999 resultados para Diglossia (Linguistica)


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L'elaborato considera il ruolo dell'empatia nella mediazione linguistica: ne analizza l'importanza per la decodifica dei messaggi non verbali, si sofferma sulla necessità di combinarla con il principio di neutralità e fornisce alcune linee guida per la didattica della mediazione interculturale.

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Il presente elaborato si pone l’obiettivo di mostrare e analizzare il fenomeno sempre più diffuso del Child Language Brokering (CLB). Si tratta di una scelta dettata non solo dall’attualità dell’argomento, tenuto conto dei grandi flussi migratori che hanno caratterizzato di recente lo scenario europeo, ma anche da motivi di carattere personale. Nelle pagine seguenti mi occuperò di descrivere la situazione all’interno della quale questo fenomeno si sviluppa, i motivi per i quali il bambino riveste il ruolo di language broker, in che misura questo lo condiziona a livello emotivo e come cambiano le sue relazioni all’interno della famiglia e con i propri pari. Successivamente analizzerò cosa significa realmente mediare e quali sono le strategie che questi piccoli mediatori adottano per svolgere questa attività. Nell’ultimo capitolo mi soffermerò sull’impatto che tale ruolo può avere sull’identità e sulle conseguenze che comporta il vivere tra due culture.

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The linguistic situation in Greek-speaking Cyprus has been traditionally described as a textbook case of diglossia à la Ferguson (1959) with Standard Modern Greek (SModGr) being labelled as the High variety and Cypriot Greek (CypGr), the regional ModGr variety of Cyprus, being labelled the Low variety (Arvaniti, 2011; Moschonas, 1996). More recently, however, it has been proposed that the linguistic repertoire available to speakers features an array of forms of CypGr, which is best described as a continuum ranging from basilectal to acrolectal varieties (Katsoyannou et al., 2006; Tsiplakou et al., 2006). The basilectal end encompasses low prestige varieties predominantly spoken in rural areas. The acrolectal end is occupied by the version of SModGr used in the public domain in Cyprus (Arvaniti, 2006/2010). SModGr is known to carry high prestige in Cyprus. Speakers of CypGr describe speakers of the standard as more attractive, more intelligent, more interesting and more educated than speakers of the Cypriot dialect (Papapavlou, 1998). In this paper, I explore the relation between SModGr and CypGr in a diasporic setting, namely, the Greek Cypriot community of London. The United Kingdom is home to a sizeable Greek Cypriot community, whose population is presently estimated to fall between 200,000 and 300,000 individuals (Christodoulou-Pipis, 1991; National Federation of Cypriots in the UK). Similarly to the Cyprus homeland, the members of the Greek Cypriot parikia (‘community’) share a rich linguistic repertoire, which, in addition to varieties of Greek, crucially includes English. As is often the case with diasporas, the parikia does not form a homogeneous speech community in that not all of its members have an equally good command of Greek or even English. Rather, different types of monolingual and bilingual speakers are found including a large number of heritage speakers in the sense of Benmamoun et al. (2013), Montrul (2008, 2015) and Polinsky & Kagan (2007). Twenty British-born heritage speakers of CypGr were interviewed on their attitudes towards the different varieties of Greek. Results indicate that the prestige relation between SModGr and CypGr that holds in Cyprus has been transplanted to the parikia. SModGr is widely perceived as the prestigious variety and is described in positive terms (‘correct’, ‘proper’). The use of CypGr, on the other hand, enjoys covert prestige: it is perceived as an index of solidarity and in-group membership but at the same time is also viewed by heritage speakers as reminiscent of the hardship and lack of education of the generation that brought CypGr to the UK. In certain cases, the use of CypGr by heritage speakers is actively discouraged by the first generation not only in the public domain but also in private domains such as the home. Active discouragement targets both lexical and grammatical variants that are traditionally associated with basilectal varieties of CypGr, and heritage language features, especially the adoption of morphologically adapted loanwords from English. References Arvaniti, Amalia. 2006/2010. Linguistic practices in Cyprus and the emergence of Cypriot Standard Greek. Mediterranean Language Review 17, 15–45. Benmamoun, Elabbas, Silvina Montrul & Maria Polinsky. 2013. Heritage languages and their speakers: opportunities and challenges for linguists. Theoretical Linguistics 39(3/4), 129–181. Christodoulou-Pipis, Irina. 1991. Greek Outside Greece: Language Use by Greek-Cypriots in Britain. Nicosia: Diaspora Books. Ferguson, Charles A. 1959. Diglossia. Word 15(2), 325–340. Katsoyannou, Marianna, Andreas Papapavlou, Pavlos Pavlou & Stavroula Tsiplakou. 2006. Didialektikes koinotites kai glossiko syneches: i periptosi tis kypriakis [Bidialectal communities and linguistic continuum: the case of Cypriot Greek]. In Mark Janse, Brian D. Joseph & Angela Ralli (eds.), Proceedings of the 2nd International Conference of Modern Greek Dialects and Linguistic Theory, Mytilene, Greece, 30 September – 3 October 2004, 156–171. Patras: University of Patras. Montrul, Silvina A. 2008. Incomplete Acquisition in Bilingualism: Re-examining the Age Factor. Amsterdam/Philadelphia: John Benjamins. Montrul, Silvina. 2015. The Acquisition of Heritage Languages. Cambridge: Cambridge University Press. Moschonas, Spiros. 1996. I glossiki dimorfia stin Kypro [Diglossia in Cyprus]. In “Ischyres” – “Astheneis” Glosses stin Evropaiki Enosi: Opseis tou glossikou igemonismou [“Strong” – “Weak” Languages in the European Union: Aspects of Linguistic Imperialism], 121–128. Thessaloniki: Kentro Ellinikis Glossas. Polinsky, Maria & Olga Kagan. 2007. Heritage languages: in the ‘wild’ and in the classroom. Languages and Linguistics Compass 1(5), 368–395. Tsiplakou, Stavroula, Andreas Papapavlou, Pavlos Pavlou & Marianna Katsoyannou. 2006. Levelling, koineization and their implications for bidialectism. In Frans L. Hinskens (Eds.), Language Variation – European Perspectives: Selected Papers from the Third International Conference on Language Variation in Europe (ICLaVE 3), Amsterdam, June 2005, 265–279. Amsterdam/Philadelphia: John Benjamins.

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L'elaborato si prefigge di presentare una proposta di localizzazione di Apex Legends attraverso l'utilizzo di una metodologia che introduce la locale IT:Gaming, supportata dall'ipotesi di "economia pratico-linguistica". Si tratta di una localizzazione "sovversiva", il cui obiettivo è quello di utilizzare la lingua d'uso che si è stabilita tra gli utenti dei videogiochi online.

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La tesi si propone l'obiettivo di esaminare le caratteristiche della lingua dell'aviazione, il cosiddetto Aviation English (AE), rivolgendo un'attenzione particolare alle dinamiche delle interazioni verbali che avvengono tra piloti e controllori del traffico aereo. A partire da un breve excursus sui diversi tipi di linguaggi, da quelli specialistici alle lingue controllate, si cercherà di fornire una chiara definizione dell'AE, delineando gli aspetti che lo rendono una vera e propria lingua e non una semplice varietà di inglese. La tesi passerà in rassegna tutte le convenzioni e le regole che compongono questa lingua e che rendono la comunicazione in volo efficace a livello internazionale. Si vedrà anche come la comunicazione in aviazione sia suscettibile a molti fattori linguistici (e non), il che comporta per gli operatori del settore, l'obbligo di conoscerla a fondo, più della loro stessa lingua madre. In conclusione, si eseguirà un'analisi conversazionale di una comunicazione terra-bordo-terra realmente avvenuta in un'emergenza. Più precisamente, si tratta dell'estratto del volo US Airways 1549, diventato famoso come "il miracolo dell'Hudson". Questo permetterà di mettere in risalto le regole dell'AE, applicate in un caso concreto, quanto singolare, e notare come queste siano efficaci nel gestire, a livello comunicativo e operativo, gli imprevisti.

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Il segreto di Pietramala (La nave di Teseo, 2018) è il primo romanzo di Andrea Moro e si caratterizza per la discussione di teorie linguistiche all’interno di una veste narrativa. A partire dai contenuti del romanzo, i cinque capitoli in cui si articola l’elaborato propongono una riflessione sul ruolo che la linguistica riveste e sul modo in cui emerge nella narrazione, sui principi di analogia e anomalia e sul rapporto tra sintassi e cervello, sull’acquisizione del linguaggio e sull’ipotesi di una lingua primigenia, sulla linguistica come scienza empirica e sulla natura della sintassi, sull’impossibilità di stilare graduatorie di valore delle lingue.