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Resumo:
Con la prima parte, si intende fornire un quadro pressoché esaustivo delle principali disposizioni in materia di società a partecipazione pubblica regionale e locale operanti nel campo dei servizi pubblici locali e della loro interpretazione giurisprudenziale e dottrinale, prendendo le mosse dagli ultimi interventi legislativo. Nella seconda parte, si affronta, invece, il tema dei limiti legislativi alla capacità di azione delle società a partecipazione pubblica e dei connessi dubbi interpretativi, anche alla luce degli orientamenti giurisprudenziali e dottrinali. In particolare, l’analisi riguarda l’art. 13 del decreto”Bersani” e il comma 9 dell’art. 23 bis (ora pedissequamente trasfuso nel comma 33 dell’art. 4 del d.l. n. 138/2011), ossia le principali disposizioni che definiscono, rispettivamente, la capacità di azione delle società (a partecipazione pubblica) strumentali e di quelle operanti nel campo dei servizi pubblici locali titolari di affidamenti diretti (assentiti con modalità diverse dall’evidenza pubblica). Vengono forniti cenni di inquadramento in relazione al cd. procedimento di riordino delle partecipazioni societarie pubbliche previsto dalla legge finanziaria del 2008 (art. 3, commi 27 – 32). Dal combinato disposto delle suddette norme, così come interpretate dalla giurisprudenza costituzionale ed amministrativa, si ricavano, poi, utili indicazioni in ordine alla possibilità, per gli enti pubblici territoriali, di costituire società con scopo meramente lucrativo (ossia, soggetti societari privi del rapporto di strumentalità con gli enti costituenti o partecipanti, chiamati ad operare, in regime di concorrenza, in settori completamente liberalizzati) e società cd. multiutilities (aventi oggetto sociale complesso, la cui attività si estrinseca tanto nel campo dei servizi strumentali, quanto in quello dei servizi pubblici locali), nonché in relazione alla disciplina applicabile all’attività di detti soggetti societari. La finalità ultima del contributo consiste nell'individuazione delle linee guida finalizzate alla classificazione delle società pubbliche in funzione della loro attività.
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La tesi affronta il tema dei controlli avverso i provvedimenti nell’interesse della prole e dei coniugi resi nell’ambito dei procedimenti di separazione e di divorzio, dapprima fornendo un inquadramento storico della problematica, attraverso la disamina delle posizioni dottrinali e giurisprudenziali formatesi con riferimento alla natura ed al regime impugnatorio di tali provvedimenti dall’entrata in vigore del codice di rito del 1865 ad oggi, dopodiché analizzando le numerose questioni interpretative cui l’attuale quadro normativo, risultante dalla stratificazione legislativa operata dalla L. 14 maggio 2005, n. 80 e dalla L. 8 febbraio 2006, n. 54, dà origine. In particolare la tesi, dopo aver delineato la struttura del reclamo di cui all’art. 708 c.p.c., cercando di fornire una soluzione ai dubbi che la scarna disciplina contenuta nella menzionata norma solleva, si occupa dei rapporti tra gli istituti del reclamo alla Corte d’appello e della revoca e modifica ad opera del giudice istruttore, riepilogando le varie teorie elaborate dalla dottrina e dalla giurisprudenza sul tema e cercando di individuare quale sia l’ambito di applicazione di ciascuno strumento di controllo. La tesi affronta poi, a fronte della mancata previsione di una forma di riesame avanti ad un organo superiore avverso i provvedimenti resi dal giudice istruttore ai sensi dell’art. 709, ultimo comma, c.p.c., la questione della reclamabilità di tali provvedimenti, cercando di individuare quale sia lo strumento più idoneo cui fare ricorso per colmare la lacuna che si dovesse ritenere esistente nel dato normativo. Il lavoro si conclude con la disamina, in una prospettiva de iure condendo, dei progetti di riforma che sono stati elaborati con riferimento al tema dei controlli avverso i provvedimenti temporanei e urgenti.
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La presente ricerca si fonda su un’attenta ed approfondita analisi della normativa vigente in Italia in materia di procreazione medicalmente assistita (P.M.A.), con particolare riferimento al divieto assoluto di P.M.A. eterologa, di cui all’art. 4, comma 3, L. 19 febbraio 2004, n. 40, consentita invece – sia pure con la previsione di limitazioni differenti – nella quasi totalità dei paesi europei. Dopo aver esaminato la “questione etica” del ricorso alle tecniche di fecondazione assistita e le normative vigenti in Europa in materia di P.M.A. eterologa, il presente lavoro analizza i profili civilistici della L. n. 40/2004 ed i conseguenti dubbi interpretativi che la normativa italiana pone in materia di fecondazione eterologa, con specifico riguardo al consenso prestato dai coniugi o conviventi, al divieto di disconoscimento di paternità e di anonimato della madre ed, infine, al diritto del nato da fecondazione eterologa di conoscere le proprie origini biologiche. Ne consegue che, in una materia che coinvolge la sfera più intima e personale della vita privata e familiare, quale quella della P.M.A., il legislatore avrebbe dovuto intervenire con misura, individuando soluzioni ragionevoli ed equilibrate nel rispetto della pluralità di etiche contrapposte ed interessi in conflitto. Attraverso una capillare analisi della recente giurisprudenza nazionale ed europea, la presente ricerca mira, dunque, a valutare possibili prospettive di superamento del divieto assoluto di P.M.A. eterologa previsto dalla L. n. 40/2004. I risultati a cui la presente indagine ha consentito di pervenire dimostrano quanto sia opportuna l’adozione in Italia di un “modello liberale”, in cui sia lecita anche la fecondazione eterologa (con la previsione di limiti e condizioni volti a tutelare primariamente il superiore interesse del nascituro), onde consentire l’adeguamento al nuovo concetto di “genitorialità” ormai prevalente e l’arresto del cd. “turismo procreativo”.
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La tesi analizza i rapporti tra l’ordinamento italiano e la Cedu, in particolare la collocazione della Cedu all’interno del sistema delle fonti alla luce della modifica dell’art. 117, comma 1 Cost. Si tratta di un tema molto dibattuto in dottrina, specialmente a seguito dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona. Questa tematica risulta strettamente connessa al profilo dell’interazione tra la Corte di Strasburgo e la Corte costituzionale e i giudici ordinari. L’analisi del profilo statico concernente lo status della Cedu nel sistema italiano deve quindi essere accompagnata dall’esame del profilo dinamico, relativo al ruolo della giurisprudenza della Corte di Strasburgo nell’esperienza dell’ordinamento nazionale. Entrambi i profili di indagine sono esaminati alla luce delle indicazioni provenienti dalla giurisprudenza della Corte costituzionale, della Corte di Cassazione e della Corte di Strasburgo. Prima di essere esaminate singolarmente, queste tematiche richiedono la preliminare ricognizione dei termini della dicotomia tra i due modelli concettuali di riferimento in tema di rapporti interordinamentali: il monismo e il dualismo. Trasferite nel peculiare contesto del sistema Cedu, tali categorie dogmatiche si arricchiscono di ulteriori profili, che esorbitano dalla sistemazione del rapporto tra fonti. La tenuta dei due paradigmi concettuali, che sono nati ed operano nel contesto della teorica delle fonti, deve essere verificata anche rispetto all’attuale fenomeno della produzione europea di diritto giurisprudenziale ed alla capacità paradigmatica assunta dalla giurisprudenza di Strasburgo. Il diritto e le istituzioni giuridiche tendono ad assumere sempre più sembianze giurisdizionali, generando un’osmosi che porta a trasferire il focus dai rapporti interordinamentali ai rapporti tra giurisprudenze.
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Il presente lavoro di tesi mira a ricostruire lo scenario evolutivo della responsabilità patrimoniale del debitore, a partire dai principi generali sanciti dall'art. 2740 c.c. sino al diffondersi, sempre più dilagante negli anni più recenti, del fenomeno dei patrimoni separati, il quale ha contribuito a quella che è stata definita da autorevole dottrina l’“erosione” del carattere universale della responsabilità patrimoniale. In questa prospettiva, la ricerca condotta dall'autore si propone il duplice obiettivo di dimostrare, da un lato, l’ormai sostanziale ribaltamento del rapporto regola(garanzia generica)–eccezione(separazione patrimoniale) previsto dalla norma succitata, e, dall’altro, il ridimensionamento del valore della riserva di legge imposta dal secondo comma dell’art. 2740 c.c. con riguardo all’individuazione e alla disciplina dei patrimoni separati, dovuto all’affermarsi di forme di segregazione di carattere generale e flessibile ed al conseguente potenziamento del ruolo assunto dall’autonomia privata nel campo della separazione patrimoniale. Al perseguimento di tale obiettivo si aggiunge, inoltre, una valutazione dei nuovi orizzonti del fenomeno della separazione patrimoniale e, in particolare, dei segnali di apertura del nostro ordinamento all’adozione di una regolamentazione interna del trust, i cui vantaggi e la cui compatibilità con il nostro sistema giuridico vengono dimostrati attraverso il confronto con la disciplina dell'istituto in esame nell’ordinamento inglese.
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Il lavoro affronta il tema degli strumenti finanziari partecipativi e non partecipativi che possono essere emessi dalle società per azioni, alla luce della disciplina introdotta dalla riforma del diritto societario. Lo studio è diretto a fornire un inquadramento sistematico di queste modalità di finanziamento rispetto alla dicotomia azioni-obbligazioni, anche sotto il profilo contabile, per poi individuare le conseguenti implicazioni in termini di disciplina applicabile. Affrontando il dibattito dottrinale sulla collocazione complessiva degli strumenti ibridi rispetto alle forme di finanziamento tradizionali, si sposa l’opinione secondo cui tutti gli strumenti finanziari non possono essere ricompresi in una categoria unitaria, ma occorre mantenere distinti gli strumenti finanziari partecipativi indicati dall’art. 2346, comma 6, c.c., dagli altri strumenti finanziari ex art. 2411, comma 3, c.c., riconoscendo nei primi delle modalità di raccolta assimilabili al capitale di rischio e nei secondi delle forme di provvista di capitale di debito. Il connotato distintivo tra strumenti finanziari partecipativi e non partecipativi viene individuato non nell’attribuzione di diritti amministrativi – che possono anche non essere assegnati ai titolari di strumenti di cui all’art. 2346, comma 6 – bensì nell’assenza o nella presenza di un obbligo di rimborso dell’apporto fornito all’impresa. Il lavoro esamina inoltre vari profili di disciplina di entrambe le categorie di strumenti, concentrandosi prevalentemente sui diritti patrimoniali ad essi attribuibili, tra cui la partecipazione agli utili e alle perdite e i diritti in sede di liquidazione. Infine si esaminano le previsioni recentemente introdotte dal d.l. n. 83/2012 in tema di titoli obbligazionari, al fine di valutarne l’impatto sull’impianto complessivo della disciplina vigente. In particolare, viene data attenzione alle nuove disposizioni relative alle obbligazioni subordinate e/o partecipative che possono essere emesse dalle società non quotate, mettendo in evidenza le criticità dal punto di vista sistematico in tema di possibile partecipazione agli utili degli obbligazionisti.
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Mitogen-activated protein kinases (MAPKs) regulate key signaling events in eukaryotic cells. In the genomes of protozoan Plasmodium parasites, the causative agents of malaria, two genes encoding kinases with significant homology to other eukaryotic MAPKs have been identified (mapk1, mapk2). In this work, we show that both genes are transcribed during Plasmodium berghei liver stage development, and analyze expression and subcellular localization of the PbMAPK1 protein in liver stage parasites. Live cell imaging of transgenic parasites expressing GFP-tagged PbMAPK1 revealed a nuclear localization of PbMAPK1 in the early schizont stage mediated by nuclear localization signals in the C-terminal domain. In contrast, a distinct localization of PbMAPK1 in comma/ring-shaped structures in proximity to the parasite's nuclei and the invaginating parasite membrane was observed during the cytomere stage of parasite development as well as in immature blood stage schizonts. The PbMAPK1 localization was found to be independent of integrity of a motif putatively involved in ATP binding, integrity of the putative activation motif and the presence of a predicted coiled-coil domain in the C-terminal domain. Although PbMAPK1 knock out parasites showed normal liver stage development, the kinase may still fulfill a dual function in both schizogony and merogony of liver stage parasites regulated by its dynamic and stage-dependent subcellular localization.
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Neonatal estrogen treatment of BALB/c mice results in the unregulated proliferation of the cervicovaginal epithelium and eventually tumorigenesis. The conversion of the normally estrogen responsive cyclic proliferation of the vaginal epithelium to a continuous estrogen-independent pattern of growth is a complex phenomenon. The aim of this study was to gain an understanding of the mechanism(s) by which steroid hormone administration during a critical period of development alters the cyclic proliferation of vaginal epithelium, ultimately leading to carcinogenesis in the adult animal.^ The LJ6195 murine cervicovaginal tumor was induced by treating newborn female BALB/c mice with 20 $\mu$g 17$\beta$-estradiol plus 100 $\mu$g progesterone for the first 5 days after birth. In contrast to proliferation of the normal vaginal epithelium, proliferation of LJ6195 is not regulated by estradiol. Northern blot analysis of RNA from vaginal tracts of normal mice, neonatal-estrogen treated mice, and LJ6195 indicate that there is an alteration in the expression of several genes such as the estrogen receptor, c-fos, and HER2/neu. In response to neonatal estrogen treatment, the estrogen receptor is down regulated in the murine vaginal tract. Therefore, the estrogen-independent nature of this tissue is established as early as 3 months after treatment. There is strong evidence that the proliferation of LJ6195 is regulated through an autocrine growth pathway. The LJ6195 tumor expresses mRNA for the epidermal growth factor receptor. In addition, conditioned medium from the LJ6195 tumor cell line contains a growth factor(s) with epidermal growth factor-like activity. Conditioned medium from the LJ6195 cell line stimulated the proliferation of the EGF-dependent COMMA D mouse mammary gland cell line in a dose-dependent manner. The addition of an anti-mEGF-antibody to LJ6195 cell cultures significantly decreased growth. These results suggest that the EGF-receptor mediated growth pathway may play a role in regulating the estrogen-independent proliferation of the LJ6195 tumor. ^
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Vorlage d. Digitalisats aus d. Besitz d. Theol. Hochschule St. Georgen
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These data sets report the fossil beetle assemblages identified from the Mesolithic to Late Bronze Age at eight sites in the London region. All but one of the study sites are within 2 km of the modern course of the Thames. The sites produced 128 faunal assemblages that yielded 218 identified species in 41 families of Coleoptera (beetles). Beetle faunas of Mesolithic age indicate extensive wetlands near the Thames, bordered by rich deciduous woodlands. The proportion of woodland species declined in the Neolithic, apparently because of the expansion of wetlands, rather than because of human activities. The Early Bronze Age faunas contained a greater proportion of coniferous woodland and aquatic (standing water) species. An increase in the dung beetle fauna indicates the presence of sheep, cattle and horses, and various beetles associated with crop lands demonstrate the local rise of agriculture, albeit several centuries after the beginnings of farming in other regions of Britain. Late Bronze Age faunas show the continued development of agriculture and animal husbandry along the lower Thames. About 33% of the total identified beetle fauna from the London area sites have limited modern distributions or are extinct in the U.K. Some of these species are associated with the dead wood found in primeval forests; others are wetland species whose habitat has been severely reduced in recent centuries. The third group is stream-dwelling beetles that require clean, clear waters and river bottoms.
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El Trabajo Fin de Grado ha consistido en el diseño e implementación de una herramienta para la gestión y administración de los entrenamientos de atletas de deportes individuales. Hasta ahora los deportistas debían gestionar sus entrenamientos a través de hojas de cálculo, teniendo que dedicar tiempo al aprendizaje de herramientas como Microsoft Excel u OpenOffice Excel para personalizar las plantillas y guardar los datos, utilizar otras herramientas como Google Calendar para obtener una visión de un calendario con los entrenamientos realizados o bien utilizar programas hechos a medida para un deporte e incluso para un deportista. El objetivo principal consistía en desarrollar una herramienta que unificara todas las tareas para ofrecer al deportista las funciones de configuración de plantillas, registro y generación de gráficas de los datos registrados y visionado del calendario de entrenamientos de una forma ágil, sencilla e intuitiva, adaptándose a las necesidades de cualquier deporte o deportista. Para alcanzar el objetivo principal realizamos encuestas a atletas de una gran diversidad de deportes individuales, detectando las particularidades de cada deporte y analizando los datos que nos ofrecían para alcanzar el objetivo de diseñar una herramienta versátil que permitiera su uso independientemente de los parámetros que se quisiera registrar de cada entrenamiento. La herramienta generada es una herramienta programada en Java, que ofrece portabilidad a cualquier sistema operativo que lo soporte, sin ser necesario realizar una instalación previa. Es una aplicación plug and play en la que solo se necesita del fichero ejecutable para su funcionamiento; de esta forma facilitamos que el deportista guarde toda la información en muy poco espacio, 6 megabytes aproximadamente, y pueda llevarla a cualquier lado en un pen drive o en sistemas de almacenamiento en la nube. Además, los ficheros en los que se registran los datos son ficheros CSV (valores separados por comas) con un formato estandarizado que permite la exportación a otras herramientas. Como conclusión el atleta ahorra tiempo y esfuerzo en tareas ajenas a la práctica del deporte y disfruta de una herramienta que le permite analizar de diferentes maneras cada uno de los parámetros registrados para ver su evolución y ayudarle a mejorar aquellos aspectos que sean deficientes. ---ABSTRACT---The Final Project consists in the design and implementation of a tool for the management and administration of training logs for individual athletes. Until now athletes had to manage their workouts through spreadsheets, having to spend time in learning tools such as Microsoft Excel or OpenOffice in order to save the data, others tools like Google Calendar to check their training plan or buy specifics programs designed for a specific sport or even for an athlete. The main purpose of this project is to develop an intuitive and straightforward tool that unifies all tasks offering setup functions, data recording, graph generation and training schedule to the athletes. Whit this in mind, we have interviewed athletes from a wide range of individual sports, identifying their specifications and analyzing the data provided to design a flexible tool that registers multitude of training parameters. This tool has been coded in Java, providing portability to any operating system that supports it, without installation being required. It is a plug and play application, that only requires the executable file to start working. Accordingly, athletes can keep all the information in a relative reduced space (aprox 6 megabytes) and save it in a pen drive or in the cloud. In addition, the files whit the stored data are CSV (comma separated value) files whit a standardized format that allows exporting to other tools. Consequently athletes will save time and effort on tasks unrelated to the practice of sports. The new tool will enable them to analyze in detail all the existing data and improve in those areas with development opportunities.