350 resultados para Oncologia


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Introduzione: Le catene N-linked associate al principale sito di N-glicosilazione (Asn297) delle IgG sono di tipo bi-antennario e presentano una grande microeterogeneità in quanto una o entrambe le antenne possono terminare con uno o due residui di acido sialico, galattosio o N-acetilglucosammina ed essere core-fucosilate. Nell’invecchiamento e in malattie infiammatorie aumenta la percentuale di glicani associati alle catene pesanti delle IgG privi del galattosio terminale (IgG-G0). La glicosilazione enzimatica delle proteine è classicamente un processo intracellulare, sebbene recenti studi abbiano messo in evidenza la possibilità di una glicosilazione ecto-cellulare in quanto le piastrine sono ottimi donatori di nucleotidi-zuccheri. Scopo: Misurare le attività delle glicosiltrasferasi ST6Gal1 e B4GalT plasmatiche (potenzialmente responsabili della glicosilazione di proteine plasmatiche) in soggetti di entrambi i sessi e di età compresa tra 5 e 105 anni e correlarle con lo stato di glicosilazione di IgG circolanti (analizzato mediante lectin-blot) e il GlycoAge test, un noto marcatore di invecchiamento, espresso come il logaritmo del rapporto tra gli N-glicani agalattosilati e di-galattosilati associati a glicoproteine plasmatiche. Risultati e conclusioni: I dati ottenuti indicano che: 1) l’attività B4GalT si propone come nuovo marcatore di invecchiamento perché aumenta linearmente con l’età; 2) la ST6Gal1 è maggiormente espressa solo nei bambini e negli over 80; 3) le attività delle due glicosilatransferasi non risultano correlate in modo significativo né tra loro né con il GlycoAge test, indicando che questi tre marcatori siano espressioni di diversi quadri fisio-patologici legati all’invecchiamento; 4) con l’età si ha una predominanza di glicoforme di IgG pro-infiammatorie, ovvero prive dell’acido sialico, del galattosio terminali e del core fucose; 5) l’attività della ST6Gal1 e B4GalT risultano in controtendenza con il grado di sialilazione e galattosilazione delle IgG, indicando quindi che la loro glicosilazione non avviene a livello extracellulare.

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HER-2 is a 185 kDa transmembrane receptor tyrosine kinase that belongs to the EGFR family. HER-2 is overexpressed in nearly 25% of human breast cancers and women with this subtype of breast cancer have a worse prognosis and frequently develop metastases. The progressive high number of HER-2-positive breast cancer patients with metastatic spread in the brain (up to half of women) has been attributed to the reduction in mortality, the effectiveness of Trastuzumab in killing metastatic cells in other organs and to its incapability to cross the blood-brain barrier. Apart from full-length-HER-2, a splice variant of HER-2 lacking exon 16 (here referred to as D16) was identified in human HER-2-positive breast cancers. Here, the contribution of HER-2 and D16 to mammary carcinogenesis was investigated in a model transgenic for both genes (F1 model). A dominant role of D16, especially in early stages of tumorigenesis, was suggested and the coexistence of heterogeneous levels of HER-2 and D16 in F1 tumors revealed the undeniable value of F1 strain as preclinical model of HER-2-positive breast cancer, closer resembling the human situation in respect to previous models. The therapeutical efficacy of anti-HER-2 agents, targeting HER-2 receptor (Trastuzumab, Lapatinib, R-LM249) or signaling effectors (Dasatinib, UO126, NVP-BKM120), was investigated in models of local or advanced HER-2-positive breast cancer. In contrast with early studies, data herein collected suggested that the presence of D16 can predict a better response to Trastuzumab and other agents targeting HER-2 receptor or Src activity. Using a multiorgan HER-2-positive metastatic model, the efficacy of NVP-BKM120 (PI3K inhibitor) in blocking the growth of brain metastases and the oncolytic ability of R-LM249 (HER-2-retargeted HSV) to reach and destroy metastatic HER-2-positive cancer cells were shown. Finally, exploiting the definition of “oncoantigen” given to HER-2, the immunopreventive activity of two vaccines on HER-2-positive mammary tumorigenesis was demonstrated.

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Il carcinoma squamoso orale (CSO) è spesso preceduto da lesioni definite potenzialmente maligne tra cui la leucoplachia e il lichen ma una diagnosi precoce avviene ancora oggi in meno della metà dei casi. Inoltre spesso un paziente trattato per CSO svilupperà secondi tumori. Scopo del lavoro di ricerca è stato: 1) Studiare, mediante metodica di next generation sequencing, lo stato di metilazione di un gruppo di geni a partire da prelievi brushing del cavo orale al fine di identificare CSO o lesioni ad alto rischio di trasformazione maligna. 2) Valurare la relazione esistente tra sovraespressione di p16INK4A e presenza di HPV in 35 pazienti affetti da lichen 3) Valutare la presenza di marker istopatologici predittivi di comparsa di seconde manifestazioni tumorali 4) valutare la relazione clonale tra tumore primitivo e metastasi linfonodale in 8 pazienti mediante 2 metodiche di clonalità differenti: l’analisi di mtDNA e delle mutazioni del gene TP53. I risultati hanno mostrato: 1) i geni ZAP70 e GP1BB hanno presentato un alterato stato di metilazione rispettivamente nel 100% e nel 90,9% di CSO e lesioni ad alto rischio, mentre non sono risultati metilati nei controlli sani; ipotizzando un ruolo come potenziali marcatori per la diagnosi precoce nel CSO. 2)Una sovraespressione di p16INK4A è risultata in 26/35 pazienti affetti da lichen ma HPV-DNA è stato identificato in soli 4 campioni. Nessuna relazione sembra essere tra sovraespressione di p16INK4A e virus HPV. 3)L’invasione perineurale è risultato un marker predittivo della comparsa di recidiva locale e metastasi linfonodale, mentre lo stato dei margini chirurgici si è rilevato un fattore predittivo per la comparsa di secondi tumori primitivi 4) Un totale accordo nei risultati c’è stato tra analisi di mtDNA e analisi di TP53 e le due metodiche hanno identificato la presenza di 4 metastasi linfonodali non clonalmente correlate al tumore primitivo.

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I sarcomi dei tessuti molli sono un gruppo eterogeneo di tumori maligni di origine mesenchimale che si sviluppa nel tessuto connettivo. Il controllo locale mediante escissione chirurgica con margini ampi associato alla radioterapia e chemioterapia è il trattamento di scelta. Negli ultimi anni le nuove scoperte in campo biologico e clinico hanno sottolineato che i diversi istotipi posso essere considerati come entità distinte con differente sensibilità alla chemioterapia pertanto questa deve essere somministrata come trattamento specifico basato sull’istologia. Tra Ottobre 2011 e Settembre 2014 sono stati inclusi nel protocollo di studio 49 pazienti con sarcomi dei tessuti molli di età media alla diagnosi 48 anni (range: 20 - 68 anni). I tumori primitivi più frequenti sono: liposarcoma mixoide, sarcoma pleomorfo indifferenziato, sarcoma sinoviale. Le sedi di insorgenza del tumore erano più frequentemente la coscia, il braccio e la gamba. 35 pazienti sono stati arruolati nel Braccio A e trattati con chemioterapia standard con epirubicina+ifosfamide, 14 sono stati arruolati nel Braccio B e trattati con chemioterapia basata sull’istotipo. I dati emersi da questo studio suggeriscono che le recidive locali sembrano essere correlate favorevolmente alla radioterapia ed ai margini chirurgici adeguati mentre la chemioterapia non sembra avere un ruolo sul controllo locale della malattia. Anche se l'uso di terapie mirate, che hanno profili di tossicità più favorevoli e sono quindi meglio tollerate rispetto ai farmaci citotossici è promettente, tali farmaci hanno prodotto finora risultati limitati. Apparentemente l’insieme delle terapie mirate non sembra funzionare meglio delle terapie standard, tuttavia esse devono essere esaminate per singolo istotipo e confrontate con il braccio di controllo. Sono necessari studi randomizzati controllati su ampie casistiche per valutare l’efficacia delle terapie mirate sui differenti istotipi di sarcomi dei tessuti molli. Inoltre, nuovi farmaci, nuove combinazioni e nuovi schemi posologici dovranno essere esaminati per ottimizzare la terapia.

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L'assistenza sanitaria in Italia e nel mondo è caratterizzata da bisogni elevati in continua crescita, ad essi si contrappone l'attuale crisi delle risorse economiche determinando per il Sistema una valutazione di scelte quali la riduzione o la rimodulazione dell'offerta sanitaria pubblica. L'idea di questo lavoro, nata all'interno dell'Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) IRCCS, è di approcciare questo problema in ottica di miglioramento delle performance anziché riduzione dei servizi, nella convinzione che vi siano importanti margini di perfezionamento. Per questi motivi si è valutata la necessità di sviluppare un metodo e un'applicazione software per l'identificazione dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA), per la raccolta di dati dalle strutture coinvolte, per l'analisi dei costi e dei risultati, mirando ad una analisi di tipo costi - efficacia e di benchmarking in ottica di presa in carico dei bisogni di salute. La tesi descrive la fase di raccolta e analisi dei requisiti comprensiva della profilazione utenti e descrizione di alcuni aspetti dinamici salienti, la fase di progettazione concettuale (schema Entity/Relationship, glossario e volumi dei dati), la fase di progettazione logica e la prototipazione dell'interfaccia utente. Riporta inoltre una valutazione dei tempi di sviluppo realizzata tramite metodologia di calcolo dei punti per caso d'uso. L'applicazione progettata è oggetto di valutazione di fattibilità presso l'IRST, che ha utilizzato alcune delle metodologie descritte nella tesi per descrivere il percorso di patologia mammaria e presentarne i primi risultati all'interno di un progetto di ricerca in collaborazione con l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas).

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Negli ultimi decenni, L'Oncologia tradizionale ha visto avvenire cambiamenti che hanno fatto sperare in una soluzione definitiva per la cura contro il cancro. Si è infatti trovato una soluzione per poter limitare gli effetti tossici dei tradizionali trattamenti oncologici senza ridurre la loro efficacia, combinandoli con l'applicazione in loco di calore. Si tratta dell'ipertermia e dell'oncotermia, tecniche innovative basate su un aumento di temperatura nella massa neoplasica inducendo reazioni fisiologiche in grado di favore l'efficacia dei tradizionali trattamenti oncologici. All'interno della tesi verranno esaminati questi alternativi trattamenti, presi singolarmente e integrati con la chemioterapia e la radioterapia, riportando esempi clinici di effettiva remissione del tumore in seguito ad un'integrazione terapeutica.

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L'obiettivo di questo studio è quello di mettere in luce i diversi fattori che, negli ultimi anni, hanno portato ad un impiego sempre più diffuso della PET in ambito clinico, in Italia e all'estero. La recente integrazione delle informazioni funzionali della PET con le informazioni morfologiche di una TC, mediante tomografi ibridi PET/CT, ha radicalmente cambiato l’approccio alla stadiazione e al follow-up dei pazienti, rendendo questa tecnica una delle massime espressioni della moderna diagnostica per immagini, al giorno d'oggi utilizzata principalmente in campo oncologico. Nei primi capitoli, dopo un breve richiamo alla struttura della materia, ai concetti di radiazione e decadimento radioattivo, si analizzano le apparecchiature e i principi di funzionamento della tecnica PET/TC. Successivamente, nel capitolo 4 sono illustrati i diversi tipi di radiofarmaci e le loro applicazioni, con un’attenzione particolare al PSMA, impiegato principalmente nei tumori alla prostata, reni, tiroide e mammella. Proprio alla cura e alla diagnosi del tumore alla prostata è dedicato il capitolo 5, con un breve confronto tra l’ormai accreditata PET/CT con 18F-Colina e l’innovativa Ga-PSMA PET/CT. Nel capitolo 6 si prendono in considerazione le procedure e i protocolli da seguire durante un esame PET/TC, le misure di preparazione, prevenzione e le precauzioni che pazienti e personale sanitario devono osservare. Nel capitolo 7, infine, un breve cenno alle ultime innovazioni tecnologiche: imaging ibrido PET/MRI e fotomoltiplicatori SiPM. Le fonti bibliografiche citate constano principalmente di articoli in lingua inglese pubblicati sul portale PubMed. Parte della documentazione relativa alla progettazione dell'apparecchiatura PET/CT e al suo utilizzo è, invece, stata fornita da personale dell'arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.

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La TC perfusionale (TCp) è un valido strumento per l'imaging funzionale dei tumori. Tale tecnica consente di misurare in modo oggettivo la perfusione tissutale, attraverso l'analisi matematica dei dati ottenuti effettuando scansioni TC ripetute nel tempo, dopo la somministrazione di un mezzo di contrasto iodato. Il principale obiettivo degli studi perfusionali in oncologia è la valutazione precoce dell’efficacia delle terapie anti-angiogenetiche utilizzate per bloccare la vascolarizzazione che alimenta le lesioni tumorali. Infatti, sin dal primo ciclo di terapie, è possibile rilevare se la vascolarizzazione tumorale si riduce, senza dover attendere i cambiamenti dimensionali che, in genere, avvengono tardivamente. Questa Tesi si focalizza sullo studio del carcinoma polmonare e perviene alla costruzione di un catalogo, completo di mappe colorimetriche, che sintetizza i casi analizzati, i dati relativi al paziente e alle lesioni. L'obiettivo è quindi quello di fornire uno strumento di facile consultazione che consenta di valutare vari aspetti relativi alla malattia, tra cui il tasso di accrescimento, il grado di malignità, presenza di invasione vascolare, al fine di andare sempre più verso una cura personalizzata e più efficace per i pazienti che, attualmente, sono sottoposti a soluzione terapeutica standard. Questa è, senza dubbio, la nuova frontiera della ricerca per tutte i tipi di neoplasie negli anni futuri.

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A presente pesquisa tem como objetivo analisar a influência da fé religiosa no tratamento junto a pessoas com câncer, de maneira mais específica com câncer de cólonretal, a fim de coletar dados de um grupo mais homogêneo. A pesquisa de campo foi realizada no Ambulatório de Oncologia do Hospital de Clínicas da UNICAMP (Universidade Estadual de Campinas). A motivação para o aprofundamento deste estudo surgiu a partir de nossa atuação pastoral, quando confrontados com as diferentes reações dos pacientes em relação ao câncer, ao observar que a fé desempenhava um papel fundamental no tratamento e na luta contra a doença. Para a elaboração de nossa pesquisa recorreu-se aos estudos em relação ao câncer pelos médicos e psicanalistas Carl Simonton e Stefanie M. Simonton, Com a vida de Novo; Bernie S. Siegel, Amor, Medicina e Milagres. Para a análise e compreensão da fé buscamos como referencial o pensamento de Paul Tillich, em A Dinâmica da Fé e James Fowler, Estágios da fé. Procuramos ainda verificar as hipóteses levantadas de acordo com a compreensão da Psicanálise e Religião segundo Erich Fromm, Psicologia e Religião desenvolvida por Carl Gustav Jung e Psicoterapia e sentido da vida segundo Victor Frankl. O desenvolvimento deste projeto se dá em três momentos. No primeiro é realizada uma análise entre medicina e fé, a partir dos autores mencionados acima. No segundo são apresentados o resultado da pesquisa de campo. No terceiro reflete-se sobre os resultados da pesquisa de campo à luz dos referenciais teóricos em questão.(AU)

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A presente pesquisa tem como objetivo analisar a influência da fé religiosa no tratamento junto a pessoas com câncer, de maneira mais específica com câncer de cólonretal, a fim de coletar dados de um grupo mais homogêneo. A pesquisa de campo foi realizada no Ambulatório de Oncologia do Hospital de Clínicas da UNICAMP (Universidade Estadual de Campinas). A motivação para o aprofundamento deste estudo surgiu a partir de nossa atuação pastoral, quando confrontados com as diferentes reações dos pacientes em relação ao câncer, ao observar que a fé desempenhava um papel fundamental no tratamento e na luta contra a doença. Para a elaboração de nossa pesquisa recorreu-se aos estudos em relação ao câncer pelos médicos e psicanalistas Carl Simonton e Stefanie M. Simonton, Com a vida de Novo; Bernie S. Siegel, Amor, Medicina e Milagres. Para a análise e compreensão da fé buscamos como referencial o pensamento de Paul Tillich, em A Dinâmica da Fé e James Fowler, Estágios da fé. Procuramos ainda verificar as hipóteses levantadas de acordo com a compreensão da Psicanálise e Religião segundo Erich Fromm, Psicologia e Religião desenvolvida por Carl Gustav Jung e Psicoterapia e sentido da vida segundo Victor Frankl. O desenvolvimento deste projeto se dá em três momentos. No primeiro é realizada uma análise entre medicina e fé, a partir dos autores mencionados acima. No segundo são apresentados o resultado da pesquisa de campo. No terceiro reflete-se sobre os resultados da pesquisa de campo à luz dos referenciais teóricos em questão.(AU)

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As relações sociais e de apoio constituem um fator importante para melhorar a qualidade de vida dos portadores de doenças crônico-degenerativas. Neste contexto, os grupos multidisciplinares de suporte representam uma prática de atenção à saúde que evidenciam um potencial terapêutico e de aprendizagem para os pacientes, familiares e profissionais de saúde. A finalidade deste estudo foi investigar se o grupo de suporte alterou a qualidade de vida 31 de pacientes portadores de câncer. Trata-se de um estudo descritivo-exploratório com abordagem quantitativa, no qual foi utilizado o questionário EORTC-QLQ-C30, específico para mensurar a qualidade de vida de pacientes oncológicos. O EORTC-QLQ-C30 foi utilizado em duas fases: antes da adesão do paciente ao grupo e após quatro meses de participação do paciente nas atividades grupais. A comparação dos resultados das duas fases mostrou aumento dos escores das Funções e da Medida Global de Saúde e Qualidade de Vida, diminuição dos escores das escalas de sintomas, além de alterações não significativas no item Dificuldades Financeiras. Conclui-se que após as atividades grupais, houve melhora da qualidade de vida dos participantes deste estudo, exceto no que se refere à questão financeira.(AU)

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As relações sociais e de apoio constituem um fator importante para melhorar a qualidade de vida dos portadores de doenças crônico-degenerativas. Neste contexto, os grupos multidisciplinares de suporte representam uma prática de atenção à saúde que evidenciam um potencial terapêutico e de aprendizagem para os pacientes, familiares e profissionais de saúde. A finalidade deste estudo foi investigar se o grupo de suporte alterou a qualidade de vida 31 de pacientes portadores de câncer. Trata-se de um estudo descritivo-exploratório com abordagem quantitativa, no qual foi utilizado o questionário EORTC-QLQ-C30, específico para mensurar a qualidade de vida de pacientes oncológicos. O EORTC-QLQ-C30 foi utilizado em duas fases: antes da adesão do paciente ao grupo e após quatro meses de participação do paciente nas atividades grupais. A comparação dos resultados das duas fases mostrou aumento dos escores das Funções e da Medida Global de Saúde e Qualidade de Vida, diminuição dos escores das escalas de sintomas, além de alterações não significativas no item Dificuldades Financeiras. Conclui-se que após as atividades grupais, houve melhora da qualidade de vida dos participantes deste estudo, exceto no que se refere à questão financeira.(AU)

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O câncer em crianças até cerca de duas décadas, era considerado uma doença crônica, com prognóstico desfavorável, resultando na maioria dos casos, em morte. Atualmente, tem-se apresentado como uma doença com melhores perspectivas, onde 70% das crianças acometidas por essa doença podem ser curadas, quando diagnosticadas precocemente, e tratadas em centros especializados¹. Este estudo teve como objetivo, avaliar a qualidade de vida e o stress de crianças e adolescentes com câncer, em remissão e recidiva. Trata-se de um estudo correlacional, quali-quantitativo, transversal. Foi desenvolvido no ambulatório de oncologia pediátrica da Faculdade de Medicina do ABC, e na enfermaria do Hospital Mário Covas. Contou com a colaboração de 40 sujeitos, com idades entre 06 a 14 anos, de ambos os sexos. Como instrumento para medir a qualidade de vida, foi utilizado o Child Health Questionnaire (CHQ-PF50), que possui 15 conceitos em saúde, abrangendo aspectos físicos e psicossociais e para medir o stress, a Escala de Stress Infantil (ESI), que tem como objetivo, avaliar o stress da criança, através de reações físicas e psicológicas. Os resultados indicaram que no domínio físico (PhS), as crianças em situação clínica de recidiva e remissão não apresentam diferenças significativas em relação às variáveis: qualidade de vida e stress, porém, no domínio psicossocial (PsS), houve diferença estatisticamente significante, indicando que os meninos apresentam melhor qualidade de vida e menor stress, se comparados com as meninas, mostrando que o emocional interfere nesse resultado.(AU)

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O câncer em crianças até cerca de duas décadas, era considerado uma doença crônica, com prognóstico desfavorável, resultando na maioria dos casos, em morte. Atualmente, tem-se apresentado como uma doença com melhores perspectivas, onde 70% das crianças acometidas por essa doença podem ser curadas, quando diagnosticadas precocemente, e tratadas em centros especializados¹. Este estudo teve como objetivo, avaliar a qualidade de vida e o stress de crianças e adolescentes com câncer, em remissão e recidiva. Trata-se de um estudo correlacional, quali-quantitativo, transversal. Foi desenvolvido no ambulatório de oncologia pediátrica da Faculdade de Medicina do ABC, e na enfermaria do Hospital Mário Covas. Contou com a colaboração de 40 sujeitos, com idades entre 06 a 14 anos, de ambos os sexos. Como instrumento para medir a qualidade de vida, foi utilizado o Child Health Questionnaire (CHQ-PF50), que possui 15 conceitos em saúde, abrangendo aspectos físicos e psicossociais e para medir o stress, a Escala de Stress Infantil (ESI), que tem como objetivo, avaliar o stress da criança, através de reações físicas e psicológicas. Os resultados indicaram que no domínio físico (PhS), as crianças em situação clínica de recidiva e remissão não apresentam diferenças significativas em relação às variáveis: qualidade de vida e stress, porém, no domínio psicossocial (PsS), houve diferença estatisticamente significante, indicando que os meninos apresentam melhor qualidade de vida e menor stress, se comparados com as meninas, mostrando que o emocional interfere nesse resultado.(AU)

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O objetivo deste artigo é tecer algumas reflexões acerca das convicções de saúde em pacientes com câncer, participantes de um programa de atendimento multidisciplinar realizado numa universidade da Grande São Paulo. Foram utilizados depoimentos de 06 (seis) pacientes, na forma de entrevistas dirigidas e o conteúdo analisado segundo um modelo de convicção de saúde, o qual preconiza que o paciente terá maiores possibilidades de aderir aos tratamentos, seguindo cinco convicções básicas de saúde, a saber: suscetibilidade, severidade, benefícios, barreiras, eficácia própria. Uma ampliação deste modelo foi proposta por outro estudo que acrescenta mais duas categorias às já existentes: impacto ao diagnóstico e expectativas de futuro.(AU)