64 resultados para Raimondi


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In a collaborative work carried out by the Spanish and Portuguese ISFG Working Group (GEP-ISFG), a polymerase chain reaction multiplex was optimized in order to type ten X-chromosome short tandem repeats (STRs) in a single reaction, including: DXS8378, DXS9902, DXS7132, DXS9898, DXS6809, DXS6789, DXS7133, GATA172D05, GATA31E08, and DXS7423. Using this X-decaplex, each 17 of the participating laboratories typed a population sample of approximately 200 unrelated individuals (100 males and 100 females). In this work, we report the allele frequencies for the ten X-STRs in 15 samples from Argentina (Buenos Aires, CA(3)rdoba, Rio Negro, Entre Rios, and Misiones), Brazil (SA o pound Paulo, Rio de Janeiro, Parana, and Mato Grosso do Sul), Colombia (Antioquia), Costa Rica, Portugal (Northern and Central regions), and Spain (Galicia and Cantabria). Gene diversities were calculated for the ten markers in each population and all values were above 56%. The average diversity per locus varied between 66%, for DXS7133, and 82%, for DXS6809. For this set of STRs, a high discrimination power was obtained in all populations, both in males (a parts per thousand yen1 in 5 A- 10(5)) and females (a parts per thousand yen1 in 3 A- 10(9)), as well as high mean exclusion chance in father/daughter duos (a parts per thousand yen99.953%) and in father/mother/daughter trios (a parts per thousand yen99.999%). Genetic distance analysis showed no significant differences between northern and central Portugal or between the two Spanish samples from Galicia and Cantabria. Inside Brazil, significant differences were found between Rio de Janeiro and the other three populations, as well as between SA o pound Paulo and Parana. For the five Argentinean samples, significant distances were only observed when comparing Misiones with Entre Rios and with Rio Negro, the only two samples that do not differ significantly from Costa Rica. Antioquia differed from all other samples, except the one from Rio Negro.

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A collaborative work was carried out by the Spanish and Portuguese ISFG Working Group with a PCR multiplex for X chromosome STRs. Markers were selected among those described as polymorphic in humans and that have been used by some laboratories in forensics. Primers and various technical methods were investigated with the aim of optimizing a multiplex for the 10 selected X-STRs. Primer mix stock solutions were sent to the laboratories that were asked to analyse two female bloodstains, taking as reference the genetic profiles from 9947A, 9948 and NA3657 samples. In this work, we report the results obtained by 30 GEP-ISFG laboratories, using this Decaplex, as well as alternative technical conditions that also produced good results. © 2008 Elsevier B.V. All rights reserved.

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Scorpions are among the oldest living groups of animals, and are present in almost every continent. Although many studies are made about the toxins present in their venom, little is known about their behavior. The aim of this paper is to investigate the expression of agressiveness in the brazilian yellow scorpion Tityus serrulatus, specifically the relation between agressiveness, motor activity and feeding condition. The study was divided in two parts. First, we used 16 adult individuals, placed in two terrarium, to establish an ethogram. Each group was observed for 36h, and the behaviors displayed were described and categorized as agonistic or non-agonistic. In the second part of the experiment, we used 32 adult animals in three different nutritional states: Feeding (still ingesting food), Sated (1 to 4 days since last meal) and Deprived (14 to 25 days since last meal). The individuals were paired, each pair placed in a terrarium and observed for 30min. Behaviors displayed were timed in seconds. Our results show that only Feeding individuals displayed agonism towards others, and no relation was observed between motor activity and feeding conditions

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La crittografia ha sempre rivestito un ruolo primario nella storia del genere umano, dagli albori ai giorni nostri, e il periodo in cui viviamo non fa certo eccezione. Al giorno d'oggi, molti dei gesti che vengono compiuti anche solo come abitudine (operazioni bancarie, apertura automatica dell'auto, accedere a Facebook, ecc.), celano al loro interno la costante presenza di sofisticati sistemi crittografici. Proprio a causa di questo fatto, è importante che gli algoritmi utilizzati siano in qualche modo certificati come ragionevolmente sicuri e che la ricerca in questo campo proceda costantemente, sia dal punto di vista dei possibili nuovi exploit per forzare gli algoritmi usati, sia introducendo nuovi e sempre più complessi sistemi di sicurezza. In questa tesi viene proposto una possibile implementazione di un particolare tipo di attacco crittoanalitico, introdotto nel 2000 da due ricercatori dell'Università "La Sapienza" di Roma, e conosciuto come "Crittoanalisi Logica". L'algoritmo su cui è incentrato il lavoro è il Data Encryption Standard (DES), ostico standard crittografico caduto in disuso nel 1999 a causa delle dimensioni ridotte della chiave, seppur tuttora sia algebricamente inviolato. Il testo è strutturato nel seguente modo: il primo capitolo è dedicato ad una breve descrizione di DES e della sua storia, introducendo i concetti fondamentali con cui si avrà a che fare per l'intera dissertazione Nel secondo capitolo viene introdotta la Crittoanalisi Logica e viene fornita una definizione della stessa, accennando ai concetti matematici necessari alla comprensione dei capitoli seguenti. Nel capitolo 3 viene presentato il primo dei due software sviluppati per rendere possibile l'attuazione di questo attacco crittoanalitico, una libreria per la rappresentazione e la manipolazione di formule logiche scritta in Java. Il quarto ed ultimo capitolo descrive il programma che, utilizzando la libreria descritta nel capitolo 3, elabora in maniera automatica un insieme di proposizioni logiche semanticamente equivalenti a DES, la cui verifica di soddisfacibilità, effettuata tramite appositi tools (SAT solvers) equivale ad effettuare un attacco di tipo known-plaintext su tale algoritmo.

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Il presente lavoro è dedicato allo studio della geografia immaginaria creata dallo scrittore indiano di lingua inglese R.K. Narayan (1906-2001), allo scopo non solo di indagare la relazione che si stabilisce tra spazio, personaggi e racconto, ma anche di rilevare l’interazione tra il mondo narrativo e le rappresentazioni dominanti dello spazio indiano elaborate nel contesto coloniale e postcoloniale. Dopo un primo capitolo di carattere teorico-metodologico (che interroga le principali riflessioni seguite allo "spatial turn" che ha interessato le scienze umane nel corso del Novecento, i concetti fondamentali formulati nell’ambito della teoria dei "fictional worlds", e i più recenti approcci al rapporto tra spazio e letteratura), la ricerca si articola in due ulteriori sezioni, che si rivolgono ai quattordici romanzi dell’autore attraverso una pratica interpretativa di ispirazione geocritica e “spazializzata”. Nel secondo capitolo, che concerne la dimensione “verticale” che si estende dal cronotopo dei romanzi a quello dell’autore e dei lettori, si procede al rilevamento, all’interno del mondo narrativo, di tre macro-paesaggi, successivamente messi a confronto con le rappresentazioni endogene e esogene dello spazio extratestuale; da questo confronto, la cittadina di Malgudi emerge come proposta autoriale di riorganizzazione sociale e urbana dal carattere innovativo e dallo statuto eterotopico, sia in rapporto alla tradizione letteraria dalla quale origina, sia rispetto alle circostanze ambientali dell’India meridionale in cui essa è finzionalmente collocata. Seguendo una dinamica “orizzontale”, il terzo capitolo esamina infine il rapporto tra lo spazio frazionato di Malgudi, i luoghi praticati dai suoi abitanti e la relazione che questi instaurano con il territorio transfrontaliero e con la figura del forestiero; inoltre, al fine di stabilire la misura in cui la natura dello spazio narrativo influisce sulla forma del racconto, si osservano le coincidenze tra il tema dell’incompiutezza che pervade le vicende dei personaggi e la forma aperta dei finali romanzeschi.

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H20 è la formula chimica che tutti conoscono. L'acqua, infatti, non è solo la sostanza più diffusa sulla terra, ma è anche la condizione necessaria per la vita. La disponibilità e l’accessibilità di acqua pulita è essenziale per la salute delle comunità, è fondamentale per gli ecosistemi e indispensabile per la prosperità economica. La quantità di acqua dolce sulla Terra è limitata e non equamente distribuita. La scarsità idrica non è più un problema limitato alle regioni più povere del Pianeta: l’acqua è oggi un problema globale che coinvolge sempre più aree del mondo. Ed è proprio grazie al binomio importanza - scarsità che l’acqua è stata soprannominata l'oro blu del XXI secolo, secolo in cui sarà l’acqua a rendere più precari gli equilibri mondiali come, in passato, lo è stato il petrolio. Nella prima parte di questo elaborato l’acqua e i problemi ad essa connessa faranno da protagonisti. Nel capitolo 1 inquadreremo dapprima il problema idrico e parleremo della scarsità di questa importantissima risorsa e dei suoi innumerevoli utilizzi. Nel capitolo 2 presenteremo la Water Footprint o impronta idrica, un indicatore appositamente ideato per quantificare l'uso di acqua di un prodotto, un processo, un individuo, un organizzazione o una nazione. Questo indicatore apre la strada alla focalizzazione sui prodotti dell’industria agroalimentare, il comparto industriale su cui concentreremo la nostra attenzione. Nel capitolo 3 esamineremo l’utilizzo dell’acqua nelle industrie, con particolare attenzione ai temi del riciclo e riuso della risorsa idrica. Nel capitolo 4 analizzeremo alcune esperienze di aziende agroalimentari che hanno intrapreso un percorso di tutela e risparmio della risorsa idrica. Nella seconda parte dell’elaborato inquadreremo il tema della salvaguardia della risorsa idrica in un quadro più generale di tutela ambientale. Nel capitolo 5 presenteremo i temi di green economy, sostenibilità ambientale e ecologia industriale dando rilievo alla dimensione ambientale, economica e sociale. Nel capitolo 6, infine, analizzeremo gli strumenti che le aziende hanno a disposizione per calcolare, certificare e comunicare la loro politica di sostenibilità ambientale.

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La tesi è una rassegna storica e tecnica del Sistema Operativo Android, che parte da eventi del 1999 fino ad arrivare ai giorni nostri. É presente un'analisi della sua struttura del sistema e dell'anatomia di un'applicazione e si sviluppa fino agli usi alternativi di questo sistema operativo.

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Horses, asses and zebras belong to the genus Equus and are the only extant species of the family Equidae in the order Perissodactyla. In a previous work we demonstrated that a key factor in the rapid karyotypic evolution of this genus was evolutionary centromere repositioning, that is, the shift of the centromeric function to a new position without alteration of the order of markers along the chromosome. In search of previously undiscovered evolutionarily new centromeres, we traced the phylogeny of horse chromosome 5, analyzing the order of BAC markers, derived from a horse genomic library, in 7 Equus species (E. caballus, E. hemionus onager, E. kiang, E. asinus, E. grevyi, E. burchelli and E. zebra hartmannae). This analysis showed that repositioned centromeres are present in E. asinus (domestic donkey, EAS) chromosome 16 and in E. burchelli (Burchell's zebra, EBU) chromosome 17, confirming that centromere repositioning is a strikingly frequent phenomenon in this genus. The observation that the neocentromeres in EAS16 and EBU17 are in the same chromosomal position suggests that they may derive from the same event and therefore, E. asinus and E. burchelli may be more closely related than previously proposed; alternatively, 2 centromere repositioning events, involving the same chromosomal region, may have occurred independently in different lineages, pointing to the possible existence of hot spots for neocentromere formation. Our comparative analysis also showed that, while E. caballus chromosome 5 seems to represent the ancestral configuration, centric fission followed by independent fusion events gave rise to 3 different submetacentric chromosomes in other Equus lineages.