994 resultados para Castelar, Emilio, 1832-1899


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The genus Lamprosoma Kirby, 1818 includes 128 neotropical species and 54 of them are recorded from Brazil (Monros, 1960). The first species with a described larva was L. seraphinum Lacordaire. After that, larvae and pupae of three species were described: L. bicolor Kirby, 1818, L. chorisiae Monros, 1948 and L. azureum Germar, 1824. Fiebrig (1910) described the larva of L. seraphinum Lacordaire, collected on Teminalia hassleriana Chod. (Combretaceae) of Paraguay. Moreira (1913) described L. bicolor collected on Terminalia catappa L., in Rio de Janeiro. According to him, this tree was introduced from Molucas Islands, in Oceania. He also considered it probable that L. bicolor lived on one native species of Terminalia or on another species of Combretaceae and adaptated itself to live on Terminalia catappa. Monros (1949) described L. chorisiae collected on Chorisia speciosa and Ch. insignis [ Ceiba speciosa (A. St.-Hil., A. Juss. & Cambess.) Ravenna and Ceiba insignis (Kunth) P. E. Gibbs & J. Semir] (Bombacaceae) ("" palos borrachos"") in Tucuman. Caxambu and Almeida (1999) described L. azureum collected on Psidium cattleianum Sabine (Myrtaceae)(""araca""), in Parana state. Herein, the larva and pupa of L. amethystinum collected on Terminalia catappa amendoeira-da-praia"", "" chapeu-de-sol"") in Campinas, Sao Paulo state, are described and illustrated.

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This study documents one of the slowest feeding behaviors ever recorded for a muricid gastropod in one of the most biotically rigorous regions on the planet. In Pacific Panama, Vitularia salebrosa attacks mollusks by drilling through their shells. The duration of attacks estimated by isotope sclerochronology of oyster shells collected during attacks in progress range from 90 to 230 days, while experimental observation of interactions documented one attack greater than 103 days. The prolonged nature of attacks suggests that V. salebrosa is best characterized as an ectoparasite than as a predator, which is the ancestral condition in the Muricidae. An ectoparasitic lifestyle is also evident in the unusual interaction traces of this species, which include foot scars, feeding tunnels and feeding tubes, specialized soft anatomy, and in the formation of male-female Pairs, which is consistent with protandrous hermaphroditism, as is typical in sedentary gastropods. To delay death of its host, V. salebrosa targets renewable resources when feeding, such as blood and digestive glands. A congener, Vitularia miliaris from the Indo-Pacific, has an identical feeding biology The origin and persistence of extremely slow feeding in the tropics challenges our present understanding of selective pressures influencing the evolution of muricid feeding behaviors and morphological adaptations. Previously, it has been suggested that faster feeding is advantageous because it permits predators to spend a greater proportion of time hiding in enemy-free refugia or to take additional prey, the energetic benefits of which could be translated into increased fecundity or defenses. The benefits of exceptionally slow feeding have received little consideration. In the microhabitat preferred by V. salebrosa (beneath boulders), it is possible that prolonged interactions with hosts decrease vulnerability to enemies by reducing the frequency of risky foraging events between feedings . Ectoparasitic feeding through tunnels by V. salebrosa may also reduce competitive interactions with kleptoparasites (e.g., crabs, snails) that steal food through the gaped valves of dead or dying hosts.

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The morphology and anatomy of Vitularia salebrosa, a muricid ectoparasitic on other mollusks, are investigated based on study of specimens from western Panama. Distinctive characters of this species include the small size of the buccal mass and radular apparatus, simplification of the odontophore muscles and diminished lateral teeth of the radula; all elongated, narrow proboscis; narrow digestive tract and a differentiable glandular region at the beginning of the posterior esophagus. These traits are consistent with adaptive specialization for an ectoparasitic life history.

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La ricerca indaga tensioni e trasformazioni che investono le principali correnti di pensiero politico in Francia nei primi anni della monarchia di Luglio, e vi osserva l’emergere del concetto di classe. Assumendo la dimensione dell’avvenimento come punto di intersezione fra storia e teoria, l’elaborato si concentra sul periodo novembre 1831-giugno 1832 per analizzare il modo in cui, nell’ordine del discorso politico repubblicano, liberale e socialista, le vicende di questi mesi vengono interpretate cercando di dar nome alle figure sociali che esse fanno irrompere nel dibattito pubblico. Il titolo Fra il nome e la storia fa dunque riferimento allo sforzo di indagare il campo di tensione che si apre fra concreto divenire storico e grandi operazioni di nominazione che segnano l’affiorare di strutture concettuali della lunga durata. L’emergere della nozione di classe operaia e delle categorie che intorno a essa si organizzano viene interpretata come una «formazione discorsiva» che pone in questione significato e confini del politico. La frattura del 1848 è assunta come orizzonte e margine esterno della ricerca nella misura in cui si ipotizza che essa segni una prima affermazione del regime di verità di tale formazione discorsiva: lo statuto politico del lavoro. L’elaborato consta di quattro capitoli. I primi tre indagano la riflessione sul politico e la funzione che in essa svolge il concetto di classe a partire dall’interpretazione di alcuni avvenimenti del tornante 1831-32 proposta nel discorso repubblicano del quotidiano «Le National» e della Société des Amis du Peuple, in quello del liberalismo dottrinario di François Guizot e in quello socialista nascente, prima del movimento sansimoniano, e poi muovendo fino al 1848 francese con l’analisi propostane da Karl Marx. Il quarto capitolo indaga infine la dimensione del «sociale», la sua elaborazione e articolazione attraverso il lavoro di studio e oggettivazione delle figure del mondo del lavoro.

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Questa breve tesi, incentrata sulla persona e sulle opere di Emilio Tadini, ha come scopo quello di mettere in evidenza e rivelare al pubblico contemporaneo un uomo dalle mille sfaccettature, spesso relegato al solo ambito della pittura, che può essere, invece, a pieno titolo definito come un artista poliedrico. Dopo un breve excursus volto a fornire qualche riferimento biografico, il contesto storico nel quale agisce, e la stretta relazione da lui instaurata tra la scrittura e la pittura, si esaminerà la sua traduzione di Re Lear di William Shakespeare, pubblicata da Einaudi. Il dramma verrà analizzato dapprima in una chiave di lettura alternativa che nasce dal considerarlo come una tragedia della parola, per poi scandagliarlo nei minimi particolari attraverso l’approfondimento delle varie tematiche – l’amore, la morte, la pazzia e la cecità. Un importante supporto è dato dalla traduzione di Agostino Lombardo per Garzanti, mezzo per uno studio comparato e contrastivo tra le due proposte di resa in italiano. In seguito, si illustreranno le scelte traduttive di Emilio Tadini, partendo dall’assunto di una parola volta a ridurre la Distanza, l’Alterità e di un traduttore-funambolo, costantemente sull’orlo di una doppia vertigine – il rimanere troppo fedeli e il discostarsi eccessivamente dal testo fonte. Prima di procedere a una rassegna dei punti salienti di alcuni suoi scritti, in particolare, de La tempesta, e de La deposizione, si confronteranno il Re Lear e La Tempesta shakespeariana, cercando di dimostrare come quest’ultimo prenda le mosse dagli avvenimenti del primo. Infine, si cercherà di concepire il Prospero di Tadini come una summa moderna tra i due personaggi principali delle opere in questione – Lear da un lato e Prospero dall’altro –, evidenziando l’importanza della voce e della figura del mediatore-guida, in grado di spaziare all’interno della distanza, servendosi di parole scelte sulla base delle proprie esperienze personali.

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To assess the predictive value of C-reactive protein (CRP) level for postoperative infectious complications after colorectal surgery.