260 resultados para architetture, TDC
Resumo:
I sistemi di localizzazione, negli ultimi anni, sono stati oggetto di numerose ricerche a livello internazionale.Gli sviluppi più importanti hanno avuto inizio nell’ambito stradale con sistemi di navigazione e localizzazione, possibili grazie alle forti capacità del GPS.Infatti il GPS indica l’intero apparato che permette il funzionamento della maggior parte dei navigatori disponibili in commercio, che, però, non sono utilizzabili in ambito indoor, in quanto la ricezione del segnale proveniente dai satelliti GPS diventa scarsa o pressoché nulla. In questo senso, la localizzazione risulta rilevante nel caso di indoor positioning, ossia quando utenti hanno bisogno di conoscere la propria posizione e quella degli altri membri della squadra di soccorso all’interno di un edificio come, ad esempio, i vigili del fuoco durante un’operazione di salvataggio. Sono questi fattori che portano all’idea della creazione di un sistema di localizzazione indoor basato su smartphone o una qualsiasi altra piattaforma disponibile. Tra le diverse tecnologie e architetture legate al posizionamento indoor/outdoor e inerziale, con questa tesi, si vuole esporre la foot-mounted inertial navigation, un sistema che permette di conoscere la propria posizione, sia all’interno di edifici,sia in campi aperti, tramite l’utilizzo di una rete wireless o GPS e l’aiuto di sensori a basso costo.Tuttavia per conoscere la stima ottimale della posizione, della velocità e dell’orientamento corrente di un utente dotato di sensori sarà necessaria l’integrazione di diversi algoritmi, che permettono di modellare e stimare errori o di conoscere e predire la posizione futura dello stesso. Gli scopi principali di questo lavoro sono: 1)Tracciare i movimenti di un utente usando diversi sensori per ottenere una stima ottimale della posizione dello stesso; 2)Localizzare l’utente in 3 dimensioni con precisione; 3)Ottenere una transizione senza interruzioni per un posizionamento continuo tra aree indoor e outdoor;
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Stable isotopic records across the Cretaceous/Paleogene (K/P) boundary in Maud Rise Holes 689B and 690C indicate that significant climatic changes occurred during the latest Cretaceous, beginning approximately 500 k.y. prior to the mass extinction event and the enrichment of iridium at the K/P boundary (66.4 Ma). An oxygen isotopic decrease of ~0.7 per mil - ~1.0 per mil is recorded in the Late Cretaceous planktonic and benthic foraminifers between 66.9 and 66.6 Ma. The negative isotope excursion was followed by a positive excursion of similar magnitude between 66.6 Ma (latest Cretaceous) and ~66.3 Ma (earliest Paleocene). No other isotopic excursions of this magnitude are recorded in the planktonic and benthic microfossil records 1.0 m.y prior to, and for 2.0 m.y following the mass extinction event at the K/P boundary. The magnitude and duration of these isotopic excursions were similar to those at the Paleocene/Eocene and Eocene/Oligocene boundaries. A major d13C excursion occurred 200 k.y. prior to the boundary, involving a positive shift in planktonic and benthic d13C of ~0.5 per mil - 0.75 per mil. Similar changes observed in other deep-sea sequences indicate that this reflected a global change in d13C of the oceanic total dissolved carbon (TDC) reservoir. The magnitude of this inferred carbon reservoir change and its association with high latitude surface-water temperature changes recorded in the d18O records implies that it was linked to global climate change through feedback loops in the carbon cycle. At the K/P boundary, the surface-to-deep water d13C gradient is reduced by approximately 0.6 per mil - ~0.2 per mil. However, unlike sequences elsewhere, the planktonic-benthic d13C gradient (Delta d13C) was not eliminated in the Antarctic. The surface-to-deep water gradient was re-established gradually during the 400 k.y. following the mass extinction. Full recovery of the Delta d13C occurred by ~60.0 Ma. In addition to the reduced vertical d13C gradient across the K/P boundary, there was a negative excursion in both planktonic and benthic d13C beginning approximately 100 k.y. after the boundary (66.3 Ma). This excursion resulted in benthic d13C values in the early Paleogene that were similar to those in the pre-K/P boundary intervals. This negative shift appears to reflect a change in the d13C of the oceanic TDC reservoir shift that may have resulted from reduced carbon burial and/or increased carbon flux to the oceans. Any model that attempts to explain the demise of the oceanic plankton at the end of the Cretaceous should consider the oceanic environmental changes that were occurring prior to the massive extinction event.
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Running title: Le architetture per le feste della chinea.
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Dell'architetture navale, etc.--Dell'architettura civile, della scultura, e dell'oreficeria.
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Leaves 17-21 have two plates to a leaf.
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We report a novel tunable dispersion compensator (TDC) based on all-fiber distributed Gires-Tournois etaIons (DGTE), which is formed by overlapped chirped fiber gratings. Two DGTEs of opposite dispersion slope work together to generate a tunable periodical dispersion profile. The demonstrated TDCs have the advantages of multichannel operation, extremely low group-delay ripple, low loss, and low cost.
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Il mondo dell’Internet of Things e del single board computing sono settori in forte espansione al giorno d’oggi e le architetture ARM sono, al momento, i dominatori in questo ambito. I sistemi operativi e i software si stanno evolvendo per far fronte a questo cambiamento e ai nuovi casi d’uso che queste tecnologie introducono. In questa tesi ci occuperemo del porting della distribuzione Linux Sabayon per queste architetture, la creazione di un infrastruttura per il rilascio delle immagini e la compilazione dei pacchetti software.
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Con l’avvento di Internet, il numero di utenti con un effettivo accesso alla rete e la possibilità di condividere informazioni con tutto il mondo è, negli anni, in continua crescita. Con l’introduzione dei social media, in aggiunta, gli utenti sono portati a trasferire sul web una grande quantità di informazioni personali mettendoli a disposizione delle varie aziende. Inoltre, il mondo dell’Internet Of Things, grazie al quale i sensori e le macchine risultano essere agenti sulla rete, permette di avere, per ogni utente, un numero maggiore di dispositivi, direttamente collegati tra loro e alla rete globale. Proporzionalmente a questi fattori anche la mole di dati che vengono generati e immagazzinati sta aumentando in maniera vertiginosa dando luogo alla nascita di un nuovo concetto: i Big Data. Nasce, di conseguenza, la necessità di far ricorso a nuovi strumenti che possano sfruttare la potenza di calcolo oggi offerta dalle architetture più complesse che comprendono, sotto un unico sistema, un insieme di host utili per l’analisi. A tal merito, una quantità di dati così vasta, routine se si parla di Big Data, aggiunta ad una velocità di trasmissione e trasferimento altrettanto alta, rende la memorizzazione dei dati malagevole, tanto meno se le tecniche di storage risultano essere i tradizionali DBMS. Una soluzione relazionale classica, infatti, permetterebbe di processare dati solo su richiesta, producendo ritardi, significative latenze e inevitabile perdita di frazioni di dataset. Occorre, perciò, far ricorso a nuove tecnologie e strumenti consoni a esigenze diverse dalla classica analisi batch. In particolare, è stato preso in considerazione, come argomento di questa tesi, il Data Stream Processing progettando e prototipando un sistema bastato su Apache Storm scegliendo, come campo di applicazione, la cyber security.
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La tesi esplora la co-esistenza di computazioni embodied e disembodied nei moderni sistemi software, adottando come caso di studio il recente trend che vede sempre più coesi e integrati sistemi per l'Internet of Things e sistemi Cloud-based. Si analizzano i principali modelli di comunicazione, protocolli di comunicazione e architetture situate. Inoltre si realizza una piattaforma IoT Middleware cloud-based per mostrare come la computazione possa essere distribuita lato embodied e disembodied.
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Relatório Final de Estágio apresentado à Escola Superior de Dança, com vista à obtenção do grau de Mestre em Ensino de Dança.
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INTRODUCCION. El trastorno del Desarrollo de la Coordinación TDC en la infancia es una problemática importante desde la salud pública, ya que tiene repercusiones importantes desde las diferentes esferas del desarrollo: motora, cognitiva, psicosocial y emocional, por lo mismo, es frecuente la presencia de comorbilidad con otros trastornos del desarrollo infantil. Se presenta un estudio multicéntrico que caracteriza la asociación del TDC con otros trastornos del desarrollo. OBJETIVO. Determinar la asociación del TDC con otros trastornos del desarrollo infantil en la ciudad de Cali. METODOLOGÍA. Estudio transversal, descriptivo y de asociación, en una muestra de 140 niños de 6 a 12 años de edad, aleatorizados en instituciones públicas y privadas de la ciudad de Cali. Entrevista estructurada y aplicación de cuestionarios a padres y profesores para determinar la presencia de Trastorno del Desarrollo de la Coordinación y su asociación con el trastorno de la conducta, el déficit de atención e hiperactividad y el trastorno del aprendizaje. Se realizó análisis descriptivo univariado para la caracterización sociodemográfica, pruebas de asociación con coeficiente de correlación a través de prueba Chi 2 y grado de dependencia con coeficientes Phi. RESULTADOS. La prevalencia del TDC en la población estudiada fue del 12%; un 45% de los niños estudiado presentan posible trastorno de aprendizaje y solo un 5% presentan TDAH. Se encontró asociación negativa entre el Trastorno del desarrollo de la coordinación y Trastorno de aprendizaje de -0,186, con un P valor de 0,028. No se encontró asociación estadísticamente significativa entre el trastorno del desarrollo de la coordinación con los demás trastornos del desarrollo, en tanto que los P valor fueron mayor a 0,05. CONCLUSIONES. Existe asociación negativa con significancia estadística entre el Trastorno del desarrollo de la coordinación y el trastorno de aprendizaje. La prevalencia del TDC en la población estudiada es coherente con la reportada a nivel internacional.
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La conservazione preventiva degli edifici storici e dei beni custoditi al loro interno rappresenta una sfida ad oggi condivisa a livello internazionale. Tale conservazione dipende da numerose variabili, tra le quali il microclima indoor gioca un ruolo decisivo. Il fine di questa tesi è verificare come lo studio del microclima indoor, supportato dalla simulazione virtuale e dalla conoscenza storica delle evoluzioni dell’edificio stesso (legate a modifiche impiantistiche; architettoniche; d’uso; ecc., nel corso degli anni), costituiscano una base conoscitiva fondamentale, da cui architetti e restauratori possono partire per definire strategie specifiche, volte alla conservazione preventiva del Patrimonio. Per fare questo, l’autore presenta le indagini svolte per tre casi-studio: la Sala 33 della Reggia di Venaria Reale, in provincia di Torino, Italia; la Biblioteca Generale Storica dell’Università di Salamanca, in Spagna; il Portico della Gloria, nartece della Cattedrale di Santiago de Compostela, in Spagna. La metodologia definita e adottata per l’analisi e l’interpretazione dei dati di ciascun caso-studio ha previsto la comprensione e la messa in relazione tra: scelte costruttive; vicende evolutive delle singole architetture; fattori che ne determinano il microclima, letti (o ipotizzati) nelle relative modifiche diacroniche; degrado delle architetture e dei beni che sono custoditi in esse. Infine, uno degli esiti più innovativi della ricerca è stata la definizione di due indici di rischio: sono stati infatti definiti due nuovi indici (Heritage Microclimate Risk -HMR- e Predicted Risk of Damage -PRD-) legati al microclima degli edifici che ospitano beni e manufatti che costituiscono il patrimonio storico artistico e culturale. Tali indici sono stati definiti tenendo conto di tutte le variabili da cui il microclima dipende e dei fattori che ne determinano l’evolversi nel tempo e nello spazio.
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Riqualificare un’area come quella delle ex officine del gas a Bologna significa confrontarsi inevitabilmente con tre sistemi antitetici che vivono in maniera isolata all’interno del tessuto urbano: il centro storico, la periferia, la ferrovia. La sfida principale del progetto è stata quella di mettere a sistema questi tre mondi attraverso pochi segni, molto chiari che nascono dalla lettura delle tracce urbane esistenti. Partendo da un’area specifica, ovvero l’attuale sede dell’Hera, il progetto ha poi subito un ampliamento planimetrico quasi naturale, andando ad inglobare altri brani di città. Al tema iniziale della riqualificazione urbana, molto vasto di per sè, si sono aggiunti quelli dell’inclusione della ferrovia all’interno di un sistema architettonico più ampio, il potenziamento del collegamento tra centro storico e periferia e la sistemazione di Porta Mascarella. Leggere l’area limitandola ai suoi confini precostituiti avrebbe portato ad un progetto isolato, e non avrebbe contribuito ad una vero cambiamento ma solo ad aggiungere nella città un altro episodio che sarebbe andato a sommarsi agli altri che costellano Bologna. Il progetto mostra il tentativo di ordinare il caos che caratterizza diversi isolati del XX secolo attraverso un impianto architettonico di inclusione della ferrovia. Il carattere di questo sistema viene delineato dalla composizione di due architetture urbane, pensate come quinte sceniche della città, due elementi fissi sui quali si attestano diverse situazioni di Bologna.
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L’obiettivo principale della tesi, è quello di mettere a confronto soluzioni basate su tecnologie diverse e individuare la soluzione migliore che permetta di stabilire se le persone inquadrate in un’immagine indossano correttamente o meno la mascherina protettiva come previsto dalle norme anti-covid. Per raggiungere l’obiettivo verranno confrontate diverse architetture costruite per lo stesso scopo e che si basano sui principi di Machine Learning e Deep Learning, e verranno messe in funzione su insieme di dataset individuati, che sono stati creati per propositi affini.
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Questa tesi di laurea si pone l’obiettivo di investigare alcune delle nuove frontiere offerte dalla crescita sincretica e multidisciplinare dei linguaggi digitali applicati all’architettura e ai beni culturali. Si approfondiranno i concetti teorici fondamentali dell’informazione digitale: il web semantico come ambiente di scambio, i metadata come informazioni sui dati, i LOD (Link Open Data) come standard e fine. Per l’ambito dei beni culturali verranno presentati i temi di ricerca e sviluppo nel campo della catalogazione e fruizione digitali: ontologie, dizionari normalizzati aperti, database (Catalogo Digitale), etc. Per l’ambito edilizio-architettonico verrà introdotto l’Heritage Building Information Modeling (HBIM) semantico come metodologia multidisciplinare focalizzata su rilievo geometrico, modellazione, archiviazione e scambio di tutte le informazioni utili alla conoscenza e conservazione dei beni storici. Il punto d’incontro tra i due mondi è individuato nella possibilità di arricchire le geometrie attraverso la definizione di una semantica (parametri-metadati) relazionata alle informazioni (valori-dati) presenti nei cataloghi digitali, creando di fatto un modello 3D per architetture storiche con funzione di database multidisciplinare. Sarà presentata la piattaforma web-based Inception, sviluppata dall’omonima startup incubata come spinoff dall’Università di Ferrara, che, tra le diverse applicazioni e potenzialità, verrà utilizzata come strumento per la condivisione e fruizione, garantendo la possibilità di interrogare geometrie e metadati in continuità con i principi LOD. Verrà definito un workflow generale (procedure Scan2BIM, modellazione geometrica, definizione script per l’estrazione automatica dei dati dal Catalogo Digitale, associazione dati-geometrie e caricamento in piattaforma) successivamente applicato e adattato alle precise necessità del caso studio: la Chiesa di S. Maria delle Vergini (MC), su commissione dell’ICCD referente al MiBACT.