961 resultados para Zuccotti, Susan: Under his very windows


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We measured the folding and unfolding kinetics of mutants for a simple protein folding reaction to characterize the structure of the transition state. Fluorescently labeled S-peptide analogues combine with S-protein to form ribonuclease S analogues: initially, S-peptide is disordered whereas S-protein is folded. The fluorescent probe provides a convenient spectroscopic probe for the reaction. The association rate constant, kon, and the dissociation rate constant, koff, were both determined for two sets of mutants. The dissociation rate constant is measured by adding an excess of unlabeled S-peptide analogue to a labeled complex (RNaseS*). This strategy allows kon and koff to be measured under identical conditions so that microscopic reversibility applies and the transition state is the same for unfolding and refolding. The first set of mutants tests the role of the α-helix in the transition state. Solvent-exposed residues Ala-6 and Gln-11 in the α-helix of native RNaseS were replaced by the helix destabilizing residues glycine or proline. A plot of log kon vs. log Kd for this series of mutants is linear over a very wide range, with a slope of −0.3, indicating that almost all of the molecules fold via a transition state involving the helix. A second set of mutants tests the role of side chains in the transition state. Three side chains were investigated: Phe-8, His-12, and Met-13, which are known to be important for binding S-peptide to S-protein and which also contribute strongly to the stability of RNaseS*. Only the side chain of Phe-8 contributes significantly, however, to the stability of the transition state. The results provide a remarkably clear description of a folding transition state.

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Carbohydrate–protein bonds interrupt the rapid flow of leukocytes in the circulation by initiation of rolling and tethering at vessel walls. The cell surface carbohydrate ligands are glycosylated proteins like the mucin P-selectin glycoprotein ligand-1 (PSGL-1), which bind ubiquitously to the family of E-, P-, and L-selectin proteins in membranes of leukocytes and endothelium. The current view is that carbohydrate–selectin bonds dissociate a few times per second, and the unbinding rate increases weakly with force. However, such studies have provided little insight into how numerous hydrogen bonds, a Ca2+ metal ion bond, and other interactions contribute to the mechanical strength of these attachments. Decorating a force probe with very dilute ligands and controlling touch to achieve rare single-bond events, we have varied the unbinding rates of carbohydrate–selectin bonds by detachment with ramps of force/time from 10 to 100,000 pN/sec. Testing PSGL-1, its outer 19 aa (19FT), and sialyl LewisX (sLeX) against L-selectin in vitro on glass microspheres and in situ on neutrophils, we found that the unbinding rates followed the same dependence on force and increased by nearly 1,000-fold as rupture forces rose from a few to ≈200 pN. Plotted on a logarithmic scale of loading rate, the rupture forces reveal two prominent energy barriers along the unbinding pathway. Strengths above 75 pN arise from rapid detachment (<0.01 sec) impeded by an inner barrier that requires a Ca2+ bond between a single sLeX and the lectin domain. Strengths below 75 pN occur under slow detachment (>0.01 sec) impeded by the outer barrier, which appears to involve an array of weak (putatively hydrogen) bonds.

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L’allevamento in cattività dei rettili è in costante crescita negli ultimi anni e richiede conoscenze mediche sempre più specialistiche per far fronte ai numerosi problemi legati a questi animali. Il corretto approccio medico prevede una profonda conoscenza delle specie prese in esame dal momento che la maggior parte delle problematiche riproduttive di questi animali sono legate ad una non corretta gestione dei riproduttori. L’apparato riproduttore dei rettili è estremamente vario a seconda delle specie prese in considerazione. Sauri ed ofidi possiedono due organi copulatori denominati emipeni e posizionati alla base della coda caudalmente alla cloaca che vengono estroflessi alternativamente durante l’accoppiamento per veicolare lo spera all’interno della cloaca della femmina. In questi animali il segmento posteriore renale è chiamato segmento sessuale, perché contribuisce alla formazione del fluido seminale. Tale porzione, durante la stagione dell’accoppiamento, diventa più voluminosa e cambia drasticamente colore, tanto che può essere confusa con una manifestazione patologica. I cheloni al contrario possiedono un unico pene che non viene coinvolto nella minzione. In questi animali. I testicoli sono due e sono situati all’interno della cavità celomatica in posizione cranioventrale rispetto ai reni. I testicoli possono variare notevolmente sia come forma che come dimensione a seconda del periodo dell’anno. Il ciclo estrale dei rettili è regolato, come pure nei mammiferi, dagli ormoni steroidei. La variazione di questi ormoni a livello ematico è stata studiato da diversi autori con il risultato di aver dimostrato come la variazione dei dosaggi degli stessi determini l’alternanza delle varie fasi del ciclo riproduttivo. La relazione tra presenza di uova (anche placentari) ed alti livelli di progesterone suggerisce che questo ormone gioca un ruolo importante nelle riproduzione delle specie ovipare per esempio stimolando la vascolarizzazione degli ovidutti durante i tre mesi in cui si ha lo sviluppo delle uova. Il 17-beta estradiolo è stato descritto come un ormone vitellogenico grazie alla sua capacità di promuovere lo sviluppo dei follicoli e la formazione di strati protettivi dell’uovo. L’aumento del livello di estradiolo osservato esclusivamente nelle femmine in fase vitellogenica è direttamente responsabile della mobilizzazione delle riserve materne in questa fase del ciclo. Va sottolineato come il progesterone sia in effetti un antagonista dell’estradiolo, riducendo la vitellogenesi e intensificando gli scambi materno fetali a livello di ovidutto. Le prostaglandine (PG) costituiscono un gruppo di molecole di origine lipidica biologicamente attive, sintetizzate sotto varie forme chimiche. Sono noti numerosi gruppi di prostaglandine ed è risputo che pesci, anfibi, rettili e mammiferi sintetizzano una o più prostaglandine partendo da acidi grassi precursori. Queste sostanze anche nei rettili agiscono sulla mucosa dell’utero aumentandone le contrazioni e sui corpi lutei determinandone la lisi. La maturità sessuale dei rettili, dipende principalmente dalla taglia piuttosto che dall’età effettiva dell’animale. In cattività, l’alimentazione e le cure dell’allevatore, possono giocare un ruolo fondamentale nel raggiungimento della taglia necessaria all’animale per maturare sessualmente. Spesso, un animale d’allevamento raggiunge prima la maturità sessuale rispetto ai suoi simili in natura. La maggior parte dei rettili sono ovipari, ovvero depongono uova con guscio sulla sabbia o in nidi creati appositamente. La condizione di ovoviviparità è riscontrabile in alcuni rettili. Le uova, in questo caso, vengono ritenute all’interno del corpo, fino alla nascita della progenie. Questa può essere considerata una strategia evolutiva di alcuni animali, che in condizioni climatiche favorevoli effettuano l’ovo deposizione, ma se il clima non lo permette, ritengono le uova fino alla nascita della prole. Alcuni serpenti e lucertole sono vivipari, ciò significa che l’embrione si sviluppa all’interno del corpo dell’animale e che è presente una placenta. I piccoli fuoriescono dal corpo dell’animale vivi e reattivi. La partenogenesi è una modalità di riproduzione asessuata, in cui si ha lo sviluppo dell’uovo senza che sia avvenuta la fecondazione. Trenta specie di lucertole e alcuni serpenti possono riprodursi con questo metodo. Cnemidophorus uniparens, C. velox e C. teselatus alternano la partenogenesi a una riproduzione sessuata, a seconda della disponibilità del maschio. La maggior parte dei rettili non mostra alcuna cura materna per le uova o per i piccoli che vengono abbandonati al momento della nascita. Esistono tuttavia eccezioni a questa regola generale infatti alcune specie di pitoni covano le uova fino al momento della schiusa proteggendole dai predatori e garantendo la giusta temperatura e umidità. Comportamenti di guardia al nido sono poi stati documentati in numerosi rettili, sia cheloni che sauri che ofidi. Nella maggior parte delle tartarughe, la riproduzione è legata alla stagione. Condizioni favorevoli, possono essere la stagione primaverile nelle zone temperate o la stagione umida nelle aree tropicali. In cattività, per riprodurre queste condizioni, è necessario fornire, dopo un periodo di ibernazione, un aumento del fotoperiodo e della temperatura. L’ atteggiamento del maschio durante il corteggiamento è di notevole aggressività, sia nei confronti degli altri maschi, con i quali combatte copiosamente, colpendoli con la corazza e cercando di rovesciare sul dorso l’avversario, sia nei confronti della femmina. Infatti prima della copulazione, il maschio insegue la femmina, la sperona, la morde alla testa e alle zampe e infine la immobilizza contro un ostacolo. Il comportamento durante la gravidanza è facilmente riconoscibile. La femmina tende ad essere molto agitata, è aggressiva nei confronti delle altre femmine e inizia a scavare buche due settimane prima della deposizione. La femmina gravida costruisce il nido in diverse ore. Scava, con gli arti anteriori, buche nel terreno e vi depone le uova, ricoprendole di terriccio e foglie con gli arti posteriori. A volte, le tartarughe possono trattenere le uova, arrestando lo sviluppo embrionale della prole per anni quando non trovano le condizioni adatte a nidificare. Lo sperma, inoltre, può essere immagazzinato nell’ovidotto fino a sei anni, quindi la deposizione di uova fertilizzate può verificarsi senza che sia avvenuto l’accoppiamento durante quel ciclo riproduttivo. I comportamenti riproduttivi di tutte le specie di lucertole dipendono principalmente dalla variazione stagionale, correlata al cambiamento di temperatura e del fotoperiodo. Per questo, se si vuole far riprodurre questi animali in cattività, è necessario valutare per ogni specie una temperatura e un’illuminazione adeguata. Durante il periodo riproduttivo, un atteggiamento caratteristico di diverse specie di lucertole è quello di riprodurre particolari danze e movimenti ritmici della testa. In alcune specie, possiamo notare il gesto di estendere e retrarre il gozzo per mettere in evidenza la sua brillante colorazione e richiamare l’attenzione della femmina. L’aggressività dei maschi, durante la stagione dell’accoppiamento, è molto evidente, in alcuni casi però, anche le femmine tendono ad essere aggressive nei confronti delle altre femmine, specialmente durante l’ovo deposizione. La fertilizzazione è interna e durante la copulazione, gli spermatozoi sono depositati nella porzione anteriore della cloaca femminile, si spostano successivamente verso l’alto, dirigendosi nell’ovidotto, in circa 24-48 ore; qui, fertilizzano le uova che sono rilasciate nell’ovidotto dall’ovario. Negli ofidi il corteggiamento è molto importante e i comportamenti durante questa fase possono essere diversi da specie a specie. I feromoni specie specifici giocano un ruolo fondamentale nell’attrazione del partner, in particolar modo in colubridi e crotalidi. La femmina di queste specie emette una traccia odorifera, percepita e seguita dal maschio. Prima dell’accoppiamento, inoltre, il maschio si avvicina alla femmina e con la sua lingua bifida o con il mento, ne percorre tutto il corpo per captare i feromoni. Dopo tale comportamento, avviene la copulazione vera e propria con la apposizione delle cloache; gli emipeni vengono utilizzati alternativamente e volontariamente dal maschio. Durante l’ovulazione, il serpente aumenterà di volume nella sua metà posteriore e contrazioni muscolari favoriranno lo spostamento delle uova negli ovidotti. In generale, se l’animale è oviparo, avverrà una muta precedente alla ovo deposizione, che avviene prevalentemente di notte. Gli spermatozoi dei rettili sono morfologicamente simili a quelli di forme superiori di invertebrati. La fecondazione delle uova, da parte di spermatozoi immagazzinati nel tratto riproduttivo femminile, è solitamente possibile anche dopo mesi o perfino anni dall’accoppiamento. La ritenzione dei gameti maschili vitali è detta amphigonia retardata e si ritiene che questa caratteristica offra molti benefici per la sopravvivenza delle specie essendo un adattamento molto utile alle condizioni ambientali quando c’è una relativa scarsità di maschi conspecifici disponibili. Nell’allevamento dei rettili in cattività un accurato monitoraggio dei riproduttori presenta una duplice importanza. Permette di sopperire ad eventuali errori di management nel caso di mancata fertilizzazione e inoltre permette di capire quale sia il grado di sviluppo del prodotto del concepimento e quindi di stabilire quale sia il giorno previsto per la deposizione. Le moderne tecniche di monitoraggio e l’esperienza acquisita in questi ultimi anni permettono inoltre di valutare in modo preciso lo sviluppo follicolare e quindi di stabilire quale sia il periodo migliore per l’accoppiamento. Il dimorfismo sessuale nei serpenti è raro e anche quando presente è poco evidente. Solitamente nei maschi, la coda risulta essere più larga rispetto a quella della femmina in quanto nel segmento post-cloacale vi sono alloggiati gli emipeni. Il maschio inoltre, è generalmente più piccolo della femmina a parità di età. Molti cheloni sono sessualmente dimorfici sebbene i caratteri sessuali secondari siano poco apprezzabili nei soggetti giovani e diventino più evidenti dopo la pubertà. In alcune specie si deve aspettare per più di 10 anni prima che il dimorfismo sia evidente. Le tartarughe di sesso maschile tendono ad avere un pene di grosse dimensioni che può essere estroflesso in caso di situazioni particolarmente stressanti. I maschi sessualmente maturi di molte specie di tartarughe inoltre tendono ad avere una coda più lunga e più spessa rispetto alle femmine di pari dimensioni e la distanza tra il margine caudale del piastrone e l’apertura cloacale è maggiore rispetto alle femmine. Sebbene la determinazione del sesso sia spesso difficile nei soggetti giovani molti sauri adulti hanno dimorfismo sessuale evidente. Nonostante tutto comunque anche tra i sauri esistono molte specie come per esempio Tiliqua scincoides, Tiliqua intermedia, Gerrhosaurus major e Pogona vitticeps che anche in età adulta non mostrano alcun carattere sessuale secondario evidente rendendone molto difficile il riconoscimento del sesso. Per garantire un riconoscimento del sesso degli animali sono state messe a punto diverse tecniche di sessaggio che variano a seconda della specie presa in esame. L’eversione manuale degli emipeni è la più comune metodica utilizzata per il sessaggio dei giovani ofidi ed in particolare dei colubridi. I limiti di questa tecnica sono legati al fatto che può essere considerata attendibile al 100% solo nel caso di maschi riconosciuti positivi. L’eversione idrostatica degli emipeni esattamente come l’eversione manuale degli emipeni si basa sull’estroflessione di questi organi dalla base della coda, pertanto può essere utilizzata solo negli ofidi e in alcuni sauri. La procedura prevede l’iniezione di fluido sterile (preferibilmente soluzione salina isotonica) nella coda caudalmente all’eventuale posizione degli emipeni. Questa tecnica deve essere eseguita solo in casi eccezionali in quanto non è scevra da rischi. L’utilizzo di sonde cloacali è il principale metodo di sessaggio per gli ofidi adulti e per i sauri di grosse dimensioni. Per questa metodica si utilizzano sonde metalliche dello spessore adeguato al paziente e con punta smussa. Nei soggetti di genere maschile la sonda penetra agevolmente al contrario di quello che accade nelle femmine. Anche gli esami radiografici possono rendersi utili per il sessaggio di alcune specie di Varani (Varanus achanturus, V. komodoensis, V. olivaceus, V. gouldi, V. salvadorii ecc.) in quanto questi animali possiedono zone di mineralizzazione dei tessuti molli (“hemibacula”) che possono essere facilmente individuate nei maschi. Diversi studi riportano come il rapporto tra estradiolo e androgeni nel plasma o nel liquido amniotico sia un possibile metodo per identificare il genere sessuale delle tartarughe. Per effettuare il dosaggio ormonale, è necessario prelevare un campione di sangue di almeno 1 ml ad animale aspetto che rende praticamente impossibile utilizzare questo metodo di sessaggio nelle tartarughe molto piccole e nei neonati. L’ecografia, volta al ritrovamento degli emipeni, sembra essere un metodo molto preciso, per la determinazione del sesso nei serpenti. Uno studio compiuto presso il dipartimento di Scienze Medico Veterinarie dell’Università di Parma, ha dimostrato come questo metodo abbia una sensibilità, una specificità e un valore predittivo positivo e negativo pari al 100%. La radiografia con mezzo di contrasto e la tomografia computerizzata possono essere utilizzate nel sessaggio dei sauri, con buoni risultati. Uno studio, compiuto dal dipartimento di Scienze Medico Veterinarie, dell’Università di Parma, ha voluto mettere a confronto diverse tecniche di sessaggio nei sauri, tra cui l’ecografia, la radiografia con e senza mezzo di contrasto e la tomografia computerizzata con e senza mezzo di contrasto. I risultati ottenuti, hanno dimostrato come l’ecografia non sia il mezzo più affidabile per il riconoscimento degli emipeni e quindi del sesso dell’animale, mentre la radiografia e la tomografia computerizza con mezzo di contrasto siano tecniche affidabili e accurate in queste specie. Un metodo valido e facilmente realizzabile per il sessaggio dei cheloni anche prepuberi è la cistoscopia. In un recente studio la cistoscopia è stata effettuata su quindici cheloni deceduti e venticinque cheloni vivi, anestetizzati. In generale, questo metodo si è dimostrato non invasivo per le tartarughe, facilmente ripetibile in diversi tipi di tartarughe e di breve durata. Tra le principali patologie riproduttive dei rettili le distocie sono sicuramente quelle che presentano una maggior frequenza. Quando si parla di distocia nei rettili, si intendono tutte quelle situazioni in cui si ha una mancata espulsione e deposizione del prodotto del concepimento entro tempi fisiologici. Questa patologia è complessa e può dipendere da diverse cause. Inoltre può sfociare in malattie sistemiche a volte molto severe. Le distocie possono essere classificate in ostruttive e non ostruttive in base alle cause. Si parla di distocia ostruttiva quando si verificano delle condizioni per cui viene impedito il corretto passaggio delle uova lungo il tratto riproduttivo (Fig.13). Le cause possono dipendere dalla madre o dalle caratteristiche delle uova. Nel caso di distocia non ostruttiva le uova rinvenute sono solitamente di dimensioni normali e la conformazione anatomica della madre è fisiologica. L’eziologia è da ricercare in difetti comportamentali, ambientali e patologici. Non esistono sintomi specifici e patognomonici di distocia. La malattia diviene evidente e conclamata solamente in presenza di complicazioni. Gli approcci terapeutici possibili sono vari a seconda della specie animale e della situazione. Fornire un’area adeguata per la nidiata: se la distocia non è ostruttiva si può cercare di incoraggiare l’animale a deporre autonomamente le uova creando un idoneo luogo di deposizione. Il trattamento medico prevede la stimolazione della deposizione delle uova ritenute mediante l’induzione con ossitocina. L’ossitocina viene somministrata alle dosi di 1/3 UI/kg per via intramuscolare. Uno studio condotto presso l’Università veterinaria di Parma ha comparato le somministrazioni di ossitocina per via intramuscolare e per via intravenosa, confrontando le tempistiche con le quali incominciano le contrazioni e avviene la completa ovodeposizione e dimostrando come per via intravenosa sia possibile somministrare dosi più basse rispetto a quelle riportate solitamente in letteratura ottenendo comunque un ottimo risultato. Nel caso in cui il trattamento farmacologico dovesse fallire o non fosse attuabile, oppure in casi di distocia ostruttiva è possibile ricorrere alla chirurgia. Per stasi follicolare si intende la incapacità di produrre sufficiente quantità di progesterone da corpi lutei perfettamente funzionanti. Come per la distocia, l’eziologia della stasi follicolare è variegata e molto ampia: le cause possono essere sia ambientali che patologiche. La diagnosi clinica viene fatta essenzialmente per esclusione. Come per la distocia, anche in questo caso l’anamnesi e la raccolta del maggior quantitativo di informazioni è fondamentale per indirizzarsi verso il riconoscimento della patologia. Per prolasso si intende la fuoriuscita di un organo attraverso un orifizio del corpo. Nei rettili, diversi organi possono prolassare attraverso la cloaca: la porzione terminale dell’apparato gastroenterico, la vescica urinaria, il pene nel maschio (cheloni) e gli ovidutti nella femmina. In sauri e ofidi gli emipeni possono prolassare dalle rispettive tasche in seguito ad eccesiva attività sessuale97. La corretta identificazione del viscere prolassato è estremamente importante e deve essere effettuata prima di decidere qualsiasi tipologia di trattamento ed intervento. Nei casi acuti e non complicati è possibile la riduzione manuale dell’organo, dopo un accurato lavaggio e attenta pulizia. Se questo non dovesse essere possibile, l’utilizzo di lubrificanti e pomate antibiotiche garantisce all’organo una protezione efficiente. Nel caso in cui non si sia potuto intervenire celermente e l’organo sia andato incontro a infezione e congestione venosa prolungata con conseguente necrosi, l’unica soluzione è l’amputazione

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Author: Torgeir Ehler Title: One of Us: Joseph Conrad's Under Western Eyes and A Personal Record Advisor: Jan Gorak Degree Date: June 2009 Abstract This present work explores the relationship of Joseph Conrad's status as a Polish exile to his creative and biographical work. Its main focus is on the tandem publications of the novel Under Western Eyes and his autobiographical volume A Personal Record, both published within a year of each other and written contemporaneously. The first chapter is a short biographical survey of Conrad's life and addresses some later biographical works by his wife, among others. An overview of critical works that deal with Under Western Eyes is presented in the second chapter. An investigation into narrative structure and its use in creating a heteroglossic text is investigated in the third chapter. How this strategy reflects Conrad's personal stake in the novel and how the novel and its creation affected the author's ability to cope with his own homo-duplex geographies is also addressed herein. The fourth chapter then concerns itself with Conrad's attempt to create a truly heteroglossic, autobiographically based persona for public consumption in Britain, while keeping true to his function as a `cultural bridge'. An early effort at communicating the exile's predicament and failure to bridge the cultural divide in the story `Amy Foster' is taken up in the fifth and final chapter. The legacy of Conrad's effort is also discussed herein as relevant to the work of Milan Kundera and Erich Maria Remarque.

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Calcineurin (protein phosphatase 2B) (CN) comprises a family of serine/threonine phosphatases that play a pivotal role in signal transduction cascades in a variety of cells, including neutrophils. Angiotensin II (Ang II) increases both activity and de novo synthesis of CN in human neutrophils. This study focuses on the role that intracellular redox status plays in the induction of CN activity by Ang II. Both de novo synthesis of CN and activity increase promoted by Ang II were downregulated when cells were treated with l-buthionine-(S,R)-sulfoximine, an inhibitor of synthesis of the antioxidant glutathione. We have also investigated the effect of pyrrolidine dithiocarbamate and phenazine methosulfate, which are antioxidant and oxidant compounds, respectively, and concluded that the intracellular redox status of neutrophils is highly critical for Ang II-induced increase of CN expression and activity. Results obtained in neutrophils from hypertensive patients were very similar to those obtained in these cells on treatment with Ang II. We have also addressed the possible functional implication of CN activation in the development of hypertension. Present findings indicate that downregulation of hemoxygenase-1 expression in neutrophils from hypertensive subjects is likely mediated by CN, which acts by hindering translocation to the nucleus of the transcription factor NRF2. These data support and extend our previous results and those from other authors on modulation of CN expression and activity levels by the intracellular redox status.

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The purpose of this work is to study the dynamic behavior of a pedestrian bridge in Alicante, Spain. It is a very slender footbridge with vertical and horizontal vibration problems during the passage of pedestrians. Accelerations have been recorded by accelerometers installed at various locations of the bridge. Two scenarios, in free vibration (after the passage of a certain number of pedestrians on the bridge) and forced vibration produced by a fixed number of pedestrians walking on the bridge at a certain speed and frequency. In each test, the effect on the comfort of the pedestrians, the natural frequencies of vibration, the mode shapes and damping factors have been estimated. It has been found that the acceleration levels are much higher than the allowable by the Spanish standards and this should be considered in the restoration of the footbridge.

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Four different catalysts (Pt/Al2O3, Ce0.8Zr0.2O2, PrO2−x and SrTiCuO3) have been investigated on a laboratory scale to evaluate their potential as diesel soot combustion catalysts under different experimental conditions, which simulate the situation found in a continuous regeneration technology trap (dual-bed configuration of catalyst and soot) or a catalyst-coated filter system (single-bed configuration, both catalyst and soot particles mixed under loose-contact mode). Under dual-bed configuration, the behavior of the catalysts towards soot combustion are very similar, despite the differences observed in the NO2 production profiles. However, under single-bed configuration, there are important differences in the soot combustion activities and in the NO2 slip profiles. The configurations chosen have an enormous impact on CO/(CO + CO2) ratios of combustion products as well. The most active catalyst under NOx + O2 is PrO2−x combining a high contribution of active oxygen-assisted soot combustion as well as high NO2 production activity along the catalytic bed.

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Context. The early-type binary MY Cam belongs to the young open cluster Alicante 1, embedded in Cam OB3. Aims. MY Cam consists of two early-O type main-sequence stars and shows a photometric modulation suggesting an orbital period slightly above one day. We intend to confirm this orbital period and derive orbital and stellar parameters. Methods. Timing analysis of a very exhaustive (4607 points) light curve indicates a period of 1.1754514 ± 0.0000015 d. High-resolution spectra and the cross-correlation technique implemented in the todcor program were used to derive radial velocities and obtain the corresponding radial velocity curves for MY Cam. Modelling with the stellar atmosphere code fastwind was used to obtain stellar parameters and create templates for cross-correlation. Stellar and orbital parameters were derived using the Wilson-Devinney code, such that a complete solution to the binary system could be described. Results. The determined masses of the primary and secondary stars in MY Cam are 37.7 ± 1.6 and 31.6 ± 1.4M⊙, respectively. The corresponding temperatures, derived from the model atmosphere fit, are 42 000 and 39 000 K, with the more massive component being hotter. Both stars are overfilling their Roche lobes, sharing a common envelope. Conclusions. MY Cam contains the most massive dwarf O-type stars found so far in an eclipsing binary. Both components are still on the main sequence, and probably not far from the zero-age main sequence. The system is a likely merger progenitor, owing to its very short period.

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Two petroleum residues were pyrolyzed under two different conditions to obtain pitches with low or high mesophase content. The effect of the KOH: precursor ratio and the activation temperature on the packing density and porous texture of the carbons have been studied and optimized. Activated carbons combining high micropore volume (>1 cm3/g) and high packing density (0.7 g/cm3) have been successfully prepared. Regarding excess methane adsorption capacities, the best results (160 cm3 (STP)/cm3 at 25 °C and 3.5 MPa) were obtained using the pitch with the higher content of the more organized mesophase, activated at relatively low temperature (700 °C), with a medium KOH: precursor ratio (3:1). Some of the activated carbons exhibit enhanced adsorption capacity at high pressure, giving values as high as 175 cm3 (STP)/cm3 at 25 °C and 5 MPa and 200 cm3 (STP)/cm3 at 25 °C and 10 MPa (the same amount as in an empty cylinder but at half of the pressure), indicating a contribution of large micropores and narrow mesopores to adsorption at high pressure. The density of methane in pores between 1 and 2.5 nm at pressure up to 10 MPa was estimated to understand their contribution to the total adsorption capacity.

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Context. It appears that most (if not all) massive stars are born in multiple systems. At the same time, the most massive binaries are hard to find owing to their low numbers throughout the Galaxy and the implied large distances and extinctions. Aims. We want to study LS III +46 11, identified in this paper as a very massive binary; another nearby massive system, LS III +46 12; and the surrounding stellar cluster, Berkeley 90. Methods. Most of the data used in this paper are multi-epoch high S/N optical spectra, although we also use Lucky Imaging and archival photometry. The spectra are reduced with dedicated pipelines and processed with our own software, such as a spectroscopic-orbit code, CHORIZOS, and MGB. Results. LS III +46 11 is identified as a new very early O-type spectroscopic binary [O3.5 If* + O3.5 If*] and LS III +46 12 as another early O-type system [O4.5 V((f))]. We measure a 97.2-day period for LS III +46 11 and derive minimum masses of 38.80 ± 0.83 M⊙ and 35.60 ± 0.77 M⊙ for its two stars. We measure the extinction to both stars, estimate the distance, search for optical companions, and study the surrounding cluster. In doing so, a variable extinction is found as well as discrepant results for the distance. We discuss possible explanations and suggest that LS III +46 12 may be a hidden binary system where the companion is currently undetected.

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This collection consists primarily of quarter bills and butler's bills from Charles Walker and Charles Walker, Jr.'s years as students at Harvard College, from 1785 to 1789 and from 1815-1816. It includes the following materials from Charles Walker: a form of admission (a printed form letter with manuscript annotations and signatures) from August 1785, quarter bills and butler's bills from 1785 to 1789, and occasional receipts of payment. The documents from Charles Walker, Jr. are less numerous, consisting solely of quarter bills from 1815 and 1816. The bills for father and son include annotations explaining the basis of additional or unusual charges, including fines for absence from lectures and prayers. The form used for the son's quarter bills, issued in 1815 and 1816, separate the amounts owed into the following categories: Steward and Commons, Sizings, Study and Cellar Rent, Instruction, Librarian, Natural History, Episcopal Church, Books, Catalogue and Commencement Dinner, Repairs, Sweepers, Assessments for delinquency in payment of Quarter Bills, Wood, and Fines. All of the bills are printed forms which were then filled out by hand, by either the steward or the butler, and issued to the students. Caleb Gannett was the College steward during both father and son's era. Joshua Paine, William Harris, and Thomas Adams served, successively, as butler during the father's era. Some of the butler's bills are signed by Roger Vose, a student who appears to have been employed by the butler in 1786 and 1787.

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Contains a record of cases which came before Egleston in his capacity as a justice of the peace for Berkshire County. The court was held in his home at Lenox.

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An Act of Assembly of Barbadoes to regulate sales at outcry and the proceedings of persons executing the office of Provost Marshall General of the said island and their under officers (leaf 1) ; A state of some matters relative to the office of Provost Marshall, and to the passing of this bill (leaf 9) ; Observations drawn up by Jonathan Blenman Esq. his Majestys Atty. Gen. in Barbadoes ... on the Act as it had been first brought in 1761 (leaf 13) ; and two leaves laid in ; Power of attorney, granted to Christopher Scandrett, signed by Francis Reynolds and his son Thomas (25 April 1766) ; Petition of Francis Reynolds to the Lords Commissioners of Trade and Plantations (1766).

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Willard says that everyone is in good health and asks his sister to write to him.