984 resultados para volume I
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En el presente trabajo se analiza la obligación de investigar graves violaciones de Derechos Humanos y Derecho Internacional Humanitario, a la luz de la sentencia de la Corte Constitucional Colombiana referente a la constitucionalidad del Marco Jurídico para la paz. De la aparente remisión que hace la Corte Constitucional a la Corte Interamericana de Derechos Humanos sobre el deber de investigar graves violaciones de Derechos Humanos y de Derecho Internacional Humanitario se concluye que la Corte Constitucional propone como premisa mayor una obligación que surge de una interpretación extensiva de la Convención Interamericana. De la misma forma, se estudia el tratamiento indebido del derecho aplicable a las amnistías e indultos, que se relaciona con la necesidad de evitar cualquier tipo de impunidad, cuyo concepto sirve para esclarecer cuáles son los estándares que se quiere proteger. Por último, se analiza el contexto al que se pretende aplicar dicha obligación, es decir, la justicia transicional, proponiendo un modelo interpretativo de los fines de la pena, y su aplicación por medio de la favorabilidad penal, para la justicia transicional, que sea acorde a la interpretación de la Convención Interamericana.
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El propósito de este trabajo de grado es identificar las claves analíticas que ofrecen el análisis del discurso y la teoría de la imagen que permitan estudiar el discurso legitimador en el narco-cine colombiano escogido. Se estudiará, analizará y definirán la de la cultura de la ilegalidad en Colombia. En este trabajo las claves analíticas definidas son aplicadas para verificar su efectividad y capacidad en la investigación que busca analizar cómo el cine hace parte del discurso político por medio de una investigación que se apoya en categorías de la ciencia y la comunicación política.
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En este trabajo se estima el efecto del género del profesor sobre la deserción y el rendimiento educativo de los estudiantes en Colombia durante el periodo 2009-2012. La estrategia empírica se fundamenta en un modelo de regresión lineal que establece la relación entre la proporción de profesoras interactuada con el género del estudiante. Los resultados sugieren que existe un sesgo de selección debido a que las profesoras aumentan la probabilidad de que las niñas finalicen la educación media, lo que implica que la composición de habilidades entre hombres y mujeres no es la misma. Luego de corregir este sesgo de selección, se encuentra un resultado significativo en el género del profesor. Un aumento de una desviación estándar en la proporción de profesoras incrementa en 0.01 desviaciones estándar el puntaje de los niños en la prueba de matemáticas y el puntaje de las niñas en la prueba de lenguaje. Este trabajo utiliza información proveniente de la prueba Saber 11, la Resolución 166 y el concurso docente.
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Per garantire la sicurezza di tutte le operazioni in volo (avvicinamento, decollo, holding, ecc..) il decreto legge del 15 marzo del 2006 n. 151 ha imposto la redazione di opportune cartografie basate sul Regolamento ENAC per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti e sulla normativa internazionale ICAO così da poterle annettere agli Strumenti Urbanistici del territorio e governare lo sviluppo delle costruzioni. La sicurezza delle operazioni in volo è garantita attraverso delle Superfici di Delimitazione Ostacoli che impongono dei vincoli plano-altimetrici nelle aree limitrofe agli Aeroporti, quindi costruzioni, alberi e lo stesso terreno non devono forare queste superfici altrimenti diventerebbero “Ostacoli” alla navigazione aerea. Per gli ostacoli già presenti sono definiti dei provvedimenti da adottarsi in funzione della superficie che questi forano: potranno essere abbattuti se ricadenti in aree critiche come in prossimità delle piste oppure essere segnalati in mappe in uso ai piloti e anche con segnali visivi posizionati sugli stessi. Per quanto riguarda le future costruzioni, queste non potranno mai diventare Ostacolo in quanto sarà obbligatorio rispettare i vincoli plano-altimetrici. La tesi di laurea in questione vuole illustrare come si è arrivati alla redazione delle sopraccitate mappe nel caso specifico dell'Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna; sono analizzate nel primo capitolo le caratteristiche fisiche degli Aeroporti per acquisire una certa padronanza su termini tecnici che compaiono nei capitoli successivi (è inoltre presente un glossario). Nel secondo capitolo è individuato il percorso normativo che ha portato alla redazione dell’ultima revisione al Codice della Navigazione. Il capitolo 3 introduce le superfici di delimitazione ostacoli secondo quanto esposto nel Regolamento per la Costruzione e l’Esercizio degli Aeroporti di ENAC; il capitolo 4 è dedicato al lay-out dell’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. Infine la tesi si conclude con il capitoli 5 nel quale sono esposte le fasi e le metodologie usate per la realizzazione delle planimetrie e con il capitolo 6 in cui si discute delle problematiche sorte a causa dell’orografia del territorio che deve tenersi nella giusta considerazione per la definizione dei suddetti vincoli aeronautici.
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In questi ultimi anni il tema della sicurezza sismica degli edifici storici in muratura ha assunto particolare rilievo in quanto a partire soprattutto dall’ordinanza 3274 del 2003, emanata in seguito al sisma che colpì il Molise nel 2002, la normativa ha imposto un monitoraggio ed una classificazione degli edifici storici sotto tutela per quanto riguarda la vulnerabilità sismica (nel 2008, quest’anno, scade il termine per attuare quest’opera di classificazione). Si è posto per questo in modo più urgente il problema dello studio del comportamento degli edifici storici (non solo quelli che costituiscono monumento, ma anche e soprattutto quelli minori) e della loro sicurezza. Le Linee Guida di applicazione dell’Ordinanza 3274 nascono con l’intento di fornire strumenti e metodologie semplici ed efficaci per affrontare questo studio nei tempi previsti. Il problema si pone in modo particolare per le chiese, presenti in grande quantità sul territorio italiano e di cui costituiscono gran parte del patrimonio culturale; questi edifici, composti di solito da grandi elementi murari, non presentano comportamento scatolare, mancando orizzontamenti, elementi di collegamento efficace e muri di spina interni e sono particolarmente vulnerabili ad azioni sismiche; presentano inoltre un comportamento strutturale a sollecitazioni orizzontali che non può essere colto con un approccio globale basato, ad esempio, su un’analisi modale lineare: non ci sono modi di vibrare che coinvolgano una sufficiente parte di massa della struttura; si hanno valori dei coefficienti di partecipazione dei varii modi di vibrare minori del 10% (in generale molto più bassi). Per questo motivo l’esperienza e l’osservazione di casi reali suggeriscono un approccio di studio degli edifici storici sacri in muratura attraverso l’analisi della sicurezza sismica dei cosiddetti “macroelementi” in cui si può suddividere un edificio murario, i quali sono elementi che presentano un comportamento strutturale autonomo. Questo lavoro si inserisce in uno studio più ampio iniziato con una tesi di laurea dal titolo “Analisi Limite di Strutture in Muratura. Teoria e Applicazione all'Arco Trionfale” (M. Temprati), che ha studiato il comportamento dell’arco trionfale della chiesa collegiata di Santa Maria del Borgo a San Nicandro Garganico (FG). Suddividere un edificio in muratura in più elementi è il metodo proposto nelle Linee Guida, di cui si parla nel primo capitolo del presente lavoro: la vulnerabilità delle strutture può essere studiata tramite il moltiplicatore di collasso quale parametro in grado di esprimere il livello di sicurezza sismica. Nel secondo capitolo si illustra il calcolo degli indici di vulnerabilità e delle accelerazioni di danno per la chiesa di Santa Maria del Borgo, attraverso la compilazione delle schede dette “di II livello”, secondo quanto indicato nelle Linee Guida. Nel terzo capitolo viene riportato il calcolo del moltiplicatore di collasso a ribaltamento della facciata della chiesa. Su questo elemento si è incentrata l’attenzione nel presente lavoro. A causa della complessità dello schema strutturale della facciata connessa ad altri elementi dell’edificio, si è fatto uso del codice di calcolo agli elementi finiti ABAQUS. Della modellazione del materiale e del settaggio dei parametri del software si è discusso nel quarto capitolo. Nel quinto capitolo si illustra l’analisi condotta tramite ABAQUS sullo stesso schema della facciata utilizzato per il calcolo manuale nel capitolo tre: l’utilizzo combinato dell’analisi cinematica e del metodo agli elementi finiti permette per esempi semplici di convalidare i risultati ottenibili con un’analisi non-lineare agli elementi finiti e di estenderne la validità a schemi più completi e più complessi. Nel sesto capitolo infatti si riportano i risultati delle analisi condotte con ABAQUS su schemi strutturali in cui si considerano anche gli elementi connessi alla facciata. Si riesce in questo modo ad individuare con chiarezza il meccanismo di collasso di più facile attivazione per la facciata e a trarre importanti informazioni sul comportamento strutturale delle varie parti, anche in vista di un intervento di ristrutturazione e miglioramento sismico.
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Polare Stratosphärenwolken (PSC), die unterhalb einer Temperatur von etwa -78 °C in polaren Regionen auftreten, üben einen starken Einfluss auf die stratosphärische Ozonschicht aus. Dieser Einfluss erfolgt größtenteils über heterogene chemische Reaktionen, die auf den Oberflächen von Wolkenpartikeln stattfinden. Chemische Reaktionen die dabei ablaufen sind eine Voraussetzung für den späteren Ozonabbau. Des Weiteren verändert die Sedimentation der Wolkenpartikel die chemische Zusammensetzung bzw. die vertikale Verteilung der Spurengase in der Stratosphäre. Für die Ozonchemie spielt dabei die Beseitigung von reaktivem Stickstoff durch Sedimentation Salpetersäure-haltiger Wolkenpartikeln (Denitrifizierung) eine wichtige Rolle. Durch gleichen Sedimentationsprozess von PSC Elementen wird der Stratosphäre des weiteren Wasserdampf entzogen (Dehydrierung). Beide Prozesse begünstigen einen länger andauernden stratosphärischen Ozonabbau im polaren Frühling.rnGerade im Hinblick auf die Denitrifikation durch Sedimentation größerer PSC-Partikel werden in dieser Arbeit neue Resultate von in-situ Messungen vorgestellt, die im Rahmen der RECONCILE-Kampagne im Winter des Jahres 2010 an Bord des Höhenforschungs-Flugzeugs M-55 Geophysica durchgeführt wurden. Dabei wurden in fünf Flügen Partikelgrößenverteilungen in einem Größenbereich zwischen 0,5 und 35 µm mittels auf der Lichtstreuung basierender Wolkenpartikel-Spektrometer gemessen. Da polare Stratosphärenwolken in Höhen zwischen 17 und 30 km auftreten, sind in-situ Messungen vergleichsweise selten, so dass noch einige offene Fragen bestehen bleiben. Gerade Partikel mit optischen Durchmessern von bis zu 35µm, die während der neuen Messungen detektiert wurden, müssen mit theoretischen Einschränkungen in Einklang gebracht werden. Die Größe der Partikel wird dabei durch die Verfügbarkeit der beteiligten Spurenstoffe (Wasserdampf und Salpetersäure), die Sedimentationsgeschwindigkeit, Zeit zum Anwachsen und von der Umgebungstemperatur begrenzt. Diese Faktoren werden in der vorliegenden Arbeit diskutiert. Aus dem gemessenen Partikelvolumen wird beispielsweise unter der Annahme der NAT-Zusammensetzung (Nitric Acid Trihydrate) die äquivalente Konzentration des HNO 3 der Gasphase berechnet. Im Ergebnis wird die verfügbare Konzentration von Salpetersäure der Stratosphäre überschritten. Anschließend werden Hypothesen diskutiert, wodurch das gemessene Partikelvolumen überschätzt worden sein könnte, was z.B. im Fall einer starken Asphärizität der Partikel möglich wäre. Weiterhin wurde eine Partikelmode unterhalb von 2-3µm im Durchmesser aufgrund des Temperaturverhaltens als STS (Supercooled Ternary Solution droplets) identifiziert.rnUm die Konzentration der Wolkenpartikel anhand der Messung möglichst genau berechnen zu können, muss das Messvolumen bzw. die effektive Messfläche der Instrumente bekannt sein. Zum Vermessen dieser Messfläche wurde ein Tröpfchengenerator aufgebaut und zum Kalibrieren von drei Instrumenten benutzt. Die Kalibration mittels des Tröpfchengenerators konzentrierte sich auf die Cloud Combination Probe (CCP). Neben der Messfläche und der Größenbestimmung der Partikel werden in der Arbeit unter Zuhilfenahme von Messungen in troposphärischen Wolken und an einer Wolkensimulationskammer auch weitere Fehlerquellen der Messung untersucht. Dazu wurde unter anderem die statistische Betrachtung von Intervallzeiten einzelner Messereignisse, die in neueren Sonden aufgezeichnet werden, herangezogen. Letzteres ermöglicht es, Messartefakte wie Rauschen, Koinzidenzfehler oder „Shattering“ zu identifizieren.rn
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Adult honey bees are maintained in vitro in laboratory cages for a variety of purposes. For example, researchers may wish to perform experiments on honey bees caged individually or in groups to study aspects of parasitology, toxicology, or physiology under highly controlled conditions, or they may cage whole frames to obtain newly emerged workers of known age cohorts. Regardless of purpose, researchers must manage a number of variables, ranging from selection of study subjects (e.g. honey bee subspecies) to experimental environment (e.g. temperature and relative humidity). Although decisions made by researchers may not necessarily jeopardize the scientific rigour of an experiment, they may profoundly affect results, and may make comparisons with similar, but independent, studies difficult. Focusing primarily on workers, we provide recommendations for maintaining adults under in vitro laboratory conditions, whilst acknowledging gaps in our understanding that require further attention. We specifically describe how to properly obtain honey bees, and how to choose appropriate cages, incubator conditions, and food to obtain biologically relevant and comparable experimental results. Additionally, we provide broad recommendations for experimental design and statistical analyses of data that arises from experiments using caged honey bees. The ultimate goal of this, and of all COLOSS BEEBOOK papers, is not to stifle science with restrictions, but rather to provide researchers with the appropriate tools to generate comparable data that will build upon our current understanding of honey bees.
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The measurements were obtained during two North Sea wide STAR-shaped cruises during summer 1986 and winter 1987, which were performed to investigate the circulation induced transport and biologically induced pollutant transfer within the interdisciplinary research in the project "ZISCH - Zirkulation und Schadstoffumsatz in der Nordsee / Circulation and Contaminant Fluxes in the North Sea (1984-1989)". The inventory presents parameters measured on hydrodynamics, nutrient dynamics, ecosystem dynamics and pollutant dynamics in the pelagic and benthic realm. The research program had the objective of quantifying fluxes of major budgets, especially contaminants in the North Sea. In spring 1986, following the phytoplankton spring bloom, and in late winter 1987, at minimum primary production activity, the North Sea ecosystem was investigated on a station net covering the whole North Sea. The station net was shaped like a star. Sampling started in the centre, followed by the northwest section and moving counter clockwise around the North Sea following the residual currents. By this strategy, a time series was measured in the central North Sea and more synoptic data sets were obtained in the individual sections. Generally advection processes have to be considered when comparing the data from different stations. The entire sampling period lasted for more than six weeks in each cruise. Thus, a time-lag should be considered especially when comparing the data from the eastern and the western part of the central and northern North Sea, where samples were taken at the beginning and at the end of the campaign. The ZISCH investigations represented a qualitatively and quantitatively new approach to North Sea research in several respects. (1) The first simultaneous blanket coverage of all important biological, chemical and physical parameters in the entire North Sea ecosystem; (2) the first simultaneous measurements of major contaminants (metals and organohaline compounds) in the different ecosystem compartments; (3) simultaneous determinations of atmospheric inputs of momentum, energy and matter as important ecosystem boundary conditions; (4) performance of the complex measurement program during two seasons, namely the spring plankton bloom and the subsequent winter period of minimal biological activity; and (5) support of data analysis and interpretation by oceanographic and meteorological numerical models on the same scales.
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Heinrich events are well documented for the last glaciation, but little is known about their occurrence in older glacial periods of the Pleistocene. Here we report scanning XRF and bulk carbonate d18O results from Integrated Ocean Drilling Program Site U1308 (reoccupation of Deep Sea Drilling Project Site 609) that are used to develop proxy records of ice-rafted detritus (IRD) for the last ~1.4 Ma. Ca/Sr is used as an indicator of IRD layers that are rich in detrital carbonate (i.e., Heinrich layers), whereas Si/Sr reflects layers that are poor in biogenic carbonate and relatively rich in detrital silicate minerals. A pronounced change occurred in the composition and frequency of IRD at ~640 ka during marine isotope stage (MIS) 16, coinciding with the end of the middle Pleistocene transition. At this time, "Hudson Strait" Heinrich layers suddenly appeared in the sedimentary record of Site U1308, and the dominant period of the Si/Sr proxy shifted from 41 ka prior to 640 ka to 100 ka afterward. The onset of Heinrich layers during MIS 16 represents either the initiation of surging of the Laurentide Ice Sheet (LIS) off Hudson Strait or the first time icebergs produced by this process survived the transport to Site U1308. We speculate that ice volume (i.e., thickness) and duration surpassed a critical threshold during MIS 16 and activated the dynamical processes responsible for LIS instability in the region of Hudson Strait. We also observe a strong coupling between IRD proxies and benthic d13C variation at Site U1308 throughout the Pleistocene, supporting a link between iceberg discharge and weakening of thermohaline circulation in the North Atlantic.
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El arquitecto Víctor Eusa (Pamplona, 1894-1990) es la figura central de la arquitectura en Navarra durante la mayor parte del siglo XX. Desde 1920, año en que termina sus estudios en Madrid, hasta 1973, año de su jubilación, produjo centenares de obras y proyectos en esta región española, con esporádicas intervenciones en otras zonas, como las provincias vecinas de Guipúzcoa, Vizcaya y Zaragoza. Su periodo activo coincide con el de la construcción del II Ensanche de Pamplona. La cantidad y calidad de su producción hacen posible establecer una identificación entre la obra de Eusa y la ciudad entonces existente. Sus obras principales son auténticos hitos urbanos que caracterizan el Ensanche. El archivo personal del arquitecto se perdió desgraciadamente en los años setenta del pasado siglo. Este trabajo de investigación ha partido de la recopilación de la documentación gráfica existente en archivos públicos y privados, que ha dado como fruto la catalogación de las obras y proyectos de Víctor Eusa, que constituye el tomo II de la tesis. En el tomo I se analiza la trayectoria del arquitecto y la evolución formal de su lenguaje, a partir de su formación académica y las sucesivas influencias que jalonan sus primeros años de profesión: sus viajes por Europa y Oriente, Otto Wagner y la Sezession vienesa, Perret y el hormigón armado, el Art-Déco y la Exposición de París de 1925, Dudok y la arquitectura holandesa, etc. Todo ello fructifica en una arquitectura expresionista muy personal, basada en la geometría de líneas rectas y quebradas, que combina el ladrillo y el hormigón como sus materiales preferidos. Su madurez se alcanza a finales de los años veinte y se prolonga hasta la guerra civil española. En este periodo se concentran sus obras más conocidas: Casa de Misericordia, Iglesia de los Paúles, Colegio de Escolapios, edificios de viviendas en plaza Príncipe de Viana y calle García Castañón, Seminario, Casino Eslava,… Después del 36, sus responsabilidades públicas sucesivas como arquitecto municipal de Pamplona y como arquitecto provincial de la Diputación Foral de Navarra introducen en su obra una nueva dimensión urbana. ABSTRACT The architect Víctor Eusa (Pamplona, 1894-1990) was the central figure in architecture in Navarra for most of the 20th century. From 1920, when he finished his studies in Madrid, to his retirement in 1973, he was responsible for hundreds of buildings in Navarra, as well as occasional projects in the neighbouring provinces of Guipúzcoa, Vizcaya and Zaragoza. His career as an architect developed in parallel with the second phase of urban expansion in Pamplona. In terms of both quantity and quality, this new district can be seen as an embodiment of Eusa's work, and his most outstanding buildings form the landmarks which give character to this area. Unfortunately, Eusa's personal archive was lost in the 1970s. By collecting and analyzing the graphic information available in public archives, the author of this dissertation was able to compile a catalogue of Eusa's work and projects, which is provided in volume II. Volume I focuses on Eusa's career and the formal development of his language, starting from his academic training and tracing the successive influences that were at work during his early years as an architect: his journeys through Europe and the East, Otto Wagner and the Vienna Secession, Perret and reinforced concrete, Art-Déco and the Paris Exhibition of 1925, Dudok and the Dutch architecture represented in the magazines Wendingen and De Stijl, and many others. All of this came together in Eusa's highly personal expressionist style, based on a geometry of straight and zigzag lines, combining his favourite materials, brick and concrete. His mature period consolidated by end of the 1920s and lasted until the Spanish Civil War. After 1936, Eusa's responsibilities as municipal architect for Pamplona and later as head of architecture for Navarra enabled him to develop his talents in the area of urban design.
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A presente pesquisa busca avaliar exegeticamente o texto que se encontra na Bíblia, especificamente no livro de Números capítulos 22-24 que relata sobre um personagem conhecido como Balaão. A pesquisa tem também como objeto o estudo sobre o panteão de divindades relatado no mesmo texto, assim como também o estudo dos textos descobertos em Deir Alla, na Jordânia, que apresentam um personagem designado como Balaão, possivelmente o mesmo personagem de Nm 22-24. A motivação que levou ao desenvolvimento dessa pesquisa foi o fato de se ter deparado com os conceitos dos diversos nomes divinos exibidos no texto, além da questão do profetismo fora de Israel, assim como as possibilidades hermenêuticas que se abrem para a leitura desse texto bíblico. O conceito geral sempre foi o de que Israel era a única nação onde existiam “verdadeiros” profetas e uma adoração a um único Deus, o “monoteísmo”. O que despertou interesse foi perceber, especialmente por meio da leitura dos livros bíblicos, que o profetismo não se restringiu somente a Israel. Ele antecede à formação do antigo Israel e já existia no âmbito das terras do antigo Oriente Médio, e que Israel ainda demorou muito tempo para ser monoteísta. Quem é esse Balaão, filho de Beor? Estudaremos sobre sua pessoa e sua missão. Examinaremos os textos de Deir Alla sobre Balaão e sua natureza de personagem mediador entre o divino e o humano. Esse personagem é apresentado como um grande profeta e que era famoso como intérprete de presságios divinos. Analisaremos a importante questão sobre o panteão de deuses que são apresentados na narrativa de Balaão nomeados como: El, Elyon Elohim e Shaddai, além de Yahweh. Entendemos, a princípio, que o texto possui uma conexão com a sociedade na qual foi criado e usando da metodologia exegética, faremos uma análise da narrativa em questão, buscando compreender o sentido do texto, dentro de seu cenário histórico e social. Cenário este, que nos apresentou esse profeta, não israelita, que profere bênçãos dos deuses sobre Israel e que, além disso, pronuncia maldições sobre os inimigos desse mesmo Israel. Percebemos que, parte do texto pesquisado é apresentado sob a ótica de Israel sobre as outras nações. A pesquisa defende, portanto, que o texto de Nm 22-24, além de nos apresentar um profeta fora de Israel igual aos profetas da Bíblia, defende que, o panteão de divindades também era adorado por Israel e que tais nomes são epítetos de uma mesma divindade, no caso YHWH. Defende, também, um delineamento de um projeto de domínio político e militar de Israel sobre as nações circunvizinhas.