36 resultados para Boxe


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Pós-graduação em Ciência e Tecnologia Animal - FEIS

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La Muay Thai, comunemente detta “Boxe Thailandese” è un'arte marziale che rientra nella classificazione delle attività intermittenti con entrambi i sistemi energetici reclutati, aerobico e anaerobico, è inoltre caratterizzata dal fatto che il combattimento alla distanza si alterna alla lotta, denominata “clinch”. Nonostante la popolarità della Muay Thai, in ambito mondiale, stia progressivamente aumentando così come è in aumento il numero di atleti che la praticano, le ricerche incentrate su questa arte marziale e gli studi relativi agli aggiustamenti cardiometabolici nonché alle modalità temporali con cui gli specifici gesti atletici si possono succedere nel tempo durante un match, sono ancora estremamente esigui. L’oggetto del nostro studio è stato l’analisi della struttura temporale del combattimento, tramite la Match Analysis off line (analisi visiva del combattimento), con comparazione dei dati ottenuti tra il vincitore (winner) e il perdente (loser) e la valutazione dell’andamento di alcuni importanti parametri metabolici attraverso la misurazione del lattato e della HR, durante un incontro reale di Boxe Thailandese. La sperimentazione è stata condotta su un gruppo di dieci soggetti di sesso maschile, praticanti la disciplina ad un alto livello nazionale, la cui media ± deviazione standard (DS), di età, peso e altezza è di 24,6 ±4,01 anni, 69,4 ±7 kg e 174,1 ±4,3 cm. Gli atleti sono stati sottoposti, in due diverse giornate separate da almeno tre giorni, a due test; durante una prima seduta sperimentale preliminare abbiamo determinato il massimo consumo di ossigeno (VO2max) nel corso di un test sul nastro trasportare, con concomitante stima della Soglia anaerobica (SA) e misura della massima frequenza cardiaca (HR max). In una seconda seduta sperimentale abbiamo effettuato i test di combattimento in palestra e infine abbiamo analizzato i video degli incontri attraverso la Match Analysis. Dai risultati della Match - Analysis è scaturito che i vincitori hanno eseguito un numero più elevato di azioni efficaci (p < 0,05) rispetto ai non-vincitori, grazie ad un numero maggiore di combinazioni (C ) e di attacchi singoli (A) e un numero minore di difese (D) e di tecniche inefficaci. È così emerso come il livello delle realizzazioni sia quasi esclusivamente dovuto all’efficacia della tecnica e alla tattica delle azioni. Abbiamo quindi focalizzato la nostra attenzione sul clinch e sulle azioni di attacco perché si ipotizzava che potessero essere attività dispendiose e probabilmente responsabili dell’incremento di lattato durante il combattimento, dall’ analisi dei dati però non è stata riscontrata nessuna significativa correlazione tra l’andamento dei dati metabolici e le fasi di attacco e di lotta. Dai nostri risultati emerge in maniera interessante come durante le fasi attive del combattimento si siano raggiunti alti valori di lattato ematico e di frequenza cardiaca, rispettivamente di 12,55 mmol/L e di 182,68 b/min, ben oltre la SA rilevata nel test incrementale dove la HR si posizionava a 168,2 b/min. In conclusione si evidenzia come la Boxe Thailandese sia una disciplina caratterizzata da un considerevole impegno energetico-metabolico, sia aerobico che anaerobico. La predominanza del metabolismo lattacido è dimostrata dagli elevati valori di lattato osservati nel presente studio e dalla frequenza degli attacchi (8,6 ± 3,5 sec.). Questo studio potrà essere utilizzato dagli allenatori per la predisposizione di allenamenti specifici che inducano gli adattamenti propri della Muay Thai.

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Snow in the environment acts as a host to rich chemistry and provides a matrix for physical exchange of contaminants within the ecosystem. The goal of this review is to summarise the current state of knowledge of physical processes and chemical reactivity in surface snow with relevance to polar regions. It focuses on a description of impurities in distinct compartments present in surface snow, such as snow crystals, grain boundaries, crystal surfaces, and liquid parts. It emphasises the microscopic description of the ice surface and its link with the environment. Distinct differences between the disordered air–ice interface, often termed quasi-liquid layer, and a liquid phase are highlighted. The reactivity in these different compartments of surface snow is discussed using many experimental studies, simulations, and selected snow models from the molecular to the macro-scale. Although new experimental techniques have extended our knowledge of the surface properties of ice and their impact on some single reactions and processes, others occurring on, at or within snow grains remain unquantified. The presence of liquid or liquid-like compartments either due to the formation of brine or disorder at surfaces of snow crystals below the freezing point may strongly modify reaction rates. Therefore, future experiments should include a detailed characterisation of the surface properties of the ice matrices. A further point that remains largely unresolved is the distribution of impurities between the different domains of the condensed phase inside the snowpack, i.e. in the bulk solid, in liquid at the surface or trapped in confined pockets within or between grains, or at the surface. While surface-sensitive laboratory techniques may in the future help to resolve this point for equilibrium conditions, additional uncertainty for the environmental snowpack may be caused by the highly dynamic nature of the snowpack due to the fast metamorphism occurring under certain environmental conditions. Due to these gaps in knowledge the first snow chemistry models have attempted to reproduce certain processes like the long-term incorporation of volatile compounds in snow and firn or the release of reactive species from the snowpack. Although so far none of the models offers a coupled approach of physical and chemical processes or a detailed representation of the different compartments, they have successfully been used to reproduce some field experiments. A fully coupled snow chemistry and physics model remains to be developed.

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Our selection of new super greenhouse gases to fill a putative “window” in a future Martian atmosphere relies on quantum-mechanical calculations. Our study indicates that if Mars could somehow acquire an Earth-like atmospheric composition and surface pressure, then an Earth-like temperature could be sustained by a mixture of five to seven fluorine compounds. Martian mining requirements for replenishing the fluorine could be comparable to current terrestrial extraction.

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Variously ascribed to Thomas Nash and John Lyly. Cf. Introd., signed J.P. [i.e. John Petheram]

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Dissertação apresentada ao Programa de Pós-Graduação em Comunicação da Universidade Municipal de São Caetano do Sul para a obtenção do título de Mestre em Comunicação