961 resultados para raspberry pi, wiimote, infrarossi, c, lim, bluetooth
Resumo:
Il tema affrontato nella presente ricerca sono le trasformazioni intercorse nella vita quotidiana tra il III e il I secolo a.C. in due colonie latine, Ariminum e Bononia, attraverso le evidenze archeologiche. Vengono indagate su scala locale le conseguenze di un fenomeno di grande portata, la colonizzazione romano-latina, mettendo a fuoco le forme dell’abitare, le tradizioni artigianali e le pratiche alimentari. La principale base documentaria sono le testimonianze archeologiche di edilizia domestica e le ceramiche, rinvenute nelle aree di abitato di Rimini e Bologna e nei territori limitrofi. Per cogliere a pieno le trasformazioni intercorse, vengono passate in rassegna le principali caratteristiche del popolamento, dell'architettura domestica e delle ceramiche precedenti la colonizzazione romano-latina. Le due colonie, le abitazioni e le ceramiche sono considerate, inoltre, nel contesto territoriale più ampio, volgendo lo sguardo anche all'area medio-adriatica e alla Cispadana. Allo stesso tempo, sono continui i riferimenti all'Italia medio-tirrenica, poiché permettono di comprendere molte delle evidenze archeologiche e dei processi storici in esame. Il primo capitolo tratta della colonizzazione romano-latina, calata nelle realtà di Rimini e Bologna. La domanda a cui si vuole rispondere è: chi erano gli abitanti delle due colonie? A questo proposito, si affronta anche la questione degli insediamenti precoloniali. Nel secondo capitolo si analizzano le abitazioni urbane. Quali furono le principali innovazioni nell'architettura domestica introdotte dalla colonizzazione? Come cambiarono le forme dell’abitare ad Ariminum e Bononia in età repubblicana? Il terzo capitolo si concentra sulla ceramica per la preparazione e il consumo del cibo nei contesti di abitato. Come cambiarono nelle due città le pratiche alimentari e le tradizioni artigianali utilizzate nella produzione di ceramiche? L'ultimo capitolo discute alcuni quadri teorici applicati ai fenomeni descritti nei capitoli precedenti (romanizzazione, acculturazione, identità, globalizzazione). L'ultimo paragrafo entra nel merito delle trasformazioni avvenute nella vita quotidiana di Ariminum e Bononia.
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L'analisi di codice compilato è un'attività sempre più richiesta e necessaria, critica per la sicurezza e stabilità delle infrastrutture informatiche utilizzate in tutto il mondo. Le tipologie di file binari da analizzare sono numerose e in costante evoluzione, si può passare da applicativi desktop o mobile a firmware di router o baseband. Scopo della tesi è progettare e realizzare Dragonlifter, un convertitore da codice compilato a C che sia estendibile e in grado di supportare un numero elevato di architetture, sistemi operativi e formati file. Questo rende possibile eseguire programmi compilati per altre architetture, tracciare la loro esecuzione e modificarli per mitigare vulnerabilità o cambiarne il comportamento.
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Il Ground Penetrating Radar (GPR) è una tecnica di indagine non distruttiva che si basa sulla teoria della propagazione delle onde elettromagnetiche. Questa tecnologia venne inizialmente utilizzata per indagini geologiche, ma più recentemente è stata introdotta anche per lo studio di altri materiali quali calcestruzzo, legno e asfalto. Questa tecnologia investigativa può essere utilizzata per varie problematiche : • Localizzazione di oggetti all’interno del materiale inglobante • Determinazione dello spessore dello strato del materiale oggetto di studio (calcestruzzo, asfalto, terreno, legno) • Proprietà del materiale, inclusa umidità ed eventuale presenza di vuoti Nella fase iniziale di questo lavoro di tesi sono stati studiati i principi fisici di funzionamento, la metodologia di elaborazione dei dati restituiti dallo strumento e di interpretazione dei risultati. Successivamente, è stato posto l’obbiettivo di verificare l’applicabilità del georadar nel rintracciare i ferri di armatura nelle travi da ponte. Quest’ultime sono spesso realizzate tramite l’impiego della precompressione con cavi post-tesi che implica la presenza di guaine con all’interno i relativi trefoli di tensionamento. Per simulare tali condizioni sono state realizzate in laboratorio delle “travi campione” con guaine in differente materiale, con differente posizionamento e con differente tecnologia di posa, in modo tale da permettere di studiare diversi scenari. Di seguito le differenti tipologie di travi : - Trave con guaine metalliche ; - Trave con guaine plastiche ; - Trave con interruzioni in polistirolo lungo le guaine (per simulare la corrosione delle stesse); - Travi con trefoli inseriti all’interno delle guaine (per studiarne l’influenza sul segnale).
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Le recenti analisi dei dati raccolti ad ALICE dimostrano che la nostra comprensione dei fenomeni di adronizzazione dei sapori pesanti è ancora incompleta, perché le misure effettuate su collisioni pp, p-Pb e Pb-Pb non sono riproducibili da modelli teorici basati su altre tipologie di collisione come e+e−. In particolare, i risultati sembrano indicare che il principio di universalità, che assume che le funzioni di frammentazione di quark e gluoni siano indipendenti dal tipo di sistema interagente, non sia valido. Per questo motivo sono stati sviluppati nuovi modelli teorici e fenomenologici, capaci di riprodurre in modo più o meno accurato i dati sperimentali. Questi modelli differiscono tra di loro soprattutto a bassi valori di impulso trasverso pT . L’analisi dati a basso pT si rivela dunque di fondamentale importanza, in quanto permette di discriminare, tra i vari modelli, quelli che sono realmente in grado di riprodurre i dati sperimentali e quelli che non lo sono. Inoltre può fornire una conferma sperimentale dei fenomeni fisici su cui tale modello si basa. In questa tesi è stato estratto il numero di barioni Λ+c (yield ) prodotto in collisioni pp a √s = 13 TeV , nel range di impulso trasverso 0 < pT (Λ+c ) < 1 GeV/c. É stato fatto uso di una tecnica di machine learning che sfrutta un algoritmo di tipo Boosted Decision Trees (BDT) implementato dal pacchetto TMVA, al fine di identificare ed eliminare una grossa parte del fondo statistico e semplificare notevolmente l’analisi vera e propria. Il grado di attendibilità della misura è stata verificata eseguendo l’estrazione dello yield con due approcci diversi: il primo, modellando il fondo combinatoriale con una funzione analitica; successivamente con la creazione di un template statistico creato ad hoc con la tecnica delle track rotations.
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Il presente elaborato di tesi è stato realizzato coerentemente con quanto osservato in Cefla s.c., azienda italiana composta attualmente da 4 Business Unit che operano a livello internazionale in settori distinti. I temi trattati riguardano nel dettaglio la Business Unit Medical Equipment, la quale realizza prodotti a supporto del professionista sanitario in tutte le fasi della sua attività, comprendendo riuniti odontoiatrici, apparecchiature per l’imaging e radiologia digitale e sistemi di sterilizzazione. L’obiettivo di questo elaborato è quello di descrivere l’attuale processo di Sales & Operations Planning all’interno di questa divisione dell’azienda e contribuire alla progettazione del piano per la sua strutturazione, reso necessario dalla situazione di forte criticità che Cefla s.c. è stata costretta ad affrontare. Vengono quindi descritte le problematiche che caratterizzano i processi interni all’azienda allo stato attuale, la cui valutazione è stata supportata da consulenti esterni, al fine di evidenziare gli aspetti più critici ed elaborare proposte di miglioramento. Queste ultime sono distinte in funzione delle diverse figure coinvolte che hanno contribuito alla loro realizzazione e ai sottoprocessi interessati e che costituiscono il Sales & Operations Planning: Sales Forecasting, Demand Planning e Supply Planning. In particolare, vengono approfonditi i processi che riguardano la previsione della domanda, in quanto per essi è stato possibile collaborare nell’elaborazione di proposte di miglioramento mirate. Visti i tempi medio lunghi che caratterizzano le soluzioni proposte all’azienda si è cercato di contribuire con la progettazione di proposte quick-win in ambito di Sales Forecasting e Demand Planning. Infine, si è tentato di quantificare i costi sostenuti da Cefla s.c. per far fronte alla situazione di criticità affrontata tramite valutazioni economiche e KPI, potendo così stimare l’impatto dato dall’implementazione di proposte di miglioramento.
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Vista la preoccupante situazione infortuni sul lavoro in Italia che non accenna a migliorare, in questo elaborato è possibile trovare uno standard di DVR da potere applicare e adeguare alle aziende presenti nel territorio italiano. In particolare è stato esaminato il caso di Energy Multiservizi, azienda multiservizio con sede operativa a Castiglione dei Pepoli (BO). L’obiettivo è la redazione del DVR per tale impresa. I dati raccolti sono frutto di collaborazione tra Datore di Lavoro (DL), Responsabile dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS), Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) e del Medico Competente (MC) i quali si sono impegnati nel corso dei sopralluoghi per avere misurazioni il più affidabili possibile e di discutere riguardo le proposte di miglioramento riportate nel corso dell’intero elaborato. Nel documento è possibile trovare riferimenti normativi, richiami a norme tecniche, metodi di valutazione quantitativi e qualitativi per il calcolo dei rischi maggiormente presenti nei luoghi di lavoro. I rischi che verranno stimati e calcolati per l’azienda in esame sono: Rischio stress Lavoro Correlato, Rischio al Videoterminale e Postazioni di lavoro, Rischio chimico, Rischio Elettrico, Rischio Meccanico, Rischio da Rumore, Rischio da Vibrazioni, Rischio da sovraccarico Biomeccanico ed infine il Rischio Microclimatico. Applicando le metodologie presenti nell’elaborato è stato possibile fornire ad Energy Multiservizi un DVR aggiornato, completo, che utilizzi norme e metodologie ancora in vigore e che abbia stimato tutti i rischi a cui sono sottoposti i lavoratori in azienda
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Existem ações que se realizam para o controle do câncer de colo de útero e câncer de mama seguindo os princípios do Protocolo para essas doenças, e com base na politica do SUS. Essas ações se realizam em todas as UBS, incluindo minha UBS Maria das Mercês de Lima, onde o trabalho em equipe tem um papel importante para desenvolver essas ações de prevenção, para desta forma melhorar a atenção e diminuir a morbidade e mortalidade destas doenças. Por isso, o objetivo desta intervenção foi melhorar a atenção da prevenção do câncer de colo de útero e de mama na UBS Maria das Mercês de Lima, Jaicós/PI. A partir das metas e objetivos específicos pré- estabelecidos, durante três meses de trabalho (abril – junho 2015), foram desenvolvidas ações em quatros eixos pedagógicos: a) monitoramento e avaliação; b) organização e gestão do serviço; c) engajamento público; d) qualificação da prática clínica. Essas ações foram executadas com base em um projeto elaborado contendo o detalhamento das ações, logística e cronograma das atividades, que foi analisado, discutido e definido com toda a equipe de saúde. As ações foram desde a adoção do protocolo preconizado pelo MS, cadastramento, monitoramento e avaliação dos registros, pesquisa ativa, visitas domiciliares, atividades coletivas e à capacitação de toda a equipe de saúde. Para a avaliação e monitoramento das ações foi utilizada uma planilha eletrônica disponibilizada pelo curso com os indicadores específicos para cada meta. Ao final da intervenção atingiu-se um porcentual de cobertura das mulheres entre 25 e 64 anos com exame em dia para detecção do câncer de colo de útero em 85,5% (248 mulheres), e 41,1% (116 mulheres) para exame em dia para detecção de câncer de mama. Os indicadores qualitativos alcançaram excelência em sua maioria ao longo dos três meses, fato notório visto que esta intervenção foi pioneira em Jaicós. A intervenção permitiu que fossem alcançadas melhorias na cobertura, na adesão, na qualidade, nos registros, na avaliação e na promoção e prevenção de câncer de colo de útero e de mama. Com isso, espera-se que ocorra a incorporação e continuidade efetiva das ações no trabalho diário, assim como a realização de novas intervenções que visem outros seguimentos populacionais.
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High phosphate (Pi) levels and extracellular matrix (ECM) accumulation are associated with chronic kidney disease progression. However, how high Pi levels contribute to ECM accumulation in mesangial cells is unknown. The present study investigated the role and mechanism of high Pi levels in ECM accumulation in immortalized human mesangial cells (iHMCs). iHMCs were exposed to normal (0.9 mM) or increasing Pi concentrations (2.5 and 5 mM) with or without diferent blockers or activators. NOX4, phosphorylated AMPK (p-AMPK), phosphorylated SMAD3 (p-SMAD3), fibronectin (F/N), collagen IV (C-IV) and alpha-smooth muscle actin (α-SMA) expression was assessed via western blot and immunofluorescence. Lucigenin-enhanced chemiluminescence, and dihydroethidium (DHE) assessed NADPH oxidase activity and superoxide (SO), respectively. In iHMCs, a Pi transporter blocker (PFA) abrogated high Pi-induced AMPK inactivation, increase in NADPH oxidase-induced reactive oxygen species (ROS) levels, NOX4, p-SMAD3, α-SMA and C-IV expression. AMPK activation by AICAR, NOX4 silencing or NADPH oxidase blocker prevented high Pi-induced DHE levels, p-SMAD3, F/N, C-IV and α-SMA expression. AMPK inactivation with NOX4-induced ROS formation and transforming growth factor ß-1 (TGFß-1) signaling activation mediates high Pi-induced ECM accumulation in iHMCs. Maneuvers increasing AMPK or reducing NOX4 activity may contribute to renal protection under hyperphosphatemia.
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Mutations in the FGFR3 gene cause the phenotypic spectrum of FGFR3 chondrodysplasias ranging from lethal forms to the milder phenotype seen in hypochondroplasia (Hch). The p.N540K mutation in the FGFR3 gene occurs in ∼70% of individuals with Hch, and nearly 30% of individuals with the Hch phenotype have no mutations in the FGFR3, which suggests genetic heterogeneity. The identification of a severe case of Hch associated with the typical mutation c.1620C > A and the occurrence of a c.1150T > C change that resulted in a p.F384L in exon 10, together with the suspicion that this second change could be a modulator of the phenotype, prompted us to investigate this hypothesis in a cohort of patients. An analysis of 48 patients with FGFR3 chondrodysplasia phenotypes and 330 healthy (control) individuals revealed no significant difference in the frequency of the C allele at the c.1150 position (p = 0.34). One patient carrying the combination `pathogenic mutation plus the allelic variant c.1150T > C' had a typical achondroplasia (Ach) phenotype. In addition, three other patients with atypical phenotypes showed no association with the allelic variant. Together, these results do not support the hypothesis of a modulatory role for the c.1150T > C change in the FGFR3 gene.
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The p23 protein is a chaperone widely involved in protein homeostasis, well known as an Hsp90 co-chaperone since it also controls the Hsp90 chaperone cycle. Human p23 includes a β-sheet domain, responsible for interacting with Hsp90; and a charged C-terminal region whose function is not clear, but seems to be natively unfolded. p23 can undergo caspase-dependent proteolytic cleavage to form p19 (p231-142), which is involved in apoptosis, while p23 has anti-apoptotic activity. To better elucidate the function of the human p23 C-terminal region, we studied comparatively the full-length human p23 and three C-terminal truncation mutants: p23₁₋₁₁₇; p23₁₋₁₃₁ and p23₁₋₁₄₂. Our data indicate that p23 and p19 have distinct characteristics, whereas the other two truncations behave similarly, with some differences to p23 and p19. We found that part of the C-terminal region can fold in an α-helix conformation and slightly contributes to p23 thermal-stability, suggesting that the C-terminal interacts with the β-sheet domain. As a whole, our results suggest that the C-terminal region of p23 is critical for its structure-function relationship. A mechanism where the human p23 C-terminal region behaves as an activation/inhibition module for different p23 activities is proposed.
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Vitamin C stability and concentration was evaluated in isotonic beverages and B group vitamins (B1, B2, B3, B5 and B6) in power beverages. The amount of vitamins was found to be above of that declared on the labels, even after the shelf life had been exceeded. A small decrease in the amount of B group vitamins was observed during the shelf life of the products. In the case of vitamin C this decrease was slightly higher. The present research shows the need of increased quality control and inspection.
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High levels of substrate-based 1,5-stereoinduction are obtained in the boron-mediated aldol reactions of beta-oxygenated methyl ketones with achiral and chiral aldehydes. Remote induction from the boron enolates gives the 1,5-anti adducts, with the enolate pi-facial selectivity critically dependent upon the nature of the beta-alkoxy protecting group. This 1,5-anti aldol methodology has been strategically employed in the total synthesis of several natural products. At present, the origin of the high level of 1,5-anti induction obtained with the boron enolates is unclear, although a model based on a hydrogen bonding between the alkoxy oxygen and the formyl hydrogen has been recently proposed.
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Edibles films are an alternative to synthetic materials used for packing food products. Barbados cherry is rich in vitamin C and carotenoids. The aim of this study was to characterize and develop films by casting from cassava starch, lyophilized Barbados cherry pulp and glycerol. The films were characterized with respect to thickness, water vapor permeability (WVP), water solubility, vitamin C, carotene and mechanical properties. The interaction of pulp and glycerol reduced film thickness. An increase in pulp concentration up to 60% increased WVP but beyond this concentration reduced both WVP and solubility leading to an increased level of vitamin C and β carotene in the films.
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Purpose: To analyze the efficacy and safety of intraope-rative mitomycin C (MMC) in combined procedures (extra-capsular cataract extraction + trabeculectomy). Methods: Twenty-four patients were randomized to either MMC (0.5 mg/ml) (n = 14) or saline solution (n = 10) for 3 minutes during the combined procedure. Results: Twelve months after surgery, mean IOP in the MMC group (13.2 ± 2.9 mmHg) was significantly lower than in the control group (16.3 ± 3.9 mmHg) (p = 0.02). The mean number of medications used during the 12-month follow-up in the control group (1.33 ± 0.5) was significantly higher than in the MMC-treated group (0.5 ± 0.5) (p = 0.005). Life table analysis showed a significantly higher probability of IOP control in the MMC group than in the control group (p < 0.01). Conclusions: Intraoperative MMC is safe and effective in pro-moting a better IOP control and reducing the need for postoperative antiglaucoma medications. We suggest intraope-rative MMC to be routinely employed in combined procedures.
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The purpose of this paper is to report a case of central retinal vein thrombosis associated with isolated heterozygous protein C deficiency. Acute occlusion of the central retinal vein presents as one of the most dramatic pictures in ophthalmology. It is often a result of both local and systemic causes. A rare systemic cause is heterozygous protein C deficiency, and it usually occurs in combination with other thrombophilic conditions. This case highlights that isolated heterozygous protein C deficiency may be the cause of central retinal vein thrombosis and underscores the importance of its screening in young patients with this ophthalmologic disease.