831 resultados para Arquitectura s.XV-XVI
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La exposición homónima contó con la Presidencia de Honor de SAR el Principe de Asturias
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Este proyecto de innovación educativa se presentó en el Congreso Internacional de Innovación en la Educación celebrado en Valladolid los dias 26, 27 y 28 de abril de 2005
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Recopila información sobre los monumentos de Alcalá de Henares de los siglos XVI y XVII haciendo una introducción sobre la población, geografía, historia y urbanismo. Los objetivos son: fomentar los valores de respeto por el pasado histórico, conocer las características arquitectónicas e históricas de estos siglos y valorar el patrimonio histórico, artístico y cultural de esta ciudad. Se desarrolla a partir de un texto base complementado con diapositivas, tomas de vídeo y conferencias. Se evalúa, trimestralmente, la selección y organización del trabajo, la adecuación de objetivos y metodología y la consecuencia del trabajo final.
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Guía didáctica dirigida a los alumnos de 8õ de EGB y enseñanzas medias que propone aproximarles a un edificio, el Alcázar de Madrid. Su estudio sirve para conocer los modos de vida, los gustos artísticos y, en definitiva, una época que va desde el siglo XVI al XVIII. La guía está organizada en distintos apartados: orientaciones metodológicas para el profesor, preparación en el aula mediante explicaciones y textos, sugerencias para visitar exposiciones, actividades para realizar después de la visita y un apartado que incluye vocabulario básico, bibliografía y direcciones de interés.
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Material sin publicar
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En portada: Comentarios a la colección de diapositivas. Guía del profesor. Material incompleto, faltan las diapositivas
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Programa de Actualización Didáctica (PAD) Museos y Aula
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Con este Decreto queda declarada Monumento histórico-artístico la 'Casa del Almirante' de Valencia, una residencia señorial de estilo gótico que aunque en los siglos XV y XVI sufrió reconstrucciones y más cerca en el tiempo también, sigue conservando los elementos arquitectónicos y artísticos que la hacen destacar para encumbrarla como Monumento Histórico. La tutela del edificio queda bajo protección del Estado y será ejercida por el Ministerio de Educación Nacional.
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Article que descriu com era el Palau Episcopal de Girona a mitjans del segle XV a través de dos documents antics sobre reparacions realitzades al palau, un del 1437 i un altre del 1460
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El tema d'aquesta tesi és el factor de la festa en l'articulació de pràctiques musicals a Barcelona en un context que s'estén des del segle XV al XVIII. Concretament, se centra en les anomenades "Entrades Reials", unes celebracions públiques que s'esdevenien en la primera visita del monarca en motiu del seu jurament dels privilegis de la ciutat. L'elecció d'aquest objecte es justifica en primer lloc pel seu potencial per a connectar amb formes de pensament que incideixen en el debat més genèric sobre els processos d'atribució de significacions a la música. Aquestes celebracions esdevenien una important manifestació cultural col·lectiva en les que s'utilitzaven pràctiques musicals comuns a les altres festes més regulars i que conformaven el sistema general festiu: l'acompanyament del seguici per conjunts de trompetes i tabals, les intervencions musicals en el marc de les representacions realitzades al portal de la ciutat i basades en el teatre sacre medieval, les desfilades dels gremis i confraries, que participaven amb les músiques i els balls dels "entremesos" del Corpus, així com els balls privats als palaus o públics als carrers i places que durant les jornades posteriors completava el conjunt de les activitats.
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In the 15th and early 16th centuries, when traveling eastward and westward no longer proved extraordinary, travel writings, such as those of Marco Polo or Jean de Mandeville, were printed and reprinted and have been in the world of exchanges and acquisitions both in Portugal and in other parts of Europe. However, although they have played a key role in defining foreign worlds for Europe, reflecting the aspirations of their time and providing news about the universe to be discovered, these reports do not always necessarily tell of trips that were actually taken. Several of them, on the contrary, do no more than draw together, for contemporary readers, passages of interest taken from other writings; passages which, based on their regularity and frequency, would allow for a narrative staged as travel to be taken as truth for contemporaries and immediate successors. In the Iberian Peninsula of the late 15th century, an account written by an author about whom nothing is known, Gomez de Santisteban, who defines himself as a companion of Prince Pedro on a supposed trip to the Holy Land, was among those reports integrated into the description and the perception of the land being discovered. The driving question of this paper is, therefore, how Santisteban, though he wrote memories of trips that he did not take, achieved credibility like those travelers whose trips have been recognized as authentic.
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La ricerca di Roberta Frigeni, svolta ad ampio spettro diacronico, è condotta su di una campionatura di specula principum - editi ed inediti - elaborati tra XII e XV secolo, e ne indaga il linguaggio quale referente privilegiato, rilevandone persistenze terminologiche e nuclei sintagmatici ricorrenti, al fine di individuare concetti utili a delineare un lessico politico proprio di questa testualità, in corrispondenza al sorgere dell’entità statale europea nel XIII secolo (con particolare riguardo all’area francese, ai regni di Luigi IX e Filippo il Bello). A partire da un’analisi critica delle tesi di Quentin Skinner circa la ‘ridefinizione paradiastolica’ del sistema delle virtù classiche entro il trattato De principatibus, lo studio innesca un percorso di indagine à rebours che - sondando il linguaggio - rintraccia nella trattatistica delle institutiones regum del XV secolo (Pontano, Patrizi, Carafa, Platina) e degli specula principum medievali (Elinando di Froidmont, Gilberto di Tournai, Vincenzo di Beauvais, Guglielmo Peraldo, Egidio Romano, Guido Vernani) una consonanza di motivi nella sintassi e nell’immaginario preposti ad illustrare le potenzialità semantiche del nome di prudentia, individuata quale unica virtù sopravvissuta alla ‘ridescrizione’ del codice etico operata da Machiavelli. Indagando i progressivi ampliamenti del campo semantico sorto attorno al nome della virtù di prudenza entro la letteratura speculare, la ricerca mostra come il dialettico rapporto con i lessemi di sapientia, astutia, fides ed experientia abbia avuto un ruolo determinante per il sorgere di un’immagine del principe emancipata dalla figura biblica del “rex sapiens”, e per la formazione di un lessico ospitale delle manifestazioni concrete del vivere politico ed economico. I processi di dilatazione e rarefazione del bacino semantico di prudentia sono, infatti, funzionali ad illustrare come il linguaggio della testualità speculare registri l’acquisizione di nuove strumentazioni teoriche grazie al rinnovamento delle fonti a disposizione lungo il secolo XIII, che - sostituendo progressivamente il più recente dossier aristotelico al solo apparato veterotestamentario - permettono di integrare la concezione delle virtù in senso operativo, adattandola alle esigenze politico-economiche dei nuovi contesti istituzionali monarchici.
L'area dei Lungarni di Pisa nel tardo Medioevo (XIV-XV secolo). un tentativo di ricostruzione in 3D.
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Lo scopo di questa ricerca è la ricostruzione dei Lungarni di Pisa nel Tardo Medioevo (XIV-XV secolo); lo studio intende sottolineare le trasformazioni urbanistiche che hanno cambiato il volto di Pisa nel corso del tempo e ricordare che l’area fluviale ebbe un ruolo di primo piano come baricentro commerciale ed economico della città, vocazione che si è in gran parte persa con l’età moderna e contemporanea. La metodologia seguita, affinata e perfezionata durante la partecipazione al progetto Nu.M.E. (Nuovo Museo Elettronico della Città di Bologna), si basa sull’analisi e il confronto di fonti eterogenee ma complementari, che includono precedenti studi di storia dell’urbanistica, un corpus di documentazione di epoca medievale (provvedimenti amministrativi come gli Statuti del Comune di Pisa, ma anche descrizioni di cronisti e viaggiatori), fonti iconografiche, tra cui vedute e mappe cinquecentesche o successive, e fonti materiali, come le persistenze medievali ancora osservabili all’interno degli edifici ed i reperti rinvenuti durante alcune campagne di scavo archeologiche. Il modello 3D non è concepito come statico e “chiuso”, ma è liberamente esplorabile all’interno di un engine tridimensionale; tale prodotto può essere destinato a livelli di utenza diversi, che includono sia studiosi e specialisti interessati a conoscere un maggior numero di informazioni e ad approfondire la ricerca, sia semplici cittadini appassionati di storia o utenti più giovani, come studenti di scuole medie superiori e inferiori.
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La tesi ha per oggetto la cultura ebraica cretese nei secoli XIV-XVI e, in particolare, l’influsso esercitato su di essa dalla cultura e dalle tradizioni degli ebrei sefarditi e ashkenaziti che cominciarono a stabilirsi sull’isola a partire dalla metà del Trecento. La tesi si basa da un lato su fonti amministrative e notarili e, dall’altro, sui manoscritti ebraici prodotti o portati a Candia nel periodo considerato. Il primo capitolo tratta della comunità ebraica nel primo Cinquecento e porta nuove notizie a proposito della geografia della zudeca, delle sue sinagoghe, della sua composizione sociale, dell’entità della sua popolazione e della biografia del principale leader spirituale e culturale attivo a Candia a quell’epoca: Elia Capsali. Il secondo capitolo offre una panoramica sull’immigrazione ebraica a Candia nei secoli XIV-XV. Il terzo capitolo esplora alcune particolarità della liturgia sinagogale elaborata dagli ebrei candioti sotto l’influsso della tradizione ashkenazita. Il quarto capitolo tratta di due liste di libri databili alla seconda metà del Quattrocento (Bologna, Biblioteca Universitaria, ms. 3574 B) e suggerisce di considerarle come indicative del peso che ebbero alcuni immigrati ebrei catalani nella diffusione della cultura medica sefardita a Candia. Il quinto capitolo è dedicato al medico, filosofo e astronomo Mosheh ben Yehudah Galiano, il quale visse a Candia tra la seconda metà degli anni Venti del Cinquecento e il 1543. L’ultimo capitolo tratta degli effetti provocati dall’epidemia di peste del 1592-95 all’interno della zudeca di Candia.