286 resultados para Rossetti.
Resumo:
La città di Ferrara può essere considerata un unicum che emerge rispetto ad altre realtà urbane, pur dotate di loro peculiarità storiche e morfologiche. La base per la formazione di questa unicità, fu gettata dagli Este, e da Biagio Rossetti, che, con l'addizione erculea, raddoppiarono la superficie della città medioevale. L'addizione, fu realizzata per una previsione di aumento della popolazione,che mai si concretizzò, se non, in parte, nel corso dell'ultimo secolo. Ciò, si tradusse in una notevole stabilità del rapporto pieni/vuoti, all'interno della città: vuoti che divennero spazi verdi urbani, e pieni che, nonostante le ristrutturazioni divenute necessarie nel corso dei secoli, mantennero prevalentemente le volumetrie e i sedimi storici. Infatti, il verde degli orti e dei giardini del tessuto storico, costituisce un sistema inscindibile con il costruito, e ne caratterizza la forma urbana dall'interno. Nel corso del Novecento, il centro storico, subì notevoli cambiamenti, anche se gli interventi riguardarono prevalentemente i vuoti urbani, mantenendo quasi intatto l'esistente. L'immobilismo dei secoli passati, ha mantenuto Ferrara una città a misura d'uomo, non tormentata dal caotico traffico automobilistico delle città attuali;per le sue peculiarità, storiche e morfologiche, Ferrara fu dichiarata "Patrimonio dell'Umanità" dall'Unesco, ponendo fine ad eventuali modifiche del centro storico, che avrebbero potuto intaccarne i caratteri. L'area della quale ci occupiamo, nonostante si trovi all'interno del tessuto medioevale consolidato, ha subito delle importanti trasformazioni nel secolo scorso; il duecentesco Convento agostiniano di San Vito, che occupava gran parte dell'isolato, assieme ai giardini di Palazzo Schifanoia, fu demolito per far posto ad una nuova caserma; probabilmente perché il convento stesso, dopo le conquiste napoleoniche e con vicende alterne, era già adibito a tale funzione. La nuova caserma mal si inserisce nel tessuto urbano, poiché rappresenta un "fuori scala", un evidente distacco dal rapporto verde/costruito della città medioevale circostante. Fin dalle analisi dei primi piani regolatori del secondo dopoguerra, la caserma fu considerata un elemento incongruo con il tessuto esistente, prevedendone quindi la possibilità di demolizione; dagli anni '90, inoltre, l'area militare è inutilizzata, e oggigiorno, versa in una condizione di avanzato degrado superficiale. L'area di progetto, ha una grande importanza storica, poiché rappresentava il terzo polo estense di amministrazione del potere, dopo il Castello Estense, e l'area del Palazzo dei Diamanti. I palazzi estensi che caratterizzavano l'area in epoca rinascimentale, Palazzo Schifanoia, Palazzo Bonacossi e Palazzina Marfisa d'Este, sono sopravissuti, anche se profondamente cambiati in particolar modo negli spazi verdi. Il progetto che ci proponiamo di realizzare, vuole stabilire, un nuovo rapporto tra pieni e vuoti, basandoci sulla lettura della città storica, delle sue tipologie e peculiarità. Impostando il progetto sulla realizzazione concreta del Polo dei Musei Civici di Arte Antica di Ferrara, oggi esistente solo a livello burocratico e amministrativo, ridefiniamo una parte di città, attribuendole quella centralità nel tessuto storico, che già la caratterizzava in passato.
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La città di Ferrara può essere considerata un unicum che emerge rispetto ad altre realtà urbane, pur dotate di loro peculiarità storiche e morfologiche. La base per la formazione di questa unicità, fu gettata dagli Este, e da Biagio Rossetti, che, con l'addizione erculea, raddoppiarono la superficie della città medioevale. L'addizione, fu realizzata per una previsione di aumento della popolazione,che mai si concretizzò, se non, in parte, nel corso dell'ultimo secolo. Ciò, si tradusse in una notevole stabilità del rapporto pieni/vuoti, all'interno della città: vuoti che divennero spazi verdi urbani, e pieni che, nonostante le ristrutturazioni divenute necessarie nel corso dei secoli, mantennero prevalentemente le volumetrie e i sedimi storici. Infatti, il verde degli orti e dei giardini del tessuto storico, costituisce un sistema inscindibile con il costruito, e ne caratterizza la forma urbana dall'interno. Nel corso del Novecento, il centro storico, subì notevoli cambiamenti, anche se gli interventi riguardarono prevalentemente i vuoti urbani, mantenendo quasi intatto l'esistente. L'immobilismo dei secoli passati, ha mantenuto Ferrara una città a misura d'uomo, non tormentata dal caotico traffico automobilistico delle città attuali; per le sue peculiarità, storiche e morfologiche, Ferrara fu dichiarata "Patrimonio dell'Umanità" dall'Unesco, ponendo fine ad eventuali modifiche del centro storico, che avrebbero potuto intaccarne i caratteri. L'area della quale ci occupiamo, nonostante si trovi all'interno del tessuto medioevale consolidato, ha subito delle importanti trasformazioni nel secolo scorso; il duecentesco Convento agostiniano di San Vito, che occupava gran parte dell'isolato, assieme ai giardini di Palazzo Schifanoia, fu demolito per far posto ad una nuova caserma; probabilmente perché il convento stesso, dopo le conquiste napoleoniche e con vicende alterne, era già adibito a tale funzione. La nuova caserma mal si inserisce nel tessuto urbano, poiché rappresenta un "fuori scala", un evidente distacco dal rapporto verde/costruito della città medioevale circostante. Fin dalle analisi dei primi piani regolatori del secondo dopoguerra, la caserma fu considerata un elemento incongruo con il tessuto esistente, prevedendone quindi la possibilità di demolizione; dagli anni '90, inoltre, l'area militare è inutilizzata, e oggigiorno, versa in una condizione di avanzato degrado superficiale. L'area di progetto, ha una grande importanza storica, poiché rappresentava il terzo polo estense di amministrazione del potere, dopo il Castello Estense, e l'area del Palazzo dei Diamanti. I palazzi estensi che caratterizzavano l'area in epoca rinascimentale, Palazzo Schifanoia, Palazzo Bonacossi e Palazzina Marfisa d'Este, sono sopravissuti, anche se profondamente cambiati in particolar modo negli spazi verdi. Il progetto che ci proponiamo di realizzare, vuole stabilire, un nuovo rapporto tra pieni e vuoti, basandoci sulla lettura della città storica, delle sue tipologie e peculiarità. Impostando il progetto sulla realizzazione concreta del Polo dei Musei Civici di Arte Antica di Ferrara, oggi esistente solo a livello burocratico e amministrativo, ridefiniamo una parte di città, attribuendole quella centralità nel tessuto storico, che già la caratterizzava in passato.
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The general aim of the thesis was to investigate how and to what extent the characteristics of action organization are reflected in language, and how they influence language processing and understanding. Even though a huge amount of research has been devoted to the study of the motor effects of language, this issue is very debated in literature. Namely, the majority of the studies have focused on low-level motor effects such as effector-relatedness of action, whereas only a few studies have started to systematically investigate how specific aspects of action organization are encoded and reflected in language. After a review of previous studies on the relationship between language comprehension and action (chapter 1) and a critical discussion of some of them (chapter 2), the thesis is composed by three experimental chapters, each devoted to a specific aspect of action organization. Chapter 3 presents a study designed with the aim to disentangle the effective time course of the involvement of the motor system during language processing. Three kinematics experiments were designed in order to determine whether and, at which stage of motor planning and execution effector-related action verbs influence actions executed with either the same or a different effector. Results demonstrate that the goal of an action can be linguistically re-activated, producing a modulation of the motor response. In chapter 4, a second study investigates the interplay between the role of motor perspective (agent) and the organization of action in motor chains. More specifically, this kinematics study aims at deepening how goal can be translated in language, using as stimuli simple sentences composed by a pronoun (I, You, He/She) and a verb. Results showed that the perspective activated by the pronoun You reflects the motor pattern of the “agent” combined with the chain structure of the verb. These data confirm an early involvement of the motor system in language processing, suggesting that it is specifically modulated by the activation of the agent’s perspective. In chapter 5, the issue of perspective is specifically investigated, focusing on its role in language comprehension. In particular, this study aimed at determining how a specific perspective (induced for example by a personal pronoun) modulates motor behaviour during and after language processing. A classical compatibility effect (the Action-sentence compatibility effect) has been used to this aim. In three behavioural experiments the authors investigated how the ACE is modulated by taking first or third person perspective. Results from these experiments showed that the ACE effect occurs only when a first-person perspective is activated by the sentences used as stimuli. Overall, the data from this thesis contributed to disentangle several aspects of how action organization is translated in language, and then reactivated during language processing. This constitutes a new contribution to the field, adding lacking information on how specific aspects such as goal and perspective are linguistically described. In addition, these studies offer a new point of view to understand the functional implications of the involvement of the motor system during language comprehension, specifically from the point of view of our social interactions.
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A 2D Unconstrained Third Order Shear Deformation Theory (UTSDT) is presented for the evaluation of tangential and normal stresses in moderately thick functionally graded conical and cylindrical shells subjected to mechanical loadings. Several types of graded materials are investigated. The functionally graded material consists of ceramic and metallic constituents. A four parameter power law function is used. The UTSDT allows the presence of a finite transverse shear stress at the top and bottom surfaces of the graded shell. In addition, the initial curvature effect included in the formulation leads to the generalization of the present theory (GUTSDT). The Generalized Differential Quadrature (GDQ) method is used to discretize the derivatives in the governing equations, the external boundary conditions and the compatibility conditions. Transverse and normal stresses are also calculated by integrating the three dimensional equations of equilibrium in the thickness direction. In this way, the six components of the stress tensor at a point of the conical or cylindrical shell or panel can be given. The initial curvature effect and the role of the power law functions are shown for a wide range of functionally conical and cylindrical shells under various loading and boundary conditions. Finally, numerical examples of the available literature are worked out.
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Si riporta inizialmente un’analisi tecnica dell’autopilota Ardupilot, utilizzato con il firmware Arduplane, che predispone la scheda all’utilizzo specifico su velivoli senza pilota ad ala fissa. La parte sostanziale della tesi riguarda invece lo studio delle leggi di controllo implementate su Arduplane e la loro modellazione, assieme ad altre parti del codice, in ambiente Matlab Simulink. Il sistema di controllo creato, chiamato Attitude Flight System, viene verificato con la tecnica del Software In the Loop in un simulatore di volo virtuale modellato anch’esso in Simulink, si utilizza la dinamica di un velivolo UAV di prova e il software FlightGear per l’ambiente grafico. Di fondamentale importanza è la verifica della compatibilità fra il firmware originale e il codice generato a partire dai modelli Simulink, verifica effettuata mediante test di tipo Hardware in the Loop. L’ultima parte della tesi descrive le prove di volo svolte per verificare le prestazioni della scheda su un aeromodello trainer.
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Con il presente studio si è inteso analizzare l’impatto dell’utilizzo di una memoria di traduzione (TM) e del post-editing (PE) di un output grezzo sul livello di difficoltà percepita e sul tempo necessario per ottenere un testo finale di alta qualità. L’esperimento ha coinvolto sei studenti, di madrelingua italiana, del corso di Laurea Magistrale in Traduzione Specializzata dell’Università di Bologna (Vicepresidenza di Forlì). I partecipanti sono stati divisi in tre coppie, a ognuna delle quali è stato assegnato un estratto di comunicato stampa in inglese. Per ogni coppia, ad un partecipante è stato chiesto di tradurre il testo in italiano usando la TM all’interno di SDL Trados Studio 2011. All’altro partecipante è stato chiesto di fare il PE completo in italiano dell’output grezzo ottenuto da Google Translate. Nei casi in cui la TM o l’output non contenevano traduzioni (corrette), i partecipanti avrebbero potuto consultare Internet. Ricorrendo ai Think-aloud Protocols (TAPs), è stato chiesto loro di riflettere a voce alta durante lo svolgimento dei compiti. È stato quindi possibile individuare i problemi traduttivi incontrati e i casi in cui la TM e l’output grezzo hanno fornito soluzioni corrette; inoltre, è stato possibile osservare le strategie traduttive impiegate, per poi chiedere ai partecipanti di indicarne la difficoltà attraverso interviste a posteriori. È stato anche misurato il tempo impiegato da ogni partecipante. I dati sulla difficoltà percepita e quelli sul tempo impiegato sono stati messi in relazione con il numero di soluzioni corrette rispettivamente fornito da TM e output grezzo. È stato osservato che usare la TM ha comportato un maggior risparmio di tempo e che, al contrario del PE, ha portato a una riduzione della difficoltà percepita. Il presente studio si propone di aiutare i futuri traduttori professionisti a scegliere strumenti tecnologici che gli permettano di risparmiare tempo e risorse.
Il diritto d'asilo in Austria: il ruolo dell'interprete nelle richieste di protezione internazionale
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Meine Diplomarbeit beschäftigt sich mit den Themen des Asylverfahrens in Österreich sowie mit der Rolle von DolmetscherInnen im Asylbereich; sie besteht aus der Übersetzung von Teilen einiger Lernmodule des Trainingshandbuchs, das 2015 von UNHCR Österreich herausgegeben wurde, sowie aus meinen Kommentaren. In den ersten Kapiteln werden die Voraussetzungen für einen Asylantrag, die Richtlinie der Europäischen Union und die Bundesgesetze bezüglich des Asylrechts sowie die Rolle der UNHCR erläutert. Es werden dann spezifisch das Asylverfahren in Österreich, die Phasen der Einvernahme mit den Behörden und die Rolle der DolmetscherInnen - mit Blick auf die Auswahl von DolmetscherInnen und die dazu erforderlichen Kompetenzen - analysiert. Darauffolgend werden die Themen von der Haftung der DolmetscherInnen und dem Risiko von einer Traumatisierung für die Sprachmittler sowie das Dolmetschen für vulnerable AntragstellerInnen angesprochen. Zuletzt vertieft meine Arbeit die ethischen Prinzipien für das Dolmetschen im Asylverfahren und analysiert, anhand von konkreten Beispielen, die Probleme, die sich aus den berufsethischen Anforderungen an DolmetscherInnen ergeben. Schließlich wird die Komplexität des Dolmetschens im Asylbereich hervorgehoben.
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Refractory status epilepticus (RSE) has a mortality of 16-39%; coma induction is advocated for its management, but no comparative study has been performed. We aimed to assess the effectiveness (RSE control, adverse events) of the first course of propofol versus barbiturates in the treatment of RSE.
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Bovine mastitis caused by Mycoplasma bovis is of great economic importance to the beef and dairy industry. Here we describe a new specific real-time PCR assay targeting the uvrC gene that was developed to directly detect M. bovis from milk and tissue samples without laborious DNA purification.
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We report on a patient who developed, from 5 months of age, multiple seizure types, including myoclonic, associated with severe psychomotor delay, leading to the diagnosis of Dravet syndrome. Over the years, he developed refractory epilepsy and was implanted with a vagus nerve stimulator at the age of 19. After 3 months, he experienced a progressive improvement of partial and generalized seizures, with a >90% reduction, and better alertness. This meaningful clinical improvement is discussed in the light of the sudden unexpected death in epilepsy risk, which is high in this setting, and seems remarkably diminished in our patient in view of the reduction of generalized convulsions.