985 resultados para Il Cinema Ritrovato


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En la Segunda Guerra Mundial la propaganda se convirtió en un campo de batalla más: en el caso de Italia era necesario crear en una opinión pública favorable a la guerra sin crear alarmismos. Para ello se utilizó uno de los instrumentos más eficaces para la propaganda del fascismo: el noticiario cinematográfico Luce. Este artículo analiza la representación que los noticiarios producidos desde 1940 hasta 1945 ofrecen de la Segunda Guerra Mundial. Se apuntan los temas más recurrentes, las características de las noticias sobre la guerra y se señalan las grandes ausencias debidas a la censura del Régimen de Mussolini.

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La presente investigación trata de poner énfasis en la importancia del paisaje en Deserto Rosso de Michelangelo Antonioni, erigiéndose este como elemento fundamental de la trama argumental del filme. Partiendo de esta premisa, se analiza el significado de dicho paisaje en el contexto socioartístico de los años 60. La interacción del hombre con su entorno parece ser el punto de partida para una reflexión más profunda sobre el devenir humano. Las nuevas conquistas estéticas alcanzadas y el análisis históricoartístico de los precedentes más inmediatos del filme, sitúan a Deserto Rosso como obra cumbre de la neovanguardia posmoderna europea.

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Spesso il termine virtuale viene associato ad un mondo immateriale, lontano dalla realtà e distante dagli elementi più concreti che la caratterizzano. La virtualità, tuttavia, non è solo questo. Se considerata, come lo stesso Levy sostiene, un mondo che non si contrappone al reale (ma all’attuale), anzi lo potenzia e lo rafforza, il suo valore e l’idea di essa cambiano notevolmente. Già la fotografia, il cinema, la televisione possono essere considerate, ancora prima della più moderna realtà virtuale e delle innovative tecnologie forme di virtualità. Il loro utilizzo largamente diffuso ha ampliato le potenzialità del concreto ed è oggi apprezzato e utilizzato da tutti. Il nostro progetto nasce dalla volontà di sperimentare le nuove forme del virtuale associandole al campo dell’architettura per potenziarne la conoscenza didattica, la diffusione e trasmettere gli importanti contenuti che le sottendono in maniera chiara ed efficace. Il progetto sviluppato affronta un tema concreto di concept di museo virtuale su web e una proposta di installazione interattiva all’interno del salone di Palazzo Barbaran a Vicenza. A cardine di questi due lavori vi è il lascito Palladiano, a cominciare dallo sprawl di ville, palazzi e chiese diffusi nel paesaggio Veneto, passando per i progetti ideali rimasti solo su carta e concludendo con la sua opera bibliografica più famosa: I quattro libri dell’architettura. Palladio e il digitale è dunque un progetto che vuole dimostrare l’importanza e la versatilità delle installazioni virtuali, quali strumenti utili all’apprendimento e alla trasmissione della conoscenza, e dall’altro rispondere concretamente ai cambiamenti della società, cercando, attraverso queste sperimentazioni, di definire anche i nuovi caratteri dell’ evoluzione museale.

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Nel 2011, circa 5 milioni di persone usavano regolarmente applicativi mobi-le basati su qualche forma di realtà aumentata. Secondo alcune previsioni entro il 2020 servizi che sfruttano questa tecnologia avranno una base di utenti che rasenta un settimo della popolazione mondiale, rendendo di fatto la realtà aumentata l’ottavo mezzo di comunicazione di massa dopo la stampa, l’audio registrato, il cinema, la radio, la televisione, internet ed infine i servizi multimediali mobile. La tesi si propone di illustrare le caratteristiche di questa tecnologia distinguendo varie tecniche e strumenti a disposizione degli sviluppatori per costruire l’esperienza di augmented reality. Entrando nel merito dello sviluppo software si analizza una architettura di riferimento proposta per sistemi di realtà aumentata e pattern per lo sviluppo dei diversi componenti. Infine vengono confrontati gli SDK oggi più diffusi cercando di evidenziarne caratteristiche comuni e peculiarità.

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Questa tesi nasce innanzitutto dalla mia esperienza di tirocinio curriculare, durante la quale ho sottotitolato un cortometraggio irlandese di animazione narrato in rima (oltre che dalla mia passione antica per il cinema in lingua originale e più recente per il doppiaggio). La tesi si compone di tre capitoli. Inizia con l'analisi di una parte della teoria del sottotitolaggio, poi presenta il filmato, alcuni suoi autori, il testo originale e i miei sottotitoli, e si conclude con la spiegazione del metodo usato per realizzare concretamente l'adattamento.

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Dal 1936 al 1939 la Spagna dovette fare i conti con gli orrori di una guerra che aveva diviso in due il paese, sia ideologicamente che geograficamente, facendogli vivere una tragedia ancora oggi tangibile nel tessuto sociale e politico della penisola iberica. Questo conflitto, che aveva suscitato l’interesse di molti, raggiunse un livello tale di sperimentazione, sia in campo militare, sia in quello civile, da essere considerato un banco di prova per la seconda guerra mondiale. Il progetto di tesi, attraverso l’analisi e il sottotitolaggio di due documentari, uno anarchico e l’altro franchista, intende presentare una ricerca che ha come focus primario lo studio della propaganda cinematografica durante il periodo della guerra civile spagnola. Il cinema che, proprio negli anni Trenta, si era definitivamente affermato anche grazie all’introduzione del sonoro, fu presto considerato un potente mezzo di comunicazione divenendo un’arma di persuasione della quale, entrambi gli schieramenti con tempistiche diverse, si servirono per indottrinare la popolazione e giustificare la propria azione militare. Il cinema, pertanto, fu messo al servizio della guerra. Nel primo capitolo di questo elaborato verrà presentato il quadro storico di riferimento con la definizione delle cause, dell’evoluzione e delle ideologie in campo durante il conflitto. Il secondo capitolo si concentrerà sull’analisi dei due sistemi di propaganda, quella repubblicana e quella nazionalista, con un’attenzione principale nei confronti della propaganda cinematografica e delle sue diverse espressioni politiche nella penisola iberica. In questo capitolo si farà, inoltre, accenno alla produzione cinematografica internazionale riferita al conflitto spagnolo durante gli anni della guerra e in quelli immediatamente successivi. Infine, nel terzo e ultimo capitolo, si prenderanno in analisi i due documentari sottotitolati (“Los Aguiluchos de la FAI por tierras de Aragón, Reportaje nº1, Estampas de la revolución antifascista” e “La Liberación de Madrid”, con la presentazione dell’analisi tecnica e contenutistica degli stessi. Per concludere, verranno indicate le strategie traduttive impiegate durante la fase di traduzione e riportati esempi concreti ad esse riferite.

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Il presente elaborato è una proposta di traduzione del film Viy (2014), diretto da Oleg Stepčenko. Il film è una rivisitazione cinematografica di un racconto di Nikolaj Vasil'evič Gogol', da cui prende il titolo. Prima di dedicarmi alla traduzione del testo, ho ritenuto opportuno documentarmi quanto più possibile sul racconto originale, i temi, il linguaggio, la contestualizzazione dell'opera nella vita dell'autore. La prima parte del mio lavoro è quindi dedicata alla presentazione del racconto originale e della raccolta da cui esso è tratto, Mirgorod (1835). Successivamente, ho voluto introdurre il film e le sue tematiche (non sempre corrispondenti al racconto); ho poi aggiunto un breve commento alla mia traduzione, enucleando i principali ostacoli incontrati nel processo traduttivo, e le soluzioni adottate; in appendice, la mia proposta di traduzione. La scelta di questo film come oggetto dell'elaborato finale è derivata da un mio particolare interesse per il cinema fantasy ; i film di questo genere sono solitamente tratti da romanzi contemporanei, mi è parso quindi singolare il caso di Viy (2014), ispirato al folle racconto di un autore sacro come Gogol'.

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L'obiettivo di questa tesi è avanzare una proposta di sottotiolaggio del film "Wish you well" (2013), tratto dal romanzo omonimo di David Baldacci. Nel primo capitolo viene fatta una breve introduzione alla Traduzione Audiovisiva, dalla sua nascita, alla sua evoluzione e alle varie tipologie presenti al giorno d'oggi. Nel secondo capitolo viene affrontato nei dettagli il sottotitolaggio, concentrandosi in particolare modo sulle norme che lo regolano. Nel terzo capitolo viene trattato il genere cinematografico rappresentato dal film, ovvero la trasposizione cinematografica, facendo riferimento alle varie teorie che trattano l'argomento, così come ai metodi pratici con cui i testi letterari sono adattati per il cinema. Nel quarto capitolo viene analizzato il sottotitolaggio del progetto, prima presentando il prodotto a partire dal romanzo da cui è tratto e dal rapporto dell'autore con l'opera, per arrivare ad una analisi precisa sia della caratterizzazione dei personaggi, sia delle difficoltà tecniche affrontare e di come abbiano influito sulle scelte di traduzione. Infine nel capitolo 5 vengono tratte le conclusioni sull'esperienza del processo di sottotitolaggio.

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The Luce newsreel was a fascist-pivotal propaganda instrument. Mussolini thought movies were the strongestweapon; however, the efficiency of cinematographic propaganda on people did not work as well as expected,especially nonfiction. This article intends to value, through oral testimonies, the influence of Lucenewsreel on the Italian population during fascism, the degree of truth of film news, and which of those piecesof news were more repeated, as well as the influence of the Italian and its leader image on the collective mind.

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Mallorca, the largest of the Balearic Islands, is a well-known summer holidays destination; an ideal place to relax and enjoy the sun and the sea. That tourist gaze reflected on postcards results from advertising campaigns, where cinema played an important role with documentaries and fiction films. The origins of that iconography started in the decades of the 1920’s and 1930’s, reflecting the so-called myth of the “island of calm”. On the other hand, the films of the 1950’s and 1960’s created new stereotypes related to the mass tourism boom. Busy beaches and the white bodies of tourists replaced white sandy beaches, mountains and landscapes shown up in the movies of the early decades of the 20th century. Besides, hotels and nightclubs also replaced monuments, rural landscapes and folk exhibitions. These tourist images mirror the social and spatial transformations of Mallorca, under standardization processes like other seaside mass tourist destinations. The identity was rebuilt on the foundations of "modernity". Although "balearization" has not ceased, nowadays filmmaking about Mallorca is advertising again a stereotype close to that one of the 1920s and 1930s, glorifying the myth of the "island of calm". This singular identity makes the island more profitable for capital that searches socio-spatial differentiation in post-fordist times.

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Questo elaborato ha lo scopo di delineare gli eventi storici e i fattori sociali e culturali che hanno portato alla nascita e allo sviluppo di una certa percezione dell’Italia in Giappone. Tale percezione, sebbene a volte basata su una visione stereotipata del Bel Paese, è tendenzialmente molto positiva ed è la conseguenza del crescente interesse che i giapponesi nutrono per l’Italia. La tesi è strutturata in tre capitoli: il primo è dedicato alla storia delle relazioni tra il Giappone e l’Occidente; il secondo si focalizza sui rapporti tra l’Italia e il Giappone in particolare, dai primi contatti fino a oggi, e una parte consistente del capitolo è incentrata sull'analisi degli stereotipi; infine il terzo si concentra sui contatti Italia-Giappone da un punto di vista culturale, analizzando le reciproche influenze in ambiti specifici (quali l’arte, il cinema, la lingua e la cucina) e vengono forniti alcuni esempi di rappresentazione dell’immagine dell’Italia nella cultura nipponica.

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La presente ricerca ha un duplice obiettivo. Primo, individuare i modi in cui lingue e identità culturali diverse sono state rappresentate al cinema. Secondo, identificare le diverse strade imboccate dai professionisti del doppiaggio italiano quando si trovano a confrontarsi con un film in cui si parlano più lingue. La ricerca propone un approccio multidisciplinare che combina i contributi teorici sviluppati nel campo degli studi di traduzione audiovisiva con le modalità di analisi più comunemente utilizzate dalla semiotica del cinema. L'analisi si basa su un campione di 224 film multilingue prodotti dall'inizio degli anni Trenta alla fine degli anni Duemila. Particolare attenzione viene indirizzata al quadro teorico all'interno del quale viene interpretato il ruolo che il multilinguismo assume al cinema. Vengono identificate tre funzioni principali: conflitto, confusione e resa realistica. Un altro elemento chiave nell'analisi è costituito dal genere cinematografico prevalente a cui è possibile ricondurre ciascuno dei film selezionati. Sono individuati tre generi principali: il film drammatico, la commedia e il thriller. Nel film drammatico il multilinguismo agisce come un veicolo che produce e accentua il conflitto, mentre nella commedia esso di solito diventa un dispositivo comico che crea confusione e umorismo. Nel cinema thriller, invece, il multilinguismo funziona essenzialmente come un veicolo di suspense. Per quanto riguarda le soluzioni traduttive adottate nel doppiaggio italiano del cinema multilingue, sono rilevate tre macro-strategie: la conservazione, la neutralizzazione e la riduzione dell'originale dimensione multilingue. Ciascuna di queste tre strategie è passata a vaglio critico. Se nel primo caso si tratta di un tentativo di riprodurre fedelmente le originali situazioni multilingue rappresentate nel film, negli altri due casi si tratta di soluzioni che risentono fortemente delle specificità del doppiaggio come modalità di traduzione degli audiovisivi (fattori ideologici ed economici, nonché il problema tecnico dell'armonizzazione delle voci per i personaggi bilingue).