815 resultados para Dream and reality


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Pós-graduação em Estudos Linguísticos - IBILCE

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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)

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Pós-graduação em Direito - FCHS

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The incipient but quickly expansion action on the Information and Communications Technologies (ICT) in Africa it is now just having different impact on these societies. One of these relates bear on how users are identified with these tools. Just like that we find individuals identify as bloggers, twitter followers or cyber activist. This contribution analyzes the Senegal’s fact where a successful use of social nets and web 2.0 tools experience (at least in repercussion) as social and political involvement while presidential elections in 2012 is tied to come back an identity: Cyber activist. Senegalese circumstance shows us how this identity has a personal and assertiveness dimension as well collective aspects of belonging to a community. One as much as the other, show us personal traits in contrast to previous beliefs, basically because it fuse and confuse virtual and reality. Due to dynamics from expanding technology, this identity is youthful and urban, but not only. This situation creates new dynamics at least in this affected group. For this reason, besides knowing emergence and evolution of this fact, it raises some of the involvement in social and political involvement from groups traditionally “invisible”. Beyond the new social behavior there are new changes in the rules of the game in order to start new social revolution.

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Il presente lavoro è dedicato allo studio della geografia immaginaria creata dallo scrittore indiano di lingua inglese R.K. Narayan (1906-2001), allo scopo non solo di indagare la relazione che si stabilisce tra spazio, personaggi e racconto, ma anche di rilevare l’interazione tra il mondo narrativo e le rappresentazioni dominanti dello spazio indiano elaborate nel contesto coloniale e postcoloniale. Dopo un primo capitolo di carattere teorico-metodologico (che interroga le principali riflessioni seguite allo "spatial turn" che ha interessato le scienze umane nel corso del Novecento, i concetti fondamentali formulati nell’ambito della teoria dei "fictional worlds", e i più recenti approcci al rapporto tra spazio e letteratura), la ricerca si articola in due ulteriori sezioni, che si rivolgono ai quattordici romanzi dell’autore attraverso una pratica interpretativa di ispirazione geocritica e “spazializzata”. Nel secondo capitolo, che concerne la dimensione “verticale” che si estende dal cronotopo dei romanzi a quello dell’autore e dei lettori, si procede al rilevamento, all’interno del mondo narrativo, di tre macro-paesaggi, successivamente messi a confronto con le rappresentazioni endogene e esogene dello spazio extratestuale; da questo confronto, la cittadina di Malgudi emerge come proposta autoriale di riorganizzazione sociale e urbana dal carattere innovativo e dallo statuto eterotopico, sia in rapporto alla tradizione letteraria dalla quale origina, sia rispetto alle circostanze ambientali dell’India meridionale in cui essa è finzionalmente collocata. Seguendo una dinamica “orizzontale”, il terzo capitolo esamina infine il rapporto tra lo spazio frazionato di Malgudi, i luoghi praticati dai suoi abitanti e la relazione che questi instaurano con il territorio transfrontaliero e con la figura del forestiero; inoltre, al fine di stabilire la misura in cui la natura dello spazio narrativo influisce sulla forma del racconto, si osservano le coincidenze tra il tema dell’incompiutezza che pervade le vicende dei personaggi e la forma aperta dei finali romanzeschi.

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La tesi è incentrata sui recenti sviluppi della narrativa testimoniale dell’America Latina. Verranno presi in considerazione gli ultimi contributi critici dedicati al rapporto tra finzione e realtà in letteratura, e sarà dato spazio alla costruzione narrativa della realtà e alla nascita del testimonio, come genere a sé, che raccoglie alcune delle principali opere latinoamericane degli ultimi quaranta anni. Nello specifico, l’indagine riguarderà la rappresentazione letteraria della violenza nella narrativa di denuncia di tre autori ispoanoamericani: la novela negra di Enrique Serna, il poliziesco testimoniale di Rodolfo Walsh e la scrittura estrema di Roberto Bolaño. Obiettivo della ricerca è capire in che modo i tre scrittori hanno raccontato le loro verità alternative, provando a salvaguardare la memoria, e quali effetti hanno ottenuto. Verranno analizzate non solo le tematiche affrontate, facendo riferimento quindi al contesto storico, politico e sociale al quale si rifanno, ma saranno illustrate anche le differenti tecniche di costruzione del romanzo, dell’intreccio e della trama, e verrà isolato il ruolo del testimone (diretto o indiretto) e delle fonti, per cogliere le differenze ma anche le similitudini stilistiche e narrative di ognuna delle opere. Più in generale, dimostreremo come e quanto i testi di questi autori costituiscano in realtà una forte critica al sistema imperante e diano voce alle categorie sociali altrimenti emarginate.

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En este estudio se han investigado algunas líneas poéticas de la poesía chilena desde la vanguardia hasta los Ochenta. La perspectiva asumida ha dado relevancia a algunas de las obras que más claramente han instaurado una relación profunda con su propio tiempo y que han incorporado en su enunciación y retórica fenómenos vinculados con los eventos socio-culturales y con los procesos histórico-políticos. Se han analizado algunas obras poéticas y de carácter crítico de Vicente Huidobro, Nicanor Parra, Enrique Lihn, Juan Luis Martínez y Raúl Zurita. En su corpus textual se ha podido verificar la formulación de actos lingüísticos que connotan el sentido de la poesía como vehículo privilegiado para la producción de significantes y contenidos. La concepción de la poesía como testimonio y memoria escritural de una comunidad hablante, así como de desafío a la memoria del lector, son las premisas que articulan el trabajo: la relación entre escritura y realidad, entre escritura e ideología y entre las distintas declinaciones de la cuestión en torno al binomio arte-vida. La componente ética que caracteriza en particular las obras de Lihn y Zurita, surge de la urgencia de elaborar el trauma del golpe de Estado, de la violencia, de la pérdida y la marginación social.

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Il presente lavoro di ricerca si focalizza sulla rappresentazione della cultura arabo-islamica, così come viene restituita nei libri di storia per la scuola secondaria di primo grado. Il fatto che il mondo di oggi è caratterizzato, ora più che mai, da continui e inevitabili incontri tra persone con multiple appartenenze esige un forte impegno volto a favorire pacifici rapporti interculturali. A tale scopo si ritiene che i contenuti dei libri di testo abbiano un ruolo molto rilevante. Di qui, uno degli obiettivi consiste nel verificare se i libri di testo veicolano un’efficace educazione alla conoscenza e al rispetto delle altre culture e religioni, all’ascolto e al dialogo interculturale; nonché al superamento dell'etnocentrismo, degli stereotipi e dei pregiudizi. Si è cercato così di verificare – nel campione dei libri di testo presi in esame – quali eventuali pregiudizi ricorrenti, stereotipi o prospettive etnocentriche vengono costruite, consolidate, reiterate e trasmesse, consapevolmente o inconsapevolmente, attraverso le affermazioni o le immagini che illustrano la cultura arabo-islamica. La prima parte della tesi, quella teorica, è dedicata all'approfondimento di due temi: il primo riguarda il rapporto Oriente-Occidente e la rappresentazione dell'altro e il secondo riguarda invece la condizione della donna musulmana tra stereotipi e realtà. La seconda parte invece, quella empirica, è dedicata principalmente all'analisi del contenuto dei testi di storia. Dall'analisi effettuata è evidente l'interesse, da parte degli autori e degli editori dei libri di testo, per il tema della cultura arabo-islamica. Nonostante ciò, si è potuto riscontrare nei libri presi in esame, sebbene in misura differente, la presenza (o compresenza) di stereotipi, generalizzazioni e informazioni parziali, imprecise o errate attorno alla cultura arabo-islamica e a chi vi appartiene.

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A semantic approach towards political conflict first emerged in the 1930s and provides the methodological foundations for the description of political conflicts, in particular as the correlation between the language of description and reality. Any military or political confrontation presupposes axiological, conceptual and ideological confrontation. The form of adequate description can only be comprehended if the characteristic features of its language (structure) and thesaurus are revealed. Admitting the possibility of different descriptions implies the necessity of analysing this possible ambiguity, i.e. the characteristic features of the language which enable us to form various statements, including mutually exclusive ones. The insoluble task of finding a middle ground between the viewpoints of the conflicting parties should be replaced by soluble procedures of explaining and assessing the conflicting axiologies. For the description of conflict situations, when it is essential to represent various positions within a uniform system, an apparatus of model semantics seems to be the most appropriate one both for generating alternatives and for bringing them together in a modal system of a world in which procedures of transition from one world to another (i.e. the transworld compatibility between them) are also reflected. Reality is reconstructed not as a sort of middle ground between the mutually exclusive approaches nor as their sum, but as a result of the overlapping of various worlds and the procedures of transition from one state of affairs to another. The description of a conflict is therefore seen as a system of worlds connected by modal relations, with a system of worlds emerging as a reality to be described. This approach makes it possible to describe the processes from the points of view of the participating parties and, at the same time, to reveal their basic attitudes. The main idea of this research is shown by the problems analysed: the description of conflict as methodology; language and behaviour (general problems of semiotic description), the logico-semantic analysis of the notions of "problem and conflict", "Genesis and Chronology", "the recurrent model of the (historical) explanation and interpretation of the conflict". Zolyan used data on the Karabagh conflict to demonstrate the dependence of the structure of semio-cultural codes on current political development and considered post-soviet history as a semio-cultural problem. He sought to consider and reveal the logic of manipulations with history, and proposed the logic of preferences as a possible instrument for achieving compromise.

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Contents'More than just one day'Teams take ideas from dream to reality at eventUpset seals sweet senior send-off

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We investigated the influence of playing a video game on children’s ability to distinguish between fantasy and reality. School-age children played a platform game for 15 min and then performed a fantasy/reality distinction task in which they were to judge whether images (from the platform game and from other games) were fantasy images or reality images. Unlike those in the control group (who played a memory game), the children in the experimental group showed a response bias toward mistakenly classifying reality images from the video game as fantasy images (as determined by means of an analysis based on signal detection theory). We conclude that playing the video game exerted a short-term influence on children’s ability to distinguish between fantasy and reality.

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Purpose. The focus of maternal role development, historically, has been on the tasks and processes during pregnancy as they relate to postpartum role transition. The purpose of this study was to investigate how women hospitalized with high-risk pregnancy cognitively construct pregnancy and impending motherhood. ^ Design. The study employed a triangulation design using a convergence model with a dominant focused ethnographic approach. ^ Setting. The antepartum units of two tertiary care centers in a large metropolitan city in southeast Texas. ^ Sample. Data saturation was determined with thirteen (13) primigravid women who had been hospitalized more than 72 hours with preterm labor (PTL) or preterm premature rupture of membranes (PPROM) who subsequently delivered seventeen (17) infants which included 4 sets of twins. ^ Methods. Open-ended, semi-structured interviews and field work were used to explore the development of maternal role in this population. After collecting descriptive data, long individual interviews were conducted and the Prenatal Self Evaluation Questionnaire (PSEQ), an instrument to measure prenatal adaptation to pregnancy, was administered. The interview focused on exploring the woman's experiences of pregnancy and impending motherhood while hospitalized. Interview data and field notes were coded and analyzed using qualitative thematic analytic techniques. The PSEQ was scored and the findings of the qualitative data and PSEQ data were compared. ^ Findings. Thematic analysis of the qualitative data provided an understanding of the cognitive process that occurs as the pregnant woman builds a relationship with the fetus. Thematic analysis resulted in a conceptual model with two complementary components that occur throughout the pregnancy: Establishing a Relationship and Dynamic Equilibrium. Establishing a Relationship includes subthemes of: Courting, Building a Connection, and Engagement. Dynamic equilibrium is the balance between expectations and reality and exists regardless of pregnancy complications. The negotiation of this potential imbalance is triggered by uncertainty, loss of autonomy and control, and isolation and is exacerbated by the high-risk pregnancy and subsequent hospitalization. These triggers can serve as obstacles to maternal role development, but may be mediated by external support from friends and family or health care providers. Support from others may come in the form of anticipatory guidance, presence, or activities that promote self-agency. PSEQ scores were similar to previous reports, but due to the small sample, scores were used primarily for comparison to qualitative data. The qualitative findings were congruent with the PSEQ findings in all of the subscales except in the concern for the well-being of the baby. Interview reports included comments demonstrating significant concern for the well-being of the infant, yet the related subscale did not demonstrate such concern. ^ Conclusions. An understanding of the cognitive process involved in establishing a relationship with the developing fetus related to impending motherhood and the importance of dynamic equilibrium can allow healthcare providers and those who interact with pregnant women to support development of the maternal role and anticipate those barriers that may impede that process. Findings from this study identify those triggers and mediators that influence development of the maternal role and suggest potential intervening strategies for those involved in the care of childbearing families. ^

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Pocos objetos hay en las Ciencias Sociales tan difíciles de precisar y abordar como la ideología. Alude a las relaciones entre conocimiento y realidad y nos sitúa en el campo de las representaciones que los hombres hacen de sí mismos y de sus relaciones con el mundo. Los hombres, a medida que se construye su subjetividad, no observan, analizan o experimentan la realidad directamente sino que lo hacen a través de complejas mediaciones. Una parte importante de esas mediaciones está constituida por lo “ideológico". Para añadir un nuevo elemento problemático se considera que la ideología no es sólo el filtro a través del cual se conoce y se significa el mundo de lo real sino que también opera para producir su conservación o transformación. Con lo cual la separación clara entre objeto y sujeto tiende a hacerse más difusa. Más allá de las dificultades que la evanescencia del objeto conlleva, su conceptualización es indispensable para completar el análisis de la realidad social y sus transformaciones. Este artículo intenta hacer una síntesis del recorrido que la formulación del concepto ha seguido dentro del campo teórico marxista (que es donde se ha producido el debate más sustantivo), tomando como eje conductor las dos vertientes principales en que se ha dividido su definición (aunque no siempre de manera explícita o, incluso, advertida): la ideología como cosmovisión o como falsa conciencia.

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La metodología circunstanciada de la enseñanza de la lengua y la literatura desarrollada y argumentada a lo largo de esta investigación se presenta como un modo de renegociar los encastres de perspectivas de las didácticas de la lengua o la literatura que hoy muestran en la Argentina su historia de entramados y superposiciones de diversos estatutos de saberes. Estas reconfiguraciones, estudiadas en las últimas cuatro décadas, no son ajenas a las coyunturas políticas, ni a los mecanismos de reproducción y producción de la cultura escolar y del sistema educativo, expresados en las particularidades de la disciplina escolar. Por ello, esta metodología se articula en tres fundamentos que no sobreimprimen nuevas prerrogativas didácticas a las reconfiguraciones de la enseñanza de la lengua y la literatura que actualmente encarnan la disciplina escolar y el sistema educativo en tres de sus niveles [primario, pero con especial atención al secundario e ingresos a la educación superior]. Básicamente, y más allá de sus matices, se trata de reconfiguraciones que develan la reificación de la lectura y la escritura como contenidos de enseñanza en nombre de criterios de utilidad y realidad para los docentes y alumnos. Así, se explica que los efectos de este estado de situación van consolidando un vacío metodológico revelado a través de relatos que permiten recuperar una historia reciente de la enseñanza de la lengua y la literatura en la Argentina, de los devenires de cada una de sus perspectivas, que, en apariencia, no se cruzarían. Sin embargo, puestos en relación, muestran los hechos en los que esas perspectivas se conjugaron, acaso conjuraron, e iniciaron sus complejas, y, a veces, no tan nítidas, alianzas. No obstante, ninguna perspectiva se impone por completo. Mirados sus efectos desde el trabajo docente, se encuentra un encastre entre el textualismo cognitivista, la psicogénesis y la más reciente perspectiva sociocultural e histórica, que abonan a una argamasa de saberes desestabilizadores de la enseñanza de la lengua y la literatura como rito de institución. Por el contrario, con sus prerrogativas siempre articuladas en retóricas de "cómo debe ser la mejor enseñanza" de la lengua y la literatura, de la lectura y la escritura, suman categorías, conceptos, recortes de líneas teóricas, investigaciones, por lo general, todos disímiles, para remodelarlos en orientaciones por demás distantes y ajenas a las realizaciones cotidianas del trabajo docente.Los fundamentos aquí planteados, entonces, se circunstancian en los modos en que docentes y alumnos dicen que se realiza la enseña de la lengua y la literatura. Asimismo, se expone que una idea de cambio radical no es pertinente para la comprensión de prácticas/acciones sociales como las educativas institucionales, y que, en realidad, es necesario recuperar en sentido estricto, y de las teorías sociales, la noción de cambio como variación de la reproducción y producción social. Por lo tanto, los postulados desarrollados para una metodología circunstanciada de la enseñanza de la lengua y la literatura están pensados en ese orden de la variación y no del aplastamiento de los sentidos que, histórica y culturalmente, la constituyen e instituyen