278 resultados para nervo fibular


Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Obbiettivo. Analizzare la funzionalità polmonare e diaframmatica dopo interventi di plicatura del diaframma con rete di rinforzo peri-costale eseguiti per relaxatio e riparazione di ernia transdiaframmatica cronica mediante riduzione e sutura diretta. Metodi. Dal 1996 al 2010, 10 pazienti con relaxatio unilaterale del diaframma e 6 pazienti con ernia transdiaframmatica cronica misconosciuta sono stati sottoposti a chirurgia elettiva. Gli accertamenti preoperatori e al follow-up di 12 mesi includevano prove di funzionalità respiratoria, misura della pressione massimale inspiratoria alla bocca in clino e ortostatismo, emogasanlisi, TC del torace e dispnea score. Risultati. I pazienti dei due gruppi non differivano in termini di funzionalità respiratoria preoperatoria nè di complicanze postoperatorie; al follow-up a 12 mesi il gruppo Eventrazione mostrava un significativo aumento del FEV1% (+18,2 – p<0.001), FVC% (+12,8 – p<0.001), DLCO% (+6,84 – p=0,04) e pO2 (+9,8 mmHg – p<0.001). Al contrario nrl gruppo Ernia solo il miglioramento della pO2 era significativo (+8.3 – p=0.04). Sebbene la massima pressione inspiratoria (PImax) fosse aumentata in entrambi i gruppi al follow-up, i pazienti operati per ernia mostravano un miglioramento limitato con persistente caduta significativa della PImax dall’ortostatismo al clinostatismo (p<0.001). Il Transitional dyspnoea score è stato concordante con tali miglioramenti pur senza differenze significative tra i due gruppi. La TC del torace ha evidenziato una sopraelevazione dell’emidiaframma suturato, senza recidiva di ernia, mentre i pazienti sottoposti a plicatura hanno mantenuto l’ipercorrezione. Conclusioni. L’utilizzo di un rinforzo protesico è sicuro e sembra assicurare risultati funzionali migliori a distanza in termini di flussi respiratori e di movimento paradosso del diaframma (valutato mediante PImax). Lacerazioni estese del diaframma coinvolgenti le branche principali di suddivisione del nervo frenico si associano verosimilmente a una relaxatio che può quindi ridurre il guadagno funzionale a lungo termine se non adeguatamente trattata mediante l’utilizzo di un rinforzo protesico.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Solo il 60% dei candidati alla resincronizzazione cardiaca risponde in termini di rimodellamento ventricolare inverso che è il più forte predittore di riduzione della mortalità e delle ospedalizzazioni. Due cause possibili della mancata risposta sono la programmazione del dispositivo e i limiti dell’ approccio transvenoso. Nel corso degli anni di dottorato ho effettuato tre studi per ridurre il numero di non responder. Il primo studio valuta il ritardo interventricolare. Al fine di ottimizzare le risorse e fornire un reale beneficio per il paziente ho ricercato la presenza di predittori di ritardo interventricolare diverso dal simultaneo, impostato nella programmazione di base. L'unico predittore è risultato essere l’ intervallo QRS> 160 ms, quindi ho proposto una flow chart per ottimizzare solo i pazienti che avranno nella programmazione ottimale un intervallo interventricolare non simultaneo. Il secondo lavoro valuta la fissazione attiva del ventricolo sinistro con stent. I dislocamenti, la soglia alta di stimolazione del miocardio e la stimolazione del nervo frenico sono tre problematiche che limitano la stimolazione biventricolare. Abbiamo analizzato più di 200 angiografie per vedere le condizioni anatomiche predisponenti la dislocazione del catetere. Prospetticamente abbiamo deciso di utilizzare uno stent per fissare attivamente il catetere ventricolare sinistro in tutti i pazienti che presentavano le caratteristiche anatomiche favorenti la dislocazione. Non ci sono più state dislocazioni, c’è stata una migliore risposta in termini di rimodellamento ventricolare inverso e non ci sono state modifiche dei parametri elettrici del catetere. Il terzo lavoro ha valutato sicurezza ed efficacia della stimolazione endoventricolare sinistra. Abbiamo impiantato 26 pazienti giudicati non responder alla terapia di resincronizzazione cardiaca. La procedura è risultata sicura, il rischio di complicanze è simile alla stimolazione biventricolare classica, ed efficace nell’arrestare la disfunzione ventricolare sinistra e / o migliorare gli effetti clinici in un follow-up medio.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

1.Ricostruzione mandibolare La ricostruzione mandibolare è comunemente eseguita utilizzando un lembo libero perone. Il metodo convenzionale (indiretto) di Computer Aided Design e Computer Aided Manifacturing prevede il modellamento manuale preoperatorio di una placca di osteosintesi standard su un modello stereolitografico della mandibola. Un metodo innovativo CAD CAM diretto comprende 3 fasi: 1) pianificazione virtuale 2) computer aided design della dima di taglio mandibolari, della dima di taglio del perone e della placca di osteosintesi e 3) Computer Aided Manufacturing dei 3 dispositivi chirurgici personalizzati. 7 ricostruzioni mandibolari sono state effettuate con il metodo diretto. I risultati raggiunti e le modalità di pianificazione sono descritte e discusse. La progettazione assistita da computer e la tecnica di fabbricazione assistita da computer facilita un'accurata ricostruzione mandibolare ed apporta un miglioramento statisticamente significativo rispetto al metodo convenzionale. 2. Cavità orale e orofaringe Un metodo ricostruttivo standard per la cavità orale e l'orofaringe viene descritto. 163 pazienti affetti da cancro della cavità orale e dell'orofaringe, sono stati trattati dal 1992 al 2012 eseguendo un totale di 175 lembi liberi. La strategia chirurgica è descritta in termini di scelta del lembo, modellamento ed insetting. I modelli bidimensionali sono utilizzati per pianificare una ricostruzione tridimensionale con il miglior risultato funzionale ed estetico. I modelli, la scelta del lembo e l' insetting sono descritti per ogni regione. Complicazioni e risultati funzionali sono stati valutati sistematicamente. I risultati hanno mostrato un buon recupero funzionale con le tecniche ricostruttive descritte. Viene proposto un algoritmo ricostruttivo basato su template standard.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

L’occhio è l’organo di senso responsabile della visione. Uno strumento ottico il cui principio di funzionamento è paragonabile a quanto avviene in una macchina fotografica. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (WHO 2010) sulla Terra vivono 285 milioni di persone con handicap visivo grave: 39 milioni sono i ciechi e 246 milioni sono gli ipovedenti. Si evince pertanto la necessità di tecnologie in grado di ripristinare la funzionalità retinica nelle differenti condizioni fisiopatologiche che ne causano la compromissione. In quest’ottica, scopo di questa tesi è stato quello di passare in rassegna le principali tipologie di sistemi tecnologici volti alla diagnosi e alla terapia delle fisiopatologie retiniche. La ricerca di soluzioni bioingegneristiche per il recupero della funzionalità della retina in condizioni fisiopatologiche, coinvolge differenti aree di studio, come la medicina, la biologia, le neuroscienze, l’elettronica, la chimica dei materiali. In particolare, sono stati descritti i principali impianti retinali tra cui l’impianto di tipo epiretinale e subretinale, corticale e del nervo ottico. Tra gli impianti che ad oggi hanno ricevuto la certificazione dell’Unione Europea vi sono il sistema epiretinale Argus II (Second Sight Medical Products) e il dispositivo subretinale Alpha IMS (Retina Implant AG). Lo stato dell’arte delle retine artificiali, basate sulla tecnologia inorganica, trova tuttavia limitazioni legate principalmente a: necessità di un’alimentazione esterna, biocompatibilità a lungo termine, complessità dei processi di fabbricazione, la difficoltà dell’intervento chirurgico, il numero di elettrodi, le dimensioni e la geometria, l’elevata impedenza, la produzione di calore. Approcci bioingegneristici alternativi avanzano nel campo d’indagine della visione artificiale. Fra le prospettive di frontiera, sono attualmente in fase di studio le tecnologie optogenetiche, il cui scopo è la fotoattivazione di neuroni compromessi. Inoltre, vengono annoverate le tecnologie innovative che sfruttano le proprietà meccaniche, optoelettroniche e di biocompatibilità delle molecole di materiali organici polimerici. L’integrazione di funzioni fotoniche nell’elettronica organica offre nuove possibilità al campo dell’optoelettronica, che sfrutta le proprietà ottiche e elettroniche dei semiconduttori organici per la progettazione di dispositivi ed applicazioni optoelettronici nel settore dell’imaging e del rilevamento biomedico. La combinazione di tecnologie di tipo organico ed organico potrebbe aprire in prospettiva la strada alla realizzazione di dispositivi retinici ed impianti di nuova generazione.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Ogni anno, a causa dell’utilizzo di combustibili fossili e della produzione di cemento, vengono rilasciate in atmosfera 35,7 × 109 tonnellate di CO2, il principale dei gas serra. Durante l’ultima Conferenza delle Parti della UNFCCC, tenutasi a Parigi e nota come COP-21, gli Stati membri hanno posto come obiettivo il raggiungimento delle “emissioni zero” entro la seconda metà del XXI secolo. Secondo le previsioni fornite dall’IPCC il raggiungimento di tale obiettivo porterebbe comunque la concentrazione atmosferica di CO2 a 430 – 530 ppm con un conseguente aumento di temperatura di 1.5-2°C. Se non si riuscisse a rispettare questo traguardo potrebbe rendersi necessaria la rimozione forzata di CO2 dall’atmosfera. Negli ultimi anni è stata riconosciuta ad alcuni ecosistemi, tra cui le praterie di fanerogame marine, la capacità naturale di sottrarre elevate quantità di CO2, e rimuoverle dall’ambiente sotto forma di carbonio organico, chiamato “Blue Carbon”, per lunghi periodi di tempo. Il principale obiettivo di questo lavoro è quello di stimare i quantitativi di “Blue Carbon” contenuto all’interno dei sedimenti e nella biomassa vegetale di una prateria di Posidonia oceanica. I risultati hanno permesso di quantificare, al variare della densità dei fasci fogliari della pianta, la percentuale di carbonio organico contenuta nei primi 40 cm di sedimento e quello contenuto nella biomassa vegetale. Queste percentuali sono state utilizzate per stimare i quantitativi totali di carbonio all’interno di una ristretta area della prateria, quella attorno allo scoglio di Molarotto. Per quest’area il contenuto in carbonio organico stimato per i sedimenti è risultato essere compreso tra 104,4 e 122,7 t C ha-1, mentre quello contenuto nelle fronde tra 3,65 e 6,31 t C ha-1. Utilizzando il software QGIS è stato infine possibile stimare la quantità totale (fronde + sedimento) di carbonio contenuto all’interno della prateria in generale. Questo è risultato essere di 716 tonnellate.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

The goals of any treatment of cervical spine injuries are: return to maximum functional ability, minimum of residual pain, decrease of any neurological deficit, minimum of residual deformity and prevention of further disability. The advantages of surgical treatment are the ability to reach optimal reduction, immediate stability, direct decompression of the cord and the exiting roots, the need for only minimum external fixation, the possibility for early mobilisation and clearly decreased nursing problems. There are some reasons why those goals can be reached better by anterior surgery. Usually the bony compression of the cord and roots comes from the front therefore anterior decompression is usually the procedure of choice. Also, the anterior stabilisation with a plate is usually simpler than a posterior instrumentation. It needs to be stressed that closed reduction by traction can align the fractured spine and indirectly decompress the neural structures in about 70%. The necessary weight is 2.5 kg per level of injury. In the upper cervical spine, the odontoid fracture type 2 is an indication for anterior surgery by direct screw fixation. Joint C1/C2 dislocations or fractures or certain odontoid fractures can be treated with a fusion of the C1/C2 joint by anterior transarticular screw fixation. In the lower and middle cervical spine, anterior plating combined with iliac crest or fibular strut graft is the procedure of choice, however, a solid graft can also be replaced by filled solid or expandable vertebral cages. The complication of this surgery is low, when properly executed and anterior surgery may only be contra-indicated in case of a significant lesion or locked joints.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Many surgeons treat giant cell tumor of bone (GCT) with intralesional curettage. Wide resection is reserved for extensive bone destruction where joint preservation is impossible or when expendable sites (eg, fibular head) are affected. Adjuvants such as polymethylmethacrylate and phenol have been recommended to reduce the risk of local recurrence after intralesional surgery. However, the best treatment of these tumors and risk factors for recurrence remain controversial.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

We present 3 cases of a 12-year-old boy, an 8-year-old girl, and a 9-year-old boy with progressive paresis of the peroneal nerve. Peroneal intraneural ganglia are a rare cause of paralysis of the lower limb in children; more often these symptoms occur because of exostosis. Ultrasound imaging in both patients showed a cystic mass near the fibular neck. Magnetic resonance imaging examination revealed that the ganglion is communicating with the proximal tibiofibular joint. Surgical exploration in these patients confirmed a cystic formation involving the common peroneal nerve. The ganglion originates from the articular nerve branch to the proximal tibiofibular joint. Total recovery of nerve function was seen 2 years later for the first patient, whereas the other 2 showed immediate postoperative improvement of peroneal nerve function and complete recovery within 6 to 8 weeks. On the other hand, patients with exostosis showed varying outcomes. In children with symptoms suspicious of nerve compression, fast diagnosis and immediate treatment are necessary to ensure the best possible recovery.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Development of novel implants in orthopaedic trauma surgery is based on limited datasets of cadaver trials or artificial bone models. A method has been developed whereby implants can be constructed in an evidence based method founded on a large anatomic database consisting of more than 2.000 datasets of bones extracted from CT scans. The aim of this study was the development and clinical application of an anatomically pre-contoured plate for the treatment of distal fibular fractures based on the anatomical database. 48 Caucasian and Asian bone models (left and right) from the database were used for the preliminary optimization process and validation of the fibula plate. The implant was constructed to fit bilaterally in a lateral position of the fibula. Then a biomechanical comparison of the designed implant to the current gold standard in the treatment of distal fibular fractures (locking 1/3 tubular plate) was conducted. Finally, a clinical surveillance study to evaluate the grade of implant fit achieved was performed. The results showed that with a virtual anatomic database it was possible to design a fibula plate with an optimized fit for a large proportion of the population. Biomechanical testing showed the novel fibula plate to be superior to 1/3 tubular plates in 4-point bending tests. The clinical application showed a very high degree of primary implant fit. Only in a small minority of cases further intra-operative implant bending was necessary. Therefore, the goal to develop an implant for the treatment of distal fibular fractures based on the evidence of a large anatomical database could be attained. Biomechanical testing showed good results regarding the stability and the clinical application confirmed the high grade of anatomical fit.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Hacia 1900 se nuclea en París un grupo de corresponsales latinoamericanos conformando una suerte de enclave que reúne a figuras como Rubén Darío, Manuel Ugarte, Amado Nervo o Enrique Gómez Carrillo. Desde sus respectivas columnas estos cronistas construyen imágenes del mundo moderno atravesadas por el conflicto de pertenencia y marginalidad respecto al mismo. Este trabajo analiza las entregas que Rubén Darío escribe para La Nación de Buenos Aires durante la Feria Internacional de Paris de 1900, en relación con su contexto discursivo. En la enunciación de estas crónicas se alternan pasajes donde prima la superficialidad de la crónica elegante parisina con otras secciones argumentativas que dan cuenta de los desplazamientos de este sujeto entre el 'chroniqueur' y el intelectual que interviene -con la autoridad que le otorga su liderazgo estético- en el campo de los sucesos políticos, desmoronando cualquier 'fetichización' del espectáculo. Darío trama en su crónica la línea 'ondulante' de su prosa de artista con la línea 'informativa' de su tarea de diarista, imponiendo una marca 'modern style' a su escritura, que privilegia imágenes donde se fusionan elementos de ámbitos dispares; también se contamina de la retórica del acontecimiento moderno, en una hibridez propia del efecto sumativo de ese vasto mercado. Las crónicas, reunidas luego en Peregrinaciones de 1901, señalan también el pasaje entre el gran mercado cultural y el pequeño mercado estético, en una posición anfibia propia de esta textualidad

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Hacia 1900 se nuclea en París un grupo de corresponsales latinoamericanos conformando una suerte de enclave que reúne a figuras como Rubén Darío, Manuel Ugarte, Amado Nervo o Enrique Gómez Carrillo. Desde sus respectivas columnas estos cronistas construyen imágenes del mundo moderno atravesadas por el conflicto de pertenencia y marginalidad respecto al mismo. Este trabajo analiza las entregas que Rubén Darío escribe para La Nación de Buenos Aires durante la Feria Internacional de Paris de 1900, en relación con su contexto discursivo. En la enunciación de estas crónicas se alternan pasajes donde prima la superficialidad de la crónica elegante parisina con otras secciones argumentativas que dan cuenta de los desplazamientos de este sujeto entre el 'chroniqueur' y el intelectual que interviene -con la autoridad que le otorga su liderazgo estético- en el campo de los sucesos políticos, desmoronando cualquier 'fetichización' del espectáculo. Darío trama en su crónica la línea 'ondulante' de su prosa de artista con la línea 'informativa' de su tarea de diarista, imponiendo una marca 'modern style' a su escritura, que privilegia imágenes donde se fusionan elementos de ámbitos dispares; también se contamina de la retórica del acontecimiento moderno, en una hibridez propia del efecto sumativo de ese vasto mercado. Las crónicas, reunidas luego en Peregrinaciones de 1901, señalan también el pasaje entre el gran mercado cultural y el pequeño mercado estético, en una posición anfibia propia de esta textualidad

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

Hacia 1900 se nuclea en París un grupo de corresponsales latinoamericanos conformando una suerte de enclave que reúne a figuras como Rubén Darío, Manuel Ugarte, Amado Nervo o Enrique Gómez Carrillo. Desde sus respectivas columnas estos cronistas construyen imágenes del mundo moderno atravesadas por el conflicto de pertenencia y marginalidad respecto al mismo. Este trabajo analiza las entregas que Rubén Darío escribe para La Nación de Buenos Aires durante la Feria Internacional de Paris de 1900, en relación con su contexto discursivo. En la enunciación de estas crónicas se alternan pasajes donde prima la superficialidad de la crónica elegante parisina con otras secciones argumentativas que dan cuenta de los desplazamientos de este sujeto entre el 'chroniqueur' y el intelectual que interviene -con la autoridad que le otorga su liderazgo estético- en el campo de los sucesos políticos, desmoronando cualquier 'fetichización' del espectáculo. Darío trama en su crónica la línea 'ondulante' de su prosa de artista con la línea 'informativa' de su tarea de diarista, imponiendo una marca 'modern style' a su escritura, que privilegia imágenes donde se fusionan elementos de ámbitos dispares; también se contamina de la retórica del acontecimiento moderno, en una hibridez propia del efecto sumativo de ese vasto mercado. Las crónicas, reunidas luego en Peregrinaciones de 1901, señalan también el pasaje entre el gran mercado cultural y el pequeño mercado estético, en una posición anfibia propia de esta textualidad

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

INTRODUZIONE: L’integrazione mente-corpo applicata ad un ambito patologico predominante in questi tempi, come il cancro, è il nucleo di questa tesi. Il background teorico entro cui è inserita, è quello della Psiconeuroendocrinoimmunologia (Bottaccioli, 1995) e Psico-Oncologia. Sono state identificate, nella letteratura scientifica, le connessioni tra stati psicologici (mente) e condizioni fisiologiche (corpo). Le variabili emerse come potenzialmente protettive in pazienti che si trovano ad affrontare il cancro sono: il supporto sociale, l’immagine corporea, il coping e la Qualità della Vita, insieme all’indice fisiologico Heart Rate Variability (HRV; Shaffer & Venner, 2013). Il potenziale meccanismo della connessione tra queste variabili potrebbe essere spiegato dall’azione del Nervo Vago, come esposto nella Teoria Polivagale di Stephen Porges (2007; 2009). OBIETTIVI: Gli obiettivi principali di questo studio sono: 1. Valutare l’adattamento psicologico alla patologia in termini di supporto sociale percepito, immagine corporea, coping prevalente e qualità della vita in donne con cancro ovarico; 2. Valutare i valori di base HRV in queste donne; 3. Osservare se livelli più elevati di HRV sono associati ad un migliore adattamento psicologico alla patologia; 4. Osservare se una peggiore percezione dell’immagine corporea e l’utilizzo di strategie di coping disadattive sono associate ad una Qualità della Vita più scarsa. METODO: 38 donne affette da cancro ovarico, al momento della valutazione libere da patologia, sono state reclutate presso la clinica oncologica del reparto di Ginecologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Italia. Ad ogni partecipante è stato chiesto di compilare una batteria di test composta da: MSPSS, per la valutazione del supporto sociale percepito; DAS-59, per la valutazione dell’immagine corporea; MAC, per la valutazione delle strategie di coping prevalenti utilizzate verso il cancro; EORTC-QLQ30, per la valutazione della Qualità della Vita. Per ogni partecipante è stato registrato HRV di base utilizzando lo strumento emWave (HeartMath). RISULTATI PRINCIPALI: Rispondendo agli obiettivi 1 e 2, in queste donne si è rilevato una alto tasso di supporto sociale percepito, in particolare ricevuto dalla persona di riferimento. L’area rivelatasi più critica nel supporto sociale è quella degli amici. Per quanto riguarda l’immagine corporea, la porzione di campione dai 30 ai 61 anni, ha delle preoccupazioni globali legate all’immagine corporea paragonabili ai dati provenienti dalla popolazione generale con preoccupazioni riguardo l’aspetto corporeo. Invece, nella porzione di campione dai 61 anni in su, il pattern di disagio verso l’aspetto fisico sembra decisamente peggiorare. Inoltre, in questo campione, si è rilevato un disagio globale verso l’immagine corporea significativamente più alto rispetto ai valori normativi presenti in letteratura riferiti a donne con cancro al seno con o senza mastectomia (rispettivamente t(94)= -4.78; p<0.000001; t(110)= -6.81;p<0.000001). La strategia di coping più utilizzata da queste donne è lo spirito combattivo, seguito dal fatalismo. Questo campione riporta, inoltre, una Qualità della Vita complessivamente soddisfacente, con un buon livello di funzionamento sociale. L’area di funzionalità più critica risulta essere il funzionamento emotivo. Considerando i sintomi prevalenti, i più riferiti sono affaticamento, disturbi del sonno e dolore. Per definire, invece, il pattern HRV, sono stati confrontati i dati del campione con quelli presenti in letteratura, riguardanti donne con cancro ovarico. Il campione valutato in questo studio, ha un HRV SDNN (Me=28.2ms) significativamente più alto dell’altro gruppo. Tuttavia, confrontando il valore medio di questo campione con i dati normativi sulla popolazione sana (Me=50ms), i nostri valori risultano drasticamente più bassi. In ultimo, donne che hanno ricevuto diagnosi di cancro ovarico in età fertile, sembrano avere maggiore HRV, migliore funzionamento emotivo e minore sintomatologia rispetto alle donne che hanno ricevuto diagnosi non in età fertile. Focalizzando l’attenzione sulla ricerca di relazioni significative tra le variabili in esame (obiettivo 3 e 4) sono state trovate numerose correlazioni significative tra: l’età e HRV, supporto percepito , Qualità della Vita; Qualità della Vita e immagine corporea, supporto sociale, strategie di coping; strategie di coping e immagine corporea, supporto sociale; immagine corporea e supporto sociale; HRV e supporto sociale, Qualità della Vita. Per verificare la possibile connessione causale tra le variabili considerate, sono state applicate regressioni lineari semplici e multiple per verificare la bontà del modello teorico. Si è rilevato che HRV è significativamente positivamente influenzata dal supporto percepito dalla figura di riferimento, dal funzionamento di ruolo, dall’immagine corporea totale. Invece risulta negativamente influenzata dal supporto percepito dagli amici e dall’uso di strategie di coping evitanti . La qualità della vita è positivamente influenzata da: l’immagine corporea globale e l’utilizzo del fatalismo come strategia di coping prevalente. Il funzionamento emotivo è influenzato dal supporto percepito dalla figura di riferimento e dal fatalismo. DISCUSSIONI E CONCLUSIONI: Il campione Italiano valutato, sembra essere a metà strada nell’adattamento dello stato psicologico e dell’equilibrio neurovegetativo al cancro. Sicuramente queste donne vivono una vita accettabile, in quanto sopravvissute al cancro, ma sembra anche che portino con sé preoccupazioni e difficoltà, in particolare legate all’accettazione della loro condizione di sopravvissute. Infatti, il migliore adattamento si riscontra nelle donne che hanno avuto peggiori condizioni in partenza: stadio del cancro avanzato, più giovani, con diagnosi ricevuta in età fertile. Pertanto, è possibile suggerire che queste condizioni critiche forzino queste donne ad affrontare apertamente il cancro e la loro situazione di sopravvissute al cancro, portandole ad “andare avanti” piuttosto che “tornare indietro”. Facendo riferimento alle connessioni tra variabili psicologiche e fisiologiche in queste donne, si è evidenziato che HRV è influenzata dalla presenza di figure significative ma, in particolare, è presumibile che sia influenzata da un’appropriata condivisione emotiva con queste figure. Si è anche evidenziato che poter continuare ad essere efficaci nel proprio contesto personale si riflette in un maggiore HRV, probabilmente in quanto permette di preservare il senso di sé, riducendo in questo modo lo stress derivante dall’esperienza cancro. Pertanto, HRV in queste donne risulta associato con un migliore adattamento psicologico. Inoltre, si è evidenziato che in queste donne la Qualità della Vita è profondamente influenzata dalla percezione dell’immagine corporea. Si tratta di un aspetto innovativo che è stato rilevato in questo campione e che, invece, nei precedenti studi non è stato indagato. In ultimo, la strategia di coping fatalismo sembra essere protettiva e sembra facilitare il processo di accettazione del cancro. Si spera sinceramente che le ricerche future possano superare i limiti del presente studio, come la scarsa numerosità e l’uso di strumenti di valutazione che, per alcuni aspetti come la scala Evitamento nel MAC, non centrano totalmente il target di indagine. Le traiettorie future di questo studio sono: aumentare il numero di osservazioni, reclutando donne in diversi centri specialistici in diverse zone d’Italia; utilizzare strumenti più specifici per valutare i costrutti in esame; valutare se un intervento di supporto centrato sul miglioramento di HRV (come HRV Biofeedback) può avere una ricaduta positiva sull’adattamento emotivo e la Qualità della Vita.

Relevância:

10.00% 10.00%

Publicador:

Resumo:

A via de acesso arterial é um importante sítio de complicações após a realização de procedimentos coronários invasivos. Dentre as estratégias para a redução de complicações vasculares, encontra-se estabelecida a eficácia da técnica radial. Os dispositivos de oclusão vascular propiciam maior conforto ao paciente, reduzindo o tempo de hemostasia e repouso no leito. Entretanto, a inconsistência de dados comprovando sua segurança limita sua adoção rotineira como estratégia para redução de complicações vasculares, requerendo evidências de estudos randomizados com metodologia adequada. O objetivo deste estudo foi comparar a incidência de complicações no sítio de punção arterial entre a técnica radial e a técnica femoral com utilização de Angio-Seal em pacientes com síndrome coronariana aguda sem supradesnível do segmento ST submetidos à estratégia invasiva precoce. Trata-se de um ensaio clínico unicêntrico, de não inferioridade, no qual duzentos e quarenta pacientes foram randomizados para a técnica radial ou técnica femoral com utilização de Angio-Seal. O objetivo primário foi a ocorrência de complicações no sítio de punção arterial até 30 dias após o procedimento, incluindo sangramento grave, hematoma >= 5 cm, hematoma retroperitoneal, síndrome compartimental, pseudoaneurisma, fístula arteriovenosa, infecção, isquemia de membro, oclusão arterial, lesão de nervo adjacente ou necessidade de reparo vascular cirúrgico. Em relação às características demográficas e clínicas, houve diferença apenas quanto ao gênero, com presença maior de pacientes do sexo feminino no grupo radial (33,3% versus 20,0%, p=0,020). Não se observaram diferenças entre os grupos quanto ao diagnóstico de admissão, alterações isquêmicas presentes no eletrocardiograma, elevação de marcadores de necrose miocárdica ou escores de risco, bem como quanto à farmacoterapia antitrombótica adjunta e características da intervenção coronária percutânea. A hemostasia foi obtida na totalidade dos procedimentos do grupo radial com a utilização da pulseira compressora seletiva TR Band e em 95% dos procedimentos realizados pela técnica femoral com o Angio-Seal (p=0,029). Exceto pela maior incidência de oclusão arterial no grupo radial comparado ao femoral, não houve diferenças entre os demais desfechos analisados. Segundo o teste de não inferioridade para complicações na via de acesso arterial aos 30 dias, verificou-se que a utilização do Angio-Seal não produziu resultados inferiores ao acesso radial, considerando-se a margem de 15% (12,5% versus 13,3%, diferença -0,83%, IC 95% -9,31 - 7,65, p para não inferioridade <0,001). Os resultados principais deste estudo demonstram que, em uma população de pacientes com diagnóstico de síndrome coronariana aguda sem supradesnível do segmento ST, submetida à estratificação de risco invasiva, a utilização do dispositivo de oclusão vascular Angio-Seal confere ao procedimento efetivado pelo acesso femoral inferioridade na incidência de complicações no sítio de punção arterial aos 30 dias quando comparado ao acesso radial.