38 resultados para pronome
Resumo:
Este trabalho objetiva estudar o fenômeno da posposição do sujeito com relação ao verbo em distintos tipos e gêneros do jornal: O Araraquarense do início do século XX, e verificar se há alguma diferença entre eles, quanto à posição do sujeito na frase. A escolha de um corpus jornalístico é devida ao fato de seu texto ser muito propício para analisar os processos de implementação de uma possível mudança no português brasileiro; por se tratar de um texto público, o qual atua sobre os elementos da situação sócio-histórica em que está inserido e por sofrer influências dessa situação. Foram analisados dados coletados de artigos de opinião e notas sociais, levando em conta os tipos textuais: descrição, dissertação, injunção e narração (TRAVAGLIA, 2003, p.103). Constatou-se que os tipos (dissertativo e narrativo) foram predominantes nos artigos de opinião, e que somente o tipo narrativo esteve presente nas notas sociais. A posição do sujeito foi analisada em função dos seguintes grupos de fatores: tipo sintático do verbo, tipo morfológico do sujeito, padrão de construção e tipo textual. Como principais resultados, constatou-se: (i) um índice de posposição de 47% em notas sociais e de 19,2% em artigos de opinião; (ii) tipo do verbo (transitivo direto) 21,7% em artigos de opinião e 44,7% em notas sociais; neste mesmo gênero os verbos (inacusativo, bitransitivo, intransitivo e verbo de ligação) apresentaram, respectivamente, 71%, 45%, 37% e 37,9%; (iii) tipo morfológico do sujeito (sintagma nominal) em artigo de opinião 16,5% e 41,4% em notas sociais, 28,2% de (pronome pessoal) em artigo de opinião e 68,3% de (nome próprio) em notas sociais; (iiii) tipo textual (narrativo) 47,6% em notas sociais e em artigo de opinião 18,8% (dissertativo) e 27,8% (injuntivo)
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Based on the assertions of the Theory of Linguistic Variation and Change, this paper proposes a discussion about the possible action of linguistic norms over two variable phenomena in Brazilian Portuguese: the position of clitic pronouns associated with a single verb, and the use of prepositions with verbal complements indicating a ?goal/recipient?. By the analysis of data from the newspapers from São Paulo and Rio Claro between (the years of) 1900 and 1915, we intend to describe each phenomenon; compare these descriptions and evaluate the role played by the standard and the common usage which is (already) perceptible in the ?paulistas? continuous published pages of that period.
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Pós-graduação em Estudos Linguísticos - IBILCE
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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
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Prendendo in esame diverse angolature d’analisi è indagata la situazione attuale della produzione tradizionale della ceramica salentina. La ricerca comprende la descrizione della situazione culturale attuale, l’analisi qualitativa e quantitativa dei dati raccolti sul campo e la costruzione di un quadro generale multidimensionale della rappresentazione di un’area culturale. Il primo capitolo della tesi tratta il problema teorico dei linguaggi specialistici e delle peculiarità a essi legati. La dottoranda fornisce un quadro completo ed esaustivo della bibliografia sia italiana che anglosassone sull’argomento affrontato. Questo capitolo fa da introduzione al problema della comunicazione specialistica nell’ambito della quale si svolgono le interviste. Il secondo capitolo presenta la metodologia utilizzata durante la ricerca svolta sul campo. La metodologia della ricerca sul campo include i metodi etnografici di osservazione partecipante e linguistico antropologici di interviste non strutturate. Il terzo capitolo della tesi è dedicato alla descrizione etnografica del processo produttivo. Questo capitolo ha un valore rilevante per l’intera ricerca poiché oltre ai termini italiani sono riportati tutti i termini tradizionali e descritti dettagliatamente i momenti della produzione. Va dimostrata una profonda conoscenza della lavorazione della ceramica nel Salento non solo nel suo stato attuale ma anche nel passato. Come parte conclusiva di questo capitolo è proposta una riflessione di carattere filosofico e antropologico sul ruolo dell’artigiano come Creatore, proponendo paragoni con la figura del Demiurgo platonico descritto nel “Timeo” e l’analisi del cambiamento dello statuto di oggetto da manufatto a oggetto industriale basandosi sul lavoro di Baudrillard. Il quarto capitolo è strutturato in modo diverso rispetto agli altri perché rappresenta la parte centrale della tesi e propone quattro diversi tipi di analisi linguistica possibile. La prima analisi riguarda l’ideologia linguistica e la sua espressione nel parlato inosservato. E’ fornita la prospettiva teorica sulla problematica di ideologia linguistica e dimostrata la conoscenza dei testi sia di natura sociologica (Althusser, Bourdieu, Gouldner, Hobsbawm, Thompson, Boas) che di natura linguistica (Schieffelin Bambi B., Woolard Kathryn A., Kroskrity Paul V., eds. 1998 Language ideologies : practice and theory. New York Oxford, Oxford University press). Golovko analizza i marcatori spazio-temporali utilizzati dagli artigiani per costruire le tassonomie del pronome “noi” e la contrapposizione “noi” – altri. Questa analisi consente di distinguere i diversi livelli d’inclusione ed esclusione del gruppo. Un altro livello di analisi include la valutazione degli usi del passato e del presente nel parlato per costruire le dimensioni temporali del discorso. L’analisi dei marcatori spazio-temporali consente di proporre una teoria sulla “distanza” tra i parlanti che influisce la scelta del codice oppure la sua modifica (passaggio dal dialetto all’italiano, la scelta della varietà a seconda dell’interlocutore). La parte dedicata all’ideologia si conclude con un’analisi profonda (sia quantitativa che qualitativa) dei verbi di moto che sono stati raggruppati in una categoria denominata dalla Golovko “verbi di fase” che rappresentano usi non standard dei verbi di moto per esprimere il passaggio da una fase all’altra. Il termine “fasale” prende spunto non dalla letteratura linguistica ma dal libro di Van Gennep “Les rites de passage” che discute dell’importanza dei riti di passaggio nella cultura africana e nella ricerca etnografica e folkloristica. È stato rilevato dalla dottoranda che i passaggi da una fase produttiva all’altra hanno un valore particolare anche nella produzione della ceramica e soprattutto negli usi particolari dei verbi di moto. Analizzati in profondità, questi usi particolari rispecchiano non solo fattori linguistici ma anche la visione e la percezione di queste fasi delicate in modo particolare dagli artigiani stessi. Sono stati descritti i procedimenti linguistici come personalizzazione e alienazione dell’oggetto. Inoltre la dottoranda ha dimostrato la conoscenza della letteratura antropologica non solo inerente la zona da lei studiata ma anche di altre come, ad esempio, dell’Africa Sub Sahariana. Nella parte successiva del quarto capitolo viene proposta un’altra chiave di lettura delle problematiche linguistiche: l’analisi del lessico utilizzato dagli artigiani per poter classificare i gruppi identitari presenti nella comunità studiata. E’ proposta l’analisi dei rapporti all’interno dei gruppi professionali che sono generalmente classificati come solidarietà e distinzione. La terminologia ha origine sociologica, infatti viene proposto un quadro teorico degli studi sulla solidarietà (Durkheim, Appandurai, Harré, Zoll) e l’adattamento del termine in questo senso coniato da Bourdieu “la distiction”. L’identità linguistica è affrontata sia dal punto di vista linguistico che dal punto di vista sociologico. Per svolgere l’analisi sulle identità assunte dagli artigiani e poter ricondurre la scelta volontaria e a volte non conscia di uno stile (consistente di un insieme di termini) inteso come espressione d’identità assunta dagli artigiani, la dottoranda riflette sul termine “stile” nella sua accezione sociolinguistica, com’è usuale negli studi anglosasoni di ultima generazione (Coupland, Eckert, Irvine e altri). La dottoranda fornisce una classificazione delle identità e ne spiega la motivazione basandosi sui dati empirici raccolti. La terza parte del quarto capitolo è dedicata all’analisi del linguaggio specialistico degli artigiani e alla descrizione dei tratti solitamente assegnati a questo tipo di linguaggio (monoreferenziaità, trasparenza, sinteticità e altri). La dottoranda svolge un’analisi di carattere semantico dei sinonimi presenti nel linguaggio degli artigiani, analizza il rapporto con la lingua comune, riporta l’uso delle metafore e casi di produttività linguistica. L’ultima parte del quarto capitolo consiste nell’analisi dei tratti non standard nel linguaggio degli artigiani classificati considerando il livello di variazione (lessico, morfologia e morfosintassi e sintassi) e spiegati con gli esempi tratti dalle interviste. L’autrice riflette sui cambiamenti avvenuti nella lingua parlata italiana e nella sua varietà regionale basandosi sui lavori “classici” della linguistica italiana (Berruto, Sobrero, Stehl, Bruni, D’Achille, Berretta, Tempesta e altri) studiandone attentamente i processi evidenziati nella sua descrizione. Lo scopo e l’apice della tesi consiste nell’analisi del repertorio linguistico degli artigiani e la discussione delle dinamiche in corso (livellamento del dialetto, convergenza e divergenza del dialetto, italianizzazione e regionalizzazione dell’italiano). La dottoranda propone un suo schema di rapporti tra italiano e dialetto motivando pienamente la sua teoria. A corollario la tesi è composta anche da un glossario dei termini tecnici e un album fotografico che aumentano l’interesse del lavoro dandogli un valore culturale.
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Based on the theoretical and methodological presuppositions of the theory of language variation and change (cf. WEINREICH; LABOV; HERZOG, 2006 [1968]), it is described and analyzed in this article the process of variation/change concerning the second person possessive pronouns in letters from readers of Brazilian newspapers from the XIX and XX centuries. These letters feature a portrait of the Brazilian press from the South (Santa Catarina), Southeast (Rio de Janeiro) and Northeast (Bahia and Rio Grande do Norte) regions in each century and are part of the Project for Brazilian Portuguese History‘s (PHPB) printed common minimal corpus. The point of departure of this work is the idea that the use of variant forms of expressing second person possessive pronouns – teu and seu – results from the interaction characterizing the varied social roles performed by the letters‘ senders. Arranging communicative units, which gather elements/features denoting time and space, conditioned and determined by socio-historical and cultural aspects, the readers‘ letters, turn out to be a promising research field under the light of this paper. More specifically, In the row of presented results in studies about the pronominal system in the diachroneity of/in Brazilian Portuguese (PB) (FARACO, 2002; LORENGIAN-PENKAL, 2007; CALLOU; LOPES, 2003; LOPES; DUARTE, 2003; MENON, 2005; ARDUIN; COELHO, 2006; LOPES, 2009; MARCOTULIO, 2010), the results featured in here point at different usages of the possessives, noticing the coexistence of the forms teu/tua and seu/sua strongly conditioned by the socio-discursive nature of the readers‘ letters in the course of the centuries and through different regions.
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Based on the theoretical and methodological presuppositions of the theory of language variation and change (cf. WEINREICH; LABOV; HERZOG, 2006 [1968]), it is described and analyzed in this article the process of variation/change concerning the second person possessive pronouns in letters from readers of Brazilian newspapers from the XIX and XX centuries. These letters feature a portrait of the Brazilian press from the South (Santa Catarina), Southeast (Rio de Janeiro) and Northeast (Bahia and Rio Grande do Norte) regions in each century and are part of the Project for Brazilian Portuguese History‘s (PHPB) printed common minimal corpus. The point of departure of this work is the idea that the use of variant forms of expressing second person possessive pronouns – teu and seu – results from the interaction characterizing the varied social roles performed by the letters‘ senders. Arranging communicative units, which gather elements/features denoting time and space, conditioned and determined by socio-historical and cultural aspects, the readers‘ letters, turn out to be a promising research field under the light of this paper. More specifically, In the row of presented results in studies about the pronominal system in the diachroneity of/in Brazilian Portuguese (PB) (FARACO, 2002; LORENGIAN-PENKAL, 2007; CALLOU; LOPES, 2003; LOPES; DUARTE, 2003; MENON, 2005; ARDUIN; COELHO, 2006; LOPES, 2009; MARCOTULIO, 2010), the results featured in here point at different usages of the possessives, noticing the coexistence of the forms teu/tua and seu/sua strongly conditioned by the socio-discursive nature of the readers‘ letters in the course of the centuries and through different regions.