904 resultados para Soft-tissue profile
Resumo:
Rhabdomyosarcoma is the most common soft tissue sarcoma of childhood. The aim of this study was to identify molecular events involved in rhabdomyosarcoma onset for the development of new therapeutic approaches against specific molecular targets. BALB-p53neu mice develop pelvic rhabdomyosarcoma and combines the activation of HER-2/neu oncogene with the inactivation of an allele of p53 oncosuppressor gene. Gene expression profiling led to the identification of genes potentially involved in rhabdomyosarcoma genesis and therefore of candidate targets. The pattern of expression of p53, HER-2/neu, CDKN2A/p19ARF and IGF-2 suggested that these alterations might be involved in gender-, site- and strain-specific development of rhabdomyosarcoma. Other genes such as CDKN1A/p21 might be involved. The role of IGF-2, CDKN2A/p19ARF and CDKN1A/p21 in tumor growth was investigated with siRNA in murine rhabdomyosarcoma cells. Silencing of p19ARF and p21 induced inhibition of growth and of migration ability, indicating a possible pro-tumor and pro-metastatic role in rhabdomyosarcoma in absence of p53. In addition the autocrine IGF-2/IGF-1R loop found in early phases of cancer progression strengthens its key role in sustaining rhabdomyosarcoma growth. As rhabdomyosarcoma displays defective myogenic differentiation, a therapeutic approach aimed at enhancing myogenic differentiation of rhabdomyosarcoma cells. Forced expression of myogenin was able to restore myogenic differentiation, significantly reduced cell motility and impaired tumor growth and metastatic spread. IL-4 treatment increased rhabdomyosarcoma cell growth, decreased myogenin expression and promoted migration of cells lacking myogenin. Another approach was based on small kinase inhibitors. Agents specifically targeting members of the HER family (Lapatinib), of the IGF system (NVP-AEW541) or downstream signal transducers (NVP-BEZ235) were investigated in vitro in human rhabdomyosarcoma cell lines as therapeutic anti-tumor and anti-metastatic tools. The major effects were obtained with NVP-BEZ235 treatment that was able to strongly inhibit cell growth in vitro and showed anti-metastatic effects in vivo.
Resumo:
1.Ricostruzione mandibolare La ricostruzione mandibolare è comunemente eseguita utilizzando un lembo libero perone. Il metodo convenzionale (indiretto) di Computer Aided Design e Computer Aided Manifacturing prevede il modellamento manuale preoperatorio di una placca di osteosintesi standard su un modello stereolitografico della mandibola. Un metodo innovativo CAD CAM diretto comprende 3 fasi: 1) pianificazione virtuale 2) computer aided design della dima di taglio mandibolari, della dima di taglio del perone e della placca di osteosintesi e 3) Computer Aided Manufacturing dei 3 dispositivi chirurgici personalizzati. 7 ricostruzioni mandibolari sono state effettuate con il metodo diretto. I risultati raggiunti e le modalità di pianificazione sono descritte e discusse. La progettazione assistita da computer e la tecnica di fabbricazione assistita da computer facilita un'accurata ricostruzione mandibolare ed apporta un miglioramento statisticamente significativo rispetto al metodo convenzionale. 2. Cavità orale e orofaringe Un metodo ricostruttivo standard per la cavità orale e l'orofaringe viene descritto. 163 pazienti affetti da cancro della cavità orale e dell'orofaringe, sono stati trattati dal 1992 al 2012 eseguendo un totale di 175 lembi liberi. La strategia chirurgica è descritta in termini di scelta del lembo, modellamento ed insetting. I modelli bidimensionali sono utilizzati per pianificare una ricostruzione tridimensionale con il miglior risultato funzionale ed estetico. I modelli, la scelta del lembo e l' insetting sono descritti per ogni regione. Complicazioni e risultati funzionali sono stati valutati sistematicamente. I risultati hanno mostrato un buon recupero funzionale con le tecniche ricostruttive descritte. Viene proposto un algoritmo ricostruttivo basato su template standard.
Resumo:
Questa tesi valuta l’efficacia della tecnica delle griglie in titanio con osso particolato nella ricostruzione dei difetti alveolari tridimensionali ai fini della riabilitazione dentale implanto-protesica. Il primo studio ha considerato la metodica in termini di complicanze post-operatorie e di risultati implanto-protesici. Sono stati considerati 24 pazienti con difetti tridimensionali trattati con l’applicazione di 34 griglie di titanio e osso particolato e riabilitati protesicamente dopo circa 8-9 mesi. 4 su 34 griglie sono state rimosse prima dell’inserimento implantare (11.76% di fallimento totale); 20 su 34 griglie si sono esposte per deiscenza dei tessuti molli (58.82% di complicanze): 4 (11.77%) prima e 16 (47.05%) dopo le prime 4-6 settimane dall’intervento; in nessun caso il piano di trattamento implanto-protesico ha subito variazioni. Dopo un follow-up medio di 20 (3-48) mesi dal carico protesico, nessuno degli 88 impianti ha perso la propria osteo-integrazione (100% di sopravvivenza implantare), con un valore complessivo di successo implantare di 82.9%. Il secondo studio ha calcolato in termini volumetrici la ricostruzione ossea ottenuta con griglie e la sua corre-lazione con l’estensione dell’esposizione e la tempistica del suo verificarsi. Sono stati valutati 12 pazienti con 15 difetti alveolari. Per ciascun sito sono state studiate le immagini TC con un software dedicato per misurare i volumi in tre dimensioni: il volume di osso non formatosi rispetto a quanto pianificato, lacking bone volume (LBV), è stato calcolato sottraendo il volume di osso ricostruito, reconstructed bone volume (RBV) in fase di ri-entro chirurgico dal volume di osso pianificato pre-operativamente, planned bone volume (PBV). LBV è risultato direttamente proporzionale all’area di esposizione della griglia, con un valore del 16.3% di LBV per ogni cm2 di griglia esposta. Si sono evidenziate, inoltre, correlazioni positive tra LBV , la tempistica precoce di esposizione e il valore di PBV.
Resumo:
Nella presente tesi indaghiamo la potenzialità di LCM e Reverse Phase Protein microarray negli studi clinici. Si analizza la possibilità di creare una bio banca con line cellular primarie, al fine di conseguire drug test di sensibilità prima di decidere il trattamento da somministrare ai singoli pazienti. Sono stati ottenuti profili proteomici da biopsie pre e post terapia. I risultati dimostrano che questa piattaforma mostra il meccanismo di resistenza acquisito durante la terapia biologica. Questo ci ha portato ad analizzare una possibile stratificazione per pazienti con mCRC . I dati hanno rivelato distinti pathway di attivazione tra metastasi resecabile e non resecabili. I risultati mostrano inoltre due potenziali bersagli farmacologici. Ma la valutazione dell'intero tumore tramite singole biopsie sembra essere un problema a causa dell’eterogeneità intratumorale a livello genomico. Abbiamo indagato questo problema a livello dell'architettura del segnale in campioni di mCRC e ccRCC . I risultati indicano una somiglianza complessiva nei profili proteomici all'interno dello stesso tumore. Considerando che una singola biopsia è rappresentativa di un intera lesione , abbiamo studiato la possibilità di creare linee di cellule primarie, per valutare il profilo molecolare di ogni paziente. Fino ad oggi non c'era un protocollo per creare linee cellulari immortalizzate senza alcuna variazione genetica . abbiamo cosiderato, però, l'approccio innovativo delle CRCs. Ad oggi , non è ancora chiaro se tali cellule mimino il profilo dei tessuti oppure I passaggi in vitro modifichino i loro pathways . Sulla base di un modello di topo , i nostri dati mostrano un profilo di proteomica simile tra le linee di cellule e tessuti di topo LCM. In conclusione, i nostri dati dimostrano l'utilità della piattaforma LCM / RPPA nella sperimentazione clinica e la possibilità di creare una bio - banca di linee cellulari primarie, per migliorare la decisione del trattamento.
Resumo:
Background: sebbene la letteratura recente abbia suggerito che l’utilizzo degli impianti corti possa rappresentare una alternative preferibile alle procedure di rigenerazione ossea nelle aree posteriori atrofiche, perché è un trattamento più semplice e con meno complicazioni, esistono solo pochi studi a medio e lungo termine che abbiano comparato queste tecniche. Scopo: lo scopo di questo studio retrospettivo è quello di valutare se gli impianti corti (6-8 mm) (gruppo impianti corti) possano presentare percentuali di sopravvivenza e valori di riassorbimento osseo marginali simili a impianti di dimensioni standard (≥11 mm) inseriti contemporaneamente ad una grande rialzo di seno mascellare. Materiali e Metodi: in totale, 101 pazienti sono stati inclusi: 48 nel gruppo impianti corti e 53 nel gruppo seno. In ciascun paziente da 1 a 3 impianti sono stati inseriti e tenuti sommersi per 4-6 mesi. I parametri clinici e radiografici valutati sono: i fallimenti implantari, le complicazioni, lo stato dei tessuti molli, e il riassorbimento osseo marginale. Tutti i pazienti sono stati seguiti per almeno 3 anni dal posizionamento implantare. Risultati: il periodo di osservazione medio è stato di 43.47 ± 6.1 mesi per il gruppo impianti corti e 47.03 ± 7.46 mesi per il gruppo seno. Due su 101 impianti corti e 6 su 108 impianti standard sono falliti. Al follow-up finale, si è riscontrato un riassorbimento osseo medio di 0.47 ± 0.48 mm nel gruppo impianti corti versus 0.64 ± 0.58 mm nel gruppo seno. Non sono presenti differenze statisticamente significative fra i gruppi in termini di fallimenti implantari, complicazioni protesiche, tessuti molli, e riassorbimento osseo. Il gruppo seno ha presentato, invece, un maggior numero di complicazioni chirurgiche. Conclusioni: entrambe le tecniche hanno dimostrato un simile tasso di successo clinico e radiografico, ma gli impianti corti hanno ridotto il numero di complicazioni chirurgiche.
Resumo:
Zahnverlust zu Lebzeiten („antemortem tooth loss“, AMTL) kann als Folge von Zahnerkrankungen, Traumata, Zahnextraktionen oder extremer kontinuierlicher Eruption sowie als Begleiterscheinung fortgeschrittener Stadien von Skorbut oder Lepra auftreten. Nach dem Zahnverlust setzt die Wundheilung als Sekundärheilung ein, während der sich die Alveole mit Blut füllt und sich ein Koagulum bildet. Anschließend erfolgt dessen Umwandlung in Knochengewebe und schließlich verstreicht die Alveole derart, dass sie makroskopisch nicht mehr erkannt werden kann. Der Zeitrahmen der knöchernen Konsolidierung des Kieferkammes ist im Detail wenig erforscht. Aufgrund des gehäuften Auftretens von AMTL in menschlichen Populationen, ist die Erarbeitung eines Zeitfensters, mit dessen Hilfe durch makroskopische Beobachtung des Knochens die Zeitspanne seit dem Zahnverlust („time since tooth loss“, TSL) ermittelt werden kann, insbesondere im archäologischen Kontext äußerst wertvoll. Solch ein Zeitschema mit Angaben über die Variabilität der zeitlichen Abläufe bei den Heilungsvorgängen kann nicht nur in der Osteologie, sondern auch in der Forensik, der allgemeinen Zahnheilkunde und der Implantologie nutzbringend angewandt werden. rnrnNach dem Verlust eines Zahnes wird das Zahnfach in der Regel durch ein Koagulum aufgefüllt. Das sich bildende Gewebe wird rasch in noch unreifen Knochen umgewandelt, welcher den Kieferknochen und auch die angrenzenden Zähne stabilisiert. Nach seiner Ausreifung passt sich das Gewebe schließlich dem umgebenden Knochen an. Das Erscheinungsbild des Zahnfaches während dieses Vorgangs durchläuft verschiedene Stadien, welche in der vorliegenden Studie anhand von klinischen Röntgenaufnahmen rezenter Patienten sowie durch Untersuchungen an archäologischen Skelettserien identifiziert wurden. Die Heilungsvorgänge im Zahnfach können in eine prä-ossale Phase (innerhalb einer Woche nach Zahnverlust), eine Verknöcherungsphase (etwa 14 Wochen nach Zahnverlust) und eine ossifizierte bzw. komplett verheilte Phase (mindestens 29 Wochen nach Zahnverlust) eingeteilt werden. Etliche Faktoren – wie etwa die Resorption des Interdentalseptums, der Zustand des Alveolarknochens oder das Individualgeschlecht – können den normalen Heilungsprozess signifikant beschleunigen oder hemmen und so Unterschiede von bis zu 19 Wochen verursachen. Weitere Variablen wirkten sich nicht signifikant auf den zeitlichen Rahmen des Heilungsprozesse aus. Relevante Abhängigkeiten zwischen verschiedenen Variabeln wurden ungeachtet der Alveolenauffüllung ebenfalls getestet. Gruppen von unabhängigen Variabeln wurden im Hinblick auf Auffüllungsgrad und TSL in multivariablen Modellen untersucht. Mit Hilfe dieser Ergebnisse ist eine grobe Einschätzung der Zeitspanne nach einem Zahnverlust in Wochen möglich, wobei die Einbeziehung weiterer Parameter eine höhere Präzision ermöglicht. rnrnObwohl verschiedene dentale Pathologien in dieser Studie berücksichtigt wurden, sollten zukünftige Untersuchungen genauer auf deren potenzielle Einflussnahme auf den alveolaren Heilungsprozess eingehen. Der kausale Zusammenhang einiger Variablen (wie z. B. Anwesenheit von Nachbarzähnen oder zahnmedizinische Behandlungen), welche die Geschwindigkeit der Heilungsrate beeinflussen, wäre von Bedeutung für zukünftige Untersuchungen des oralen Knochengewebes. Klinische Vergleichsstudien an forensischen Serien mit bekannter TSL oder an einer sich am Anfang des Heilungsprozesses befindlichen klinischen Serie könnten eine Bekräftigung dieser Ergebnisse liefern.
Resumo:
Introduction: Open fractures of the leg represent a severe trauma. The combined approach, shared between plastic and orthopaedic surgeons, is considered to be important, although this multidisciplinary treatment is not routinely performed. Aim of this study was to verify whether the orthoplastic treatment is of any advantage over the traditional simply orthopedic treatment, through a multicentric inclusion of these unfrequent injuries into a prospective study. Material and methods: The following trauma centres were involved: Rizzoli Orthopaedic Institute/University of Bologna (leading centre) and Maggiore Hospital (Bologna, Italy), Frenchay Hospital (Bristol, United Kingdom), Jinnah Hospital (Lahore, Pakistan). All patients consecutively hospitalized in the mentioned centres between January 2012 and December 2013 due to tibial open fractures were included in the study and prospectively followed up to December 2014. Demographics and other clinical features were recorded, including the type of treatment (orthopaedic or orthoplastic). The considered outcome measures included duration of hospitalization, time for bone union and soft tissue closure, Enneking score at 3, 6 and 12 months, the incidence of osteomyelitis and other complications. Results: A total of 164 patients were included in the study. Out of them 68% were treated with an orthoplastic approach, whereas 32% received a purely orthopedic treatment. All considered outcome measures showed to be improved by the orthoplastic approach, compared to the orthopaedic one: time for soft tissue closure (2 versus 25 weeks), duration of hospital stay (22 versus 55 days), time for bone union (6 versus 8.5 months) , number of additional operations (0.6 versus 1.2) and functional recovery of the limb at 12 months (27 versus 19, Enneking’s score). All results were statistically significant. Conclusion: The combined orthoplastic approach to the treatment of open tibia fractures, in particular for high grade injuries (Gustilo 3B), is proven to improve the outcome of these severe injuries.
Resumo:
I sarcomi dei tessuti molli sono un gruppo eterogeneo di tumori maligni di origine mesenchimale che si sviluppa nel tessuto connettivo. Il controllo locale mediante escissione chirurgica con margini ampi associato alla radioterapia e chemioterapia è il trattamento di scelta. Negli ultimi anni le nuove scoperte in campo biologico e clinico hanno sottolineato che i diversi istotipi posso essere considerati come entità distinte con differente sensibilità alla chemioterapia pertanto questa deve essere somministrata come trattamento specifico basato sull’istologia. Tra Ottobre 2011 e Settembre 2014 sono stati inclusi nel protocollo di studio 49 pazienti con sarcomi dei tessuti molli di età media alla diagnosi 48 anni (range: 20 - 68 anni). I tumori primitivi più frequenti sono: liposarcoma mixoide, sarcoma pleomorfo indifferenziato, sarcoma sinoviale. Le sedi di insorgenza del tumore erano più frequentemente la coscia, il braccio e la gamba. 35 pazienti sono stati arruolati nel Braccio A e trattati con chemioterapia standard con epirubicina+ifosfamide, 14 sono stati arruolati nel Braccio B e trattati con chemioterapia basata sull’istotipo. I dati emersi da questo studio suggeriscono che le recidive locali sembrano essere correlate favorevolmente alla radioterapia ed ai margini chirurgici adeguati mentre la chemioterapia non sembra avere un ruolo sul controllo locale della malattia. Anche se l'uso di terapie mirate, che hanno profili di tossicità più favorevoli e sono quindi meglio tollerate rispetto ai farmaci citotossici è promettente, tali farmaci hanno prodotto finora risultati limitati. Apparentemente l’insieme delle terapie mirate non sembra funzionare meglio delle terapie standard, tuttavia esse devono essere esaminate per singolo istotipo e confrontate con il braccio di controllo. Sono necessari studi randomizzati controllati su ampie casistiche per valutare l’efficacia delle terapie mirate sui differenti istotipi di sarcomi dei tessuti molli. Inoltre, nuovi farmaci, nuove combinazioni e nuovi schemi posologici dovranno essere esaminati per ottimizzare la terapia.
Resumo:
Questo studio prospettico valuta l’efficacia e i vantaggi del sistema LigasureTM rispetto alle tecniche chirurgiche tradizionali, in quattro differenti procedure eseguite su 77 cani. I soggetti sono stati suddivisi in 4 gruppi, a seconda della chirurgia eseguita: Gruppo 1, 25 pazienti sottoposti a Splenectomia “aperta” semplice; Gruppo 2, 15 pazienti sottoposti a Splenectomia “aperta” complessa; Gruppo 3, 22 pazienti sottoposti ad Ovariectomia “aperta”. Gruppo 4: 18 pazienti sottoposti a Linfoadenectomia. Ciascun gruppo è stato a sua volta suddiviso in due sottogruppi: a (LigasureTM) e b (Tradizionale), a seconda della metodica utilizzata. Sono stati analizzati: il segnalamento, i parametri ematologici, le condizioni cliniche, le informazioni riguardanti l’intervento chirurgico e l’outcome. In tutti i gruppi il ricorso all’utilizzo di garze nonché dei fili da sutura sono risultati statisticamente inferiori nei pazienti operati con il sistema a radiofrequenza (Gruppo 1, P < 0.0001; Gruppo 2, P < 0,0014; Gruppo 3, P = 0,0001; Gruppo 4, P = 0,0148). Anche i tempi per la rimozione dell’organo sono significativamente ridotti in tutti i gruppi in cui è stato utilizzato il sistema LigasureTM (Gruppo 1 P < 0.0001; Gruppo 2 P < 0,0014; Gruppo 3 P = 0,0009; Gruppo 4 P = 0,0008), come i tempi chirurgici nei gruppi 1, 2 e 3 (P = 0,0287; P = 0,0064; e P = 0,0124) ed anestesiologici nei gruppi 1a e 2a (P = 0,0176; P = 0,0043). Tra le variabili analizzate, l’utilizzo del sistema di sintesi vascolare a radiofrequenza, è l’unico ad influenzare i tempi necessari per l’esecuzione della procedura. Questo studio dimostra, quindi, come il sistema LigasureTM sia sicuro ed efficace per le procedure chirurgiche esaminate, riducendo i tempi della chirurgia e limitando, quindi, i rischi per il paziente, indipendentemente dall’operatore, dall’esecuzione di altre procedure contemporanee e dalla natura della patologia splenica o linfonodale.
Resumo:
Background: Piezoelectric instrumentation seems to offer 3 important advantages for cutting bone structures. Be more precise because it is produced by micro-vibrations from the cutting insert. Be safer because the ultrasonic frequency used does not affect soft tissue. Thirdly, the less invasive cutting action produces minor tissue damage and consequently probably a better healing Aim of the Study: The aim of this study is to evaluate the effectiveness of piezoelectric device capability in maxillo-facial surgery, in order to take advantage of these favourable capacity. Material and Methods: Considering the several potential application of the piezoelectric technology in Orthognathic, Oncologic and Extractive surgery, we would like to design protocols in order to verify how this new device can modify the surgical technique, the surgical time, the patients healing and its quality of life. Results: Due to the precise Piezosurgery cut, we can manage the Cad-Cam-Custom Made plates protocol in Oncologic Surgery and in Orthognatic Surgery increasing our percentage of comparison between the 3D preoperative plan and the surgical execution. We also found a better quality of life impaction in Patient who underwent and extractive surgery Conclusion: Piezosurgery device seems to be a strong surgical aid were safe and precise cut are needed and its capability to reduce the discomfort Patients need to be study in deep also in major surgery like Orthognatic and Oncologic surgery.
Virtobot--a multi-functional robotic system for 3D surface scanning and automatic post mortem biopsy
Resumo:
The Virtopsy project, a multi-disciplinary project that involves forensic science, diagnostic imaging, computer science, automation technology, telematics and biomechanics, aims to develop new techniques to improve the outcome of forensic investigations. This paper presents a new approach in the field of minimally invasive virtual autopsy for a versatile robotic system that is able to perform three-dimensional (3D) surface scans as well as post mortem image-guided soft tissue biopsies.
Resumo:
BACKGROUND: This study evaluates 3-year success rates of titanium screw-type implants with a chemically modified sandblasted and acid-etched surface (mod SLA), which were functionally loaded after 3 weeks of healing. METHODS: A total of 56 implants, inserted in the posterior mandibles of 39 partially edentulous patients, underwent undisturbed healing for 3 weeks. At day 21, the implants were fully loaded with provisional crowns. Definitive metal ceramic restorations were fabricated after 6 months of healing. Clinical measurements regarding soft tissue parameters and radiographs were obtained at different time points up to 36 months after implant placement. The soft tissue and radiographic parameters for the mod SLA implants after 3 years in function were compared to a historic control group of implants with an SLA surface using an early loading protocol after 6 weeks. RESULTS: None of the implants failed to integrate. However, two implants were considered "spinners" at day 21 and were left unloaded for an extended period. Therefore, 96.4% of the inserted implants were loaded according to the protocol tested. All 56 implants, including the "spinners," showed favorable clinical and radiographic findings at the 3-year follow-up examination. All 56 implants were considered successfully integrated, resulting in a 3-year survival and success rate of 100%. Dental implants with a mod SLA surface demonstrated statistically significant differences for probing depths and clinical attachment level values compared to the historic control group, with the mod SLA surface implants having overall lower probing depths and clinical attachment level scores. CONCLUSION: This prospective study using an early loading protocol demonstrates that titanium implants with the mod SLA surface can achieve and maintain successful tissue integration over a period of 3 years.
Resumo:
Early implant placement is one of the treatment options after tooth extraction. Implant surgery is performed after a healing period of 4 to 8 weeks and combined with a simultaneous contour augmentation using the guided bone regeneration technique to rebuild stable esthetic facial hard- and soft-tissue contours.
Resumo:
PURPOSE: The aim of this two-center study was to evaluate screw-type titanium implants with a chemically modified, sandblasted and acid-etched surface when placed in the posterior maxilla or mandible, and loaded 21 days after placement. MATERIAL AND METHODS: All 56 patients met strict inclusion criteria and provided informed consent. Each patient displayed either a single-tooth gap, an extended edentulous space, or a distal extension situation in the posterior mandible or maxilla. Eighty-nine dental implants (SLActive, Institut Straumann AG, Basel, Switzerland) were inserted according to an established nonsubmerged protocol and underwent undisturbed healing for a period of 21 days. Where appropriate, the implants were loaded after 21 days of healing with provisional restorations in full occlusion. Definitive metal ceramic restorations were fabricated and positioned on each implant after 6 months of healing. Clinical measurements regarding soft tissue parameters and radiographs were obtained at different time points up to 24 months after implant placement. RESULTS: Of the 89 inserted implants, two (2.2%) implants failed to integrate and were removed during healing, and two (2.2%) additional implants required a prolonged healing time. A total of 85 (95.6%) implants were therefore loaded without incident after 21 days of healing. No additional implant was lost throughout the study period, whereas one implant was lost to follow-up and therefore left unaccounted for further analysis. The remaining 86 implants all exhibited favorable radiographic and clinical findings. Based on strict success criteria, these implants were considered successfully integrated 2 years after insertion, resulting in a 2-year success rate of 97.7%. CONCLUSION: The results of this prospective two-center study demonstrate that titanium implants with a modified SLA surface can predictably achieve successful tissue integration when loaded in full occlusion 21 days after placement. Integration could be maintained without incident for at least 2 years of follow-up.
Resumo:
PURPOSE: The aim of the present study was to assess the oral mucosal health status of young male adults (aged 18 to 24 years) in Switzerland and to correlate their clinical findings with self-reported risk factors such as tobacco use and alcohol consumption. MATERIALS AND METHODS: Data on the oral health status of 615 Swiss Army recruits were collected using a standardised self-reported questionnaire, followed by an intraoral examination. Positive clinical findings were classified as (1) common conditions and anatomical variants, (2) reactive lesions, (3) benign tumour lesions and (4) premalignant lesions. The main locations of the oral mucosal findings were recorded on a topographical classification chart. Using correlational statistics, the findings were further associated with the known risk factors such as tobacco use and alcohol consumption. RESULTS: A total of 468 findings were diagnosed in 327 (53.17%) of the 615 subjects. In total, 445 findings (95.09%) were classified as common conditions, anatomical variants and reactive soft-tissue lesions. In the group of reactive soft-tissue lesions, there was a significantly higher percentage of smokers (P < 0.001) and subjects with a combination of smoking and alcohol consumption (P < 0.001). Eight lesions were clinically diagnosed as oral leukoplakias associated with smokeless tobacco. The prevalence of precursor lesions in the population examined was over 1%. CONCLUSIONS: Among young male adults in Switzerland, a significant number of oral mucosal lesions can be identified, which strongly correlate with tobacco use. To improve primary and secondary prevention, young adults should therefore be informed more extensively about the negative effects of tobacco use on oral health.