903 resultados para Synthetic Aperture Radar(SAR)
Resumo:
Os estudos ambientais necessitam de informações sobre a cobertura e o uso da terra. Este trabalho apresenta a aplicação de dados de sensores remotos orbitais (óticos e de radares) na validação de padrões de uso e cobertura do solo na planície costeira amapaense para fins de mapeamento e reconhecimento da dinâmica natural e antrópica. Esta costa é submetida a uma dinâmica intensa devido à magnitude dos processos costeiros (marés-pororoca), sua localização geográfica, influenciada pelo rio Amazonas e pela Zona de Convergência Intertropical, e processos antrópicos associados à bubalinocultura. A análise foi realizada aplicando-se dados de satélite (JERS-1, RADARSAT-1, Landsat 7 e DEM do SRTM) digitalmente processados em abordagem multisensor, multiescala e multitemporal, correlacionada com dados pretéritos e informações de campo. A análise dos produtos gerados e dados colaterais permitiu distinguir oito padrões de uso e cobertura do solo: florestas de mangue, florestas de várzeas, campos arbustivos, áreas de vegetação campestre, campo antrópico, zona de intermaré, canal estuarino e lagos, além de feições morfológicas lineares associadas a estes padrões. Estas informações são importantes para o mapeamento dos ambientes costeiros e fundamentais para o reconhecimento da dinâmica na região.
Resumo:
Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
Resumo:
La necessità di conservazione e recupero di murature, di qualsiasi interesse storico/architettonico, ha evidenziato la necessità di conoscere il più dettagliatamente possibile le caratteristiche strutturali delle opere interessate: un intervento risulterà tanto più efficace e adatto agli scopi prefissi quanto maggiore sarà la conoscenza dell’opera, della sua evoluzione, dei materiali utilizzati per la realizzazione, della tecnica costruttiva e della struttura portante. Spesso è necessario eseguire interventi di adeguamento sismico di comuni edifici su cui poter intervenire più o meno indiscriminatamente, mentre, per opere di interesse storico è necessario ridurre al minimo l’invasività degli interventi: in tutti e due i casi, una buona riuscita dell’intervento dipende dalla conoscenza dell’organismo strutturale sul quale si deve operare. Come spesso accade, anche per opere di recente costruzione, risulta difficile poter recuperare i dati progettuali (disegni e calcoli) e spesso le tecniche e le tipologie utilizzate per le costruzioni si differenziavano da zona a zona, così come diversi erano i materiali da costruzione; risulta quindi evidente che per progettare una serie di interventi di recupero è necessario poter ottenere il maggior numero di informazioni al riguardo. Diverse sono le esperienze maturate in questo campo in tutta Europa e queste hanno mostrato come non è sufficiente intervenire con tecniche innovative per adeguare agli standard attuali di sicurezza opere del passato: infatti, in molti casi, l’applicazione sbagliata di queste tecniche o gli interventi progettati in modo non adeguato non hanno svolto il loro compito e in alcuni casi hanno peggiorato la situazione esistente. Dalle esperienze maturate è stato possibile osservare che anche le migliore tecniche di recupero non possono risultare efficaci senza un’adeguata conoscenza dello stato di degrado degli edifici, del loro assetto strutturale e delle possibili carenze. La diagnostica strutturale si vuole inserire proprio in questo livello potendo fornire ad un progettista tutte le informazioni necessarie per effettuare al meglio ed in maniera efficace gli interventi di recupero e restauro necessari. Oltre questi aspetti, le analisi diagnostiche possono essere utilizzate anche per verificare l’efficacia degli interventi effettuati. Diversi sono gli aspetti che si possono analizzare in un’indagine di diagnostica ed in base alle esigenze e alle necessità del rilievo da effettuare sono varie le tecniche a disposizione, ognuna con le sue peculiarità e potenzialità. Nella realizzazione di questa tesi sono state affrontate diverse problematiche che hanno previsto sia l’analisi di situazioni reali in cantiere, sia lo studio in laboratorio. La prima parte del presente elaborato prevede lo studio delle attività svolte a Palazzo Malvezzi, attuale sede della Provincia di Bologna. L’edificio, di interesse storico, ha subito diverse trasformazioni durate la sua vita ed in alcuni casi, queste, eseguite con tecnologie e materiali inadatti, hanno provocato variazioni nell’assetto statico della struttura; inoltre, il palazzo, è soggetto a movimenti a livello di fondazione in quanto è presente una faglia di subsidenza che attraversa l’edificio. Tutte queste problematiche hanno creato movimenti differenziali alla struttura in elevazione che si sono evidenziati con crepe distribuite in tutto l’edificio. Il primo aspetto analizzato (capitoli 4 e 5) è lo studio della profondità delle fessure presenti nel solaio della sala Rossa, sede dei comunicati stampa e delle conferenze della Provincia. Senza dubbio antiestetiche, le crepe presenti in una struttura, se sottovalutate, possono compromettere notevolmente le funzioni statiche dell’elemento in cui si sviluppano: la funzione di protezione fornita dal solaio o da qualsiasi altro elemento strutturale alle armature in questo immerse, viene meno, offrendo vie preferenziali a possibili situazioni di degrado, specialmente se in condizioni ambientali aggressive. E' facile intuire, quindi, che un aspetto all’apparenza banale come quello delle fessure non può essere sottovalutato. L’analisi è stata condotta utilizzando prove soniche ed impact-echo, tecniche che sfruttano lo stresso principio, la propagazione delle onde elastiche nel mezzo, ma che si differenziano per procedure di prova e frequenze generate nel test. Nel primo caso, la presenza del martello strumentato consente di valutare anche la velocità di propagazione delle onde elastiche, fenomeno utilizzato per ottenere indicazioni sulla compattezza del mezzo, mentre nel secondo non è possibile ricavare queste informazioni in quanto la tecnica si basa solamente sullo studio in frequenza del segnale. L’utilizzo dell’impact-echo è stato necessario in quanto la ristilatura effettuata sulle fessure scelte per l’analisi, non ha permesso di ottenere risultati utili tramite prove soniche ; infatti, le frequenze generate risultano troppo basse per poter apprezzare queste piccole discontinuità materiali. La fase di studio successiva ha previsto l’analisi della conformazione dei solai. Nel capitolo 6, tale studio, viene condotto sul solaio della sala Rossa con lo scopo di individuarne la conformazione e la presenza di eventuali elementi di rinforzo inseriti nelle ristrutturazioni avvenute nel corso della vita del palazzo: precedenti indagini eseguite con endoscopio, infatti, hanno mostrato una camera d’aria ed elementi metallici posizionati al di sotto della volta a padiglione costituente il solaio stesso. Le indagini svolte in questa tesi, hanno previsto l’utilizzo della strumentazione radar GPR: con questa tecnica, basata sulla propagazione delle onde elettromagnetiche all’interno di un mezzo, è possibile variare rapidamente la profondità d’ispezione ed il dettaglio ottenibile nelle analisi cambiando le antenne che trasmettono e ricevono il segnale, caratteristiche fondamentali in questo tipo di studio. I risultati ottenuti hanno confermato quanto emerso nelle precedenti indagini mostrando anche altri dettagli descritti nel capitolo. Altro solaio oggetto d’indagine è quello della sala dell’Ovale (capitoli 7 e 8): costruito per dividere l’antica sala da ballo in due volumi, tale elemento è provvisto al suo centro di un caratteristico foro ovale, da cui ne deriva il nome. La forma del solaio lascia supporre la presenza di una particolare struttura di sostegno che le precedenti analisi condotte tramite endoscopio, non sono riuscite a cogliere pienamente. Anche in questo caso le indagini sono state eseguite tramite tecnica radar GPR, ma a differenza dei dati raccolti nella sala Rossa, in questo caso è stato possibile creare un modello tridimensionale del mezzo investigato; inoltre, lo studio è stato ripetuto utilizzando un’antenna ad elevata risoluzione che ha consentito di individuare dettagli in precedenza non visibili. Un ulteriore studio condotto a palazzo Malvezzi riguarda l’analisi della risalita capillare all’interno degli elementi strutturali presenti nel piano interrato (capitolo 9): questo fenomeno, presente nella maggior parte delle opere civili, e causa di degrado delle stesse nelle zone colpite, viene indagato utilizzando il radar GPR. In questo caso, oltre che individuare i livelli di risalita osservabili nelle sezioni radar, viene eseguita anche un’analisi sulle velocità di propagazione del segnale e sulle caratteristiche dielettriche del mezzo, variabili in base al contenuto d’acqua. Lo scopo è quello di individuare i livelli massimi di risalita per poterli confrontare con successive analisi. Nella fase successiva di questo elaborato vengono presentate le analisi svolte in laboratorio. Nella prima parte, capitolo 10, viene ancora esaminato il fenomeno della risalita capillare: volendo studiare in dettaglio questo problema, sono stati realizzati dei muretti in laterizio (a 2 o 3 teste) e per ognuno di essi sono state simulate diverse condizioni di risalita capillare con varie tipologie di sale disciolto in acqua (cloruro di sodio e solfato di sodio). Lo scopo è di valutare i livelli di risalita osservabili per diverse tipologie di sale e per diverse concentrazioni dello stesso. Ancora una volta è stata utilizzata la tecnica radar GPR che permette non solo di valutare tali livelli, ma anche la distribuzione dell’umidità all’interno dei provini, riuscendo a distinguere tra zone completamente sature e zone parzialmente umide. Nello studio è stata valutata anche l’influenza delle concentrazioni saline sulla propagazione del segnale elettromagnetico. Un difetto delle tecniche di diagnostica è quello di essere strumenti qualitativi, ma non quantitativi: nel capitolo 11 viene affrontato questo problema cercando di valutare la precisione dei risultati ottenuti da indagini condotte con strumentazione radar GPR. Studiando gli stessi provini analizzati nel capitolo precedente, la tecnica radar è stata utilizzata per individuare e posizionare i difetti (muretti a 3 teste) e le pietre (muretti a 2 teste) inserite in questi elementi: i risultati ottenuti nella prova sono stati confrontati, infine, con la reale geometria. Nell’ultima parte (capitolo 12), viene esaminato il problema dell’individuazione dei vuoti all’interno di laterizi: per questo scopo sono state create artificialmente delle cavità di diversa forma e a diverse profondità all’interno di laterizi pieni che, dopo un trattamento in cella climatica per aumentarne la temperatura, sono stati sottoposti a riprese termografiche nella fase di raffreddamento. Lo scopo di queste prove è quello di valutare quale sia la massima differenza di temperatura superficiale causata dai diversi difetti e per quale intervallo di temperature questa si verifica.
Resumo:
In der vorliegenden Diplomarbeit erfolgte die Beobachtung von Eisströmen und Schelfeisen an der Küste der Amundsen See in der West-Antarktis, unter Verwendung von ERS-SAR-Amplitudenbildprodukten. Bestandteile dieser Beobachtung waren die Erstellung eines Gletscherinventares, die Erstellung von Multitemporalbildern, die Auswertung von Veränderungen der Eisfronpositionen und - schwerpunktmäßig - die Bestimmung von Eisfließgeschwindigkeiten und deren räumlicher und zeitlicher Vergleich.
Resumo:
In 1998-2001 Finland suffered the most severe insect outbreak ever recorded, over 500,000 hectares. The outbreak was caused by the common pine sawfly (Diprion pini L.). The outbreak has continued in the study area, Palokangas, ever since. To find a good method to monitor this type of outbreaks, the purpose of this study was to examine the efficacy of multi-temporal ERS-2 and ENVISAT SAR imagery for estimating Scots pine (Pinus sylvestris L.) defoliation. Three methods were tested: unsupervised k-means clustering, supervised linear discriminant analysis (LDA) and logistic regression. In addition, I assessed if harvested areas could be differentiated from the defoliated forest using the same methods. Two different speckle filters were used to determine the effect of filtering on the SAR imagery and subsequent results. The logistic regression performed best, producing a classification accuracy of 81.6% (kappa 0.62) with two classes (no defoliation, >20% defoliation). LDA accuracy was with two classes at best 77.7% (kappa 0.54) and k-means 72.8 (0.46). In general, the largest speckle filter, 5 x 5 image window, performed best. When additional classes were added the accuracy was usually degraded on a step-by-step basis. The results were good, but because of the restrictions in the study they should be confirmed with independent data, before full conclusions can be made that results are reliable. The restrictions include the small size field data and, thus, the problems with accuracy assessment (no separate testing data) as well as the lack of meteorological data from the imaging dates.
Resumo:
En este trabajo se presentan los sistemas radar satélite y terrestres, así como los métodos de análisis de imágenes radar clásicos y avanzados para la investigación de los movimientos del terreno, haciendo énfasis en la subsidencia y los movimientos de ladera. Para ello en primer lugar se describen los distintos sensores radar disponibles así como las principales características de las imágenes radar generadas. A continuación se detallan los aspectos fundamentales de la interferometría diferencial, de los distintos métodos de interferometría diferencial avanzada y del radar terrestre. Finalmente se presentan los resultados obtenidos en distintas zonas de estudio: la subsidencia por explotación del acuífero en el área metropolitana de Murcia, la subsidencia minera y los movimientos de ladera de la Sierra de Cartagena, los movimientos de ladera de la cuenca del río Gállego y el deslizamiento del Portalet.
Resumo:
In this paper we propose a two-component polarimetric model for soil moisture estimation on vineyards suited for C-band radar data. According to a polarimetric analysis carried out here, this scenario is made up of one dominant direct return from the soil and a multiple scattering component accounting for disturbing and nonmodeled signal fluctuations from soil and short vegetation. We propose a combined X-Bragg/Fresnel approach to characterize the polarized direct response from soil. A validation of this polarimetric model has been performed in terms of its consistency with respect to the available data both from RADARSAT-2 and from indoor measurements. High inversion rates are reported for different phenological stages of vines, and the model gives a consistent interpretation of the data as long as the volume component power remains about or below 50% of the surface contribution power. However, the scarcity of soil moisture measurements in this study prevents the validation of the algorithm in terms of the accuracy of soil moisture retrieval and an extensive campaign is required to fully demonstrate the validity of the model. Different sources of mismatches between the model and the data have been also discussed and analyzed.
Resumo:
Subsidence related to multiple natural and human-induced processes affects an increasing number of areas worldwide. Although this phenomenon may involve surface deformation with 3D displacement components, negative vertical movement, either progressive or episodic, tends to dominate. Over the last decades, differential SAR interferometry (DInSAR) has become a very useful remote sensing tool for accurately measuring the spatial and temporal evolution of surface displacements over broad areas. This work discusses the main advantages and limitations of addressing active subsidence phenomena by means of DInSAR techniques from an end-user point of view. Special attention is paid to the spatial and temporal resolution, the precision of the measurements, and the usefulness of the data. The presented analysis is focused on DInSAR results exploitation of various ground subsidence phenomena (groundwater withdrawal, soil compaction, mining subsidence, evaporite dissolution subsidence, and volcanic deformation) with different displacement patterns in a selection of subsidence areas in Spain. Finally, a cost comparative study is performed for the different techniques applied.
Resumo:
The principle nematocidal agent present in a southern Australian marine sponge of the genus Echinodictyum has been isolated and identfied as the novel betaine (+)-echinobetaine B (6), and the structure assigned by spectroscopic analysis has been confirmed by total synthesis. Preliminary SAR conclusions are drawn from analysis of synthetic intermediates and the known marine metabolites zooanemonin (12) and norzooanemonin (13), and the new sponge metabolite norzooanemonin methyl ester (14). The latter compound is reported for the first time from a selection of Australian sponges, including an Axinyssa sp., a Niphates sp., an Axinella sp. and a Ptilocaulis sp.
Resumo:
The Wet Tropics World Heritage Area in Far North Queens- land, Australia consists predominantly of tropical rainforest and wet sclerophyll forest in areas of variable relief. Previous maps of vegetation communities in the area were produced by a labor-intensive combination of field survey and air-photo interpretation. Thus,. the aim of this work was to develop a new vegetation mapping method based on imaging radar that incorporates topographical corrections, which could be repeated frequently, and which would reduce the need for detailed field assessments and associated costs. The method employed G topographic correction and mapping procedure that was developed to enable vegetation structural classes to be mapped from satellite imaging radar. Eight JERS-1 scenes covering the Wet Tropics area for 1996 were acquired from NASDA under the auspices of the Global Rainforest Mapping Project. JERS scenes were geometrically corrected for topographic distortion using an 80 m DEM and a combination of polynomial warping and radar viewing geometry modeling. An image mosaic was created to cover the Wet Tropics region, and a new technique for image smoothing was applied to the JERS texture bonds and DEM before a Maximum Likelihood classification was applied to identify major land-cover and vegetation communities. Despite these efforts, dominant vegetation community classes could only be classified to low levels of accuracy (57.5 percent) which were partly explained by the significantly larger pixel size of the DEM in comparison to the JERS image (12.5 m). In addition, the spatial and floristic detail contained in the classes of the original validation maps were much finer than the JERS classification product was able to distinguish. In comparison to field and aerial photo-based approaches for mapping the vegetation of the Wet Tropics, appropriately corrected SAR data provides a more regional scale, all-weather mapping technique for broader vegetation classes. Further work is required to establish an appropriate combination of imaging radar with elevation data and other environmental surrogates to accurately map vegetation communities across the entire Wet Tropics.
Resumo:
Highly selective N-type voltage-gated calcium (Ca-V) channel inhibitors from cone snail venom (the omega-conotoxins) have emerged as a new class of therapeutics for the treatment of chronic and neuropathic pain. Earlier in 2005, Prialt ( Elan) or synthetic omega-conotoxin MVIIA, was the first omega-conotoxin to be approved by Food and Drug Administration for human use. This review compares the action of three omega-conotoxins, GVIA, MVIIA and CVID, describing their structure-activity relationships and potential as leads for the design of improved N-type therapeutics that are more useful in the treatment of chronic pain.
Resumo:
The thermal stability and thermal decomposition pathways for synthetic iowaite have been determined using thermogravimetry in conjunction with evolved gas mass spectrometry. Chemical analysis showed the formula of the synthesised iowaite to be Mg6.27Fe1.73(Cl)1.07(OH)16(CO3)0.336.1H2O and X-ray diffraction confirms the layered structure. Dehydration of the iowaite occurred at 35 and 79°C. Dehydroxylation occurred at 254 and 291°C. Both steps were associated with the loss of CO2. Hydrogen chloride gas was evolved in two steps at 368 and 434°C. The products of the thermal decomposition were MgO and a spinel MgFe2O4. Experimentally it was found to be difficult to eliminate CO2 from inclusion in the interlayer during the synthesis of the iowaite compound and in this way the synthesised iowaite resembled the natural mineral.
Resumo:
The behavior of the hydroxyl units of synthetic goethite and its dehydroxylated product hematite was characterized using a combination of Fourier transform infrared (FTIR) spectroscopy and X-ray diffraction (XRD) during the thermal transformation over a temperature range of 180-270 degrees C. Hematite was detected at temperatures above 200 degrees C by XRD while goethite was not observed above 230 degrees C. Five intense OH vibrations at 3212-3194, 1687-1674, 1643-1640, 888-884 and 800-798 cm(-1), and a H2O vibration at 3450-3445 cm(-1) were observed for goethite. The intensity of hydroxyl stretching and bending vibrations decreased with the extent of dehydroxylation of goethite. Infrared absorption bands clearly show the phase transformation between goethite and hematite: in particular. the migration of excess hydroxyl units from goethite to hematite. Two bands at 536-533 and 454-452 cm(-1) are the low wavenumber vibrations of Fe-O in the hematite structure. Band component analysis data of FTIR spectra support the fact that the hydroxyl units mainly affect the a plane in goethite and the equivalent c plane in hematite.