219 resultados para Viaggio Settentrionale


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L'importanza dell'acciuga europea (Engraulis encrasicolus) come risorsa ittica, sia a livello economico che ecologico, nel Mar Mediterraneo, ha portato alla necessità di monitorare la biomassa deponente di questa specie per cercare di dare un limite al suo sovrasfruttamento (rappresentando il 22% delle catture nazionali). Lo studio effettuato riguarda le stime di fecondità dell'acciuga europea tramite l'applicazione di un metodo di analisi d'immagine, Whole Mount, su campioni di gonadi di adulti maturi e pronti alla deposizione. Il campionamento degli esemplari è avvenuto durante due campagne oceanografiche, organizzate dall'U.O.S di Capo Granitola dell'Istituto per l'Ambiente Marino Costiero del CNR, che hanno coperto l'area dello Stretto di Sicilia e del Mar Tirreno, durante i mesi estivi che rappresentano il picco di deposizione della specie. Nel presente lavoro sono stati analizzati in totale 76 ovari di acciuga, provenienti da entrambe le aree di campionamento e che presentassero ovociti maturi e risultassero, quindi, in una fase di deposizione nota come "deposizione imminente". Per entrambe le aree di studio è stata stimata una relazione lunghezza-peso con andamento esponenziale. I test statistici non parametrici di Kolmogorov-Smirnov e di Mann-Whitney hanno permesso di stimare se vi fossero differenze tra la fecondità, l'indice gonadosomatico (IGS) e il fattore di condizione (CF) nelle due aree, Stretto di Sicilia e piattaforma settentrionale siciliana. I valori di CF sono risultati significativamente differenti tra le due aree se valutati con il test di Kolmogorov-Smirnov, tuttavia tale differenza non è stata confermata dal test di Mann-Whitney. L'IGS e la fecondità, invece, sono risultati significativamente diversi nelle due aree per entrambi i test. Si può ipotizzare che valori di fecondità differenti nelle due aree, nonostante in entrambi i casi il campionamento sia avvenuto durante il picco di riproduzione della specie, possono essere dovuti alla variabilità dei fattori abiotici, quali temperature e nutrienti, differenti nello Stretto di Sicilia e nell'area lungo le coste settentrionali siciliane. Temperatura e nutrienti possono essere differenti, poiché vi è un diverso movimento delle masse d'acqua causato da correnti distinte nelle due aree. Conoscere la variabilità dei parametri riproduttivi di una specie di rilevanza commerciale così alta, come l'acciuga, rappresenta uno strumento fondamentale per scegliere le misure di gestione sostenibile degli stock più appropriate per aree differenti.

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I movimenti lenti delle colate in terra sono una caratteristica geomorfologica comune nell’Appennino settentrionale e sono uno dei principali agenti di modellazione del paesaggio. Spesso case e piccoli centri abitati sorgono in zone affette da questo tipo di movimento franoso e di conseguenza subiscono danni causati da piccoli spostamenti. In questo lavoro di Tesi vengono presentati i risultati ottenuti dall’interferometria radar ad apertura sintetica (InSAR) mediante elaborazione tramite StaMPS (Stanford Method of Persistent Scatterers), utilizzando la tecnica avanzata Small Baseline Subset (Berardino et al., 2002). Questo metodo informatico è applicato alle acquisizioni rilevate dai satelliti Envisat e COSMO-SkyMed in orbita ascendente e discendente, ottenendo una copertura di dati che va dal 2004 al 2015, oltre ad un rilevamento geologico-geomorfologico in dettaglio eseguito nell’area di studio. Questa tecnica di telerilevamento è estremamente efficace per il monitoraggio dei fenomeni di deformazione millimetrica che persistono sulla superficie terrestre, basata sull'impiego di serie temporali d’immagini radar satellitari (Ferretti et al., 2000). Lo studio è stato realizzato nel paese di Gaggio Montano nell’Appennino bolognese. In questa zona sono stati identificati diversi corpi di frana che si muovono con deformazioni costanti durante il tempo di investigazione e grazie ai risultati ottenuti dai satelliti è possibile confrontare tale risultato. Gli spostamenti misurati con il metodo InSAR sono dello stesso ordine di grandezza dei movimenti registrati dai sondaggi inclinometrici. Le probabili cause dell’instabilità di versante a Gaggio Montano sono di natura antropica, in quanto alti tassi di deformazione sono presenti nelle zone dove sorgono case di recente costruzione e complessi industriali. Un’altra plausibile spiegazione potrebbe essere data dalla ricarica costante d’acqua, proveniente dagli strati dei Flysch verso l’interno del complesso caotico sottostante, tale dinamica causa un aumento della pressione dell’acqua nelle argille e di conseguenza genera condizioni d’instabilità sul versante. Inoltre, i depositi franosi rilevati nell’area di studio non mostrano nessun tipo di variazione dovuta ad influenze idrologiche. Per questo motivo le serie temporali analizzare tendo ad essere abbastanza lineari e costanti nel tempo, non essendo influenzate da cicli stagionali.

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Le osservazioni e i risultati proposti in questo elaborato si inseriscono all'interno di un progetto più vasto frutto della collaborazione tra SRM e il Dipartimento di Trasporti dell'Università di Bologna. Infatti in occasione del European Cycling Challenge del 2013, SRM ha raccolto per la sola area di Bologna un dataset di 1,050,000 punti GPS registrati da ciclisti volontari durante l'interno mese di Maggio attraverso l'applicazione Endomondo. Ai ciclisti che partecipavano volontariamente all’iniziativa è stato chiesto di registrare i proprio viaggi nella città di Bologna effettuati con la bici, attraverso l’ applicazione, gratuitamente scaricabile sul proprio smartphone: all’inizio di ciascun viaggio, i partecipanti dovevano attivare l’applicazione, e quindi il sistema GPS del loro smartphone, e registrare lo spostamento. Questo campione è stato dunque utilizzato come punto di partenza per questo progetto che rappresenta il primo caso studio italiano in cui i modelli di scelta del percorso ciclabile si sono basati su un ampio campione di dati GPS raccolti mediante sondaggio RP. In questo elaborato quindi si è analizzato il campione dei percorsi in termini di singoli spostamenti, del confronto con il percorso di minor lunghezza e all'interno di un set di alternative compiute. Infine si sono indagati due parametri che hanno influenzato la scelta del percorso ciclabile da parte degli utenti.

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Il configurarsi di Genova come approdo e luogo di passaggio per mete assai più note e la presenza nella città delle architetture alessiane tardo rinascimentali e alcune collezioni artistiche di rilievo presero ad attirare visitatori da tutta Europa, in un flusso che, a partire già dal XVI secolo, non aveva conosciuto grandi interruzioni nonostante i rischi del viaggio. Il patrimonio locale, specialmente quello figurativo, non aveva ancora una sua identità artistica e territoriale fuori dalle mura cittadine e pertanto l’attenzione dei visitatori fu dunque fino ad allora rivolta quasi unicamente ai grandi nomi legati al gusto coevo e al collezionismo europeo dell’epoca. Scopo di questo saggio è quello di puntualizzare la fortuna o sfortuna critica di alcuni specifici artisti emersi, sia pur episodicamente, da alcune relazioni di viaggiatori e di alcuni ricorrenti ›luoghi dell’arte‹.

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Recorrido por las etapas por las que pasaban los arquitectos pensionados en la Academia de España en Roma.

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La ricerca punta a ricostruire il complesso e travagliato processo decisionale che porta alla realizzazione del quarto centro siderurgico di Taranto. Il grande stabilimento viene progettato nel 1955, approda sui tavoli del comitato di Presidenza della Finsider nel settembre del 1956 e dopo quasi quattro anni di dibattiti e dietrofront ottiene il via libera dal consiglio dei Ministri il 9 giugno del 1959. La prima pietra del centro verrà posta il 10 luglio del 1960, il primo settore (un tubificio) inaugurato nel 1961, mentre il resto del complesso entrerà in funzione nel 1964. Ispiratore del centro è Pasquale Saraceno e gli uomini dell'associazione Svimez, convinti sostenitori dell'industrializzazione dell'Italia Meridionale. Il progetto sostenuto apertamente dalla Democrazia Cristiana a partire dal 1956 e in seguito da tutte le forze politiche, viene convintamente osteggiato dall'Impresa Pubblica, Finsider in testa, che vede messa a repentaglio l'autonomia imprenditoriale del gruppo e i propri equilibri economici. Il centro meridionale è considerato strategicamente penalizzante ed economicamente sconveniente, dato che i maggiori centri industriali italiani del tempo si trovano nell'Italia Settentrionale (quindi una localizzazione meridionale comporterebbe un aggravio di costi per le operazioni di trasporto dell'acciaio). L'Impresa pubblica opterebbe su una politica imprenditoriale più prudente, incentrata sul potenziamento graduale dei centri già esistenti. Non così la Politica decisa ad attuare una svolta in grado di realizzare evidenti progressi nell'economia meridionale. La nostra ricerca ha cercato di ricostruire l'impegno e le manovre dei principali partiti politici e parallelamente le strategie e le ragioni dell'Impresa pubblica tenendo anche conto del grande dibattito sorto sulla stampa nazionale tra favorevoli e contrari al progetto e al coinvolgimento dell'opinione pubblica meridionale in particolare pugliese. La ricerca si divide in tre parti (dedicate alle origini del progetto (1954-1955), gli sviluppi della vicenda (1957-1958), il via libera al centro (1959-1960) e si articola in sei capitoli (Meridione e industrializzazione: verso il quarto centro siderurgico; La siderurgia italiana verso il boom: il progetto del IV centro a ciclo integrale; La polemica Iri – Dc: uno scontro istituzionale; Il Pci e il centro siderurgico di Taranto; La vicenda Vado Ligure e la posizione dell'impresa privata; L'approvazione del progetto). La tesi cerca di mettere a fuoco la posizione della Politica (Dc e Pci su tutti), della Tecnica (Iri e Finsider ma anche progetti e impegno dei privati, quali la Fiat e la Falck) e della società civile (soprattutto quella tarantina dedicando una certa attenzione al mondo cattolico). La ricerca si è svolta su più livelli. Nel primo anno si è compiuta un'approfondito studio presso l'archivio dell'Iri (conservato presso l'Archivio Centrale dello Stato a Roma), della Dc (Istituto Sturzo, Roma), del Pci (Istituto Gramsci Roma). Il secondo ha permesso di soffermarsi sulle vicende di Taranto (Archivio dell'Arcidiocesi, Archivio del Comune, Biblioteca Comunale). Il terzo è stato focalizzato ancora su vicende politiche e finanziarie (Archivio Storico Banca d'Italia, Archivio Giulio Andreotti, Archivio storico del Senato, tutti con sede a Roma). L'esame dei verbali dei Comitati esecutivi della Finsider per gli anni 1954 -1959 rivela una chiara direzione: la Finsider studia con grande rigore la situazione del mercato italiano, delle varie aziende e dei centri produttivi del Gruppo. Un rigore finalizzato alla chiusura dei centri ritenuti antiquati e poco funzionali e al potenziamento di quelli più moderni e dalle dimensioni imponenti. Un'azione tesa ad incrementare la produzione, essere competitivi sul mercato internazionale e salvaguardare il vero faro dell'azienda in quegli anni: l'economicità. Cioè ottenere il più possibile tutelando gli equilibri finanziari del Gruppo. E' per questo che per ben due anni, i funzionari dell'azienda avanzano progetti complementari, come quello del piccolo centro di Apuania, ma il Comitato esecutivo pur considerando l'investimento indispensabile e conveniente, decide di rinviarne la realizzazione. Gli elementi più rilevanti sono emersi per l'anno 1957. E' noto come il centro siderurgico meridionale fosse messo a rischio da un altro progetto avanzato dalla Fiat, decisa a realizzare un proprio stabilimento nell'Italia settentrionale, a Vado Ligure. Il centro avrebbe dovuto rifornire di acciaio gli stabilimenti della casa automobilistica rendendola indipendente dall'Industria di Stato. Nel caso si fosse realizzato il centro di Vado (al quale la Fiat rinuncerà nel 1957) sarebbe risultato impossibile realizzarne un altro nel Meridione (a quel punto la produzione avrebbe superato i consumi). Dai dati esaminati emerge una trattativa finora inedita che vede il coinvolgimento della Finsider e di privati stranieri.

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This layer is a georeferenced raster image of the historic paper map entitled: Viaggio della R[a] Corvetta 'Vettor Pisani', negli anni 1882-1883-1884-1885 (comandante G. Palumbo). It was published by Stab. Lit. Bruno e Salomone in 1885. Scale [ca. 1:250,500]. World map showing the voyages of the Vettor Pisani. The image inside the map neatline is georeferenced to the surface of the earth and fit to a non-standard 'Mercator' projection with the central meridian at 160 degrees east. All map collar and inset information is also available as part of the raster image, including any inset maps, profiles, statistical tables, directories, text, illustrations, index maps, legends, or other information associated with the principal map. This map shows features such as drainage, cities and other human settlements, ship route with dates, territorial boundaries, shoreline features, and more. This layer is part of a selection of digitally scanned and georeferenced historic maps from the Harvard Map Collection and the Harvard University Library as part of the Open Collections Program at Harvard University project: Organizing Our World: Sponsored Exploration and Scientific Discovery in the Modern Age. Maps selected for the project correspond to various expeditions and represent a range of regions, originators, ground condition dates, scales, and purposes.

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Lo scopo del presente elaborato è la proposta di traduzione in italiano di un romanzo contemporaneo dello scrittore argentino Félix Bruzzone, Los topos, che racconta la storia di un giovane, orfano di entrambi i genitori desaparecidos, e della sua ricerca del presunto fratello nato in cattività. Nello specifico, il viaggio del narratore-protagonista costituisce il tentativo, destinato al fallimento, di recuperare la sua identità perduta e costruire vincoli familiari e affettivi in una società violenta, dove la sparizione forzata, sotto altre forme, è ancora una pratica abituale. Con i suoi tratti comici e grotteschi, l’opera rivendica in modo creativo una certa indipendenza dal tradizionale discorso vittimizzante sulla memoria, sia nello sviluppo della storia che nelle strategie stilistiche e narrative. I primi tre capitoli di questa tesi inquadrano Los topos in un contesto culturale e letterario e presentano un’analisi delle ragioni dell’originalità dell’opera nell’ambito della produzione letteraria su questo tema: in particolare, nel Capitolo I vengono illustrati i fatti storici relativi all’ultima dittatura militare argentina (1976 - 1983) e le ripercussioni sociali del regime negli anni successivi; il secondo capitolo contiene un breve ritratto di Félix Bruzzone e un’intervista realizzata all’autore nel contesto di un rapporto di collaborazione e di un periodo di ricerca svolto in Argentina, che si sono rivelati fondamentali per l’interpretazione e la traduzione del testo originale; il Capitolo III è dedicato all’analisi del romanzo dal punto di vista tematico, narrativo, linguistico e stilistico. Gli ultimi due Capitoli sono relativi all’attività di traduzione dell’opera: il quarto contiene la versione italiana, proposta integralmente, mentre nel quinto vengono esaminate le strategie adottate per la risoluzione dei principali problemi traduttivi, con l’obiettivo di base di riprodurre l’apparato ritmico dell’oralità che caratterizza il testo originale.

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Cosa ci spinge a viaggiare? Siamo così terribilmente annoiati dalle nostre insicurezze e dalle luccicanti certezze della società che per rimanere in vita sentiamo il bisogno di muoverci, spostarci, andare fuori. Ma fuori dove? Crediamo davvero di salvarci andando a cercare qualcosa che non riusciamo nemmeno a definire? Coloro che potrebbero rispondere affermativamente a un tale quesito non sono quelli che partono, ma quelli che non tornano. Viaggiare per me significa leggere le differenze e leggermi nel profondo, scrivere dell’esperienza e scrivermi tracciando il mio cambiamento, tradurre da una lingua all’altra e tradurre le mie nuove emozioni. Questo elaborato è, perciò, l’umile tentativo di descrivere la complessità e l’arricchimento che può derivare dal fare esperienza, che sia viaggiando, leggendo, scrivendo o traducendo, vedendomi “di spalle che partivo” come avrebbe detto Fabrizio De André. Il fil rouge che creerà un legame tra tali azioni, che tesserà la trama dell’arazzo della mia esperienza è la metafora. La metafora è qualcosa che va anche al di là della sua semplice etimologia dal greco che la rende protagonista di un portare oltre. Metterò in scena il dubbio e la curiosità come motivi del viaggiare; parlerò della soglia come sipario che scorre via una volta che ci si apre all’Altro e non vi è più distinzione né distanza di spazio e tempo; varcherò i confini delle definizioni come palcoscenico in cui lettori, scrittori e traduttori viaggiano, e mostrerò come questi siano antropologi, registi e spettatori allo stesso tempo. Tutto ciò che infine rimarrà non sarà solo il silenzio, l’assenza derivanti dalle perdite che tali esperienze comportano, ma soprattutto l’amore che l’accoglienza dell’Altro insegna.

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L’oggetto di studio del presente lavoro è la proposta di traduzione del libro El principito ha vuelto della scrittrice canaria María Jesús Alvarado, che non solo è l’autrice di molti racconti e poesie, ma è anche psicologa, cineasta, sceneggiatrice e regista. Questo libro, pubblicato nel 2015 dalla casa editrice Libros de las Malas Compañías e inserito nella collana Caprichos, racconta la storia di un viaggio nel deserto del Sahara intrapreso dalla protagonista insieme con la sua troupe cinematografica, al fine di girare un documentario sul popolo saharawi. La prima parte è dedicata all’autrice e presenta una breve biografia e presentazione dei suoi lavori passati, sia in ambito letterario che cinematografico. La seconda parte illustra un’analisi dettagliata del testo originale. Iniziando dalla collocazione editoriale, proseguirò con la presentazione della trama, dei personaggi, dei temi trattati, dello stile utilizzato, del paratesto e delle illustrazioni del libro. La terza parte riporta interamente la mia proposta di traduzione del testo originale. La quarta parte presenta il commento alla traduzione, comprensivo di analisi degli aspetti morfosintattici, lessicali e stilistici, dei riferimenti culturali e delle illustrazioni del libro. Infine, sono illustrate le conclusioni tratte da quest’esperienza di traduzione.

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Bussano alla porta di Macbeth -- Ricordanze del mio primo viaggio in Gransmere -- I "mails-coaches" -- Dai "Suspiria De Profundis."

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Title-pages differ slightly.