Il passaggio dalla Business Intelligence all'Advanced Analytics: individuazione e analisi di un modello in merito all'influenza del lobbying nel sistema economico

I Big Data stanno guidando una rivoluzione globale. In tutti i settori, pubblici o privati, e le industrie quali Vendita al dettaglio, Sanità, Media e Trasporti, i Big Data stanno influenzando la vita di miliardi di persone. L’impatto dei Big Data è sostanziale, ma così discreto da passare inosservato alla maggior parte delle persone. Le applicazioni di Business Intelligence e Advanced Analytics vogliono studiare e trarre informazioni dai Big Data. Si studia il passaggio dalla prima alla seconda, mettendo in evidenza aspetti simili e differenze.

Slow waves in un modello di crescita tumorale

In questo elaborato ho analizzato un sistema di reazione-diffusione proposto come modello per descrivere un fenomeno di crescita tumorale. In particolare, è stato approfondito il processo in cui l'invasione neoplastica è originata dalla produzione di un eccesso di ioni acidi da parte delle cellule maligne. Il sistema preso in esame descrive l'andamento di tre grandezze: la concentrazione di tessuto sano, la concentrazione di tessuto maligno e l'eccesso di ioni acidi. Ho quindi cercato soluzioni compatibili con il sistema le quali fossero funzioni della tipologia travelling waves, ossia onde che si propagano lungo l'asse reale con un grafico fissato e ad una velocità costante. I risultati ottenuti in questo lavoro sono stati così suddivisi: nel Capitolo 1 viene descritto il processo di invasione tumorale dal punto di vista biologico, nel Capitolo 2 vengono forniti alcuni lemmi e proposizioni preliminari, nel Capitolo 3 viene calcolata un'approssimazione della soluzione del sistema tramite onde del tipo slow waves e infine nel Capitolo 4 sono state studiate la presenza e la larghezza dello spazio interstiziale, ossia di una regione situata tra il tessuto sano e quello neoplastico nella quale si registra una concentrazione di cellule, sia normali sia maligne, praticamente nulla. Infine, sono state rappresentate graficamente le soluzioni in tre possibili situazioni caratterizzate da un diverso parametro di aggressività del tumore.

Il modello di Hopfield: un'applicazione del modello di Ising alle reti neurali

Il Modello di Hopfield è un tentativo di modellizzare il comportamento di una memoria associativa come proprietà emergente di un network costituito da unità a due stati interagenti tra loro, e costituisce un esempio di come gli strumenti della meccanica statistica possano essere applicati anche al campo delle reti neurali. Nel presente elaborato viene esposta l'analogia tra il Modello di Hopfield e il Modello di Ising nel contesto delle transizioni di fase, applicando a entrambi i modelli la teoria di campo medio. Viene esposta la dinamica a temperatura finita e ricavata e risolta l'equazione di punto a sella per il limite di non saturazione del Modello di Hopfield. Vengono inoltre accennate le principali estensioni del Modello di Hopfield.

Modello stocastico per la plasticità sinaptica

Nel sistema nervoso centrale i neuroni comunicano l'uno con l'altro attraverso le connessioni sinaptiche e sono soggetti a centinaia di stimoli, ma hanno la capacità di distinguerli l'uno dall'altro. L'abilità delle sinapsi di interpretare questi cambiamenti morfologici e biochimici è detta \textit{plasticità sinaptica} e l'obiettivo di questa tesi è proprio studiare un modello per le dinamiche di questo affascinante processo, da un punto di vista prima deterministico e poi stocastico. Infatti le reazioni che inducono la plasticità sinaptica sono ben approssimate da equazioni differenziali non lineari, ma nel caso di poche molecole bisogna tener conto delle fluttuazioni e quindi sono necessari dei metodi di analisi stocastici. Nel primo capitolo, dopo aver introdotto gli aspetti fondamentali del sistema biochimico coinvolto e dopo aver accennato ai diversi studi che hanno approcciato l'argomento, viene illustrato il modello basato sull'aggregazione delle proteine (PADP) volto a spiegare la plasticità sinaptica. Con il secondo capitolo si introducono i concetti matematici che stanno alla base dei processi stocastici, strumenti utili per studiare e descrivere la dinamica dei sistemi biochimici. Il terzo capitolo introduce una giustificazione matematica riguardo la modellizzazione in campo medio e vede una prima trattazione del modello, con relativa applicazione, sui moscerini. Successivamente si applica il modello di cui sopra ai mammiferi e se ne studia nel dettaglio la dinamica del sistema e la dipendenza dai parametri di soglia che portano alle varie transizioni di fase che coinvolgono le proteine. Infine si è voluto osservare questo sistema da un punto di vista stocastico inserendo il rumore di Wiener per poi confrontare i risultati con quelli ottenuti dall'approccio deterministico.

Creazione e validazione del modello fluidodinamico di un ventilatore centrifugo e possibili ottimizzazioni.

La seguente tesi nasce dall’esigenza di ottimizzare, da un punto di vista acustico e prestazionale, un ventilatore centrifugo preesistente in azienda. Nei primi tre capitoli si è analizzato il problema da un punto di vista teorico, mentre nel terzo e quarto capitolo da un punto di vista computazionale sfruttando tecniche CFD. Nel primo capitolo è stata fatta una trattazione generale dei ventilatori centrifughi, concentrandosi sul tipo di problematiche a cui questi vanno incontro. Nel secondo capitolo è stata presentata la teoria che sta alla base di una rilevazione sperimentale e di un’analisi acustica. Unitamente a ciò sono stati riportati alcuni articoli che mostrano tecniche di ottimizzazione acustica in ventilatori centrifughi. Nel terzo capitolo è stata riassunta la teoria alla base della fluidodinamica e di uno studio fluidodinamico. Nel quarto capitolo viene spiegato come è stato creato il modello fluidodinamico. Si è optato per un’analisi del problema in stato stazionario, sfruttando il Moving Reference Frame, e considerando l’aria come incomprimibile, visto il ridotto numero di Mach. L’analisi acustica è stata effettuata nel post-processing sfruttando il modello di Proudman. Infine è stata dimostrata la correlazione che intercorre tra i tre punti della curva resistente del ventilatore di funzionamento reale, permettendo di estendere i risultati ricavati dalla analisi di uno di questi agli altri due. Nel quinto capitolo è stata effettuata un’analisi dei risultati ottenuti dalle simulazioni fluidodinamiche e sono state proposte diverse modifiche della geometria. La modifica scelta ha visto un miglioramento delle prestazioni e una minore rumorosità. Infine sono state proposte nelle conclusioni ulteriori possibili strade da percorre per un’indagine e ottimizzazione del ventilatore più accurata.

Implementazione e validazione di un modello di accensione per motori a combustione interna

Nell'ambito dei motori ad accensione comandata, la comprensione del processo di accensione e delle prime fasi di sviluppo del kernel è di primaria importanza per lo studio dell'intero processo di combustione, dal momento che questi determinano lo sviluppo successivo del fronte di fiamma. Dal punto di vista fisico, l'accensione coinvolge un vasto numero di fenomeni di natura molto complessa, come processi di ionizzazione e passaggio di corrente nei gas: molti di questi avvengono con tempi caratteristici che ne impediscono la simulazione tramite le attuali tecniche CFD. Si rende pertanto necessario sviluppare modelli semplificati che possano descrivere correttamente il fenomeno, a fronte di tempi di calcolo brevi. In quest'ottica, il presente lavoro di tesi punta a fornire una descrizione accurata degli aspetti fisici dell'accensione, cercando di metterne in evidenza gli aspetti principali e le criticità. A questa prima parte di carattere prettamente teorico, segue la presentazione del modello di accensione sviluppato presso il DIN dell'Università di Bologna dal Prof. Bianche e dall'Ing. Falfari e la relativa implementazione tramite il nuovo codice CONVERGE CFD: la validazione è infine condotta riproducendo un caso test ben noto il letteratura, che mostrerà un buon accordo tra valori numerici e sperimentali a conferma della validità del modello.

Lady Nugent and Tom Cringle on the veranda : early nineteenth century observations on a Caribbean architectural feature

This study of the veranda as seen through the eyes of Lady Maria Nugent and Michael Scott, alias Tom Cringle, clearly demonstrates the important role that the piazza, as it was then more commonly known, played in the life of early nineteenth century Caribbean colonial society. The popularity of the veranda throughout the region, in places influenced by different European as well as African cultures, and among all classes of people, suggests that the appeal of this typical feature was based on something more than architectural fashion. A place of relative comfort in hot weather, the veranda is also a space at the interface of indoors and outdoors which allows for a wide variety of uses, for solitary or small or large group activities, many of which were noted by Nugent and Scott. Quintessentially, the veranda is a place in which to relax and take pleasure, not least of which is the enjoyment of the prospect, be it a panoramic view, a peaceful garden or a lively street scene. Despite the great changes in the nature of society, in the Caribbean and in many other parts of the world, the veranda and related structures such as the balcony continue to play at least as important a role in daily life as they did two centuries ago. The veranda of today’s Californian or Australian bungalow, and the balcony of the apartment block in the residential area of the modern city are among the contemporary equivalents of the lower and upper piazzas of Lady Nugent’s and Tom Cringle’s day.

L'informativa di bilancio nelle imprese familiari di piccole dimensioni : caratteri distintivi e aspetti evolutivi

SOMMARIO: 1. I fattori che incidono sulla funzione informativa del bilancio nelle imprese familiari. 2. Funzione, obiettivi e attese informative nella comunicazione esterna delle imprese familiari. 3. I caratteri del “familismo” nei prospetti di bilancio. 4. Verso un nuovo modello di bilancio per le imprese familiari: riflessioni critiche e spunti per la ricerca.

Corrected mean-field models for spatially-dependent advection-diffusion-reaction phenomena

In the exclusion-process literature, mean-field models are often derived by assuming that the occupancy status of lattice sites is independent. Although this assumption is questionable, it is the foundation of many mean-field models. In this work we develop methods to relax the independence assumption for a range of discrete exclusion process-based mechanisms motivated by applications from cell biology. Previous investigations that focussed on relaxing the independence assumption have been limited to studying initially-uniform populations and ignored any spatial variations. By ignoring spatial variations these previous studies were greatly simplified due to translational invariance of the lattice. These previous corrected mean-field models could not be applied to many important problems in cell biology such as invasion waves of cells that are characterised by moving fronts. Here we propose generalised methods that relax the independence assumption for spatially inhomogeneous problems, leading to corrected mean-field descriptions of a range of exclusion process-based models that incorporate (i) unbiased motility, (ii) biased motility, and (iii) unbiased motility with agent birth and death processes. The corrected mean-field models derived here are applicable to spatially variable processes including invasion wave type problems. We show that there can be large deviations between simulation data and traditional mean-field models based on invoking the independence assumption. Furthermore, we show that the corrected mean-field models give an improved match to the simulation data in all cases considered.

Particle wave

“Particle Wave” is comprised of six lenticular panels hung in an even, horizontal sequence. Each panel alternates between two solid colour fields as you move past it. There are six colours in total, with each colour represented twice in the spectrum. From left to right, the panels move through yellow, orange, magenta, violet, blue, green and back to yellow. The work’s title refers to the two competing theories of light, which can be understood as either paradoxical or complementary. Like these theories, the experience of viewing the work catches us in a double bind. While we can orient ourselves to see solid colour fields one by one, we are never able to fully capture them all at once. In fact, it is only through our continual movement, and the subsequent transitioning of visible colours that we register the complete spectrum. Through this viewing experience, “Particle Wave” actively engages with our peripheral vision and the transitory nature of perception. It plays with the fundamental pleasures of colour and vision, and the uneasy seduction of being unable to grasp multiple phenomena simultaneously.

Hankering

As a man and woman take turns reciting their favourite simple pleasures, text fades in and out on screen. The visible words, which float against a starscape, are approximations and variations of those being spoken. As the video progresses, the voices and the correlating texts start to overlap slightly. What at first seems to be a testiment to small, saccharine satisfactions starts to become a passive-aggressive race for modest contentment. Rubbing the fine line between sweet and sour, “Hankering” plays with the indirect messages that float through our desires, relationships and the languages we use to communicate them.

Auric Variations

A female voice softly recites physical and psychological associations of aura colours. On screen, individual words fade in and out rhythmically amid a field of swirling and morphing colours. The animated words correlate with the words being spoken, but not every word is displayed, therefore enabling an alternative range of verbal associations to emerge. “Auric Variations” plays with the mix of affirmation and anxiety that can underscore contemporary subjective experiences and the new age techniques we sometimes used to understand them.

Outlook

This wall-mounted sculpture features eight photographic prints displayed on a computer monitor mounting system. The eight panels each swivel and articulate separately. Together, they combine to create an abstract landscape based on a desktop background image of an idyllic tropical setting. Recalling the workstation of a futures trader, logistics manager, or design guru, the screen armature draws out the simultaneously romantic and vacuous characteristics of the imagery. By combining the visual languages of both physical and on-screen desktop environments with the pictorial traditions of landscape and abstraction, this work questions how and where we deploy nature, desire and wonderment in our increasingly technologised lives.

Accuracy of rate estimation using relaxed-clock models with a critical focus on the early metazoan radiation

In recent years, a number of phylogenetic methods have been developed for estimating molecular rates and divergence dates under models that relax the molecular clock constraint by allowing rate change throughout the tree. These methods are being used with increasing frequency, but there have been few studies into their accuracy. We tested the accuracy of several relaxed-clock methods (penalized likelihood and Bayesian inference using various models of rate change) using nucleotide sequences simulated on a nine-taxon tree. When the sequences evolved with a constant rate, the methods were able to infer rates accurately, but estimates were more precise when a molecular clock was assumed. When the sequences evolved under a model of autocorrelated rate change, rates were accurately estimated using penalized likelihood and by Bayesian inference using lognormal and exponential models of rate change, while other models did not perform as well. When the sequences evolved under a model of uncorrelated rate change, only Bayesian inference using an exponential rate model performed well. Collectively, the results provide a strong recommendation for using the exponential model of rate change if a conservative approach to divergence time estimation is required. A case study is presented in which we use a simulation-based approach to examine the hypothesis of elevated rates in the Cambrian period, and it is found that these high rate estimates might be an artifact of the rate estimation method. If this bias is present, then the ages of metazoan divergences would be systematically underestimated. The results of this study have implications for studies of molecular rates and divergence dates.

Refraction in children : a comparison of two methods of accommodation control

Purpose: The prevalence of refractive errors in children has been extensively researched. Comparisons between studies can, however, be compromised because of differences between accommodation control methods and techniques used for measuring refractive error. The aim of this study was to compare spherical refractive error results obtained at baseline and using two different accommodation control methods – extended optical fogging and cycloplegia, for two measurement techniques – autorefraction and retinoscopy. Methods: Participants comprised twenty-five school children aged between 6 and 13 years (mean age: 9.52 ± 2.06 years). The refractive error of one eye was measured at baseline and again under two different accommodation control conditions: extended optical fogging (+2.00DS for 20 minutes) and cycloplegia (1% cyclopentolate). Autorefraction and retinoscopy were both used to measure most plus spherical power for each condition. Results: A significant interaction was demonstrated between measurement technique and accommodation control method (p = 0.036), with significant differences in spherical power evident between accommodation control methods for each of the measurement techniques (p < 0.005). For retinoscopy, refractive errors were significantly more positive for cycloplegia compared to optical fogging, which were in turn significantly more positive than baseline, while for autorefraction, there were significant differences between cycloplegia and extended optical fogging and between cycloplegia and baseline only. Conclusions: Determination of refractive error under cycloplegia elicits more plus than using extended optical fogging as a method to relax accommodation. These findings support the use of cycloplegic refraction compared with extended optical fogging as a means of controlling accommodation for population based refractive error studies in children.