850 resultados para PRINCIPIO DE LEGALIDAD
Resumo:
La tesi dottorale si incentra sull'analisi del principio di precauzione e sulla sua portata applicativa in quella che possiamo definire “la vita del medicinale”. La disamina prende le sue mosse dalla teoria generale relativa al principio di precauzione e ne indaga, in primis, le sue origini e la sua evoluzione e successivamente ne considera la trasposizione giuridica nel settore ambientale e della salute umana. Si può sintetizzare, in via generale, come il ricorso al principio di precauzione avvenga quando il rischio connesso ad un evento non è un rischio determinato, ma è un rischio potenziale, cioè non supportato da dati scientifici che dimostrino in modo chiaro la connessione esistente tra avvenimento e danni (causa – effetto). In particolare, i dati scientifici che tentano di analizzare detto rischio non sono sufficienti o non sono giunti ad un risultato concludente e quindi la valutazione che viene fatta non consente di determinare il rischio con sufficiente certezza. La tesi dottorale focalizza la sua attenzione sull’applicazione del principio di precauzione ad un particolare bene, il medicinale; la necessità di minimizzare i rischi derivanti dall’assunzione del farmaco richiede un presidio dei pubblici poteri e di conseguenza questo comporta la necessità di “amministrare” il medicinale anche attraverso una serie di autorizzazioni amministrative quali l’autorizzazione alla produzione, l’autorizzazione all’immissione in commercio, l’autorizzazione alla distribuzione ed alla commercializzazione.
Resumo:
La definizione dell’ordinamento dell’Unione come ordinamento costituzionale è centrale, ma resta frammentata. Per restituirle sistematicità è importante individuare un principio sul quale poggiarne il consolidamento. Per questo si è scelto di esaminare il principio di non discriminazione attraverso l’analisi della giurisprudenza, con l’obiettivo di verificare se questo principio è parte fondamentale dell’identità costituzionale dell’Unione Europea. Nella prima parte della tesi si analizza la struttura del giudizio sulla discriminazione davanti alla CGUE e davanti alla CEDU, mettendo in evidenza come la struttura ricordi sempre di più quella del giudizio di costituzionalità. Nella seconda parte ci si concentra sul contributo dato dal principio di non discriminazione all’identità costituzionale dell’Unione Europea attraverso la lotta contro specifiche tipologie di discriminazione. Poiché i motivi di discriminazione sono molto numerosi, si è stabilito di esaminare quei motivi che sono regolati dal diritto derivato. Per questo la seconda parte dell’analisi si è concentrata sulle discriminazioni a motivo della nazionalità (dir. 2004/38/CE), della razza (dir. 2000/43/CE), del genere (dir. 2006/54/CE, dir. 2004/113/CE) dell’età, disabilità, religione ed orientamento sessuale (dir. 2000/78/CE). Dall’analisi della giurisprudenza e del diritto derivato che ne dà attuazione è possibile comprendere che questo principio, oltre ad essere sostenuto da un vero e proprio giudizio di legittimità costituzionale (il rinvio pregiudiziale), ha gli strumenti necessari a permetterne lo sviluppo tenendo conto delle identità costituzionali degli stati membri e può aiutare ad offrire delle risposte rispetto a uno dei problemi fondamentali inerenti all’efficacia del diritto dell’Unione Europea: la tensione fra il principio di attribuzione e la dottrina degli effetti diretti. Le conclusioni di questo lavoro portano a sostenere che è possibile individuare una giurisprudenza della Corte che, attraverso alcuni passaggi fondamentali (le sentenze Mangold, Kucukdeveci, Hay, Deckmyn e Zambrano), definisce il principio di non discriminazione come principio fondamentale, e costituzionale, del diritto dell’Unione Europea.
Resumo:
La tesi è dedicata alla storia dell'induzione matematica. Storicamente, il principio di induzione matematica è considerato un traguardo di Blaise Pascal nel XVII secolo, ma alcuni documenti mostrano che l'argomento è molto più articolato e complesso, e come autori precedenti avessero già sviluppato forme simili all'induzione.
Resumo:
Scopo di questa tesi è la trattazione del Principio dei lavori virtuali, il quale si inserisce nel contesto della meccanica classica dei sistemi di punti materiali. Tale principio viene utilizzato per affrontare problemi di statica quali l'equilibrio di un sistema meccanico, ma risulta centrale anche nel contesto più generale della dinamica. Per quanto riguarda i problemi di statica, il principio dei lavori virtuali è un metodo alternativo alle equazioni cardinali, che rappresentano una condizione necessaria e sufficiente per l'equilibrio dei soli corpi rigidi, quindi si occupano di un contesto più limitato.
Resumo:
Una delle scoperte più importanti del novecento, nel ambito della fisica nucleare e della nucleosintesi degli elementi all'interno delle stelle, è sicuramente rappresentata dallo stato di Hoyle, scoperto dall'astrofisico inglese Fred Hoyle nel 1954. Lo stato di Hoyle è un livello eccitato del nucleo dell'atomo di carbonio-12 a 7,65 MeV, la cui importanza risiede nel fatto che grazie alla sua presenza la produzione di carbonio-12 nei nuclei delle giganti rosse (uno stadio dell'evoluzione stellare) aumenta di circa un fattore 10^7, permettendo così l'esistenza di forme di vita intelligenti basate sul carbonio, ovvero noi. Proprio a causa di questa mia ultima affermazione esso viene, in letteratura, spesso affiancato a un principio, chiamato principio antropico, formulato nel 1973 dallo scienziato australiano Brandon Carter e secondo il quale noi ci dobbiamo aspettare di osservare soltanto quelle condizioni che sono necessarie per la nostra presenza e osservazione. Visto lo stretto legame che sembra esistere tra la scoperta di Hoyle e il principio formulato da Carter, l'obbiettivo di questa tesi sarà quindi quello di trattare lo stato di Hoyle con un particolare occhio di riguardo al suo legame con il principio antropico.
Resumo:
Lo scopo di questa tesi è dimostrare il Principio Forte di Continuazione Unica per opportune soluzioni di un'equazione di tipo Schrödinger Du=Vu, ove D è il sub-Laplaciano canonico di un gruppo di tipo H e V è un potenziale opportuno. Nel primo capitolo abbiamo esposto risultati già noti in letteratura sui gruppi di tipo H: partendo dalla definizione di tali gruppi, abbiamo fornito un'utile caratterizzazione in termini "elementari" che permette di esplicitare la soluzione fondamentale dei relativi sub-Laplaciani canonici. Nel secondo capitolo abbiamo mostrato una formula di rappresentazione per funzioni lisce sui gruppi di tipo H, abbiamo dimostrato una forma forte del Principio di Indeterminazione di Heisenberg (sempre nel caso di gruppi di tipo H) e abbiamo fornito una formula per la variazione prima dell'integrale di Dirichlet associato a Du=Vu. Nel terzo capitolo, infine, abbiamo analizzato le proprietà di crescita di funzioni di frequenza, utili a dimostrare le stime integrali che implicano in modo piuttosto immediato il Principio Forte di Continuazione Unica, principale oggetto del nostro studio.
Resumo:
por Selohmoh Jehuda Leaõ Templo
Resumo:
Fil: Aguirre, Susana.
Resumo:
Intentaremos desentrañar uno de los aspectos centrales del De divina omnipotentia de Pedro Damián: la relación entre omnipotencia divina y principio de no contradicción. Para ello, refutaremos una de las hipótesis de lectura más tradicionales que se han hecho del tema, según la cual Pedro Damián considera que la omnipotencia divina es incompatible con el principio de no contradicción, y por tanto éste pierde toda vigencia. Por nuestra parte, afirmaremos que Pedro Damián nunca cuestionó seriamente la validez de la lógica, sino que procuró afianzarla sobre premisas de raigambre ético-metafísica. Para iluminar el sentido de nuestra interpretación, debemos contextualizar la discusión y explicar diversos conceptos del pensamiento damianeano (i.e. voluntas Dei, omnipotentia divina, aeternitas y bondad divina).
Resumo:
El ajo es ampliamente conocido por sus propiedades benéficas para la salud y por sus características sensoriales. Además de su consumo en fresco, se elaboran diversos subproductos industriales, entre ellos se destaca el ajo deshidratado. Este producto se emplea tanto para consumo como condimento como para la elaboración de fitofármacos. Un atributo de calidad buscado en el polvo de ajo es que tenga elevados contenidos de principios bioactivos, especialmente, para la elaboración de preparaciones galénicas. Los fitoquímicos presentes en el ajo son compuestos organoazufrados y el más importante y representativo del grupo es la alicina. Diversos autores coinciden en que las tabletas comerciales de ajo en polvo evidencian grandes fluctuaciones en el contenido de alicina. Estas pueden deberse a las diferencias en la materia prima y a las pérdidas durante el proceso de deshidratación industrial. El objetivo del trabajo fue evaluar los niveles de alicina en polvos de ajo obtenidos mediante distintos procesos de deshidratación. Se trabajó con ajo cv Sureño INTA. Los bulbos fueron seleccionados y los dientes pelados en forma manual. La pasta de ajo fue obtenida mediante molino helicoidal y homogeneizador. Los tratamientos fueron: deshidratación en Spray, en horno Terminador y en horno de deshidratación de Usos Múltiples. También se evaluó la eficacia del empleo de aditivos microencapsulantes (goma arábiga) en los distintos tratamientos de deshidratados: tipo Spray, Lecho Espumado. La evaluación de los procesos fue realizada mediante la medición de humedad y alicina (HPLC). Además, se cuantificó alicina en productos de ajo deshidratado disponibles en el mercado. De todos los tratamientos, el proceso de deshidratación Spray evidenció las menores pérdidas de alicina, en las condiciones bajo estudio. De lo que se desprende, que las condiciones para la deshidratación de alta temperatura, corto tiempo y empleo de aditivo microencapsulante resultaron propicios para preservar alicina.
Resumo:
En “Legalidad e ilegalidad", desde una interpretación hegeliana de Marx, Lukács critica la legalidad propia del Estado burgués, como así también dos posiciones contrapuestas que a veces adoptan los socialistas ante ella: la de aceptarla buscando la reforma socialista de la legislación capitalista; y la de erigir la acción revolucionaria ilegal en un fin en sí mismo. Por el contrario, la revolución proletaria debe observar una táctica “sin principios" frente al Estado burgués y a su derecho, respetándolo o violándolo según lo aconseje “la utilidad del momento". En la lucha revolucionaria el proletariado alcanza la conciencia de su misión. La verdadera valoración del proceso histórico determina como legítima la acción revolucionaria desde sus comienzos, con una legitimidad que torna asimismo lícito todo acto revolucionario dirigido a la conquista del poder.
Resumo:
El principio de contradicción tiene su lugar propio en la filosofía griega, concretamente en la Filosofía Primera o Teología de Aristóteles. No es ni un precepto ni una prohibición sobre el ente, abstraído de diversos estados de cosas, sino él mismo un estado de cosas, mejor dicho: el estado de cosas primero para todo el que quiera conocer algo. Su universalidad consiste en que presenta el estado de cosas en cuanto estado de cosas y se expresa en la decisividad de lo que constata: es imposible – que lo es el caso no sea el caso.
Resumo:
Abordamos en Antígona la voz nómos utilizada por la protagonista en su último discurso (vv. 908 y 914). Con ese término califica la razón de su proceder, que justifica contraponiendo su condición como hermana del muerto a una potencial situación como esposa o madre de un difunto. Pese al uso de nómos, observa Etxabe (2009: 61), tales palabras no han sido articuladas con un argumento legal; no obstante, a un estudio con tales propósitos pareciera poder objetarse el hecho de que el léxico jurídico implica ante todo generalidad, lo que entraría en contradicción con la particularidad y excepcionalidad que caracteriza aquello que Antígona califica como nómos. Revisamos entonces qué implica para Antígona el entierro de su hermano y luego abordamos el asunto desde los estudios más recientes sobre la legalidad griega, atendiendo especialmente al ordenamiento del sistema jurídico que tiene lugar en el siglo V a.C., y que implica un cambio de actitud con respecto a las leyes no escritas frecuentemente asociadas a Antígona
Resumo:
A partir de una breve exposición de la ética del discurso en sus versiones apelianas y habermasianas, nos interesa discutir en esta ponencia cómo Habermas abandona el principio moral en favor de una teoría del discurso que justifica un modelo de democracia basado en el procedimiento donde las normas generadas racionalmente por medio del discurso tienen preeminencia ante una excesiva instrumentalización de lo moral. Veremos que para Habermas, el principio democrático tiene que asumir una posición de independencia en relación al principio moral, en razón de la necesidad de proporcionar al derecho una justificación neutra ante las diferentes visiones de mundo y también en virtud del entrelazamiento del derecho con el poder político