915 resultados para stampa italiana inglese mondiali calcio


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"Pubblicato in applauso alle nozze di duca di S. Clemente con la Signora M. Giuntini."

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Questa tesi ha per argomento l'analisi linguistica della traduzione italiana del Treatise of electricity di Tiberio Cavallo (1777) ad opera di Ferdinando Fossi – Trattato completo d'elettricità – (1779). Con questo studio, che prende in esame un particolare episodio letterario, si è inteso esaminare un momento della storia del lessico scientifico italiano al fine di individuarne le peculiarità e sottolinearne le differenze rispetto ai corrispettivi di altre lingue, con speciale attenzione alla lingua inglese. I capitoli introduttivi riportano notizie biografiche e sulla formazione di T. Cavallo e F. Fossi. Nel terzo capitolo viene delineato un quadro della formazione e costituzione del lessico elettrologico italiano, seguendone l'evoluzione nel cinquantennio '40/'90 del XVIII secolo. Una parte della tesi è poi dedicata al fenomeno culturale rappresentato dalle scienze elettriche in cui si inscrive la traduzione del Treatise. Sono qui riportate notizie relative alla fortuna mondana dell'elettricità, per le quali si è attinto a carteggi, documenti d'archivio, testi antichi e studi moderni. L'analisi linguistica vera e propria si è basata sul confronto tra il testo originale di Tiberio Cavallo e la traduzione di Ferdinando Fossi. Partendo dal Treatise abbiamo isolato particolari gruppi di parole: 1) voci corrispondenti a termini propri dei fenomeni elettrici; 2) verbi; 3) strumenti scientifici. Per ognuna della voci abbiamo controllato la ricorsività; poi abbiamo cercato i traducenti corrispondenti, suddividendoli in “corrispondenze assolute” – il traducente è corrispettivo del termine originale –, “corrispondenze mancate” – variazioni nella traduzione di termini ripetuti costantemente –, “tendenza omologatrice” – traduzione univoca di termini semanticamente simili –. Un capitolo sulla lettura critica della traduzione spiega come da parte del Fossi si sia rilevata una sostanziale e sistematica assenza di sensibilità per la precisione terminologica che caratterizza il testo di Cavallo; ove si dimostra che il testo inglese insiste sulla ripetizione dei termini – già stabilizzati e facenti parte di un corpus omogeneo e condiviso –, mentre il testo italiano predilige il ricorso alla "variatio", ricercando una migliore resa stilistica d'insieme piuttosto che la precisione scientifica. Il momento storico-linguistico preso in esame attraverso il particolare caso della traduzione del Treatise vede la lingua italiana sprovvista di una lessico elettrico univoco e condiviso. Complici di questa mancata corrispondenza alle esigenze del linguaggio scientifico moderno sono certamente pregiudizi di ordine retorico, che esaltano l'importanza dello stile e alimentano il disprezzo per i tecnicismi, ma anche e soprattutto la diffusione di traduzioni eterogenee, che danno atto ad una moltiplicazione semantica dei termini realmente in grado di ritardare la formazione di un corpus lessicale condiviso dalla comunità scientifica italiana.

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Questa ricerca indaga come il “caso Ustica” si è articolato nell’opinione pubblica italiana negli anni compresi tra il 1980 e il 1992. Con l'espressione “caso Ustica” ci si riferisce al problema politico determinato dalle vicende legate all’abbattimento dell’aereo civile DC-9 dell’Itavia, avvenuto il 27 giugno 1980 in circostanze che, come noto, furono chiarite solamente a distanza di molti anni dal fatto. L’analisi intende cogliere le specificità del processo che ha portato la vicenda di Ustica ad acquisire rilevanza politica nell’ambito della sfera pubblica italiana, in particolare prendendo in considerazione il ruolo svolto dall’opinione pubblica in un decennio, quale quello degli anni ’80 e dei primi anni ’90 italiani, caratterizzato da una nuova centralità dei media rispetto alla sfera politica. Attraverso l’analisi di un’ampia selezione di fonti a stampa (circa 1500 articoli dei principali quotidiani italiani e circa 700 articoli tratti dagli organi dei partiti politici italiani) si sono pertanto messe in luce le dinamiche mediatiche e politiche che hanno portato alla tematizzazione di una vicenda che era rimasta fino al 1986 totalmente assente dall’agenda politica nazionale. L’analisi delle fonti giudiziarie ha permesso inoltre di verificare come la politicizzazione del caso Ustica, costruita intorno alla tensione opacità/trasparenza del potere politico e all’efficace quanto banalizzante paradigma delle “stragi di Stato”, sia risultata funzionale al raggiungimento, dopo il 1990, dei primi elementi di verità sulla tragedia e all’ampiamento del caso a una dimensione internazionale.

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Lo scoppio della crisi finanziaria globale del 2007 ha rappresentato un evento epocale che ha interessato una varietà di ambiti: l’economia, la finanza, il diritto, la sociologia e anche la comunicazione. Molti linguisti e ricercatori del settore terminologico si sono concentrati sulle conseguenze di questo capovolgimento nella comunicazione che ha accolto in misura crescente anglicismi finanziari provenienti dagli Stati Uniti. I documenti istituzionali, ma soprattutto la stampa generalista e finanziaria sono dovuti ricorrere per esigenze denotative agli anglicismi al fine di illustrare le cause di questo evento e proporre delle soluzioni adeguate per attenuarne gli effetti. Dopo la crisi, infatti, le autorità di vigilanza finanziaria europee hanno iniziato a mettere in campo una serie di riforme della regolamentazione finanziaria volte a prevenire la comparsa di nuove crisi sistemiche: lo stress testing costituisce uno degli strumenti che la vigilanza europea ha adottato allo scopo di valutare lo stato di salute dei bilanci degli istituti di credito e per vagliarne la solidità e la resistenza a crisi simili a quella esplosa nel 2007. Il nostro elaborato si propone di osservare in ottica diacronica il trattamento degli anglicismi finanziari del dominio dello stress testing nella comunicazione istituzionale della Banque de France e della Banca d’Italia e nella stampa economico-finanziaria francese e italiana. Per la realizzazione di tale indagine abbiamo adottato un approccio diacronico teso all’osservazione del trattamento dell’anglicismo stress test in un arco temporale che dai primi anni Duemila arriva fino ad oggi. Ai fini dell’indagine abbiamo costruito due corpora comparabili di testi istituzionali tratti dal sito Web della Banque de France e da quello della Banca d’Italia, delimitando la ricerca al dominio dello stress testing. Abbiamo successivamente compilato due corpora comparabili con testi tratti da La Tribune e Milano Finanza per osservare il trattamento degli anglicismi finanziari in un genere testuale differente, benché specializzato. Abbiamo assunto il 2007, anno di inizio della crisi, come spartiacque, suddividendo i corpora in vari subcorpora e selezionando i testi da includervi in base alla data di pubblicazione. L’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di osservare se nel dominio dello stress testing abbia avuto luogo un’evoluzione concettuale e se questa sia riscontrabile anche dal trattamento degli anglicismi finanziari, con un focus particolare sull’anglicismo stress test.

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L'elaborato si incentra sulla figura di Wilfred Von Oven (1912-2008), addetto stampa personale di Joseph Goebbels che, a guerra finita, si trasferì in Argentina, dove lavorò come giornalista e visse fino alla morte. Il ritratto di Von Oven che viene presentato si basa su due principali documenti: un'intervista in lingua spagnola realizzata per la televisione argentina e conservata nell'Archivio Storico dell'Istituto Luce Cinecittà a Roma e la sua autobiografia in lingua tedesca, consultata presso la sede di Francoforte della Biblioteca Nazionale Tedesca. A partire da queste fonti, e da altri documenti, l'elaborato ricostruisce la biografia di Von Oven e analizza tratti della sua personalità e mentalità, con particolare riferimento alle posizioni nazionalsocialiste e revisioniste del suo pensiero. L'elaborato, in mancanza di documentazione in lingua italiana su Wilfred Von Oven, si propone di presentare i primi risultati di una ricerca su questo personaggio storico, ricerca che non può dirsi conclusa dati i molti punti interrogativi che rimangono intorno ad alcuni aspetti della vita e della mentalità di Von Oven.

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L’elaborato che segue vuole essere una guida che permetta al lettore di muoversi attraverso il campo intricato e appassionante della traduzione dei nomi parlanti nella letteratura per bambini e per ragazzi, utilizzando come spunto di riflessione la serie di Fairy Oak di Elisabetta Gnone. Il lettore viene guidato in un percorso che parte dalle origini dei nomi parlanti, le quali affondano nella vita quotidiana e nella letteratura del passato, e passa per una breve analisi di questa branca della teoria onomastica e di alcune teorie di traduzione, fino ad arrivare ad un esempio pratico. Lo spunto pratico per una riflessione in ambito traduttivo è tratto dai testi della saga di Fairy Oak, una serie di romanzi per ragazzi composta da una trilogia e da una quadrilogia (Il Segreto delle Gemelle, L'Incanto del Buio, Il Potere della Luce e Capitan Grisam e l'Amore, Gli Incantevoli Giorni di Shirley, Flox Sorride in Autunno). L’elaborato si concentrerà sulla trilogia e in particolare verrà messo in evidenza il ruolo dei nomi dei personaggi e dei luoghi. L’autrice italiana, Elisabetta Gnone, si è dedicata con grande cura alla creazione di antroponimi e toponimi, che descrivono e formano parte dei peronaggi e dei luoghi. Proprio questi nomi parlanti hanno presentato una sfida per i traduttori e rappresentano un esempio chiaro di come possano coesistere diversi approcci traduttivi o come, invece, a volte la strategia da adottare sia quasi obbligata dal contesto e dal destinatario della traduzione d’arrivo. Dagli esempi e dalle ricerche traduttologiche emerge che, nonostante sia impossibile definire una strategia univoca, è sempre possibile giungere a una soluzione, tramite un’attenta negoziazione.

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Lo scopo di questa tesi è quello di presentare una proposta di ritraduzione per i primi tre capitoli del primo romanzo di A Song of Ice and Fire. La scelta di questo tema è stata dettata dalla contestata traduzione ufficiale di quest'opera alla quale sono personalmente appassionato, e dal conseguente desiderio di sfruttare le conoscenze acquisite durante i miei studi per ovviare ai problemi della resa di Sergio Altieri. Il lavoro è sviluppato in tre capitoli e un'appendice. Nel primo capitolo vengono analizzate le problematiche generali legate alla traduzione. Viene inoltre presentata una sinossi all'opera per semplificare la lettura della tesi. Nel secondo capitolo vengono esaminati i problemi principali della traduzione di Altieri. Il terzo capitolo è dedicato al confronto tra l'opera originale, la traduzione ufficiale e la proposta di ritraduzione dei primi capitoli. In appendice è presente la mia traduzione integrale dei tre capitoli del romanzo.

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"Lettera al, p.N.N. [i.e. padre Tommaso Maria Mamachi] autore delle annotazioni aggiunte alla edizione romana della Storia della letteratura italiana [di Girolamo Tiraboschi]": volume 8, pages [634]-668.

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From 1886 to 1900 the Bibliografia, being compiled at the Biblioteca nazionale centrale di Firenze, was issued by the library under the title Bollettino delle pubblicazioni italiane ricevute per diritto di stampa. Beginning with 1901, the Bibliografia was dissociated from the Bollettino and issued directly by the Associazione tipografico-libraria, with somewhat different arrangement and printed in larger format (29 cm.).

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Negli ultimi mesi la possibilità di una cosiddetta “Brexit”, ovvero di un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, ha dominato i canali di informazione europei e mondiali. Nel referendum consultivo tenutosi il 23 giugno 2016 la maggioranza della popolazione inglese ha scelto di uscire dall’UE, e il Regno Unito potrebbe diventare il primo Paese membro ad abbandonare l’Unione. Il Regno Unito è stato un Paese membro poco partecipe fin dalla sua entrata nella Comunità Economica Europea (CEE) nel 1973: indisse un referendum per decidere se restare nella CEE già nel 1975, e in seguito ha cercato più volte di ritrattare i contributi finanziari che era tenuto a versare, si è tenuto fuori dall’area Schengen e non è entrato nell’euro. Lo scopo di questo elaborato è analizzare l’evoluzione dell’euroscetticismo inglese dalle origini dell’Unione Europea al referendum del 2016, indagando le ragioni per cui i cittadini inglesi hanno scelto di uscire dall’UE. Il primo capitolo si concentra sul rapporto sviluppatosi tra Gran Bretagna e Unione Europea dal dopoguerra fino al 2012. Il secondo capitolo tratta in modo specifico del referendum inglese del 2016, considerando le due campagne referendarie ufficiali e analizzando i risultati delle votazioni. Le fonti utilizzate per la ricerca sono principalmente saggi pubblicati su riviste online, articoli di giornale, libri e siti delle campagne referendarie e del governo inglese.