937 resultados para Spanish-American War, 1898
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Pós-graduação em Letras - IBILCE
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The Lucile Kathryn Delano Papers consist of correspondence (1926-1966) relating to Delano’s research and retirement from Winthrop; travel diaries of trips to Spain during the early part of the Spanish Civil War (1936), to Switzerland (1950), and to Russia (1966); a draft of her book Oh Lovely Spain (1973); passports; an account of a trip to Europe in 1932-1933; her dissertation The Sonnet In Lope De Vega’s Comedias (1925); research notes; manuscript for her book Charles De Lannoy; Victor of Pavia; photographs; and newspaper clippings.
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[ES]El objetivo del presente artículo es demostrar que existe un español internacional (EI) en los medios de comunicación de Hispanoamérica. Para ello, hemos escogido un programa de radio de la norma culta del español Atlántico. Por un lado, analizamos las definiciones que se han realizado del español de los medios de comunicación-lengua especial, Lázaro Carreter, para constatar si coadyuvan a la consolidación del concepto de EI y, por otro lado, realizamos un estudio dialectal con los americanismos léxicos del corpus para verificar hasta qué punto constituyen una isoglosa que impide la inteligibilidad y, por tanto, la no existencia de un EI en los medios de comunicación.
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La tesi di Marco Perez intitolata “Luis Arana e i veterani di Euzkeldun Batzokija: la corrente ortodossa del nazionalismo basco”, può essere considerata come la biografia politica di uno dei personaggi più importanti del nazionalismo basco. Il lavoro di ricerca si centra fondamentalmente sull'ispiratore del nazionalismo euskaldun (e cofondatore del Partido Nacionalista Vasco) e della corrente che ne accompagnò e sostenne l'azione politica. Euzkeldun Batzokija fu il nome dato al primo circolo del PNV, fondato da Luis e Sabino Arana nel 1894. Successivamente, gli statuti del circolo e i suoi membri veterani furono presi come modello del nazionalismo primordiale (che si pretendeva definire sull'esempio dell'Ordine gesuita). Sul piano organizzativo la tesi si divide in sette capitoli che ricostruiscono il percorso politico di Luis Arana, dai primi documenti del 1879 fino alle ultime lettere inviate negli anni quaranta. Si tratta di un lungo periodo, che comprende momenti diversi della storia spagnola (dalle guerre carliste alla Guerra Civile spagnola) e del movimento aranista. In questo senso, sulla base di una generale e comparata riflessione sul nazionalismo, si analizza il movimento basco nei suoi rapporti con la modernità. Una realazione costruita attraverso concetti “diacronicamente” legati a un passato mitico e leggendario e comunque subalterna ai rapporti di forza tra le correnti del PNV. La corrente ortodossa fece sempre riferimento al nazionalismo “originario” (definito dai fratelli Arana nei primi anni del movimento) che fu un'espressione regionale del nazionalcattolicesimo spagnolo. Fu proprio Luis Arana a ricordare la finalità religiosa ed etnica del nazionalismo basco, respingendo qualsiasi aggiornamento teorico e organizzativo del PNV, intesi come una grave violazione dell'ortodossia aranista.
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La tesi è incentrata sui recenti sviluppi della narrativa testimoniale dell’America Latina. Verranno presi in considerazione gli ultimi contributi critici dedicati al rapporto tra finzione e realtà in letteratura, e sarà dato spazio alla costruzione narrativa della realtà e alla nascita del testimonio, come genere a sé, che raccoglie alcune delle principali opere latinoamericane degli ultimi quaranta anni. Nello specifico, l’indagine riguarderà la rappresentazione letteraria della violenza nella narrativa di denuncia di tre autori ispoanoamericani: la novela negra di Enrique Serna, il poliziesco testimoniale di Rodolfo Walsh e la scrittura estrema di Roberto Bolaño. Obiettivo della ricerca è capire in che modo i tre scrittori hanno raccontato le loro verità alternative, provando a salvaguardare la memoria, e quali effetti hanno ottenuto. Verranno analizzate non solo le tematiche affrontate, facendo riferimento quindi al contesto storico, politico e sociale al quale si rifanno, ma saranno illustrate anche le differenti tecniche di costruzione del romanzo, dell’intreccio e della trama, e verrà isolato il ruolo del testimone (diretto o indiretto) e delle fonti, per cogliere le differenze ma anche le similitudini stilistiche e narrative di ognuna delle opere. Più in generale, dimostreremo come e quanto i testi di questi autori costituiscano in realtà una forte critica al sistema imperante e diano voce alle categorie sociali altrimenti emarginate.
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La tesi si occupa di analizzare la produzione narrativa della scrittrice messicana di frontiera Cristina Rivera Garza. In particolare, si pone l'accento sull'uso della strategia dell'intertestualità. A partire dalle fondamentali teorie classiche di Julia Kristeva, Gérard Genette e molti altri, lo scopo è quello di proporre un nuovo modello interpretativo che possa considerare la peculiarità della letteratura ispano-americana e inglobare la particolarità della proposta narrativa della scrittrice in oggetto. Attraverso l'innovativo studio di Roberto González Echevarría, l'obiettivo è quello di analizzare non solo i rapporti che si stabiliscono tra opere che appartengono al sistema della letteratura, ma anche i produttivi rapporti che si stabiliscono fra testi letterari e testi che non appartengono al sistema della letteratura. In particolare si analizza: a) le relazioni tra Storia e narrazione nel romanzo storico messicano tra XX e XXI secolo; b) le relazioni tra cronaca (considerata come genere tout court e come insieme di notizie giornalistiche) e narrazione nel romanzo poliziesco messicano contemporaneo.
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This thesis is an analysis of Spain’s development from dictatorship to democracy in light of the trauma that it endured during the Spanish Civil War of 1936 – 1939 and the dictatorship of Francisco Franco, which lasted until 1975. Drawing from the work of Maurice Halbwachs and Pierre Nora, this thesis seeks to use the concepts of collective memory and lieux de mémoire to analyze what role memory has played in Spanish society from 1939 to the present day. Theanalysis begins with an overview of the Spanish Civil War and Franco’s ensuing dictatorship in order to establish an understanding of the trauma endured by Spain and its people. Of importance will be the manner in which the presentation of history became manipulated anddistorted under Franco as the dictator sought to control the country’s collective memory. With this background in mind, the thesis then turns to analyze how the memory of Spain’s past has affected the country’s development in two eras: during its transition to democracy in the 1970s and in the present day. Of central importance is the pact of silence that was established during the transition to democracy, which was a tacit agreement among the Spanish people to notdiscuss the past. This pact of silence still clouds Spain’s memory today and affects modern discourse concerning the past. Yet it is clear that Spain has not been reconciled to its past, as the provocation of history inevitably results in tension and controversy. The central contention of this thesis is that the pact of silence that surrounds Spain’s past has not eliminated the trauma of the Civil War and dictatorship, as demonstrated by the controversy stirred up by people, groups and places in the present day. This contention has repercussions for the study of history as a whole, as it indicates that the past cannot be muted in order to achievereconciliation; rather, it suggests that we must engage the past in order to be reconciled to it.
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Este estudio sobre Acerca de Roderer (1992) de Guillermo Martínez (Argentina, 1962) intenta señalar los principios constructivos de esta temprana producción novelística, a la luz de una posible poética espigada de sus ensayos, para dar cuenta de su estilo narrativo. Se destaca la relevancia del tema del misterio de iniquidad concretado como soberbia intelectual, en un espacio-tiempo de producción signado por la trivialidad. Esta nouvelle es una construcción alegórica que sustenta un mundo ficcional de líneas simples y armónicas, en las que la razón poética, desde una nueva sensibilidad, aporta nuevo significado al misterio a través de "revisitaciones" a los grandes textos literarios.
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Mediante análisis intertextuales y retóricos, este artículo discute algunas implicaciones ideológicas que tiene el recurso al género ensayo en Siete ensayos sobre la realidad peruana de José Carlos Mariátegui.
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Entre las múltiples cualidades humanas e intelectuales de Gregorio Weinberg, se pone de relieve la faz educativa: como docente, director de colecciones y editor. Se destaca especialmente la fecunda integración que logró entre modernización e identidad en sus proyectos editoriales y educativos, de los que resulta una suerte de vindicación hispanoamericana de inspiración martiana.
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Francisco Romero (Sevilla, 1891 – Buenos Aires, 1962) es una de las personalidades más significativas de América Latina. Sus escritos, su labor pedagógica, la difusión de su pensamiento y el intercambio epistolar con figuras de renombre internacional dan muestra de ello. En el trabajo nos detenemos en este último aspecto para comprobar su manifiesta intención de construir una red intelectual de filósofos en América Latina. También están presentes las inquietudes editoriales tanto de Romero, como de sus pares mexicanos. Asimismo hacemos hincapié en el tópico del exilio y la Guerra Civil Española (1936–1939) a través de las cartas que el autor argentino recibió de algunos refugiados en México. El análisis de esta fuente histórica nos permite ver el estado del campo intelectual (preferentemente filosófico) de la región en los años estudiados, al mismo tiempo que indica un panorama valioso del contexto histórico argentino y de América Latina.
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Joseph Blanco White fue uno de los primeros en traducir a Shakespeare al castellano y fue el primero en defender el valor de traducirlo. En España, la obra de Shakespeare era juzgada defectuosa por no cumplir con los requisitos neoclásicos de unidad y decoro; era vista, además, como emblema del poderío británico. Blanco White, por el contrario, defiende a Shakespeare como poeta-genio universal. Propone que todas sus obras, incluidas las dramáticas, deben ser traducidas y leídas como poesía lírica, lo cual para él implica que, a diferencia de una representación teatral, éstas poseen un alto grado de abstracción que las libera de toda atadura contextual. El presente artículo analiza estas ideas a la luz de las ataduras biográficas y culturales, no de Shakespeare, sino del mismo Blanco White. Su partida a Inglaterra en 1810 y el contexto multilingüe en el que trabajó lo han situado en los márgenes de la historia literaria española. Sin embargo, este artículo propone rescatar, desde un punto de vista comparatista, sus traducciones y algunos de sus aportes críticos, entre ellos, su visión de Shakespeare más allá de las rivalidades entre España e Inglaterra y su incorporación de un público hispanoamericano como interlocutor.