458 resultados para frase truncada
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[ES]Se examinan los criterios estructurales del proemio de las Antigüedades romanas de Dionisio de Halicarnaso con especial atención a su relación con los apuntes del autor sobre el proemio de Tucídides, y también los aspectos de construcción de la frase, para definir las pautas estilísticas del proemio y ubicarlo en la polémica literaria de su tiempo.
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Il progetto prevede l’applicazione dell’analisi del ciclo di vita al sistema integrato di raccolta, riciclaggio e smaltimento dei rifiuti urbani e assimilati. La struttura di una LCA (Life Cycle Assessment) è determinata dalla serie di norme UNI EN ISO 14040 e si può considerare come “un procedimento oggettivo di valutazione dei carichi energetici e ambientali relativi a un processo o un’attività, effettuato attraverso l’identificazione dell’energia e dei materiali usati e dei rifiuti rilasciati nell’ambiente. La valutazione include l’intero ciclo di vita del processo o attività, comprendendo l’estrazione e il trattamento delle materie prime, la fabbricazione, il trasporto, la distribuzione, l’uso, il riuso, il riciclo e lo smaltimento finale”. Questa definizione si riassume nella frase “ from cradle to grave” (dalla culla alla tomba). Lo scopo dello studio è l’applicazione di una LCA alla gestione complessiva dei rifiuti valutata in tre territori diversi individuati presso tre gestori italiani. Due di questi si contraddistinguono per modelli di raccolta con elevati livelli di raccolta differenziata e con preminenza del sistema di raccolta domiciliarizzato, mentre sul territorio del terzo gestore prevale il sistema di raccolta con contenitori stradali e con livelli di raccolta differenziata buoni, ma significativamente inferiori rispetto ai Gestori prima descritti. Nella fase iniziale sono stati individuati sul territorio dei tre Gestori uno o più Comuni con caratteristiche abbastanza simili come urbanizzazione, contesto sociale, numero di utenze domestiche e non domestiche. Nella scelta dei Comuni sono state privilegiate le realtà che hanno maturato il passaggio dal modello di raccolta a contenitori stradali a quello a raccolta porta a porta. Attuata l’identificazione delle aree da sottoporre a studio, è stato realizzato, per ognuna di queste aree, uno studio LCA dell’intero sistema di gestione dei rifiuti, dalla raccolta allo smaltimento e riciclaggio dei rifiuti urbani e assimilati. Lo studio ha posto anche minuziosa attenzione al passaggio dal sistema di raccolta a contenitori al sistema di raccolta porta a porta, evidenziando il confronto fra le due realtà, nelle fasi pre e post passaggio, in particolare sono stati realizzati tre LCA di confronto attraverso i quali è stato possibile individuare il sistema di gestione con minori impatti ambientali.
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“Per me la Fisica costituisce un sistema perfettamente armonioso ed essenzialmente completo. All’orizzonte scorgo solamente due piccole nubi oscure: il risultato negativo dell’esperienza di Michelson e Morley e l’insufficienza della legge di Rayleigh e Jeans se applicata alle frequenze dell’ultravioletto” Con questa frase William Thomson Kelvin delineava, sul finire dell’800, i tratti di una Fisica fondata su solide basi che consentisse di spiegare i fenomeni di natura meccanica per mezzo delle Leggi della Dinamica di Newton e descrivesse le proprietà del campo elettromagnetico grazie alle Equazioni di Maxwell. Tuttavia, come riferisce lo stesso Lord Kelvin, rimaneva qualcosa di inspiegato: i due risultati mancanti sino ad allora diedero origine ad una vera e propria rivoluzione nel campo della Fisica. Grazie all’esperienza di Michelson e Morley, in disaccordo con quanto previsto dalla Meccanica Classica, Albert Einstein nel 1905 fu in grado di estendere i risultati della Relatività Galileiana ad eventi che coinvolgono velocità prossime a quella della luce; dall’altro lato, Max Planck nel 1900 pose le basi della Meccanica Quantistica, ipotizzando la quantizzazione dell’Energia, studiando la radiazione di Corpo Nero. Definendo il Corpo Nero come un oggetto ideale la cui superficie è in grado di assorbire qualsiasi radiazione elettromagnetica incidente su di esso, in questo compendio saranno esposti il processo che ha indotto lo scienziato tedesco Gustav Robert Kirchhoff all’idealizzazione di tale concetto, la soluzione della quantizzazione di Planck per ovviare al fenomeno della Catastrofe Ultravioletta derivante dall’approccio di Rayleigh e Jeans e la determinazione dello Spettro di Corpo Nero con le relative proprietà, Leggi empiriche che ne regolano l’andamento. Verranno inoltre presentati alcuni esempi astrofisici reali le cui emissioni rispecchiano l’andamento del Corpo Nero e se ne discuteranno le relative caratteristiche che li discostano dall’oggetto teorico.
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L’elaborato prevede lo studio delle catene anaforiche con l’obiettivo di indagare le meccaniche che guidano la scelta della ripresa, in rapporto alle caratteristiche dell’antecedente. Nel primo capitolo sarà presentato il fenomeno dell’anafora e della catena anaforica. Quindi prima di tutto sarà illustrato che cos’è un referente testuale e quando viene attivato e in seguito il focus si sposterà sulla ripresa anaforica, distinguendo anafora coreferenziale, non coreferenziale e anafore particolari. La parte finale poi sarà dedicata a un confronto tra anafora, deissi testuale e deissi situazionale. Il secondo capitolo verterà sull’anafora con identità di referente, e presenterà due importanti studi che si propongono di indagare i meccanismi che guidano la selezione della ripresa: quelli di Givòn e di Berretta. Quindi si partirà dal concetto di topicalità per arrivare al principio innovativo introdotto da Givòn, la continuità tematica (topic continuity). Successivamente sarà presentato il modello di analisi di Berretta, che si basa sullo studio di catene anaforiche “difficili”, ovvero costituite da antecedenti di rango topicale basso, opponendosi al metodo di Givòn basato su catene “facili”, con antecedenti umani, singolari e nel ruolo di soggetto. Nel terzo capitolo, invece, verrà introdotta la parte sperimentale dell’elaborato: l’annotazione di un testo per lo studio delle catene anaforiche. In questo capitolo sarà presentato nel dettaglio il modello di analisi adottato, ovvero un modello integrato che comprende le variabili considerate sia da Givòn sia da Berretta. Il procedimento di marcatura prevede l’annotazione manuale di tutti gli antecedenti (soggetti e non soggetti, umani e non umani, in ruolo sintattico topicale e non topicale) e le rispettive riprese, oltre alle unità testuali quali capitolo, paragrafo e frase. Il quarto e ultimo capitolo, invece, rappresenta l’analisi empirica dei dati estratti dal testo annotato. In questa sezione, sotto forma di tabelle e grafici, saranno presentati i dati considerando diverse variabili e correlazioni.
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[Angelo Mariani]
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La frase del epígrafe, nos introduce en una de las cuestiones centrales que trata el libro “O terror e a dádiva”: el modo en que la violencia estructural predispone al cuerpo humano a diversas formas de vulnerabilidad patogénica que crean las condiciones para que se desarrollen enfermedades epidémicas como el Sida y se propaguen otras peores, como el estado de pánico, que conduce al terror. A partir de un estudio etnográfico realizado durante los años 1998 y 1999 en la Fraternidad (Nombre ficticio utilizado por el autor) -una institución situada en la periferia de la ciudad de Brasilia, donde llegaron a vivir hasta aproximadamente doscientas personas entre adultos y niños portadores y enfermos de HIV y en el hospital donde se asistía a los enfermos, el autor nos presenta la experiencia social del sufrimiento, del dolor y del terror que suscita la enfermedad y nos propone aprehender, en y a través de ella, rasgos cardinales de la sociabilidad contemporánea.
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Desde hace tiempo se sabía que el nombre griego ij÷qýò (pez) encerraba como acróstico una frase cuyo contenido es una antigua fórmula cristológica: Jesús-Cristo-Hijo de Dios-Salvador que se conservaba en diversos medios poéticos del siglo II. Pero últimamente se ha comprobado la función que el símbolo del pez y la palabra como criptograma desempeñaba en algunos textos de la biblioteca de Nag Hammadi y se ha descubierto su presencia en una versión diferente de la parábola de la red y el pescador, el panorama se amplía notablemente. Porque con estos elementos a disposición es posible comparar estructuras narrativas paralelas y contenidos significativos divergentes que permiten ampliar el horizonte de la investigación de los primeros tiempos cristianos y deducir las diferencias en la interpretación de los mismos motivos religiosos de algunos textos cristianos primitivos.
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Esa es la historia del rock en Mendoza: una necesidad nunca satisfecha. Esta frase, dicha por uno de los entrevistados para este libro, refleja el espíritu que anima al rock: una búsqueda que es, al mismo tiempo, una actitud ante la vida, la sociedad y el mundo. Una resistencia inagotable, una identidad siempre en proceso de construcción. Por eso el rock, como movimiento social, se caracteriza por ser contracultural y contestatario. En Mendoza el rock tiene una larga y rica historia - que se inició en 1957 cuando llegó a las pantallas la película "Bailando al compás del reloj - y que no decayó nunca. Extramuros reconstruye esta historia y es el fruto del trabajo de un equipo de investigadores de la Facultad de Ciencias Políticas y Sociales de la Universidad Nacional de Cuyo dirigido por la Mgter. Graciela Cousinet. Recolectando información durante varios años, entrevistando a músicos y participantes, revisando diarios, revistas y documentos, hasta dar forma a esta obra que recorre cuarenta años de rock mendocino, desde sus inicios hasta 1997. Se completa con valiosos anexos: un listado de lugares de toque y reunión y una extensa y exhaustiva lista de bandas que llega a las 640. Este libro editado por EDIUNC viene a satisfacer un reclamo de los rockeros mendocinos: verse reflejados en una historia que le es propia.
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A fines de los años 40’, el filósofo norteamericano Arthur Lovejoy y el en ese momento Presidente del Pontifical Institute of Mediaeval Studies, Anton Pegis, sostuvieron una interesante discusión sobre la existencia de libertad o necesidad eficiente en el acto divino de crear conforme a la filosofía de Tomás de Aquino. Lovejoy denunciaba una supuesta incoherencia fundamental en las enseñanzas de Tomás al respecto. Según él, en el concepto tomásico de creación se encuentran implicados al mismo tiempo los conceptos de necesidad agente y libre albedrío aplicados al Creador. Esta supuesta contradicción era para Pegis no sólo falsa sino imposible. Aquí repensaremos dos puntos centrales de dicha discusión: en primer lugar, si, como piensa Lovejoy, para Santo Tomás efectivamente existe una contraposición entre la autosuficiencia de Dios y su capacidad para amar otras cosas distintas de Él. Luego, el significado de la frase: “condice a la bondad divina que también otras cosas participen de la misma". (S.th., I, q.19, a.2).
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La obra de Héctor Libertella onforma un corpus en el que la reescritura aparece como un hilo conductor en torno al cual se configura su poética. En sus textos, el escribir aparece como una modalidad exhibida del reescribir; en algunos casos, los procesos de reescritura expanden el motivo narrativo de una frase a un texto de varias páginas; en otros, el nudo trasmigra de textualidad en textualidad, perturbando su pertenencia a un género en particular. De ese modo, su obra despliega una cartografía en la que retorna lo ya escrito pero atravesado por múltiples desvíos y fugas como si su escritura insistiera en el trazo de "un centro sin lugar, en desplazamiento", dando a leer, en esas torsiones, una maniobra distintiva: el encuentro de la repetición y de la variación de motivos narrativos que producen condensaciones y expansiones en su poética. La presente ponencia plantea la escritura de Héctor Libertella como un corpus en el que la reescritura aparece como un hilo conductor en torno al cual se configura su poética. Una escritura que nunca se detiene, sólo se abandona, para constituir un texto autónomo que despliega una red de contactos y diferencias con los anteriores; en ese sentido, no es posible leer la obra de Libertella como un "resultado o producto" sino como un "proceso" con incalculables entradas y salidas cuyo sentido de inacabamiento persiste en el interior del proceso escriturario, convirtiendo a los textos precedentes en borradores que se escriben y reeescriben en una deriva sin fin
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En el presente trabajo nos proponemos analizar el movimiento de des-subjetivación que es posible observar en la filosofía de Heidegger y que implica un progresivo desplazamiento de la capacidad humana de acción e intervención hasta su casi completa disolución. Si bien la crítica a la noción moderna de sujeto que este filósofo lleva a cabo desde sus primeros escritos de la década del '20, parece dirigida a recuperar la temporalidad fáctica de un sujeto desencarnado y ahistórico, en las décadas siguientes comienza a acentuarse un desplazamiento, desde este individuo, capaz de configurar significativamente el mundo a partir de una comprensión y un lenguaje heredados, hacia un individuo-espectador de un acontecer o destino ontológico que supera su capacidad de acción y decisión y que incluso la determina. En este sentido, toda organización o reflexión destinadas a intervenir sobre aspectos conflictivos de la realidad cotidiana, estarían destinadas al fracaso. La frase de su famosa entrevista en Der Spiegel de 1966 parece ilustrar este diagnóstico: sólo un dios puede aún salvarnos. Para abordar esta temática, desarrollaremos en primer lugar algunos aspectos del pasaje mencionado, desde la subjetividad contingente del Dasein hasta la disolución de la agencia humana, para luego llevar a cabo una evaluación de las salidas que Heidegger propone a partir de lo que podríamos considerar una despolitización del sujeto
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El propósito de esta comunicación es examinar la competencia del filósofo en el texto que hoy conocemos como Primer Alcibíades o Alcibíades Mayor. El trabajo propone la lectura del diálogo como un texto de filosofía política. La hipótesis sostenida es que el diálogo fue escrito con la intención de explicar la filosofía como una forma de intervenir políticamente basada en la exégesis filosófica de la sentencia apolínea "Conócete a ti mismo". Se argumenta que la perspectiva del texto se fundamenta en el principio de que la frase lleva consigo una exhortación a ejercer la política de manera recta. El diálogo, pues, no sólo contiene un análisis filosófico sobre la competencia adecuada para el ejercicio del poder, sino que también analiza cómo esta competencia se relaciona con la política, lo que pone a la filosofía en conflicto con las téchnai practicadas en la ciudad
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Con la famosa frase: "Ahora escribo teatro para muñecos (...) a la manera del teatro 'Di Piccoli' en Italia" Valle-Inclán le otorga al grupo italiano de Podrecca el papel clave en la formulación del esperpento. Es interesante observar que Valle-Inclán, el dramaturgo que a lo largo de su trayectoria artística no entra en el contacto directo con las vanguardias europeas del momento, a las alturas del año 1921, manifiesta estar informado muy bien sobre las más modernas tendencias teatrales inspiradas en gran parte en el arte del marionetismo, de la máscara, en la estética de lo grotesco, lo surreal y lo absurdo. Por consiguiente resulta necesario plantearse una serie de preguntas sobre el alcance y posibilidades del conocimiento de la labor del grupo por el autor gallego, para poder delimitar qué "Teatro di Piccoli" inspira su nueva dramaturgia. No debe escaparse de este examen una observación en torno al esperpento, el género que no funda su base en la imitación de marionetas, sino en la creación grotesca en la que la ficción y la abstración del personaje marionetizado, y su mundo referencial llevado ab absurdum, desenvela la verdad cruda y amarga de la condicón humana y su realidad histórica.
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El enfoque cognitivo-prototípico sostiene que la intención comunicativa motiva otros aspectos del lenguaje: la sintaxis, la fonética y la fonología. En el marco de esa hipótesis, el presente trabajo, propone una síntesis evaluativa y comparativa de resultados obtenidos previamente con el fin de sugerir figuras entonativas que parecen funcionar con suficiente sistematicidad como para considerarlas patrones fonológicos. Estos emergen, precisamente, de una motivación semántico pragmática común que también motiva la sintaxis: la intención del hablante de realzar un aspecto de su mensaje. Se analizan ejemplos del español rioplatense que contienen segmentos con construcciones con tal/tan....que, cláusulas relativas con un(a)(s)...que, y construcciones hendidas propiamente dichas con esquema es...el/la/los/las que. Se confeccionaron corpora con un total de 1.028 oraciones que fueron grabadas en forma especial por 12 hablantes, seis mujeres y seis varones, cuatro por cada corpus, sin problemas de habla y con un nivel de formación educativa media y terciaria. Se caracterizaron los siguientes ítems prosódicos: a) Tonos de frontera (juntura) (Inicio y fin de la frase entonativa); b) Tonos nucleares (acentos más característicos); c) Duración de pausas; d) Frecuencia fundamental y e) Picos de energía. De la transcripción tonal alineada temporalmente surgen contornos entonativos que pueden considerarse por su sistematicidad como patrones fonológicos de estas estructuras. Los contornos tonales muestran una frase entonativa delimitada por un acento de juntura inicial alto y un acento de juntura final M (medio). El tono subyacente L+H* marca contrastivamente los constituyentes de la oración portadora del elemento de realce y emerge en todas las frases entonativas detectadas, con repetición del mismo tipo de acento tonal, como indicador de la modulación que el hablante ejerce sobre su frecuencia fundamental. Se observa en los tres casos la presencia fuerte de picos de F0. El efecto de las pausas previas al que se observa en todos los casos
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"Puestos a escoger entre nuestras concepciones poéticas y la fidelidad a la propia experiencia, finalmente optamos por esta última". Esa frase de Jaime Gil de Biedma bien podría formar parte de uno de los aforismos del libro Juan de Mairena, de Antonio Machado. La problemática de la conformidad de lo ético junto a lo estético nos lleva a la propuesta de ese artículo, es decir, el análisis del importante papel de la obra Juan de Mairena para la afirmación de una posición ético-poética en la obra de Jaime Gil