865 resultados para terapia, antalgica, oncologia, stimolazione, elettrica


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La terapia di resincronizzazione cardiaca (TRC) è un presidio non farmacologico che riduce la mortalità e la morbosità nei pazienti con scompenso refrattario alla terapia medica. La maggior parte dei dati riguardanti gli effetti della TRC coinvolgono i pazienti con le indicazioni consolidate seguenti: classe NYHA III-IV, ritardo della conduzione ventricolare (QRS>opp= 20 msec), disfunzione sistolica ventricolare sinistra (frazione di eiezione ventricolare sinistra >opp= 35%) e ritmo sinusale (RS). Mentre è noto che la fibrillazione atriale permanente (FA) sia presente in una porzione consistente dei pazienti con scompenso cardiaco, vi sono pochi dati riguardanti la sopravvivenza e gli effetti a lungo-termine della TRC in pazienti con scompenso cardiaco e fibrillazione atriale (FA); la maggior parte degli studi sono osservazionali ed hanno dimostrato che la TRC potrebbe conferire dei benefici a corto e medio termine anche in pazienti con FA permanente. Solo recentemente un ampio studio osservazionale ha descritto che, a lungo-termine, la TRC migliora significativamente la capacità funzionale, la frazione di eiezione e induce il rimodellamento inverso del ventricolo sinistro solamente in quei pazienti con FA dove la TRC viene combinata con l’ablazione del nodo atrio-ventricolare (NAV). La strategia ablativa del NAV infatti conferendo una stimolazione completa e costante, permette di eliminare gli effetti del ritmo spontaneo di FA (ritmo irregolare e tendenzialmente tachicardico) cheinterferisce in maniera importante con la stimolazione biventricolare in particolare durante gli sforzi fisici. Sulla base di queste premesse il presente studio si propone di valutare gli effetti a lungo-termine della TRC su pazienti con scompenso cardiaco e FA permanente focalizzando su due aspetti principali: 1) confrontando la sopravvivenza di pazienti con FA permanente rispetto ai pazienti in RS; 2) confrontando la sopravvivenza di pazienti in FA suddivisi secondo la modalità di controllo della frequenza con somministrazione di farmaci antiaritmici (gruppo FA-farm) oppure mediante controllo ablazione del NAV (gruppo FA-abl). Metodi e risultati: Sono presentati i dati di 1303 pazienti sottoposti consecutivamente ad impianto di dispositivo per la TRC e seguiti per un periodo mediano di 24 mesi. Diciotto pazienti sono stati persi durante il follow-up per cui la popolazione dello studio è rappresentata da una popolazione totale di 1295 pazienti di cui 1042 in RS e 243 (19%) in FA permanente. Nei pazienti con FA il controllo della frequenza cardiaca è stato effettuato mediante la somministrazione di farmaci anti-aritmici (gruppo FA-farm: 125 pazienti) oppure mediante ablazione del NAV (FA-abl: 118 pazienti). Rispetto ai pazienti in RS, i pazienti in FA permanente erano significativamente più vecchi, più spesso presentavano eziologia nonischemica, avevano una frazione di eiezione più elevata al preimpianto, una durata del QRS minore e erano più raramente trattati con un defibrillatore. Lungo un follow-up mediano di 24 mesi, 170/1042 pazienti in RS e 39/243 in FA sono deceduti (l’incidenza di mortalità a 1 anno era di 8,4% e 8,9%, rispettivamente). I rapporti di rischio derivanti dall’analisi multivariata con il 95% dell’intervallo di confidenza (HR, 95% CI) erano simili sia per la morte per tutte le cause che per la morte cardiaca (0.9 [0.57-1.42], p=0.64 e 1.00 [0.60-1.66] p=0.99, rispettivamente). Fra i pazienti con FA, il gruppo FA-abl presentava una durata media del QRS minore ed era meno frequentemente trattato con il defibrillatore impiantabile rispetto al gruppo FA-farm. Soli 11/118 pazienti del FA-abl sono deceduti rispetto a 28/125 nel gruppo FA-farm (mortalità cumulativa a 1 anno di 9,3% e 15,2% rispettivamente, p<0.001), con HR, 95% CI per FA-abl vs FA-farm di 0.15 [0.05-0.43],,p<0.001 per la mortalità per tutte le cause, di 0.18 [0.06-0.57], p=0.004 per la mortalità cardiaca, e di 0.09 [0.02-0.42], p<0.002 per la mortalità da scompenso cardiaco. Conclusioni: I pazienti con scompenso cardiaco e FA permanente trattati con la TRC presentano una simile sopravvivenza a lungo-termine di pazienti in RS. Nei pazienti in FA l’ablazione del NAV in aggiunta alla TRC migliora significativamente la sopravvivenza rispetto alla sola TRC; questo effetto è ottenuto primariamente attraverso una riduzione della morte per scompenso cardiaco.

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La terapia di resincronizzazione cardiaca (CRT) si è imposta negli ultimi dieci anni come l'alternativa migliore all'approccio farmacologico primario nella cura allo scompenso cardiaco: la stimolazione biventricolare utilizzando un elettrocatetere in ventricolo sinistro si è infatti rivelata uno dei metodi più efficaci per migliorare la dissincronia ventricolare negli stadi più avanzati anche nei pazienti che necessitano di una stimolazione continua e permanente come coloro che sono stati sottoposti ad ablazione del nodo AV. Esistono diversi punti irrisolti su cui la ricerca sta ancora lavorando per poter ottimizzare questa terapia, in particolar modo la percentuale (circa il 25-30%) dei pazienti in cui non si registrano miglioramenti dovuti alla terapia. Questa tesi, proposta dall'azienda St.Jude Medical Inc., segue la costruzione di un registro osservazionale per poter valutare l'efficacia della tecnologia quadripolare di ultima generazione. Dai dati emersi, la possibilità di programmare dieci diversi vettori di stimolazione contro i tre offerti dagli attuali dispositivi bipolari permette una maggiore libertà nel posizionamento dell'elettrocatetere ventricolare sinistro e una più semplice gestione delle complicanze come la stimolazione del nervo frenico (PNS), oltre a strutturare una terapia più specifica a seconda della risposta del paziente; inoltre la tecnologia quadripolare ha evidenziato migliori prestazioni in sede di impianto – tempi minori, più percentuali di successo e maggiori possibilità di posizionamento del catetere in zona ottimale con buoni valori di soglia – e meno interventi in seguito a complicanze. Il miglioramento della percentuale dei responder non è stato particolarmente significativo e necessita di ulteriori studi, ma è comunque incoraggiante e mostra che un numero più alto di configurazioni di stimolazione può essere una soluzione ottimale per la ricerca di una cura personalizzata, specialmente verso quei pazienti che durante l'impianto verrebbero esclusi per mancanza di stimolazioni corrette e possono, in questo modo, rientrare nella terapia fin dall'inizio.

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Solo il 60% dei candidati alla resincronizzazione cardiaca risponde in termini di rimodellamento ventricolare inverso che è il più forte predittore di riduzione della mortalità e delle ospedalizzazioni. Due cause possibili della mancata risposta sono la programmazione del dispositivo e i limiti dell’ approccio transvenoso. Nel corso degli anni di dottorato ho effettuato tre studi per ridurre il numero di non responder. Il primo studio valuta il ritardo interventricolare. Al fine di ottimizzare le risorse e fornire un reale beneficio per il paziente ho ricercato la presenza di predittori di ritardo interventricolare diverso dal simultaneo, impostato nella programmazione di base. L'unico predittore è risultato essere l’ intervallo QRS> 160 ms, quindi ho proposto una flow chart per ottimizzare solo i pazienti che avranno nella programmazione ottimale un intervallo interventricolare non simultaneo. Il secondo lavoro valuta la fissazione attiva del ventricolo sinistro con stent. I dislocamenti, la soglia alta di stimolazione del miocardio e la stimolazione del nervo frenico sono tre problematiche che limitano la stimolazione biventricolare. Abbiamo analizzato più di 200 angiografie per vedere le condizioni anatomiche predisponenti la dislocazione del catetere. Prospetticamente abbiamo deciso di utilizzare uno stent per fissare attivamente il catetere ventricolare sinistro in tutti i pazienti che presentavano le caratteristiche anatomiche favorenti la dislocazione. Non ci sono più state dislocazioni, c’è stata una migliore risposta in termini di rimodellamento ventricolare inverso e non ci sono state modifiche dei parametri elettrici del catetere. Il terzo lavoro ha valutato sicurezza ed efficacia della stimolazione endoventricolare sinistra. Abbiamo impiantato 26 pazienti giudicati non responder alla terapia di resincronizzazione cardiaca. La procedura è risultata sicura, il rischio di complicanze è simile alla stimolazione biventricolare classica, ed efficace nell’arrestare la disfunzione ventricolare sinistra e / o migliorare gli effetti clinici in un follow-up medio.

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NAVA®, dall’inglese Neurally Adjusted Ventilatory Assist, è una tecnica di monitoraggio e di ventilazione e rappresenta una sofisticata innovazione tecnologica in quanto consente un’assistenza ventilatoria costantemente in armonia con le esigenze del paziente, grazie alla rilevazione diretta dell’attività elettrica del diaframma. Da un punto di vista pratico-operativo, NAVA è un modulo integrativo che si inserisce nelle apparecchiature di ventilazione già esistenti integrandone al meglio le funzionalità. A tale modulo è collegato un sondino nasogastrico nella cui parte distale vi sono elettrodi bipolari. Il sondino viene inserito nell’esofago vicino al diaframma e permette l’acquisizione del segnale Edi (Diaphragmatic Electrical Activity), relativo all’attività elettrica del diaframma. L’attività di quest ultimo è strettamente correlata alla dinamica respiratoria del paziente, in quanto il diaframma, contraendosi, determina il flusso d’aria all’interno delle vie aree. Il segnale Edi acquisito viene usato per interfacciarsi con il ventilatore e grazie speciali algoritmi, il segnale guida il ventilatore permettendo un’assistenza ventilatoria proporzionale e sincrona agli sforzi respiratori del paziente. NAVA è tra le nuove apparecchiature sanitarie ed elettromedicali che la Banca Popolare dell’Emilia Romagna ha recentemente donato al Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale Bufalini di Cesena per un valore complessivo di oltre 120.000 euro. NAVA e gli altri strumenti donati sono apparecchiature di ultima generazione destinate a migliorare le possibilità di sopravvivenza dei pazienti più critici, con ustioni e ferite alla cute molto gravi, che necessitano di un’assistenza intensiva. In questo elaborato, nel Capitolo 1, viene presentata la Fisiologia dell’apparato respiratorio e a seguire, nel Capitolo 2, viene descritta la Ventilazione meccanica convenzionale, ancora oggi molto utilizzata. Successivamente, nel Capitolo 3 è illustrata la nuova modalità NAVA. Proseguendo, nel Capitolo 4 si apre un confronto tra le principali differenze tra la NAVA e le precedenti modalità di ventilazione. L’elaborato si conclude con la speranza che NAVA, un’innovazione senza precedenti, non sia limitata ad un investimento potenzialmente utile nel presente della terapia intensiva, ma che la ricerca ad essa correlata possa, in un imminente futuro, aprire la strada a nuove tecnologie ancora più efficienti nella salvaguardia dei pazienti in terapia intensiva.

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I potenziali evocati visivi steady state (ssVEPs) consistono in una perturbazione dell’attività elettrica cerebrale spontanea e insorgono in presenza di stimoli visivi come luci monocromatiche modulate sinusoidalmente. Nel tracciato EEG si instaurano oscillazioni di piccola ampiezza ad una frequenza pari a quella dello stimolo. L’analisi nel dominio delle frequenze permette di mettere in evidenza queste oscillazioni che si presentano con un picco ben distinto in corrispondenza della frequenza dello stimolo. L’obiettivo di questo lavoro è quello di capire se la stimolazione transcranica in corrente continua (tDCS) ha degli effetti a breve e a medio termine sui SSVEPs. Si è studiato gli effetti della stimolazione anodica utilizzando un montaggio di stimolazione extra-cefalico (anodo posizionato su Oz e catodo sul braccio destro). L’esperimento prevede il flickering a 3 frequenze di interesse (12, 15, 20 Hz) di 3 quadrati colorati (rosso e giallo) su sfondo nero. Sono state quindi messe a confronto 4 condizioni operative: baseline, stimolazione sham, stimolazione anodica, condizione Post Anodica.L’esperimento è stato sottoposto a 6 soggetti di età tra i 21 e i 51 anni. Il segnale è stato acquisito da due canali bipolari localizzati nella regione occipitale (O1-PO7 e O2-PO8). È stato effettuato un filtraggio tra 3-60 Hz e a 50 Hz. Si sono stimate le PSD normalizzate rispetto alla condizione di riposo in baseline e le potenze nell’intorno della frequenze di interesse (12,15,20 Hz). I dati chiaramente artefattuali sono stati scartati mediante un’analisi esplorativa. Da qui è stato deciso di non includere nella statistica la stimolazione anodica. L’analisi statistica considera tre aspetti: effetto stimolazione, effetto frequenza ed effetto colore. In alcune configurazioni la stimolazione post anodica si è rivelata significativamente differente con ranghi medi delle colonne inferiori alle altre stimolazioni. Non ci sono differenze significative tra le frequenze. Il colore giallo è risultato significativamente maggiore al colore rosso.

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La fibrillazione atriale è l'aritmia maggiormente riscontrata nella pratica clinica. Nonostante l'ablazione transcatetere presenti risultati migliori rispetto alla terapia farmacologica, non è ancora chiaro se sia utile l'aggiunta di ulteriori lesioni in atrio, oltre a quelle delle vene polmonari, in maniera tale da aumentare la percentuale di successo della procedura. Infatti, poiché i meccanismi che portano all'insorgere dell'aritmia e in particolare che la sostengono ancora oggi non sono ben chiari, si sono sviluppate diverse teorie, tra cui quella dei Rotori, che consistono in pattern di stabile rotazione e diffusione intorno al loro punto di origine (pivot) e che si pensa possano essere i responsabili del sostentamento della fibrillazione atriale. Questo elaborato ha l'obiettivo di realizzare un sistema di analisi dei dati elettroanatomici con lo scopo di studiare l'attività elettrica dell'atrio, rivolgendo particolare attenzione all'individuazione di rotori.

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La necessità di indagine sul fronte dell’insufficienza cardiaca deriva dall’elevato impatto sociale della patologia, non soltanto per l’effetto invalidante sulla condizione del paziente che ne è affetto, bensì anche per la notevole incidenza sui servizi sanitari nazionali, per l’importante valore di mortalità e morbilità che ne è associato. Il numero di ospedalizzazioni per scompenso cardiaco è consistente; ciò rende ragione dell’elevato assorbimento di risorse dovuto a questa patologia. Il razionale dell’impiego della Terapia di Resincronizzazione Cardiaca (CRT) consiste nella correzione della dissincronia cardiaca come causa di disfunzione meccanica atriale e ventricolare. Il metodo analitico sviluppato origina dalle indagini sugli spostamenti dell’elettrocatetere posizionato in Seno Coronarico, sulla base del fatto che il sito di stimolazione risulta un fattore determinante per la buona risposta alla terapia. Dovendo studiare le posizioni nel tempo del catetere, si è pensato di valutarne le variazioni nel periodo pre e post attivazione della CRT ricostruendone la traiettoria in 3D. Lo studio parametrico di quest’ultima ha permesso di individuare un indice predittore della risposta alla CRT al follow-up a sei mesi. La prosecuzione della ricerca presentata ha l’intento di migliorare gli algoritmi di elaborazione dei dati per rendere più robuste le misure, sfruttando tecniche che possano aumentare riproducibilità, ripetibilità, e ininfluenza rispetto alla variabilità delle condizioni analitiche. Sviluppando nuovi modelli si è eliminata l'interazione dell'operatore nelle fasi d'indagine, rendendo le analisi completamente automatiche. I metodi sono stati testati e applicati.

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La Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) è una tecnica non invasiva di neuromodulazione e neurostimolazione della corteccia cerebrale, che si basa sulla capacità di una corrente indotta nello scalpo di interferire con il normale funzionamento neuronale. Essa trova impiego in numerosi settori, quali l'indagine dell'eccitabilità delle differenti regioni corticali, lo studio della relazione tra cervello e comportamento, e il trattamento terapeutico di numerosi disturbi. L'obiettivo di questo elaborato è offrire una vasta panoramica sulle possibili applicazioni terapeutiche e non della TMS. A tale scopo, vengono presentate diverse sperimentazioni per ciascun ambito. Si cerca inoltre di mettere in luce sia le limitazioni che le potenzialità di questa tecnica, per comprendere quali siano gli aspetti su cui i futuri studi dovrebbero concentrarsi.

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Although photodynamic therapy have been used as a useful tool over the past 30 years in oncology, few clinical trials have been conducted in dentistry. Photodynamic therapy (PDT) uses non - toxic photosensitizers and selective which are administered in target cells followed by local application of visible light, producing reactive oxygen species capable of causing cell death by apoptosis or necrosis, injured the local vasculature, and exert important effects on the im mune system. New generations of photosensitizing agents, such as nanoparticulate phthalocyanines, has shown excellent results in antitumor and antibacterial activity . In this context, the present work constitutes the first clinical protocol of local appli cation of nanoemulsion chloro - aluminum phthalocyanine (AlClFc) followed by irradiation in human gingiva, and analyzed descriptively and comparatively , by means of immunohistochemistry , the expression of RANK , RANKL , OPG and VEGF in a split - mouth model . Eight healthy volunteers with clinical indication for extraction were included in the study . Seven days before the extraction, was injected in the gingiva of participants, 5 μ M of nanoemulsion AlClFc followed by irra diation with diode laser (660nm , 7 J/cm2 ), the contralateral side was used as control. Tissue specimens were removed seven days after the TFD is performed. Tissues sample were divided into two groups (test and con trol groups) for histological and immunohistochemical analysis. Patients were monitored at days, 0, 7, 14 and 30 to assess adverse effects of the therapy. Vascular alterations were seen in gingival samples that received PDT. Areas of edema and vascular con gestion, and intense vascularization were viewed . Additionally, dystrophic calcification in subepithelial region were observed in the test group. The results showed a similar pattern of immunostaining scores of RANK, RANKL and VEGF between the test and co ntrol groups, with no statistically significant difference (p = 0.317, p = 0.777, p = 0 .814, respectively). RANK and RANKL exhibited weak or absent immunostaining in most specimens analyzed. There was n o immunostaining for OPG. VEGF showed moderate to stro ng immunostaining in specimens from the test group. In addition, the clinical study showed that therapy was well tolerated by all patients. Adverse effects were short - time and completely reversible. Taken together, the results presented in this study showe d that PDT mediated by nanoemulsion containing AlClPc is safe for clinical application in gingival tissue and suggests that a strong immunostaining for VEGF after therapy .

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The sizing of nursing human resources is an essential management tool to meet the needs of the patients and the institution. Regarding to the Intensive Care Unit, where the most critical patients are treated and the most advanced life-support equipments are used, requiring a high number of skilled workers, the use of specific indicators to measure the workload of the team becomes necessary. The Nursing Activities Score is a validated instrument for measuring nursing workload in the Intensive Care Unit that has demonstrated effectiveness. It is a cross-sectional study with the primary objective of assessing the workload of nursing staff in an adult Intensive Care Unit through the application of the Nursing Activities Score. The study was conducted in a private hospital specialized in the treatment of patients with cancer, which is located in the city of Natal (Rio Grande do Norte – Brazil). The study was approved by the Research Ethics Committee of the hospital (Protocol number 558.799; CAAE 24966013.7.0000.5293). For data collection, a form of sociodemographic characteristics of the patients was used; the Nursing Activities Score was used to identify the workload of nursing staff; and the instrument of Perroca, which classifies patients and provides data related to the their need for nursing care, was also used. The collected data were analyzed using a statistical package. The categorical variables were described by absolute and relative frequency, while the number by median and interquartile range. Considering the inferential approach, the Spearman test, the Wald chi-square, Kruskal Wallis and Mann-Whitney test were used. The statistically significant variables were those with p values <0.05. The evaluation of the overall averages of NAS, considering the first 15 days of hospitalization, was performed by the analysis of Generalized Estimating Equations (GEE), with adjust for the variable length of hospitalization. The sample consisted of 40 patients, in the period of June to August 2014. The results showed a mean age of 62,1 years (±23,4) with a female predominance (57,5%). The most frequent type of treatment was clinical (60,0%), observing an average stay of 6,9 days (±6,5). Considering the origin, most patients (35%) came from the Surgical Center. There was a mortality rate of 27,5%. 277 measures of NAS score and Perroca were performed, and the averages of 69,8% (±24,1) and 22,7% (±4.2) were obtained, respectively. There was an association between clinical outcome and value of the Nursing Activities Score in 24 hours (p <0.001), and between the degree of dependency of patients and nursing workload (rp 0,653, p<0,001). The achieved workload of the nursing staff, in the analyzed period, was presented high, showing that hospitalized patients required a high demand for care. These findings create subsidies for sizing of staff and allocation of human resources in the sector, in order to achieve greater safety and patient satisfaction as a result of intensive care, as well as an environment conducive to quality of life for the professionals

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Introduction: Gastric cancer is currently the fourth higher cancer mortality rate among men in the world and the fifth among women, despite the progressive advances in oncology. The identification of tumor receptors and the development of target-drugs to block them has contributed to increased survival and quality of life of patients, but it becomes important to know the tumor profile of the population being treated, avoiding burdening treatment with examinations and treatments that are not cost-effective. Objective: To evaluate the profile of the population with gastric cancer treated in five years at the Clinical Hospital of the Federal University of Uberlândia and verify the correlation between overexpression of HER-2 receptor with an unfavorable prognosis. Methods: 203 records with gastric cancer were selected through the system database, attending a five-year period, of which 117 paraffin blocks were available for immunohistochemical assessment of HER2 receptor. Results: 2.6% of tumors showed overexpression of HER2, considering for this study two crosses as positive. There was no statistically significant difference in correlation between expression of the HER2 receptor with age, gender, tumor grade, local involvement, Lauren classification, Borrmann classification or staging. Conclusion: For this studied population, we can conclude that there is no need to employ HER2 blockers with high cost as a target-therapy in patients with gastric cancer, since no clinical benefit probably will be obtained due to a low percentage of these patients that demonstrated superexpression of this receptor or even there is no patients with gastric cancer with superexpression of HER2 with more than three crosses of positivity in immunochemistry

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El presente trabajo se realizó en la finca Santa Ana Ana ubicada en las coordenadas de latitud Norte de 12º 47’longitud Oeste de 85º 07’y una altitud aproximada de 145.88 msnm en el Municipio de Paiwas, Departamento de la RAAS. Con el objetivo de evaluar un tratamiento homeopático (nosode de leche–mastitis-CH 7)contra mastitis bovina la cual es normalmente atendida por antibióticos, durante el trabajo de investigación se aplicaron tres tratamientos: I aplicación pliegue ano caudal, II aplicación sublingual y III tratamiento testigo con masticilina. Se seleccionaron 30 vacas con mastitis dividiéndolos en tres grupos de 10 cada uno donde las hembras se encontraban entre dos y tres meses de lactancia. Se encontró diferencia altamente significativa (P<0.01) para las variables fecha y vacas, y significativa (P<0.05), para las variables tratamiento y cuartos afectados. En los tratamientos el que controló mejor las afecciones en menos tiempo fue el químico, seguido del nosode de aplicación ano caudal, y el de menor control el nosode de aplicación sublingual, aunque este no difirió significativamente del nosode de aplicación ano caudal El cuarto que presentó la mayor afectación fue el cuarto trasero derecho (64%) seguido del cuarto delantero derecho (61%), el delantero izquierdo presentó la menor afectación con 49%, y el trasero izquierdo un porcentaje de afectación intermedia de 53%.

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El concepto de muerte intervenida comprende todas aquellas situaciones clínicas en las que la abstención o retiro de algún método de soporte vital en el transcurso de la asistencia médica se propone como un límite en el tratamiento, quedando vinculado el mismo con la llegada de la muerte cardiorrespiratoria tradicional. La presencia de una tecnología médica (soporte vital) común en todos los casos, permite la consideración comprensiva de todo su conjunto. Finalmente, en todos ellos la muerte se vincula a una acción u omisión de la tecnología médica. Una evaluación común de estos casos no sólo tiene una lógica derivada de la operatividad que hizo posible la existencia de estos pacientes sino que además promueve la interpretación verdadera y correcta de los hechos por parte de la sociedad. La reflexión sobre la muerte intervenida como un fenómeno emergente de nuestra cultura resulta imprescindible para que la sociedad se involucre y participe en un tema que le incumbe en forma absoluta y exclusiva.