566 resultados para Hyvinvointivaltion tragedia
Resumo:
Questa breve tesi, incentrata sulla persona e sulle opere di Emilio Tadini, ha come scopo quello di mettere in evidenza e rivelare al pubblico contemporaneo un uomo dalle mille sfaccettature, spesso relegato al solo ambito della pittura, che può essere, invece, a pieno titolo definito come un artista poliedrico. Dopo un breve excursus volto a fornire qualche riferimento biografico, il contesto storico nel quale agisce, e la stretta relazione da lui instaurata tra la scrittura e la pittura, si esaminerà la sua traduzione di Re Lear di William Shakespeare, pubblicata da Einaudi. Il dramma verrà analizzato dapprima in una chiave di lettura alternativa che nasce dal considerarlo come una tragedia della parola, per poi scandagliarlo nei minimi particolari attraverso l’approfondimento delle varie tematiche – l’amore, la morte, la pazzia e la cecità. Un importante supporto è dato dalla traduzione di Agostino Lombardo per Garzanti, mezzo per uno studio comparato e contrastivo tra le due proposte di resa in italiano. In seguito, si illustreranno le scelte traduttive di Emilio Tadini, partendo dall’assunto di una parola volta a ridurre la Distanza, l’Alterità e di un traduttore-funambolo, costantemente sull’orlo di una doppia vertigine – il rimanere troppo fedeli e il discostarsi eccessivamente dal testo fonte. Prima di procedere a una rassegna dei punti salienti di alcuni suoi scritti, in particolare, de La tempesta, e de La deposizione, si confronteranno il Re Lear e La Tempesta shakespeariana, cercando di dimostrare come quest’ultimo prenda le mosse dagli avvenimenti del primo. Infine, si cercherà di concepire il Prospero di Tadini come una summa moderna tra i due personaggi principali delle opere in questione – Lear da un lato e Prospero dall’altro –, evidenziando l’importanza della voce e della figura del mediatore-guida, in grado di spaziare all’interno della distanza, servendosi di parole scelte sulla base delle proprie esperienze personali.
Resumo:
Dal 1936 al 1939 la Spagna dovette fare i conti con gli orrori di una guerra che aveva diviso in due il paese, sia ideologicamente che geograficamente, facendogli vivere una tragedia ancora oggi tangibile nel tessuto sociale e politico della penisola iberica. Questo conflitto, che aveva suscitato l’interesse di molti, raggiunse un livello tale di sperimentazione, sia in campo militare, sia in quello civile, da essere considerato un banco di prova per la seconda guerra mondiale. Il progetto di tesi, attraverso l’analisi e il sottotitolaggio di due documentari, uno anarchico e l’altro franchista, intende presentare una ricerca che ha come focus primario lo studio della propaganda cinematografica durante il periodo della guerra civile spagnola. Il cinema che, proprio negli anni Trenta, si era definitivamente affermato anche grazie all’introduzione del sonoro, fu presto considerato un potente mezzo di comunicazione divenendo un’arma di persuasione della quale, entrambi gli schieramenti con tempistiche diverse, si servirono per indottrinare la popolazione e giustificare la propria azione militare. Il cinema, pertanto, fu messo al servizio della guerra. Nel primo capitolo di questo elaborato verrà presentato il quadro storico di riferimento con la definizione delle cause, dell’evoluzione e delle ideologie in campo durante il conflitto. Il secondo capitolo si concentrerà sull’analisi dei due sistemi di propaganda, quella repubblicana e quella nazionalista, con un’attenzione principale nei confronti della propaganda cinematografica e delle sue diverse espressioni politiche nella penisola iberica. In questo capitolo si farà, inoltre, accenno alla produzione cinematografica internazionale riferita al conflitto spagnolo durante gli anni della guerra e in quelli immediatamente successivi. Infine, nel terzo e ultimo capitolo, si prenderanno in analisi i due documentari sottotitolati (“Los Aguiluchos de la FAI por tierras de Aragón, Reportaje nº1, Estampas de la revolución antifascista” e “La Liberación de Madrid”, con la presentazione dell’analisi tecnica e contenutistica degli stessi. Per concludere, verranno indicate le strategie traduttive impiegate durante la fase di traduzione e riportati esempi concreti ad esse riferite.
Resumo:
La memoria pubblica della Sho'ah è inscritta in una quantità proliferante di immagini e spazi memoriali. Ciò è riscontrabile in modo particolare nei principali "siti dello sterminio" assurti a simbolo nel corso degli anni, mentre molti altri "luoghi di memoria" della Deportazione soffrono di una condizione di intrinseca debolezza. Essa è riconducibile in primo luogo alla fragilità del dato materiale, i cui resti ormai privi di eloquenza risultano difficili da interpretare e conservare, in secondo luogo alla sovrapposizione di memorie concorrenti venutesi a determinare in conseguenza dei riusi successivi a cui queste strutture sono spesso andate soggette dopo la guerra, infine alla difficoltà di rendere espressione compiuta alla tragedia della Deportazione. Il caso del campo di Fossoli è paradigmatico: esso interroga la capacità del progetto di "dare forma" al palinsesto delle memorie, rendendo possibile il riconoscimento ed esplicitando una significazione delle tracce, senza aggiungere ulteriori interpretazioni. Lo spazio e il paesaggio, in quanto linguaggi indentitari, possono offrirsi come strumenti da questo punto di vista. Michel De Certeau vi fa riferimento quando afferma che lo spazio coincide con «l’effetto prodotto dalle operazioni che lo orientano, che lo circostanziano, o temporalizzano e lo fanno funzionare come unità polivalente di programmi conflittuali o di prossimità contrattuali». Lo spazio gioca un ruolo cruciale nel conformare l'esperienza del presente e allo stesso tempo nel rendere visibili le esperienze passate, compresse nella memoria collettiva. Lo scopo di questa ricerca è interrogare le potenzialità spaziali del luogo, considerate sotto il profilo culturale e semantico, come valida alternativa alla forma-monumento nella costruzione di una o più narrazioni pertinenti della memoria.
Resumo:
Questa ricerca indaga come il “caso Ustica” si è articolato nell’opinione pubblica italiana negli anni compresi tra il 1980 e il 1992. Con l'espressione “caso Ustica” ci si riferisce al problema politico determinato dalle vicende legate all’abbattimento dell’aereo civile DC-9 dell’Itavia, avvenuto il 27 giugno 1980 in circostanze che, come noto, furono chiarite solamente a distanza di molti anni dal fatto. L’analisi intende cogliere le specificità del processo che ha portato la vicenda di Ustica ad acquisire rilevanza politica nell’ambito della sfera pubblica italiana, in particolare prendendo in considerazione il ruolo svolto dall’opinione pubblica in un decennio, quale quello degli anni ’80 e dei primi anni ’90 italiani, caratterizzato da una nuova centralità dei media rispetto alla sfera politica. Attraverso l’analisi di un’ampia selezione di fonti a stampa (circa 1500 articoli dei principali quotidiani italiani e circa 700 articoli tratti dagli organi dei partiti politici italiani) si sono pertanto messe in luce le dinamiche mediatiche e politiche che hanno portato alla tematizzazione di una vicenda che era rimasta fino al 1986 totalmente assente dall’agenda politica nazionale. L’analisi delle fonti giudiziarie ha permesso inoltre di verificare come la politicizzazione del caso Ustica, costruita intorno alla tensione opacità/trasparenza del potere politico e all’efficace quanto banalizzante paradigma delle “stragi di Stato”, sia risultata funzionale al raggiungimento, dopo il 1990, dei primi elementi di verità sulla tragedia e all’ampiamento del caso a una dimensione internazionale.
Resumo:
Desde Eurípides y Séneca, sin olvidar a Racine y Garnier, el mito de Fedra ejerció una especial atracción sobre el arte, y su vigencia se ha visto renovada periódicamente. La poética de grandes sectores artísticos de finales del siglo XIX, articulada por la remisión al código clasicista y por el apartamiento de toda forma de arte vulgar o burgués, produjo una de las últimas versiones de la tragedia: la Fedra (1909) de Gabriele d’Annunzio. En este trabajo, voy a detenerme en algunas claves culturales del texto del dramaturgo italiano. En ellas se refleja una lectura del mito antiguo en clave nietzscheana, en virtud de la inclusión de dos personajes agregados por D’Annunzio al repertorio clásico.
Resumo:
En este trabajo se analiza el texto marechaliano en su relación con el intertexto de Sófocles y del mito griego en general, así como con otros intertextos presentes en la obra. Asimismo, se relaciona esa versión particular del mito con las coordenadas ideológicas del autor y con el tiempo político en que tuvo lugar su creación.
Resumo:
Regiones y Departamentos. Relatos de nuestra identidad es una serie que aborda las características turísticas, culturales e históricas de la provincia de Mendoza. En los 14 programas se han destacado y revalorizado las particularidades de cada uno de los departamentos de esta provincia argentina que se dividen en distintas regiones: Valle de Uco, Gran Mendoza, Zona Sur, Zona Este y Zona Nordeste VALLE DE UCO II es un documental que nos invita a seguir conociendo las características más relevantes de los departamentos de Tunuyán, Tupungato y San Carlos. En el bloque 1 repasaremos la historia del departamento de Tunuyán, zona que durante la época colonial se caracterizaba por su desolación. Más tarde y con la llegada del ferrocarril entre otras cosas se convirtió en un paso obligado hacia el sur de la provincia. Conoceremos también en este bloque la historia de la primer mujer intendente del departamento María Olga Said, quien fue derrocada por el golpe militar. Como espacio destacado encontramos la famosa Tragedia de los Arrieros. Luego, en el bloque 2 conoceremos algunos aspectos relevantes de la sociedad y cultura de Tupungato, la vida de José Fernandez, Pascual Perez, y las obras de unos artesanos conocidos internacionalemente. En el bloque 3 se destacan las características y alternativas de los turismos rurales de la zona, la producción vitivinícola, la tradicional vendimia departamental y conoceremos cuáles son los circuitos históricos-culturales más visitados de la zona.
Resumo:
Fil: Ivars, Lorena Ángela.
Resumo:
Fil: Silventi, María Cristina.
Resumo:
En el presente trabajo se somete a consideración el concepto de deinótes y su familia de palabras, en las tragedias conservadas de Sófocles. El concepto se define como aquello que causa admiración y asombro; en consecuencia, queda en suspenso angustiante la razón y el discurso. Otros conceptos vinculados interactúan en clara solidaridad semántica. Primeramente, y como efecto de distanciamiento, surge compasión. Luego la experiencia de la reflexión que sobreviene después de las acciones. Por último la comprensión. La interpretación de deinótes como la capacidad que deviene en acciones "pasmosas" describe al héroe sofócleo en una órbita humana connatural, que lo presenta como una dualidad, capaz de provocar admiración y temor al mismo tiempo, porque sus acciones y su temperamento se dirigen a una misma dirección de conflicto y resolución trágicos inacabados.
Resumo:
Fil: Poquet, Adriana.
Resumo:
Las nuevas realidades territoriales, bajo el innovador panorama constitucional colombiano, requieren de procesos de planificación coherentes, ajustados a las necesidades reales de desarrollo de nuestras sociedades en constante crecimiento. Se requieren acciones inmediatas y contundentes de fortalecimiento, asistencia técnica, desarrollo institucional e implementación de instrumentos de Gestión y financiación del suelo, para responder a la insuficiente capacidad de los entes territoriales para asumir con responsabilidad la formulación e implementación de los instrumentos de planificación y ordenamiento territorial planteados por la ley y la normatividad urbanística vigente. Dicha normatividad, dada su falta de reglamentación y regulación, hace compleja su aplicación en pequeñas y medianas ciudades, debido a la deficiente capacidad operativa y ejecutoria que tienen sus administraciones. El 24 de enero de 1999 el Concejo Municipal de Armenia aprobaba el primer plan de ordenamiento territorial para un municipio Colombiano bajo el marco de la Ley de Desarrollo Territorial 388 de 1997. Veinticuatro horas después se produce un sismo de 6.4 grados (Richter) con epicentro a 24 kilómetros de distancia, generando devastadoras consecuencias en toda la región del eje cafetero, tanto en lo físico como en lo social: “Cuando teníamos las respuestas… cambiaron las preguntas". Las nuevas determinantes territoriales generadas como efecto de la tragedia pondrían el proceso de implementación del plan en un escenario complejo y contradictorio. A pesar de que el concepto de gestión del riesgo había sido abordado por el P.O.T., las realidades del desastre superaban la expectativa planificadora, desbordando cualquier escala de ejecutabilidad de la norma recientemente aprobada. El equipo de formulación del nuevo plan, bajo la coordinación del D.A.P.M. y con apoyo de la academia identificó de manera inmediata la complejidad del proceso. Además, realizó aportes que permitieran a los demás municipios Colombianos evitar cometer los mismos errores, superar los obstáculos, agilizar procesos particulares de planificación territorial y dotar así a sus municipios de unos Planes de Ordenamiento mas aterrizados, realizables y sobretodo mas consecuentes con las necesidades particulares de sus municipios.
Resumo:
El artículo se pregunta por la importancia del concepto de héroe trágico en La Poética de Aristóteles desarrollando su investigación a través del dilema: ¿es el héroe trágico en La Poética un recurso para manifestar la acción única y entera de la trama o argumento, o, tiene un papel relevante dado que el ethos forma una de las partes esenciales de la tragedia? La autora analiza estas aporías a partir de los textos de La Poética probando la prioridad del mito como acción o drama única y entera en Aristóteles sin comprometer por ello la importancia decisiva del héroe trágico para que esto se logre.
Resumo:
Documental de Dorothy Fadiman (1998). Nominado al Óscar como Mejor Cortometraje Documental (http://dorothyfadiman.com/) Esta obra muestra las consecuencias físicas, emocionales y legales que acarreó la penalización del aborto en Estados Unidos. Los testimonios presentados, especialmente conmovedores, cuentan la historia de mujeres desesperadas y de quienes intentaron ayudarlas, y revelan la tragedia brutal así como el valor y heroísmo que surgieron durante esta época difícil.
Resumo:
A pesar de la ausencia de hablantes nativos, el griego cuenta con fuentes secundarias que permiten estudiar su estructura prosódica. En este artículo combino el estudio del orden de palabras y de la métrica de los trímetros yámbicos con el objetivo de ver cuál es la relación entre el verbo y el segundo argumento en términos de posición en la oración y de prosodia. Se mostrará que hay una tendencia a que el segundo argumento aparezca junto al verbo y a que formen parte de una única unidad prosódica. La tendencia es mayor con pronombres personales que con sintagmas nominales, que pueden aparecer separados si son complejos y extensos.