épaisseur philosophique, central dans l'économie du drame et analysé ici à travers un exercice de lecture qui utilise à la fois les instruments de la stylistique, de l'intertextualité, et de l'intratextualité concernant l'entier corpus poétique et philosophique tassien, de ses Rime aux Dialoghi. La deuxième section, qui commence par une exploration théorique de la question du choeur, conduite par exemple sur les textes de Paolo Beni e Tommaso Campanella, a pour cible principale de expliquer comment le choeur assume le rôle d'un vrai 'personnage collectif' dans le théâtre de Federico Della Valle : un choeur bien installé dans l'action tragique, mais conservant au même temps les qualités lyriques et philosophiques d'un chant riche de mémoire culturelle et intertextuelle, de la Phaedra de Sénèque à la Commedia dantesque dans la Reina di Scozia, centre principal de l'analyse et coeur du catholicisme contreréformiste dellavallien. Dans la troisième partie le discours se concentre sur les formes de la métamorphose, pour ainsi dire, du choeur : par exemple la figure du confident, conçu comme un substitut du groupe choral dans les discussions des théoriciens et des auteurs français - voir Corneille, D'Aubignac, Dacier - et italiens, de Riccoboni à Calepio et Maffei. Cependant dans cette section il est surtout question de la définition de l'aria mélodramatique compris comme le 'nouveau choeur' des Modernes, formulée par Ranieri Calzabigi et par Metastasio. Il s'agit donc ici de mettre en relation l'élaboration théorique contenue dans la Dissertazione de Calzabigi et dans l'Estratto de l'Arte poetica de Metastasio avec le premier et unique essai tragique de jeunesse de ce dernier, le Giustino, et le livret de son Artaserse. On essaye de montrer le profond lien entre l'aria et l'action dramatique : donc c'est le dramma musicale qui est capable d'accueillir la seule forme de choeur - l'aria - encore possible dans le théâtre moderne, tandis que le choeur proprement tragique est désormais considéré inutilisable et pour ainsi dire hors-contexte (sans toutefois oublier qu'à la fin du siècle Vittorio Alfieri essayait de ne pas renoncer au choeur dans sa traduction des Perses d'Eschyle ; et surtout dans un essai tragique comme l'Alceste seconda ou dans sa tramelogedia, l'Abele). Comme conclusion une section contenant des remarques qui voudrait juste indiquer trois possibles directions de recherche ultérieure : une comparaison entre Manzoni et Leopardi - dans la perspective de leur intérêt pour le choeur et de la différence entre le sujet lyrique manzonien et celui léopardien ; une incursion dans le livret du mélodrame verdien, afin de comprendre la fonction du choeur manzonien et sa persistance dans le texte pour l'opéra ; et enfin quelque note sur la réception du choeur manzonien et du Coro di morti léopardien dans le XXe siècle, en assumant comme point d'observation la poésie de Carlo Michelstaedter, Andrea Zanzotto et Franco Fortini. Il lavoro non intende tracciare una storia 'da manuale' del coro tragico, ma piuttosto indicare un percorso selettivo e dinamico, seguendo l'evoluzione delle sue forme e delle sue funzioni nella tragedia italiana, a partire dall'inizio del sedicesimo secolo per arrivare alla produzione alfieriana e al ritorno del coro nel teatro di Manzoni; a ciò si aggiunge una prova estranea al genere drammatico come il Dialogo di Federico Ruysch e delle sue mummie nelle Operette morali di Giacomo Leopardi. Nella prima parte - la più ampia e complessa, riguardante l'impiego del coro nella tragedia rinascimentale - si cerca di ricostruire il contesto che favorisce la persistenza dello spazio corale attraverso l'esame di diversi commenti alla Poetica aristotelica, e di alcuni saggi di teoria drammaturgica come Della poesia rappresentativa di Angelo Ingegneri, o il Discorso intorno al comporre di Giambattista Giraldi Cinzio. La discussione sul ruolo del coro è affiancata dall'esame del profilo formale delle sezioni corali, grazie a un'indagine metrica nel quadro del più ampio petrarchismo metrico cinquecentesco, e in particolare nel quadro della ricezione della formacanzone petrarchesca. Interrogare la presenza di tre costanti tematiche - per esempio la forma dell'inno a Eros - significherà in seguito rilevare l'importanza di Sofocle per il teatro rinascimentale anche nella prospettiva angolata del coro. Questa prima sezione è completata da un capitolo interamente dedicato a Torquato Tasso e al suo Re Torrismondo, che presenta un terzo canto corale di grande spessore stilistico e filosofico, centrale nell'economia del dramma e analizzato qui attraverso un esercizio di lettura che si serve degli strumenti della stilistica e dell'intertestualità, oltre che del rapporto intratestuale fra i vari luoghi del corpus tassiano, dalle Rime ai suoi Dialoghi. La seconda sezione, che si avvia con un'esplorazione teorica della questione del coro nel Seicento - condotta per esempio sui testi di Paolo Beni e Tommaso Campanella - ha per fulcro la descrizione di un coro quale 'personaggio collettivo' nelle tragedie di Federico Della Valle: un coro ben inserito nell'azione tragica, ma che conserva allo stesso tempo le qualità liriche e filosofiche di un canto ricco di memoria culturale e intertestuale, dalla Fedra di Seneca alla Commedia dantesca, nella sua Reina di Scozia, centro dell'analisi e cardine del cattolicesimo controriformista dellavalliano. Nella terza sezione il discorso si concentra sulle forme della metamorfosi, per così dire, del coro: per esempio la figura del confidente, interpretato come un sostituto del gruppo corale nelle discussioni di teorici e autori francesi - Corneille, D'Aubignac, Dacier - e italiani, da Riccoboni a Calepio e Maffei. Ma qui ci si rivolge anzitutto alla definizione dell'aria melodrammatica, sentita quale 'nuovo coro' dei Moderni da Ranieri Calzabigi e Pietro Metastasio. Si tratterà dunque di mettere in relazione l'elaborazione teorica svolta nella Dissertazione di Calzabigi e nell'Estratto dell'arte poetica di Metastasio con il primo e unico - e giovanile - tentativo tragico di quest'ultimo, il Giustino, e con il libretto del suo Artaserse. L'intenzione è quella di mostrare il profondo legame tra l'aria e l'azione drammatica: è perciò il dramma musicale che è capace di accogliere la sola forma di coro - l'aria - ancora possibile nel teatro moderno, mentre il vero e proprio coro tragico si rassegna ormai a essere considerato inutile e per così dire fuori contesto (senza dimenticare, tuttavia, che al chiudersi del secolo Vittorio Alfieri tentava di non rinunciare al coro nella sua traduzione dei Persiani di Eschilo; e soprattutto in un tentativo tragico come la sua Alceste seconda o nella tramelogedia Abele). In conclusione una più veloce sezione che vorrebbe semplicemente indicare qualche altra possibile direzione di ricerca: un confronto fra Manzoni e Leopardi - nella prospettiva del coro interesse per il coro, e della differenza fra il soggetto lirico manzoniano e quello leopardiano; un'incursione nel libretto del melodramma verdiano, per misurarvi la funzione del coro manzoniano e la sua persistenza nel testo operistico; e infine qualche appunto sulla ricezione del coro manzoniano e del Coro di morti di Leopardi nel Novecento, assumendo quale punto d'osservazione la poesia di Carlo Michelstaedter, Andrea Zanzotto e Franco Fortini.

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The position of the anthropologist in the field is discussed, in this article, as a position of “estranged intimacy”, that is to say, the anthropologist occupies an ambiguous position of becoming intimately involved whilst concurrently standing back. This definition derives from reflections upon fieldwork, conducted in the north of Portugal, with Cape Verdean migrant young women and their experiences as mothers. The article discusses two aspects related to the fieldwork. Firstly, the way in which diverse strategies of establishing relations in the field placed me in a position of “estranged intimacy” which reconfigured the meanings I had initially attributed to the term “Cape Verdean women”. Secondly, how becoming unexpectedly involved in a situation of intense conjugal conflict led me to reconsider my understanding of Cape Verdean gender relations. Both cases demonstrate how the endeavour to produce analytical and ethnographical knowledge was shot through with an unstable mix of detachment and involvement and how coming up against the unexpected may contribute towards the reconfiguration of ethnographic knowledge, in this specific case, with regard to the dynamics of gender relations.

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The aims of this thesis were to better characterize HIV-1 diversity in Portugal, Angola, Mozambique and Cape Verde and to investigate the origin and epidemiological history of HIV-1 in these countries. The impact of these issues in diagnosis, disease progression and susceptibility to ARV therapy was also investigated. Finally, the nature, dynamics and prevalence of transmitted drug resistance (TDR) was determined in untreated HIV-1 infected patients. In Angola, practically all HIV-1 genetic forms were found, including almost all subtypes, untypable (U) strains, CRFs and URFs. Recombinants (first and second generation) were present in 47.1% of the patients. HIV/AIDS epidemic in Angola probably started in 1961, the major cause being the independence war, subsequently spreading to Portugal. In Maputo, 81% of the patients were infected with subtype C viruses. Subtype G, U and recombinants such as CRF37_cpx, were also present. The results suggest that HIV-1 epidemic in Mozambique is evolving rapidly in genetic complexity. In Cape Verde, where HIV-1 and HIV-2 co-circulate, subtype G is the prevailed subtype. Subtypes B, C, F1, U, CRF02_AG and other recombinant strains were also found. HIV-2 isolates belonged to group A, some being closely related to the original ROD isolate. In all three countries numerous new polymorphisms were identified in the RT and PR of HIV-1 viruses. Mutations conferring resistance to the NRTIs or NNRTIs were found in isolates from 2 (2%) patients from Angola, 4 (6%) from Mozambique and 3 (12%) from Cape Verde. None of the isolates containing TDR mutations would be fully sensitive to the standard first-line therapeutic regimens used in these countries. Close surveillance in treated and untreated populations will be crucial to prevent further transmission of drug resistant strains and maximize the efficacy of ARV therapy. In Portugal, investigation of a seronegative case infection with rapid progression to AIDS and death revealed that the patient was infected with a CRF14_BG-like R5-tropic strain selectively transmitted by his seropositive sexual partner. The results suggest a massive infection with a highly aggressive CRF14_BG like strain and/or the presence of an unidentified immunological problem that prevented the formation of HIV-1-specific antibodies. Near full-length genomic sequences obtained from three unrelated patients enabled the first molecular and phylogenomic characterization of CRF14_BG from Portugal; all sequences were strongly related with CRF14_BG Spanish isolates. The mean date of origin of CRF14_BG was estimated to be 1992. We propose that CRF14_BG emerged in Portugal in the early 1990s, spread to Spain in late 1990s as a consequence of IDUs migration and then to the rest of Europe. Most CRF14_BG strains were predicted to use CXCR4 and were associated with rapid CD4 depletion and disease progression. Finally, we provide evidence suggesting that the X4 tropism of CRF14_BG may have resulted from convergent evolution of the V3 loop possibly driven by an effective escape from neutralizing antibody response.

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Esta tese centra-se em aspectos relevantes do inglês como uma língua universal, no actual contexto globalizado e examina possíveis mudanças relacionadas com o seu uso, em especial no continente africano, particularmente no caso de Cabo Verde, no sentido de ponderar eventuais alternativas nas pedagogias linguísticas no ensino desta língua que impliquem uma adaptação à realidade contemporânea. Uma vez que, nos nossos tempos, o inglês é a língua de eleição para a comunicação intercultural entre povos com várias experiências culturais e linguísticas, o conhecimento deste idioma torna-se, a cada dia que passa, impreterível e indispensável, na interacção intercultural. Em África, as funções desempenhadas pelo inglês são complexas; além da língua inglesa ser usada para comunicação entre etnias, com o estatuto de língua franca, também tem o papel de preservar a identidade nacional e de estabelecer a unidade entre os povos da mesma nação. Por conseguinte, é de considerar talvez ainda com mais pertinência, a adopção de uma nova filosofia de pedagogia de ensino que permita dotar os seus cidadãos de capacidades que lhes possibilitem comunicar de forma inteligível com povos de outras culturas e línguas. O primeiro capítulo aborda aspectos teóricos relacionados com a expansão, comunicação e mudança associadas à língua inglesa e suas implicações no ensino em países onde esta não é língua nativa (L1). O segundo capítulo reflecte, em primeiro lugar, sobre a situação linguística em África e as línguas francas predominantes no continente, incluindo a língua inglesa. Considera também questões relacionadas com o multilinguismo e a identidade, bem como assuntos relacionados com as implicações da diversidade linguística para a educação dos povos africanos.

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A directory of Direct Care Entities in Iowa, by type of service, number of facilities and number of beds available.

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Se realizaron mediciones de la Fuerza de Blanco (TS) del krill (Euphausia superba) durante los 29 lances efectuados en el Crucero de Evaluación Hidroacústica utilizando la ecosonda SIMRAD EK 500 a bordo del BIC Humboldt entre los días 12 y 24 de enero de 1998 a lo largo del Estrecho de Bransfield y alrededores de la Isla Elefante. Se derivaron los valores de b20 a partir de le ecuación de TS de FOOTE (1990), de las longitudes promedios de los individuos capturados durante cada uno de los lances y de las tablas de TS generadas por la ecosonda, determinándose una ecuación de TS para el krill en un rango de longitud comprendido entre 2,1 y 5,3 cm de la siguiente forma: TS = 20 log L - 89,26. Se discute el posible sesgo de la ecuación debido, entre otros aspectos a que no se consideraron los estadíos sexuales del krill.

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O Lean não é apenas uma prática. É uma revolução nas Tecnologias de Informação (TI) proporcionando uma maior e melhor utilização dos recursos e procurando alcançar custos mais baixos dos que existem atualmente. É muito mais do que uma lista de ferramentas e metodologias e para que seja estabelecido é necessário mudar comportamentos culturais e incentivar todas as organizações a pensarem de forma diferente sobre o poder da informação versus o valor do negócio. Normalmente associa-se o Lean à criação de valor para a organização. Mas o valor é significativo quando é trazido com eficiência e resultando na eliminação de processos que consomem tempo, recursos e espaço desnecessário. Os princípios Lean podem ajudar as organizações na melhoria da qualidade, redução de custos e no alcance da eficiência através de uma melhor produtividade. Existem vários conceitos Lean que podem ser associados a diferentes objetivos de resolução de problemas. Em particular, este trabalho é uma dissertação programada para analisar um novo paradigma sobre o Lean que surgiu recentemente - Lean para Tecnologias de Informação (Lean IT). Esta dissertação apresenta uma abordagem para o Lean IT (enquadramento, objetivos e metodologia) para realizar o trabalho e utiliza um único estudo de caso, com abordagem à técnica 5S/6S (até o terceiro nível de avaliação), numa Pequena, Média Empresa (PME), de forma a demonstrar a agregação de valor e as vantagens na eliminação de resíduos/desperdícios nos seus processos. A técnica também mostra a evolução da avaliação antes e depois da sua aplicação. Este estudo de caso individual avalia um Departamento de TI (com uma equipe de cinco colaboradores e um chefe de Departamento) através da observação direta, documentação e arquivos de registos e os equipamentos analisados são computadores, postos de trabalho e projetos (código desenvolvido, portais e outros serviços de TI). x Como guia, a metodologia inclui a preparação da avaliação em conjunto com o responsável/chefe do Departamento de TI, o desenrolar das operações, a identificação do fluxo de valor para cada atividade, o desenvolvimento de um plano de comunicação e a análise de cada passo da avaliação do fluxo de processamento. Os principais resultados estão refletidos nas novas ferramentas de trabalho (Microsoft SharePoint e Microsoft Project em detrimento do Microsoft Excel) que fornecem comunicação remota e controlo de projetos para todos os stakeholders, tais como, a gestão de topo, parceiros e clientes (algumas organizações incluem o Outsourcing no desenvolvimento de funcionalidades específicas). Os resultados também refletem-se na qualidade do trabalho, no cumprimento de prazos, na segurança física e lógica, na motivação dos colaboradores e na satisfação dos clientes. A técnica 5S/6S ajuda a esclarecer os conceitos e princípios Lean, exequibilidade e aumenta a curiosidade sobre a implementação da técnica noutros departamentos tais como o Financeiro e ou o de Recursos Humanos. Como forma de consolidação do trabalho tornou-se possível organizar a avaliação para que a organização possa candidatar-se a uma certificação na norma ISO/IEC 25010:2011, no modelo de qualidade de software (software é o core business desta PME). Mas tal só será possível se toda a organização atingir a padronização dos seus processos. Este estudo de caso mostra que os conceitos Lean e a aplicação de uma ou mais das suas técnicas (neste caso particular a técnica 5S/6S) ajuda a obter melhores resultados através da gestão e melhoria dos seus principais serviços.

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S’han descrit informes contradictoris sobre els efectes d’Efavirenz (EFV) i lopinavir/ritonavir (LPV/r) al teixit adipós subcutani (SAT). L’objectiu d’aquest estudi era evaluar els efectes moleculars i clínics de LPV/r i EFV, tots dos en combinació amb tenofovir/emtricitabina (TDF/FTC), sobre el SAT dels pacients infectats per VIH sense tractament antirretroviral previ. Després de 48 setmanes de tractament, TDF/FTC més LPV/r va augmentar de forma significativa el greix de les extremitats i els paràmetres lipídics, mentre que TDF/FTC/EFV només va augmentar de forma significativa el colesterol total i LDL. La expressió dels gens implicats en la diferenciació dels adipòcits i dels gens relacionats amb la mitocondria no va canviar de forma significativa en el SAT dels pacients exposats a LPV/r, mentre que Cyt b i els gens relacionats amb la imflamació estaven estimulats de forma significativa en el SAT dels pacients exposats a EFV.

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A alta disponibilidade de íons metálicos no solo, dentre eles o Mn2+, pode inibir os fungos micorrízicos arbusculares (FMA), retardando a germinação dos esporos e, conseqüentemente, a formação de micorriza, o que reduz a eficiência simbiótica. O objetivo deste trabalho foi avaliar o efeito do íon Mn2+ sobre a germinação de esporos de seis espécies de FMA dos gêneros Glomus, Acaulospora, Gigaspora e Scutellospora em experimento in vitro Em substrato constituído por areia lavada, adicionaram-se 15; 30 e 75 mg kg-1 de Mn2+, na forma de MnCl2.4H2O, mantendo-se um controle sem adição de Mn. Acondicionaram-se os esporos em envelopes membranosos, introduzindo-os entre duas camadas de areia com diferentes níveis de Mn, em placas de Petri. Após 30 dias de incubação, avaliou-se a germinação dos esporos. Houve decréscimo médio de 32, 49 e 75 % na germinação dos esporos, à medida que se aumentaram as doses de Mn, em comparação ao controle. A germinação de esporos do gênero Glomus foi totalmente inibida na maior dose. O gênero Acaulospora sofreu decréscimos de até 50 % já na dose de 15 mg kg-1 de Mn2+, enquanto os gêneros Scutellospora e Gigaspora apresentaram os maiores índices de germinação de esporos, tendo havido tolerância no caso de Gigaspora, mesmo na maior dose de Mn2+, e estímulo à germinação no caso de Scutellospora até à dose 30 mg kg-1 de Mn2+.

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The effect of openness and trade orientation on economic growth remains a highly contentious issue in the literature. Trade facilitates the spread of knowledge and the adoption of more advanced and efficient technologies, which hastens total factor productivity (TFP) growth and, hence, per capita income. New technologies that spread through trade require a sufficiently skilled labour force to adapt them to the domestic productive environment. Thus, openness and human capital accumulation will lead to TFP growth and the greater the complementarity between both variables, the higher the TFP growth. This paper discusses the implications of these assumptions and tests their empirical validity, using a pool of data for manufacturing industry in Spanish regions in a period in which both the stock of human capital and openness experienced a notable increase.

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Commuting consists in the fact that an important fraction of workers in developed countries do not reside close to their workplaces but at long distances from them, so they have to travel to their jobs and then back home daily. Although most workers hold a job in the same municipality where they live or in a neighbouring one, an important fraction of workers face long daily trips to get to their workplace and then back home.Even if we divide Catalonia (Spain) in small aggregations of municipalities, trying to make them as close to local labour markets as possible, we will find out that some of them have a positive commuting balance, attracting many workers from other areas and providing local jobs for almost all their resident workers. On the other side, other zones seem to be mostly residential, so an important fraction of their resident workers hold jobs in different local labour markets. Which variables influence an area¿s role as an attraction pole or a residential zone? In previous papers (Artís et al, 1998a, 2000; Romaní, 1999) we have brought out the main individual variables that influence commuting by analysing a sample of Catalan workers and their commuting decisions. In this paper we perform an analysis of the territorial variables that influence commuting, using data for aggregate commuting flows in Catalonia from the 1991 and 1996 Spanish Population Censuses.These variables influence commuting in two different ways: a zone with a dense, welldeveloped economical structure will have a high density of jobs. Work demand cannot be fulfilled with resident workers, so it spills over local boundaries. On the other side, this economical activity has a series of side-effects like pollution, congestion or high land prices which make these areas less desirable to live in. Workers who can afford it may prefer to live in less populated, less congested zones, where they can find cheaper land, larger homes and a better quality of life. The penalty of this decision is an increased commuting time. Our aim in this paper is to highlight the influence of local economical structure and amenities endowment in the workplace-residence location decision. A place-to-place logit commuting models is estimated for 1991 and 1996 in order to find the economical and amenities variables with higher influence in commuting decisions. From these models, we can outline a first approximation to the evolution of these variables in the 1986-1996 period. Data have been obtained from aggregate flow travel-matrix from the 1986, 1991 and 1996 Spanish Population Censuses

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One of the limitations of cross-country health expenditure analysis refers to the fact that the financing, the internal organization and political restraints of health care decision-making are country-specific and heterogeneous. Yet, a potential solution is to examine the influence of such effects in those countries that have undertaken decentralization processes. In such a setting, it is possible to examine potential expenditure spillovers across the geography of a country as well as the influence of the political ideology of regional incumbents on public health expenditure. This paper examines the determinants of public health expenditure within Spanish region-states (Autonomous Communities, ACs), most of them subject to similar financing structures although exhibiting significant heterogeneity as a result of the increasing decentralization, region-specific political factors along with different use of health care inputs, economic dimension and spatial interactions

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[spa] Se presenta el operador de media ponderada ordenada generalizada lingüística de 2 tuplas inducida (2-TILGOWA). Es un nuevo operador de agregación que extiende los anteriores modelos a través de utilizar medias generalizadas, variables de ordenación inducidas e información lingüística representada mediante el modelo de las 2 tuplas lingüísticas. Su principal ventaja se encuentra en la posibilidad de incluir a un gran número de operadores de agregación lingüísticos como casos particulares. Por eso, el análisis puede ser visto desde diferentes perspectivas de forma que se obtiene una visión más completa del problema considerado y seleccionar la alternativa que parece estar en mayor concordancia con nuestros intereses o creencias. A continuación se desarrolla una generalización mayor a través de utilizar medias cuasi-aritméticas, obteniéndose el operador Quasi-2-TILOWA. El trabajo finaliza analizando la aplicabilidad del nuevo modelo en un problema de toma de decisiones sobre gestión de la producción.

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En este trabajo se presenta un estudio detallado de los procesos implicados en la sulfurización de capas metálicas de Cu-In para la fabricación de células solares de CuInS2. Con este objeto, se ha desarrollado un experimento de sulfurización parcial de las capas, que han sido sometidas posteriormente a un tratamiento de selenización. El estudio de estas estructuras mediante Espectroscopía Raman y Espectroscopía de Electrones Auger (AES) ha permitido conocer algunos de los detalles de la reacción química, en concreto la identificación del frente de crecimiento de la reacción de sulfurización. Paralelamente, se ha desarrollado un sistema experimental que ha hecho posible investigar in-situ la reacción de sulfurización por Espectroscopía Raman, lo cual ha permitido un seguimiento preciso de la evolución estructural del material durante el proceso. Los resultados experimentales demuestran que la reacción de sulfurización se inicia en la superficie de la capa, dando lugar a la formación de CuInS2, coexistiendo dos estructuras cristalinas polimórficas (calcopirita y orden catiónico CuAu). Posteriormente la reacción química continúa asistida por la difusión de los metales hacia la superficie, que reaccionan con la atmósfera de azufre, de forma simultánea se produce una transformación de la fase CuAu del compuesto en la estructura calcopirita.

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Durant el segle XIX, l'economia espanyola va transitar per les primeres etapes de la industrialització. Aquest procés es va donar en paral·lel a la integració del mercat domèstic de béns i factors, en un moment en què les reformes liberals i la construcció de la xarxa ferroviària, entre d'altres, van generar una important caiguda en els costos detransport. Al mateix temps que es donava aquesta progressiva integració del mercat domèstic espanyol, es van produir canvis significatius en la pauta de localització industrial. D'una banda, hi hagué un augment considerable de la concentració espacial de la indústria des de mitjans de segle XIX i fins a la Guerra Civil, i d¿altra, un increment de l'especialització regional. Ara bé, quines van ser les forces que van generar aquests canvis? Des d¿un punt de vista teòric, el model de Heckscher-Ohlin suggereix que la distribució a l'espai de l¿activitat econòmica ve determinada per l'avantatge comparativa dels territoris en funció de la dotació relativa de factors. Al seu torn, els models de Nova Geografia Econòmica (NEG) mostren l'existència d'una relació en forma de campana entre el procés d'integració econòmica i el grau de concentració geogràfica de l'activitat industrial. Aquest article examina empíricament els determinants de la localització industrial a Espanya entre 1856 i 1929, mitjançant l'estimació d¿un model que combina els elements de tipus Heckscher-Ohlin i els factors apuntats des de la NEG, amb l'objectiu de contrastar la força relativa dels arguments vinculats a aquestes dues interpretacions a l'hora de modular la localització de la indústria a Espanya. L'anàlisi dels resultats obtinguts mostra que tant la dotació de factors com els mecanismes de tipus NEG van ser elements determinants que expliquen la distribució geogràfica de la indústria des del segle XIX, tot i que la seva força relativa va anar variant amb el temps.