903 resultados para Digestione anaerobica, VFA, P y-AD, PHA


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L’attuale condizione che caratterizza il settore energetico richiede un necessario processo di riconversione che, oltre a favorire il risparmio energetico, riduca la dipendenza dai combustibili fossili ed accresca l’impiego di fonti energetiche rinnovabili, dando un contributo fondamentale alla riduzione delle emissioni di gas serra come diversi accordi internazionali richiedono. Si rende pertanto necessario accelerare i processi che da alcuni anni stanno favorendo l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili. Tra queste, le fonti legate ai processi di trattamento biologico dei reflui stanno avendo un interessante sviluppo. Esistono numerosi processi biologici che consentono la produzione di energia in maniera indiretta, quali ad esempio i processi di digestione anaerobica finalizzati alla produzione di biogas e/o produzione biologica di idrogeno. In tale contesto si inserisce la tecnologia delle Microbial Fuel Cell, che consente la produzione diretta di energia elettrica, finalizzata al recupero energetico inteso al miglioramento dell’efficienza energetica e alla riduzione dei costi d’esercizio di impianti di trattamento biologico dei reflui. Il presente lavoro di Tesi di Dottorato sperimentale, svoltosi in collaborazione al laboratorio PROT.-IDR. della sede ENEA di Bologna, riporta i risultati dell’attività di ricerca condotta su una MFC (Microbial Fuel Cell) a doppio stadio biologico per il trattamento di reflui ad elevato carico organico e produzione continua di energia elettrica. E’ stata provata l’applicabilità della MFC con entrambi i comparti biotici utilizzando elettrodi di grafite non trattata ottenendo, con un carico organico in ingresso di circa 9 gd-1, valori di potenza massima prodotta che si attestano su 74 mWm-2, corrente elettrica massima generata di 175 mAm-2 ad una tensione di 421 mV, ed una conversione di COD in elettricità pari a 1,2 gCODm-2d-1. I risultati sono stati molto positivi per quanto riguarda le prestazioni depurative ottenute dalla MFC. L’efficienza di depurazione misurata ha raggiunto un valore massimo del 98% di rimozione del COD in ingresso, mentre e la concentrazione di azoto ammoniacale nell’effluente raccolto all’uscita del sedimentatore è sempre stata inferiore a 1 mgN-NH4+l-1. Tra gli obiettivi posti all’inizio della sperimentazione si è rivelata di notevole interesse la valutazione del possibile utilizzo della MFC come sistema per il monitoraggio on-line del COD e degli acidi grassi volatili (VFA) prodotti all’interno di un digestore anaerobico, attraverso la definizione di una correlazione tra i dati elettrici registrati in continuo e le concentrazioni di CODanaer e VFA misurate in diversi periodi della sperimentazione. L’analisi DGGE della biomassa catodica ha fornito uno strumento analitico utile allo studio della diversità della comunità microbica sospesa ed adesa al catodo e ha confermato la forte similarità delle specie batteriche riconosciute nei campioni analizzati. In particolare, le bande di sequenziamento ottenute sono affiliate ai gruppi batterici Firmicutes, -Proteobacteria,  -Proteobacteria, -Proteobacteria e Bacteroidetes. Da quanto emerso dalla sperimentazione condotta si ppertanto concludere che ad oggi le MFC sono in fase di evoluzione rispetto ai primi prototipi utilizzati per lo studio delle comunità microbiali e per la comprensione dei meccanismi di trasferimento elettronico. Sfruttarne la potenza prodotta in maniera commerciale diviene una grande sfida per il futuro, ed è opinione comune che le prime applicazioni pratiche delle MFC saranno come fonte di recupero energetico per i dispositivi utilizzati per il monitoraggio dell’ambiente e per il trattamento delle acque reflue.

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Si bien el proceso de globalización supone mejorías en las economías y condiciones más ventajosas para la integración, éste no ha significado un avance considerable en la calidad de vida de América Latina en términos políticos, sociales y económicos. En efecto, las principales adversidades que debe enfrentar la región están asociadas a la concentración de la riqueza, a un desarrollo social incompleto, a economías vulnerables e insuficientemente diversificadas y a una débil gobernabilidad. A la luz de estas problemáticas y ad portas de cumplir 40 años de la integración andina, resulta necesario analizar su estado actual, así como los desafíos a corto y mediano plazo que este grupo deberá enfrentar. En virtud de lo anterior, el comentario OPEC No. 5 presenta un balance sintético de lo recorrido hasta el momento en tres ejes temáticos: gobernabilidad, cohesión social y asuntos económicos. Finalmente, se plantearán algunas inquietudes sobre el futuro de la integración andina.

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El neurofeedback es una técnica no invasiva en la que se pretende corregir, mediante condicionamiento operante, ondas cerebrales que se encuentren alteradas en el electroencefalograma. Desde 1967, se han conducido numerosas investigaciones relacionadas con los efectos de la técnica en el tratamiento de alteraciones psicológicas. Sin embargo, a la fecha no existen revisiones sistemáticas que reúnan los temas que serán aquí tratados. El aporte de este trabajo es la revisión de 56 artículos, publicados entre los años 1995 y 2013 y la evaluación metodológica de 29 estudios incluidos en la revisión. La búsqueda fue acotada a la efectividad del neurofeedback en el tratamiento de depresión, ansiedad, trastorno obsesivo compulsivo (TOC), ira y fibromialgia. Los hallazgos demuestran que el neurofeedback ha tenido resultados positivos en el tratamiento de estos trastornos, sin embargo, es una técnica que aún está en desarrollo, con unas bases teóricas no muy bien establecidas y cuyos resultados necesitan de diseños metodológicamente más sólidos que ratifiquen su validez.

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El propósito de esta disertación es rescatar las interpretaciones de Tierra y Mar en lo que se refiere al surgimiento del Orden Internacional Moderno, con el objetivo de explicar la percepción de los acontecimientos por parte de Carl Schmitt y su aporte filosófico-jurídico a la comprensión de la historia y teoría de las Relaciones Internacionales. La particularidad de esta obra de Schmitt es su estilo profundo: la variedad y amplitud de temas que abarca, que contrasta con la brevedad del texto. El presente trabajo ha encontrado vacíos en el estudio de Tierra y Mar, así como interpretaciones distintas a las propuestas por el autor, en lo concerniente al surgimiento del Orden Internacional Moderno. La originalidad de la obra de Schmitt consiste en proponer, en realidad, dos órdenes internacionales distintos que surgen en el mundo moderno.

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Se presenta en este artículo una síntesis de la situación compartativa de Andalucía, en el contexto del conjunto de Comunidades Autónomas españolas, comentando algunos indicadores recientes significativos de sus desigualdades (interiores y ad extra), que no siempre deben ser asimiladas a las diferencias. En la gran mayoría de los casos aquéllas se registran desde hace más de cuatro décadas, y mantienen a la región más poblada de España en una situación de inferioridad socioeconómica que carece de justificación. Salvo por la presencia de factores tales como la escasa iniciativa empresarial, o la adopción de decisiones desde los círculos de poder, que no hace mucho han dado más importancia a las apariencias que a la resolución del fondo de los problemas laborales, de infraestructura y de producción que la atenazan. Los cuales, desde hace un siglo, mantienen a Andalucía en una posición que no cabe explicar en términos que ignoren su profunda, complicada y desigual realidad social.

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I processi microbiologici rivestono una grande importanza nello sviluppo di combustibili e sostanze chimiche da fonti rinnovabili (biomassa), quali: il biometano e le bioplastiche, come i poli(idrossialcanoati), PHA. I PHA sono poliesteri ottenuti per condensazione di 3-idrossiacidi, il più comune dei quali è il poli(3-idrossibutirrato, PHB). Gli alti costi di produzione del PHA da colture microbiche singole ha portato a valutare nuove strategie, tra cui l’utilizzo di colture microbiche miste (MMC) e substrati di scarto. Il bio-olio ottenuto dalla pirolisi di biomassa potrebbe essere un substrato interessante per la produzione di biogas e PHA. Gli acidi a catena corta (acidi grassi volatili, VFA), infatti, sono i prodotti intermedi nella produzione sia di biogas che di PHA. L’analisi di questi ultimi viene normalmente effettuata tramite GC-FID o GC-MS. La degradazione termica (pirolisi, Py) di PHA produce acidi alchenoici caratteristici, come l’acido crotonico. Il metodo tradizionale per la determinazione del PHA è la metanolisi seguita da un’analisi GC-MS, una procedura laboriosa con uso di solventi clorurati e sostanze corrosive. Lo scopo principale di questa tesi è stato quello di sviluppare un nuovo metodo di analisi dei PHA. Il metodo studiato si basa sulla pirolisi diretta della biomassa e determinazione degli acidi alchenoici prodotti dalla degradazione del PHA in GC-FID. La pirolisi analitica è stata studiata tramite analisi di polimeri puri (per la calibrazione) e poi è stata applicata a campioni batterici derivanti da MMC e a ceppi selezionati. Il confronto con il metodo convenzionale ha dimostrato che la Py/GC-FID è un metodo valido per l’identificazione dei PHA e per la loro quantificazione nelle matrici batteriche. Il pre-trattamento del campione è minimo e non richiede l’uso di solventi e reagenti chimici. Inoltre, è stata applicata una tecnica di analisi dei VFA nei test di biometanazione basata sull’estrazione con una microquantità di dimetilcarbonato.

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Las piezas compuestas, constituidas por una parte prefabricada y otra hormigonada in situ, comenzaron a ser investigadas hace más de 30 años, dado el interés que su utilización despertó, por tratarse de elementos semiindustrializados de gran campo de aplicación. Las investigaciones que han sido desarrolladas han abordado el estudio del comportamiento de uniones con armaduras de cosido atravesando las "interfaces" o superficies de contacto, siendo más escasas las investigaciones concernientes a piezas sin tal armadura. Estudios sobre las condiciones específicas de ejecución en lo referente a tratamiento de las superficies de contacto, estado de saturación de la unión, sistema de compactación, no se han abordado de forma sistemática en las investigaciones precedentes. Hoy en día se conocen con buena aproximación los mecanismos de transferencia del esfuerzo rasante en las piezas compuestas. También se han evaluado en investigaciones precedentes la aplicabilidad de los modelos de ensayo a los estudios de la influencia de determinadas variables que condicionan la resistencia a rasante en función de las características de las piezas, tanto tipológicas como de comportamiento. Por último son múltiples las normas y documentos técnicos de organizaciones especializadas que contemplan procedimientos para comprobar la resistencia de las uniones y establecer limites últimos o de servicio a las tensiones rasantes. En los momentos actuales algunos investigadores centran sus estudios en el establecimiento de modelos teóricos que permitan evaluar los comportamientos de las uniones, tras el ajuste de tales modelos con resultados experimentales. Han sido escasas las investigaciones sistemáticas de piezas con "interfaces" sin armadura de cosido que analicen los parámetros condicionados por la propia ejecución cuando tales tipos de pieza son ampliamente utilizadas en nuestro país en soluciones de forjado de edificación. Del análisis del comportamiento de tales "interfaces" pueden, por otra parte, obtenerse conclusiones aplicables para juzgar el comportamiento en servicio de piezas con "interfaces" armadas, en lo referente, al menos, a su deformabilidad. Por tales motivos se justifica el interés de la investigación experimental que nos propusimos desarrollar. Para la investigación experimental adoptamos un modelo de viga, y previamente confirmamos la idoneidad mediante ensayos piloto sobre la influencia de la disposición de la carga. Como variables básicas de la investigación adoptamos dos estados de saturación superficial, húmedo (H) y encharcado (E); dos sistemas de compactación, picado con barra (P) y vibración interna (V); por último adoptamos dos tratamientos de la unión, natural (N) y cepillada (C). Complementariamente seleccionamos dos nuevas variables de estado superficial de tratamiento de la "interface", peinada (P) y tampeada (T), así como un nuevo estado de humedad superficial desecando la superficie artificialmente (AD). Las variables seleccionadas configuraron 11 combinaciones que condujeron a la fabricación y ensayo de 22 vigas al adoptar dos ejemplares idénticos por grupo de variables. Los ensayos fueron realizados en el laboratorio del Instituto Técnico de Materiales y Construcciones, obteniéndose resultados sobre la resistencia rasante en agotamiento, los corrimientos relativos entre las dos partes de la pieza compuesta y las flechas alcanzadas en el centro del vano de viga, durante todo el proceso de carga. Previamente a la realización del ensayo, fueron muestreados y ensayados los materiales, tanto los constituyentes de los hormigones como los propios hormigones y aceros para armaduras. El hormigón empleado se situó, para la edad de ensayo, en la gama de resistencia entre 166 y 250 kp/cm, con valores medios de 203 kp/cm y característicos de 177 kp/cm. Complementariamente, y antes del hormigonado de la segunda fase, se procedió a medir la rugosidad específica de acuerdo con las recomendaciones FIP y norma SIS-812005. Durante el ensayo, asimismo, se registraron los esquemas de fisuración en cada escalón de carga, definiéndose por último los esquemas de rotura, que en todos los casos, correspondió al de agotamiento frente a esfuerzo rasante. Los resultados de ensayo han sido analizados para evaluar la influencia de los parámetros investigados tanto en el comportamiento frente a estados límites de servicio, fisuración y deformaciones, como frente a los estados límites últimos condicionados por la investigación que fueron los de rasante. Para juzgar los resultados de la resistencia a rasante, los valores del esfuerzo cortante último han sido transformados en tensiones rasantes adoptando un modelo teórico simple y homogeneizando los valores de tensiones, en función de la resistencia más baja de las dos partes de la pieza, a hormigones tipo de 200 kp/cm, procediendo a comparar las variables investigadas entre si por la relación de los valores medios registrados en ensayo. Para juzgar el comportamiento en servicio, se han comparado los esquemas de fisuración, así como la relación entre flechas obtenidas en ensayo y las flechas teóricas calculadas adoptando el modelo de inercia eficaz de Branson, evaluando en consecuencia la influencia de las diferentes variables. Por último, hemos analizado la influencia de la rugosidad en la resistencia frente a rasante, así como la influencia de las variables en el corrimiento relativo para definir que mecanismo de transferencia a rasante se moviliza, fundamentalmente en estas uniones sin armadura. Como conclusiones básicas de la investigación se establecen la nula dependencia de la resistencia a rasante con los procedimientos de compactación para la tipología de pieza ensayada, así como la nula influencia de la rugosidad ni la apreciable incidencia de los procesos de tratamiento de la unión, mediante peinado y tampeado con la técnica utilizada. Por el contrario, de la investigación se desprende un efecto positivo del cepillado de la unión frente al estado natural de hormigonado y subsiguiente compactación y negativo del encharcamiento frente a los estados de unión humedecida e incluso de "interface" artificialmente desecada. Queda confirmada, asimismo, la extraordinaria rigidez de la unión en todos los casos, así como la inapreciable influencia de los parámetros investigados en el comportamiento de las piezas ensayadas frente a las características que condicionan su deformabilidad y esquemas de fisuración.

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Este artículo pretende ser complemento y continuación de mis anteriores trabajos sobre la figura de Petrus Hispanus O. P., Auctor Summularum. Comienzo presentando algunos nuevos documentos relacionados con las cuestiones ya examinadas en mis artículos de 1997 y 2001. A continuación, me ocupo de las cuestiones aplazadas en el artículo de 2001: los problemas relativos a la figura de “Petrus Ferrandi” y su posible relación con el “auctor Summularum”, así como los argumentos de Tugwell contra la hipótesis de la posible identidad de estas dos figuras, examinados ahora desde la perspectiva del autor de la Legenda prima. Tras analizar testimonios procedentes de muy diversos ámbitos, afirmo, por una parte, que la hipótesis de la identidad entre “Petrus Ferrandi” y “Petrus Hispanus” podría ser correcta y, por otra parte, que no hay argumentos concluyentes que obliguen a afirmar con seguridad que el autor de la Legenda prima es Pedro Ferrando. Aunque los análisis no permiten por el momento determinar si es “Petrus Alfonsi” o “Petrus Ferrandi” el “auctor Summularum”, los testimonios recogidos y las conexiones establecidas contribuirán, sin duda, a orientar futuras investigaciones en torno a la figura de “Petrus Hispanus”.

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Ogni anno le industrie alimentari che processano frutta e verdura generano un’enorme quantità di sottoprodotti, tra cui semi, bucce e sansa, che contengono grandi quantità di composti bioattivi come polisaccaridi, fibre alimentari e polifenoli. Per quanto riguarda il settore delle mele, uno dei frutti più consumati al mondo, solo il 70% di queste vengono consumate come fresche, mentre, il 25-30% viene scartato durante le fasi di produzione del succo, di sidro o di aceto di mele. Il principale sottoprodotto ottenuto da queste lavorazioni prende il nome di sansa di mela, la cui composizione è complessa (fibre alimentari, zuccheri fermentescibili, minerali, vitamine, fenoli, carotenoidi, ecc.) e dipende dalla varietà del frutto e dalla tecnologia di lavorazione. La sansa viene utilizzata in applicazioni alimentari e mangimistiche, ma anche nei sistemi di digestione anaerobica. Nonostante ciò, a causa della mancanza di tecniche di estrazione sostenibili, il valore di questi sottoprodotti è considerato trascurabile paragonato a quello di frutta e verdura processata. I metodi di estrazione convenzionali presentano alcune limitazioni in termini di tempo, energia e quantità di solvente utilizzato. L'estrazione assistita da ultrasuoni (UAE) con sonotrodo, tecnica innovativa non termica, permette di estrarre componenti bioattivi in ​​brevissimo tempo, a bassa temperatura e con poco solvente. Tra i componenti bioattivi presenti nella sansa di mela, i composti fenolici rappresentano una classe varia ed interessante, in particolare per la loro azione positiva sulla salute umana. La messa a punto di un metodo completo e affidabile per l’estrazione e per la caratterizzazione dei composti fenolici bioattivi nella mela, utilizzando HPLC-ESI-TOF-MS come potente tecnica analitica, è stato uno degli obiettivi principali di tutta la sperimentazione.

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Este proyecto estudiará los procesos de segmentación del mercado laboral y de segregación socio-espacial de los inmigrantes bolivianos en áreas urbanas y peri-urbanas de la ciudad de Córdoba, y las maneras en que dichos procesos son justificados a través de estereotipos basados en distinciones culturales y/o raciales. Focalizaremos sobre las relaciones de desigualdad y de explotación que signan el mercado de trabajo y otros espacios de sociabilidad en el contexto actual de acumulación del capital. Nos planteamos las siguientes hipótesis: 1) Los inmigrantes bolivianos que residen en la ciudad de Córdoba se vinculan, como mano de obra no calificada, con un mercado laboral informal segmentado étnicamente, en el marco de procesos discriminatorios basados en estereotipos étnico-raciales. 2) Algunos inmigrantes bolivianos lograron cierta movilidad económicoproductiva, convirtiéndose en patrones de sus co-nacionales en diferentes sectores (construcción, horticultura, comercio informal, industria de indumentaria), hecho que es facilitado por la activación de redes migratorias. 3) Los estereotipos sobre los bolivianos son re-significados y, a veces, confrontados por agentes vinculados con los medios y con organismos gubernamentales y no gubernamentales. 4) La segregación residencial es otro mecanismo discriminatorio que favorece la exclusión de los inmigrantes trabajadores. Nuestro objetivo principal es caracterizar los diferentes ámbitos laborales en los que se desempeñan los inmigrantes bolivianos en la ciudad de Córdoba y conceptualizar las relaciones inter e intra culturales que se dan en ese marco, teniendo en cuenta la incidencia de: las redes migratorias, las trayectorias migratorias y laborales, y la heterogeneidad de los capitales de los inmigrantes; la localización socio-espacial de los lugares de trabajo y de otros espacios de sociabilidad; y, las maneras en que diversos agentes reproducen o confrontan los estereotipos sobre los bolivianos. Se aplicará una estrategia de triangulación de métodos y de técnicas. Desde un enfoque cuantitativo analizaremos los aspectos socio-demográficos de la población de origen boliviano que reside en la ciudad de Córdoba, teniendo en cuenta su inserción laboral y ubicación socio-espacial en áreas urbanas y peri-urbanas. Se analizarán periódicos de edición provincial y aquellos editados por organizaciones de inmigrantes bolivianos en Córdoba y en Buenos Aires. Se caracterizarán las acciones y políticas destinadas a inmigrantes bolivianos. Se realizarán estudios etnográficos de casos en las áreas urbanas y peri-urbanas en donde residen y/o trabajan inmigrantes bolivianos. Se desarrollarán talleres destinados a inmigrantes bolivianos con el objetivo de reflexionar sobre sus derechos laborales y sus derechos como inmigrantes.

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Al plantear la dimensión ético-política de un texto se presupone un análisis axiológico de los valores que sostiene y sustrae en su emergencia discursiva, esto es la imagen de mundo, la concepción filosófica en que se sustenta y la voluntad práctica que propicia. Una lectura ético-política de un texto –en este orden– supone «usarlo» (al menos en el sentido que Humberto Eco le concede) al «autotelizarlo», es decir, transformarlo en vehículo de una reflexión colectiva. Potenciarlo en sus posibilidades y tornarlo acontecimiento de lenguaje; pragmatizarlo en su intención para leerlo documentaria y documentalmente, sin dejar de reconocerlo como ente en sí mismo. Se está haciendo referencia –claro está– a las implicancias ético-culturales y ético-políticas que los textos literarios presuponen, pero también a una dimensión productiva que opera en su enunciación, aquella que Saramago refiere cuando proclama la necesidad de una «insurrección ética» que devuelva a los seres humanos la capacidad de responsabilizarse de su lugar en el mundo. De allí el imperativo categórico que se imprime en sus textos y que al Equipo Saramaguiano de Teoría y Crítica Literarias le interesa explicitar. La lectura propuesta por el Equipo de investigación, además de explorar las potencialidades significativas de los textos, pretende contribuir a través de ellas a una segunda lectura, de orden refractaria esta última, es decir, inscripta en una dimensión situada: la perspectiva latinoamericana. No se trata de explorar el significado en sí mismo ni de ordenarlo conforme a una coordenada que le es referencialmente precisa, sino de aportar reflexiva y responsablemente a un análisis más profundo de la realidad inmediata en la que habitamos como investigadores. Se busca –en suma– potenciar los procedimientos heurísticos al máximo pero hacerlos conscientes de una mirada propia, al costurarlos con «nuestro» aquí y ahora de universitarios latinoamericanos.

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El desplazamiento de la ganadería bovina a áreas agroecológicamente desfavorecidas como consecuencia del avance de la agricultura, y por otra parte, la existencia de ganadería regional (ovina, caprina), ha provocado una demanda de recursos forrajeros adaptados a las zonas con restricciones edáficas y climáticas de la provincia de Córdoba. Esto exige disponer de especies forrajeras que cumplan con los requisitos de adaptación y a su vez sean lo suficientemente productivas cómo para lograr el mejoramiento sustentable de los sistemas ganaderos de dichas zonas. Si bien existen antecedentes de introducción de especies forrajeras en varios sitios del país, incluida la Facultad de Ciencias Agropecuarias de la Universidad Católica de Córdoba, estos manifiestan falta de continuidad en el seguimiento de dichas introducciones y evaluaciones. La introducción de forrajeras evaluadas y/o mejoradas a los sistemas de producción de áreas desfavorecidas permitirá mejorar e incrementar la productividad de las mismas. Para esto el presente proyecto plantea el objetivo general de generar conocimientos sobre adaptación, caracterización morfológica, productividad y calidad de germoplasma forrajero introducido en áreas ecológicamente desfavorecidas para incrementar la oferta forrajera, la producción y la estabilidad de los sistemas ganaderos. Éste se articulará de manera organizada con otros proyectos similares conformando redes de evaluación incluyéndose instituciones y organizaciones de productores. El proyecto trabajará con un jardín de introducción local y otros jardines relacionados en red en donde se realizarán introducciones y evaluaciones sistemáticas de especies forrajeras prometedoras (herbáceas y arbustivas). Se realizarán evaluaciones comparativas de rendimientos bajo corte de materiales promisorios o cultivares alternativos con el objetivo de la valoración de la producción forrajera, la calidad y la respuesta a distintos esquemas de defoliación. Se confeccionarán claves dicotómicas a los fines de identificar especies por medio de los caracteres vegetativos. Este proyecto generará conocimientos aplicables a la solución de problemas productivos en general y brindará como aporte específico conocimientos sobre forrajeras evaluadas para los distintos sistemas de producción implicados y un método de identificación rápida de especies a nivel de productor, pares técnicos y educación. También aportará refuerzo a las redes de evaluación de forrajeras y la sistematización de la información generada en ellas, para aportar a los modelos ganaderos regionales.

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Las tres nociones teóricas que constituyen el dispositivo conceptual de la propuesta aquí presentada, que lleva por título: Memoria, responsabilidad, resistencia (apuntes sobre ética y política en la ficción de José Saramago) y que tienen como eje articulador la marginalidad (desde que opera –benjaminianamente – sobre las relaciones de desigualdad y exclusión), orientan el trabajo heurístico con los textos escogidos como corpus y circunscriben sus alcances y limitaciones. Lo que se pretende en esta nueva etapa –entendida como continuidad de un proceso – es construir una teoría de análisis del discurso saramaguiano desde su intelección ético-política , tomando como referenciales las nociones bajtinianas de «discurso, epistemología, antagonismo, ideología, sujeto y poder». Y para ello, el «recorte» procedimental de las categorías enunciadas sirve como línea transversal de lectura que despliega las significaciones narrativas y las transforma en enunciados de valor y toma de posición. «Memoria» entendida en singular recoge las tesis benjaminianas sobre el «concepto de historia» que operan sobre ese radical campo de estudio que es el «pasado» y recuperan las voces acalladas de los «oprimidos» de la historia, postulando una lectura «a contrapelo » de la historia nacional y global. Situándose, en el caso de las referencialidades saramaguianas, en el contexto que articula la dictadura antes y después de su presencia en el escenario del siglo XX, el trabajo analítico focalizará en los modos de perduración de la memoria y la capacidad pregnante de irrumpir en el presente instaurando nuevos modos discursivos de resistencia. La noción de «responsabilidad» tiene una herencia múltiple en el equipo de investigación pero –sobre todo– conjuga con las tesis de Tzvetan Todorov sobre la ética de las víctimas, adentrándose en el estudio de la «alteridad» como presupuesto indiscutible y con el concepto de eticidad, vinculado a la teoría del reconocimiento desarrollada por Axel Honneth. Por último, la «resistencia» abre hacia una lectura política de la ficción de José Saramago que el procedimiento heurístico y hermenéutico de la investigación, a partir de los enunciados de Foucault y de Said –entre otros– pretende radicalizar. La conjunción tripartita de las nociones destacadas y su dinamicidad dialéctica aseguran la constitución de un referencial teórico que pretende instalar en el aparato crítico sobre la ficción del autor portugués, un dispositivo conceptual a partir del cual dialogar con el pensamiento y la filosofía contemporánea