800 resultados para civil forfeiture, in rem


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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)

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The objective of the present work is the construction of percentual indexes of sustainable development "Status" - PIDSD (%) aiming to order and classify the rural settlements, considering agricultural, socioeconomic and environmental aspects, in order to diagnose their sustainable reality. This way, we considered multivariate statistical procedure to establish analytical descriptors - indexes - like the principal components technique (CP). The CP technique was used in a matrix formed by 47 variables observed in 50 rural settlements, distributed in seven different regions of the state of Mato Grosso, obtained from diagnostics, provided by "Mato-Grossense" Enterprise of Research, Assistance and Rural Extension S/A - EMPAER - MT, in order to obtain the indexes used in the construction of PIDSD (%). The settlements with higher PIDSD (%) were considered "higher potential" or "higher sustainable" in relation to the analyzed variables, making the establishment of assistance strategies and cooperation possible, allowing the government and civil society in general, to improve those with worse results ("lower potential" or "lower sustainable"), and search for ways to strengthen and multiply the results of the "higher potential" settlements. Vale do Seringal settlement had the best conditions in relation to the variables, mainly those of higher weigh and was considered the one with "higher potential". São Sebastião had the worst conditions and was considered "lower potential".

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The Frances Anderson Gilmer Papers consists of electrostatic photocopies of the following: genealogical records; biographical sketches; Records relating to the Sons of the American Revolution (SAR) and Daughters of the American Revolution (DAR); copy of the “The Revolutionary Soldiers of Catholic Presbyterian Church of Chester County, South Carolina" by Mary Wylie Strange; Diary of S. T. Anderson: Confederate Prisoner of War 1864-1865 by Margaret Anderson Harden (1908). Lt. Samuel Thompson of Anderson (1838-1894) was a Confederate soldier during the American Civil War in Co. D 1st South Carolina Cavalry. The genealogical records relate to the following families: Anderson, Wylie. McCalla, McKown, Yeamans, Moore (i.e., Governor James Moore) and Adair.

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Morgan Reeves (1841-1928) was a Confederate Soldier during the American Civil War in Company I of the 13th South Carolina Regiment. He was also an exchanged prisoner at Camp Lee, near Richmond, VA on March 20, 1865. The Morgan Reeves Papers consist of photocopies of company, hospital, receipt rolls, and a morning report of Company I of the 13th South Carolina Regiment of the Confederate Army. The collection is all photocopies.

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Il lavoro di ricerca prende le mosse da una premessa di ordine economico. Il fenomeno delle reti di impresa, infatti, nasce dalla realtà economica dei mercati. In tale contesto non può prescindere dal delineare un quadro della situazione- anche di crisi- congiunturale che ha visto coinvolte specialmente le imprese italiane. In tale prospettiva, si è reso necessario indagare il fenomeno della globalizzazione, con riferimento alle sue origini,caratteristiche e conseguenze. Ci si sofferma poi sulla ricostruzione dogmatica del fenomeno. Si parte dalla ricostruzione dello stesso in termini di contratto plurilaterale- sia esso con comunione di scopo oppure plurilaterale di scambio- per criticare tale impostazione, non del tutto soddisfacente, in quanto ritenuto remissiva di fronte alla attuale vis espansiva del contratto plurilaterale. Più convincente appare lo schema del collegamento contrattuale, che ha il pregio di preservare l’autonomia e l’indipendenza degli imprenditori aderenti, pur inseriti nel contesto di un’operazione economica unitaria, volta a perseguire uno scopo comune, l’“interesse di rete”, considerato meritevole di tutela secondo l’ordinamento giuridico ex art. 1322 2.co. c.c. In effetti il contratto ben si presta a disegnare modelli di rete sia con distribuzione simmetrica del potere decisionale, sia con distribuzione asimmetrica, vale a dire con un elevato livello di gerarchia interna. Non può d’altra parte non ravvisarsi un’affinità con le ipotesi di collegamento contrattuale in fase di produzione, consistente nel delegare ad un terzo parte della produzione, e nella fase distributiva, per cui la distribuzione avviene attraverso reti di contratti. Si affronta la materia della responsabilità della rete, impostando il problema sotto due profili: la responsabilità interna ed esterna. La prima viene risolta sulla base dell’affidamento reciproco maturato da ogni imprenditore. La seconda viene distinta in responsabilità extracontrattuale, ricondotta nella fattispecie all’art. 2050 c.c., e contrattuale.

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Intorno alla metà degli anni trenta la Spagna diventò il centro dell’attenzione del mondo e tutte le grandi potenze internazionali, vecchie e nuove, vennero coinvolte, in misura diversa, nella guerra civile. Già nell’agosto del 1936, un mese dopo l’esplosione del conflitto, tutti gli Stati più rappresentativi caldeggiavano l’ipotesi di una politica comune di “non intervento”. Il ruolo guida in tal senso venne assunto dal governo inglese, capace di dissuadere, in tempi estremamente rapidi, il governo frontista francese di Leon Blum dall’intento di sostenere economicamente e militarmente il legittimo governo repubblicano spagnolo. La preoccupazione che il conflitto potesse degenerare in uno scontro più generale fu quindi la ragione principale per la quale qualche settimana dopo nacque il “Comitato di Non Intervento”, cui aderirono ben ventisette nazioni europee tra cui Francia, Inghilterra, URSS, Italia, Germania e Portogallo. Il mio progetto di ricerca dottorale esamina il ruolo, le scelte ed i relativi dibattiti in merito all’unica grande potenza, gli Stati Uniti d’America, che, pur scegliendo di rimanere neutrale, si astenne dal partecipare al suddetto Comitato. In ambito statunitense particolare rilievo assumono due aspetti del dibattito politico sulla Spagna: il primo maturato in seno all’Amministrazione Roosevelt, il secondo elaborato dalla componente Liberal della coalizione del New Deal attraverso i settimanali, “The Nation” e “The New Republic”. Il confronto pubblico acceso dalla guerra civile spagnola fu infatti l’occasione per la società civile americana per dibattere apertamente e francamente circa l’opportunità e la capacità della nazione di assumere o meno un ruolo internazionale corrispondente al prestigio socio-economico in via di acquisizione a livello mondiale. Approfondire ed esaminare il dibattito sulla guerra civile spagnola negli USA significa dunque andare alla ricerca delle radici culturali di quello che sarà uno dei più vasti ed articolati confronti politici e teorici del ventesimo secolo: l’internazionalismo americano.

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La tesi di Marco Perez intitolata “Luis Arana e i veterani di Euzkeldun Batzokija: la corrente ortodossa del nazionalismo basco”, può essere considerata come la biografia politica di uno dei personaggi più importanti del nazionalismo basco. Il lavoro di ricerca si centra fondamentalmente sull'ispiratore del nazionalismo euskaldun (e cofondatore del Partido Nacionalista Vasco) e della corrente che ne accompagnò e sostenne l'azione politica. Euzkeldun Batzokija fu il nome dato al primo circolo del PNV, fondato da Luis e Sabino Arana nel 1894. Successivamente, gli statuti del circolo e i suoi membri veterani furono presi come modello del nazionalismo primordiale (che si pretendeva definire sull'esempio dell'Ordine gesuita). Sul piano organizzativo la tesi si divide in sette capitoli che ricostruiscono il percorso politico di Luis Arana, dai primi documenti del 1879 fino alle ultime lettere inviate negli anni quaranta. Si tratta di un lungo periodo, che comprende momenti diversi della storia spagnola (dalle guerre carliste alla Guerra Civile spagnola) e del movimento aranista. In questo senso, sulla base di una generale e comparata riflessione sul nazionalismo, si analizza il movimento basco nei suoi rapporti con la modernità. Una realazione costruita attraverso concetti “diacronicamente” legati a un passato mitico e leggendario e comunque subalterna ai rapporti di forza tra le correnti del PNV. La corrente ortodossa fece sempre riferimento al nazionalismo “originario” (definito dai fratelli Arana nei primi anni del movimento) che fu un'espressione regionale del nazionalcattolicesimo spagnolo. Fu proprio Luis Arana a ricordare la finalità religiosa ed etnica del nazionalismo basco, respingendo qualsiasi aggiornamento teorico e organizzativo del PNV, intesi come una grave violazione dell'ortodossia aranista.

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L’impegno civile di Umberto Zanotti Bianco (1889-1963) intrecciandosi ai principali eventi storici della prima metà del Novecento ha concorso a fare del Mezzogiorno d’Italia un laboratorio per una concreta emancipazione delle fasce sociali più umili. In queste coordinate l’azione di Zanotti Bianco è emblematica: supera la visione conservatrice di un sud incapace di fare emergere saperi e capacità organizzative mirando invece attraverso chiari, determinati e moderni progetti di riforma a far crescere il lievito della consapevolezza e della capacità di governarsi. Si può legittimamente sostenere che la complessa azione di Zanotti Bianco, pur partendo dalle migliori e più avanzate forme del pensiero meridionalista di inizio secolo, nella pratica tende a superare anche queste collocando la questione del Mezzogiorno d’Italia non solo nello scenario nazionale, tipico della fondamentale e già innovativa riflessione intorno al sud sviluppatasi da Villari a Salvemini, ma proietta le problematiche del meridione all’interno di un quadro europeo con una spiccata vocazione mediterranea. In sostanza i piani dell’intervento sociale, studiati e messi a punto inizialmente in Calabria e nelle regioni economicamente depresse del nostro Mezzogiorno, per Zanotti Bianco sembrano essere da modello anche per le più complesse questioni sociali di altri popoli del bacino del Mediterraneo i quali (come le popolazioni dell’Italia meridionale in quegli anni) apparivano deficitarii di strumenti per lo sviluppo economico, sociale, politico: è questa la tesi qui proposta.

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This is a research B for the University of Bologna. The course is the civil engineering LAUREA MAGISTRALE at UNIBO. The main purpose of this research is to promote another way of explaining, analyzing and presenting some civil engineering aspects to the students worldwide by theory, modeling and photos. The basic idea is divided into three steps. The first one is to present and analyze the theoretical parts. So a detailed analysis of the theory combined with theorems, explanations, examples and exercises will cover this step. At the second, a model will make clear all these parts that were discussed in the theory by showing how the structures work or fail. The modeling is able to present the behavior of many elements, in scale which we use in the real structures. After these two steps an interesting exhibition of photos from the real world with comments will give the chance to the engineers to observe all these theoretical and modeling-laboratory staff in many different cases. For example many civil engineers in the world may know about the air pressure on the structures but many of them have never seen the extraordinary behavior of the bridge of Tacoma ‘dancing with the air’. At this point I would like to say that what I have done is not a book, but a research of how this ‘3 step’ presentation or explanation of some mechanical characteristics could be helpful. I know that my research is something different and new and in my opinion is very important because it helps students to go deeper in the science and also gives new ideas and inspirations. This way of teaching can be used at all lessons especially at the technical. Hope that one day all the books will adopt this kind of presentation.

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Il presente studio si propone di individuare i doveri e le responsabilità, di tipo risarcitorio, degli amministratori, in particolare degli amministratori della società che esercita attività di direzione e coordinamento, in una situazione di crisi o insolvenza nel gruppo, anche in un’ottica di “prevenzione”, e, più precisamente, il complesso di regole di corretta gestione societaria e imprenditoriale, con le quali il silenzio della legge fallimentare in tema di gruppi di società non può non confrontarsi. In particolare, si indagherà sulla possibilità di individuare nel nostro ordinamento giuridico, nel momento di emersione della crisi, doveri di comportamento in capo agli organi di governo della società o ente che esercita attività di direzione e coordinamento, al fine di fronteggiare la crisi, evitando il peggioramento della stessa, ovvero per un risanamento anticipato e, quindi, più suscettibile di esito positivo, nella prospettiva di tutela dei soci c.d. esterni e dei creditori delle società figlie e, nello stesso tempo, dei soci della capogruppo medesima e, quindi, in una prospettiva più ampia e articolata rispetto a una società individualmente considerata. L’oggetto dell’analisi viene introdotto mediante un inquadramento generale della disciplina in materia di gruppi di società presente nel nostro sistema normativo, con particolare riguardo alla disciplina dell’attività di direzione e coordinamento introdotta dal legislatore della riforma del diritto societario (d.lgs. 17 gennaio 2003, n. 6) con gli artt. 2497 ss. cod. civ.. Nella seconda parte verranno individuati e approfonditi i criteri e i principi dai quali ricavare le regole di governance nei gruppi di società e la relativa responsabilità degli amministratori nelle situazioni di crisi nel gruppo. Sulla scorta delle suddette argomentazioni, nell'ultima parte verranno individuate le regole di gestione nell'ambito del gruppo nel momento di “emersione” della crisi e, in particolare, i possibili “strumenti” che il nostro legislatore offre per fronteggiarla.

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En la presente ponencia nos proponemos analizar la situación jurídica y política de algunos extranjeros que ocupaban cargos públicos o realizaban oficios civiles en el Rio de la Plata. En este contexto, los criterios para definir quién era un vecino-ciudadano dependían de la posibilidad de mantener o perder cargos públicos, o de ejercer ciertos oficios en los pueblos de la campaña. Se estudiarán dos casos en los cuales se presentaron situaciones análogas para los que no eran reconocidos pertenecientes a la comunidad política, es decir para los extranjeros. Aquellos que no lograban la obtención de una carta de ciudadanía se veían obligados a dejar sus cargos u oficios. Sin embargo, los reglamentos y las decisiones del gobierno en estos casos se vieron superados por las prácticas y situaciones concretas. Otro de los casos estudiados en esta ponencia se corresponde con un litigio en Chascomús un fuerte y pueblo de la campaña de Buenos Aires, en la frontera con el mundo indígena. Allí, un hombre de origen catalán le es impedido ejercer su oficio de panadero, limitándolo a la producción de pastelería fina. La decisión fue tomada por el comandante del fuerte ante un pedido de un grupo de panaderas que se consideraban 'patricias', señalando el origen español de dicho panadero para limitarlo en el ejercicio del oficio. El conflicto nos ofrece varias aristas interesantes sobre los mecanismos del ejercicio del poder que estamos viendo en otros trabajos, pero aquí nos detendremos en la definición del grupo de pertenencia y en la utilización de los conceptos de patria y patriotas

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Los debates acerca de las actitudes de la sociedad civil frente a la última dictadura militar argentina oscilan entre la "teoría de los dos demonios" y las que responsabilizan a la sociedad toda. Para superar estas visiones maniqueas analizaremos algunos trabajos académicos relevantes sobre los autoritarismos europeos, con el fin de abordar nuevas perspectivas de interpretación que sean útiles al momento de pensar sobre la relación entre sociedad y dictadura en la bibliografía referida al caso argentino. Indagaremos las distintas actitudes sociales frente a la dictadura argentina desde los micro-contextos sociales a través de las producciones audiovisuales desarrolladas por los alumnos bonaerenses de nivel secundario realizadas en el Programa "Jóvenes y Memoria Recordamos para el futuro", propuesta desarrollada por la Comisión Provincial por la Memoria desde el año 2002. La elección de los audiovisuales desarrollados en el marco de este Programa apunta a su carácter testimonial y permite cuestionar la bipolaridad "complicidad-resistencia" en la que comúnmente suelen caracterizarse las actitudes sociales del período para pensar en una matriz que contiene distintos grises o gamas de acción.

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En este artículo se reflexiona sobre la función que tiene la poesía de la memoria de la Guerra Civil española en los espacios públicos, setenta años después del inicio de la guerra. A partir de dos poemas, "El campo de batalla" de Ángel González y "El pasado" de Luis García Montero, se lleva a cabo un análisis de los mecanismos de rememoración colectiva. Así, se presentan ambos poemas como homenaje a la lírica que se escribió y publicó durante la República y la Guerra, y como lugar de encuentro de la memoria de los vencidos.

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En esta perspectiva, que intenta desentrañar las continuidades y rupturas entre el orden colonial y el entramado político y social del rosismo, nuestra intención es aportar un análisis sobre los litigios entre vecinos cuando la posesión de hecho sobre un terreno estaba en vías de convertirse en propiedad plena, cada vez que se accedía a los títulos mediante los distintos sistemas de otorgamiento de tierras públicas, desde los últimos años del período colonial hasta la finalización de la aplicación de la enfiteusis en la década de 1840, centrando la atención en la ocupación del territorio y los derechos adquiridos en los partidos de Chascomús y Ranchos. Aquí se pone de manifiesto el reconocimiento local de los estancieros y hacendados y los motivos de las disputas. A partir del análisis de los litigios se aprecia el juego de intereses de los hacendados y las conexiones con el poder civil en la frontera que se definen en la resolución extrajudicial del conflicto. Por otro lado se examinará el rol de las autoridades y los fundamentos de los dictámenes