1000 resultados para Canterzani, Sebastiano, 1734-1819.


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La tesi di Dottorato, condotta in accordo di colutela tra l'Università di Roma Tor Vergata e l'UNIL di Losanna, ha affrontato l'analisi di un gruppo di undici disegni custodia presso la National Gallery of Scotland di Edimburgo, copie di alcuni dei più significativi mosaici medioevali delle chiese di Roma, ricostruendone la genesi, quindi le vicende legate alla committenza, e il percorso collezionistico. I disegni scozzesi, oggetto di un importante articolo di Julian Gardner pubblicato sul Burlington Magatine nel 1973, furono commissionati intorno agli anni Settanta del XVII secolo dall'antiquario romano Giovanni Giustino Ciampini (1633-1698) in connessione alla stesura della sua opera di erudizione più avvertita e famosa: i Vetera Mommenta in' quibus praecipue Musiva Opera, sacrarum, profanan,mque, Aedìum structura, ac nonnulli antiqui ritus dissertationibus iconìbusque illustrantur. La composizione dei Vetera Mommenta - un'opera riccamente illustrata che nasce per rispondere alle esigenze della ideologia della Chiesa di Roma in un momento di rinnovata crisi del sistema - impone a Ciampini di porsi da un lato nella prospettiva della più alta tradizione antiquaria cinque e seicentesca, di cui recupera i metodi di lettura e di analisi applicati allo studio delle monete e dei monumenti antichi interpretati quali prove per la ricostruzione storica, e dall'altra, come è emerso dalle mie ricerche, lo pone immediatamente in contatto con gli avamposti del più moderno metodo di indagine storica e filologica applicato alle fonti e ai documenti della storia ecclesiastica, inaugurato dall'ambiente bollandista e inaurino. I monumenti paleocristiani e medioevali assumono in quest'ottica lo status di 'fatti incontestabili', le fonti primarie attraverso le quali Ciampini ricuce le tappe salienti della storia della Chiesa, da Costantino fino al XV secolo. Nel 1700 le copie di Edimburgo arrivano nelle mani del mercante e connoisseur milanese il padre oratoriano Sebastiano Resta (1635-1714), di stanza a Roma presso la Chiesa Nuova della Vallicella dal 1660, che decide di rilegarle tutte insieme in un volume da donare al suo maggiore acquirente e patrono, il vescovo di Arezzo Giovanni Matteo Marchetti. Come spiega Resta in alcune sue lettere, il presente avrebbe dovuto costituire insieme una curiosità ed offrire un confronto: infatti «le copie delli mosaici di Roma che erano di Monsignor Ciampini» - afferma Resta - avrebbero mostrato al Marchetti «le maniere di que' tempi gottici, barbari e divoti de cristiani e [fatto] spiccare i secoli seguenti». Questa indagine infatti ha fatto riemergere aspetti della precoce attenzione di Sebastiano Resta per l'arte dei "secoli bassi", mai debitamente affrontata dagli studi. E' infatti sulla scorta di una profonda conoscenza dei testi della letteratura artistica, e in connessione alla esplosione vivacissima della controversia Malvasia/Baldinucci sul primato del risorgere delle arti in Toscana, che Sebastiano a partire dagli anni Ottanta del Seicento comincia a meditare sul Medioevo artistico con il fine di spiegare l'evoluzione del linguaggio tecnico e formale che ha condotto alla perfezione dell'atte moderna. In questa prospettiva ι disegni del XIV e XV secolo che egli riuscì ad intercettare sul mercato valgono quali testimonianze delle maniere degli artefici più antichi e sono imbastiti nei molteplici album che Resta compone nel rispetto della successione cronologica dei presunti autori, e ordinati in base alle scuole pittoriche di pertinenza. La tesi permette perciò di descrivere nelle loro diverse specificità: da un lato il modo dei conoscitori come Resta, interessati nell'opera al dato stilistico, con immediate e sensibili ricadute sul mercato, e disposti anche con passione a ricercare i documenti relativi all'opera in quanto pressati dall'urgenza di collocarla nella sequenza cronologica dello sviluppo del linguaggio formale e tecnico; dall'altro gli antiquari come Ciampini e come Bianchini, per i quali le opere del passato valgono come prove irrefutabili della ricostruzione storica, e divengono quindi esse stesse, anche nel loro statuto di copia, documento della stona. Sono due approcci che si manifestano nel Seicento, e talvolta in una medesima persona, come mostra il caso anche per questo cruciale di Giovati Pietro Bellori, ma che hanno radici cinquecentesche, di cui i protagonisti di queste vicende sono ben consapevoli: e se dietro Resta c'è palesemente Vasari, dietro Ciampini e soprattutto Bianchini c'è la più alta tradizione antiquaria del XVI secolo, da Antonio Augustin a Fulvio Orsini.

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Species of Adelpha Hübner, [1819] (Lepidoptera, Nymphalidae, Limenitidinae) occurring in Rio Grande do Sul State, Brazil. Based on literature, collections and sampled butterflies, a list of twelve species of Adelpha Hübner occurring in Rio Grande do Sul State is presented, including host plants. Adelpha epizygis Fruhstorfer, [1916], Adelpha falcipennis Fruhstorfer, [1916], Adelpha goyama Schaus, 1902 and Adelpha isis (Drury, 1782) are new reports to Rio Grande do Sul. The species are illustrated and keyed.

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O povoamento da ilha de São Vicente foi mais ou menos pontual até aos finais do século XVIII, servindo como ilha de criação, como a descreve, em 1699, o engenheiro Duplessis, e para aguada dos navios. A primeira tentativa de povoamento parece deverse a João de Távora, que passando por Cabo Verde, em 1734, propôs fortificar a baía, com a condição de receber os rendimentos do porto por um período de 10 anos, mas não deve ter passado de intenção. Em 1793 assumia o povoamento, João Carlos da Fonseca Rosado, que vivia então na ilha do Fogo, pelo tempo de 6 anos, mas que haveria de acabar na miséria, descalço, vivendo de alguma coisa que conseguia pescar e de leite das cabras que conseguia ordenhar. Alguns anos depois, coube ao governador António Pusich tentar novamente o povoamento, em 1819, levando então famílias da vizinha ilha de Santo Antão, e baptizando-se a povoação de Leopoldina, nome da arquiduquesa de Áustria que casara com o príncipe D. Pedro do Brasil.

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Analiza 185 estaciones biooceanicas distribuidas en tres estratos de profundidad, donde se analizaron las tallas e incremento poblacional

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La Unidad de Investigaciones de Invertebrados Marinos en conjunto con las sedes descentralizadas del Instituto del Mar del Perú, IMARPE, con fines de establecer y estandarizar los procedimientos para la estimación de la población y biomasa de concha de abanico (Argopecten purpuratus) en áreas silvestres, elaboró este protocolo que describe los pasos a seguir desde la planificación en escritorio, la ejecución a bordo de embarcaciones, pasando por los cálculos estadísticos, hasta la elaboración del informe ejecutivo. La estimación de la población y biomasa de concha de abanico, en áreas silvestres se realiza dentro del contexto de evaluación poblacional, que involucra este primer aspecto e incorpora: estructura poblacional por tallas y madurez gonadal, relaciones biométricas y biológicas, y las condiciones ambientales predominantes del ambiente marino. La correcta aplicación de estos procedimientos conducirá a la obtención de información confiable.

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IMARPE Ilo obtuvo financiamiento del Gobierno Regional de Moquegua en base al proyecto "Mejoramiento de infraestructura e implementació n de laboratorio de investigació n de molusc"os, para construir un laboratorio experimental con el objetivo de desarrollar técnicas de reproducción artificial de moluscos nativos de la Región, para la obtención de semillas principalmente de macha Mesodesma donacium, chanque Concholepas concholepas y pulpo Octopus mimus. Este informe contiene el resultado de las actividades realizadas el 2007,en relación a la aplicación de técnicas de cultivo de microalgas (alimento vivo) y obtención de semillas de concha de abanico.

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Entre el 14 y 23 de diciembre 2010, se efectuó la evaluación poblacional de la concha de abanico en la isla Lobos de Tierra, su distribución se registró entre 6°21’12,6”S y 6°24’12,6”S, (noreste de Cabo Cruz y sur de Juanchuquita) y entre 6°26’38,8”S y 6°27’18,4”S (sur de Roca Blanca y norte de El Ñopo) a profundidades de 14,3 a 26,3 m. La altura valvar varió entre 7 y 107 mm. El rango más amplio de tallas y la mayor talla media (69,9 mm), se presentó en el estrato III. Predominaron los ejemplares desovados (37,50%) y desovantes (28,41%). Las densidades fluctuaron entre 1 y 77 ejem.m-2, predominando el rango entre 1 a 10 ind.m-2. La biomasa total fue estimada en 4962,716 t y la población en 87,61 millones de individuos El stock de juveniles (≤25 mm) fue de 0,18 millones de ejemplares y 0,012 t. El stock explotable (≥65 mm) estuvo constituido por 53,81 millones de individuos (61,42%) y 3.725,81 t (75,08%) de la biomasa. Se observó alta mortandad de individuos entre 14 y 77 mm de altura valvar, distribuidos en áreas con niveles de oxígeno menores a 0,1 mL/L, que coincidieron con sustratos reducidos localizados frente a La Grama.

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En diciembre 2010, se realizó una evaluación poblacional de la concha de abanico (Argopecten purpuratus) con la finalidad de determinar la distribución, abundancia y estructura poblacional en los bancos naturales de bahía Independencia, se empleó el muestreo al azar estratificado por profundidad. Las tallas fluctuaron entre 4 y 101 mm de altura valvar, media en 61,4 mm y se registró el 58,2% de ejemplares con tallas mayores a la mínima de extracción (≥65 mm). Predominaron ejemplares desovantes (92,1%). Se distribuyó formando agregaciones con concentraciones entre 1 y 5 ind.m-2. La población y biomasa total se estimó en 12,47 millones (±25,6%) y 948,2 t (±27,7%), respectivamente. Tunga y La Pampa se constituyeron como las áreas más importantes en población y biomasa.

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Numérisation partielle de reliure