906 resultados para adsorbimento olive acque vegetazione polifenoli


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[GRAPHICS] A biosynthetic scheme rationalizing the formation of (+/-)-1,7-dioxaspiro[5.5]undecane (5) in the fruit fly species Bactrocera cacuminata and Bactrocera oleae (olive fruit fly) is presented. Incorporation studies with deuterium-labeled keto aldehyde (10), 1,5-nonanediol (11), and 1,5,9-nonanetriol (12), and our previous finding that both oxygen atoms of 5 originate from dioxygen, are strongly evidentiary. The racemic condition of the natural spiroacetal 5 is accounted for, and inter alia, it is demonstrated that dihydropyran (18) is not an important intermediate en route to 5.

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The olive ridley is the most abundant seaturtle species in the world but little is known of the demography of this species. We used skeletochronological data on humerus diameter growth changes to estimate the age of North Pacific olive ridley seaturtles caught incidentally by pelagic longline fisheries operating near Hawaii and from dead turtles washed ashore on the main Hawaiian Islands. Two age estimation methods [ranking, correction factor (CF)] were used and yielded age estimates ranging from 5 to 38 and 7 to 24 years, respectively. Rank age-estimates are highly correlated (r = 0.93) with straight carapace length (SCL), CF age estimates are not (r = 0.62). We consider the CF age-estimates as biologically more plausible because of the disassociation of age and size. Using the CF age-estimates, we then estimate the median age at sexual maturity to be around 13 years old (mean carapace size c. 60 cm SCL) and found that somatic growth was negligible by 15 years of age. The expected age-specific growth rate function derived using numerical differentiation suggests at least one juvenile growth spurt at about 10–12 years of age when maximum age-specific growth rates, c. 5 cm SCL year−1, are apparent.

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Il presente lavoro ha lo scopo di comprendere i processi sottesi ai pattern di coesistenza tra le specie di invertebrati sorgentizi, distinguendo tra dinamiche stocastiche e deterministiche. Le sorgenti sono ecosistemi complessi e alcune loro caratteristiche (ad esempio l’insularità, la stabilità termica, la struttura ecotonale “a mosaico”, la frequente presenza di specie rare ed endemiche, o l’elevata diversità in taxa) le rendono laboratori naturali utili allo studio dei processi ecologici, tra cui i processi di assembly. Al fine di studiare queste dinamiche è necessario un approccio multi-scala, per questo motivi sono state prese in considerazione tre scale spaziali. A scala locale è stato compiuto un campionamento stagionale su sette sorgenti (quattro temporanee e tre permanenti) del Monte Prinzera, un affioramento ofiolitico vicino alla città di Parma. In questa area sono stati valutati l’efficacia e l’impatto ambientale di diversi metodi di campionamento e sono stati analizzati i drivers ecologici che influenzano le comunità. A scala più ampia sono state campionate per due volte 15 sorgenti della regione Emilia Romagna, al fine di identificare il ruolo della dispersione e la possibile presenza di un effetto di niche-filtering. A scala continentale sono state raccolte informazioni di letteratura riguardanti sorgenti dell’area Paleartica occidentale, e sono stati studiati i pattern biogeografici e l’influenza dei fattori climatici sulle comunità. Sono stati presi in considerazione differenti taxa di invertebrati (macroinvertebrati, ostracodi, acari acquatici e copepodi), scegliendo tra quelli che si prestavano meglio allo studio dei diversi processi in base alle loro caratteristiche biologiche e all’approfondimento tassonomico raggiungibile. I campionamenti biologici in sorgente sono caratterizzati da diversi problemi metodologici e possono causare impatti sugli ambienti. In questo lavoro sono stati paragonati due diversi metodi: l’utilizzo del retino con un approccio multi-habitat proporzionale e l’uso combinato di trappole e lavaggio di campioni di vegetazione. Il retino fornisce dati più accurati e completi, ma anche significativi disturbi sulle componenti biotiche e abiotiche delle sorgenti. Questo metodo è quindi raccomandato solo se il campionamento ha come scopo un’approfondita analisi della biodiversità. D’altra parte l’uso delle trappole e il lavaggio della vegetazione sono metodi affidabili che presentano minori impatti sull’ecosistema, quindi sono adatti a studi ecologici finalizzati all’analisi della struttura delle comunità. Questo lavoro ha confermato che i processi niche-based sono determinanti nello strutturare le comunità di ambienti sorgentizi, e che i driver ambientali spiegano una rilevante percentuale della variabilità delle comunità. Infatti le comunità di invertebrati del Monte Prinzera sono influenzate da fattori legati al chimismo delle acque, alla composizione e all’eterogeneità dell’habitat, all’idroperiodo e alle fluttuazioni della portata. Le sorgenti permanenti mostrano variazioni stagionali per quanto riguarda le concentrazioni dei principali ioni, mentre la conduttività, il pH e la temperatura dell’acqua sono più stabili. È probabile che sia la stabilità termica di questi ambienti a spiegare l’assenza di variazioni stagionali nella struttura delle comunità di macroinvertebrati. L’azione di niche-filtering delle sorgenti è stata analizzata tramite lo studio della diversità funzionale delle comunità di ostracodi dell’Emilia-Romagna. Le sorgenti ospitano più del 50% del pool di specie regionale, e numerose specie sono state rinvenute esclusivamente in questi habitat. Questo è il primo studio che analizza la diversità funzionale degli ostracodi, è stato quindi necessario stilare una lista di tratti funzionali. Analizzando il pool di specie regionale, la diversità funzionale nelle sorgenti non è significativamente diversa da quella misurata in comunità assemblate in maniera casuale. Le sorgenti non limitano quindi la diversità funzionale tra specie coesistenti, ma si può concludere che, data la soddisfazione delle esigenze ecologiche delle diverse specie, i processi di assembly in sorgente potrebbero essere influenzati da fattori stocastici come la dispersione, la speciazione e le estinzioni locali. In aggiunta, tutte le comunità studiate presentano pattern spaziali riconoscibili, rivelando una limitazione della dispersione tra le sorgenti, almeno per alcuni taxa. Il caratteristico isolamento delle sorgenti potrebbe essere la causa di questa limitazione, influenzando maggiormente i taxa a dispersione passiva rispetto a quelli a dispersione attiva. In ogni caso nelle comunità emiliano-romagnole i fattori spaziali spiegano solo una ridotta percentuale della variabilità biologica totale, mentre tutte le comunità risultano influenzate maggiormente dalle variabili ambientali. Il controllo ambientale è quindi prevalente rispetto a quello attuato dai fattori spaziali. Questo risultato dimostra che, nonostante le dinamiche stocastiche siano importanti in tutte le comunità studiate, a questa scala spaziale i fattori deterministici ricoprono un ruolo prevalente. I processi stocastici diventano più influenti invece nei climi aridi, dove il disturbo collegato ai frequenti eventi di disseccamento delle sorgenti provoca una dinamica source-sink tra le diverse comunità. Si è infatti notato che la variabilità spiegata dai fattori ambientali diminuisce all’aumentare dell’aridità del clima. Disturbi frequenti potrebbero provocare estinzioni locali seguite da ricolonizzazioni di specie provenienti dai siti vicini, riducendo la corrispondenza tra gli organismi e le loro richieste ambientali e quindi diminuendo la quantità di variabilità spiegata dai fattori ambientali. Si può quindi concludere che processi deterministici e stocastici non si escludono mutualmente, ma contribuiscono contemporaneamente a strutturare le comunità di invertebrati sorgentizi. Infine, a scala continentale, le comunità di ostracodi sorgentizi mostrano chiari pattern biogeografici e sono organizzate lungo gradienti ambientali principalmente collegati altitudine, latitudine, temperatura dell’acqua e conducibilità. Anche la tipologia di sorgente (elocrena, reocrena o limnocrena) è influente sulla composizione delle comunità. La presenza di specie rare ed endemiche inoltre caratterizza specifiche regioni geografiche.

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Lo scopo di questo elaborato è quello di illustrare le possibili opzioni di mitigazione per far fronte alla problematica dell’inquinamento diffuso delle acque derivato dal rilascio di nitrati di origine prevalentemente agricola. Le opzioni di mitigazione sono necessarie ad evitare il deterioramento sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo. Nel primo capitolo vengono presentate le normative di riferimento sia a livello Europeo che a livello Nazionale. A livello Europeo viene esaminata la Direttiva 91/676/CEE “Direttiva sui nitrati”, la Direttiva 75/440/CEE per la qualità delle acque e la Direttiva 2000/60/CEE “Direttiva quadro sulle acque”. A livello Nazionale la Direttiva 2000/60/CE è stata recepita con l’emanazione del Decreto Legislativo 152/2006. Nel secondo capitolo viene presentata una panoramica sulle possibili opzioni di mitigazione per ridurre la quantità di nitrati presenti nelle acque sotterranee e superficiali, provenienti dall’attività agricola. Queste opzioni vengono suddivise in base all’ambito in cui è possibile intervenire per migliorare la qualità dell’acqua e dell’ecosistema.

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En Portugal, como en otros países, las cooperativas agrícolas tienen un papel económico importante en el sistema alimentario. Similar a otras organizaciones económicas, las cooperativas agrícolas han sido testigos de cambios estructurales en las últimas décadas en términos de modelos de gobernación y gestión. Las cooperativas agrícolas portuguesas se han visto constreñidas por su contexto a adoptar un modelo tradicional de propiedad y control. El objetivo principal de este estudio era analizar cuestiones relacionadas con la estructura de gestión y desempeño financiero de las cooperativas, basada en los datos recogidos de cooperativas de aceite de oliva situadas en la región interior norte de Portugal. La combinación de un análisis cualitativo de la estructura y toma de decisiones, una evaluación financiera y la aplicación de un enfoque en varios criterios (PROMETHEE II), los resultados están en línea con expectativas (por ejemplo, bajos niveles de participación de los miembros, gestión no profesional, ratios de rentabilidad bajos, bajo apalancamiento y una capacidad para cumplir compromisos financieros), excepto la relación entre la gestión profesional y el desempeño financiero. La existencia de gestión profesional no conduce a mejores resultados financieros. Este resultado refuerza la creencia de que las cooperativas que están estructuradas de diferente manera tienen intereses diferentes y contradictorios a las partes interesadas.

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The main objective of this work was to develop a novel dimensionality reduction technique as a part of an integrated pattern recognition solution capable of identifying adulterants such as hazelnut oil in extra virgin olive oil at low percentages based on spectroscopic chemical fingerprints. A novel Continuous Locality Preserving Projections (CLPP) technique is proposed which allows the modelling of the continuous nature of the produced in-house admixtures as data series instead of discrete points. The maintenance of the continuous structure of the data manifold enables the better visualisation of this examined classification problem and facilitates the more accurate utilisation of the manifold for detecting the adulterants. The performance of the proposed technique is validated with two different spectroscopic techniques (Raman and Fourier transform infrared, FT-IR). In all cases studied, CLPP accompanied by k-Nearest Neighbors (kNN) algorithm was found to outperform any other state-of-the-art pattern recognition techniques.

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[EN]It is unknown whether individuals at high cardiovascular risk sustain a benefit in cardiovascular disease from increased olive oil consumption. The aim was to assess the association between total olive oil intake, its varieties (extra virgin and common olive oil) and the risk of cardiovascular disease and mortality in a Mediterranean population at high cardiovascular risk

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[ES] The olive ridley sea turtle Lepidochelys olivacea has been recorded in the Cape Verde Islands, but the most recent published data (1998-2000) are of stranded ndividuals and remains only. This article presents new data on olive ridleys recorded during the years 2001-2011 on Boavista and Sal islands. The presence of his species does not appear to be related to nesting activity. The possible geographical origin of these turtles is discussed. In addition, we propose some studies that could help to reinforce the conservation of sea turtles in West Africa.