494 resultados para bastione, Mirandola, cohousing, complesso, residenziale
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Il disegno del verde acquisisce un ruolo imprescindibile nell’intera area soggetta a studio. Se in prossimità delle zone edificate di progetto esso assume una dialettica propria, derivata dallo studio dei tracciati urbani sopra citati, in adiacenza di Via Carlo Tosi, prospiciente all’ospedale San Carlo, va ad assumere un carattere affine alla griglia ortogonale sopra descritta, rispondendo non più alle giaciture del costruito esistente ma all’inclinazione dei campi risalenti al 1878, epoca a cui corrisponde la carta di Manovra.
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La tesi è incentrata sullo studio dei punti di singolarità di una curva nel piano proiettivo complesso. Nel caso in cui il punto sia regolare possiamo sfruttare il teorema delle funzioni implicite che ci permette di esplicitare il luogo di zeri di un'equazione implicita rispetto a una variabile. Quando questa ipotesi di regolarità viene meno per avere un risultato analogo diventa necessario utilizzare le serie di Puiseux. L'interpretazione algebrica del teorema di Puiseux risponde alla domanda di trovare un'estensione del campo delle serie di Laurent che sia algebricamente chiuso; prendendo un polinomio di grado positivo in K(x)*[y], mostreremo che esiste sempre una radice del polinomio appartenente a K(x)*. Il legame con l’interpretazione analitica risulta ora evidente: data infatti una curva nel piano complesso la sua equazione può essere vista come un particolare polinomio in K(x)*[y], esplicitare la y in funzione della x equivale appunto a trovare una radice in K(x)*. Nel primo capitolo abbiamo in primo luogo richiamato il risultato di Dini e parlato del luogo singolare di una curva, mostrando che quest'ultimo è un numero finito di punti. In seguito abbiamo introdotto il poligono di Newton, il quale è un insieme convesso del piano associato ad un polinomio in due variabili. Nel secondo capitolo abbiamo visto due formulazioni del teorema di Puiseux, entrambe le dimostrazioni di questo risultato sono costruttive; per renderle più scorrevoli abbiamo ritenuto opportuno costruire degli esempi che evidenziassero i vari passi.
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Le lagune costituiscono ecosistemi dinamici ed eterogenei, caratterizzati da comunità biologiche più ristrette rispetto agli ambienti marini confinanti. Si tratta di ambienti delicati e spesso soggetti a disturbo antropico, per cui è importante monitorare lo stato ecologico del loro sistema. Un ottimo strumento per questa valutazione è rappresentato dalle comunità di invertebrati che popolano i sedimenti. Nel presente studio ci si propone di indagare la struttura dei popolamenti macrobentonici nella laguna di Messolonghi (Grecia occidentale), parte di un sistema lagunare di importanza ecologica in tutto il Mediterraneo, come testimoniato dalla designazione di ‘important bird area’ (IPA) nell’ambito del programma sviluppato dall’organizzazione BirdLife International; dalla presenza di siti dichiarati di interesse comunitario (SIC) all’interno della rete di protezione europea “Natura 2000”, nell’ambito della Direttiva Habitat (92/43/CEE). In questo studio viene indagata la struttura della comunità di invertebrati nella laguna e il ruolo della vegetazione e delle condizioni ambientali nel condizionare la disposizione dei popolamenti. A tale scopo vengono applicati indici di diversità che vengono messi in relazione alle specie vegetali presenti e alle caratteristiche del sedimento. I risultati mostrano una comunità diversificata, non regolata da un preciso gradiente ambientale, su cui la principale influenza risulta essere la vegetazione nel suo complesso. Nelle stazioni vegetate si trova un’elevata ricchezza specifica mentre l’equidistribuzione rimane invariata tra habitat vegetato e non. Dalle possibili correlazioni esaminate, risulta che l’abbondanza di alcuni dei taxa più importanti nel differenziamento delle strutture di comunità osservato varia in relazione alla granulometria dei sedimenti e al loro contenuto in azoto e carbonio organico.
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I movimenti lenti delle colate in terra sono una caratteristica geomorfologica comune nell’Appennino settentrionale e sono uno dei principali agenti di modellazione del paesaggio. Spesso case e piccoli centri abitati sorgono in zone affette da questo tipo di movimento franoso e di conseguenza subiscono danni causati da piccoli spostamenti. In questo lavoro di Tesi vengono presentati i risultati ottenuti dall’interferometria radar ad apertura sintetica (InSAR) mediante elaborazione tramite StaMPS (Stanford Method of Persistent Scatterers), utilizzando la tecnica avanzata Small Baseline Subset (Berardino et al., 2002). Questo metodo informatico è applicato alle acquisizioni rilevate dai satelliti Envisat e COSMO-SkyMed in orbita ascendente e discendente, ottenendo una copertura di dati che va dal 2004 al 2015, oltre ad un rilevamento geologico-geomorfologico in dettaglio eseguito nell’area di studio. Questa tecnica di telerilevamento è estremamente efficace per il monitoraggio dei fenomeni di deformazione millimetrica che persistono sulla superficie terrestre, basata sull'impiego di serie temporali d’immagini radar satellitari (Ferretti et al., 2000). Lo studio è stato realizzato nel paese di Gaggio Montano nell’Appennino bolognese. In questa zona sono stati identificati diversi corpi di frana che si muovono con deformazioni costanti durante il tempo di investigazione e grazie ai risultati ottenuti dai satelliti è possibile confrontare tale risultato. Gli spostamenti misurati con il metodo InSAR sono dello stesso ordine di grandezza dei movimenti registrati dai sondaggi inclinometrici. Le probabili cause dell’instabilità di versante a Gaggio Montano sono di natura antropica, in quanto alti tassi di deformazione sono presenti nelle zone dove sorgono case di recente costruzione e complessi industriali. Un’altra plausibile spiegazione potrebbe essere data dalla ricarica costante d’acqua, proveniente dagli strati dei Flysch verso l’interno del complesso caotico sottostante, tale dinamica causa un aumento della pressione dell’acqua nelle argille e di conseguenza genera condizioni d’instabilità sul versante. Inoltre, i depositi franosi rilevati nell’area di studio non mostrano nessun tipo di variazione dovuta ad influenze idrologiche. Per questo motivo le serie temporali analizzare tendo ad essere abbastanza lineari e costanti nel tempo, non essendo influenzate da cicli stagionali.
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Tesi incentrata sull'impatto che la riduzione del lead time di consegna, come strategia commerciale, ha sulla supply chain della Neri SpA. A tale scopo è stato sviluppato un modello basato sulla matrice di Kraljic per la classificazione dei fornitori. La matrice è stata adattata alle esigenze aziendali ed è stato sfruttato il metodo di analisi multicriterio AHP per determinare i pesi dei parametri che compongono la dimensione più complessa della matrice. Sono stati sviluppati i diagrammi di Gantt partendo dai lead time presenti in distinta base. Da questi si sono individuati i percorsi temporalmente critici e dalla loro analisi le filiere critiche per lo sviluppo delle nuove potenzialità commerciali. Le filiere critiche sono state poi analizzate nel loro complesso, andando a verificare il ruolo dei singoli fornitori sfruttando come base di analisi la classificazione effettuata con la matrice di Kraljic. Dall'analisi delle filiere e dal confronto con la funzione commerciale sono state ipotizzate strategie per la riduzione dei lead time e il raggiungimento delle nuove potenzialità commerciali.
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Real living cell is a complex system governed by many process which are not yet fully understood: the process of cell differentiation is one of these. In this thesis work we make use of a cell differentiation model to develop gene regulatory networks (Boolean networks) with desired differentiation dynamics. To accomplish this task we have introduced techniques of automatic design and we have performed experiments using various differentiation trees. The results obtained have shown that the developed algorithms, except the Random algorithm, are able to generate Boolean networks with interesting differentiation dynamics. Moreover, we have presented some possible future applications and developments of the cell differentiation model in robotics and in medical research. Understanding the mechanisms involved in biological cells can gives us the possibility to explain some not yet understood dangerous disease, i.e the cancer. Le cellula è un sistema complesso governato da molti processi ancora non pienamente compresi: il differenziamento cellulare è uno di questi. In questa tesi utilizziamo un modello di differenziamento cellulare per sviluppare reti di regolazione genica (reti Booleane) con dinamiche di differenziamento desiderate. Per svolgere questo compito abbiamo introdotto tecniche di progettazione automatica e abbiamo eseguito esperimenti utilizzando vari alberi di differenziamento. I risultati ottenuti hanno mostrato che gli algoritmi sviluppati, eccetto l'algoritmo Random, sono in grado di poter generare reti Booleane con dinamiche di differenziamento interessanti. Inoltre, abbiamo presentato alcune possibili applicazioni e sviluppi futuri del modello di differenziamento in robotica e nella ricerca medica. Capire i meccanismi alla base del funzionamento cellulare può fornirci la possibilità di spiegare patologie ancora oggi non comprese, come il cancro.
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Internet e il Web rappresentano una risorsa informativa immensa, utilizzabile anche per compiere indagini di mercato, soprattutto a fronte di nuovi fenomeni di consumo. Un caso emergente è rappresentato dai servizi di video streaming. La piattaforma presa in considerazione dal mio studio di analisi è Twitch, leader nel segmento di mercato dei video-giochi. Attraverso di essa milioni di follower seguono in tempo reali i comportamenti di gioco di migliaia di player, fra i quali i principali campioni mondiali di e-sports. La tesi ha esaminato, attraverso lo studio di fonti di letteratura e di mercato, le principali caratteristiche di relazione degli utenti. Su tale base è stato definito un campione attraverso uso delle API del sito, oggetto di studio finalizzato alla comprensione dei comportamenti di scelta da parte dei follower. Fra i vari esiti, emerge confermata la presenza e tutti i livelli di analisi della distribuzione power-law, tipica anche di Internet nel suoi complesso.
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La tesi è suddivisa in tre parti. Nella prima parte si descrive il sistema dei canali bolognesi che derivano acqua dal bacino montano del Fiume Reno e dal Torrente Savena, e il sistema di gestione e di monitoraggio utilizzato dal Consorzio dei canali di Reno e Savena. Nella seconda parte si illustra una proposta di sistema di visualizzazione dei dati idro-pluviometrici che si sta valutando, assieme al Presidente del Consorzio e ad Arpa, per il monitor che il Consorzio intende installare al fine di illustrare al pubblico il monitoraggio e l’evoluzione degli eventi di piena e di scarsità idrica/siccità. Nella terza parte, infine, si effettuano la stima e un’analisi della correlazione tra due diversi indici di siccità, meteorologica ed idrologica, per il bacino del Reno chiuso a Casalecchio. Il sistema dell’intero bacino del Reno e della rete dei canali cittadini risulta molto complesso. Vista tale complessità del sistema, si è proposto di distinguere uno scenario di piena e uno scenario di magra. Tra le diverse informazioni da visualizzare nel monitor si intendono anche visualizzare informazioni relative alla disponibilità idrica alla scala del bacino in esame. Per questo è stata svolta l’analisi sugli indici di siccità Standard Precipitation Index (SPI) e Streamflow Drought Index per il bacino del Reno chiuso a Casalecchio . Tali indici hanno portato a dei risultati consistenti con le condizioni idro-metereologiche e con le informazioni sugli impatti al suolo disponibili per alcuni degli eventi più significativi presi in esame. In base ai risultati ottenuti è possibile affermare che gli indici SPI e SDI a scala di bacino hanno una buona correlazione che permette di poter considerare anche la sola caratterizzazione pluviometrica per identificare la situazione della disponibilità idrica del fiume a monte dell’opera di presa del Canale di Reno.
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Il presente lavoro riguarda lo studio delle colate detritiche, fenomeno che rappresenta un importante argomento di studio sia per la sua caratterizzazione e analisi a livello scientifico che per attuare una corretta pianificazione e gestione del territorio. Nell’ambiente alpino, ed in particolare nell’area Dolomitica, le colate detritiche rappresentano un fenomeno complesso, le cui caratteristiche di velocità ed intensità, congiuntamente alla difficile previsione temporale, determinano l’alto grado di pericolosità che espone a rischi elevati infrastrutture e persone. Il monitoraggio delle colate detritiche assume quindi una notevole importanza nella determinazione delle condizioni idrologiche e morfologiche che inducono la generazione e la propagazione di tali fenomeni. Il presente lavoro ha come obiettivo la caratterizzazione della risposta idrologica nella zona d’innesco di un canale detritico, localizzato nella Conca Ampezzana. La caratterizzazione è stata definita attraverso l’analisi dei dati ottenuti dal monitoraggio eseguito mediante una stazione di rilevamento appositamente progettata e realizzata.
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Effettuando un’analisi della condizione attuale del parco edilizio che costituisce le nostre città e periferie, ciò che si può rilevare è che questo, allo stato attuale, risulta in condizioni di grave degrado tecnologico, energetico, sociale ed architettonico. Diviene pertanto necessario intervenire su questa ampia porzione di città. A tal fine possono essere attuati due metodi di intervento: la trasformazione dell’esistente attraverso la completa sostituzione dei manufatti edilizi, oppure la riqualificazione dell’esistente con opere mirate. Questo secondo modello di intervento ha il pregio di riconoscere il valore culturale del tessuto edilizio esistente, puntando a criteri di sviluppo sostenibile, e guardando ai manufatti esistenti riconoscendone il potenziale economico ed architettonico. Allo stato attuale pertanto la disciplina punta a questo secondo metodo di intervento ricercando soluzioni in grado di modificare le prestazioni dell’edificio fino a renderle soddisfacenti in rapporto alle nuove esigenze ambientali, economiche, del vivere contemporaneo dell’individuo e della collettività nel suo complesso. Tra le opere che possono essere attuate al fine di riqualificare queste preziose aree, oltre a quelle di riqualificazione che mirano al miglioramento del comportamento energetico e della qualità architettonica dell’edificio esistente, si considera anche l’intervento per addizione, che permette la densificazione dei tessuti esistenti attraverso l’aumento del numero di alloggi sociali e l’implementazione dei servizi. In questo modo si va ad implementare e completare la gamma di prestazioni di un manufatto edilizio che non è più in grado di soddisfare tutte quelle esigenze del vivere contemporaneo. Il risultato finale è quindi un sistema edilizio che, grazie all’intervento, può vantare una valorizzazione complessiva del patrimonio immobiliare, grazie agli elevati livelli di prestazione energetica, alle condizioni di vivibilità eccellenti raggiunte e alla migliorata qualità architettonica.
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Recently, a new oxygenator (Dideco 903 [D903], Dideco, Mirandola, Italy) has been introduced to the perfusion community, and we set about testing its oxygen transfer performance and then comparing it to two other models. This evaluation was based on the comparison between oxygen transfer slope, gas phase arterial oxygen gradients, degree of blood shunting, maximum oxygen transfer, and diffusing capacity calculated for each membrane. Sixty patients were randomized into three groups of oxygenators (Dideco 703 [D703], Dideco; D903; and Quadrox, Jostra Medizintechnik AG, Hirrlingen, Germany) including 40/20 M/F of 68.6 +/- 11.3 years old, with a body weight of 71.5 +/- 12.1 kg, a body surface area (BSA) of 1.84 +/- 0.3 m(2), and a theoretical blood flow rate (index 2.4 times BSA) of 4.4 +/- 0.7 L/min. The maximum oxygen transfer (VO(2)) values were 313 mL O(2)/min (D703), 579 mL O(2)/min (D903), and 400 mL O(2)/min (Quadrox), with the D903 being the most superior (P < 0.05). Oxygen (O(2)) gradients were 320 mm Hg (D703), 235 mm Hg (D903), and 247 mm Hg (Quadrox), meaning D903 and Quadrox are more efficient versus the D703 (P < 0.05). Shunt fraction (Qs/Qt) and diffusing capacity (DmO(2)) were comparable (P = ns). Diffusing capacity values indexed to BSA (DmO(2)/m(2)) were 0.15 mL O(2)/min/mm Hg/m(2) (D703), 0.2 mL O(2)/min/mm Hg/m(2) (D903), and 0.18 mL O(2)/min/mm Hg/m(2) (Quadrox) with D903 outperforming D703 (P < 0.0005). During hypothermia (32.0 +/- 0.3 degrees C), there was a lower absolute and relative VO(2 )for all three oxygenators (P = ns). The O(2) gradients, DmO(2) and DmO(2)/m(2), were significantly lower for all oxygenators (P < 0.01). Also, Qs/Qt significantly rose for all oxygenators (P < 0.01). The oxygen transfer curve is characteristic to each oxygenator type and represents a tool to quantify oxygenator performance. Using this parameter, we demonstrated significant differences among commercially available oxygenators. However, all three oxygenators are considered to meet the oxygen needs of the patients.
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BACKGROUND: Hepatic steatosis may promote progression of chronic hepatitis C (CHC). Microsomal triglyceride transfer protein (MTP) is required for assembly and secretion of ApoB lipoprotein and is implicated in hepatitis C virus (HCV)-related steatosis. The MTP -493G/T polymorphism may promote liver fat accumulation, but its role in HCV-related steatosis is still unclear. METHODS: Two hundred ninety-eight CHC patients were studied and genotyped for MTP -493G/T variants. Hepatic MTP mRNA expression and activity were determined in a subgroup. RESULTS: Patients with grades 2/3 steatosis were older, had a higher body mass index (BMI), more advanced fibrosis and lower MTP mRNA expression and carried more often HCV genotype 3 and the MTP T allele. Age, BMI, HCV-3 and MTP T allele [odds ratio (OR) 2.05; 95% confidence interval (CI) 1.2-3.53; P=0.009] were independent risk factors for steatosis grades 2/3, and in HCV genotype non-3 patients, the MTP T allele was the strongest predictor for steatosis grade 2/3 (OR 2.17; 95% CI 1.22-3.86; P=0.008). Moreover, TT carriers had higher high-density lipoprotein (65.6+/-14.6 vs 56.1+/-16.2 mg/dl; P=0.003) and apolipoprotein AI (1.80+/-0.3 vs 1.60+/-0.3 g/L; P=0.005) levels than G allele carriers. CONCLUSIONS: Chronic hepatitis C patients with the MTP -493T allele reveal higher grades of steatosis, indicating a relevant contribution to liver fat accumulation, particularly in HCV non-3 patients.
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The goal of this roadmap paper is to summarize the state-of-the-art and identify research challenges when developing, deploying and managing self-adaptive software systems. Instead of dealing with a wide range of topics associated with the field, we focus on four essential topics of self-adaptation: design space for self-adaptive solutions, software engineering processes for self-adaptive systems, from centralized to decentralized control, and practical run-time verification & validation for self-adaptive systems. For each topic, we present an overview, suggest future directions, and focus on selected challenges. This paper complements and extends a previous roadmap on software engineering for self-adaptive systems published in 2009 covering a different set of topics, and reflecting in part on the previous paper. This roadmap is one of the many results of the Dagstuhl Seminar 10431 on Software Engineering for Self-Adaptive Systems, which took place in October 2010.
Pensionamento e plurilinguismo. Un'indagine qualitativa su immigrati italiani e su svizzeri tedeschi
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Che cosa succede con le competenze linguistiche quando una persona va in pensione? Perde delle competenze perché si indebolisce il contatto con la rete sociale del lavoro o acquisisce nuove competenze grazie alla maggiore disponibilità di tempo (frequentando per esempio un corso di lingua)? Partendo da queste domande il presente lavoro indaga la tematica finora poco studiata della percezione di cambiamenti riguardo all’uso e alle competenze delle lingue durante il processo del pensionamento. Dopo aver passato in rassegna il quadro interdisciplinare degli studi incentrati sulla terza età, viene discusso il complesso di fattori che interagiscono nelle dinamiche del pensionamento. Nella seconda parte del lavoro, si presenta invece una serie di indagini empiriche svolte dall’autrice che offrono un primo approccio sociolinguistico ai mutamenti legati a questo importante momento della vita.
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A profunda crisis de la ‘nave espacial Tierra’ que cohabitamos, como llamaba Buckminster Fuller a nuestro planeta, y los imparables cambios en los modos de vida occidentales demandan un urgente cambio en el modelo de vivienda que las sociedades‘desarrolladas’ proporcionan a sus ciudadanos. Los nuevos modos de vida son variables e imprevisibles, incapaces de ser predeterminados en un proyecto arquitectónico ‘cerrado’. Los avances tecnológicos conducen a la movilidad, la desaparición del hogar tradicional, la interrelación de los espacios de vivienda y trabajo y anticipan la llegada de tipos de vida más dinámicos y menos ligados a un sitio específico. En cuanto a las formas de relación, disminuye la duración de los compromisos afectivos y crece el número de personas con una vida al margen de la familia tradicional o producto de la disgregación de proyectos familiares. Y, en el campo arquitectónico, no dejan de surgir nuevas herramientas mecánicas y tecnológicas capaces de transformar, de forma sencilla, una vivienda. Todas estas circunstancias no encuentran acomodo en las viviendas concebidas para los modos de vida de las pasadas generaciones. Desde hace décadas, al menos en nuestro país, los arquitectos han dejado de diseñar las viviendas de promoción privada que firman, ya que el propio ‘mercado’ se encarga de hacerlo. Las viviendas que el ‘mercado’ diseña no persiguen entregar a sus habitantes un lugar donde puedan desarrollar sus potencialidades. El único objetivo de estas promociones es el beneficio económico. Las casas que el ‘mercado’ promueve son indiferentes a las minorías y a los nuevos modos de vida. Son viviendas mínimas y uniformes para, de esta forma, maximizar el beneficio y simplificar el proceso económico. Estas viviendas promueven los mismos valores que guían nuestra ‘nave’: son individualistas, buscando minimizar el contacto vecinal, persiguen la uniformidad, en personas y pensamientos, y perpetúan valores, ya que insisten en repetir los mismos modelos habitacionales creados para los modos de vida de las generaciones anteriores. Son casas cerradas que tratan de imponer a sus habitantes el modo de habitarlas. Son casas estáticas que no están pensadas para facilitar su adaptación al particular modo de vida de sus ocupantes. Siguiendo en nuestro país, las viviendas de promoción pública obedecen, también desde hace décadas, a una normativa desfasada ajena a los nuevos modelos familiares, los nuevos modelos de convivencia al margen de la familia, el trabajo en casa, las nuevas tecnologías y los esquemas habitacionales con espacios compartidos. Las viviendas que esta normativa obliga a construir no solo obedecen al modo de vida de dos generaciones atrás, momento en que estas normas se redactaron; tampoco permiten la alteración de sus adjudicatarios para acomodar las viviendas a sus particulares circunstancias. La inflexibilidad de estas normativas obsoletas provoca que el Estado no esté en realidad subvencionando un espacio donde sus habitantes puedan desarrollar la vida que deseen. Lo que el Estado, por medio de estas viviendas, subvenciona es una determinada forma de vida. Esta tesis propone un modelo de vivienda que denomina ‘casa abierta’ porque está abierta a ser vivida tal y como sus ocupantes deseen y necesiten. La casa abierta es un espacio indeterminado que sus usuarios han de completar conceptualmente, y que pueden transformar con facilidad, cuantas veces deseen, según su propio criterio. Es un espacio lleno de potencialidades, un soporte definido solo a medias, a la espera que el usuario lo adapte a sus necesidades. El primer objetivo de la casa abierta es responder a los nuevos modos de vida. Es, pues, destino de algo que está pasando. Pero la casa abierta tiene también un segundo objetivo, tan importante como el primero: ayudar a desarrollar nuevos valores, ser origen de algo, desconocido aún, que ayude a enderezar el rumbo de nuestra ‘nave’. Esta tesis cree que cada nueva generación trae consigo nuevas capacidades que podrían ayudar a las anteriores a solventar sus problemas. Por ello defiende una educación que promueva la diversidad y la creatividad, evitando imponer valores caducos e incitando a los jóvenes a encontrar sus propias capacidades y desarrollarlas, no ya por su propio interés personal sino por la satisfacción de aportarlas al mundo. La casa abierta persigue objetivos similares. Su anhelo es proporcionar buenas herramientas y nuevos valores a sus ocupantes, y dejarles hacer. La casa abierta busca incitar a sus habitantes a desarrollar su creatividad sobre su propio hábitat, convirtiéndolos en co-creadores y, en consecuencia, responsables del mismo. La casa abierta es un espacio de libertad, donde sus ocupantes pueden desarrollar su diferencia, singularidad y diversidad, pudiendo crear un entorno que responda a sus criterios y su sensibilidad. La casa abierta es un lugar de experimentación donde replantear las convenciones sobre la casa, probando nuevas formas de convivencia y hábitat acordes con los nuevos modos de vida. La casa abierta busca también estimular el sentido comunitario de sus ocupantes, favoreciendo el contacto y la agrupación entre vecinos. Pero también desea contribuir a crear un modelo de desarrollo sostenible, respetuoso con el medio ambiente, los recursos del planeta y el futuro de las generaciones venideras. Para crear una casa abierta proponemos diez atributos: versatilidad, permeabilidad elasticidad, adaptabilidad, perfectibilidad, movilidad, sociabilidad, indeterminación, disgregación y sostenibilidad. Con ellos tratamos de establecer diversas cualidades a incorporar en los futuros proyectos de viviendas. A partir de estos diez atributos la tesis analiza cerca de 200 proyectos de vivienda de los últimos 90 años, donde el habitante es parte activa en su concepción o donde los ocupantes pueden transformar su vivienda, con facilidad, acomodándola a su modo de vida o a su estado de ánimo. Dentro de la historia de la arquitectura moderna existen grandes ejemplos de viviendas o proyectos que cumplen con algunos de los atributos propuestos. Muchos de los planteamientos de la ‘casa abierta’ tienen su origen en los años 20 del siglo pasado. Fueron desarrollados por los arquitectos de la primera generación del movimiento moderno, sobre todo Adolf Loos, Le Corbusier, Mies van der Rohe, Gerrit Rietveld, y Buckminster Fuller. El periodo más cercano a las ideas de la casa abierta es el comprendido entre 1955 y 1980, con el trabajo de la tercera generación de arquitectos del movimiento moderno. En estos años surgen grandes ejemplos de casas abiertas, se publican libros sobre la implicación de los habitantes en el diseño de sus casas y se convocan coloquios sobre la adaptabilidad de las viviendas. Entre los ejemplos construidos destacan las viviendas Il Rigo Quarter de Renzo Piano, el complejo residencial Genter Strasse en Munich de Otto Steidle, Doris y Ralph Thut, los apartamentos universitarios en Lovaina de Lucien Kroll y el inicio de las comunidades de cohousing en Dinamarca. La década de 1990 es también propensa a la casa abierta. Entre los ejemplos construidos podemos destacar las casas Latapie y Coutras de Lacaton y Vassal, la Residencia Yakult de Toshio Akimoto, las casas Naked y la Nine square grid de Shigeru Ban y los apartamentos Fukuoka de Steven Holl. En esta década, surgen las cooperativas de viviendas autopromocionadas en Centroeuropa, como la Sargfabrik de BKK-2 en Viena, y se produce el desembarco del cohousing danés en EEUU. Ya en el siglo XXI podemos destacar las viviendas sociales Quinta Monroy y la Colonia Lo Barnechea de Alejandro Aravena-Elemental, las 14 viviendas en Mulhouse de Lacaton y Vassal, las casas Glass Shutter y Metal Shutter de Shigeru Ban, la casa Moriyama de SANAA, el d21system de José Miguel Reyes González y la ETSAM, la propuesta Parasite para Amsterdam, de Maccreanor y Lavington, la Shinonome Canal Court de Tokio y muchos ejemplos de viviendas prefabricadas y móviles como la Micro Compact Home o la LoftCube.