969 resultados para Modelli costitutivi, elasto-plastico, visco-plastico, creep
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In February of 1968 a cooperative research project by the Iowa State Highway Commission (Project No. HR-136) and the University of Iowa, Iowa City, Iowa was initiated in order to determine experimentally the creep and shrinkage characteristics of lightweight-aggregate concrete used in the State of Iowa. This report is concerned with Phase 1 of the Project as described in the Prospectus for the project submitted in November of 1967: "The State Highway Commission is planning to conduct pilot studies in prestressed-lightweight structures fabricated with materials that are proposed for use in bridge structures in the near future. Thus, Phase will have as its immediate objective, investigating the materials to be used in the above mentioned pilot studies.” (1) The work described in this report was also carried out in conjunction with a second cooperative project: "Time-Dependent Camber and Deflection of Non-Composite and Composite Lightweight-Prestressed Concrete Beams" (Project No. HR-137).
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La risalita capillare di umidità nelle murature storiche è la principale responsabile del degrado dei materiali. La metodologia ad oggi più utilizzata in tale campo è quella basata sull’iniezione di prodotti chimici in grado di formare barriere artificiali che blocchino il flusso ascendente dell’acqua, ma è ancora in fase di perfezionamento. Per potere svolgere tale perfezionamento, è utile disporre di una metodologia attendibile per la valutazione dell’esito dei trattamenti, ossia un metodo standardizzato che possa garantire una corretta misurazione del contenuto di umidità nelle murature pre e post iniezioni. Nella presente tesi, che ha lo scopo di valutare l’efficacia di alcuni prodotti per barriere chimiche nelle murature, si è utilizzato un metodo di laboratorio standardizzato proposto dai ricercatori del LASTM (DICAM), che permette di riprodurre in laboratorio il processo di risalita dell’umidità e, allo stesso tempo, permette di potere svolgere le misurazioni del contenuto d’acqua interno ai materiali con il metodo diretto. I trattamenti, svolti in collaborazione con la Azienda inglese “Safeguard”, produttrice di resine impermeabilizzanti, sono stati effettuati su vari modelli, costituiti di laterizi e malta, preventivamente sottoposti a differenti condizioni ambientali. Successivamente si è svolto un monitoraggio periodico per potere determinare sia l’efficacia dell’intervento che l’attendibilità del modello. Dopo avere studiato un sistema di controllo delle condizioni di laboratorio, si è ritenuto opportuno svolgere anche alcune prove di caratterizzazione dei materiali utilizzati nella costruzione dei vari modelli, per conoscerne appieno le caratteristiche e potere valutare con maggiore attendibilità i risultati dei trattamenti. Infine, per approfondire le dinamiche di diffusione dei formulati chimici all’interno dei materiali, si sono svolte prove su travetti di malta.
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El objetivo del presente trabajo es el diseño de una máquina para ensayos de Creep, con capacidad de aplicar carga variable. Se busca una máquina liviana, desmontable y fácilmente transportable entre laboratorios. El diseño de la máquina parte de una ingeniería básica, pasando por una etapa de detalle y finalizando en la fabricación y montaje de la misma. Se incluye en el diseño un sistema de adquisición y control de carga. Se diseñó y construyó una máquina accionada por resorte capaz de aplicar 5 kN. Se evalúa su respuesta ante distintos programas de carga. El control de carga es capaz de seguir referencias con evolución suave en el tiempo sin mayores dificultades y mantener la carga constante durante intervalos largos de tiempo. La adquisición de datos se realiza mediante un módulo QuantumX y transductores de desplazamiento y carga HBM.
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La presente guida alle attività di ricerca del Dipartimento di Ingegneria, ICT e Tecnologie per l’Energia e Trasporti (DIITET) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), vuole fornire un agile e sintetico strumento di conoscenza al quotidiano lavoro svolto dal personale che opera presso gli Istituti afferenti al dipartimento stesso e di quelli appartenenti ad altri dipartimenti che condividono con il DIITET ambiti di ricerca interdisciplinari. I dati attualmente disponibili saranno riferiti a variabili di tre tipi: 1) aree progettuali e, al loro interno, tematiche di ricerca in cui sono attivi gli istituti CNR; 2) personale operante in tali istituti; 3) prodotti di proprietà intellettuale e pubblicazioni degli istituti stessi.
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We experimentally tested a series of synthetic calcite marbles with varying amounts of dissolved magnesium in a standard triaxial deformation machine at 300 MPa confining pressure, temperatures between 700 and 850°C, stresses between 2 and 100 MPa, and strain rates between 10−7 and 10−3 s−1. The samples were fabricated by hot isostatic pressing of a mixture of calcite and dolomite at 850°C and 300 MPa. The fabrication protocol resulted in a homogeneous, fine-grained high-magnesian calcite aggregate with minimal porosity and with magnesium contents between 0.07 and 0.17 mol% MgCO3. At stresses below 40 MPa the samples deformed with linear viscosity that depended inversely on grain size to the 3.26±0.51 power, suggesting that the mechanisms of deformation were some combination of grain boundary diffusion and grain boundary sliding. Because small grain sizes tended to occur in the high-magnesium calcite, the strength also appeared to vary inversely with magnesium content. However, the strength at constant grain size does not depend on the amount of dissolved magnesium, and thus, the impurity effect seems to be indirect. At stresses higher than 40 MPa, the aggregates become non-linearly viscous, a regime we interpret to be dislocation creep. The transition between the two regimes depends on grain size, as expected. The activation energy for diffusion creep is 200±30 kJ/mol and is quite similar to previous measurements in natural and synthetic marbles deformed at similar conditions with no added magnesium.
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En el presente trabajo se investigó el uso de plástico reciclado para la fabricación de ladrillos para construcción de mampostería no portante. En primer lugar se realiza la caracterización de los residuos sólidos que se generan en la ciudad de Cuenca, donde el 22,7% del total recolectado es material plástico, que se desechan libremente sin un tratamiento previo. De la misma manera se investigan las características del plástico, Polientilen Tereftalato (PET) para descartar efectos nocivos al momento de incluirlos en la mezcla con los materiales tradicionales como son el cemento y agua, agregado fino. Se elaboraron ladrillos con dimensiones de 20x10x6cm con adición de PET al 10, 25, 40, 55, 65 y 70% en sustitución del árido fino. Luego se efectuó diversos ensayoscon la finalidad de compararlos con los ladrillos de arcilla cocida de uso común en la región y analizar el material para mampostería no portante según los lineamientos establecidos por las Normas Ecuatorianas. Una vez realizados los ensayos y analizada la información se obtuvo como resultado un ladrillo óptimo con 25% de adición de PET. El cual fue sometido a un análisis térmico mediante una simulación en el programa Desingnbuilder, obteniendo como resultado niveles de confort término de mejor calidad en viviendas.
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Negli ultimi anni, lo scenario di crescente competizione su cui si affaccia il mercato ha spinto le aziende a interessarsi sempre più frequentemente all’ingegneria della manutenzione, allo scopo di avvalersi di tecniche che permettano di pianificare strategie di manutenzione per i sistemi produttivi che siano efficaci nel minimizzare i costi di gestione garantendo prestazioni e livelli di sicurezza elevati. Le tecniche analitiche tipiche dell’ingegneria della manutenzione sono nate in settori industriali che richiedono elevati livelli di progresso tecnologico (aeronautico, nucleare), e si basano su ipotesi specifiche stringenti, che risultano limitanti nel panorama sempre più vasto ed eterogeneo in cui ne si richiede l’applicazione. D’altra parte, la rimozione di tali ipotesi rende necessario il ricorso a tecniche di risoluzione numeriche. In questa tesi si definisce un nuovo modello che permetta di caratterizzare un sistema di produzione tenendo conto di tutti i possibili aspetti di interesse nell’ambito dell’ingegneria della manutenzione. Inoltre, sono descritti gli algoritmi definiti per la risoluzione di tale modello.
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Lo studio intrapreso si è posto come obiettivo la caratterizzazione dal punto di vista elettrico dei materiali coinvolti nella realizzazione di accessori per applicazioni in HVDC, in particolare mescole isolanti, semiconduttive e varioresistive. La necessità di un lavoro di questo tipo viene giustificata dalla costante espansione dei sistemi in DC nella trasmissione dell’energia elettrica, i quali presentano caratteristiche fisiche che si differenziano sensibilmente da quelle tipiche dei tradizionali sistemi in AC, dunque richiedono componenti e materiali opportunamente progettati per garantire condizioni di servizio sicure e affidabili. L’obiettivo della trattazione consiste nello studio di analogie e differenze tra le proprietà elettriche fornite da prove su diverse configurazioni di provini, nella fattispecie di tipo piano e cilindrico cavo. In primo luogo si studiano i provini di tipo piano al fine di ricavare informazioni basilari sul materiale e sulla mescola che lo costituisce e di prendere decisioni relative al proseguimento dei test. Dopo aver effettuato un sufficiente numero di test su varie tipologie di provini piani e aver riconosciuto le mescole più performanti dal punto di vista elettrico, meccanico e termico, si procede alla realizzazione di provini cilindrici stampati, su cui si intraprendono le medesime misure effettuate per la configurazione piana. Questa seconda fase di caratterizzazione è fondamentale, in quanto consente di verificare che le proprietà già studiate su piastra si conservino in una geometria molto più simile a quella assunta dal prodotto finale evitando di sostenere costi onerosi per la produzione di un accessorio full-size. Il lavoro è stato svolto nel laboratorio elettrico di alta tensione della divisione R&D del gruppo Prysmian di Milano, leader mondiale nella produzione di sistemi in cavo per alte e altissime tensioni.
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Lo scopo di questa tesi è la trattazione della materia oscura partendo dalle evidenze sperimentali, ripercorrendo i possibili costituenti e riportando dati relativi a rivelazioni dirette ed indirette. Il primo capitolo è dedicato alla discussione delle due più importanti evidenze della presenza di materia oscura, ossia le curve di rotazione ed il Bullet Cluster, che risultano entrambe interazioni di tipo gravitazionale. Si provvede inoltre a fornire le due più plausibili soluzioni in grado di spiegare i risultati ottenuti dalle osservazioni sperimentali e a discutere la loro validità come modello per la descrizione di tali fenomeni. Il capitolo successivo è volto all'esposizione delle possibili particelle che compongono la materia oscura, discutendo quali siano le più probabili, e alla spiegazione della loro creazione nell'Universo primordiale. La terza parte è dedicata alle rilevazioni dirette, consistenti nello scattering fra particelle di materia oscura e nuclei, ed in particolare all'analisi del modello dei neutralini. Vengono poi riportati nello stesso capitolo i risultati di tali rilevazioni, con riferimento agli esperimenti CDMS II, XENON100 e LUX. Nel quarto capitolo si tratteranno i risultati delle rilevazioni indirette, ossia osservazioni di processi derivanti dall'annichilazione di materia oscura, e verranno riportati i risultati degli esperimenti più importanti, fra cui i più recenti sono Fermi-LAT e CTA (ancora in sviluppo). L'ultimo paragrafo è riservato ad un breve riassunto dei risultati e delle ipotesi trattate, per raccogliere i dati più importanti e fornire una visione generale della materia oscura.
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Questa tesi introduce le basi del geomagnetismo partendo da un approccio ai modelli fluidi e alle equazioni MHS, accennando alle numerose difficoltà che portano in materia di simulazioni e calcoli. In seguito si introducono i modelli a disco con uno studio approfondito della dinamica che, pur partendo da equazioni molto più semplici e approssimate della trattazione fluida, trova riscontro con i punti fondamentali del geomagnetismo e con i comportamenti dei modelli fluidi.
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Cartonería Mosquera S.A. es una empresa familiar, que se encarga de la producción y distribución de diferentes empaques de cartón. La compañía pertenece al sector de artes gráficas colombiano, que se desagrega en las siguientes categorías: empaques y etiquetas; publicidad y comercial; editoriales, periódicos y revistas. Cartonería Mosquera S.A. se encuentra en la categoría de empaques y etiquetas. A 2016 la empresa cuenta con un área que administra tanto el mercadeo como la parte comercial conjuntamente y que tiene como objetivo final la gestión de la publicidad, la satisfacción del cliente y la fidelización del mismo. Aunque desde sus inicios, la compañía ha venido trabajando con esta estructura y ha cumplido hasta ahora con algunos de los resultados esperados, los nuevos retos del mercado tales como; el compromiso con el medio ambiente, la necesidad de realizar registros que avalen la calidad de la compañía, la entrada de competidores internos como externos al mercado y el desarrollo de nuevos insumos, ha creado la necesidad de buscar nuevas herramientas que mejoren el desempeño del área comercial y promover así el incremento de las ventas. Este Trabajo surgió inicialmente con la idea de realizar un plan de mercadeo a fin de incentivar y proponer una estrategia que generara un impacto positivo en las ventas de la empresa. Sin embargo, en el proceso de desarrollo, se vio la necesidad de realizar primero un plan de mejoramiento con una orientación a la parte comercial de la compañía. Es importante resaltar que el enfoque de este documento investigativo no solo proveerá herramientas para el mejoramiento de las ventas y financiero, sino también pretende mejorar la percepción de los asesores comerciales hacia su trabajo, sus jefes y la compañía.
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La tesi tratta la ricerca di procedure che permettano di rilevare oggetti utilizzando il maggior numero di informazioni geometriche ottenibili da una nuvola di punti densa generata da un rilievo fotogrammetrico o da TLS realizzando un modello 3D importabile in ambiente FEM. Il primo test si è eseguito su una piccola struttura, 1.2x0.5x0.2m, in modo da definire delle procedure di analisi ripetibili; la prima consente di passare dalla nuvola di punti “Cloud” all’oggetto solido “Solid” al modello agli elementi finiti “Fem” e per questo motivo è stata chiamata “metodo CSF”, mentre la seconda, che prevede di realizzare il modello della struttura con un software BIM è stata chiamata semplicemente “metodo BIM”. Una volta dimostrata la fattibilità della procedura la si è validata adottando come oggetto di studio un monumento storico di grandi dimensioni, l’Arco di Augusto di Rimini, confrontando i risultati ottenuti con quelli di altre tesi sulla medesima struttura, in particolare si è fatto riferimento a modelli FEM 2D e a modelli ottenuti da una nuvola di punti con i metodi CAD e con un software scientifico sviluppato al DICAM Cloud2FEM. Sull’arco sono state eseguite due tipi di analisi, una lineare sotto peso proprio e una modale ottenendo risultati compatibili tra i vari metodi sia dal punto di vista degli spostamenti, 0.1-0.2mm, che delle frequenze naturali ma si osserva che le frequenze naturali del modello BIM sono più simili a quelle dei modelli generati da cloud rispetto al modello CAD. Il quarto modo di vibrare invece presenta differenze maggiori. Il confronto con le frequenze naturali del modello FEM ha restituito differenze percentuali maggiori dovute alla natura 2D del modello e all’assenza della muratura limitrofa. Si sono confrontate le tensioni normali dei modelli CSF e BIM con quelle ottenute dal modello FEM ottenendo differenze inferiori a 1.28 kg/cm2 per le tensioni normali verticali e sull’ordine 10-2 kg/cm2 per quelle orizzontali.