991 resultados para anidride maleica pirofosfato di vanadile n-butano 1-butanolo niobio


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All’interno del Parco Naturale Paneveggio – Pale di S. Martino, si trova, ad un’altitudine di 1989 m s.l.m., il Passo Rolle, nelle cui vicinanze nasce il torrente Cismon. In questo elaborato viene discussa la geologia a grande scala dell’area di Passo Rolle, esaminata attraverso un rilevamento geologico che ha permesso la suddivisione della Formazione di Werfen in nove Membri. Oltre ad essi, la geologia dell’areale comprende anche due Unità litologicamente molto diverse dal Werfen, ovvero il Piastrone Porfirico Atesino, composto da porfidi, e le arenarie di Val Gardena. Ogni Membro ha infatti caratteristiche distinguibili dagli altri, non solo dal punto di vista litologico, ma anche morfologico e fossilifero. Dal punto di vista sismotettonico, quest’area è particolarmente complessa, in quanto la sua evoluzione comincia nel Permiano Inferiore con la messa in posto delle vulcaniti, per poi terminare nel Neogene, quando si formò il sovrascorrimento della Valsugana. L’areale rilevato corrisponde alla zona 1, che si trova a Nord-Ovest del Passo Rolle e comprende Malga Juribello, parte del Rio Juribello e del Bosco di Costoncella. In base alla colonna stratigrafica, sono affioranti i porfidi, le arenarie e il Werfen Inferiore; significativi sono anche i depositi glaciali e di versante. I dati delle giaciture sono stati suddivisi in due campioni e ognuno è stato inserito all’interno di due stereonet. Tra i due set è stata trovata una correlazione sia per l’immersione sia per l’inclinazione. Sono poi stati trascritti in tabella i dati più significativi. L’approfondimento tematico, dopo un inquadramento generale relativo al clima della Provincia Autonoma di Trento, prende in esame con particolare attenzione le precipitazioni e l’idrogeologia del territorio. Attraverso una ricerca realizzata consultando un database regionale, vengono infine forniti dati sulle sorgenti presenti nell’areale di rilevamento e nelle aree limitrofe alla zona 1.

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In questa tesi viene trattata la problematica di determinare le migliori K soluzioni per due problemi di ottimizzazione, il Knapsack Problem 0-1 e lo Shortest Path Problem. Tali soluzioni possono essere impiegate all'interno di metodi di column generation per la risoluzione di problemi reali, ad esempio Bin Packing Problems e problemi di scheduling di veicoli ed equipaggi. Sono stati implementati, per verificarne sperimentalmente le prestazioni, nuovi algoritmi di programmazione dinamica, sviluppati nell’ambito di un programma di ricerca. Inizialmente, per entrambi i problemi, è stato descritto un algoritmo che determinasse le migliori K soluzioni per ogni possibile sottoproblema; partendo da uno zaino con capacità nulla, nel caso del Knapsack Problem 0-1, e dalla determinazione di un cammino dal vertice sorgente in se stesso per lo Shortest Path Problem, l’algoritmo determina le migliori soluzioni di sottoproblemi via via sempre più grandi, utilizzando le soluzioni costruite per gli stati precedenti, fino a ottenere le migliori soluzioni del problema globale. Successivamente, è stato definito un algoritmo basato su un approccio di ricorsione backward; in questo caso si utilizza una funzione ricorsiva che, chiamata a partire dallo stato corrispondente al problema globale, viene richiamata solo sugli stati intermedi strettamente necessari, e per ognuno di essi non vengono determinate soluzioni superflue.

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Oggi si sta assistendo sempre più ad un consumo maggiore di energia, proveniente soprattutto da fonti fossili. Tuttavia, occorre evidenziare l’aspetto negativo correlato a tutto questo: l’incremento del rilascio di gas ad effetto serra, responsabili del fenomeno del surriscaldamento globale. La Carbon Capture, Utilisation and Storage (CCUS) è stata riconosciuta come tecnologia strategica per raggiungere l’obiettivo dell’azzeramento delle emissioni entro il 2050. Lo scopo della tesi è effettuare la valutazione delle conseguenze dei rilasci accidentali di CO2 dagli impianti di cattura, esprimendole in termini di distanze di danno per l’uomo e per le apparecchiature. Dopo il Capitolo 1, dal carattere introduttivo e in cui si spiega il perché si renda necessaria la cattura della CO2, il Capitolo 2 fornisce i valori di pericolosità della CO2 relativi agli effetti tossici e termici, in termini di concentrazioni e temperature soglia; inoltre, illustra i codici DNV PHAST, NIST FDS e Ansys FLUENT, utilizzati per effettuare la valutazione delle conseguenze. A seguire, il Capitolo 3 presenta un impianto di cattura della CO2 assunto come caso di studio, fornendo la descrizione del funzionamento dell’impianto e riportandone i documenti principali, quali il PFD e la mappa del layout. Inoltre, vengono individuati gli scenari di rilascio e sono specificate le condizioni ambientali considerate ai fini della modellazione della dispersione. Il Capitolo 4 riporta i risultati ottenuti dalle simulazioni effettuate con i software di modellazione illustrati nel Capitolo 2, effettuando un’analisi comparativa delle distanze di danno, corredata di un’ampia discussione. Il Capitolo 5, infine, riporta le considerazioni conclusive del lavoro di tesi e delinea alcuni possibili sviluppi futuri delle indagini.

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In the title compound, C17H14N2O6, the conformation about the C=C double bond [1.345 (2) Å] is E, with the ketone moiety almost coplanar [C-C-C-C torsion angle = 9.5 (2)°] along with the phenyl ring [C-C-C-C = 5.9 (2)°]. The aromatic rings are almost perpendicular to each other [dihedral angle = 86.66 (7)°]. The 4-nitro moiety is approximately coplanar with the benzene ring to which it is attached [O-N-C-C = 4.2 (2)°], whereas the one in the ortho position is twisted [O-N-C-C = 138.28 (13)°]. The mol-ecules associate via C-H⋯O inter-actions, involving both O atoms from the 2-nitro group, to form a helical supra-molecular chain along [010]. Nitro-nitro N⋯O inter-actions [2.8461 (19) Å] connect the chains into layers that stack along [001].

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A metal-free protocol was developed to synthesize indanes by ring contraction of 1, 2-dihydronaphthalenes promoted by PhI(OH)OTs (HTIB or Koser's reagent). This oxidative rearrangement can be performed in several solvents (MeOH, CH3CN, 2 , 2, 2-trifluoroethanol (TFE), 1 , 1, 1, 3, 3, 3-hexafluoroisopropanol (HFIP), and a 1:4 mixture of TFE:CH2Cl2) under mild conditions. The ring contraction diastereoselectively gives functionalized trans-1, 3-disubstituted indanes, which are difficult to obtain in synthetic organic chemistry

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The structure analysis of the title compound, C(14)H(16)O(2)S(2), shows the SMe and H atoms of the bond linking the six-membered rings to be syn and also to be syn to the bridgehead -CH(2)- group. Each of the five-membered rings adopts an envelope conformation at the bridgehead -CH(2)- group. The dione-substituted ring adopts a folded conformation about the 1,4-C center dot center dot center dot C vector, with the ketone groups lying to one side. The cyclohexene ring adopts a boat conformation.

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The Apical Membrane Antigen-1 (AMA-1) of Plasmodium sp. has been suggested as a vaccine candidate against malaria. This protein seems to be involved in merozoite invasion and its extra-cellular portion contains three distinct domains: DI, DII, and DIII. Previously, we described that Plasmodium vivax AMA-1 (PvAMA-1) ectodomain is highly immunogenic in natural human infections. Here, we expressed each domain, separately or in combination (DI-II or DII-III), as bacterial recombinant proteins to map immunodominant epitopes within the PvAMA-1 ectodomain. IgG recognition was assessed by ELISA using sera of P. vivax-infected individuals collected from endemic regions of Brazil or antibodies raised in immunized mice. The frequencies of responders to recombinant proteins containing the DII were higher than the others and similar to the ones observed against the PvAMA-1 ectodomain. Moreover, ELISA inhibition assays using the PvAMA-1 ectodomain as substrate revealed the presence of many common epitopes within DI-II that are recognized by human immune antibodies. Finally, immunization of mice with the PvAMA-1 ectodomain induced high levels of antibodies predominantly to DI-II. Together, our results indicate that DII is particularly immunogenic during natural human infections, thus indicating that this region could be used as part of an experimental sub-unit vaccine to prevent vivax malaria. (C) 2008 Elsevier Masson SAS. All rights reserved.

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The treatment of textile effluents by the conventional method based on activated sludge followed by a chlorination step is not usually an effective method to remove azo dyes, and can generate products more mutagenic than the untreated dyes. The present work evaluated the efficiency of conventional chlorination to remove the genotoxicity/mutagenicity of the azo dyes Disperse Red 1, Disperse Orange 1, and Disperse Red 13 from aqueous solutions. The comet and micronucleus assays with HepG2 cells and the Salmonella mutagenicity assay were used. The degradation of the dye molecules after the same treatment was also evaluated, using ultraviolet and visible absorption spectrum measurements (UV-vis), high performance liquid chromatography coupled to a diode-array detector (HPLC-DAD), and total organic carbon removal (TOC) analysis. The comet assay showed that the three dyes studied induced damage in the DNA of the HepG2 cells in a dose-dependent manner. After chlorination, these dyes remained genotoxic, although with a lower damage index (DI). The micronucleus test showed that the mutagenic activity of the dyes investigated was completely removed by chlorination, under the conditions tested. The Salmonella assay showed that chlorination reduced the mutagenicity of all three dyes in strain YG1041, but increased the mutagenicity of Disperse Red 1 and Disperse Orange 1 in strain TA98. With respect to chemical analysis, all the solutions showed rapid discoloration and a reduction in the absorbance bands characteristic of the chromophore group of each dye. However, the TOC was not completely removed, showing that chlorination of these dyes is not efficient in mineralizing them. It was concluded that conventional chlorination should be used with caution for the treatment of aqueous samples contaminated with azo dyes. (C) 2010 Elsevier B.V. All rights reserved.

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The potentially hexadentate polyamines N,N,N',N'-tetrakis(2-aminoethyl)ethane-1,2-diamine (L-1) and the octamethylated analogue N,N,N',N'-tetrakis(2-dimethylaminoethyl)ethane 1,2-diamine (L-2) have been complexed with copper(II) and the crystal structures of their complexes determined. A trigonal-bipyramidal co-ordination geometry for [Cu(HL1)][ClO4](3) was found where one aminoethyl arm is not co-ordinated. By contrast, a dinuclear structure of formula [(H2O)Cu(L-2)Cu(OH)](3+) was determined for the N-methylated analogue, where the hexaamine acts as a bridging ligand between the two square-pyramidal metal centres. Electronic and EPR spectroscopy are both consistent with these structures being maintained in solution.

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Intracellular amastigotes of the protozoan parasite Leishmania mexicana secrete a macromolecular proteophosphoglycan (aPPG) into the phagolysosome of their host cell, the mammalian macrophage. The structures of aPPG glycans were analyzed by a combination of high pH anion exchange high pressure liquid chromatography, gas chromatography-mass spectrometry, enzymatic digestions, electrospray-mass spectrometry as well as H-1 and P-31 NMR spectroscopy. Some glycans are identical to oligosaccharides known from Leishmania mexicana promastigote lipophosphoglycan and secreted acid phosphatase, However, the majority of the aPPG glycans represent amastigote stage-specific and novel structures. These include neutral glycans ([Glc beta(1-3)](1-2)Gal beta 1-4Man, Gal beta 1-3Gal beta 1-4Man, Gal beta 1-3Glc beta 1-3Gal beta 1-4Man), several monophosphorylated glycans containing the conserved phosphodisaccharide backbone (R-3-[PO4-6-Gal]beta 1-4Man) but carrying stage-specific modifications (R = Gal beta 1-, [Glc beta 1-3](1-2)Glc beta 1-), and monophosphorylated aPPG tri- and tetrasaccharides that are uniquely phosphorylated on the terminal hexose (PO4-6-Glc beta 1-3Gal beta 1-4Man, PO4-6-Glc beta 1-3Glc beta 1-3Gal beta 1-4Man, PO4-6-Gal beta 1-3Glc beta 1-3Gal beta 1-4Man), In addition aPPG contains highly unusual di- and triphosphorylated glycans whose major species are PO4-6-Glc beta 1-3Glc beta 1-3[PO4-6-Gal]beta 1-4Man, PO4-6-Gal beta 1-3Glc beta 1-3 [PO4-6-Gal]beta 1-4Man, PO4-6-GaL beta 1-3Glc beta 1-3Glc beta 1-3[PO4-6-Gal]beta 1-4Man, PO4-6-Glc beta 1-3[PO4-6-Glc]beta 1-3[PO4-6-Gal]beta 1-4Man, PO4-6Gal beta 1-3[PO4-6-Glc]beta 1-3Glc beta 1-3[PO4-6-Gal]beta 1-4Man, and PO4-6-Glc beta 1-3[PO4-6-Glc]beta 1-3Glc beta 1-3[PO4-6-Gal]beta 1-4Man. These glycans are linked together by the conserved phosphodiester R-Man alpha 1-PO4-6-Gal-R or the novel phosphodiester R-Man alpha 1-PO4-6-Glc-R and are connected to Ser(P) of the protein backbone most likely via the linkage R-Man alpha 1-PO4-Ser. The variety of stage-specific glycan structures in Leishmania mexicana aPPG suggests the presence of developmentally regulated amastigote glycosyltransferases which may be potential anti-parasite drug targets.

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Phthalates are environmental contaminants used in the production of plastics, cosmetics and medical devices. Studies on the effects of phthalates on female reproductive health are particularly sparse and mostly restricted to high-dose exposure in rats. In the present study, pregnant rats were treated with 100 mg/kg-d of di-eta-butyl-phthalate (DBP) or only the vehicle (control group), from GD 12 to GD 20 for evaluation of reproductive outcomes and fetal gonads analysis (F0), and from GD 12 to PND 21 to evaluate reproductive development and function on F1 female offspring. Results showed that all parameters were comparable between groups, although there was a significant increase in the fetal weight after DBP exposure. However, the body weight at birth was normal. Based on these data we can conclude that, in these experimental conditions, DBP did not disturb the reproductive development or function of female rats. (C) 2009 Elsevier Inc. All rights reserved.

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O Sistema Integrado de Passagens e Di??rias (SIPAD), foi concebido no conceito de integra????o de dados e utiliza uma base de dados ??nica que evita o retrabalho e a inconsist??ncia de informa????es. O sistema tem por objetivo tornar mais ??gil, transparente e desburocratizado o processo de solicita????o, gerenciamento e controle de passagens e di??rias no ??mbito do Minist??rio da Sa??de. O SIPAD permite, em tempo real, o atendimento dos pedidos de viagens mediante requisi????es eletr??nicas com alto grau de confiabilidade e seguran??a. O sistema permite ainda o controle f??sico e a gest??o financeira de todos os pedidos de viagem; o c??lculo autom??tico de valores de di??rias inclusive em moeda estrangeira; o acompanhamento de trechos de viagens e conex??es internacionais com indica????o dos aeroportos; o controle e presta????o de contas de viagens; o desconto autom??tico do valor do vale refei????o por UF. A seguran??a do SIPAD ?? garantida por sistema que permite acessos escalonados por n??veis de senha , a partir de perfis previamente definidos. No SIPAD pode-se realizar consultas on line e emiss??o automatizada de relat??rios operacionais e gerenciais com interface gr??fica. Os resultados ap??s a implanta????o , em 01/07/99, j?? causam impactos significativos. A economia estimada para o ano 2000, apenas em uma unidade gestora do Minist??rio, ?? de redu????o de 113.606 folhas de papel; elimina????o de 23.346 etiquetas; elimina????o de 40.468 assinaturas de gestores e ordenadores de despesa; elimina????o de 58.369 procedimentos de carimbo em pap??is; elimina????o de 11.673 registros de controle e 58.459 tramita????es de documentos

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O projeto consiste na automa????o de todo o processo de elabora????o, c??lculo, concess??o e pagamento de di??rias possibilitando ainda a an??lise da execu????o or??ament??ria e financeira, por meio de um sistema informatizado de controle. Este sistema ?? ??gil e de f??cil opera????o, e confere seguran??a de acesso ??s informa????es. Ele opera em ambiente de rede, de maneira que qualquer setor possa controlar suas di??rias, utilizando-se de um ??nico banco de dados instalado em um computador servidor

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O acordo conciliador t??o discutido hoje na pol??tica e na economia n??o se limita a estes setores. Objetivos conflitantes ocorrem nas rela????es entre pessoas em todos os n??veis hier??rquicos de qualquer administra????o. A quest??o ?? o como transform??-los em objetivos maiores e unificadores ou em pactos que possibilitem a conviv??ncia e o desenvolvimento de grupos com interesses opostos. As habilidades de negocia????o emergem, a??, como o instrumental adequado para prevenir e administrar conflitos. E os bons negociadores n??o resultam da transa????o improvisada ou da genialidade mas, da a????o programada, da pesquisa e an??lise de situa????o, do auto-conhecimento e do conhecimento do outro, do esfor??o orientado

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Lideran??as sindicais, empresariais, sociais, al??m de intelectuais, acad??micos e representantes de variados setores, t??m trabalhado desde 2003 em uma proposta inovadora: pensar o Brasil que se deseja e, a partir da??, apresentar ao presidente da Rep??blica indica????es do rumo para tornar o Pa??s socialmente justo e economicamente sustent??vel. Essa ?? a tarefa do Conselho de Desenvolvimento Econ??mico e Social (CDES), composto por 90 pessoas da sociedade civil e 13 ministros, que se constitui em espa??o de di??logo no qual a diversidade dos atores sociais, mais do que revelar a heterogeneidade da popula????o de um pa??s continental, possibilita ampliar os pontos de vista e os argumentos sobre temas da agenda nacional, enriquecendo o debate e qualificando as sugest??es para um projeto de desenvolvimento de longo prazo. Com o surgimento do CDES, a discuss??o de grandes temas deixou de ser uma conversa de pequenos grupos, com acesso ao presidente, para ser um exerc??cio pleno de representa????o dos diversos grupos, a maior parte dos quais n??o tinha canal para seus pleitos e demandas ao governo. ???N??o h?? mais vanguarda. O acesso e o fluxo de informa????o tornaram-se produtos de todos. Acabou a demanda de balc??o, a vis??o tradicional de um Conselho, que cooptava as pessoas para a defesa de determinadas id??ias. Agora o di??logo ?? sem rupturas. ?? um modo de trazer governan??a, criar consenso, estabelecer espa??o de converg??ncia???, diz a respons??vel pela Secretaria do Conselho de Desenvolvimento Econ??mico e Social (Sedes), Esther Bemerguy Albuquerque.