927 resultados para Design studio culture
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The purpose of this concise paper is to propose, with evidence gathered through a systematic evaluation of an academic development programme in the UK, that training in the use of new and emerging learning technologies should be holistically embedded in every learning and training opportunity in learning, teaching and assessment in higher education, and not only as stand-alone modules or one-off opportunities. The future of learning in higher education cannot afford to allow Universities to disregard that digital literacy is an expected professional skill for their entire staff.
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The English garden design style and the landscape garden movement became the most emblematic cultural achievement of England in the 18th-19th century. The natural garden style proved to be the symbol of the liberal philosophy and the enlightened way of thinking. But the English landscape garden, which can be seen as an idealized view of nature, is inspired by the classical landscape paintings and is also influenced by the classic Chinese gardens, which had recently been described by European travellers. The interest for Chinese culture, architecture and garden design spread around the British island and inspired the talented garden designers. The gardens of Chambers created a new section in the picturesque landscape gardens, the so called anglo-chinoiseric gardens where eastern, mainly Chinese architectural motives and garden elements have been used in most cases without integrating the Chinese nature philosophy. This first, more or less formal effects of Chinese garden design on European landscape architecture were overwritten by garden designers and horticulturalist during the gardenesque period of the early 19th century when great variety in plant design was taken into the focus of landscape architecture.
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The primary purpose of this research is to study the linkage between perceived job design characteristics and information system environment characteristics before and after the replacement of a legacy information system with a new type of information system (referred to as an Enterprise Resource Planning or ERP system). A public state University implementing an academic version of an ERP system was selected for the study. Three survey instruments were used to examine the perception of the information system, the job characteristics, and the organizational culture before and after the system implementation. The research participants included two large departments resulting in a sample of 130 workers. Research questions were analyzed using multivariate procedures including factor analysis, path analysis, step-wise regression, and matched pair analysis. ^ Results indicated that the ERP system has introduced new elements into the working environment that has changed the perception of how the job design characteristics and organization culture dimensions are viewed by the workers. The understanding of how the perceived system characteristics align with an individual's perceived job design characteristics is supported by each of the system characteristics significantly correlated in the proposed direction. The stronger support of this relationship becomes visible in the causal flow of the effects seen in the path diagram and in the step-wise regression. The perceived job design characteristics aligning with dimensions of organizational culture are not as strong as the literature suggests. Although there are significant correlations between the job and culture variables, only one relationship can be seen in the causal flow. ^ This research has demonstrated that system characteristics of ERP do contribute to the perception of change in an organization and do support organizational culture behaviors and job characteristics. ^
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This thesis explores how architecture can adapt local vernacular design principles to contemporary building design in a rural setting. Vernacular buildings in Guyana present a unique and coherent set of design principles developed in response to climatic and cultural conditions. The concept of “habitus” proposed by philosopher Pierre Bourdieu describing the evolving nature of social culture was used to interpret Guyanese local buildings. These principles were then applied to the design of a Women’s Center in the village of Port Mourant on the east coast of Guyana. The design specifically interpreted the “bottom-house” of local Guyanese architecture, an inherently flexible transitional outdoor space beneath raised buildings. The design of the Women’s Center demonstrates how contemporary architectural design can respond to climatic requirements, local preferences and societal needs to support the local culture.
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Mi sono occupato di confezionamento di bevande, un settore che utilizza largamente il PET. Il progetto di tesi consiste in un processo che serve a ideare nuove forme di contenitore in PET attraverso strumenti di ricerca e innovazione.
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Il seguente lavoro di tesi si pone come obiettivo di ottimizzare il mix design di materiali geopolimerici a base di metacaolino in modo da ottimizzare il procedimento di formatura tramite pressatura tipico delle piastrelle ceramiche. La parte iniziale del lavoro sperimentale è stata incentrata sullo studio dell’ottimizzazione delle formulazioni per ottenere impasti geopolimerici a base di metacaolino idonei per la pressatura e il colaggio; sono stati quindi preparate diverse formulazioni ottenute variando diversi parametri di processo, quali il contenuto totale di acqua dell’impasto e la concentrazione di quarzo utilizzato come filler inerte. Su tali mix è stato individuato il processo di formatura più idoneo dal punto di vista di temperatura di consolidamento, modalità e tempi di cottura ed è stato messo a punto il procedimento ottimale per la preparazione dei materiali, procedimento che è stato poi mantenuto per l’intero decorso dello studio. Nella produzione degli impasti si è deciso di eliminare sistematicamente quelle formulazioni che avevano prodotto materiali con peggiori prestazioni fisiche, come alcune formulazioni testate per il colaggio. Successivamente, dopo avere preparato i campioni, su di essi sono state eseguite le prove di assorbimento d’acqua e porosimetria ad intrusione di mercurio, per valutare le caratteristiche fisiche dei vari impasti prodotti, osservazioni al microscopio ottico e al microscopio a scansione elettronica, per analizzare i campioni selezionati dal punto di vista microstrutturale e morfologico e prove al microscopio riscaldante, per studiarne il comportamento alle alte temperature. I risultati ottenuti sono stati messi a confronto con quelli dei materiali ceramici tradizionali, per avere indicazioni sulla potenzialità dei prodotti a base geopolimerica come alternativa alla produzione di piastrelle ceramiche.
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Negli ultimi anni si è visto un forte segnale di cambiamento culturale indirizzato verso la sostenibilità affermando sempre più efficacemente i concetti di riciclaggio, riduzione e riutilizzo. Finora il design dei prodotti si è concentrato su aspetti che sfavorivano tale approccio e piuttosto si ponevano come specifica quella di definire a priori la vita del prodotto. Infatti, si sono sempre più sviluppate tecniche di accoppiamento delle parti che una volta accoppiate non consentivano più il disassemblaggio di queste. L’obiettivo di tale elaborato è stato quello di definire, nella famiglia di metodologie chiamata Design for X, un criterio che possa valutare e guidare la progettazione in ottica più mirata verso la riparabilità del prodotto “Design for Repair”. Aumentare la riparabilità del prodotto vuol dire poter aumentare la sua longevità, così da non avere la necessità di sostituirlo con un componente nuovo causando un impatto ambientale doppio, ossia la mancata necessità sia di sfruttare risorse per la realizzazione del sostituto sia di non dover occuparsi del processo di smaltimento del prodotto sostituito.
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I contenuti e i servizi offerti dal Web hanno subito negli anni una costante e continua evoluzione, dovuti alla maggiore disponibilità di dispositivi in grado di navigarlo. Oggi i requisiti e le aspettative che gli utenti hanno nei confronti delle applicazioni Web sono sempre maggiori, desiderano un accesso ai contenuti sempre più rapido, interfacce semplici e facili da usare, oltre che reattive, e che tali contenuti siano accessibili da una vasta gamma di dispositivi che presentino sempre più funzionalità. Le aziende devono essere pronte a rispondere a queste esigenze e a fornire agli utenti finali la miglior esperienza possibile, rimanendo aggiornati sulle tecnologie per la creazione di applicazioni Web. Questo è ancora più importante per un'azienda possiede più prodotti, sviluppati da team diversi che usano tecnologie diverse. Per alcune aziende è importante che i propri prodotti, sebbene trattino tematiche differenti, si presentino con interfacce che rimandino al proprio marchio, non solo grazie al nome o al logo, quanto più nei componenti utilizzati per creare le interfacce. Succede così che i vari team devono progettare e sviluppare i componenti nella propria tecnologia, in modo che abbiano le stesse funzionalità, stesso stile e stesso comportamento in ogni situazione. Il più delle volte questo è difficile da realizzare e anche costoso da mantenere. Riuscire a centralizzare lo sviluppo di questi elementi in un unico punto aiuta l'azienda a mantenere bassi i costi di manutenzione e a rendere omogenea l'esperienza degli utenti tra i vari prodotti. Obiettivo del lavoro svolto è illustrare le potenzialità e l'utilità fornite dall'introduzione di una suite di componenti personalizzati, seguendo lo standard dei Web Component, all'interno dei prodotti forniti da una grande impresa. L'analisi si concentra sulll'esperienza di chi utilizza tali componenti all'interno dei propri progetti per creare l'interfaccia utente da presentare poi agli utenti finali.
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The research project of my experimental thesis deals with the design, synthesis and characterization of a new series of luminescent metallapolymers to be exploited for their peculiar photophysical and opto-electronic properties. To this end, our design strategy consisted in the incorporation of brightly luminescent and colour tuneable Ir(III) cyclometalated complexes with general formula [Ir(C^N)2(N^N)]+, where C^N represents various phenyl piridine based cyclometalating ligands and N^N is an aromatic chelating N-heterocyle, into methyl methacrylate (MMA) based copolymers. Whereas the choice of the cyclometalating ligands was driven by the possibility to obtain different emission colours, the design of the N^N ligands was aimed to obtain a molecule capable of providing the chelate coordination to the metal centre and, at the same time, of being susceptible to polymerisation reactions. To fulfil these requirements, a new molecule (abbreviated as L) consisting in an alkylated 2-pyrydyl tetrazole structure equipped with a styryl unit was designed and successfully prepared. The preparation of the target cationic metallapolymers was accomplished by the complexation of the preformed MMA-L copolymers with different amounts of an appropriate Ir(III) dimeric precursor [(Ir(C^N)2Cl)2]. The investigation of the photophysical features of the new hybrid compounds in the solid state at r.t. suggested how these metallapolymers displayed brightly intense phosphorescent emissions, whose colour was found to span from blue to yellow according to the nature of the cyclometalating ligands. In all cases, the emissive performances were superior to those displayed by the corresponding mononuclear “model” complexes. These promising results pave the way for the application of this new class of metallapolymers as Luminescent Solar Concentrators for the photovoltaic technology and/or to solid state lighting.
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Studio del comportamento in off-design di un sistema di accumulo energetico di tipo Power to Gas
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Con il seguente elaborato ci si è posti come oggetto di ricerca il valutare e mostrare come l’implementazione delle nuove tecnologie di realtà virtuale e aumentata possano portare un miglioramento al metodo di studio e lavoro dello Stylistic Design Engineering nello sviluppo di un concept design di un nuovo veicolo. Si illustreranno i cambiamenti apportati dall’utilizzo di un software di modellazione in realtà virtuale lungo tutto il processo di sviluppo, mettendo in evidenza la grande potenzialità di poter essere un forte strumento di condivisione e integrazione in ogni fase del progetto di tutte le figure professionali coinvolte nello sviluppo del prodotto.
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Al giorno d'oggi le molle in commercio più utilizzate sono sicuramente quelle in acciaio, ciò è dovuto al fatto che la loro realizzazione è sicuramente la più semplice, in quanto si può automatizzare, ed economica. In applicazioni speciali però non ci si limita al solo utilizzo di molle in acciaio ma da tempo si sono trovate soluzioni alternative quali per esempio le molle in titanio che permettono di avere una riduzione di peso notevole a parità di caratteristiche meccaniche con il particolare svantaggio del costo molto elevato che richiedono per la loro realizzazione. Negli ultimi anni però, sopratutto nell'ambito dei veicoli leggeri, si è cercato di creare molle ancora più leggere utilizzando materiali composito: ciò si è reso necessario, ad esempio nel caso dell'automotive, in quanto la riduzione di peso dei componenti utilizzati genera un effetto benefico sui consumi delle vetture e quindi anche sulle loro emissioni, fattore che sta diventando sempre più importante in virtù delle politiche addottate atte alla riduzione di inquinanti emessi in atmosfera. Le molle in composito più utilizzate sono sicuramente quelle in fibra di vetro, più semplici da realizzare ma diversi studi dimostrano come la fibra di carbonio sia più efficiente dal punto di vista delle proprietà meccaniche. In questo elaborato quindi si va a studiare una soluzione alternativa alle molle in acciaio tradizionali e alle molle in titanio andando a studiare una molla in composito con fibra di carbonio, partendo dal dimensionamento della stessa fino a proporre un metodo di realizzazione della stessa.
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Joint generalized linear models and double generalized linear models (DGLMs) were designed to model outcomes for which the variability can be explained using factors and/or covariates. When such factors operate, the usual normal regression models, which inherently exhibit constant variance, will under-represent variation in the data and hence may lead to erroneous inferences. For count and proportion data, such noise factors can generate a so-called overdispersion effect, and the use of binomial and Poisson models underestimates the variability and, consequently, incorrectly indicate significant effects. In this manuscript, we propose a DGLM from a Bayesian perspective, focusing on the case of proportion data, where the overdispersion can be modeled using a random effect that depends on some noise factors. The posterior joint density function was sampled using Monte Carlo Markov Chain algorithms, allowing inferences over the model parameters. An application to a data set on apple tissue culture is presented, for which it is shown that the Bayesian approach is quite feasible, even when limited prior information is available, thereby generating valuable insight for the researcher about its experimental results.
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A CE method was developed and validated for the stereoselective determination of midodrine and desglymidodrine in Czapek culture medium to be applied to a stereoselective biotransformation study employing endophytic fungi. The electrophoretic analyses were performed using an uncoated fused-silica capillary and 70 mmol/L sodium acetate buffer solution (pH 5.0) containing 30 mmol/L heptakis (2, 3, 6-tri-O-methyl)-beta-CD as running electrolyte. The applied voltage and temperature used were 15 kV and 15 C, respectively. The UV detector was set at 200 nm. The sample preparation was carried out by liquid-liquid extraction using ethyl acetate as extractor solvent. The method was linear over the concentration range of 0.1-12 mu g/mL for each enantiomer of midodrine and desglymidodrine (r >= 0.9975). Within-day and between-day precision and accuracy evaluated by RSDs and relative errors, respectively, were lower than 15% for all analytes. The method proved to be robust by a fractional factorial design evaluation. The validated method was used to assess the midodrine biotransformation to desglymidodrine by the fungus Phomopsis sp. (TD2), which biotransformed 1.1% of (-)-midodrine to (-)-desglymidodrine and 6.1% of (+)-midodrine to (+)-desglymidodrine.