592 resultados para Introduzione a Aristofane
Resumo:
Nel seguente elaborato viene trattato il tema dell'applicabilità della tempra laser sulla ghisa perlitica sferoidale, al fine di incrementarne la resistenza ad usura e di ridurre i tempi di lavorazione, rispetto ai metodi tradizionali di tempra. All'introduzione sulla tecnologia laser e sul suo uso in ambito industriale, seguono una dettagliata presentazione dei test di laboratorio effettuati e un'analisi dei dati ricavati, con l'obiettivo di trovare la metodologia di trattamento migliore per raggiungere i risultati desiderati.
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Con lo sviluppo di sorgenti capaci di sostenere scariche di non equilibrio a pressione atmosferica è nato un notevole interesse per le applicazioni biomediche del plasma, data la generazione nella scarica di una varietà di agenti efficaci in più ambiti. I plasmi di questo tipo, caratterizzati principalmente da una temperatura macroscopica vicina a quella ambiente, sono infatti già utilizzati, ad esempio, per la sterilizzazione, per il trattamento di polimeri per migliorarne la biocompatibilità, e per l’accelerazione del processo di coagulazione del sangue. In questo lavoro verrà presentata un’altra possibilità applicativa, sempre nel settore della plasma medicine, ovvero l’utilizzo dei plasmi per il trattamento di cellule cancerose, che sta avendo un particolare successo a causa dei risultati ottenuti dai vari gruppi di ricerca che sottintendono un suo possibile futuro nel trattamento di neoplasie. Verrà presentata una breve introduzione alla fisica del plasma, mostrando alcuni parametri che caratterizzano questo stato della materia, concentrandosi in particolare sui plasmi non termici o di non equilibrio, per poi passare al processo di ionizzazione del gas. Nel secondo capitolo sono approfondite due sorgenti per la generazione di plasmi non termici, la scarica a barriera dielettrica e il plasma jet. Il terzo capitolo fornisce una preliminare spiegazione degli agenti generati nella scarica e il rapporto che hanno con la materia con cui interagiscono. L’ultimo capitolo è il fulcro della ricerca, e comprende risultati ottenuti negli ultimi anni da vari gruppi di ricerca di molte nazionalità, e una breve parte riguardante la sperimentazione originale svolta anche in mia presenza dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione “Guglielmo Marconi”, rappresentato principalmente dal professor Carlo Angelo Borghi e dal professor Gabriele Neretti.
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Le metodologie per la raccolta delle idee e delle opinioni si sono evolute a pari passo con il progresso tecnologico: dalla semplice comunicazione orale si è passati alla diffusione cartacea, fino a che l'introduzione e l'evoluzione di internet non hanno portato alla digitalizzazione e informatizzazione del processo. Tale progresso ha reso possibile l'abbattimento di ogni barriera fisica: se in precedenza la diffusione di un sondaggio era limitata dall'effettiva possibilità di distribuzione del sondaggio stesso, lo sviluppo della rete globale ha esteso tale possibilità (virtualmente) a tutto il mondo. Nonostante sia un miglioramento non indifferente, è importante notare come la valorizzazione della diffusione di un sondaggio abbia inevitabilmente portato a trascurarne le proprietà e i vantaggi intrinsechi legati alla sua diffusione prettamente locale. Ad esempio, un sondaggio che mira a valutare la soddisfazione degli utenti riguardo alla recente introduzione di una nuova linea di laptop ottiene un guadagno enorme dall'informatizzazione, e dunque delocalizzazione, del processo di raccolta dati; dall'altro lato, un sondaggio che ha come scopo la valutazione dell'impatto sui cittadini di un recente rinnovamento degli impianti di illuminazione stradale ha un guadagno pressoché nullo. L'idea alla base di QR-VEY è la ricerca di un ponte tra le metodologie classiche e quelle moderne, in modo da poter sfruttare le proprietà di entrambe le soluzioni. Tale ponte è stato identificato nella tecnologia del QR-Code: è possibile utilizzare un generico supporto che presenti proprietà di localizzazione, come un foglio cartaceo, ma anche un proiettore di una conferenza, come base per la visualizzazione di tale codice, ed associare alla scansione dello stesso funzionalità automatizzate di raccolta di dati e opinioni.
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Questa tesi ha lo scopo di descrivere le proprietà matematiche degli insiemi frattali. Nell'introduzione è spiegato brevemente cosa sono i frattali e vengono fatti alcuni esempi di frattali in natura, per poi passare agli aspetti più matematici nei capitoli. Nel capitolo uno si parla della misura e della dimensione di Hausdorff e viene calcolata, seguendo la definizione, per l'insieme di Cantor. Poi nel secondo capitolo viene descrittà l'autosimilarità e viene enunciato un importante teorema che lega l'autosimilarità e la dimensione di Hausdorff. Nel terzo capitolo vengono descritti degli insiemi frattali molto importanti: quelli di Mandelbrot e di Julia.
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La seguente tesi si sviluppa in tre parti: un'introduzione alle simmetrie conformi e di scala, una parte centrale dedicata alle anomalie quantistiche ed una terza parte dedicata all'anomalia di traccia per fermioni. Nella seconda parte in particolare si introduce il metodo di calcolo alla Fujikawa e si discute la scelta di regolatori adeguati ed un metodo per ottenerli, si applicano poi questi metodi ai campi, scalare e vettoriale, per l'anomalia di traccia in spazio curvo. Nell'ultimo capitolo si calcolano le anomalie di traccia per un fermione di Dirac e per uno di Weyl; la motivazione per calcolare queste anomalie nasce dal fatto che recenti articoli hanno suggerito che possa emergere un termine immaginario proporzionale alle densità di Pontryagin nell'anomalia di Weyl. Noi non abbiamo trovato questo termine e il risultato è che l'anomalia di traccia risulta essere metà di quella per il caso di Dirac.
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L'unifeed a secco è il più diffuso nell'areale del Parmigiano Reggiano. In questa situazione, la peNDF deve essere ridotta per evitare selezione. Di conseguenza spesso presenta valori sotto la soglia minima. In più, spesso i fieni utilizzati sono di scarso valore nutritivo e si rendono necessari elevati livelli di concentrati nella razione. Tutto questo può portare alla diminuzione del tempo di ruminazione e produzione di saliva, aumentando il rischio di SARA. Dopo queste brevi premesse, due prove sono state effettuate presso la stalla sperimentale dell'università di Bologna. La prima con lo scopo di studiare il comportamento alimentare di vacche in lattazione sottoposte a regimi ad libitum/razionato con assenza/presenza di fieno lungo. La seconda si svolse con un improvviso cambio di stabulazione, dalla libera alla fissa, e quota di concentrati nell'unifeed. Da queste prove un grande mole di dati è stata registrata, grazie ai collari della ruminazione, boli reticolari e mangiatoie automatiche. I risultati ottenuti ci hanno permesso di confermare le interconnessioni tra comportamento alimentare, ruminazione e pH. Abbiamo anche verificato l'importanza di costanza di preparazione dell'unifeed e la grande capacità di adattamento delle bovine. Infatti la variabilità nelle gestione della mandria può provocare importanti sanitari. Quindi suggeriamo la supplementazione di fieno lungo in mangiatoia e lo sviluppo di tecnologia NIR in linea sul carro miscelatore. Infine sono state registrate importanti differenze individuali nel far fronte agli stati di stress alimentare. Uno studio più approfondito di questi aspetti sicuramente avrebbe risvolti positivi nella gestione della mandria e aprile la possibilità all'introduzione di nuovi indici di selezione.
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La presente ricerca è rivolta allo studio della progettazione scolastica ed è stata finalizzata all’osservazione dell’impatto prodotto su di essa dalla progressiva introduzione dei nuovi documenti di progettazione oggi in uso nelle scuole italiane. Al fine di delineare i costrutti fondamentali da indagare è stato realizzato uno studio preliminare della letteratura scientifica di riferimento a partire dal dibattito statunitense sul curricolo avviato a inizio Novecento. Dopo una ricognizione sui successivi studi realizzati in ambito nordamericano ed europeo, una parte della ricerca è stata specificamente dedicata al dibattito nel contesto italiano. L’ultima parte di questo percorso è stata rivolta alla recente ripresa di interesse verso le ricerche sul curricolo e le nuove prospettive portate dall’internazionalizzazione di questi studi dovute all’opera dei cosiddetti riconcettualizzatori. La seconda parte della ricerca è stata dedicata allo studio della normativa scolastica italiana in tema di progettazione a partire dal secondo dopoguerra. Particolare attenzione è stata data alle riforme degli ultimi due decenni. Su queste basi teoriche e concettuali è stato quindi predisposto il percorso di ricerca empirica realizzato nelle scuole campione e la successiva analisi dei dati raccolti. Lo scopo della ricerca è stato quello di evidenziare e quantificare l’entità e la natura dei potenziali elementi di continuità e di discontinuità presenti nel sistema di progettazione scolastica attraverso la voce dei docenti che operano sul campo. Il campione è stato individuato tra gli istituti comprensivi della provincia di Udine. Una ricerca analoga è stata condotta presso le scuole statali italiane in Spagna, nelle città di Madrid e Barcellona, dove ancora non sono state introdotte le nuove pratiche di progettazione. Questo ha consentito di poter comparare i dati in un contesto paragonabile a quello previgente in Italia e di fare ulteriori valutazioni sull’impatto prodotto sul lavoro dei docenti dall’introduzione dei nuovi documenti di progettazione.
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Obiettivo di questo elaborato è fornire alle aziende operanti sul mercato nella realtà industriale, una trattazione dei temi relativi alla standardizzazione e ottimizzazione dei processi di produzione, didatticamente semplice e fortemente orientata all’applicazione, centrata sui criteri di ricerca della massima efficienza tecnica ed economica del prodotto. La trattazione, corredata, ovunque possibile, di approcci quantitativi supportati da idonei strumenti matematici, vuole offrire per ogni tipo di azienda che operi sul mercato una traccia semplice e chiara in merito ad un tema estremamente attuale, relativo all'ottimizzazione e standardizzazione del processo produttivo, per salvaguardare il proprio vantaggio competitivo e aumentare la robustezza e capacità di far fronte a ogni tipo di minaccia esterna e/o interna potenzialmente verificabile in futuro. Infatti, il prodotto finale di tale attività di analisi, volta alla riduzione degli sprechi, mantenendo fisso il prezzo di vendita si tramuta quindi in un incremento dei margini di ricavo su ogni unità di vendita. Da ultimo, con la parte finale dell’elaborato è mia intenzione veicolare e far comprendere l’importanza e i vantaggi connessi all'introduzione ponderata dell’automazione anche all'interno di un contesto aziendale con lavorazioni altamente specifiche e variegate. È fondamentale per la sopravvivenza delle aziende nel contesto competitivo globale automatizzare le lavorazioni ripetitive a bassa creazione di valore aggiunto, realizzando in questo modo economie di scala. La manodopera specializzata deve essere razionalizzata e utilizzata esclusivamente per le lavorazioni complesse, distintive e rappresentative della grande competenza e affidabilità proprie dell’industria italiana.
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Nell'elaborato svolto, dopo un'introduzione generale nella quale vengono illustrati i due processi principali che formano le grotte, quello epigenico ed ipogenico, viene descritta in dettaglio la parte turistica del complesso "Grotta del Fiume-Grotta Grande del Vento".Si analizzano le varie morfologie derivanti da una speleogenesi solfurea acida, spiegando come si sono formate. Vengono inoltre spiegati i metodi con i quali si è redotta la nuova carta geomorfologica del complesso (oggetto dell'elaborato), e dopo averla illustrata, viene fatto un confronto con la vecchia carta morfologica del 1990.
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La Tesi nasce a seguito della richiesta da parte di un’Azienda Socia del Consorzio Esperienza Energia di un servizio di supporto per l’ottimizzazione del proprio Sistema di Gestione dell’Energia (SGE/EnMS) ed in particolare per l’implementazione di metodologie di budgeting più efficienti rispetto a quelle attualmente utilizzate. Questo lavoro di Tesi si è sviluppato in due parti: Nella prima parte viene descritto, a livello generale, che cosa si intende per Sistema di Gestione dell’Energia o Energy Management System e quali sono i vantaggi nell’implementazione di tale sistema in una realtà industriale. Successivamente, viene presentata la norma “UNI CEI EN ISO 50001: Sistemi di Gestione dell’Energia – Requisiti e linee guida per l’uso” attraverso una breve introduzione su quelli che sono i requisiti e gli obiettivi descritti nella norma. Nella seconda parte viene descritta l’implementazione pratica di un SGE presso un’Azienda Socia di CEE, partendo dalla raccolta sia dei dati di consumo a livello globale (LIVELLO A) che a livello di Edificio (LIVELLO B), sia dall'individuazione dei principali Energy Drivers (parametri) che veicolano i consumi. Attraverso questi dati è stato creato un Modello di calcolo per la definizione dei consumi di Riferimento (Energy Baseline); tale Baseline traccia i dati di prestazione energetica da cui si parte per andare a costruire per l’azienda i principali Indicatori Energetici (EnPI, Energy Performance Indicators). Il modello energetico così costruito è stato quindi tarato sui consumi energetici misurati al fine di fornire all'Azienda un algoritmo di stima dei propri consumi energetici futuri, sia mensili che annuali. Il processo di taratura ha dimostrato come il modello energetico dell’azienda che è stato costruito in questa Tesi sia da ritenersi uno strumento affidabile per la previsione dei consumi energetici futuri ipotizzando un certo livello di produzione industriale nel corso dell’anno oggetto di simulazione.
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Il lavoro svolto in questa tesi vuole proporsi come un’analisi critica ed economica di ciò che il Building Information Modeling (BIM) rappresenta. La tesi si articola in una prima introduzione sul panorama attuale, identificando il problema che costituisce la sfida ingegneristica: l’ottimizzazione dei processi tecnici e realizzativi dell’industria delle costruzioni, migliorandone l’interoperabilità. Di seguito, dopo un’attenta valutazione della letteratura disponibile, si desumeranno quanti più dati validi per dare compiutezza alle analisi che verranno svolte dopo, in merito agli aspetti tecnici, pratici, e ai risvolti economici annessi. Si è scelto come oggetto di studio un esperimento di collaborazione con l’Università di Ferrara. Per dimostrare le potenzialità del BIM, si è voluto riproporre in ambito accademico un’anteprima della realtà professionale, affinché la simulazione possa essere quanto più fedele alle problematiche discusse. Il lavoro svolto ha previsto la creazione del modello architettonico e strutturale del Co-Housing San Rocco, un complesso di edifici di nuova realizzazione proposto nella tesi di Bulletti. Il compito di ogni tesista è ben definito: Bulletti Simone, studente di Architettura dell’Università di Ferrara, ha trattato gli aspetti architettonici del progetto. L’autore della presente tesi ha invece sviluppato il modello strutturale, svolgendo in seguito un’analisi dei vantaggi economici e gestionali che questa metodologia ha offerto.
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Nel presente lavoro di tesi è stato studiato il comportamento all’impatto di laminati compositi di varia natura, valutando il danneggiamento ad impatti a bassa velocità. Il comportamento dei diversi campioni è stato osservato prendendo come riferimento un laminato in fibra di carbonio e resina epossidica. Al fine di studiare e migliorare la risposta dei materiali a questo tipo di sollecitazioni sono stati utilizzati diversi approcci: introduzione di strati eterogenei di natura differente e uso di tessuti ibridi (fibre di carbonio e fibre polimeriche). I campioni sono stati quindi sottoposti ad impatti a diversa energia, con lo scopo di valutare l’energia assorbita e la loro deformazione. I provini danneggiati sono stati quindi sottoposti ad analisi di caratterizzazione microscopica, termica e meccanica.
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L'evoluzione dei motori ad accensione comandata, a fronte di una richiesta di mini- mizzazione delle emissioni di CO2 e la necessità di mantenere un target di potenza e guidabilità unitamente a consumi sempre inferiori, ha portato allo sviluppo di motori più piccoli a maggiore densità di potenza. Con l'introduzione dei motori downsized, le ridotte dimensioni della camera di combustione in congiunzione alla soluzione dell'iniezione diretta, hanno creato le condizioni per le quali un certo quantitativo di combustibile (e/o acqua nel caso della water injection) va ad impattare a parete interagendo con lo strato di olio lubrificante. Vista l'importanza del lubrificante nel cilindro motore e le conseguenze del suo inquinamento o trasporto sul funzionamento dello stesso, si rende necessario uno studio di dettaglio sul fenomeno dell'impatto. Il seguente lavoro di tesi consiste nello sviluppo di un modello monodimensionale per l'analisi numerica dell'interazione tra due uidi mono o multi componenti, che permetta di stimare la variazione di composizione e l'evoluzione delle grandezze ter- modinamiche del sistema binario valutando le sue possibili condizioni al contorno a seconda dell'applicazione. Ad esempio nel caso della camera di un MCI, le condizioni al contorno del sistema binario possono essere rappresentate dagli scambi con uno strato solido (rappresentativo del cilindro) da una parte e con uno strato gassoso (rappresentativo della miscela in formazione in camera) dall'altro.
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Tra la frutta esotica di recente introduzione nel territorio italiano c’è anche la Pitaya, un frutto tropicale originario del Sud America, che oltre ad essere una novità per quello che è il mercato della frutta alternativa, esso è anche un alimento funzionale. Molti studi mettono in luce gli aspetti nutrizionali e farmacologici di tale frutto, attribuibili principalmente alla presenza di composti minori come le sostanze fenoliche, note per la loro bioattività. Per tale motivo, lo scopo di questo lavoro di tesi è stato quello di valutare quali-quantitativamente i composti fenolici presenti in due specie di pitaya (H. undatus e H. megalanthus), analizzate mediante UPLC-ESI-TOF-MS. Nei campioni di pitaya analizzati sono stati identificati tredici composti polari: un acido organico, un derivato amminoacidico e undici derivati fenolici tra cui tre flavonoli glicosilati, due iridoidi di cui uno presenta due isomeri, un acido idrossicinammico aglicone, tre isomeri di un acido idrossicinammico glicosilato e un composto glicosilato scoperto di recente. I risultati ottenuti appaiono soddisfacenti sia dal punto di vista analitico che compositivo. Dal punto di vista analitico sono stati identificati nuovi composti fenolici nella pitaya come caffeoylisocitrate, hydroxyferuloyl hexoside, sinustoside e ligulucidumoside C. Dal punto di vista compositivo è stato possibile ottenere una panoramica di composti polari simili tra i campioni e la bibliografia. La comparazione con altre tipologie di frutta, tropicale e non, ci attesta che il contenuto fenolico della pitaya si posiziona tra i valori intermedi, è importante considerare sempre la variabilità legata alle caratteristiche pedo-climatiche dei frutti presi in esame. Nonostante i buoni risultati ottenuti, è importante sottolineare che questo rappresenta uno screening preliminare della composizione fenolica della pitaya e che seguiranno ricerche più approfondite per migliorare la valutazione quali-quantitativa di tale cromatogramma.
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Introduzione: I neuroni colinergici ricoprono un ruolo importante nella regolazione dei processi flogistici, tale scoperta ha portato la ricerca scientifica ad approfondire questo aspetto, provando che la stimolazione del Nervo Vago può essere utilizzata nel trattamento delle patologie infiammatorie. La respirazione potrebbe essere una tecnica volta a stimolare il Nervo Vago, inducendo cosi spostamenti nell’equilibrio simpatico-vagale verso una predominanza parasimpatica, con i conseguenti riflessi anti-infiammatori. Materiali e metodi: È stata effettuata una prima ricerca in letteratura per identificare studi che provassero la funzione immunologica, anti-infiammatoria, bi-direzionale del Nervo Vago. Attraverso la seconda ricerca è stata analizzata la possibile correlazione tra la pratica di pattern respiratori e la stimolazione del Nervo Vago analizzando i marker tonici vagali. Sono stati visionati i database elettronici PUBMED, CINAHL, COCHRANE e PEDRO. La ricerca è stata effettuata nel periodo che va da marzo 2020 ad ottobre 2020. Risultati: Il Nervo Vago è coinvolto nell’omeostasi dei processi infiammatori attraverso un sistema di controllo bi-direzionale neuroimmunologico. È capace di individuare i processi flogistici silenti nella periferia attraverso le vie afferenti, e mediante la via efferente colinergica anti- infiammatoria li disattiva. In base agli studi analizzati, un pattern respiratorio di circa 6 cicli resp/ min con un rapporto basso tra inspirazione ed espirazione evidenzia un aumento significativo nell’analisi dello spettro dell’ Heart Rate Variability, del baroriflesso e dell’aritmia sinusale respiratoria. Conclusioni: In accordo con i risultati biofisici e neurofisiologici e con le attuali pratiche medico ingegneristiche che utilizzano la stimolazione del Nervo Vago, nel trattamento di diverse patologie, si vuole invogliare la ricerca scientifica ad indagare un possibile utilizzo terapeutico della respirazione.