998 resultados para Prescrizione dalla decadenza


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As observações sobre a floração, produção de néctar e abelhas visitantes foram realizadas entre outubro de 1999 e outubro de 2000, em uma população natural de Eriope blanchetii (Benth) Harley (Lamiaceae) distribuída em dunas litorâneas, Salvador (12º56'S, 38º21'W), Bahia. Entre as 15 espécies de abelhas registradas, predominaram aquelas de porte corporal médio e grande. Os polinizadores efetivos são Xylocopa cearensis Ducke, 1910 e Colletes petropolitanus Dalla Torre, 1896, considerando seu tamanho, comportamento e freqüência nas flores. A floração contínua da população de E. blanchetii e o grau de sincronia, duração e intensidade da floração entre os indivíduos estimula o movimento interplanta e o transporte de pólen pelos polinizadores com diferentes demandas energéticas e comportamento generalista. A deposição de pólen ocorre na região ventral do corpo do polinizador na região que contata as anteras e o estigma durante o forrageio, mas apenas C. petropolitanus transportou exclusivamente pólen de E. blanchetii. O pólen, removido principalmente durante a fase masculina é, posteriormente, depositado em flores com estigmas receptivos durante a fase feminina. Entre maio e outubro de 2000, o volume de néctar variou de 0,01 a 0,98 ml sendo maior na fase masculina (U=2972,5; P<0,05); a concentração registrada foi de 22% (n=10 flores). A diferença entre o volume de néctar em flores em relação à sua posição na inflorescência (ANOVA=4.478; P>0.05) e entre aquelas ensacadas e não ensacadas (U=3632; P>0.05) não foi significativa. O padrão de floração, a produção e acessibilidade do néctar tornam as flores de E. blanchetii atrativas aos seus polinizadores potenciais.

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La Bibbia è uno dei più favolosi tesori di storia e storie dell'umanità. Fin dalla notte dei tempi, infatti, i credenti raccontano, non importa come. A lungo plasmati dalla tradizione orale, pazientemente redatti, i racconti biblici obbediscono a sottili regole di composizione. Dietro a storie apparentemente ingenue si nasconde la fine strategia di un narratore. Il libro di Daniel Marguerat e Yvan Bourquin è il primo manuale di iniziazione all'analisi narrativa biblica in italiano. Conduce il lettore tra le pieghe del racconto per osservarne la costruzione. Il mettere in luce l'architettura nascosta dei testi porta a interrogare in modo nuovo il loro significato. Con grande chiarezza pedagogica, gli autori hanno organizzato un percorso che permette di scoprire gli strumenti dell'analisi narrativa, di studiarne l'applicazione, di valutarne l'efficacia. Tutta la magia della lettura vi si trova illustrata.

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La Bibbia è uno dei più favolosi tesori di storia e storie dell'umanità. Fin dalla notte dei tempi, infatti, i credenti raccontano, non importa come. A lungo plasmati dalla tradizione orale, pazientemente redatti, i racconti biblici obbediscono a sottili regole di composizione. Dietro a storie apparentemente ingenue si nasconde la fine strategia di un narratore. Il libro di Daniel Marguerat e Yvan Bourquin è il primo manuale di iniziazione all'analisi narrativa biblica in italiano. Conduce il lettore tra le pieghe del racconto per osservarne la costruzione. Il mettere in luce l'architettura nascosta dei testi porta a interrogare in modo nuovo il loro significato. Con grande chiarezza pedagogica, gli autori hanno organizzato un percorso che permette di scoprire gli strumenti dell'analisi narrativa, di studiarne l'applicazione, di valutarne l'efficacia. Tutta la magia della lettura vi si trova illustrata.

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In passato, si moriva meglio? Questo il classico interrogativo dietro a una riflessione su un tema sconveniente e sospetto - la morte - riguardo a cui sembra essersi perso il coraggio di parlare. Nella società contemporanea assistiamo alla rimozione della morte: ai riti che implicavano tempi e spazi pubblici, al decesso inteso - secondo l'emblematica definizione di Philippe Ariès - come "grande cerimonia pubblica che il defunto presiedeva", oggi si sostituiscono poche parole e gesti di imbarazzo al riparo dagli sguardi altrui e dalla vita di tutti i giorni nell'isolamento asettico di un ospedale. Partendo da tali constatazioni, da teologo ed esegeta della Bibbia qual è, Marguerat affronta tre grandi letture cristiane di questo difficile momento dell'esistenza umana: la morte come insondabile decreto divino, come "salario del peccato" e, infine, come "passaggio" alla risurrezione. Un viaggio che ci aiuta a riscoprire il messaggio della Bibbia rispetto alla morte e, quindi, alla vita: l'annuncio da parte di Dio di un cammino che dalla prima porta alla seconda, e non viceversa.

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Copiato nell'Italia del Nord verso il 1350, il manoscritto Ferrell 5 è oggi il solo testimone della "Continuation du Roman de Meliadus" che racconta le avventure di Artù, di Meliadus il padre di Tristano, e del Buon Cavaliere senza Paura padre di Dinadan, partiti alla ricerca di Morholt, prigioniero su di un'isola lontana. Ora, questa inchiesta è solo un pretesto: al centro dell'interesse dei tre re non sta tanto l'avventura promessa quanto i racconti che essi collezionano in occasione dei diversi scali di questo viaggio per mare, durante il quale non succede quasi niente. La ricerca di Morholt agisce quale racconto-cornice che non solo mette in scena le condizioni della presa di parola da parte dei cavalieri-narratori e organizza i racconti, anzi li drammatizza, ma funziona anche da matrice che informa, feconda e rigenera questi stessi racconti. Quanto all'isolamento, imposto dalla navigazione, esso permette lo sbocciare di una piccola ma prestigiosa società di narratori che non ha nulla da invidiare a quella delle raccolte di novelle. Così, un racconto dopo l'altro, si definisce un'arte di narrare che espone ed esplora i legami tra valore del racconto e bontà della cavalleria: la perfezione poetica, fonte del piacere estetico, è solo l'altra faccia della perfezione cavalleresca.

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The present dissertation analyzed the construct of attachment at different time points, specifically focusing on two phases of adoptive family life that have so far received little attention from investigators. Study 1 focused on the first months of adoption, and analyzed the development of the attachment relationship to new caregivers. The sample was composed of a small but homogeneous group (n=6) of Korean-born children, adopted by Italian parents. The Parent Attachment Diary (Dozier & Stovall, 1997) was utilized to assess the child's attachment behavior. We assessed these behavior for the first 3 months after placement into adoption. Results showed a double variability of attachment behavior: within subjects during the 3-months, and between subjects, with just half of the children developing a stable pattern of attachment. In order to test the growth trajectories of attachment behavior, Hierarchical Linear Models (Bryk & Raudenbush, 1992) were also applied, but no significant population trend was identified. Study 2 analyzed attachment among adoptees during the sensitive period of adolescence. Data was derived from an international collection (n= 104, from Belgium Italy, and Romania) of semi-structured clinical interviews (with adolescents and with their adoptive parents), as well as from questionnaires. The purpose of this study was to detect the role played by risk and protective factors on the adoptee's behavioral and socio-emotional outcomes. In addition, we tested the possible interactions between the different attachment representations within the adoptive family. Results showed that pre-adoptive risk predicted the adolescent's adjustment; however, parental representations constituted an important moderator of this relationship. Moreover, the adolescent's security of attachment partially mediated the relationship between age at placement and later behavioral problems. In conclusion, the two present attachment studies highlighted the notable rate of change of attachment behavior over time, which showed its underlying plasticity, and thus the possible reparatory value of the adoption practice. Since parents have been proven to play an important role, especially in adolescence, the post-adoption support acquires even more importance in order to help parents promoting a positive and stable relational environment over time. - L'objectif de cette thèse est de décrire la formation des relations d'attachement chez les enfants et les adolescents adoptés, lors de deux phases particulières de la vie de la famille adoptive, qui ont été relativement peu étudiées. L'Étude 1 analyse les premiers mois après l'adoption, avec le but de comprendre si, et comment, une relation d'attachement aux nouveaux parents se développe. L'échantillon est composé d'un petit groupe (n = 6) d'enfants provenant de Corée du Sud, adoptés par des parents Italiens. A l'aide du Parent Attachment Diary (Dozier & Stovall, 1997), des observations des comportements d'attachement de l'enfant ont été recueillies chaque jour au cours des 3 premiers mois après l'arrivée. Les résultats montrent une double variabilité des comportements d'attachement: au niveau inter- et intra-individuel ; au premier de ces niveaux, seuleme la moitié des enfants parvient à développer un pattern stable d'attachement ; au niveau intra-individuel, les trajectoires de développement des comportements d'attachement ont été testées à l'aide de Modèles Linéaires Hiérarchiques (Bryk et Raudenbush, 1992), mais aucune tendance significative n'a pu être révélée. L'Étude 2 vise à analyser l'attachement chez des enfants adoptés dans l'enfance, lors de la période particulièrement sensible de l'adolescence. Les données sont issues d'un base de données internationale (n = 104, Belgique, Italie et Roumanie), composée d' entretiens cliniques semi-structurées (auprès de l'adolescents et des ses parents adoptifs), ainsi que de questionnaires. Les analyses statistiques visent à détecter la présence de facteurs de risque et de protection relativement à l'attachement et aux problèmes de comportement de l'enfant adopté. En outre, la présence d'interactions entre les représentations d'attachement des membres de la famille adoptive est évaluée. Les résultats montrent que les risques associés à la période pré-adoptive prédisent la qualité du bien-être de l'adolescent, mais les représentations parentales constituent un modérateur important de cette relation. En outre, la sécurité de l'attachement du jeune adopté médiatise partiellement la relation entre l'âge au moment du placement et les problèmes de comportement lors de l'adolescence. En conclusion, à l'aide de multiples données relatives à l'attachement, ces deux études soulignent son évolution notable au fil du temps, ce qui sous-tend la présence d'une certaine plasticité, et donc la possible valeur réparatrice de la pratique de l'adoption. Comme les parents semblent jouer un rôle important de ce point de vue, surtout à l'adolescence, cela renforce la notion d'un soutien post-adoption, en vue d'aider les parents à la promotion d'un environnement relationnel favorable et stable. - Il presente lavoro è volto ad analizzare l'attaccamento durante le due fasi della vita della famiglia adottiva che meno sono state indagate dalla letteratura. Lo Studio 1 aveva l'obiettivo di analizzare i primi mesi che seguono il collocamento del bambino, al fine di capire se e come una relazione di attaccamento verso i nuovi genitori si sviluppa. Il campione è composto da un piccolo gruppo (n = 6) di bambini provenienti dalla Corea del Sud e adottati da genitori italiani. Attraverso il Parent Attachment Diary (Stovall e Dozier, 1997) sono stati osservati quotidianamente, e per i primi tre mesi, i comportamenti di attaccamento del bambino. I risultati hanno mostrato una duplice variabilità: a livello intraindividuale (nell'arco dei 3 mesi), ed interindividuale, poiché solo la metà dei bambini ha sviluppato un pattern stabile di attaccamento. Per verificare le traiettorie di sviluppo di tali comportamenti, sono stati applicati i Modelli Lineari Gerarchici (Bryk & Raudenbush, 1992), che però non hanno stimato una tendenza significativa all'interno della popolazione. Obiettivo dello Studio 2 è stato quello di esaminare l'attaccamento nelle famiglie i cui figli adottivi si trovavano nella delicata fase adolescenziale. I dati, provenienti da una raccolta internazionale (n = 104, Belgio, Italia e Romania), erano costituiti da interviste cliniche semi-strutturate (con gli adolescenti e i propri genitori adottivi) e da questionari. Le analisi hanno indagato il ruolo dei fattori di rischio sullo sviluppo socio-emotivo e sugli eventuali problemi comportamentali dei ragazzi. Inoltre, sono state esaminate le possibili interazioni tra le diverse rappresentazioni di attaccamento dei membri della famiglia adottiva. I risultati hanno mostrato che il rischio pre-adottivo predice l'adattamento dell'adolescente, sebbene le rappresentazioni genitoriali costituiscano un importante moderatore di questa relazione. Inoltre, la sicurezza dell'attaccamento dell'adolescente media parzialmente la relazione tra età al momento dell'adozione e problemi comportamentali in adolescenza. In conclusione, attraverso i molteplici dati relativi all'attaccamento, i due studi ne hanno evidenziato il cambiamento nel tempo, a riprova della sua plasticità, e pertanto sottolineano il possibile valore riparativo dell'adozione. Dal momento che i genitori svolgono un ruolo importante, soprattutto in adolescenza, il supporto nel post- adozione diventa centrale per aiutarli a promuovere un ambiente relazionale favorevole e stabile nel tempo.

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(Résumé de l'ouvrage) Il dualismo della vita dell'esegeta a 30 anni dalla ricostruzione di Pierre Nautin, tra documentazione e interpretazione.

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Cross sectional studies on malaria prevalence was performed in 2001, 2002, and 2004 in Vila Candelária, an urban riverside area of Porto Velho, Rondônia, in the Brazilian Western Amazon, followed by longitudinal surveys on malaria incidence. Vila Candelária is a working class district, provided with electricity, water supply, and basic sanitation. Previous preliminary surveys indicated high malaria incidence in this community. At the end of year 2000 regular diagnostic and treatment measures for malaria were introduced, with active search of febrile cases among residents. Despite of both rapid treatment of cases and relative good sanitary and housing conditions, the malaria incidence persisted at high levels during the following years with an annual parasite index of 150 to 300/1000 inhabitants. Parasite surveys in 2001, 2002, and 2004 achieved through microscopy and polymerase chain reaction to diagnose malaria showed a constant high prevalence of asymptomatic carriers for both Plasmodium falciparum and P. vivax parasites. It was concluded that asymptomatic carriers represent an important reservoirs of parasites and that the carriers might contribute to maintaining the high level of transmission. Comparing our findings to similar geo-demographic situations found in other important urban communities of the Brazilian Amazon, we propose that asymptomatic carriers could explain malaria's outbreaks like the one recently observed in Manaus.

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In Western Amazon areas with perennial malaria transmission, long term residents frequently develop partial immunity to malarial infection caused either by Plasmodium falciparum or P. vivax, resulting in a considerable number of non-symptomatically infected individuals. For yet unknown reasons, these individuals sporadically develop symptomatic malaria. In order to identify if determined parasite genotypes, defined by a combination of eleven microsatellite markers, were associated to different outcomes - symptomatic or asymptomatic malaria - we analyzed infecting P. falciparum parasites in a suburban riverine population. Despite of detecting a high degree of diversity in the analyzed samples, several microsatellite marker alleles appeared accumulated in parasites from non-symptomatic infections. This result may be interpreted that a number of microsatellites, which are not directly related to antigenic features, could be associated to the outcome of malarial infection. The result may also point to a low frequency of recombinatorial events which otherwise would dissociate genes under strong immune pressure from the relatively neutral microsatellite loci.

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Nel secolo scorso è emersa in Italia un'originale modalité di rappresentazione letteraria che trasfigura i caratteri dell'identità per costruire una particolare forma di alterità, un "altro sé". Infatti, a causa di uno stato di crisi identitaria dello scrittore, in Silo ne e in Carlo Levi si assiste alla costruzione di figure di alterità (il "cafone", i contadini del Sud), rappresentazioni letterarie di quei soggetti socialmente subalterni che questi scrittori volevano riscattare ed emancipare. La tematizzazione dell'autorappresentazione che si riscontra in Brancati e in Pasolini va invece in un'altra direzione, diventa il progetto di una scoperta: la formalizzazione retorica di un'identità "altra" all'interno della propria individualità, letterariamente oggettivata e formalizzata. Brancati, cosi riletto e rivalutato, mostra la crisi dell'autorappresentazione, cioè del posizionamento d'autore nel momento del passaggio dal fascismo all'antifascismo, e quindi il processo di costruzione di un'identità "altra", più forte, che renda possibile la scrittura. Il brancatismo, cioè quel fenomeno culturale legato alia fortuna della narrativa brancatiana, ha anestetizzato questa dimensione critica della scrittura brancatiana riconducendo le sue figure e le sue trame narrative all'interno del discorso dell'alterità, iunzionale a una normalizzazione e borghesizzazione della società italiana del dopoguerra.La tesi propone quindi una teoria della rappresentazione italiana nel Novecento che, prendendo le mosse dalla critica postcoloniale, individua un'originale modalità di rappresentazione per cui gli elementi di "identità" vengono letterariamente trasfigurati in un'"alterità". Individuata questa esperienza, spiccano con inedita intensità le proposte di Carlo Levi per una nuova Italia, che incorporasse il sostrato "primitivo" nell'Italia contemporanea e futura; la progettualità delle esperienze artistiche di Pasolini dagli anni '50 alia sua scomparsa; e il percorso di Sciascia dall'acuta e innovativa riflessione sul pirandellismo degli esordi al ripiegamento sulla "sicilitudine" degli anni '80.

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Several studies conducted all over the world have reported that the influenza virus is associated with great morbidity and mortality rates. In this study, we analyzed the incidence of the influenza virus between 2000 and 2003 in Curitiba. We studied 1621 samples obtained from outpatients and hospitalized patients of both sexes and all ages. The study was conducted at the local primary care health units (outpatients) and at the tertiary care unit (hospitalized) of the General Hospital of the Federal University in the state of Paraná, Brazil. Nasopharyngeal aspirates and, eventually, bronchoalveolar lavage were assayed for the presence of viral antigens, either by indirect immunofluorescence or cell culture. Of the samples studied, 135 (8.3%) were positive for influenza virus, and of those, 103 (76.3%) were positive for type A and 32 (23.7%) for type B. Additionally, positive samples were analyzed by reverse transcription followed by polymerase chain reaction and subtypes H1 and H3 were identified from this group. A high incidence of positive samples was observed mainly in the months with lower temperatures. Furthermore, outpatients showed a higher incidence of influenza viruses than hospitalized patients.

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Mutations in the katG gene have been identified and correlated with isoniazid (INH) resistance in Mycobacterium tuberculosis isolates. The mutation AGC→ACC (Ser→Thr) at katG315 has been reported to be the most frequent and is associated with transmission and multidrug resistance. Rapid detection of this mutation could therefore improve the choice of an adequate anti-tuberculosis regimen, the epidemiological monitoring of INH resistance and, possibly, the tracking of transmission of resistant strains. An in house reverse hybridisation assay was designed in our laboratory and evaluated with 180 isolates of M. tuberculosis. It could successfully characterise the katG315 mutation in 100% of the samples as compared to DNA sequencing. The test is efficient and is a promising alternative for the rapid identification of INH resistance in regions with a high prevalence of katG315 mutants.

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Direct smear examination using Ziehl-Neelsen staining for pulmonary tuberculosis (PTB) diagnosis is inexpensive and easy to use, but has the major limitation of low sensitivity. Rapid molecular methods are becoming more widely available in centralized laboratories, but they depend on timely reporting of results and strict quality assurance obtainable only from costly commercial kits available in high burden nations. This study describes a pre-commercial colorimetric method, Detect-TB, for detecting Mycobacterium tuberculosis DNA in which an oligonucleotide probe is fixed onto wells of microwell plates and hybridized with biotinylated polymerase chain reaction amplification products derived from clinical samples. The probe is capable of hybridising with the IS6110 insertion element and was used to specifically recognise the M. tuberculosis complex. When combined with an improved silica-based DNA extraction method, the sensitivity of the test was 50 colony-forming units of the M. tuberculosis reference strain H37Rv. The results that were in agreement with reference detection methods were observed in 95.2% (453/476) of samples included in the analysis. Sensitivity and specificity for 301 induced sputum samples and 175 spontaneous sputum samples were 85% and 98%, and 94% and 100%, respectively. This colorimetric method showed similar specificity to that described for commercially available kits and may provide an important contribution for PTB diagnosis.

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La tesi è imperniata sulle modalità di rappresentazione letteraria del tempo e délia memoria (dunque sulla relazione fra tempo e narratività) nella produzione narrativa ad ampio respiro délia scrittrice Giovanna Zangrandi.¦Il canone delle opere prese in esame comprende, in particolar modo, i romanzi I Brusaz (1954) e Orsola nelle stagioni (1957), la narrazione a carattere autobiografico de II campo rosso (1959) e il diario resistenziale Igiorni Veri (1963).¦Il percorso di indagine si è awalso di strumenti teorici e analitici interdisciplinari: alla critica e alla prassi letteraria è stata affiancata una strumentazione di matrice storico-filosofica, sociologica e, in misura minore, psicanalitica.¦La tesi si articola in diverse sezioni. Nella prima parte del lavoro vengono esplorati alcuni nessi fondanti del lavoro: il rapporto fra storia e memoria, la relazione fra memoria individuale e memoria collettiva, la dialettica fra ricordo e oblio e quella fra memoria e narrazione, ossia ira contenuti mnestici individuali e loro configurazione letteraria; successivamente la tesi si focalizza sul nesso individuabile, soprattutto nelle opere più scopertamente autobiografiche di Giovanna Zangrandi, tra testo letterario e meccanismi individuali del ricordo, analizzando la dialettica tra pulsione autobiografica e sua rielaborazione tematica, tra piani memoriali soggettivi e loro traduzione narrativa.¦Nell'ultima parte del percorso critico la tesi si sofferma, in particolare, sulle complesse relazioni instaurate daU'autrice, nel diario I giorni veri, fra dimensioni storico-memoriali, piani autobiografïci e sistemi letterari. A taie fine, il punto di riferimento teorico fondamentale è costituito dalla prospettiva linguististica di Harald Weinrich, applicata alio studio dei tempi verbali, in base all'assunto secondo il quale il tempo verbale non esprime necessariamente una dimensione cronologica, quanto piuttosto una condizione psicologica délia soggettività narrante.¦Soffermandosi su un aspetto flnora inesplorato nell'ambito délia produzione narrativa di Giovanna Zangrandi, il lavoro evidenzia come la dialettica memoria/oblio e la corrispondente dicotomia tra passato e présente tendano a trasformarsi nella direttrice tematica fondamentale - nonchè in uno dei tratti più interessanti e significativi - dell'opera zangrandiana.