996 resultados para Resistenze al moto rotabili passeggeri e merci
Resumo:
In questa tesi, sono esposti i sistemi di navigazione che si sono evoluti, parimenti con il progresso scientifico e tecnologico, dalle prime misurazioni della Terra, per opera della civiltà ellenica, circa 2.500 anni fa, sino ai moderni sistemi satellitari e ai mai tramontati sistemi di radionavigazione. I sistemi di navigazione devono rispondere alla sempre maggiore richiesta di precisione, affidabilità, continuità e globalità del servizio, della società moderna. È sufficiente pensare che, attualmente, il solo traffico aereo civile fa volare 5 miliardi di passeggeri ogni anno, in oltre 60 milioni di voli e con un trasporto cargo di 85 milioni di tonnellate (ACI - World Airports Council International, 2012). La quota di traffico marittimo mondiale delle merci, è stata pari a circa 650 milioni di TEU (twenty-foot equivalent unit - misura standard di volume nel trasporto dei container ISO, corrisponde a circa 40 metri cubi totali), nel solo anno 2013 (IAPH - International Association of Ports and Harbors, 2013). Questi pochi, quanto significativi numeri, indicano una evidente necessità di “guidare” questo enorme flusso di aerei e navi in giro per il mondo, sempre in crescita, nella maniera più opportuna, tracciando le rotte adeguate e garantendo la sicurezza necessaria anche nelle fasi più delicate (decollo e atterraggio per gli aeroplani e manovre in porto per le grandi navi). Nello sviluppo della tesi si proverà a capire quali e quanto i sistemi di navigazione possono assolvere al ruolo di “guida” del trasporto aereo e marittimo.
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Il presente elaborato propone un approccio alla traduzione per l’infanzia e, più concretamente, è la proposta di traduzione del libro "Una princesa en motocicleta" di Raquel Garrido Martos. L’elaborato si presenta, inoltre, come proposta editoriale per una casa editrice italiana che si dedichi alla rottura degli stereotipi e alla prevenzione della discriminazione per un’educazione paritaria. Dunque, questo lavoro si propone anche come contributo all’abbattimento di modelli sessisti prestabiliti, al fine di garantire al giovane pubblico la libertà di creare una propria identità. La struttura del presente elaborato è divisa principalmente in quattro capitoli. Il primo presenta l’autrice, la casa editrice spagnola e la possibile casa editrice italiana per l’eventuale pubblicazione del libro e la tematica principale del racconto. Il secondo capitolo è la proposta di traduzione, mentre il terzo presenta un’analisi alla traduzione, cioè la spiegazione delle difficoltà riscontrate dal punto di vista fonetico, lessicale e morfosintattico e le rispettive soluzioni traduttive. Il quarto capitolo descrive in breve l’esperimento di lettura effettuato sul campo, dal quale sono derivate alcune scelte di traduzione. Infine, nella conclusione, si traggono delle brevi considerazioni relative al processo di traduzione.
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Il presente lavoro di tesi analizza un tratto del fiume Secchia, prossimo alla località di Veggia (Sassuolo), al fine di determinare la variazione del livello idrometrico in funzione di diverse portate associate a tempi di ritorno a breve e lungo termine. Vengono dapprima introdotti il concetto di rischio idraulico ed i relativi riferimenti normativi che lo disciplinano, unitamente ai piani di gestione e ai possibili interventi di protezione fluviale. Si introduce successivamente il codice di calcolo HEC-RAS, che viene impiegato nel presente studio per simulare l’andamento dei profili di moto permanente, nel caso in cui il fiume sia o meno interessato dalla presenza di un ponte. In entrambi i casi vengono poi discusse le variazioni dei livelli idrometrici per portate con tempi di ritorno di 20, 100 e 200 anni: si osserva che l’asta fluviale è a rischio nella zona a valle dello studio, mentre nella zona dove è ubicato il ponte l’aumentare dei livelli idrometrici non mette in crisi la struttura. A seguire vengono presentate le opere di mitigazione, destinate alla protezione dell’alveo e dell’ambiente circostante. Poi, si mostrano le opere di mitigazione, essi funzionano di diminuire i rischi dalla diversa classificazione di opere.
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Lo scopo di questa tesi è quello di ottenere una rappresentazione grafica del profilo di velocità di un fluido all’interno di un condotto. In particolare si studieranno le equazioni di bilancio facendo alcune ipotesi semplificative riguardo il moto del fluido. Si considererà un moto laminare in condizione di completo sviluppo dinamico e convezione forzata. Grazie a queste ipotesi si riuscirà ad ottenere un’equazione semplificata di Navier-Stokes, che permetterà di calcolare l’andamento della velocità all’interno di condotti con qualsiasi forma della sezione. In questo caso si confronterà il profilo di velocità di un condotto a sezione circolare con uno a sezione circolare forata come in uno scambiatore di calore a tubi concentrici. Per risolvere l’equazione di Navier-Stokes e stampare l’andamento delle velocità all’interno della sezione del condotto si è utilizzato il software “Mathematica”, che è stato appreso durante l’attività di tirocinio curriculare. Questo software offre un supporto notevole allo studio matematico di qualsiasi problema. Permette inoltre di avere un riscontro grafico dei risultati ottenuti, direttamente nell’interfaccia utilizzata per la stesura del codice. Per rappresentare il profilo di velocità sarà inoltre utilizzato il metodo degli elementi finiti all’interno di Mathematica, che permetterà di ottenere una soluzione più uniforme e vicina alla realtà. Il metodo degli elementi finiti (FEM) permette di semplificare lo studio del moto di un fluido, in quanto ci dà la possibilità di avere un sistema di equazioni algebriche che ne descrivono il moto, invece di equazioni differenziali e le sue relative condizioni al contorno. Sarà quindi brevemente descritto questo metodo che è stato di grande aiuto tramite l’implementazione della “mesh” su Mathematica.
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A low temperature synthesis method based on the decomposition of urea at 90°C in water has been developed to synthesise fraipontite. This material is characterised by a basal reflection 001 at 7.44 Å. The trioctahedral nature of the fraipontite is shown by the presence of a 06l band around 1.54 Å, while a minor band around 1.51 Å indicates some cation ordering between Zn and Al resulting in Al-rich areas with a more dioctahedral nature. TEM and IR indicate that no separate kaolinite phase is present. An increase in the Al content however, did result in the formation of some SiO2 in the form of quartz. Minor impurities of carbonate salts were observed during the synthesis caused by to the formation of CO32- during the decomposition of urea.
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Hydrotalcites of formula Mg6 (Fe,Al)2(OH)16(CO3).4H2O formed by intercalation with the carbonate anion as a function of divalent/trivalent cationic ratio have been successfully synthesised. The XRD patterns show variation in the d-spacing attributed to the size of the cation. Raman and infrared bands in the OH stretching region are assigned to (a) brucite layer OH stretching vibrations (b) water stretching bands and (c) water strongly hydrogen bonded to the carbonate anion. Multiple (CO3)2- symmetric stretching bands suggest that different types of (CO3)2- exist in the hydrotalcite interlayer. Increasing the cation ratio (Mg/Al,Fe) resulted in an increase in the combined intensity of the 2 Raman bands at around 3600 cm-1, attributed to Mg-OH stretching modes, and a shift of the overall band profile to higher wavenumbers. These observations are believed to be a result of the increase in magnesium in the structure. Raman spectroscopy shows a reduction in the symmetry of the carbonate, leading to the conclusion that the anions are bonded to the brucite-like hydroxyl surface and to the water in the interlayer. Water bending modes are identified in the infrared spectra at positions greater than 1630 cm-1, indicating the water is strongly hydrogen bonded to both the interlayer anions and the brucite-like surface.
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Deformation Behaviour of microcrystalline (mc) and nanocrystalline (nc) Mg-5%Al alloys produced by hot extrusion of ball-milled powders were investigated using instrumented indentation tests. The hardness values of the mc and nc metals exhibited indentation size effect (ISE), with nc alloys showing weaker ISE. The highly localized dislocation activities resulted in a small activation volume, hence enhanced strain rate sensitivity. Relative higher strain rate sensitivity and the negative Hall-Petch Relationship suggested the increasingly important role of grain boundary mediated mechanisms when the grain size decreased to nanometer region.
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Magnesium alloys are attracting increasing research interests due to their low density, high specific strength and good mechineability and availability as compared to other structural materials. However, the deformation and failure mechanisms of nanocrystalline Mg alloys have not been well understood. In this work, the deformation behavior of nanocrystalline Mg-5% Al alloys was investigated using compression test, with a focus on the effects of grain size. The average grain size of the Mg-Al alloy was changed from 13 µm to 50 nm via mechanical milling. The results showed that grain size had a significant influence on the yield stress and ductility of the Mg alloys, and the materials exhibited increased strain rate sensitivity with decrease of grain size. The deformation mechanisms were also strongly dependent with the grain sizes.
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Personal reflections on the We Al-Li Program
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Near infrared (NIR), X-ray diffraction (XRD) and infrared (IR) spectroscopy have been applied to halotrichites of the formula MgAl2(SO4)4∙22H2O, MnAl2(SO4)4∙22H2O and ZnAl2(SO4)4∙22H2O. Comparison of the halotrichites in different spectral regions has shown that the incorporation of a divalent transition metal into the halotrichite structure causes a shift in OH stretching band positions to lower wavenumbers. Therefore, an increase in hydrogen bonded water is observed for divalent cations with a larger molecular mass. XRD has confirmed the formation of halotrichite for all three samples and characteristic peaks of halotrichite have been identified at 18.5 and 24.5° 2θ, along with a group of six peaks between 5 and 15° 2θ. It has been observed that Mg-Al and Mn-Al halotrichite are very similar in structure, while Zn-Al showed several differences particularly in the NIR spectra. This work has shown that halotrichite structures can be synthesised and characterised by infrared and NIR spectroscopy.
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Firstly, the authors would like to thank the editor for the opportunity to respond to Dr Al-Azri’s and Dr Al-Maniri’s letter. Secondly, while the current authors also accept that deterrence-based approaches should act as only one corner-stone of a suite of interventions and public policy initiatives designed to improve road safety, deterrence-based approaches have nonetheless consistently proven to be a valuable resource to improve road safety. Dr Al-Azri and Dr Al-Maniri reinforce their assertion about the limited utility of deterrence by citing drink driving research, and the issue of drink driving is particularly relevant within the current context given that the problem of driving after drinking has historically been addressed through deterrence-based approaches. While the effectiveness of deterrence-based approaches to reduce drink driving will always be dependent upon a range of situational and contextual factors (including police enforcement practices, cultural norms, etc), the utilisation of this approach has proven particularly effective within Queensland, Australia. For example, a relatively recent comprehensive review of Random Breath Testing in Queensland demonstrated that this initiative not only had a deterrent impact upon self-reported intentions to drink and drive, but was also found to have significantly reduced alcohol-related fatalities in the state. However, the authors agree that deterrence-based approaches can be particularly transient and thus require constant “topping up” not least through sustained public reinforcement, which was clearly articulated in the seminal work by Homel.
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This article analyses the legality of Israel’s 2007 airstrike on an alleged Syrian nuclear facility at Al-Kibar—an incident that has been largely overlooked by international lawyers to date. The absence of a threat of imminent attack from Syria means Israel’s military action was not a lawful exercise of anticipatory self-defence. Yet, despite Israel’s clear violation of the prohibition on the use of force there was remarkably little condemnation from other states, suggesting the possibility of growing international support for the doctrine of pre-emptive self-defence. This article argues that the muted international reaction to Israel’s pre-emptive action was the result of political factors, and should not be seen as endorsement of the legality of the airstrike. As such, a lack of opinio juris means the Al-Kibar episode cannot be viewed as extending the scope of the customary international law right of self-defence so as to permit the use of force against non-imminent threats. However, two features of this incident—namely, Israel’s failure to offer any legal justification for its airstrike, and the international community’s apparent lack of concern over legality—are also evident in other recent uses of force in the ‘war on terror’ context. These developments may indicate a shift in state practice involving a downgrading of the role of international law in discussions of the use of force. This may signal a declining perception of the legitimacy of the jus ad bellum, at least in cases involving minor uses of force.