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Resumo:
In questi ultimi anni il tema della sicurezza sismica degli edifici storici in muratura ha assunto particolare rilievo in quanto a partire soprattutto dall’ordinanza 3274 del 2003, emanata in seguito al sisma che colpì il Molise nel 2002, la normativa ha imposto un monitoraggio ed una classificazione degli edifici storici sotto tutela per quanto riguarda la vulnerabilità sismica (nel 2008, quest’anno, scade il termine per attuare quest’opera di classificazione). Si è posto per questo in modo più urgente il problema dello studio del comportamento degli edifici storici (non solo quelli che costituiscono monumento, ma anche e soprattutto quelli minori) e della loro sicurezza. Le Linee Guida di applicazione dell’Ordinanza 3274 nascono con l’intento di fornire strumenti e metodologie semplici ed efficaci per affrontare questo studio nei tempi previsti. Il problema si pone in modo particolare per le chiese, presenti in grande quantità sul territorio italiano e di cui costituiscono gran parte del patrimonio culturale; questi edifici, composti di solito da grandi elementi murari, non presentano comportamento scatolare, mancando orizzontamenti, elementi di collegamento efficace e muri di spina interni e sono particolarmente vulnerabili ad azioni sismiche; presentano inoltre un comportamento strutturale a sollecitazioni orizzontali che non può essere colto con un approccio globale basato, ad esempio, su un’analisi modale lineare: non ci sono modi di vibrare che coinvolgano una sufficiente parte di massa della struttura; si hanno valori dei coefficienti di partecipazione dei varii modi di vibrare minori del 10% (in generale molto più bassi). Per questo motivo l’esperienza e l’osservazione di casi reali suggeriscono un approccio di studio degli edifici storici sacri in muratura attraverso l’analisi della sicurezza sismica dei cosiddetti “macroelementi” in cui si può suddividere un edificio murario, i quali sono elementi che presentano un comportamento strutturale autonomo. Questo lavoro si inserisce in uno studio più ampio iniziato con una tesi di laurea dal titolo “Analisi Limite di Strutture in Muratura. Teoria e Applicazione all'Arco Trionfale” (M. Temprati), che ha studiato il comportamento dell’arco trionfale della chiesa collegiata di Santa Maria del Borgo a San Nicandro Garganico (FG). Suddividere un edificio in muratura in più elementi è il metodo proposto nelle Linee Guida, di cui si parla nel primo capitolo del presente lavoro: la vulnerabilità delle strutture può essere studiata tramite il moltiplicatore di collasso quale parametro in grado di esprimere il livello di sicurezza sismica. Nel secondo capitolo si illustra il calcolo degli indici di vulnerabilità e delle accelerazioni di danno per la chiesa di Santa Maria del Borgo, attraverso la compilazione delle schede dette “di II livello”, secondo quanto indicato nelle Linee Guida. Nel terzo capitolo viene riportato il calcolo del moltiplicatore di collasso a ribaltamento della facciata della chiesa. Su questo elemento si è incentrata l’attenzione nel presente lavoro. A causa della complessità dello schema strutturale della facciata connessa ad altri elementi dell’edificio, si è fatto uso del codice di calcolo agli elementi finiti ABAQUS. Della modellazione del materiale e del settaggio dei parametri del software si è discusso nel quarto capitolo. Nel quinto capitolo si illustra l’analisi condotta tramite ABAQUS sullo stesso schema della facciata utilizzato per il calcolo manuale nel capitolo tre: l’utilizzo combinato dell’analisi cinematica e del metodo agli elementi finiti permette per esempi semplici di convalidare i risultati ottenibili con un’analisi non-lineare agli elementi finiti e di estenderne la validità a schemi più completi e più complessi. Nel sesto capitolo infatti si riportano i risultati delle analisi condotte con ABAQUS su schemi strutturali in cui si considerano anche gli elementi connessi alla facciata. Si riesce in questo modo ad individuare con chiarezza il meccanismo di collasso di più facile attivazione per la facciata e a trarre importanti informazioni sul comportamento strutturale delle varie parti, anche in vista di un intervento di ristrutturazione e miglioramento sismico.
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INTRODUZIONE. Presentazione della ricerca e del metedo seguito per realizzarla. CAPITOLO PRIMO. Il contesto storico, politico e sociale di riferimento. - Storia della Siria, - La Siria politica e il conflitto israelo-palestinese - La società siriana: multiculturalismo, tradizione, islam. - Teatro e letteratura in Siria, e nel Bilad AlSham. CAPITOLO SECONDO. I testi. Traduzione integrale di due opere teatrali di Sa’d Allah Wannus. Breve presentazione. - “ Riti di segni e trasformazioni.”, (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), 1994. Il dramma si svolge nella Damasco del XIX secolo, dove un affare di morale e buon costume è il punto di partenza per la metamorfosi dei suoi protagonisti, mettendo a nudo le riflessioni, i desideri più intimi, le contraddizioni e le angosce di una società in crisi. Interessante l’analisi delle figure femminili di questa piece, le loro scelte, il loro ruolo nella società e soprattutto la presa di coscienza delle loro posizioni. - “ I giorni ubriachi.” , (Alayyam Almakhmura), 1997. Il ritratto di una famiglia siriana degli anni trenta. Due genitori, quattro figli, e un nipote che a distanza di anni decide di ripercorrere e raccontarci le loro storie.Una madre che vive tormentata dal suo spettro e che decide di abbandonare la propria famiglia e i propri figli per seguire un altro uomo. Un padre che tiene con violenza le redini delle proprie relazioni, e che rifiuta l’occidente in tutte le sue forme per restare aggrappato alle proprie tradizioni. Un figlio che sceglie l’ordine e la carriera militare, e che, incapace di risolvere il suo rapporto di dipendenza dalla madre, e di risolvere il conflitto tra la legge e un affetto quasi morboso, sceglie di suicidarsi. Un figlio che sceglie la via della perdizione, delle droghe, del furto e degli affari illegali, e che va incontro al successo e alla ricchezza... CAPITOLO TERZO. Biografia di Sa’d Allah Wannus, presentazione delle sue opere principali. Sa’d Allah Wannus (1941 – 1997) è sicuramente uno dei principali protagonisti nell’ambito del teatro arabo contemporaneo. Scrittore, critico, drammaturgo, riformatore, uomo impegnato politicamente, e infine essere umano nella lotta tra la vita e la morte (muore a 56 anni per tumore, dopo un lungo periodo di degenza). Mio intento è quello di analizzare l’opera di quest’autore, attraverso i suoi numerosi scritti e piece teatrali (purtroppo al giorno d’oggi ancora quasi interamente non tradotte dall’arabo), fino ad arrivare, attraverso queste, ad una lettura della società araba contemporanea, e al ruolo che il teatro assume al suo interno. Vita e opere di Sa’ad Allah Wannus. Nasce in Siria nel 1941 in un piccolo villaggio vicino alla città di Tartous, sulla costa mediterranea. Dopo aver terminato gli studi superiori, nel 1959, parte per Il Cairo (Egitto), per studiare giornalismo e letteratura. Rientra a Damasco nel 1964, lavorando al tempo stesso come funzionario al ministero della cultura e come redattore o giornalista in alcune riviste e quotidiani siriani. Nel 1966 parte per Parigi, dove studierà con Jean-Louis Barrault, e dove farà la conoscenza delle tendenze del teatro contemporaneo. Ha l’occasione di incontrare scrittori e critici importanti come Jean Genet e Bernard Dort, nonché di conoscere le teorie sul teatro di Brech e di Piscator, dai quali sarà chiaramente influenzato. In questi anni, e soprattutto in seguito agli avvenimenti del Maggio 1968, si sviluppa in modo determinante la sua coscienza politica, e sono questi gli anni in cui compone alcune tra le sue piece più importanti, come: Serata di gala per il 5 giugno (haflat samar min ajl khamsa huzayran) nel 1968, L’elefante, oh re del tempo! (al-fil, ya malik al-zaman!) 1969, Le avventure della testa del Mamelucco Jaber (Meghamarat ra’s al-mamluk Jabiir) 1970, Una serata con Abu-Khalil al- Qabbani (Sahra ma’a Abi Khalil Al-Qabbani) 1972, Il re è il re (al-malik uwa al-malik) 1977. Parallelamente porta avanti una intensa attività artistica e intellettuale. Soggiorna di nuovo in Francia e a Weimar, per portare a termine la sua formazione teatrale, fonda il Festival di teatro di Damasco, traduce e mette in scena numerosi spettacoli, scrive e pubblica numerosi articoli e una importante serie di studi sul teatro, intitolata: Manifesto per un nuovo teatro arabo (bayanat limasrah ‘arabi jadid) (1970). Scrive in numerose riviste e giornali e fonda la rivista La vita teatrale (al-hayyat al-masrahiyya), del quale sarà capo redattore. La visita del presidente egiziano Anouar Sadat a Gerusalemme nel 1977 e gli accordi di Camp David l’anno seguente, lo gettano in una profonda depressione. E’ l’inizio di un lungo periodo di silenzio e di smarrimento. Ritornerà a scrivere solamente nel 1989, con l’inizio della prima Intifada palestinese, scrive allora una piece teatrale intitolata Lo stupro (al-ightisab), dove presenta un’analisi della struttura dell’elite al potere in Israele. Questo testo apre una nuova epoca creativa, durante la quale Wannus compone alcuni testi molto importanti, nonostante la malattia e il cancro che gli viene diagnosticato nel 1992. Tra questi le pieces Miniature storiche (munamnamat tarakhiyya), nel 1993, e Rituali per una metamorfosi (tukus al-isharat wa-l-tahawwulat), nel 1994 e A proposito della memoria e della morte (‘an al-dhakira wa-l-mawt) nel 1996, una sua ultima opera in cui sono raccolti dei racconti, drammi brevi e una lunga meditazione sulla malattia e la morte. Nel 1997 l’UNESCO gli chiede di redigere il messaggio per la Giornata Mondiale del Teatro, che si tiene ogni anno il 27 marzo. Nel 1997, poche settimane prima della sua scomparsa, realizza insieme ad Omar Almiralay il film documentario Il y a tant de choses a reconter, una intervista in cui Wannus parla della sua opera, e del conflitto Israelo-Palestinese. Muore a 56 anni, il 15 maggio 1997, per un’amara coincidenza proprio il giorno anniversario della creazione di Israele. Wannus drammaturgo engagè: l’importanza del conflitto israelo palestinese nella sua opera. Un’analisi dell’influenza e dell’importanza che le opere di Wannus hanno avuto nel seno della società araba, e soprattutto il suo impegno costante nell’uso del teatro come mezzo per la presa di coscienza del pubblico dei problemi della società contemporanea. Punto cardine dell’opera di Wannus, il conflitto israelo palestinese, e il tentativo costante in alcune sue opere di analizzarne le cause, le strutture, le parti, i giochi di potere. E’ il simbolo di tutta la generazione di Wannus, e delle successive. Analisi delle illusioni e dei miti che la società araba ripropone e che Wannus ha cercato più volte di mettere a nudo. La lotta contro le ipocrisie dei governi, e il tentativo di far prendere coscienza alla società araba del suo ruolo, e delle conseguenze delle sue azioni. L’individuo, la famiglia, la società ... il teatro. Distruggere le apparenze per mettere a nudo l’essere umano nella sua fragilità. CONCLUSIONI. APPENDICE: Intervista con Marie Elias BIBLIOGRAFIA.
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Diamant ist das härteste Mineral – und dazu ein Edelstein -, das unter höchstem Druck und hohen Temperaturen in tiefen kontinentalen Regionen der Erde kristallisiert. Die Mineraleinschlüsse in Diamanten werden durch die physikalische Stabilität und chemische Beständigkeit der umgebenden – eigentlich metastabilen -Diamant-Phase geschützt. Aufgrund der koexistierenden Phasenkombination ermöglichen sie, die Mineral-Entwicklung zu studieren, während deren der Einschlüssen und die Diamanten kristallisierten. rnDie Phasenkombinationen von Diamant und Chrom-Pyrop, Chrom-Diopsid, Chromit, Olivin, Graphit und Enstatit nebeneinander (teilweise in Berührungsexistenz) mit Chrom-Pyrop Einschlüssen wurden von neunundzwanzig Diamant-Proben von sechs Standorten in Südafrika (Premier, Koffiefontein, De Beers Pool, Finsch, Venetia und Koingnaas Minen) und Udachnaya (Sibirien/Russland) identifiziert und charakterisiert. Die Mineraleinschlüsse weisen z.T. kubo-oktaedrische Form auf, die unabhängig von ihren eigenen Kristallsystemen ausgebildet werden können. Das bedeutet, dass sie syngenetische Einschlüsse sind, die durch die sehr hohe Formenergie des umgebenden Diamanten morphologisch unter Zwang stehen. Aus zweidiemnsionalen Messungen der ersten Ordnung von charakteristischen Raman-Banden lassen sich relative Restdrucke in Diamanten zwischen Diamant und Einschlussmineral gewinnen; sie haben charakteristische Werte von ca. 0,4 bis 0,9 GPa um Chrom-Pyrop-Einschlüsse, 0,6 bis 2,0 GPa um Chrom-Diopsid-Einschlüsse, 0,3 bis 1,2 GPa um Olivin-Einschlüsse, 0,2 bis 1,0 GPa um Chromit-Einschlüsse, beziehungsweise 0,5 GPa um Graphit Einschlüsse.rnDie kristallstrukturellen Beziehung von Diamanten und ihren monomineralischen Einschlüssen wurden mit Hilfe der Quantifizierung der Winkelkorrelationen zwischen der [111] Richtung von Diamanten und spezifisch ausgewählten Richtungen ihrer mineralischen Einschlüsse untersucht. Die Winkelkorrelationen zwischen Diamant [111] und Chrom-Pyrop [111] oder Chromit [111] zeigen die kleinsten Verzerrungen von 2,2 bis zu 3,4. Die Chrom-Diopsid- und Olivin-Einschlüsse zeigen die Missorientierungswerte mit Diamant [111] bis zu 10,2 und 12,9 von Chrom-Diopsid [010] beziehungsweise Olivin [100].rnDie chemische Zusammensetzung von neun herausgearbeiteten (orientiertes Anschleifen) Einschlüssen (drei Chrom-Pyrop-Einschlüsse von Koffiefontein-, Finsch- und Venetia-Mine (zwei von drei koexistieren nebeneinander mit Enstatit), ein Chromit von Udachnaya (Sibirien/Russland), drei Chrom-Diopside von Koffiefontein, Koingnaas und Udachnaya (Sibirien/Russland) und zwei Olivin Einschlüsse von De Beers Pool und Koingnaas) wurden mit Hilfe EPMA und LA-ICP-MS analysiert. Auf der Grundlage der chemischen Zusammensetzung können die Mineraleinschlüsse in Diamanten in dieser Arbeit der peridotitischen Suite zugeordnet werden.rnDie Geothermobarometrie-Untersuchungen waren aufgrund der berührenden Koexistenz von Chrom-Pyrop- und Enstatit in einzelnen Diamanten möglich. Durchschnittliche Temperaturen und Drücke der Bildung sind mit ca. 1087 (± 15) C, 5,2 (± 0,1) GPa für Diamant DHK6.2 von der Koffiefontein Mine beziehungsweise ca. 1041 (± 5) C, 5,0 (± 0,1) GPa für Diamant DHF10.2 von der Finsch Mine zu interpretieren.rn
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The treatment of multiple myeloma has undergone significant changes in the recent past. The arrival of novel agents, especially thalidomide, bortezomib and lenalidomide, has expanded treatment options and patient outcomes are improving significantly. This article summarises the discussions of an expert meeting which was held to debate current treatment practices for multiple myeloma in Switzerland concerning the role of the novel agents and to provide recommendations for their use in different treatment stages based on currently available clinical data. Novel agent combinations for the treatment of newly diagnosed, as well as relapsed multiple myeloma are examined. In addition, the role of novel agents in patients with cytogenetic abnormalities and renal impairment, as well as the management of the most frequent side effects of the novel agents are discussed. The aim of this article is to assist in treatment decisions in daily clinical practice to achieve the best possible outcome for patients with multiple myeloma.
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Synthetic biology has shown that the metabolic behavior of mammalian cells can be altered by genetic devices such as epigenetic and hysteretic switches, timers and oscillators, biocomputers, hormone systems and heterologous metabolic shunts. To explore the potential of such devices for therapeutic strategies, we designed a synthetic mammalian circuit to maintain uric acid homeostasis in the bloodstream, disturbance of which is associated with tumor lysis syndrome and gout. This synthetic device consists of a modified Deinococcus radiodurans-derived protein that senses uric acids levels and triggers dose-dependent derepression of a secretion-engineered Aspergillus flavus urate oxidase that eliminates uric acid. In urate oxidase-deficient mice, which develop acute hyperuricemia, the synthetic circuit decreased blood urate concentration to stable sub-pathologic levels in a dose-dependent manner and reduced uric acid crystal deposits in the kidney. Synthetic gene-network devices providing self-sufficient control of pathologic metabolites represent molecular prostheses, which may foster advances in future gene- and cell-based therapies.
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I am truly honored to have been given the amazing opportunity to create this original piece, this powerful journey through memory and emotive exploration of the loss of childhood. How do we feel about the loss of our child-self? Could we ever get them back? How long, how deep would one have to dig in the graveyards, the playgrounds of memory, to uncover what was buried there... to un-erase what waserased? shading silhouettes of smaller ones will ultimately encourage a reconnection with the Inner Child hidden inside all of us, as well as an intimate awareness of the adult version of the self by looking back to the smaller ones. The main inspiration for this piece is then of course, Inner Child Work. Most people may not be familiar with this therapeutic exploration of childhood... It wasimportant to me then, to present this concept in an imaginative, theatrical way, as a gift to you - a comprehensive and intensely moving gift. Speaking from experience, working on my Inner Child - my little Bianca - has been the most painful, frightening, yetrewarding and powerful experience within my personal life. Some people spend their entire lives trying to love themselves, to prove themselves, or be accepted. Some are too afraid to look back to where it all began. The characters within this piece will face thatfear... in a regression from the complexities of adulthood to the confusion of adolescence, all the way back to the wonder and bliss of childhood. They will reveal memories, of both joy and pain, love and abandonment, journeying backwards through time - through memory - through a playground - back to the beginning... We will enter a world where a push of a merry-go-round spins us to games of Truth or Dare after a high school dance at 16 - or the slam of a metal fence reminds us of the door Dad slammed in our face at 9 - where the sound of chain links swings us back to scrapping our knee by the sandbox at 5 This piece will attempt to connect everyone, both cast and audience, through a universal understanding and discussion of what it means to grow up, as well as a discovery of WHY we are the way we are - how experiences or relationships from our childhood have shaped our adult lives. We will attempt to challenge your honesty and nerve by inviting you to ask questions of yourselves, your past - to remember what it's like to have the innocence and hope of a child, to engage with and discover your Inner Child, to realize when or why you left them behind, and if you want to this magical part of yourself. It is my hope that you will join us in a collective journey - gather the courage to dig up the little kid you buried so long ago...* The creation, design, choreography, and direction for shading silhouettes of smaller ones mark the culminating experience of a year-long independent study in Theatre.
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Objective: Hyperactivity, one of the core symptoms of ADHD, has been mostly neglected in neuropsychological assessment of childhood ADHD. The neuropsychological Quantified behavior Test (QbTest) separately assesses all three core symptoms of ADHD on a behavioral level. Factor structure of the QbTest and its concurrent and discriminant validity are presented. Method: An exploratory factor analysis (n = 828 children) was performed. In a second sample (n = 102 children) a Multi-Trait-Multi-Method (MTMM) approach was used for validity analyses. Results: A three factorial model explained 76 % of the total variance, with the resulting QbTest factors significantly influenced by age and gender. The MTMM approach yielded promising results for discriminant, yet inconsistent findings for concurrent validity between the QbTest and another attention test as well as for Conners' Parent and Teacher Rating Scales. Conclusion: Results indicate that the QbTest may be helpful for the behavioral assessment of childhood ADHD, yet further studies on its psychometric quality and clinical utility are needed. (J. of Att. Dis. 2012; XX(X) 1-XX).
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Objective: The Conners Adult ADHD Rating Scales (CAARS) assess symptoms specific to adults that are frequently used and have been translated into German. The current study tests the factor structure of the CAARS in a large sample of German adults with ADHD and compares the means of the CAARS subscales with those of healthy German controls. Method: CAARS were completed by 466 participants with ADHD and 851 healthy control participants. Confirmatory factor analysis was used to establish model fit with the American original. Comparisons between participants with ADHD and healthy controls and influences of gender, age, and degree of education were analyzed. Results: Confirmatory factor analysis showed a very good fit with the model for the American original. Differences between ADHD participants and healthy controls on all Conners Adult ADHD Rating Scales-Self-Report (CAARS-S) subscales were substantial and significant. Conclusion: The factor structure of the original American model was successfully replicated in this sample of adult German ADHD participants. (J. of Att. Dis. 2012; XX(X) 1-XX).
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Castration is the standard therapy for advanced prostate cancer (PC). Although this treatment is initially effective, tumors invariably relapse as incurable, castration-resistant PC (CRPC). Adaptation of androgen-dependent PC cells to an androgen-depleted environment or selection of pre-existing, CRPC cells have been proposed as mechanisms of CRPC development. Stem cell (SC)-like PC cells have been implicated not only as tumor initiating/maintaining in PC but also as tumor-reinitiating cells in CRPC. Recently, castration-resistant cells expressing the NK3 homeobox 1 (Nkx3-1) (CARNs), the other luminal markers cytokeratin 18 (CK18) and androgen receptor (AR), and possessing SC properties, have been found in castrated mouse prostate and proposed as the cell-of-origin of CRPC. However, the human counterpart of CARNs has not been identified yet. Here, we demonstrate that in the human PC xenograft BM18, pre-existing SC-like and neuroendocrine (NE) PC cells are selected by castration and survive as totally quiescent. SC-like BM18 cells, displaying the SC markers aldehyde dehydrogenase 1A1 or NANOG, coexpress the luminal markers NKX3-1, CK18, and a low level of AR (AR(low)) but not basal or NE markers. These CR luminal SC-like cells, but not NE cells, reinitiate BM18 tumor growth after androgen replacement. The AR(low) seems to mediate directly both castration survival and tumor reinitiation. This study identifies for the first time in human PC SC-/CARN-like cells that may represent the cell-of-origin of tumor reinitiation as CRPC. This finding will be fundamental for refining the hierarchy among human PC cancer cells and may have important clinical implications.