275 resultados para Gramsci


Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Estudo sobre o Hip Hop como processo comunicacional e sociabilidade entre jovens indígenas de Dourados, Mato Grosso do Sul, para verificar quais os principais objetivos da prática do movimento Hip Hop, compreender se serve como comunicação, contribui para o fortalecimento da língua guarani ou gera novas tensões sociais na reserva. Para tanto, foi analisado aspectos históricos do movimento, passando pelos Estudos Culturais, e como Movimento Social, dando início à discussão de uma voz alternativa por meio do Hip Hop. Do ponto de vista metodológico, trata-se de um de estudo de caso, com representantes dos grupos de jovens Brô Mc's e Jovens Conscientes, das reservas Jaguapirú e Bororó, das etnias Guarani-Kaiowá de Dourados (MS). Foram realizadas entrevistas semiestruturadas junto a jovens que participaram das oficinas de hip hop, das lideranças indígenas e professores. A investigação é complementada pela pesquisa bibliográfica, documental e análises das letras de rap em confrontação com as visões da imprensa, a partir da análise dos jornais Diário MS e O Progresso. Os resultados apontam que os jovens se apropriam de uma cultura global para transformar o ambiente local com objetivo de preservar a língua guarani, uma alternativa para o conhecimento, logo para não seguirem caminhos como o das drogas. Negociando falas sobre sua realidade, dentro e fora da reserva, já que nos meios de comunicação locais há pouco espaço para a voz dos indígenas e dentro da reserva ainda há contestação do movimento em um contexto político, na tentativa de atingir uma cultura “pura”, devido à preocupação dos mais velhos com a perda de território.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Nas décadas de 1970 e 1980 houve a eclosão de experiências comunicacionais populares, em todo Brasil, com vasta produção de materiais, especialmente arquivados pelos centros de documentação. Em sua maioria, criados e financiados por setores progressistas da Igreja Católica e Protestante. Entre eles, o Centro de Pastoral Vergueiro (CPV) e o Centro de Comunicação e Educação Popular de São Miguel Paulista (CEMI) que também tiveram importante papel na construção e preservação da memória das lutas populares no período de reorganização social, no contexto de distensão da ditadura militar. No entanto, tais acervos estão em iminente risco, por falta de investimento e vontade política. O que seria um prejuízo histórico e científico para movimentos sociais atuais e à pesquisa acadêmica. O objetivo do estudo é identificar a que se deve este desinteresse. A abordagem se dá pelo método da história oral e como técnicas de investigação adotamos a pesquisa bibliográfica, documental e a pesquisa de campo, por meio da entrevista em profundidade. A falta de uma política pública que garanta a preservação dos documentos é sinal de que no Brasil predomina uma cultura que não privilegia a memória, sobretudo das camadas empobrecidas da população. Além do que, a memória pode ser subversiva. Afinal tais documentos expressam a força da participação popular no processo de transformação social e podem despertar novas ações, o que não interessa aos grupos que estão no poder.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Este trabajo tiene como objetivo delimitar el lugar de la obra del filósofomarxista francés Louis Althusser en el proceso de relectura de la tradiciónmarxista llevado a cabo por el colectivo de intelectuales argentinosnucleados en la revista Pasado y Presente. A partir de la reconstrucciónde dicho proceso de recepción, se matiza y complejiza la interpretacióncanónica de la necesaria exclusión e incompatibilidad entre lastradiciones gramsciana y althusseriana al interior de esta experiencia.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

La ricerca punta a ricostruire il complesso e travagliato processo decisionale che porta alla realizzazione del quarto centro siderurgico di Taranto. Il grande stabilimento viene progettato nel 1955, approda sui tavoli del comitato di Presidenza della Finsider nel settembre del 1956 e dopo quasi quattro anni di dibattiti e dietrofront ottiene il via libera dal consiglio dei Ministri il 9 giugno del 1959. La prima pietra del centro verrà posta il 10 luglio del 1960, il primo settore (un tubificio) inaugurato nel 1961, mentre il resto del complesso entrerà in funzione nel 1964. Ispiratore del centro è Pasquale Saraceno e gli uomini dell'associazione Svimez, convinti sostenitori dell'industrializzazione dell'Italia Meridionale. Il progetto sostenuto apertamente dalla Democrazia Cristiana a partire dal 1956 e in seguito da tutte le forze politiche, viene convintamente osteggiato dall'Impresa Pubblica, Finsider in testa, che vede messa a repentaglio l'autonomia imprenditoriale del gruppo e i propri equilibri economici. Il centro meridionale è considerato strategicamente penalizzante ed economicamente sconveniente, dato che i maggiori centri industriali italiani del tempo si trovano nell'Italia Settentrionale (quindi una localizzazione meridionale comporterebbe un aggravio di costi per le operazioni di trasporto dell'acciaio). L'Impresa pubblica opterebbe su una politica imprenditoriale più prudente, incentrata sul potenziamento graduale dei centri già esistenti. Non così la Politica decisa ad attuare una svolta in grado di realizzare evidenti progressi nell'economia meridionale. La nostra ricerca ha cercato di ricostruire l'impegno e le manovre dei principali partiti politici e parallelamente le strategie e le ragioni dell'Impresa pubblica tenendo anche conto del grande dibattito sorto sulla stampa nazionale tra favorevoli e contrari al progetto e al coinvolgimento dell'opinione pubblica meridionale in particolare pugliese. La ricerca si divide in tre parti (dedicate alle origini del progetto (1954-1955), gli sviluppi della vicenda (1957-1958), il via libera al centro (1959-1960) e si articola in sei capitoli (Meridione e industrializzazione: verso il quarto centro siderurgico; La siderurgia italiana verso il boom: il progetto del IV centro a ciclo integrale; La polemica Iri – Dc: uno scontro istituzionale; Il Pci e il centro siderurgico di Taranto; La vicenda Vado Ligure e la posizione dell'impresa privata; L'approvazione del progetto). La tesi cerca di mettere a fuoco la posizione della Politica (Dc e Pci su tutti), della Tecnica (Iri e Finsider ma anche progetti e impegno dei privati, quali la Fiat e la Falck) e della società civile (soprattutto quella tarantina dedicando una certa attenzione al mondo cattolico). La ricerca si è svolta su più livelli. Nel primo anno si è compiuta un'approfondito studio presso l'archivio dell'Iri (conservato presso l'Archivio Centrale dello Stato a Roma), della Dc (Istituto Sturzo, Roma), del Pci (Istituto Gramsci Roma). Il secondo ha permesso di soffermarsi sulle vicende di Taranto (Archivio dell'Arcidiocesi, Archivio del Comune, Biblioteca Comunale). Il terzo è stato focalizzato ancora su vicende politiche e finanziarie (Archivio Storico Banca d'Italia, Archivio Giulio Andreotti, Archivio storico del Senato, tutti con sede a Roma). L'esame dei verbali dei Comitati esecutivi della Finsider per gli anni 1954 -1959 rivela una chiara direzione: la Finsider studia con grande rigore la situazione del mercato italiano, delle varie aziende e dei centri produttivi del Gruppo. Un rigore finalizzato alla chiusura dei centri ritenuti antiquati e poco funzionali e al potenziamento di quelli più moderni e dalle dimensioni imponenti. Un'azione tesa ad incrementare la produzione, essere competitivi sul mercato internazionale e salvaguardare il vero faro dell'azienda in quegli anni: l'economicità. Cioè ottenere il più possibile tutelando gli equilibri finanziari del Gruppo. E' per questo che per ben due anni, i funzionari dell'azienda avanzano progetti complementari, come quello del piccolo centro di Apuania, ma il Comitato esecutivo pur considerando l'investimento indispensabile e conveniente, decide di rinviarne la realizzazione. Gli elementi più rilevanti sono emersi per l'anno 1957. E' noto come il centro siderurgico meridionale fosse messo a rischio da un altro progetto avanzato dalla Fiat, decisa a realizzare un proprio stabilimento nell'Italia settentrionale, a Vado Ligure. Il centro avrebbe dovuto rifornire di acciaio gli stabilimenti della casa automobilistica rendendola indipendente dall'Industria di Stato. Nel caso si fosse realizzato il centro di Vado (al quale la Fiat rinuncerà nel 1957) sarebbe risultato impossibile realizzarne un altro nel Meridione (a quel punto la produzione avrebbe superato i consumi). Dai dati esaminati emerge una trattativa finora inedita che vede il coinvolgimento della Finsider e di privati stranieri.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

"A través del peronismo llegué a comprender a Gramsci". Con esta frase, pronunciada por Ernesto Laclau en una entrevista concedida a una revista izquierdista estadounidense en 1983, se puede resumir lo que este politólogo argentino entendía como la vía más adecuada para alcanzar el poder político en un Estado, al menos a nivel de la capa conjuntiva (ejecutivo, legislativo y judicial) (Bueno, 1991). Junto a Laclau, en dicha entrevista, estaba su mujer, la también politóloga belga Chantal Mouffé. Ambos se encontraban en aquel año en París celebrando el centenario de la muerte de Carlos Marx. Estas palabras de Laclau fueron reproducidas en un artículo publicado en el diario El País del por Ludolfo Paramio (1983), sociólogo, periodista y físico español, militante del Partido Socialista Obrero Español (PSOE) desde 1982, adscrito durante una época a la corriente guerrista (de Alfonso Guerra), profesor de sociología en la Universidad Complutense de Madrid, entre otras, y Director del Departamento de Análisis y Estudios del Gabinete de la Presidencia del Gobierno de España en la primera legislatura de José Luis Rodríguez Zapatero, de 2004 a 2008. Además ha sido miembro de la Asociación Latinoamericana de Ciencia Política y dirige actualmente un postgrado sobre política en Iberoamérica en el Instituto Universitario de Investigación Ortega y Gasset. ¿Qué más tienen en común Laclau, Mouffé y Paramio además de esta interrelación ideológica, sentimental y periodística? Que no se puede entender Podemos sin estos tres nombres, como tampoco puede entenderse sin las conexiones ideológicas entre estos ideólogos y la propia familia de Pablo Manuel Iglesias Turrión (Pablo Iglesias II) y sus quehaceres político-vitales.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Introducción: La importancia de los procesos de salud-enfermedad-atención es un hecho universal ejecutado a través de diferentes modelos. Occidente propone el modelo Biomédico, cuyos logros se ven limitados por la exclusión que realiza a las variables socio-culturales del enfermar. Objetivo: Una reflexión sobre las posibilidades de mejora que permitan una asistencia cercana al holismo, determinante no sólo de una mayor profesionalidad sino también de la conformación de una auténtica identidad enfermera, constituye el objetivo esencial. Metodología: Para intentar dar una respuesta sólida nos aventuraremos a la lectura de dos autores clásicos de la talla de Foucault y Gramsci, largamente referenciados en el ámbito de la Antropología médica, permitiéndonos sugerir una línea en la búsqueda de motivos y soluciones sobre la problemática que nos envuelve. Desarrollo: Una vía razonable se vislumbra en el aporte que las formas de atención complementarias posibilitan. En este sentido, la Enfermería actual debe buscar una vuelta a su ethos del cuidado, alejándose así de los preceptos deterministas que la han condenado a la subalternidad. Conclusiones: Un cambio en los patrones formativos se constituye como eje básico que determine una mejora real en los procesos de atención y permitan el derecho básico de una atención de calidad.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Este trabajo tiene como objetivo delimitar el lugar de la obra del filósofomarxista francés Louis Althusser en el proceso de relectura de la tradiciónmarxista llevado a cabo por el colectivo de intelectuales argentinosnucleados en la revista Pasado y Presente. A partir de la reconstrucciónde dicho proceso de recepción, se matiza y complejiza la interpretacióncanónica de la necesaria exclusión e incompatibilidad entre lastradiciones gramsciana y althusseriana al interior de esta experiencia.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Uno de los objetivos de este artículo es reconstruir la trayectoria intelectual de Juan Carlos Portantiero en torno a un conjunto limitado de sus intereses: el socialismo y la democracia, en su relación, no por separado, a la vez que ello se vincula con la articulación de una estrategia de explicación histórica y sociológica. La otra veta del artículo analiza las relaciones entre culturas políticas y ciencia social, en particular la cultura de izquierdas y el desarrollo de las ciencias sociales en América Latina. Ello se ha realizado sobre la base de una lectura de casi toda su producción intelectual, tratando de rastrear y mostrar algunas continuidades y cambios o desplazamientos en sus ideas y preocupaciones. Se muestra que Portantiero elabora una estrategia de explicación social sobre la base de Marx, Lenin, Gramsci, Mao hasta fines de los setenta, preocupado por la socialización del poder y, entonces, de la economía. Las dos últimas décadas se concentra en la construcción de las condiciones de consolidación de la democracia, pensada como un régimen que incluya reconocimiento de minorías y funcione para reducir los monopolios económicos y políticos.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Este trabajo tiene como objetivo delimitar el lugar de la obra del filósofomarxista francés Louis Althusser en el proceso de relectura de la tradiciónmarxista llevado a cabo por el colectivo de intelectuales argentinosnucleados en la revista Pasado y Presente. A partir de la reconstrucciónde dicho proceso de recepción, se matiza y complejiza la interpretacióncanónica de la necesaria exclusión e incompatibilidad entre lastradiciones gramsciana y althusseriana al interior de esta experiencia.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

O objetivo deste trabalho é levantar os diversos entendimentos que se tem sobre a função social da escola e como os diversos segmentos da equipe escolar a percebem. Procede-se a um levantamento da evolução da instituição escolar ao longo dos períodos históricos, define-se a escola como espaço socialmente destinado à transmissão do conhecimento acumulado pela sociedade humana para as novas gerações, busca-se em Libâneo e Mizukami caracterizar, para cada uma das tendências/abordagens pedagógicas, a sua função social entendendo-a nos níveis micro, meso e macro, e como uma teia de relações caleidoscópicas . Busca-se no pensamento de Gramsci os referenciais teóricos e corpo conceitual que possibilitem a leitura e compreensão dos elementos analisados e presentes na fala dos sujeitos pertencentes a segmentos da equipe escolar pesquisada. Procedeu-se a um estudo qualitativo do tipo etnográfico, através de entrevistas semi-estruturadas, observação de campo e análise documental. Verificou-se que a escola apresenta em seu Projeto Pedagógico uma forte tendência tradicional liberal, e nas falas dos sujeitos nvolvidos na pesquisa: alunos, pais/mães, colaboradores e professores uma forte crença na escola como possibilitadora de sucesso e ascensão social aos educandos, depositando nela todas as expectativas nesse sentido. O entendimento da função social da escola é percebida no nível do individual, não demonstrando preocupações com o coletivo, nem tampouco com o diploma sem saberes aprendidos , a personalidade do educando ou seu nível para o acesso ao capital cultural. Os professores partilham dessa esponsabilidade com a formação e sucesso do indivíduo educando. Buscou-se a partir dessa reflexão, um entendimento sobre a função social da escola contemporânea.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Este estudo tem por objetivo refletir sobre a educação não-formal e seu papel educativo nos marcos de uma Escola Cidadã: os Centros Educacionais de Santo André (CESAs), que se apresentam como um projeto contra-hegemônico de escola inclusiva. Considerando-se a educação não-formal um campo de conhecimento em construção, analisa-se outra forma de organização da escola pública e como ocorre a mediação deste processo educativo. O espaço arquitetônico, as novas dimensões do educar, a formação dos professores e a entrada de outros atores na escola são apreciados ouvindo-se as vozes de crianças, pais e professores. Partindo-se de referências teóricas de estudiosos da corrente crítico-reprodutivista que analisam a escola no contexto de sociedades de classe, buscam-se, apoiados na perspectiva da escola única, defendida por Gramsci (1981), alternativas em que as aprendizagens aconteçam nas interações geradas no processo participativo em todo seu significado social. Nos capítulos iniciais, de caráter histórico e bibliográfico, discute-se a implantação de políticas públicas dessa natureza, que lançam mão da educação não-formal; finalizamos buscando evidenciá-las na política pública de educação desenvolvida nos CESAs, explorando, principalmente, as linguagens artísticas no desenvolvimento da cidadania.(AU)

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Este estudo aborda os esforços para a democratização das escolas da rede municipal de Santo André (SP) e as políticas públicas implementadas para atingir esse fim no período de 1997 a 2008, tendo como foco principal a construção do projeto político pedagógico como alternativa democrática e buscando identificar a criação de mecanismos que corroboraram com essa construção. De caráter qualitativo, a pesquisa desenvolveu um trabalho de campo pautado na investigação dos documentos produzidos no período, realizou entrevistas, aplicou questionários e utilizaram-se grupos focais, a fim de que os dados possibilitassem uma reflexão teórica e uma análise dialogal sobre a temática escolhida. Apresenta-se um estudo bibliográfico ancorado nas idéias de Antonio Gramsci, o teórico da hegemonia cultural, que inspirou a caminhada em direção à democratização. Procura-se encontrar, ao longo desta pesquisa, o movimento contra-hegemônico que possa indicar sinais de possíveis mudanças na escola e sua contribuição com a construção de um espaço democrático. O projeto político pedagógico é visto como referência para o diálogo, e discutem-se sua elaboração, acompanhamento e avaliação com base no conceito de "qualidade negociada" a partir das contribuições de Luiz Carlos de Freitas. Também se expõem contribuições de autores econhecidos no meio acadêmico que pesquisam a temática em pauta, trazendo à tona a dinâmica contraditória e conflituosa para a instauração de processos participativos em um país de tradição autoritária como o Brasil. A análise dos dados permitiu apresentar e reconhecer os limites da gestão escolar historicamente centralizada e hierarquizada, observando neste processo a criação de mecanismos de participação para que uma nova cultura de gestão da escola seja construída. A pesquisa elucida a importância da construção do lugar do convívio ou seja, de luta, segundo Gramsci, e de fronteira, segundo Freitas , espaço que pode permitir a criação das possibilidades de atuação social construídas pela sociedade política e pela sociedade civil.(AU)

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The aim of this paper is to analyze the street demonstrations occurred last June and July 2013, which appear as samples of the hegemonic fights in course in Brazil, during the so-called Big Wave of the social groups in conflict nowadays in the country. Among other questions, this study tries to explain how the varied stages of these fighting groups influenced their late ones. For that, it takes into consideration the bibliography available not only on these groups, but also on the social and political contemporary Brazil. That is why it evaluates political documents, as well as opinion pieces, news and others disseminated by the press or by political groups. Speeches made by political leaderships, as, for example, that one the President Dilma Roussef made on 21 July 2013, deserves close analysis. This also applies to contributions made by secondary data, poll institutions and IBGE’s socio-economic data. Categories and concepts of Antonio Gramsci’s political sociology are used here as theoretic bases. In fact, it favors the hypothesis that, during the dispute for the intellectual and moral command of demonstrations on July 2013, a certain middle-class conservative ideology emerged on scene. This group conquered the agreement of hegemonic mass media acting now as a political party, here designated as media party. These media resorted to platforms preexistent to the demonstration movements, especially their rejection to political organizations and programs in order to ascend as the demonstrations’ leaders along a certain period in which corruption appeared as the central theme of these efforts, while the government tried to get control of the situation. In view of the several forces and issues at stake, the present study contributes to the discussion about the current reality in Brazil and its perspectives, without losing sight of the centrality of the June Movements as political and ideological milestones

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The strong presence of the communication and information technologies (TICs) forced the productive routine of some media vehicles to go through significant changes. The same happened to the alternative agencies segment. Having a scarce literature and sources about this subject, this study’s objective is to understand how the Information Agency Frei Tito for Latin America (Adital) develops its proposal of alternative journalism, within the cyberspace, while aiming a Christian communication. For this finality, the study will describe and explain the practices of journalistic production, identifying the subjects involved and the relations maintained between them in this productive routine. Also, it will trace who and where these content replicators are and/or their online address. At first, it was presented a theoretical discussion about the concepts of “counter-hegemony”, alternative journalism and communicative citizenship, what brings us to the studies of Gramsci (2010), Peruzzo (2011), Moraes (2013), Paiva (2008), Coutinho (2008), Mata (2006), among other authors. Next, it will be approached briefly the historical path of the information agencies around the world and in Latin America, so that the study can focus on authors like Aguiar (2009), Pasti (2013) and Moraes (2010). This piece will draught a “methodologic route” for a qualitative approach with an exploratory and descriptive character. We gave up the etnometodological methods, what allow us to analyze the etnomethods or behavioral groups of action, procedures, activities and knowledge that constitutes these groups, giving them recognition and distinction. (COULON, 1995). To achieve the defined objectives, it was also used a bibliographical and documental research techniques, in addition to subject observation and semi-structured interviews. Finally, we analyze the collected data taking into consideration three pivots: the beginning of Adital; the practices, characteristics and subjects involved in the productive routine of the agency; and who are and where are these content replicators of content produced and transmitted by Adital. We can conclude that the production routine of an alternative agency and the counter-hegemonic of information is marked by some singularities regarding to the organization of the journalistic practice and to the obstacles found on the way. Our data allows us, even if there are still some doubts, to believe that Adital is a sort of independent information agency, alternative and counter-hegemonic, ergo, more close to a proposition of communicative citizenship.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The strong presence of the communication and information technologies (TICs) forced the productive routine of some media vehicles to go through significant changes. The same happened to the alternative agencies segment. Having a scarce literature and sources about this subject, this study’s objective is to understand how the Information Agency Frei Tito for Latin America (Adital) develops its proposal of alternative journalism, within the cyberspace, while aiming a Christian communication. For this finality, the study will describe and explain the practices of journalistic production, identifying the subjects involved and the relations maintained between them in this productive routine. Also, it will trace who and where these content replicators are and/or their online address. At first, it was presented a theoretical discussion about the concepts of “counter-hegemony”, alternative journalism and communicative citizenship, what brings us to the studies of Gramsci (2010), Peruzzo (2011), Moraes (2013), Paiva (2008), Coutinho (2008), Mata (2006), among other authors. Next, it will be approached briefly the historical path of the information agencies around the world and in Latin America, so that the study can focus on authors like Aguiar (2009), Pasti (2013) and Moraes (2010). This piece will draught a “methodologic route” for a qualitative approach with an exploratory and descriptive character. We gave up the etnometodological methods, what allow us to analyze the etnomethods or behavioral groups of action, procedures, activities and knowledge that constitutes these groups, giving them recognition and distinction. (COULON, 1995). To achieve the defined objectives, it was also used a bibliographical and documental research techniques, in addition to subject observation and semi-structured interviews. Finally, we analyze the collected data taking into consideration three pivots: the beginning of Adital; the practices, characteristics and subjects involved in the productive routine of the agency; and who are and where are these content replicators of content produced and transmitted by Adital. We can conclude that the production routine of an alternative agency and the counter-hegemonic of information is marked by some singularities regarding to the organization of the journalistic practice and to the obstacles found on the way. Our data allows us, even if there are still some doubts, to believe that Adital is a sort of independent information agency, alternative and counter-hegemonic, ergo, more close to a proposition of communicative citizenship.