971 resultados para Giambattista dalla Concezione, Beato


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La tesi tratta la ricerca di procedure che permettano di rilevare oggetti utilizzando il maggior numero di informazioni geometriche ottenibili da una nuvola di punti densa generata da un rilievo fotogrammetrico o da TLS realizzando un modello 3D importabile in ambiente FEM. Il primo test si è eseguito su una piccola struttura, 1.2x0.5x0.2m, in modo da definire delle procedure di analisi ripetibili; la prima consente di passare dalla nuvola di punti “Cloud” all’oggetto solido “Solid” al modello agli elementi finiti “Fem” e per questo motivo è stata chiamata “metodo CSF”, mentre la seconda, che prevede di realizzare il modello della struttura con un software BIM è stata chiamata semplicemente “metodo BIM”. Una volta dimostrata la fattibilità della procedura la si è validata adottando come oggetto di studio un monumento storico di grandi dimensioni, l’Arco di Augusto di Rimini, confrontando i risultati ottenuti con quelli di altre tesi sulla medesima struttura, in particolare si è fatto riferimento a modelli FEM 2D e a modelli ottenuti da una nuvola di punti con i metodi CAD e con un software scientifico sviluppato al DICAM Cloud2FEM. Sull’arco sono state eseguite due tipi di analisi, una lineare sotto peso proprio e una modale ottenendo risultati compatibili tra i vari metodi sia dal punto di vista degli spostamenti, 0.1-0.2mm, che delle frequenze naturali ma si osserva che le frequenze naturali del modello BIM sono più simili a quelle dei modelli generati da cloud rispetto al modello CAD. Il quarto modo di vibrare invece presenta differenze maggiori. Il confronto con le frequenze naturali del modello FEM ha restituito differenze percentuali maggiori dovute alla natura 2D del modello e all’assenza della muratura limitrofa. Si sono confrontate le tensioni normali dei modelli CSF e BIM con quelle ottenute dal modello FEM ottenendo differenze inferiori a 1.28 kg/cm2 per le tensioni normali verticali e sull’ordine 10-2 kg/cm2 per quelle orizzontali.

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Soil respiration in semiarid ecosystems responds positively to temperature, but temperature is just one of many factors controlling soil respiration. Soil moisture can have an overriding influence, particularly during the dry/warm portions of the year. The purpose of this project was to evaluate the influence of soil moisture on the relationship between temperature and soil respiration. Soil samples collected from a range of sites arrayed across a climatic gradient were incubated under varying temperature and moisture conditions. Additionally, we evaluated the impact of substrate quality on short-term soil respiration responses by carrying out substrate-induced respiration assessments for each soil at nine different temperatures. Within all soil moisture regimes, respiration rates always increased with increase in temperature. For a given temperature, soil respiration increased by half (on average) across moisture regimes; Q(10) values declined with soil moisture from 3.2 (at -0.03 MPa) to 2.1 (-1.5 MPa). In summary, soil respiration was generally directly related to temperature, but responses were ameliorated with decrease in soil moisture. (C) 2004 Elsevier Ltd. All rights reserved.

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Paesaggio ed infrastrutture viarie sono un binomio molto forte: il primo ha insito il concetto di accessibilità, in quanto non può esistere senza la presenza di un osservatore; la strada, invece, trova i fattori che la connotano nel suo rapporto con la morfologia su cui insiste. Le infrastrutture viarie sono elemento strutturale e strutturante non solo di un territorio, ma anche di un paesaggio. Le attuali esigenze di mobilità portano oggi a ripensare ed adeguare molte infrastrutture viarie: laddove è possibile si potenziano le strutture esistenti, in diversi casi si ricorre a nuovi tracciati o a varianti di percorso. Porsi il problema di conservare itinerari testimoni della cultura materiale ed economica di una società implica considerazioni articolate, che travalicano i limiti del sedime: una via è un organismo più complesso della semplice linea di trasporto in quanto implica tutta una serie di manufatti a supporto della mobilità e soprattutto il corridoio infrastrutturale che genera e caratterizza, ovvero una porzione variabile di territorio definita sia dal tracciato che dalla morfologia del contesto. L’evoluzione dei modelli produttivi ed economici, che oggi porta quote sempre maggiori di popolazione a passare un tempo sempre minore all’interno del proprio alloggio, rende la riflessione sulle infrastrutture viarie dismesse o declassate occasione per la progettazione di spazi per l’abitare collettivo inseriti in contesti paesaggistici, tanto urbani che rurali, tramite reti di percorsi pensate per assorbire tagli di mobilità specifici e peculiari. Partendo da queste riflessioni la Tesi si articola in: Individuazioni del contesto teorico e pratico: Lo studio mette in evidenza come la questione delle infrastrutture viarie e del loro rapporto con il paesaggio implichi riflessioni incrociate a diversi livelli e tramite diverse discipline. La definizione dello spazio fisico della strada passa infatti per la costruzione di un itinerario, un viaggio che si appoggia tanto ad elementi fisici quanto simbolici. La via è un organismo complesso che travalica il proprio sedime per coinvolgere una porzione ampia di territorio, un corridoio variabile ed articolato in funzione del paesaggio attraversato. Lo studio propone diverse chiavi di lettura, mettendo in luce le possibili declinazioni del tema, in funzione del taglio modale, del rapporto con il contesto, del regime giuridico, delle implicazioni urbanistiche e sociali. La mobilità dolce viene individuata quale possibile modalità di riuso, tutela e recupero, del patrimonio diffuso costituito dalle diversi reti di viabilità. Antologia di casi studio: Il corpo principale dello studio si basa sulla raccolta, analisi e studio dello stato dell’arte nel settore; gli esempi raccolti sono presentati in due sezioni: la prima dedicata alle esperienze più significative ed articolate, che affrontano il recupero delle infrastrutture viarie a più livelli ed in modo avanzato non concentrandosi solo sulla conversione del sedime, ma proponendo un progetto che coinvolga tutto il corridoio attraversato dall’infrastruttura; la seconda parte illustra la pratica corrente nelle diverse realtà nazionali, ponendo in evidenza similitudini e differenze tra i vari approcci.

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Two decades after its inception, Latent Semantic Analysis(LSA) has become part and parcel of every modern introduction to Information Retrieval. For any tool that matures so quickly, it is important to check its lore and limitations, or else stagnation will set in. We focus here on the three main aspects of LSA that are well accepted, and the gist of which can be summarized as follows: (1) that LSA recovers latent semantic factors underlying the document space, (2) that such can be accomplished through lossy compression of the document space by eliminating lexical noise, and (3) that the latter can best be achieved by Singular Value Decomposition. For each aspect we performed experiments analogous to those reported in the LSA literature and compared the evidence brought to bear in each case. On the negative side, we show that the above claims about LSA are much more limited than commonly believed. Even a simple example may show that LSA does not recover the optimal semantic factors as intended in the pedagogical example used in many LSA publications. Additionally, and remarkably deviating from LSA lore, LSA does not scale up well: the larger the document space, the more unlikely that LSA recovers an optimal set of semantic factors. On the positive side, we describe new algorithms to replace LSA (and more recent alternatives as pLSA, LDA, and kernel methods) by trading its l2 space for an l1 space, thereby guaranteeing an optimal set of semantic factors. These algorithms seem to salvage the spirit of LSA as we think it was initially conceived.

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Regulated transcription controls the diversity, developmental pathways and spatial organization of the hundreds of cell types that make up a mammal. Using single-molecule cDNA sequencing, we mapped transcription start sites (TSSs) and their usage in human and mouse primary cells, cell lines and tissues to produce a comprehensive overview of mammalian gene expression across the human body. We find that few genes are truly 'housekeeping', whereas many mammalian promoters are composite entities composed of several closely separated TSSs, with independent cell-type-specific expression profiles. TSSs specific to different cell types evolve at different rates, whereas promoters of broadly expressed genes are the most conserved. Promoter-based expression analysis reveals key transcription factors defining cell states and links them to binding-site motifs. The functions of identified novel transcripts can be predicted by coexpression and sample ontology enrichment analyses. The functional annotation of the mammalian genome 5 (FANTOM5) project provides comprehensive expression profiles and functional annotation of mammalian cell-type-specific transcriptomes with wide applications in biomedical research.

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Contenido: La encíclica Fides et ratio de Juan Pablo II / La Dirección – Die Gegenwart del Themis bei Parmenides un der entzug der bestimmung im Heideggers Lichtung / Stefan Winter – El tiempo como medida de la primera esfera en la Física de Aristóteles / Marcelo L. Imperiale – St. Albert the Great and St. Thomas Aquinas on the presence of elements in compounds / Steven Baldner – Santo Tomás de Aquino, psicólogo / Ignacio Andereggen – Aquinas on creation and the metaphysical foundation of science / William E. Carroll – Las fuentes jurídicas romanas en Santo Tomás de Aquino / Alfredo Gustavo Di Pietro – La causalidad humana en la filosofía de la historia de Giambattista Vico / Juan Francisco Franck – Questions disputées de la politique chrétienne de Jacques Maritain / Yves Floucat – Die tektonik des submodernen Denkens im Schein ihrer Kunst / Heribert Boeder – El concepto de tolerancia / Alejandro G. Vigo – Modern science and time: an evaluation / Leo J. Elders – Tecnociencia y crisis ambiental / Héctor J. Padrón – The importante of order in theological discusión / Timothy L. Smith – La metafísica a pesar de Heidegger / Mario Enrique Sacchi – Notas y comentarios – Bibliografía

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Riassunto: Contro l’interpretazione tradizionale, l’articolo sostiene che il Motore immobile per Aristotele non è causa finale del movimento del cielo, ma ne è piuttosto la causa efficiente, come risulta da Metaph. XII 6. Il Motore immobile è causa finale solo nel senso che egli è fine della sua stessa atitività, come è provato dal fatto che questa è piacere (Metaph. XII 7). L’interpretazione tradizionale, secondo la quale il cielo si muove per amore del Motore immobile, cercando di imitare la sua immobilità per mezzo del moto circolare, deriva dal tentativo di conciliare il pensiero di Aristotele con la concezione platonica dell’imitazione della realtà intelligibile da parte della realtà sensibile. Il motore immobile è fine dell’uomo solo nel senso che è oggetto della conoscenza in cui consiste la felicità umana (Eth. Eud. VIII 3).

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“Luz de su pueblo y de su tiempo”: con estas palabras el beato Juan Pablo II, nuestro venerado predecesor, definió a santa Hildegarda de Bingen en 1979, en ocasión del octavo centenario de la muerte de la mística alemana. Y en verdad, sobre el horizonte de la historia esta mujer se destaca con límpida claridad, por la santidad de su vida y la originalidad de su doctrina. Como sucede en toda auténtica experiencia humana y teologal, su autoridad sobrepasa decididamente los límites de una época y de una sociedad y, a pesar de la distancia cronológica y cultural, su pensamiento se manifiesta con perenne actualidad...

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Resumen: En muchos países del mundo se suceden actualmente reclamos de reconocimiento público de las uniones homosexuales. Diversos países europeos han introducido normas tendientes a reconocer nuevas modalidades de ser pareja y familia sobre la base de una nueva concepción “de género” de la sexualidad humana. Pero la impresión que surge es que tales reconocimientos no son siempre precedidos de una profundización propiamente jurídica. En tal sentido, a la luz de las recientes solicitaciones político-sociales en materia de sexualidad y de familia, la presente contribución pretende proponer, en una perspectiva filosófico-jurídica, una reflexión sobre la función y el sentido del derecho frente a los cambios sociales.

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Contenido: L’inquiétude de Dieu chez saint Augustin / Rosa Muriel Zelasco – El camino trinitario a la deificación conforme a los místicos renanos del siglo XIV: Meister Eckhart, Juan Tauler y el beato Enrique Seuze / Brian J. Farrelly – El comentario de Santo Tomás a los Posteriores analíticos: notas metodológicas / Celina A. Lértora Mendoza – Memoria e identidad en Santo Tomás de Aquino / Martín Federico Echavarría -- ¿Elegimos a Dios?: acerca de la no elección del fin último en concreto según Tomás de Aquino / Beatriz Reyes Oribe – Hacia un realismo hermenéutico sobre la base Santo Tomás de Aquino-Husserl: Los horizontes / Gabriel J. Zanotti – Pascal à la lumière de saint Jean de la Croix / André Bord – El principio de contradicción en Kant / Lorenzo Vicente Burgoa – La mutua implicación poder-saber según Michel Foucault / Jorge Martínez Barrera – Modernidad e Ilustración en Jürgen Habermas / Francisco Leocata – Hacia una hermenéutica analógico-icónica del símbolo / Mauricio Beuchot – El principio de autoridad / Mario Enrique Sacchi – Notas y comentarios – Discusiones -- Bibliografía

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El autor plantea la cuestión de lo significativo del lenguaje teológico a partir del concepto de experiencia en el pensamiento del cardenal Newman. Su itinerario de fe y conversión, enraizado en un diálogo personal con Dios, le ha dado tanto a su teología como a su predicación, un atractivo que trasciende su época y que puede servir de estímulo actualmente en la comunicación teológica.

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El papa Benedicto XVI beatificó el 19 de septiembre del año pasado a John Henry Newman, en la Misa final de su visita oficial al Reino Unido. En un pasaje de la homilía dijo así: “Me gustaría rendir especial homenaje a su visión de la educación, que ha hecho tanto por formar el ethos que es la fuerza motriz de las escuelas y facultades católicas actuales. Firmemente contrario a cualquier enfoque reductivo o utilitarista, buscó lograr unas condiciones educativas en las que se unificara el esfuerzo intelectual, la disciplina moral y el compromiso religioso. El proyecto de fundar una Universidad Católica en Irlanda le brindó la oportunidad de desarrollar sus ideas al respecto, y la colección de discursos que publicó con el título La Idea de una Universidad sostiene un ideal mediante el cual todos los que están inmersos en la formación académica pueden seguir aprendiendo”. Estas palabras por sí solas justifican que nos ocupemos aquí de Newman y la Universidad, recordando que el suyo no fue solo un pensamiento teórico sino fruto de su experiencia personal: anglicano en Oxford, como fellow y tutor en el Oriel College, y católico en Dublín, como fundador y rector de la Universidad Católica de Irlanda. Vivió entre 1801 y 1890, y se convirtió en 1845, y en su paso del anglicanismo al catolicismo mantuvo los mismos principios esenciales, a los cuales pretendo acercarme en esta exposición.

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Este trabalho visa à análise crítica dos instrumentos jurídicos utilizados para a defesa do meio ambiente, em especial o licenciamento ambiental. Traçando os fundamentos teóricos do direito ambiental e passando, em seguida, ao exame dos instrumentos propriamente ditos, esta tese de doutoramento apresenta estudo de caso da implantação do Complexo Petroquímico do Estado do Rio de Janeiro COMPERJ, trazendo as irregularidades jurídicas e técnicas que marcaram seu processo de licenciamento. Por fim, o trabalho aponta deficiências ligadas à atuação do Ministério Público, à ingerência política num procedimento que se suporia técnico e à pouca efetividade dos dispositivos que garantem a efetiva participação popular, trazendo algumas sugestões para a minimização destes problemas.

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A presente tese tem por objetivo revisitar os instrumentos de autotutela e repensar os seus pressupostos de admissibilidade, limites e mecanismos de controle no ordenamento brasileiro, em particular nas situações de inadimplemento contratual. A necessidade de tal abordagem advém essencialmente de duas demandas aparentemente inconciliáveis da pós-modernidade: reforçar a autonomia privada, reduzindo a ingerência estatal, e, ao mesmo tempo, controlá-la, coibindo abusos. Para tanto, busca-se desatrelar a autotutela da noção primitiva de vingança privada, concebendo-se uma renovada perspectiva, constitucionalizada e controlada, inconfundível com a conduta criminalmente tipificada do exercício arbitrário das próprias razões. O reconhecimento de um fundamento constitucional para a autonomia negocial é determinante para conferir legitimidade também constitucional - à autotutela contratual, que é expressão daquela autonomia. Por conseguinte, rompe-se com o dogma da excepcionalidade dos instrumentos de autotutela, que passa a ser entendida como um poder merecedor de respaldo pelo ordenamento. A solução proposta preconiza a abertura aos contratantes de mais espaço para reger e defender os seus próprios interesses independentemente da chancela estatal, mas sem prejuízo de um posterior controle judicial para corrigir eventuais inadequações de conduta (na hipótese de contrariedade à boa-fé) ou abusos (no caso de desvio da função do remédio adotado). Uma vez assentadas tais premissas, empreende-se a análise da estrutura e função, bem como, e sobretudo, das potencialidades expansivas dos principais remédios de autotutela pelo inadimplemento, classificados segundo um critério funcional, a saber: (i) remédios com função conservativo-cautelar, que abrangem as exceções de contrato não cumprido e a retenção preventiva; (ii) remédios com função resolutiva, abrangendo a cláusula resolutiva expressa e outros possíveis instrumentos de resolução extrajudicial; e (iii) remédios com função satisfativa, compreendendo a retenção definitiva, o pacto marciano e algumas medidas de mitigação de perdas e danos pelo próprio credor, a exemplo das contratações substitutivas. O resultado alcançado demonstra a relevância da metodologia civil-constitucional tanto para justificar restrições à autonomia privada quanto, e em igual medida, para reforçá-la.

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A presente tese versa sobre a aplicação errônea, pelo árbitro, do Direito Brasileiro ao mérito do litígio. Tendo em vista o ineditismo, em nosso País, do estudo das consequências advindas à sentença arbitral prolatada mediante uma aplicação equivocada do Direito que rege o mérito da controvérsia, revelou-se fundamental uma análise de Direito Comparado. Assim, consultou-se o Direito dos Estados Unidos da América, do Reino Unido, da Alemanha, da Itália, da Áustria, da Suíça e da França, a fim de se constatar se é admissível, nos referidos Países, alguma medida judicial contra tal situação. Primeiramente, empreendeu-se um exame das consequências que podem advir, nos 7 (sete) Países citados, a uma sentença arbitral doméstica, assim definida conforme a legislação de cada País. Como a medida habitual para se afastar uma sentença arbitral doméstica é a ação de anulação, buscou-se examinar as hipóteses que ensejam seu ajuizamento em cada País estudado, a fim de se constatar se dentre elas insere-se a aplicação errônea do Direito que rege o fundo da disputa. Ou, em caso negativo, se a violação à ordem pública inclui-se nas hipóteses de anulação. E, por último, se a ofensa à ordem pública compreende a aplicação errônea, pelo árbitro, do Direito de cada País sub examine. Em segundo lugar, examinaram-se as consequências que advêm para uma sentença arbitral estrangeira em que se aplicou erroneamente o Direito que rege o mérito da controvérsia. Como todos os sete Países examinados são Estados-membros da Convenção de Nova Iorque de 10 de junho de 1958 sobre o Reconhecimento e a Execução de Sentenças Arbitrais Estrangeiras, que prevê em seu artigo V, n 2, alínea b, a violação à ordem pública como óbice à homologação da sentença arbitra alienígena, a aplicação do referido dispositivo em cada Estado foi analisado. Tentou-se averiguar se a ofensa à ordem pública consubstanciada na referida Convenção poderia abranger a aplicação errônea do Direito material pelo árbitro. Em seguida, examinou-se a legislação e a doutrina brasileiras tanto no que tange à ação anulatória de laudos arbitrais brasileiros, quanto à homologação dos laudos estrangeiros , a fim de se proporem soluções para esta questão em nosso ordenamento jurídico. Por fim, analisou-se se é possível, no Brasil, homologar uma sentença arbitral estrangeira que tenha sido anulada no País em que foi prolatada com base no argumento da aplicação errônea do Direito do referido Estado ao mérito da arbitragem.