855 resultados para traduzione


Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

INTRODUZIONE. Presentazione della ricerca e del metedo seguito per realizzarla. CAPITOLO PRIMO. Il contesto storico, politico e sociale di riferimento. - Storia della Siria, - La Siria politica e il conflitto israelo-palestinese - La societ siriana: multiculturalismo, tradizione, islam. - Teatro e letteratura in Siria, e nel Bilad AlSham. CAPITOLO SECONDO. I testi. Traduzione integrale di due opere teatrali di Sad Allah Wannus. Breve presentazione. - Riti di segni e trasformazioni., (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), 1994. Il dramma si svolge nella Damasco del XIX secolo, dove un affare di morale e buon costume il punto di partenza per la metamorfosi dei suoi protagonisti, mettendo a nudo le riflessioni, i desideri pi intimi, le contraddizioni e le angosce di una societ in crisi. Interessante lanalisi delle figure femminili di questa piece, le loro scelte, il loro ruolo nella societ e soprattutto la presa di coscienza delle loro posizioni. - I giorni ubriachi. , (Alayyam Almakhmura), 1997. Il ritratto di una famiglia siriana degli anni trenta. Due genitori, quattro figli, e un nipote che a distanza di anni decide di ripercorrere e raccontarci le loro storie.Una madre che vive tormentata dal suo spettro e che decide di abbandonare la propria famiglia e i propri figli per seguire un altro uomo. Un padre che tiene con violenza le redini delle proprie relazioni, e che rifiuta loccidente in tutte le sue forme per restare aggrappato alle proprie tradizioni. Un figlio che sceglie lordine e la carriera militare, e che, incapace di risolvere il suo rapporto di dipendenza dalla madre, e di risolvere il conflitto tra la legge e un affetto quasi morboso, sceglie di suicidarsi. Un figlio che sceglie la via della perdizione, delle droghe, del furto e degli affari illegali, e che va incontro al successo e alla ricchezza... CAPITOLO TERZO. Biografia di Sad Allah Wannus, presentazione delle sue opere principali. Sad Allah Wannus (1941 1997) sicuramente uno dei principali protagonisti nellambito del teatro arabo contemporaneo. Scrittore, critico, drammaturgo, riformatore, uomo impegnato politicamente, e infine essere umano nella lotta tra la vita e la morte (muore a 56 anni per tumore, dopo un lungo periodo di degenza). Mio intento quello di analizzare lopera di questautore, attraverso i suoi numerosi scritti e piece teatrali (purtroppo al giorno doggi ancora quasi interamente non tradotte dallarabo), fino ad arrivare, attraverso queste, ad una lettura della societ araba contemporanea, e al ruolo che il teatro assume al suo interno. Vita e opere di Saad Allah Wannus. Nasce in Siria nel 1941 in un piccolo villaggio vicino alla citt di Tartous, sulla costa mediterranea. Dopo aver terminato gli studi superiori, nel 1959, parte per Il Cairo (Egitto), per studiare giornalismo e letteratura. Rientra a Damasco nel 1964, lavorando al tempo stesso come funzionario al ministero della cultura e come redattore o giornalista in alcune riviste e quotidiani siriani. Nel 1966 parte per Parigi, dove studier con Jean-Louis Barrault, e dove far la conoscenza delle tendenze del teatro contemporaneo. Ha loccasione di incontrare scrittori e critici importanti come Jean Genet e Bernard Dort, nonch di conoscere le teorie sul teatro di Brech e di Piscator, dai quali sar chiaramente influenzato. In questi anni, e soprattutto in seguito agli avvenimenti del Maggio 1968, si sviluppa in modo determinante la sua coscienza politica, e sono questi gli anni in cui compone alcune tra le sue piece pi importanti, come: Serata di gala per il 5 giugno (haflat samar min ajl khamsa huzayran) nel 1968, Lelefante, oh re del tempo! (al-fil, ya malik al-zaman!) 1969, Le avventure della testa del Mamelucco Jaber (Meghamarat ras al-mamluk Jabiir) 1970, Una serata con Abu-Khalil al- Qabbani (Sahra maa Abi Khalil Al-Qabbani) 1972, Il re il re (al-malik uwa al-malik) 1977. Parallelamente porta avanti una intensa attivit artistica e intellettuale. Soggiorna di nuovo in Francia e a Weimar, per portare a termine la sua formazione teatrale, fonda il Festival di teatro di Damasco, traduce e mette in scena numerosi spettacoli, scrive e pubblica numerosi articoli e una importante serie di studi sul teatro, intitolata: Manifesto per un nuovo teatro arabo (bayanat limasrah arabi jadid) (1970). Scrive in numerose riviste e giornali e fonda la rivista La vita teatrale (al-hayyat al-masrahiyya), del quale sar capo redattore. La visita del presidente egiziano Anouar Sadat a Gerusalemme nel 1977 e gli accordi di Camp David lanno seguente, lo gettano in una profonda depressione. E linizio di un lungo periodo di silenzio e di smarrimento. Ritorner a scrivere solamente nel 1989, con linizio della prima Intifada palestinese, scrive allora una piece teatrale intitolata Lo stupro (al-ightisab), dove presenta unanalisi della struttura dellelite al potere in Israele. Questo testo apre una nuova epoca creativa, durante la quale Wannus compone alcuni testi molto importanti, nonostante la malattia e il cancro che gli viene diagnosticato nel 1992. Tra questi le pieces Miniature storiche (munamnamat tarakhiyya), nel 1993, e Rituali per una metamorfosi (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), nel 1994 e A proposito della memoria e della morte (an al-dhakira wa-l-mawt) nel 1996, una sua ultima opera in cui sono raccolti dei racconti, drammi brevi e una lunga meditazione sulla malattia e la morte. Nel 1997 lUNESCO gli chiede di redigere il messaggio per la Giornata Mondiale del Teatro, che si tiene ogni anno il 27 marzo. Nel 1997, poche settimane prima della sua scomparsa, realizza insieme ad Omar Almiralay il film documentario Il y a tant de choses a reconter, una intervista in cui Wannus parla della sua opera, e del conflitto Israelo-Palestinese. Muore a 56 anni, il 15 maggio 1997, per unamara coincidenza proprio il giorno anniversario della creazione di Israele. Wannus drammaturgo engag: limportanza del conflitto israelo palestinese nella sua opera. Unanalisi dellinfluenza e dellimportanza che le opere di Wannus hanno avuto nel seno della societ araba, e soprattutto il suo impegno costante nelluso del teatro come mezzo per la presa di coscienza del pubblico dei problemi della societ contemporanea. Punto cardine dellopera di Wannus, il conflitto israelo palestinese, e il tentativo costante in alcune sue opere di analizzarne le cause, le strutture, le parti, i giochi di potere. E il simbolo di tutta la generazione di Wannus, e delle successive. Analisi delle illusioni e dei miti che la societ araba ripropone e che Wannus ha cercato pi volte di mettere a nudo. La lotta contro le ipocrisie dei governi, e il tentativo di far prendere coscienza alla societ araba del suo ruolo, e delle conseguenze delle sue azioni. Lindividuo, la famiglia, la societ ... il teatro. Distruggere le apparenze per mettere a nudo lessere umano nella sua fragilit. CONCLUSIONI. APPENDICE: Intervista con Marie Elias BIBLIOGRAFIA.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Affrontare lanalisi critica delle traduzioni italiane di Un amour de Swann di Marcel Proust implica necessariamente un attento esame dello stile esemplare di un autore, che ha modificato, in larga misura, la concezione del romanzo e della scrittura stessa; in secondo luogo significa considerare laltrettanto complesso lavorio intellettuale rappresentato dalla traduzione, in qualit di atto critico fondamentale. Prenderemo in esame nel capitolo primo la genesi del TP, le sue specificit narratologiche e la ricezione critica francese e italiana, per comprendere appieno loriginalit di Proust rispetto al panorama letterario dellepoca. Nella seconda parte del primo capitolo delineeremo un excursus lungo la storia di tutte le traduzioni italiane del romanzo, accordando particolare attenzione alla figura di ogni traduttore: Natalia Ginzburg (1946), Bruno Schacherl (1946), Armando Landini (1946), Oreste Del Buono (1965), Giovanni Raboni (1978), Maria Teresa Nessi Somaini (1981), Gianna Tornabuoni (1988), Eurialo De Michelis (1990) e il traduttore, rimasto anonimo, della casa editrice La Spiga Languages (1995). Nel secondo capitolo analizzeremo la peculiarit stilistica pi nota dellautore, la sintassi. I lunghi periodi complicati da un intreccio di subordinate e sciolti solo con il ricorso a vari nessi sintattici contribuiscono a rendere la sintassi proustiana una delle sfide maggiori in sede traduttiva. Nel capitolo successivo accorderemo attenzione alleteroglossia enunciativa, espressa nei diversi idioletti del romanzo. In sede contrastiva affronteremo la questione della trasposizione dei niveaux de langue, per poter valutare le scelte intraprese dai traduttori in un ambito altamente complesso, a causa della diversit diafasica intrinseca dei due codici. Allinterno del medesimo capitolo apriremo una parentesi sulla specificit di una traduzione, quella di Giacomo Debenedetti, effettuata seguendo una personale esegesi dello stile musicale e armonico di Proust. Riserveremo al capitolo quarto lo studio del linguaggio figurato, soffermandoci sullanalisi delle espressioni idiomatiche, che vengono impiegate frequentemente da alcuni personaggi. Rivolgeremo uno sguardo dinsieme alle strategie messe in atto dai traduttori, per cercare un equivalente idiomatico o per ricreare il medesimo impatto nel lettore, qualora vi siano casi di anisomorfismo. Analizzeremo nel quinto capitolo la terminologia della moda, confrontando il lessico impiegato nel TP con le soluzioni adottate nei TA, e aprendo, inevitabilmente, una parentesi sulla terminologia storica del settore. A compimento del lavoro presenteremo la nostra proposta traduttiva di un capitolo tratto dal saggio Proust et le style di Jean Milly, per mettere in luce, tramite la sua parola autorevole, la genialit e la complessit della scrittura proustiana e, conseguentemente, il compito ardimentoso e ammirevole che stato richiesto ai traduttori italiani.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Lidea che il bogomilismo sia in una qualche maniera da riconnettere al manicheismo di per s molto antica. Fin da quando giunsero le prime voci su questa nuova eresia che si era diffusa in terra bulgara, i bogomili vennero etichettati come manichei. Non necessariamente per chi pi vicino ad un fenomeno, sia nello spazio sia nel tempo, vede meglio i suoi contorni, le sue implicazioni e la sua essenza. Altri campi di studio ci insegnano che la natura umana tende a inquadrare ci che non noto allinterno degli schemi del gi conosciuto: cos che spesso nomi di popoli si fissano al territorio divenendo concetti geografici anche quando i popoli cambiano; non a caso tutta la regione che si estendeva ad est della Germania veniva definita Sarmazia ed i numerosi popoli che si muovevano al seguito ed agli ordini del gran qan venivano chiamati Tartari; analogamente in semantica possiamo assistere al posizionamento di etichette consolidate e particolari su oggetti che ne condividono tratti pur essendo sotto molti aspetti del tutto estranei a quella che si potrebbe definire la matrice: il terrorista islamico che si fa esplodere viene chiamato sui giornali kamikaze e non casualmente lo tsunami porta questo nome: londa anomala che pu sconvolgere coste distanti migliaia di chilometri dallepicentro di un terremoto sottomarino ricorda la pi familiare onda di porto. Se il continuo riconnettere il bogomilismo al manicheismo delle fonti antiche rappresenta un indizio, ma non necessariamente una prova di certa connessione, la situazione si notevolmente complicata nel corso del XX secolo. Dobbiamo al principe Obolensky lintroduzione del termine neomanicheismo per indicare le eresie di carattere dualistico sviluppatesi dal X secolo in avanti sul territorio europeo con particolare riferimento al bogomilismo. Il termine dal 1948 in avanti stato ripetutamente utilizzato pi o meno a proposito in svariati lavori a volte pubblicati in sedi editoriali deccellenza apparsi in Europa occidentale e nellest europeo. Il problema principale resta definire il valore da attribuire al termine neomanicheismo: indica un forte dualismo religioso in generale, ben diffuso e studiato da tempo ad esempio nei lavori del Bianchi dedicati ai popoli siberiani e mongoli, oppure presuppone una reale catena di connessioni che ci conducono fino al manicheismo vero e proprio? A fronte di chi sostiene che il bogomilismo, cos come leresia catara, pu essere spiegato semplicemente come fenomeno interno al cristianesimo sulla base di uninterpretazione contrastante da quella ufficiale dei testi sacri vi chi ritiene che sia stato un contatto diretto con gli ambienti manichei a generare le caratteristiche proprie del bogomilismo. Da qui nasce la parte pi affascinante della ricerca che porta allindividuazione di possibili contatti attraverso gli spostamenti delle popolazioni, alla circolazione delle idee allinterno di quello che fu il commonwealth bizantino ed allindividuazione di quanto sia rimasto di tutto ci allinterno della dottrina bogomila. Il lavoro suddiviso in tre capitoli, preceduti dalla bibliografia e seguiti da un indice analitico dei nomi di persona e luogo. Il primo capitolo prende in esame le fonti sul bogomilismo, il tempo ed il luogo in cui si manifestato e la sua evoluzione. Il secondo analizza la dottrina bogomila, i suoi possibili contatti con le dottrine iraniche ed i possibili canali di trasmissione delle idee. Il terzo capitolo costituito da una serie di racconti popoloari bulgari di matrice dualistica e da testi antico slavi usati dai bogomili. La maggior parte di questi testi viene presentata per la prima volta qui in traduzione italiana.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La tesi ha per oggetto i tre copioni danteschi di Edoardo Sanguineti, Mario Luzi e Giovanni Giudici, traspositori, rispettivamente, di Inferno, Purgatorio e Paradiso, nellambito del progetto di drammaturgia della Commedia ideato e commissionato dai Magazzini negli anni 1989-1991. Lanalisi dei copioni si basa sulle teorie espresse da Genette in Palinsesti, e si sviluppa come lettura comparativa fra ipotesto (Commedia) e ipertesti (riscritture). Contestualmente, viene approfondito il tema della ricezione di Dante nel Novecento, specie nelle forme della traduzione in immagini, e fornita un'interpretazione alla luce delle acquisizioni della critica dantesca novecentesca e della narratologia della duplice natura del poema, materia prima oscillante tra vocazione e resistenza alla trasposizione drammatica.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La tesi individua alcune strategie di rigenerazione urbana e di riqualificazione edilizia, al fine di ottenere una serie di linee guida per lintervento sul patrimonio di edilizia abitativa situata nelle periferie urbane. Tali principi sono stati poi applicati ad un edificio ACER collocato nella prima periferia di Forl, per sperimentare lefficacia delle strategie individuate. Dalla ricerca svolta sulle strategie di intervento volte alla riqualificazione sociale delle periferie, in particolare la teoria del Defencible space di Jacobs, si evidenzia limportanza di accentuare nei residenti il sentimento di territorialit, ovvero la consapevolezza di far parte di una comunit specifica insediata in un particolare spazio, alimentata attraverso la frequentazione e lappropriazione percettivo-funzionale degli spazi pubblici. Si deciso quindi di allargare il campo di intervento alla rigenerazione dellinterno comparto, attraverso la riorganizzazione degli spazi verdi e la dotazione di attrezzature sportive e ricreative, in modo da offrire spazi specifici per le diverse utenze (anziani, giovani, bambini) e la definizione di un programma funzionale di servizi ricreativi e spazi destinati a piccolo commercio per integrare le dotazioni carenti dellarea. Dallanalisi approfondita delledificio sono emerse le criticit maggiori su cui intervenire: - lintersezione dei percorsi di accesso alledificio - la struttura portante rigida, non modificabile - la scarsa variet tipologica degli alloggi - lelevato fabbisogno energetico. La riqualificazione delledificio ha toccato quindi differenti campi: tecnologico, funzionale, energetico e sociale; il progetto stato strutturato come una serie di fasi successive di intervento, eventualmente realizzabili in tempi diversi, in modo da consentire il raggiungimento di diversi obiettivi di qualit, in funzione della priorit data alle diverse esigenze. Secondo questottica, il primo grado di intervento, la fase 1 - riqualificazione energetica, si limita alladeguamento dello stato attuale alle prestazioni energetiche richieste dalla normativa vigente, in assenza di adeguamenti tipologici e spaziali. La fase 2 propone la sostituzione degli impianti di riscaldamento a caldaie autonome presenti attualmente con un impianto centralizzato con pompa di calore, un intervento invasivo che rende necessaria la realizzazione di un involucro polifunzionale che avvolge completamente ledificio. Questo intervento nasce da tre necessit fondamentali : - architettonica: poter ampliare verso lesterno le superfici degli alloggi, cos da intervenire sulle unit abitative rendendole pi rispondenti alle necessit odierne; - statica: non dover gravare in ci sulledificio esistente apportando ulteriori carichi, difficilmente sopportabili dalla struttura esistente, assicurando il rispetto della normativa antisismica in vigore; - impiantistica/tecnologica: alloggiare i condotti del nuovo impianto centralizzato per il riscaldamento, raffrescamento e acs; La fase 3 invece incentrata sullampliamento dellofferta abitativa, in modo da rispondere anche a necessit legate ad utenze speciali, come utenti disabili o anziani. Laddizione di nuovi volumi si sviluppa in tre direzioni: - un volume parassita, che aderisce alledificio nel fronte sud/est, indipendente dal punto di vista strutturale, ruotato per sfruttare al meglio lorientamento ottimale. - un volume satellite, indipendente, connesso alledificio esistente tramite un elemento di raccordo, e nel quale sono collocati alcuni alloggi speciali. - unaddizione in copertura, che non appoggia direttamente sul solaio di copertura esistente, ma grava sullelemento di chiusura delinvolucro realizzato nella fase 2 Completano il progetto le addizioni volumetriche a piano terra, destinate a servizi quali un centro diurno, un micronido e un bar, i quali costituiscono la traduzione alla scala delledificio delle strategie applicate nel progetto di comparto. Questi interventi hanno consentito di trasformare un edificio costruito negli anni 80 in un complesso residenziale moderno, dotato spazi accessori di grande qualit, tecnologie moderne che ne garantiscono il comfort abitativo, servizi alla persona disponibili in prossimit delledificio.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Although in Europe and in the USA many studies focus on organic, little is known on the topic in China. This research provides an insight on Shanghai consumers perception of organic, aiming at understanding and representing in graphic form the network of mental associations that stems from the organic concept. To acquire, process and aggregate the individual networks it was used the Brand concept mapping methodology (Roedder et al., 2006), while the data analysis was carried out also using analytic procedures. The results achieved suggest that organic food is perceived as healthy, safe and costly. Although these attributes are pretty much consistent with the European perception, some relevant differences emerged. First, organic is not necessarily synonymous with natural product in China, also due to a poor translation of the term in the Chinese language that conveys the idea of a manufactured product. Secondly, the organic label has to deal with the competition with the green food label in terms of image and positioning on the market, since they are easily associated and often confused. Environmental protection also emerged as relevant association, while the ethical and social values were not mentioned. In conclusion, health care and security concerns are the factors that influence most the food consumption in China (many people are so concerned about food safety that they found it difficult to shop), and the associations Safe, Pure and natural, without chemicals and healthy have been identified as the best candidates for leveraging a sound image of organic food .

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La ricerca svolta ha individuato fra i suoi elementi promotori lorientamento determinato da parte della comunit europea di dare vita e sostegno ad ambiti territoriali intermedi sub nazionali di tipo regionale allinterno dei quali i sistemi di citt potessero raggiungere le massime prestazioni tecnologiche per cogliere gli effetti positivi delle innovazioni. Lorientamento europeo si confrontato con una realt storica e geografica molto variata in quanto accanto a stati membri, nei quali le gerarchie fra citt sono storicamente radicate e funzionalmente differenziate secondo un ordine che vede la citt capitale dominante su citt subalterne nelle quali la cultura di dominio del territorio non n continua n gerarchizzata sussistono invece territori nazionali compositi con una citt capitale di riconosciuto potere ma con citt di minor dimensione che da secoli esprimono una radicata incisivit nella organizzazione del territorio di appartenenza. Alla prima tipologia di stati appartengono ad esempio i Paesi del Nord Europa e lInghilterra, esprimendo nella Francia una situazione emblematica, alla seconda tipologia appartengono invece i Paesi dellaera mediterranea, Italia in primis, con la grande eccezione della Germania. Applicando gli intendimenti comunitari alla realt locale nazionale, questa tesi ha avviato un approfondimento di tipo metodologico e procedurale sulla possibile organizzazione a sistema di una regione fortemente policentrica nel suo sviluppo e artificiosamente rinata ad unit, dopo le vicende del XIX secolo: lEmilia-Romagna. Anche nelle regioni che si presentano come storicamente organizzate sulla pluralit di centri emergenti, il rapporto col territorio mediato da centri urbani minori che governano il tessuto cellulare delle aggregazioni di servizi di chiara origine agraria. Questo stato di cose comporta a livello politico -istituzionale una dialettica vivace fra territori voluti dalle istituzioni e territori legittimati dal consolidamento delle tradizioni confermato dalluso attuale. La crescente domanda di capacit di governo dello sviluppo formulata dagli operatori economici locali e sostenuta dalle istituzioni europee si confronta con la scarsa capacit degli enti territoriali attuali: Regioni, Comuni e Province di raggiungere un livello di efficienza sufficiente ad organizzare sistemi di servizi adeguati a sostegno della crescita economica. Nel primo capitolo, dopo un breve approfondimento sulle figure retoriche comunitarie, quali il policentrismo, la governance, la coesione territoriale, utilizzate per descrivere questi fenomeni in atto, si analizzano gli strumenti programmatici europei e lo S.S.S.E,. in primis, che recita Per garantire uno sviluppo regionale equilibrato nella piena integrazione anche nelleconomia mondiale, va perseguito un modello di sviluppo policentrico, al fine di impedire unulteriore eccessiva concentrazione della forza economica e della popolazione nei territori centrali dellUE. Solo sviluppando ulteriormente la struttura, relativamente decentrata, degli insediamenti possibile sfruttare il potenziale economico di tutte le regioni europee. La tesi si inserisce nella fase storica in cui si tenta di definire quali siano i nuovi territori funzionali e su quali criteri si basa la loro riconoscibilit; nel tentativo di adeguare ad essi, riformandoli, i territori istituzionali. Ai territori funzionali occorre riportare la futura fiscalit, ed la scala adeguata per l'impostazione della maggior parte delle politiche, tutti aspetti che richiederanno anche la necessit di avere una traduzione in termini di rappresentanza/sanzionabilit politica da parte dei cittadini. Il nuovo governo auspicato dalla Comunit Europea prevede una gestione attraverso Sistemi Locali Territoriali (S.Lo.t.) definiti dalla combinazione di milieu locale e reti di attori che si comportano come un attore collettivo. Infatti il secondo capitolo parte con lindagare il concetto di regione funzionale, definito sulla base della presenza di un nucleo e di una corrispondente area di influenza; che interagisce con altre realt territoriali in base a relazioni di tipo funzionale, per poi arrivare alla definizione di un Sistema Locale territoriale, modello evoluto di regione funzionale che pu essere pensato come una rete locale di soggetti i quali, in funzione degli specifici rapporti che intrattengono fra loro e con le specificit territoriali del milieu locale in cui operano e agiscono, si comportano come un soggetto collettivo. Identificare un sistema territoriale, una condizione necessaria, ma non sufficiente, per definire qualsiasi forma di pianificazione o governance territoriale, perch si deve soprattutto tener conto dei processi di integrazione funzionale e di networking che si vengono a generare tra i diversi sistemi urbani e che sono specchio di come il territorio viene realmente fruito., perci solo un approccio metodologico capace di sfumare e di sovrapporre le diverse perimetrazioni territoriali riesce a definire delle aree sulle quali definire unazione di governo del territorio. Sin dallinizio del 2000 il Servizio Sviluppo Territoriale dellOCSE ha condotto unindagine per capire come i diversi paesi identificavano empiricamente le regioni funzionali. La stragrande maggioranza dei paesi adotta una definizione di regione funzionale basata sul pendolarismo. I confini delle regioni funzionali sono stati definiti infatti sulla base di contorni determinati dai mercati locali del lavoro, a loro volta identificati sulla base di indicatori relativi alla mobilit del lavoro. In Italia, la definizione di area urbana funzionale viene a coincidere di fatto con quella di Sistema Locale del Lavoro (SLL). Il fatto di scegliere dati statistici legati a caratteristiche demografiche un elemento fondamentale che determina lubicazione di alcuni servizi ed attrezzature e una mappa per gli investimenti nel settore sia pubblico che privato. Nellambito dei programmi europei aventi come obiettivo lo sviluppo sostenibile ed equilibrato del territorio fatto di aree funzionali in relazione fra loro, uno degli studi di maggior rilievo stato condotto da ESPON (European Spatial Planning Observation Network) e riguarda ladeguamento delle politiche alle caratteristiche dei territori dEuropa, creando un sistema permanente di monitoraggio del territorio europeo. Sulla base di tali indicatori vengono costruiti i ranking dei diversi FUA e quelli che presentano punteggi (medi) elevati vengono classificati come MEGA. In questo senso, i MEGA sono FUA/SLL particolarmente performanti. In Italia ve ne sono complessivamente sei, di cui uno nella regione Emilia-Romagna (Bologna). Le FUA sono spazialmente interconnesse ed possibile sovrapporre le loro aree di influenza. Tuttavia, occorre considerare il fatto che la prossimit spaziale solo uno degli aspetti di interazione tra le citt, laltro aspetto importante quello delle reti. Per capire quanto siano policentrici o monocentrici i paesi europei, il Progetto Espon ha esaminato per ogni FUA tre differenti parametri: la grandezza, la posizione ed i collegamenti fra i centri. La fase di analisi della tesi ricostruisce levoluzione storica degli strumenti della pianificazione regionale analizzandone gli aspetti organizzativi del livello intermedio, evidenziando motivazioni e criteri adottati nella suddivisione del territorio emilianoromagnolo (i comprensori, i distretti industriali, i sistemi locali del lavoro). La fase comprensoriale e quella dei distretti, anche se per certi versi effimere, hanno avuto comunque il merito di confermare lesigenza di avere un forte organismo intermedio di programmazione e pianificazione. Nel 2007 la Regione Emilia Romagna, nellinterpretare le proprie articolazioni territoriali interne, ha adeguato le proprie tecniche analitiche interpretative alle direttive contenute nel Progetto E.S.P.O.N. del 2001, ci ha permesso di individuare sei S.Lo.T ( Sistemi Territoriali ad alta polarizzazione urbana; Sistemi Urbani Metropolitani; Sistemi Citt Territorio; Sistemi a media polarizzazione urbana; Sistemi a bassa polarizzazione urbana; Reti di centri urbani di piccole dimensioni). Altra linea di lavoro della tesi di dottorato ha riguardato la controriprova empirica degli effettivi confini degli S.Lo.T del PTR 2007 . Dal punto di vista metodologico si utilizzato lo strumento delle Cluster Analisys per impiegare il singolo comune come polo di partenza dei movimenti per la mia analisi, eliminare inevitabili approssimazioni introdotte dalle perimetrazioni legate agli SLL e soprattutto cogliere al meglio le sfumature dei confini amministrativi dei diversi comuni e province spesso sovrapposti fra loro. La novit costituita dal fatto che fino al 2001 la regione aveva definito sullo stesso territorio una pluralit di ambiti intermedi non univocamente circoscritti per tutte le funzioni ma definiti secondo un criterio analitico matematico dipendente dallattivit settoriale dominante. In contemporanea col processo di rinnovamento della politica locale in atto nei principali Paesi dellEuropa Comunitaria si va delineando una significativa evoluzione per adeguare le istituzioni pubbliche che in Italia comporta lattuazione del Titolo V della Costituzione. In tale titolo si disegna un nuovo assetto dei vari livelli Istituzionali, assumendo come criteri di riferimento la semplificazione dellassetto amministrativo e la razionalizzazione della spesa pubblica complessiva. In questa prospettiva la dimensione provinciale parrebbe essere quella tecnicamente pi idonea per il minimo livello di pianificazione territoriale decentrata ma nel contempo la provincia come ente amministrativo intermedio palesa forti carenze motivazionali in quanto lente storico di riferimento della pianificazione il comune e lente di gestione delegato dallo stato la regione: in generale troppo piccolo il comune per fare una programmazione di sviluppo, troppo grande la regione per cogliere gli impulsi alla crescita dei territori e delle realt locali. Questa considerazione poi deve trovare elementi di compatibilit con la piccola dimensione territoriale delle regioni italiane se confrontate con le regioni europee ed i Laender tedeschi. L'individuazione di criteri oggettivi (funzionali e non formali) per l'individuazione/delimitazione di territori funzionali e lo scambio di prestazioni tra di essi sono la condizione necessaria per superare l'attuale natura opzionale dei processi di cooperazione interistituzionale (tra comuni, ad esempio appartenenti allo stesso territorio funzionale). A questo riguardo molto utile l'esperienza delle associazioni, ma anche delle unioni di comuni. Le esigenze della pianificazione nel riordino delle istituzioni politico territoriali decentrate, costituiscono il punto finale della ricerca svolta, che vede confermato il livello intermedio come ottimale per la pianificazione. Tale livello da intendere come dimensione geografica di riferimento e non come ambito di decisioni amministrative, di governance e potrebbe essere validamente gestito attraverso unagenzia privato-pubblica dello sviluppo, alla quale affidare la formulazione del piano e la sua gestione. E perch ci avvenga necessario che il piano regionale formulato da organi politici autonomi, coordinati dallattivit dello stato abbia caratteri definiti e fattibilit economico concreta.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Largomento affrontato nel presente lavoro di tesi dal titolo Come tradurre il metadiscorso letterario. Esempi di scrittura femminile nellOttocento austriaco la versione interlinguistica di testi saggistici afferenti allambito del metadiscorso letterario. Nello specifico, non vengono analizzati testi di critica e/o metodologia ma scritti funzionali, di forte carattere pragmatico, che pur tuttavia rientrano tra le testimonianze di alta caratura letteraria, perch dovuti ad autrici che hanno fatto dellespressione estetica la propria finalit primaria. I materiali scelti per lanalisi linguistico-testuale, compresi in un arco temporale tra la fine del Settecento e la met dellOttocento, sono realizzati da donne che hanno operato in ambito teatrale facendo dellattivit di scrittura lo strumento della propria emancipazione intellettuale ed economica. La necessit di trovare una via alla pubblicazione le ha indotte a strategie di scrittura connotate da particolari stilemi e artifici retorici atti a favorire laccettazione e la diffusione delle proposte editoriali di cui questi paratesti costituivano il momento giustificante. Il lavoro di penna unesperienza che viene ad assumere molteplici contorni, non privi di ricadute al momento della scelta delle strategie traduttive. Dal punto di vista formale, le testimonianze si collocano in una zona di modalit espressiva contigua alla testimonianza autobiografica. Il periodo storico e larea di provenienza delle autrici hanno reso necessario un approccio capace di incrociare il piano diacronico con la dimensione diatopica, rendendo conto delle componenti diamesiche di una scrittura che nasce dal teatro per il teatro e ad esso e ai suoi frequentatori deve rapportarsi. Il modello traduttologico applicato ricava le sue linee fondamentali dalle riflessioni della linguistica testuale e dallapproccio integrato/multidisciplinare della prototipologia dinamica.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Il presente lavoro affronta il problema della traduzione dei termini culturo-specifici nella letteratura contemporanea di lingua tedesca ambientata nella DDR. Lanalisi della produzione narrativa della Wendeliteratur consente di osservare come il lessico e le espressioni tipiche della DDR vengano utilizzati nelle opere letterarie in funzione citazionale per denotare e connotare la realt della Germania dellEst. Attraverso un approccio integrato che coniuga i contributi teorici degli studi sulla traduzione con gli aspetti della pratica traduttiva il lavoro indaga il tema dei realia attraverso una presentazione delle ricerche esistenti, propone una classificazione specifica per i realia della DDR e procede a una ricognizione delle strategie e dei procedimenti traduttivi concreti, che consente di evidenziare le diverse scelte adottate dai traduttori. Attraverso unanalisi ermeneutica dei testi e lo strumento dellisotopia come indicatore di coerenza le traduzioni italiane delle opere della Wendeliteratur sono oggetto di unanalisi critica. I risultati dellanalisi vengono infine utilizzati come riferimento per la traduzione dei realia nel racconto di F.C. Delius, Die Birnen von Ribbeck.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Il carcinoma epatocellulare (HCC) il pi frequente tumore maligno del fegato e rappresenta il sesto tipo di tumore pi comune nel mondo. Spesso i pazienti con HCC vengono diagnosticati a stadi piuttosto avanzati, quando le uniche opzioni terapeutiche in grado di migliorarne la sopravvivenza sono la chemoembolizzazione dell'arteria epatica ed il trattamento con l'inibitore multi-cinasico, Sorafenib. In questo contesto, la scoperta del ruolo centrale dei microRNA (miRNA) nella tumorigenesi umana risulta di fondamentale importanza per lo sviluppo di nuovi marcatori diagnostici e bersagli terapeutici. I microRNA (miRNA) sono delle piccole molecole di RNA non codificante, della lunghezza di 19-22 nucleotidi, filogeneticamente molto conservati, ed esercitano un ruolo cruciale nella regolazione di importanti processi fisiologici, quali sviluppo, proliferazione, differenziamento, apoptosi e risposta a numerosi segnali extracellulari e di stress. I miRNA sono inoltre responsabile della fine regolazione dell'espressione di centinaia di geni bersaglio attraverso il blocco della traduzione o la degradazione dell'mRNA target. Studi di profiling hanno evidenziato l'espressione aberrante di specifici miRNA in numerosi tipi di tumore umano. Lo scopo del presente lavoro stato quello di individuare un pannello di miRNA deregolati nell'epatocarcinoma umano e di caratterizzare il ruolo biologico di tre miRNA deregolati nell'HCC, al fine di individuare alcuni dei meccanismi molecolari alla base della trasformazione maligna miRNA-associata. La nostra ricerca stata inoltre focalizzata nell'individuazione di nuovi bersagli e strumenti terapeutici, quali i microRNA, per il trattamento combinato di HCC in stadio intermedio-avanzato.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Questa tesi si basa su una serie di lavori precedenti, volti ad analizzare la correlazione tra i modelli AUML e le reti di Petri, per riuscire a fornire una metodologia di traduzione dai primi alle seconde. Questa traduzione permetter di applicare tecniche di model checking alle reti cos create, al fine di stabilire le propriet necessarie al sistema per poter essere realizzato effettivamente. Verr poi discussa un'implementazione di tale algoritmo sviluppata in tuProlog ed un primo approccio al model checking utilizzando il programma Maude. Con piccole modifiche all'algoritmo utilizzato per la conversione dei diagrammi AUML in reti di Petri, stato possibile, inoltre, realizzare un sistema di implementazione automatica dei protocolli precedentemente analizzati, verso due piattaforme per la realizzazione di sistemi multiagente: Jason e TuCSoN. Verranno quindi presentate tre implementazioni diverse: la prima per la piattaforma Jason, che utilizza degli agenti BDI per realizzare il protocollo di interazione; la seconda per la piattaforma TuCSoN, che utilizza il modello A&A per rendersi compatibile ad un ambiente distribuito, ma che ricalca la struttura dell'implementazione precedente; la terza ancora per TuCSoN, che sfrutta gli strumenti forniti dalle reazioni ReSpecT per generare degli artefatti in grado di fornire una infrastruttura in grado di garantire la realizzazione del protocollo di interazione agli agenti partecipanti. Infine, verranno discusse le caratteristiche di queste tre differenti implementazioni su un caso di studio reale, analizzandone i punti chiave.