934 resultados para archeologia, paesaggio, domus, museo, suasa


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La tesi "La custodia del paesaggio.Il parco delle arti di Jesolo" rileva nel luogo del progetto una forte connotazione simbolica. La connotazione simbolica è legata alla presenza del Piave, "Fiume Sacro alla Patria". La proposta del Parco delle arti di Jesolo individua quale ragion d'essere di questo luogo e della sua trasformazione quel particolare livello di realtà che possiamo chiamare metafisico attraverso la riappropriazione della sua dimensione simbolica. Dimensione oggi di fatto solo latente. Il modo in cui, attraverso il progetto, viene prefigurata questa riappropriazione e rappresentazione simbolica dei luoghi attinge al mito delle acque originarie per dare forma a quei luoghi e a quelle architetture in cui sono favoriti i riti, gli eventi e i fatti dell'arte e dello spettacolo. Natura e destino sono i termini con cui è possibile rammemorare un'origine e reimmaginare un futuro e nuovi valori a cui ancorare il progetto per il Parco delle arti di Jesolo. A partire dal mutuo intreccio tra natura e destino il progetto riflette sul tema della natura in quanto sorgente nativa e sull'archetipo della circolarità. Facciamo riferimento alla circolarità mitica, attraverso le forme che evocano la presenza e la custodia delle acque primigenie; alla circolarità ritmica, attraverso i luoghi che celebrano e favoriscono l'esperienza e la custodia di un tempo del gioco e dell'arte; alla circolarità spirituale, attraverso le forme che richiamano i temi originari di emersione/immersione come vuoto custodente (forma uterina) e del rito come inizio e acquisizione della coscienza della natura dei luoghi (teatralità dei luoghi e delle architetture).

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Selvabella è un’area agricola appartenente a Finale Emilia, nella bassa modenese. Anticamente era un bosco, poi trasformato in terreno per coltivare la canapa tessile, attualmente una distesa di campi agricoli senza alcuna vegetazione, caratterizzata da architetture parzialmente e totalmente crollate a seguito del terremoto del 2012. L'obiettivo è quello di riportare l'antico bosco a Selvabella, e rifunzionalizzare l'intera area anche attraverso nuove architetture come un museo della canapa e un agriturismo, con un progetto che possa dare una identità a questo luogo, sempre dialogando con la natura e con il contesto.

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La mia ricerca di tesi si è focalizzata sull'analisi del territorio e del paesaggio di Jesolo. Ho deciso di intervenire in un'area di collegamento tra Jesolo Lido e Jesolo paese, progettando un un museo del territorio. Il mio progetto di museo didattico-sensoriale permette ai visitatori di scoprire il territorio e l'ecosistema del territorio veneto.

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Tema principale del progetto è il restauro di questo luogo (in particolare l’anfiteatro): restauro inteso sia come conservazione della materia esistente, sia come progettazione di “nuovo”, costruito in stretta relazione con i resti antichi, per dare significato e soprattutto continuare l’uso di questo edificio. Il riuso dell’anfiteatro con funzione di “contenitore” di attività teatrali è diretta conseguenza della volontà di continuare ad utilizzare un edificio per lo stesso motivo per cui è stato costruito in antichità, chiaramente considerando le differenze e le evoluzioni che lo spazio teatrale ha avuto nel corso dei secoli. Il restauro dell’anfiteatro non può prescindere da una più ampia progettazione del parco archeologico, elemento fondamentale per la fruizione della città dal punto di vista didattico e ricreativo. Il progetto, quindi, cerca di studiare il sottile rapporto tra tempo e luogo, attraversando la storia, l’analisi, le potenzialità e i vincoli che danno forma al nuovo.

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Il progetto per la città romana di Suasa, prevede la realizzazione di edifici nuovi a supporto del nuovo parco, tra cui i due visitor center, un edificio nell'area del Tappatino e una nuova copertura e funzionalizzazione per la Domus dei Coiedii.

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Questa tesi di laurea prosegue il lavoro intrapreso durante il Laboratorio di Laurea “Archeologia e Progetto di Architettura” nell’anno accademico 2013-2014; il corso si è occupato delle indagini e analisi preliminari sulla città romana di Suasa nella valle del fiume Cesano nelle Marche. Attraverso la collaborazione con la Soprintendenza Archeologica delle Marche e il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna questo lavoro si è poi sviluppato nei mesi successivi arrivando a comporre il progetto di tesi per la valorizzazione e musealizzazione del parco archeologico di Suasa. Questo testo si compone di due parti: la prima raccoglie tutto il lavoro di analisi della città e del suo territorio frutto del lavoro collettivo di alcuni dei componenti del Laboratorio di Laurea, mentre la seconda descrive il progetto del nostro gruppo. Questo consiste nell’individuazione degli obiettivi e nello sviluppo delle strategie per fare di Suasa un parco archeologico di rilievo su cui sperimentare alcuni temi fondamentali nel dibattito attuale sulla musealizzazione dei reperti archeologici, confrontandosi con una intera area urbana inserita in un contesto paesaggistico che assume un ruolo fondamentale nelle scelte progettuali.

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Questa tesi di laurea prosegue il lavoro intrapreso durante il Laboratorio di Laurea “Archeologia e Progetto di Architettura” nell’anno accademico 2013-2014; il corso si è occupato delle indagini e analisi preliminari sulla città romana di Suasa nella valle del fiume Cesano nelle Marche. Attraverso la collaborazione con la Soprintendenza Archeologica delle Marche e il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna questo lavoro si è poi sviluppato nei mesi successivi arrivando a comporre il progetto di tesi per la valorizzazione e musealizzazione del parco archeologico di Suasa. Questo testo si compone di due parti: la prima raccoglie tutto il lavoro di analisi della città e del suo territorio frutto del lavoro collettivo di alcuni dei componenti del Laboratorio di Laurea, mentre la seconda descrive il progetto del nostro gruppo. Questo consiste nell’individuazione degli obiettivi e nello sviluppo delle strategie per fare di Suasa un parco archeologico di rilievo su cui sperimentare alcuni temi fondamentali nel dibattito attuale sulla musealizzazione dei reperti archeologici, confrontandosi con una intera area urbana inserita in un contesto paesaggistico che assume un ruolo fondamentale nelle scelte progettuali.

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Nel dibattito riguardante la valorizzazione delle aree archeologiche il ruolo della museografia quale disciplina capace di conciliare saperi come quello archeologico e quello architettonico,e ancora, tra la cultura conservativa e quella progettuale. All' interno del laboratorio di laurea è stato sviluppato un progetto per il sito archeologico della città romana di Suasa che oltre a tenere conto delle tematiche generali attinenti alle più recenti posizioni della disciplina architettonica e museografica in rapporto all’archeologia, dia delle risposte progettuali calate all’interno di un preciso contesto culturale e territoriale. I nuovi manufatti devono sapersi relazionare ai caratteri del luogo in cui si collocano, aree poste in contesti esterni in una dimensione paesaggistica e culturale complessa e stratificata. Luogo e paesaggio costituiscono quindi i termini generali di un’indagine che assume il valore di una ricerca progressiva finalizzata alla conoscenza decisiva per la progettazione, di realtà fortemente caratterizzate dalla dimensione archeologica paesaggistica.

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L’esigenza di contestualizzare le rovine di Suasa Senonum all’interno di un Parco Archeologico che racconti la composizione della città e le relazioni che questa ha intessuto con il territorio, ha condotto alla formulazione di un progetto territoriale; il Parco Archeologico è così inteso come un’occasione per rilanciare la conoscenza di un sistema che connette aspetti culturali, storici e paesaggistici. La città è intersecata da uno dei percorsi più antichi e importanti della Regione: la Salaria Gallica che attraversa città, borghi, vallate, fiumi e parchi archeologici tra cui quello di Suasa Senonum e offre la possibilità di leggere le dinamiche che hanno modellato il territorio sin dall’antichità. Il punto di forza di questa via consiste nell’offrire la possibilità di leggere come la natura e l’uomo abbiano interagito nel tempo e di come esso eserciti la propria opera modellatrice sul risultato delle loro relazioni. Queste considerazioni hanno portato ad affrontare temi che pongono l’accento su questioni che vanno dalle connessioni territoriali all’aggiunta di stratificazione sullo spessore del tempo culminando in un risultato che riconsegna la città alla collettività. Il progetto traduce queste riflessioni affrontando la costruzione di un ponte sul fiume Cesano quale punto di ricucitura della via Salaria Gallica, dell’inserimento di un visitor centre e della rivitalizzazione dell’anfiteatro quale luogo di spettacolo. Il filo conduttore del tutto, dal lining out all’opera land art, sta nella volontà di intaccare il meno possibile quell’equilibrio con cui la natura ha preso il sopravvento sulle attività umane di un tempo celandone le tracce; la sfida è stata quella di rendere l’organismo urbano nuovamente leggibile attraverso il progetto di architettura. Abbiamo così cercato di reinserire in un circuito ritrovato ciò che il tempo ha in parte cancellato.

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The Porta Nocera 2 program aims to study the process of establishing and developing a Roman urban necropolis from a road network, which is an essential setting in the expression of death in the Roman time. As such, the necropolis of Porta Nocera essentially excavated between 1952 and 1958 and then in 1983 offers a privileged field study. Indeed, monuments and funerary enclosures with burial structures (graves, cremation areas) built along the road to Nocera are well preserved and allow to observe funerary practices on a relatively short time, about 160 years, since we can assume that the necropolis has been founded with the colony in 80 BC. It is then the necessity to organize a burial area according to Roman customs, which is at the origin a new landscape development until then essentially marked by the presence of the urban wall.

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Paesaggio ed infrastrutture viarie sono un binomio molto forte: il primo ha insito il concetto di accessibilità, in quanto non può esistere senza la presenza di un osservatore; la strada, invece, trova i fattori che la connotano nel suo rapporto con la morfologia su cui insiste. Le infrastrutture viarie sono elemento strutturale e strutturante non solo di un territorio, ma anche di un paesaggio. Le attuali esigenze di mobilità portano oggi a ripensare ed adeguare molte infrastrutture viarie: laddove è possibile si potenziano le strutture esistenti, in diversi casi si ricorre a nuovi tracciati o a varianti di percorso. Porsi il problema di conservare itinerari testimoni della cultura materiale ed economica di una società implica considerazioni articolate, che travalicano i limiti del sedime: una via è un organismo più complesso della semplice linea di trasporto in quanto implica tutta una serie di manufatti a supporto della mobilità e soprattutto il corridoio infrastrutturale che genera e caratterizza, ovvero una porzione variabile di territorio definita sia dal tracciato che dalla morfologia del contesto. L’evoluzione dei modelli produttivi ed economici, che oggi porta quote sempre maggiori di popolazione a passare un tempo sempre minore all’interno del proprio alloggio, rende la riflessione sulle infrastrutture viarie dismesse o declassate occasione per la progettazione di spazi per l’abitare collettivo inseriti in contesti paesaggistici, tanto urbani che rurali, tramite reti di percorsi pensate per assorbire tagli di mobilità specifici e peculiari. Partendo da queste riflessioni la Tesi si articola in: Individuazioni del contesto teorico e pratico: Lo studio mette in evidenza come la questione delle infrastrutture viarie e del loro rapporto con il paesaggio implichi riflessioni incrociate a diversi livelli e tramite diverse discipline. La definizione dello spazio fisico della strada passa infatti per la costruzione di un itinerario, un viaggio che si appoggia tanto ad elementi fisici quanto simbolici. La via è un organismo complesso che travalica il proprio sedime per coinvolgere una porzione ampia di territorio, un corridoio variabile ed articolato in funzione del paesaggio attraversato. Lo studio propone diverse chiavi di lettura, mettendo in luce le possibili declinazioni del tema, in funzione del taglio modale, del rapporto con il contesto, del regime giuridico, delle implicazioni urbanistiche e sociali. La mobilità dolce viene individuata quale possibile modalità di riuso, tutela e recupero, del patrimonio diffuso costituito dalle diversi reti di viabilità. Antologia di casi studio: Il corpo principale dello studio si basa sulla raccolta, analisi e studio dello stato dell’arte nel settore; gli esempi raccolti sono presentati in due sezioni: la prima dedicata alle esperienze più significative ed articolate, che affrontano il recupero delle infrastrutture viarie a più livelli ed in modo avanzato non concentrandosi solo sulla conversione del sedime, ma proponendo un progetto che coinvolga tutto il corridoio attraversato dall’infrastruttura; la seconda parte illustra la pratica corrente nelle diverse realtà nazionali, ponendo in evidenza similitudini e differenze tra i vari approcci.

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Tässä pro gradu –tutkielmassa tarkastellaan museoita osana yhteiskunnan historiakulttuuria; niitä tapoja joiden pohjalta käsityksiä menneestä tuotetaan ja käytetään. Aihetta lähestytään kysymällä millaisia kulttuurihistoriallisia museoita pääkaupunkiseudulle on perustettu ja millaiset teemat eivät ole olleet museon arvoisia. Tutkielmassa selvitetään onko pääkaupunkiseudulle perustetuissa kulttuurihistoriallisissa museoissa havaittavissa ajallista aaltoa sen suhteen millaisille aiheille on perustettu oma museo. Lopuksi pohditaan esimerkkitapausten valossa sitä, miten erilaisia teemoja edustavien museoiden perustamistarvetta on perusteltu omana aikanaan. Etsimällä vastauksia tutkimuskysymyksiin pyritään samalla hahmotetaan sitä, millaista yhteiskunnallista historiakulttuuria museot ovat olleet osa. Työn ensimmäisessä vaiheessa kartoitettiin millaisia kulttuurihistoriallisia museoita pääkaupunkiseudulla on ollut. Museoviraston ja Suomen museoliiton aineistojen avulla on listattu kooste vuosien 1875-2010 välillä pääkaupunkiseudulla olleista museoista. Museoiden perustamiseen ja museokentältä katoamiseen liittyvää koostetta on täydennetty Helsingin matkailuyhdistyksen julkaisujen tiedoilla sekä museoiden omilla tiedonannoilla. Tutkielman museot on luokiteltu edustamiensa teemojen mukaan. Tarkoituksena on ollut hahmotella miten pääkaupunkiseudun kulttuurihistoriallisten museoiden kenttä on muuttunut 135 vuoden aikana. Työn toisessa vaiheessa tarkasteltiin neljän esimerkkitapauksen kautta museokentän ajallista muutosta ja sitä millaisia perusteluita museoiden perustamiselle on annettu sekä millaista keskustelua museon perustamisesta on omana aikanaan käyty. Esimerkkitapausten tarkastelun lähteinä käytettiin arkistomateriaalia, aikakauden lehdissä museoista käytyä keskustelua ja museoista kirjoitettuja historiikkeja. Pääkaupunkiseudun kulttuurihistoriallisissa museoissa on tutkielman mukaan havaittavissa löyhä ajallinen muutos. Kulttuurihistoriallisten museoiden edustamat historian kertomukset ovat muuttuneet ja pirstaloituneet 135 vuoden aikana virallisesta, kansallisesta historian kertomuksesta kohti useita pienempiä historian kertomuksia ja erilaisten ryhmien omaa historiaa. 1800-1900-lukujen taitteessa perustettiin pääosin valtiollisia ja instituutioiden historiaan keskittyneitä museoita sekä suurmiehille omistettuja henkilöhistoriallisia museoita. Valtiolliset ja henkilöhistorialliset teemat näkyvät museoissa läpi koko tutkielman tarkasteluajanjakson. Kansallisen historian katse suuntasi paikalliseen 1900-luvun alussa ja 1980-luvulla, jolloin perustettiin erityisen paljon paikallishistoriallisia ja alueellisia museoita. 1970-1990-luvuilla museokenttää hallitsivat monet tekniikkaan, teollisuuteen ja yrityshistoriaan keskittyneet museot. Tultaessa 2000-luvulle museot edustivat lapsiin, nuoriin, koulutukseen ja monikulttuurisuuteen liittyviä teemoja. Tutkielman toisen vaiheen esimerkkitapausten tarkastelu osoitti, että erilaisia teemoja edustavien museoiden perustamistarvetta perustellaan hyvin samankaltaisesti. Niin 1800-luvun lopussa kuin 1900-luvun lopussa museoiden tarvetta perusteltiin kasvatus- ja sivistystyöllä ja aihealueen arvostuksen kasvulla. Museon perustamisen koettiin osoittavan Suomen kuuluvan osaksi länsimaisia sivistysyhteiskuntia. Museoiden perustamisen taustalla on usein ollut asiaa ajanut yhdistys. Kuitenkin museohanke on ollut vuosikausien projekti ja konkretisoitunut usein vasta kun museon tiloihin ja talouteen liittyvät kysymykset on saatu kuntoon. Tutkielman loppupäätelmien myötä hahmottui monia historiantutkimuksellisen lisätarkastelun arvoisia aiheita museoista osana yhteiskunnan historiakulttuuria. Avainsanat – Nyckelord – Keywords kulttuurihistorialliset museot, historiakulttuuri, historiankäyttö, yhteiskunta

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Resumen: No momento em que a Eneida foi composta, entre os anos 29 e 19 a.C, a memória da divinização de César se fazia presente, lançando também a expectativa sobre a consecratio do próprio Imperador. No poema épico, o prenúncio da apoteose de Augusto surge na mesma profecia em que Júpiter assegura a Vênus a acolhida de seu filho, Enéias, entre os imortais (VIRGÍLIO, Eneida, I.259- 289). Este tema reaparece nas Metamorfoses de Ovídio cujas linhas finais do livro XV retratam a transformação de Júlio César em astro – sidus - e mencionam o dia em que o Princeps deverá receber, nos céus, as preces de seus governados (OVÍDIO, Metamorfoses, XV.745-879). Tendo em vista a instituição do culto imperial, problematizaremos nas obras mencionadas as relações entre mito, memória e poder no Principado.

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[ES] Se trata de un área cubierta de unos 8 x 8 metros (la altura del techo es de unos 2,5 metros en la zona más baja) en la que se disponen varios huesos de diferentes especies entre los que destacan, por su porte, varios colmillos de elefante.