925 resultados para Doctrine of privity of contract
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Lo studio si occupa del tema della nullità dell’atto amministrativo nell’ambito della attività negoziale della p.a.. L’obiettivo è quello di analizzare gli effetti sul contratto di appalto, a seguito dell’annullamento degli atti di gara, alla luce dei recenti interventi legislativi e giurisprudenziali. L’indagine investe anche questioni di giurisdizione e di legittimazione ad agire La tesi è articolata in tre capitoli. Nel primo capitolo “Annullamento della aggiudicazione e sorte del contratto nell’iter ricostruttivo dell’istituto si analizzano le conseguenze dell’annullamento degli atti di gara sul contratto e si riflette sui profili del riparto di giurisdizione tra GA e GO e della qualificazione dei vizi. Si analizza, inoltre, il rapporto tra autotutela, legittimo affidamento e responsabilità della p.a., alla luce della funzione dei principi generali dell’ordinamento, costituendo, questi, sia limite, sia contenuto della funzione amministrativa espressa come potere di autotutela e delineando essi lo spazio entro cui il giudice deve agire. Il secondo capitolo analizza le “Prospettive di sviluppo recenti ed interventi chiarificatori”, alla luce del recente decreto legislativo n. 53/2010, della cd. Direttiva ricorsi (n. 2007/66/CE) e delle norme relative al nuovo processo amministrativo, recentemente introdotte, (artt. da 122 a 125 del d. lgs. n. 104/2010) concentra l’attenzione sul profilo della individuazione dei parametri che il giudice può utilizzare per statuire della sorte del contratto. Nel terzo capitolo “Diritto pubblico e Diritto privato nei contratti della Pubblica Amministrazione”. si focalizza l’attenzione sul rapporto tra istituti del diritto amministrativo istituti del diritto privato: quanto più l’attività negoziale risulta attratta nella sfera del potere pubblicistico, tanto più il contratto non godrà di autonomia rispetto al provvedimento. La reciproca dipendenza implica che la sorte dell’atto incida irrimediabilmente anche sul contratto. Nell’ultimo paragrafo dell’ultimo capitolo si propongono alcune conclusioni.
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Desde los plantemientos que entienden la mediación como una mera relación de hecho, se avanzará hasta la consideración de la misma como contrato. Para ello, se separarán las categorías o institutos que no se consideren adecuados a la naturaleza de la mediación, profundizando en sus estructuras más básicas, hasta llegar a la consideración contractual de la misma. Desde el contrato, se tratarán los elementos de sinalagmaticidad, principalidad, onerosidad o consensualidad, entre otras circunstancias, esenciales o naturales, antes de abordar la que quizá sea la circunstancia que merezca un tratamiento más especial: el riesgo aleatorio de la mediación. Además, al tratarse de contratos infrarregulados, la dimensión económica y efectiva de los mismos no sólo permite la reflexión, sino que impulsa la crítica y, si bien no puede ofrecer por sí misma respuestas, sí puede ayudar a descartar opciones menos adecuadas en cada caso. De todo lo anterior se concluirá una única categoría contractual, clara y precisa, enfrentada también a un análisis económico de cada uno de sus elementos, así como una confrontación con las propuestas, sobre los mismos supuestos, del Derecho contractual europeo. Así, se tratará de evaluar, en cada paso, que las conclusiones parciales sobre las que se asienten ulteriores estadios de la investigación no sólo resulten sistemáticas, sino también idóneas para alcanzar la finalidad de contrato y, a su través, la de las partes. El contrato resultante se encontrará categorizado, pero no por ello regulado. De ahí la necesidad, última, de ubicarlo en una categoría contractual más amplia que pueda informar dichos caracteres con una regulación suficiente, desde la que establecer una normatividad real.
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L'interesse per il tema dell'onere della prova nell'inadempimento contrattuale è giustificato dalla circostanza che il noto intervento delle Sezioni Unite in materia, al quale originariamente si è pensato di attribuire una portata indifferenziata e assoluta, non ha avuto l'effetto di porre fine ai numerosi contrasti interpretativi. Al contrario, lo stesso ha determinato il sorgere di nuove incertezze e profili problematici, subendo, peraltro, continue smentite in diversi settori della responsabilità civile. Lo scopo della presente indagine è stato quello di verificare in quali contesti la regola fissata dalla Cassazione venisse applicata e in quali disattesa, procedendo, quindi, ad accertare la modulazione dell'onere della prova in alcuni settori considerati emblematici. Si è, così, tentato di individuare le ragioni della limitazione dell'indirizzo in parola, nonché i criteri in base ai quali determinare l'allocazione dell'onere della prova.
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Il lavoro mira a fornire un complessivo inquadramento dell'istituto della società mista, identificato in primo luogo quale strumento di diritto privato a cui partecipano soggetti pubblici e soggetti privati. L'indagine si svolge su differenti piani di valutazione. Si dà ragione delle caratteristiche peculiari di tale contratto associativo e dei limiti che il nostro ordinamento impone allo sviluppo della figura. L'attenzione si sposta poi sulla specifica declinazione che il modello di società mista ha assunto in ambito europeo attraverso l'analisi del partenariato pubblico privato istituzionalizzato. L'istituto è di particolare interesse perchè individua nella società mista un modello organizzativo dai tratti specifici, all'interno del quale il ruolo del socio privato assume connotazioni e forme non comuni a tutti i modelli societari. La ricerca mira a mostrare come tale figura ha trovato riscontro nell'ordinamento interno e quali possibili sviluppi la stessa possa trovare in differenti campi della vita economica. In questi termini, si cerca di valutare quale sia l'incidenza delle procedure competitive nella costituzione e nella vita della società mista ed in che termini lo svolgimento delle attività affidate al socio privato debba essere inquadrato all'interno del rapporto di partenariato. Sul punto è centrale la declinazione fornita all'istituto in relazione ad uno specifico ambito di attività: i servizi pubblici locali di rilevanza economica. In questo contesto, particolarmente rilevante sul piano sistematico è la ricerca di un equilibrio tra il rispetto delle disciplina posta a tutela della concorrenza, ed il perseguimento delle finalità che hanno portato alla scelta di costruire una società mista. La scelta in favore di tale modello organizzativo pare infatti giustificata solo qualora essa apporti un reale vantaggio nella gestione del servizio e la realizzazione di concrete sinergie positive.
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This dissertation has studied how legal and non-legal mechanisms affect the levels of trust and trustworthiness in an economy, and whether and when subtle psychological factors are crucial for establishing trust and even for recovering trust from a breach of contract. The first Chapter has addressed the question of whether formal legal enforcement crowds out or crowds in the amount of trust in a society. We find that formal legal mechanisms, especially formal contracts backed by a powerful authority, normally undermine trust except when they are perceived as legitimate, or when there are no strong social norms of fairness (i.e. the population in a society is considerably heterogeneous), or when the environment in which repeated commercial relationships take place becomes highly uncertain. The second Chapter has examined whether the endogenous adoption of a collective punishment institution can help a society coordinate on an efficient outcome, characterized by high levels of trust and trustworthiness. The experimental results show that the endogenous introduction of collective punishment by means of a majority-voting rule does not significantly improve coordination on the efficient equilibrium. Not all subjects seem to be able to anticipate the change in behavior induced by the introduction of the mechanism, and a majority of them vote against it. The third Chapter has explored whether high-trustors adapt their behavior in response to others’ trustworthiness or untrustworthiness more quickly, which in turn supports them to maintain higher default expectations of others’ trustworthiness relative to low-trustors. Our experimental results reveal that high-trustors are better than low-trustors at predicting others’ trustworthiness because they are less susceptible to the anticipated aversive emotions aroused by the potential betrayal and thereby have a higher willingness to acquire the valuable information about their partner’s actions.
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Mapping the relevant principles and norms of international law, the paper discusses scientific evidence and identifies current legal foundations of climate change mitigation adaptation and communication in international environmental law, human rights protection and international trade regulation in WTO law. It briefly discusses the evolution and architecture of relevant multilateral environmental agreements, in particular the UN Framework Convention on Climate Change. It discusses the potential role of human rights in identifying pertinent goals and values of mitigation and adaptation and eventually turns to principles and rules of international trade regulation and investment protection which are likely to be of crucial importance should the advent of a new multilateral agreement fail to materialize. The economic and legal relevance of rules on tariffs, border tax adjustment and subsidies, services and intellectual property and investment law are discussed in relation to the production, supply and use of energy. Moreover, lessons from trade negotiations may be drawn for negotiations of future environmental instruments. The paper offers a survey of the main interacting areas of public international law and discusses the intricate interaction of all these components informing climate change mitigation, adaptation and communication in international law in light of an emerging doctrine of multilayered governance. It seeks to contribute to greater coherence of what today is highly fragmented and rarely discussed in an overall context. The paper argues that trade regulation will be of critical importance in assessing domestic policies and potential trade remedies offer powerful incentives for all nations alike to participate in a multilateral framework defining appropriate goals and principles.
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Since the UsedSoft ruling of the CJEU in 2012, there has been the distinct feeling that – like the big bang - UsedSoft signals the start of a new beginning. As we enter this brave new world, the Copyright Directive will be read anew: misalignments in the treatment of physical and digital content will be resolved; accessibility and affordability for consumers will be heightened; and lock-in will be reduced as e-exhaustion takes hold. With UsedSoft as a precedent, the Court can do nothing but keep expanding its own ruling. For big bang theorists, it is only a matter of time until the digital first sale meteor strikes non-software downloads also. This paper looks at whether the UsedSoft ruling could indeed be the beginning of a wider doctrine of e-exhaustion, or if it is simply a one-shot comet restrained by provisions of the Computer Program Directive on which it was based. Fighting the latter corner, we have the strict word of the law; in the UsedSoft ruling, the Court appears to willingly bypass the international legal framework of the WCT. As far as expansion goes, the Copyright Directive was conceived specifically to implement the WCT, thus the legislative intent is clear. The Court would not, surely, invoke its modicum of creativity there also... With perhaps undue haste in a digital market of many unknowns, it seems this might well be the case. Provoking the big bang theory of e-exhaustion, the UsedSoft ruling can be read as distinctly purposive, but rather than having copyright norms in mind, the standard for the Court is the same free movement rules that underpin the exhaustion doctrine in the physical world. With an endowed sense of principled equivalence, the Court clearly wishes the tangible and intangible rules to be aligned. Against the backdrop of the European internal market, perhaps few legislative instruments would staunchly stand in its way. With firm objectives in mind, the UsedSoft ruling could be a rather disruptive meteor indeed.
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This appraisal of David Scott FitzGerald and David Cook-Martín's Culling the Masses: The Democratic Origins of Racist Immigration Policy in the Americas argues that there is no ‘elective affinity’ between liberalism and racism, which is the core argument of the book. The notion of ‘elective affinity’, which the authors borrow from Max Weber, requires a structural homology between the ‘electively’ related elements that just does not exist in this case. The relationship between both is entirely contingent, ‘racism’ being a doctrine of inter-group relations while ‘liberalism’ is a doctrine of intra-group relations, with no consideration of how the boundaries of the group are constituted.
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El presente trabajo se ocupa de la importancia que tiene el concepto de imago Dei presente en Santo Tomás de Aquino en función de una adecuada comprensión de la doctrina de los trascendentales. Esto implicará considerar el concepto de imagen de Dios en el hombre para luego entender cómo es que a la luz de este concepto Tomás lee al Estagirita, cuyos textos cita como argumento de autoridad en su consideración de los trascendentales, de una manera que renueva y expande la significación de los textos aristotélicos. Esto también permitirá percibir con más precisión el significado de las expresiones utilizadas por Tomás para designar a los trascendentales, en especial cuando se refiere a la verdad y al bien.
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La concepción de la notitia intuitiva, tal como la entienden los filósofos del siglo XIV, constituye un modo de acceso a la realidad de cuño agustiniano que subsiste a pesar del progresivo avance de la teoría aristotélica de la abstracción. Tomando como punto de partida la notitia intuitiva, Ockham propone una construcción del conocimiento y de la ciencia que procura una interpretación más delimitada y precisa del pensamiento de Duns Escoto. Esta doctrina ockhamista va a ser puesta a prueba por un desarrollo paradojal vinculado al conocimiento de lo no-existente. La importancia del ejemplo ha sido clave a la hora de la valoración de su gnoseología. En particular, el tema es expuesto, con algunos matices de diferenciación, en tres obras: en la quaestio primera del Prólogo del Commentarium in Sententiis; en las quaestiones 12-13 de la Reportatio II y en las Quaestiones Quodlibetales V y VI, a las que también se suman precisiones puntualizadas en el marco de sus composiciones físicas, en particular, en las Quaestiones Physicorum. Constituye nuestro propósito el análisis de estas fuentes en orden a discernir la importancia que el controvertido paso asume en el marco de la gnoseología ockhamista. El ejemplo ha sido interpretado de modo contrastante: para algunos introduce claramente una concepción escéptica de la doctrina del conocimiento, en el sentido que, una vez admitida la posibilidad de una intuición de cosas que no existen, no tenemos ningún criterio para establecer cuándo nuestro conocimiento es objetivo o subjetivo. Para otros, en cambio, debe ser entendido como una hipótesis que no interfiere sobre el plano natural del conocimiento. El recurso a las fuentes nos permitirá comparar los planos de explicitación del ejemplo aludido y determinar su contexto y alcance en orden a un examen del problema en el doble ámbito de lo natural y de lo sobrenatural, aportando nuestras propias conclusiones al caso.
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El artículo analiza los argumentos en torno de los cuales se plantea el conflicto entre causalidad natural y causalidad por libertad en la obra Crítica de la Razón Pura /Kritik der reinen Vernunft/ del filósofo alemán Immanuel Kant. Específicamente, interesa desarrollar la solución kantiana a uno de los conflictos que los resultados de la crítica han generado, a partir de la Dialéctica Trascendental y su presentación del problema como antinomia de la razón y de la Doctrina Trascendental del Método, donde la noción de libertad es anunciada como núcleo del pensamiento moral. Se trata de la dificultad que enfrenta la razón al compaginar la necesidad en la naturaleza (sin la cual no es posible la ciencia) con la libertad humana (sin la cual no es posible la moral). La libertad inquirida por el examen crítico de la razón en su uso teórico, es restaurada desde la perspectiva de la razón práctica. Gracias a la restricción crítica del conocimiento humano, Kant abre el camino para la libertad humana, no tanto en los términos negativos de encontrarse “libre de coacción" sino en el sentido positivo de iniciar algo nuevo o no previsto en decurso de la historia fenoménica.
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Nossa intenção é apresentar a doutrina da individuação da alma em Alberto Magno. Apresentaremos a maneira como Santo Alberto compreendeu a individuação do ser humano.
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La doctrina de los sentidos internos -y, en particular, la de la cogitativa-, esbozada en la antigüedad, desarrollada en el Medioevo, y redescubierta parcialmente por la psicología contemporánea, constituye una elaboración conceptual originalísima con importantes consecuencias prácticas para la psicología. El presente estudio procura una primera aproximación en este sentido a la noción de cogitativa, examinando sus posibles proyecciones en los campos de la psicoterapia y de la comprensión etiológica de las enfermedades psíquicas, e indagando en las semejanzas que dicho concepto podría guardar con desarrollos psicológicos contemporáneos.
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El recorrido intelectual de Francisco Valsecchi (1907-1992) en la historia de las ideas económicas católicas muestra las inflexiones teóricas de una axiología derivada de la Doctrina Social de la Iglesia. Sin embargo, las condiciones históricas del desarrollo de una economía católica en la Argentina y las transformaciones sociales, económicas y políticas del periodo 1930-1970 incidieron sobre las tendencias conceptuales de esa axiología en apariencia perenne. Para explicar los cambios operados se sigue la trayectoria de Valsecchi. Se muestran las fases principales de sus posiciones, destacando tres momentos fundamentales coincidentes con los tres momentos de la economía católica en la Argentina. Al mismo tiempo se muestra la curva teórica de los economistas católicos, que los aleja de una propuesta propiamente católica de una economía política para concentrar su punto de vista en la dimensión ética de las prácticas empresariales. El recorrido intelectual de Valsecchi revela el pasaje de una visión crítica de la economía predominante en 1930 a una funcionalidad con la propuesta en clave antipopulista por las clases propietarias en 1970.
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Este artículo indaga si la doctrina tomista del ser como actus essendi habría tenido algún antecedente en el pensamiento de Alberto Magno o si, más bien, este autor habría sostenido una concepción esencialista del ser.