560 resultados para doppiaggio, riferimenti culturali, globalizzazione, telefilm, americanizzazione
Resumo:
Questo elaborato si propone di analizzare alcune caratteristiche della mediazione linguistico-culturale in Italia applicando una prospettiva di genere a una serie di interviste condotte con sette mediatrici. Dopo aver definito alcuni concetti introdotti dagli studi di genere ed applicabili alla ricerca etnografica, viene inquadrata la mediazione da un punto di vista teorico, trattando della sua nascita ed evoluzione nel nostro paese. Le prospettive di genere caratterizzano l’analisi sia dal punto di vista teorico, poiché la ricerca sul campo è stata condotta in modo situato e attraverso una metodologia femminista e queer, sia dal punto di vista contenutistico, attraverso l’analisi del ruolo giocato dall’identità di genere all’interno del processo di mediazione linguistico-culturale. Oltre a questa caratteristica, nell’elaborato vengono esplorati altri elementi emersi dalle interviste condotte con le mediatrici linguistico-culturali, quali la definizione del ruolo della mediatrice e il suo difficile posizionamento, l’importanza del percorso di migrazione personale per il lavoro di mediazione, il carico psicologico ed emotivo della professione e l’insorgenza del trauma vicario, la mediazione per casi di violenza di genere e di tratta di esseri umani e la mediazione con donne transgender. L’analisi dei dati viene corredata dalla letteratura di riferimento, evidenziando punti di forza e carenze della mediazione linguistico-culturale in Italia.
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L'elaborato intende proporre una narrazione dei cambiamenti concorsi in questi ultimi anni pandemici nel settore eventistico e festivaliero cinematografico, delineandone l’attuale panorama con lo scopo di tracciare le linee guida per il modello-festival del futuro. Si tratta di una indagine volta sia a documentare le scelte fatte dai festival (obbligate o meno che siano), sia a porre delle basi utili ad esaudire quell’urgenza di rinnovare i modi ed i metodi organizzativi di tali eventi, che come altri si sono dovuti adattare ad esigenze particolarmente stringenti, inesorabili e rapide. Il testo propone, quindi, uno studio storico di queste manifestazioni, concentrandosi sulle loro origini e significati, tale da intercettare quelle fondamenta che ancora oggi sono valide ed esistenti, fortemente radicate. Successivamente ci si concentrerà sui metodi di progettazione e management in uso nell'era pre-Covid, per poi passare al vaglio degli accadimenti emergenziali. Da qui si entrerà più nello specifico andando ad indagare le esperienze e le questioni legate alle “Covid-Edition” dei festival. Si esploreranno i rivoluzionamenti subiti ed attuati, individuando le più significative e principali mutazioni che si potrebbero rivelare come quelle evoluzioni indispensabili e vantaggiose per l’organizzazione e il successo degli eventi di oggi e domani. Toccheremo alcune delle più discusse tematiche odierne, approfondendole, valutandone gli effettivi impatti ed evidenziandone i risvolti positivi. Si includerà un confronto di analisi sui risultati delle ricerche di settore “Effetto Festival: festival e consumi culturali ai tempi del Covid-19” e “Piattaforma festival. Indagine sul futuro degli eventi di cinema”, con lo scopo di evidenziare ulteriormente i vantaggi ottenuti nel 2020. Concluderò la trattazione con l’ipotesi della nuova pratica festivaliera, modello e spunto di riflessione su una progettualità applicabile agli eventi festivalieri di oggi e del futuro.
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L’aumento dei flussi migratori in diversi paesi europei e la diffusione della globalizzazione su scala mondiale hanno determinato lo sviluppo di società multilingue e multiculturali tra cui quella italiana, che negli ultimi decenni si è rapidamente trasformata in una società “super-diversa”. Questi cambiamenti sociali hanno determinato una svolta anche nella ricerca in ambito sociolinguistico, che descrive e analizza la flessibilità delle pratiche comunicative determinate dalla mobilità e che ha adottato il termine translanguaging per riferirsi all’uso flessibile e dinamico dell’intero repertorio linguistico di un parlante, che include sia elementi verbali che non verbali. Questo progetto di ricerca si propone di esplorare le pratiche di translanguaging della comunità migrante di Cesena (Italia) e di indagare le percezioni dei parlanti in relazione alle loro pratiche e identità multilingue. Attraverso l’analisi qualitativa di interazioni spontanee tra i parlanti ed interviste semi-strutturate, i risultati dell’analisi da un lato evidenziano la flessibilità delle pratiche comunicative dei parlanti multilingue e la spontaneità con cui queste avvengono nella loro quotidianità, dall’altro mettono in luce la connotazione negativa che i parlanti attribuiscono alle proprie pratiche di translanguaging, rivelando l’influenza dell’ideologia del monolinguismo.
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Non-linear effects are responsible for peculiar phenomena in charged particles dynamics in circular accelerators. Recently, they have been used to propose novel beam manipulations where one can modify the transverse beam distribution in a controlled way, to fulfil the constraints posed by new applications. One example is the resonant beam splitting used at CERN for the Multi-Turn Extraction (MTE), to transfer proton beams from PS to SPS. The theoretical description of these effects relies on the formulation of the particle's dynamics in terms of Hamiltonian systems and symplectic maps, and on the theory of adiabatic invariance and resonant separatrix crossing. Close to resonance, new stable regions and new separatrices appear in the phase space. As non-linear effects do not preserve the Courant-Snyder invariant, it is possible for a particle to cross a separatrix, changing the value of its adiabatic invariant. This process opens the path to new beam manipulations. This thesis deals with various possible effects that can be used to shape the transverse beam dynamics, using 2D and 4D models of particles' motion. We show the possibility of splitting a beam using a resonant external exciter, or combining its action with MTE-like tune modulation close to resonance. Non-linear effects can also be used to cool a beam acting on its transverse beam distribution. We discuss the case of an annular beam distribution, showing that emittance can be reduced modulating amplitude and frequency of a resonant oscillating dipole. We then consider 4D models where, close to resonance, motion in the two transverse planes is coupled. This is exploited to operate on the transverse emittances with a 2D resonance crossing. Depending on the resonance, the result is an emittance exchange between the two planes, or an emittance sharing. These phenomena are described and understood in terms of adiabatic invariance theory.
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La buona riuscita delle analisi archeozoologiche e antropologiche è molto condizionata dallo stato di conservazione in cui si trova il reperto da analizzare. Soprattutto nei siti paleolitici, l’alto tasso di frammentazione dei resti può ostacolare l’ottenimento delle informazioni, compromettendo la comprensione del contesto preso in esame. Il presente studio ha avuto come scopo quello di sperimentare e proporre un protocollo metodologico che supportasse l’approccio morfologico tradizionale combinandolo con quello proteomico. Diverse sono le problematiche affrontate: la penuria di informazioni tassonomiche ricavabili da contesti paleolitici con ossa particolarmente frammentate, l’impossibilità di ottenere dati sulla stima del sesso in individui non adulti e la limitata attendibilità nell’ottenimento della determinazione del sesso negli individui privi dei distretti scheletrici sessualmente dimorfici. Nel primo caso, lo studio morfologico di resti provenienti da contesti di transizione tra Paleolitico medio e superiore è stato combinato alla ZooMS (Zooarchaeology by mass spectrometry) una tecnica di peptide mass fingerprinting che permette di identificare la specie di un frammento osseo tramite l’analisi della proteina più abbondante all’interno delle ossa, il collagene I. L’analisi dell’amelogenina, una proteina contenuta all’interno dello smalto dentale, è stata proposta come metodo alternativo per la stima del sesso, applicata a diversi casi studio per avvalorare la sua affidabilità. Il metodo qui proposto ha permesso di rendere informativi dei frammenti ossei e dentari indeterminati che normalmente non avrebbero contribuito, se non marginalmente, alle analisi archeozoologiche e antropologiche.
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The mesophotic zone is frequently defined as ranging between 30-40 and 150 m depth. However, these borders are necessarily imprecise due to variations in the penetration of light along the water column related to local factors. Moreover, density of data on mesophotic ecosystems vary along geographical distance, with temperate latitudes largely less explored than tropical situations. This is the case of the Mediterranean Sea, where information on mesophotic ecosystems is largely lower with respect to tropical situations. The lack of a clear definition of the borders of the mesophotic zone may represent a problem when information must be transferred to the policy that requires a coherent spatial definition to plan proper management and conservation measures. The present thesis aims at providing information on the spatial definition of the mesophotic zone in the Mediterranean Sea, its biodiversity and distribution of its ecosystems. The first chapter analyzes information on mesophotic ecosystems in the Mediterranean Sea to identify gaps in the literature and map the mesophotic zone in the Mediterranean Sea using light penetration estimated from satellite data. In the second chapter, different visual techniques to study mesophotic ecosystems are compared to identify the best analytical method to estimate diversity and habitat extension. In the third chapter, a set of Remotely Operated vehicles (ROV) surveys performed on mesophotic assemblages in the Mediterranean Sea are analyzed to describe their taxonomic and functional diversity and environmental factors influencing their structure. A Habitat Suitability Model is run in the fourth chapter to map the distribution of areas suitable for the presence of deep-water oyster reefs in the Adriatic-Ionian area. The fifth chapter explores the mesophotic zone in the northern Gulf of Mexico providing its spatial and vertical extension of the mesophotic zone and information on the diversity associated with mesophotic ecosystems.
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Il lavoro è volto all’approfondimento, anche in chiave comparatistica, della vigente normativa riguardante la tutela e la valorizzazione dei beni archeologici. Nell’ambito della disciplina predisposta nell’ordinamento italiano si sono prese le mosse dal regime delle scoperte e dei ritrovamenti, per passare successivamente all’approfondimento della tutela approntata nella legislazione nazionale anche con riferimento alle limitazioni alla libera disponibilità e circolazione. Una particolare attenzione è stata dedicata alla tutela del territorio in cui i beni archeologici sono inseriti e quindi alla tutela indiretta, ai vincoli ope legis e alla pianificazione paesaggistica, mentre una specifica trattazione ha riguardato il regime dell’archeologia preventiva e la valorizzazione e fruizione di aree e parchi archeologici nel reciproco interfacciarsi delle legislazioni regionali e delle linee guida emanate con il d.m. MiBAC 18 aprile 2012. Un’indagine articolata ha avuto per oggetto la tutela del patrimonio archeologico subacqueo e in particolare la Convenzione dell’UNESCO adottata a Parigi nel 2001, nonché la tutela sovranazionale dei beni culturali, con riferimento alla disciplina dell’Unione europea e a quella della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico del 16 gennaio 1992 e della Convenzione UNIDROIT del 24 giugno 1995 sui beni culturali rubati o esportati illegalmente. Hanno infine fatto seguito due specifiche indagini sulla tutela del patrimonio archeologico in Spagna e in Francia. Quanto alla prima si è esaminato l’attuale quadro costituzionale in cui si inserisce la tutela del patrimonio culturale con particolare attenzione alle disposizioni della Ley 16/1985 del 25 giugno 1985 e alla legislazione delle Comunidades autónomas. Per quanto riguarda la seconda una particolare attenzione è stata dedicata alla Legge 27 settembre 1941 che ha introdotto in Francia la prima disciplina organica relativa agli scavi e ai ritrovamenti archeologici. Nel quadro normativo vigente un’analisi particolareggiata è stata dedicata al Code du Patrimoine, il cui quinto libro è interamente dedicato all’archeologia.
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Sawfishes (Chondrichthyes, Pristidae) are considered one of the most endangered families among elasmobranchs. Extensive efforts are required worldwide to gather solid information on historical and recent changes in the composition/range of species. In this study, we have implemented an integrative approach to characterize the species diversity and the abundance of historical rostra of sawfishes from museums and private collections of the Mediterranean area. The identification at the species level of 172 dried rostra was carried out through the integration of both traditional and geometric morphometric techniques with molecular tools, allowing the assessment of a robust methodical approach to discriminate species. In addition, we analysed 35 rostral teeth to clarify the past distribution of sawfish species considering the isotopic composition of oxygen and carbon. The morphometric, molecular, and geographical characterization of samples was accompanied by the preliminary evaluation of growth structures and the inspection of the strontium isotope composition in two teeth to unravel movement patterns of individuals across different salinities of water. Results were integrated with currently available data from public repositories and showed that the historical specimens belonged to four nominal species: Pristis zijsron (81), Anoxypristis cuspidata (39), P. pristis (30), and P. pectinata (22). An identification error of 5.41% emerged in the morphological distinction of rostra between juvenile individuals of P. pectinata and P. zijsron. The new approach of carbon and oxygen isotopes, implemented for the first time in these taxa, permitted the identification of the high-probability habitat preferences of these benthopelagic elasmobranchs in about 50% of the analysed specimens. Using this multidisciplinary approach, we successfully assigned the numerous museum rostra with lacking data to a given species and identified their candidate geographical origin, retrieving novel information and data for understanding the species distribution and ecology of past, sometimes locally/regionally extinct sawfish faunas.
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Lo sviluppo della tesi intende analizzare tre tematiche che si ritengono essere cruciali nel ruolo che il diritto penale può avere per tutelare l’ambiente: in primo luogo la focalizzazione delle responsabilità in materia ambientale, tanto della persona fisica quanto della persona giuridica/ente in cui è maturata la violazione, sia essa meramente contravvenzionale, quanto delittuosa, di pericolo o di danno. In secondo luogo la prevenzione: strutturare sistemi organizzati per cogliere allerte e strutturare metodi organizzati di gestione del rischio-reato è la risposta cui l’ordinamento tende per anticipare la commissione di fattispecie dotate di potenzialità dannose a diffusività esponenziale, anche per il tramite di ipotesi di reati presupposto “sentinella”, idonei a far eventualmente scattare strumenti di prevenzione di reati più gravi, cui le stesse sono, nella prassi, prodromiche. Da ultimo, la riparazione: l’analisi delle tendenze legislative e, conseguentemente, dottrinali e giurisprudenziali di spazi per percorsi condivisi di riparazione del danno cagionato all’ambiente da parte tanto di persone fisiche quanto (e soprattutto, nell’intendimento del presente lavoro) da parte degli enti, strutture collettive che, ove organizzate, costituiscono le prime realtà a presidio tanto della prevenzione, quanto della riparazione dell’eventuale danno cagionato all’ambiente e spesso verificatosi nell’ambito della propria attività produttiva, ove lo scopo della massimizzazione del profitto deve necessariamente fare i conti, al giorno d’oggi, con la sostenibilità ambientale.
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Cultural heritage is constituted by complex and heterogenous materials, such as paintings but also ancient remains. However, all ancient materials are exposed to external environment and their interaction produces different changes due to chemical, physical and biological phenomena. The organic fraction, especially the proteinaceous one, has a crucial role in all these materials: in archaeology proteins reveal human habits, in artworks they disclose technics and help for a correct restoration. For these reasons the development of methods that allow the preservation of the sample as much as possible and a deeper knowledge of the deterioration processes is fundamental. The research activities presented in this PhD thesis have been focused on the development of new immunochemical and spectroscopic approaches in order to detect and identify organic substances in artistic and archaeological samples. Organic components could be present in different cultural heritage materials as constituent element (e.g., binders in paintings, collagen in bones) and their knowledge is fundamental for a complete understanding of past life, degradation processes and appropriate restauration approaches. The combination of immunological approach with a chemiluminescence detection and Laser Ablation-Inductively Coupled Plasma-Mass Spectrometry allowed a sensitive and selective localization of collagen and elements in ancient bones and teeth. Near-infrared spectrometer and hyper spectral imaging have been applied in combination with chemometric data analysis as non-destructive methods for bones prescreening for the localization of collagen. Moreover, an investigation of amino acids in enamel has been proposed, in order to clarify teeth biomolecules survival overtime through the optimization and application of High-Performance Liquid Chromatography on modern and ancient enamel powder. New portable biosensors were developed for ovalbumin identification in paintings, thanks to the combination between biocompatible Gellan gel and electro-immunochemical sensors, to extract and identify painting binders with the contact only between gel and painting and between gel and electrodes.
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This thesis is the result of the RICORDACI project, a three-year European-funded initiative involving the collaboration between the University of Bologna and the restoration laboratory of the Cineteca di Bologna, L'immagine Ritrovata, which aimed to develop innovative solutions and technologies for the preservation of cinematographic film heritage. In particular, this thesis presents new analytical methodologies to exploit two types of portable miniaturized Near Infrared spectrometers working in Diffuse Reflectance over the Short Wave Infrared (SWIR) range, to study the near infrared (NIR) spectral behavior of film base materials for an accurate, non-invasive and fast characterization of the polymer type; and for films with cellulose acetate supports, they can be employed as a diagnostic tool for monitoring the Degree of substitution (DS) affected by the loss of acetyl groups. The proposed methods offer non-invasive, fast, inexpensive and simple alternatives for the characterization and diagnosis of film bases to help the strategic planning and decision-making regarding storage, digitalization and intervention of film collections. Secondly, the thesis includes the evaluation of new green cleaning systems and solvents for the effective, fast and innocuous removal of undesired substances from degraded cinematographic films bases; these tests compared the efficiency of traditional systems and solvents against the new proposals. Firstly, the use of Deep Eutectic Solvent formulations for removing softened gelatin residues from cellulose nitrate bases; and secondly, the employment of green volatile solvents with different application methods, including the use of new electrospun nylon mats, for avoiding the dangerous use of friction for the removal of Triphenyl Phosphate blooms from the surface of cellulose acetate bases. The results obtained will help improving the efficiency of the interventions needed before the digitalization of historical cinematographic films and will pave the way for further investigation on the use of green solvents for cleaning polymeric heritage objects.
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Il presente lavoro di ricerca propone una revisione del corpus greco dei manoscritti alchemici conservati presso le biblioteche italiane attraverso la realizzazione di un nuovo catalogo, aggiornato ed elaborato secondo le recenti norme di catalogazione. Tale progetto risponde alla necessità di un completo riesame dell’attuale catalogo dei codici alchemici italiani curato da Carlo Oreste Zuretti e pubblicato a Bruxelles nel 1927 (Catalogue des manuscrits alchimiques grecs, II). L’inadeguatezza e insufficienza di tale sussidio emerge soprattutto nella descrizione dei singoli esemplari, specie per quanto riguarda gli aspetti codicologici e paleografici. Il nuovo accurato studio che ha coinvolto ciascun manoscritto mira alla realizzazione di un esaustivo strumento di lavoro in grado di coniugare gli aspetti materiali, scrittori, testuali e storico-culturali degli esemplari esaminati. Le nuove acquisizioni emerse dallo studio dei codici consentono di delineare meglio la storia della circolazione dei testi alchemici greci e dei loro lettori.
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La tesi consiste nella descrizione del complessivo background storico-letterario, archeologico e digitale necessario per la realizzazione di un Atlante digitale dell’antica Grecia antica sulla base della raccolta e analisi dei dati e delle informazioni contenute nella Periegesi di Pausania. Grazie all’impiego degli applicativi GIS, ed in particolare di ArcGIS online, è stato possibile creare un database georiferito contenente le informazioni e le descrizioni fornite dal testo; ogni identificazione di un sito storico è stata inoltre confrontata con lo stato attuale della ricerca archeologica, al fine di produrre uno strumento innovativo tanto per a ricerca storico-archeologica quanto per lo studio e la valutazione dell’opera di Pausania. Nello specifico il lavoro consiste in primo esempio di atlante digitale interamente basato sull’interpretazione di un testo classico attraverso un processo di georeferenziazione dei suoi contenuti. Per ogni sito identificato è stata infatti specificato il relativo passo di Pausania, collegando direttamente Il dato archeologico con la fonte letteraria. Per la definizione di una tassonomia efficace per l’analisi dei contenuti dell’opera o, si è scelto di associare agli elementi descritti da Pausania sette livelli (layers) all’interno della mappa corrispondenti ad altrettante categorie generali (città, santuari extraurbani, monumenti, boschi sacri, località, corsi d’acqua, e monti). Per ciascun elemento sono state poi inserite ulteriori informazioni all’interno di una tabella descrittiva, quali: fonte, identificazione, età di appartenenza, e stato dell’identificazione.
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Fondato nel 1423 per decisione del Maggior Consiglio di Venezia, il Lazzaretto Vecchio, è la prima struttura permanente in Europa destinata al ricovero degli ammalati di peste e alla quarantena preventiva di coloro che erano entrati in contatto con infetti o che provenivano da zone epidemiche. Questo studio si pone come obiettivo quello di analizzare antropologicamente una parte dei resti umani rinvenuti e comparare i risultati ottenuti con le fonti edite riguardanti la composizione dei ricoverati all’interno della struttura. Sono stati selezionati 110 individui provenienti da 9 comuni appartenenti a due diversi archi cronologici, il 1575-1577 e il 1630-1631. Gli individui sono stati sottoposti a diverse analisi antropologiche tradizionali e indagini più dettagliate di stampo biomolecolare. Parallelamente, è stata vagliata la letteratura prodotta da studi popolazionistici editi. Le analisi antropologiche hanno rivelato un quadro popolazionistico con normale presenza di maschi e femmine, e attestazione di tutte le classi di età, dagli 0 agli oltre 50 anni. Le analisi chimico-fisiche hanno rivelato la presenza di sette individui non locali. Con riguardo all’alimentazione non vi sono particolari differenze in termini di periodi cronologici o di sesso degli individui, quanto invece si possono individuare schemi relativi alla qualità del cibo ingerito in relazione all’inserimento nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda le indagini di carattere documentale, nonostante alcuni degli studi popolazionistici individuati non siano considerabili recenti, ci forniscono un quadro dell’andamento della popolazione a Venezia a partire dal 1500 fino al 1700, coprendo in questo modo le cronologie d’interesse del progetto, legate agli episodi di maggiore mortalità della peste. Si riscontra una sostanziale coerenza tra i dati riportati nei diversi resoconti e la sex ratio e le fasce di età alla morte riscontrate, anche se non mancano casi specifici di forte discostamento tra i dati.
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Hypoxia is one of the most important and faster spreading threats to marine life and its occurrence has significantly increased in the last century. The effects of hypoxia on marine organisms and communities has mostly been studied in light of the intensity of the disturbance but not a lot of attention has been given to its interaction with other stressors and the timing of its appearance. In this thesis I started to explore these topics through laboratory and manipulative field experiments. I studied the interactive effects of thermal stress and hypoxia on a European native bivalve species (Cerastoderma edule; Linnaeus, 1758 ) and a non native one (Ruditapes philippinarum; Adams & Reeve, 1850) through a laboratory experiment performed in the Netherlands. The non native species displayed a greater tolerance to oxygen depletion than the native one. The first field experiment was performed in an Italian brackish coastal lagoon (Pialassa Baiona) and tested the effects of different timing regimes of hypoxia on the benthic community. It emerged that the main factor affecting the community is the duration of the hypoxia. The ability of the communities to recover after repeated hypoxic periods was explored in the second manipulative field experiment. We imposed three different timing regimes of hypoxia on sediment patches in Pialassa Baiona and we monitored the changes of both the benthic and the microbial communities after the disturbances. The preliminary analyses of the data from this last work suggest that the experimental manipulations caused limited detrimental effects on the communities. Overall this thesis work suggests that the duration of hypoxic events, their repetitive nature and the associated thermal stress are key factors in determining their effects on the communities and that management measures should point towards a reduction of the duration of the single hypoxic periods more than their frequency.