400 resultados para Etnia


Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

O presente estudo objetivou validar equações preditivas para estimar a quantidade de massa muscular esquelética (MME) em idosos. A absorciometria radiológica de dupla energia (DXA) foi adotada como referência, e utilizada para estimar a MME apendicular, cujos valores foram comparados àqueles, obtidos por equações preditivas, que utilizam dados antropométricos, idade, etnia e sexo. A concordância entre os métodos foi verificada pelo teste t pareado, pelo coeficiente de correlação de Pearson e pela medida de dispersão dos erros, enquanto a comparação da prevalência de sarcopenia foi analisada pelo coeficiente de Kappa, pela sensibilidade e especificidade. Foram mensurados 180 idosos (120 mulheres e 60 homens), com idade entre 60 e 81 anos. A quantidade de MME, estimada pela equação preditiva de Lee et al., não diferiu daquela obtida pela DXA (p>0,05), e apresentou elevada correlação, tanto em homens (r=0,90; p<0,001), quanto em mulheres (r=0,86; p<0,001), com significância estatística. A prevalência de sarcopenia, também, não diferiu entre os métodos (DXA=33,3% e equação=36,1%) e apresentou elevados valores de concordância (k=0,74; p<0,001), bem como de especificidade (89%) e de sensibilidade (86%). Conclui-se que a equações preditivas, em particular a de Lee et al., são válidas para estimar a quantidade de MME e a prevalência de sarcopenia, em idosos.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Programa de doctorado: Fuentes, métodos e historiografía para la investigación del mundo atlántico.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Il dibattito sullo sviluppo, che caratterizza da anni i principali tavoli di discussione politica a livello internazionale, ha via via richiamato l'attenzione sul “locale” come dimensione ottimale a partire dalla quale implementare politiche volte al miglioramento delle condizioni di vita di molte popolazioni del mondo. L'allargamento a livello globale del già esistente gap tra i “poveri” – vecchi e nuovi – ed i “ricchi” del mondo ha reso la lotta e l'alleviamento della povertà uno degli obiettivi più urgenti dei nostri giorni, ma anche più difficili da raggiungere a livello mondiale. Gran parte della povertà mondiale è povertà rurale, ovvero quella povertà che caratterizza i tanti agricoltori (campesinos) del mondo, che continuano a vivere ai margini della società e ad essere scalzati fuori da ogni possibilità di accesso al mercato per via della mancanza strutturale di risorse nella quale versano. La necessità di sopravvivere, unita all'esigenza di incorporare i veloci cambiamenti imposti dal mondo globalizzato, ha portato nel tempo queste popolazioni a perdere o a contaminare, talvolta irreparabilmente, l' “antico” rapporto con l'ambiente e la natura, fonte di vita e sostentamento, ed anche molti dei propri ancestrali aspetti culturali tradizionali che, paradossalmente, sono stati proprio gli unici elementi dimostratisi in grado di rinsaldare i legami già esistenti all'interno delle comunità e di tenere unite queste fragili realtà di fronte alle continue sfide imposte dal “cambiamento”. E' in questo contesto che si innesta l'esperienza di sviluppo proposta e presentata in questo lavoro; un'esperienza che nasce sulle Ande ecuadoriane, in un villaggio meticcio della Provincia di Bolívar, capoluogo parrocchiale di una più vasta comunità che raggruppa una trentina di villaggi, molti dei quali in toto o in prevalenza di etnia indigena quechua. Un'esperienza, quella di Salinas de Bolívar, che all'interno del panorama ecuadoriano si presenta come un esempio innovativo, coraggioso ed ambizioso di riconquista del protagonismo da parte della popolazione locale, divenendo “emblema” dello sviluppo e “immagine che guida”. Questo, in un paese come l'Ecuador, dove l'assenza di politiche efficaci a supporto del settore agricolo, da un lato, e di politiche sociali efficienti atte a risollevare le precarie condizioni di vita in cui versa la maggior parte della popolazione, soprattutto campesina, dall'altro, rende obbligatorio riflettere sull'importanza e sull'esigenza insieme di restituire spazio e vigore alle compagini della società civile che, come nell'esperienza raccontata, attraverso particolari forme organizzative di tipo socio-economico, come la Cooperazione, sono andate a colmare, seppur solo in parte, i vuoti lasciati dallo Stato dando vita a iniziative alternative rispetto al ventaglio di proposte offerte dai consueti meccanismi di mercato, fortemente escludenti, ma comunque vicine agli attori locali e più rappresentative delle loro istanze, giustificando ed avallando ancora di più la netta separazione oramai riconosciuta tra mera “crescita” e “sviluppo”, dove l'aspetto qualitativo, che va a misurare per l'appunto il benessere e la qualità di vita di una popolazione e del suo ambiente, non deve cioè cedere il passo a quello più strettamente quantitativo, a partire dal quale, se non vi è una equa redistribuzione delle risorse, quasi mai si potranno innescare processi di sviluppo duraturi e sostenibili nel tempo. L'accezione di “alternativo” sta quindi ad indicare, prima di ogni altra cosa, l'implementazione di processi di sviluppo che siano includenti e pertanto accessibili a tutti gli individui, indistintamente, e realmente concretizzabili partendo dalle risorse presenti in loco e nel rispetto di quell'insieme identitario – storico, sociale, culturale, politico, economico ed ambientale – che caratterizza ogni realtà ed ogni specifico contesto sociale ed economico del mondo. Di qui l'importanza di implementare alla base processi di governance che, attraverso la partecipazione di tutti gli attori del territorio si configurino come emanazione delle istanze degli stessi. Nel corso del lavoro si fornirà un breve ma incisivo identikit dell'Ecuador, come fondamentale cornice al caso di studio oggetto di indagine, supportata da una descrizione geografico-ambientale, sociale, culturale, politica ed economica della realtà nella quale esso si sviluppa, tanto a livello nazionale quanto più strettamente regionale. Questo esercizio sarà utile al fine di rendere più visibili e comprensibili i fattori che hanno determinato lo sviluppo e la continuità dell'esperienza dei Salineros nel lungo cammino, iniziato appena trent'anni fa, verso l'autodeterminazione e la riconquista di una libertà di scelta un tempo non lontano negata e successivamente ritrovata, che li ha resi di nuovo protagonisti del proprio presente e in grado di guardare ad un futuro diverso e possibile.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Questa tesi di carattere antropologico in ambito dottorale riguarda i rituali comunitari nelle comunità indigene messicane. Il principale oggetto della ricerca è il rituale della pioggia o di Petición de Lluvia, caratterizzato sia dal sacrificio animale che da una specifica relazione di causa-effetto con l’ambiente circostante. La ricerca etnografica è cominciata dall’ipotesi di voler verificare la persistenza nel tempo, e dunque nell’attualità, di procedure cerimoniali non appartenenti, almeno nella loro forma più lineare, alla religione cattolico-cristiana. Il luogo nel quale è avvenuta tale ricerca è la regione La Montaña di Guerrero, situata nel Messico sud-occidentale, e più precisamente la zona in cui vivono le comunità di etnia Nahua di San Pedro Petlacala, Acuilpa, e Xalpatláhuac che si trovano nelle vicinanze della cittadina di Tlapa de Comonfort. In un contesto ambientale profondamente rurale come quello della Montaña di Guerrero, la persistenza dei rituali evidenzia come le risorse naturali e gli agenti atmosferici - pioggia, vento, nubi - continuino a rappresentare gli elementi centrali che condizionano le variabili economiche di sussistenza e della riproduzione sociale. Il rituale di Petición de Lluvia rappresenta il momento di congiunzione tra la stagione secca e quella piovosa, tra la semina ed il raccolto del mais. Definito come una pratica religiosa nella quale il gruppo si identifica e partecipa con varie donazioni (ofrenda o deposito rituale), suddivisibili in alimenti/oggetti/preghiere ed azioni rituali, la cerimonia esprime l’auspicio di piogge abbondanti, con le quali irrigare i campi e continuare le attività umane. Il destinatario dell’offerta è la stessa divinità della pioggia, Tlaloc per le antiche civiltà mesoamericane, invocato sotto le mentite spoglie del santo patrono del 25 aprile, San Marcos. Il rituale è contraddistinto per tutta la sua durata dalla presenza del principale specialista religioso, sacerdote in lingua spagnola oppure «Tlahmáquetl» in lingua náhuatl.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

En el presente trabajo de investigación nos proponemos incursionar en un tema poco analizado en la historia de Misiones: el contexto y la forma en que se produjeron los primeros contactos entre inmigrantes de origen europeo e indígenas mbya en la provincia en el periodo correspondiente a 1920-1960. Nos interesa también conocer cómo eran las relaciones entre los mbya y la población de origen paraguayo y criolla en general, quienes trabajaban como mano de obra en yerbales y obrajes, constituyendo, por lo tanto, los primeros en tomar contacto con los indígenas. Indagaremos acerca de las características de esas primeras relaciones interétnicas, si existían intercambios de objetos y alimentos, si hubo violencia para expulsarlos de sus territorios a medida que se formaban las colonias destinadas a los inmigrantes, los conflictos derivados de la ocupación de las tierras. Si hubo intentos de contratarlos como peones para desmontar la selva y desde cuándo comienzan los mbya a trabajar para los colonos. Como contraparte, nos interesa conocer la visión indígena de aquellos primeros contactos, viva aún en la memoria de los ancianos. Cómo fueron los primeros contactos con los blancos y en qué contextos ocurrieron. También realizaremos la búsqueda y recopilación de material fotográfico inédito producido en la provincia durante las primeras décadas del siglo XX a los fines de análisis documental.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

El tema que se aborda en este trabajo gira en torno a la relación entre Estado y mujeres subalternas y racializadas. Específicamente se describe la experiencia de mujeres destinatarias de transferencias de ingresos en el Secano Lavallino, explorando las formas en que se presentan las relaciones de género, clase, raza y etnia en la política social en un territorio concreto, con las características propias de una zona rural-desértica donde se cumplen procesos de reivindicación de identidades indígenas.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Pensar hoy la infancia, implica por ejemplo detener la mirada en sus contextos e interacciones tecnomediadas, pues gran parte de su vida, transcurre dentro de la convergencia comunicativa de los nuevos repertorios tecnológicos. Esta disertación pretende manifestar cómo niñas y niños campesinos, afrocolombianos, indígenas y en riesgo de ser trabajadores infantiles, interactúan diversamente con los entornos de la cibercultura. Hablamos en este caso, de tecnicidades mediáticas que combinan una mixtura sociotécnica entre lo tipográfico, lo audiovisual y lo digital, pluralizando los relatos, las interacciones, las potencialidades intelectuales, corpóreas y afectivas, así como las formas de subjetividad. En este sentido, la etnografía multisituada, orienta un escenario de reflexividad interpretativo, dialógico y polifónico, permitiendo identificar la singularidad y complejidad de su experiencia infantil, que se articula tanto a las dinámicas del mercado global, los massmedia y las industrias culturales, como a las condiciones de precariedad económica y de violencia forzada, que hacen parte de su legado histórico, familiar y escolar. Para ello, el mapeo a los sujetos, objetos, metáforas, historias, biografías y conflictos, se entreteje para comprender el sentido de la pluralidad de las Infancias en la ciudad de Bogotá-Colombia, a partir de las dimensiones socioculturales de etnia y género

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Algunas comunidades aborígenes de Misiones tienen una escuela bilingüe en la que los niños se inician en la escritura formal, primero de su lengua materna y cuando llegan al segundo ciclo de la escuela primaria, en castellano. Al iniciar la escolaridad formal, los niños miembros de la comunidad Mbya guaraní, solamente hablan su lengua materna. Sus familias incentivan su desarrollo y perfeccionamiento, consultando siempre a los ancianos de su comunidad, para mantener su lengua pura, tal como la hablaban sus ancestros aunque, como en la mayoría de las comunidades, reciben la señal de canales de aire, tanto argentinos como de países vecinos, radios locales y la aldea está muy próxima a una ruta nacional con intenso tránsito. Los docentes son los únicos que no pertenecen a la etnia guaraní y se les permite vivir en la comunidad El objetivo de este trabajo es el análisis de la interacción comunicativa de los hablantes monolingües de guaraní, dentro de una de dichas comunidades con el propósito de verificar aspectos que marcan el comienzo del bilingüismo en los alumnos. Con un análisis de las variables que pudieran aparecer, los resultados de las investigaciones muestran que las comunidad tienen un alto sentido de pertenecía a su etnia y la vitalidad de su lengua que hace que su cultura se mantenga a través del tiempo. Sin embargo, algunas primeras palabras en castellano parecen instalarse en la lengua, algunas para nombrar objetos de los Juruá, que no pertenecen a su realidad cultural y llenan un vacío léxico, pero otras que, aún pudiendo expresarse en guaraní, se dicen es castellano. La influencia de la escuela y sus docentes tienen una importancia trascendental para comprender el cambio lingüístico, que se produce no sólo dentro del ambiente escolar, sino que se refleja también en el habla de toda la comunidad

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Esta tesis problematiza los vínculos entre las sociedades y sus entornos. "Ecología" y "Praxis Ambiental" constituyen dos polos en tensión. Son palabras que remiten a sistemas de entidades Ecología y Praxis Ambiental, lejos de constituirse desde una red semántica y simbólica afín, aparecen en las prácticas como términos muchas veces antagónicos. Vivimos en un mundo afectado por una crisis ambiental sin parangones producto de las intervenciones humanas en el contexto de las prácticas productivas capitalistas globalizadas. Esta tesis busca contrastar ciertas conceptualizaciones abstractas con los fenómenos concretos cuya contundencia se nos impone. Sigo un camino que parte de la revisión de la ecología como disciplina científica, su articulación (o no) con los movimientos ambientalista para, desde estos sitios de acción, investigación y movilización, avanzar sobre los temas que permanecen como problemas. Tomé como guía la problemática dualidad sobre la que se edificó el pensamiento y la praxis moderna: la escisión antagónica y excluyente entre sociedad y naturaleza, asociada a la idea del hombre como ser de máximo desarrollo, cuya cercanía a la razón permitía justificar su dominio sobre todo lo no-humano, fundamento de la evaluación de lo diferente en términos peyorativos. Exploro el modo en que "lo natural" se consideró como menos desarrollado, con potencialidades que sólo lograría en caso de estar dominado por un ser efectivamente desarrollado y adopto las revisiones en torno a conceptos claves como género, etnia y clase para discutir la noción de naturaleza que subyace en esa presunción de dominio. La metodología de estudio siguió algunas premisas. La primera de ellas es que la edificación de las ideas es un proceso eminentemente histórico. La segunda es que los conceptos, lejos de edificarse desde ejercicios abstractos, se constituyen en permanente vínculo con el plano de las prácticas. La tercera es que en el fondo de la red simbólica antes mencionada se encuentra el paternalismo como diferenciación fundamental. A modo de esquema general, las herramientas adoptadas para analizar escenarios y elaborar reflexiones pueden resumirse en los siguientes puntos:La indagación en las formas hegemónicas de discurso-dominio en la ecología científica. La apropiación de la perspectiva feminista como discurso contrahegemónico.La revisión de las formas específicas de dominio como clave reconstructiva.El análisis de las prácticas instituidas, en las prácticas científicas y las esferas de gobierno, a la luz de modos alternativos que implican el reconocimiento de prácticas sociales y saberes edificados desde la experiencia.A partir de remover la idea de naturaleza que subyace en las reflexiones problematizadas, impugno que la única organización social posible sea jerárquica. Desde aquí argumento en contra de uno de los principales argumentos totalitarios, la visión de los intereses de la naturaleza como opuestos a los humanos, destacando la necesidad de abandonar la dualidad para no llegar al consecuente incremento de formas opresivas. En el cierre desmonto el carácter construido de lo normal, desnaturalizo lo natural para repensarnos como seres humanos capaces de cambiar aquello que consideramos injusto.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Este trabajo se propone analizar el intertexto que une al escritor Edouard Glissant con William Faulkner a través de dos obras: el ensayo Faulkner, Mississipi (1996) y la novela Sartorius (1999). En el primer texto, el autor enfatiza cuestiones presentes en su propia obra novelesca: la genealogía, la relación con el espacio de la plantación, el mestizaje, la (i)legitimidad de derechos con respecto a la posesión de la tierra, la opacidad. En el segundo, traza una línea genealógica de un personaje perteneciente a una etnia africana imaginaria, haciéndolo llegar hasta las plantaciones del sur de los Estados Unidos; paralelamente, presenta la línea genealógica de los Sartoris. En esta dirección, busco mostrar cómo el proyecto literario de Glissant dialoga con la obra de Faulkner, indagando e inventariando las mismas problemáticas con respecto al transplante de poblaciones y su inserción en el espacio de las plantaciones, tanto en el sur de los Estados Unidos como en las islas del Caribe. En las obras de ambos escritores puede percibirse el mismo vértigo trágico que persigue a los personajes, conduciéndolos a la locura, el sufrimiento y la muerte

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

El presente trabajo tiene como finalidad considerar la orientación del siglo XXI en Venezuela como una disciplina con un alto compromiso social. Como programa, debe, hoy día, redefinirse con el objeto de impulsar propuestas conducentes a la inclusión de todas aquellas personas, que tradicionalmente han sido excluidas por su raza, etnia, género y/o discapacidad física y que como praxis social esté dirigida a la facilitación de los procesos de desarrollo humano en las dimensiones del Ser, Convivir, Servir, Conocer y Hacer, en el contexto personal, familiar y comunitario a lo largo del continuo del ciclo vital. L as competencias adquiridas a través de los procesos de orientación, son determinantes para proporcionar los medios a las ciudadanas y los ciudadanos para gestionar su propio desarrollo y el de su comunidad Se plantea la necesidad de un cambio de paradigma que deje atrás la clásica postura de un orientador que ayuda al orientado, desde el que conoce, el que tiene experiencia. Se sugiere más bien una relación de orientación intersubjetiva. Por otra parte, se habla de la necesidad de fortalecer el capital social de los espacios que contextualizan el proceso orientador. Se explican además, los alcances del Sistema Nacional de Orientación.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

El presente trabajo tiene como finalidad considerar la orientación del siglo XXI en Venezuela como una disciplina con un alto compromiso social. Como programa, debe, hoy día, redefinirse con el objeto de impulsar propuestas conducentes a la inclusión de todas aquellas personas, que tradicionalmente han sido excluidas por su raza, etnia, género y/o discapacidad física y que como praxis social esté dirigida a la facilitación de los procesos de desarrollo humano en las dimensiones del Ser, Convivir, Servir, Conocer y Hacer, en el contexto personal, familiar y comunitario a lo largo del continuo del ciclo vital. L as competencias adquiridas a través de los procesos de orientación, son determinantes para proporcionar los medios a las ciudadanas y los ciudadanos para gestionar su propio desarrollo y el de su comunidad Se plantea la necesidad de un cambio de paradigma que deje atrás la clásica postura de un orientador que ayuda al orientado, desde el que conoce, el que tiene experiencia. Se sugiere más bien una relación de orientación intersubjetiva. Por otra parte, se habla de la necesidad de fortalecer el capital social de los espacios que contextualizan el proceso orientador. Se explican además, los alcances del Sistema Nacional de Orientación.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

En el presente trabajo se analiza la movilidad de la etnia selk'namen función del uso del espacio y el aprovisionamiento de recursos, a partir de las alteraciones generadas por el proceso decolonización. Se plantea una aproximación desde la perspectiva demográfica, el escrutinio de diversas fuentes congruentes, como censos, actas de los registros civiles y parroquiales, al tiempo que otros documentos oficiales. Se proponeuna vía más para la reconstrucción de la trayectoria selk'nam en cuanto a los mecanismos desobrevivencia y se deja esbozada la relación entre estatrayectoria y el rol del mestizaje biológico

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Esta tesis problematiza los vínculos entre las sociedades y sus entornos. "Ecología" y "Praxis Ambiental" constituyen dos polos en tensión. Son palabras que remiten a sistemas de entidades Ecología y Praxis Ambiental, lejos de constituirse desde una red semántica y simbólica afín, aparecen en las prácticas como términos muchas veces antagónicos. Vivimos en un mundo afectado por una crisis ambiental sin parangones producto de las intervenciones humanas en el contexto de las prácticas productivas capitalistas globalizadas. Esta tesis busca contrastar ciertas conceptualizaciones abstractas con los fenómenos concretos cuya contundencia se nos impone. Sigo un camino que parte de la revisión de la ecología como disciplina científica, su articulación (o no) con los movimientos ambientalista para, desde estos sitios de acción, investigación y movilización, avanzar sobre los temas que permanecen como problemas. Tomé como guía la problemática dualidad sobre la que se edificó el pensamiento y la praxis moderna: la escisión antagónica y excluyente entre sociedad y naturaleza, asociada a la idea del hombre como ser de máximo desarrollo, cuya cercanía a la razón permitía justificar su dominio sobre todo lo no-humano, fundamento de la evaluación de lo diferente en términos peyorativos. Exploro el modo en que "lo natural" se consideró como menos desarrollado, con potencialidades que sólo lograría en caso de estar dominado por un ser efectivamente desarrollado y adopto las revisiones en torno a conceptos claves como género, etnia y clase para discutir la noción de naturaleza que subyace en esa presunción de dominio. La metodología de estudio siguió algunas premisas. La primera de ellas es que la edificación de las ideas es un proceso eminentemente histórico. La segunda es que los conceptos, lejos de edificarse desde ejercicios abstractos, se constituyen en permanente vínculo con el plano de las prácticas. La tercera es que en el fondo de la red simbólica antes mencionada se encuentra el paternalismo como diferenciación fundamental. A modo de esquema general, las herramientas adoptadas para analizar escenarios y elaborar reflexiones pueden resumirse en los siguientes puntos:La indagación en las formas hegemónicas de discurso-dominio en la ecología científica. La apropiación de la perspectiva feminista como discurso contrahegemónico.La revisión de las formas específicas de dominio como clave reconstructiva.El análisis de las prácticas instituidas, en las prácticas científicas y las esferas de gobierno, a la luz de modos alternativos que implican el reconocimiento de prácticas sociales y saberes edificados desde la experiencia.A partir de remover la idea de naturaleza que subyace en las reflexiones problematizadas, impugno que la única organización social posible sea jerárquica. Desde aquí argumento en contra de uno de los principales argumentos totalitarios, la visión de los intereses de la naturaleza como opuestos a los humanos, destacando la necesidad de abandonar la dualidad para no llegar al consecuente incremento de formas opresivas. En el cierre desmonto el carácter construido de lo normal, desnaturalizo lo natural para repensarnos como seres humanos capaces de cambiar aquello que consideramos injusto.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Este trabajo se propone analizar el intertexto que une al escritor Edouard Glissant con William Faulkner a través de dos obras: el ensayo Faulkner, Mississipi (1996) y la novela Sartorius (1999). En el primer texto, el autor enfatiza cuestiones presentes en su propia obra novelesca: la genealogía, la relación con el espacio de la plantación, el mestizaje, la (i)legitimidad de derechos con respecto a la posesión de la tierra, la opacidad. En el segundo, traza una línea genealógica de un personaje perteneciente a una etnia africana imaginaria, haciéndolo llegar hasta las plantaciones del sur de los Estados Unidos; paralelamente, presenta la línea genealógica de los Sartoris. En esta dirección, busco mostrar cómo el proyecto literario de Glissant dialoga con la obra de Faulkner, indagando e inventariando las mismas problemáticas con respecto al transplante de poblaciones y su inserción en el espacio de las plantaciones, tanto en el sur de los Estados Unidos como en las islas del Caribe. En las obras de ambos escritores puede percibirse el mismo vértigo trágico que persigue a los personajes, conduciéndolos a la locura, el sufrimiento y la muerte