906 resultados para Revolutionary Armed Forces


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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)

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Le ricerche di carattere eustatico, mareografico, climatico, archeologico e geocronologico, sviluppatesi soprattutto nell’ultimo ventennio, hanno messo in evidenza che gran parte delle piane costiere italiane risulta soggetta al rischio di allagamento per ingressione marina dovuta alla risalita relativa del livello medio del mare. Tale rischio è la conseguenza dell’interazione tra la presenza di elementi antropici e fenomeni di diversa natura, spesso difficilmente discriminabili e quantificabili, caratterizzati da magnitudo e velocità molto diverse tra loro. Tra le cause preponderanti che determinano l’ingressione marina possono essere individuati alcuni fenomeni naturali, climatici e geologici, i quali risultano fortemente influenzati dalle attività umane soprattutto a partire dal XX secolo. Tra questi si individuano: - la risalita del livello del mare, principalmente come conseguenza del superamento dell’ultimo acme glaciale e dello scioglimento delle grandi calotte continentali; - la subsidenza. Vaste porzioni delle piane costiere italiane risultano soggette a fenomeni di subsidenza. In certe zone questa assume proporzioni notevoli: per la fascia costiera emiliano-romagnola si registrano ratei compresi tra 1 e 3 cm/anno. Tale subsidenza è spesso il risultato della sovrapposizione tra fenomeni naturali (neotettonica, costipamento di sedimenti, ecc.) e fenomeni indotti dall’uomo (emungimenti delle falde idriche, sfruttamento di giacimenti metaniferi, escavazione di materiali per l’edilizia, ecc.); - terreni ad elevato contenuto organico: la presenza di depositi fortemente costipabili può causare la depressione del piano di campagna come conseguenza di abbassamenti del livello della falda superficiale (per drenaggi, opere di bonifica, emungimenti), dello sviluppo dei processi di ossidazione e decomposizione nei terreni stessi, del costipamento di questi sotto il proprio peso, della carenza di nuovi apporti solidi conseguente alla diminuita frequenza delle esondazioni dei corsi d’acqua; - morfologia: tra i fattori di rischio rientra l’assetto morfologico della piana e, in particolare il tipo di costa (lidi, spiagge, cordoni dunari in smantellamento, ecc. ), la presenza di aree depresse o comunque vicine al livello del mare (fino a 1-2 m s.l.m.), le caratteristiche dei fondali antistanti (batimetria, profilo trasversale, granulometria dei sedimenti, barre sommerse, assenza di barriere biologiche, ecc.); - stato della linea di costa in termini di processi erosivi dovuti ad attività umane (urbanizzazione del litorale, prelievo inerti, costruzione di barriere, ecc.) o alle dinamiche idro-sedimentarie naturali cui risulta soggetta (correnti litoranee, apporti di materiale, ecc. ). Scopo del presente studio è quello di valutare la probabilità di ingressione del mare nel tratto costiero emiliano-romagnolo del Lido delle Nazioni, la velocità di propagazione del fronte d’onda, facendo riferimento allo schema idraulico del crollo di una diga su letto asciutto (problema di Riemann) basato sul metodo delle caratteristiche, e di modellare la propagazione dell’inondazione nell’entroterra, conseguente all’innalzamento del medio mare . Per simulare tale processo è stato utilizzato il complesso codice di calcolo bidimensionale Mike 21. La fase iniziale di tale lavoro ha comportato la raccolta ed elaborazione mediante sistema Arcgis dei dati LIDAR ed idrografici multibeam , grazie ai quali si è provveduto a ricostruire la topo-batimetria di dettaglio della zona esaminata. Nel primo capitolo è stato sviluppato il problema del cambiamento climatico globale in atto e della conseguente variazione del livello marino che, secondo quanto riportato dall’IPCC nel rapporto del 2007, dovrebbe aumentare al 2100 mediamente tra i 28 ed i 43 cm. Nel secondo e terzo capitolo è stata effettuata un’analisi bibliografica delle metodologie per la modellazione della propagazione delle onde a fronte ripido con particolare attenzione ai fenomeni di breaching delle difese rigide ed ambientali. Sono state studiate le fenomenologie che possono inficiare la stabilità dei rilevati arginali, realizzati sia in corrispondenza dei corsi d’acqua, sia in corrispondenza del mare, a discapito della protezione idraulica del territorio ovvero dell’incolumità fisica dell’uomo e dei territori in cui esso vive e produce. In un rilevato arginale, quale che sia la causa innescante la formazione di breccia, la generazione di un’onda di piena conseguente la rottura è sempre determinata da un’azione erosiva (seepage o overtopping) esercitata dall’acqua sui materiali sciolti costituenti il corpo del rilevato. Perciò gran parte dello studio in materia di brecce arginali è incentrato sulla ricostruzione di siffatti eventi di rottura. Nel quarto capitolo è stata calcolata la probabilità, in 5 anni, di avere un allagamento nella zona di interesse e la velocità di propagazione del fronte d’onda. Inoltre è stata effettuata un’analisi delle condizioni meteo marine attuali (clima ondoso, livelli del mare e correnti) al largo della costa emiliano-romagnola, le cui problematiche e linee di intervento per la difesa sono descritte nel quinto capitolo, con particolare riferimento alla costa ferrarese, oggetto negli ultimi anni di continui interventi antropici. Introdotto il sistema Gis e le sue caratteristiche, si è passati a descrivere le varie fasi che hanno permesso di avere in output il file delle coordinate x, y, z dei punti significativi della costa, indispensabili al fine della simulazione Mike 21, le cui proprietà sono sviluppate nel sesto capitolo.

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Nach dem Ende des Zweiten Weltkriegs wurden auf dem Gebiet der Bundesrepublik Deutschland zahlreiche Organisationen gegründet, die es sich zur Aufgabe machten, auf die Meinungsbildung im Osten und Westen Einfluss zu nehmen. Dazu zählte von 1957 bis 1990 die Psychologische Kampfführung / Psychologische Verteidigung der Bundeswehr (PSK/PSV). Ihr primäres Ziel war es, das Staats- und Gesellschaftssystem der Bundesrepublik nach innen und außen zu konsolidieren. Der Dissertationsschrift liegt ein interdisziplinärer Ansatz zugrunde: Zum einen wird die PSK/PSV im Kontext der Propagandageschichte und -theorie dargestellt und untersucht – von diesem Standpunkt aus betrachtet handelt es sich um eine publizistikwissenschaftliche Untersuchung. Zum anderen wird die Wirklichkeit der PSK/PSV mit erziehungswissenschaftlichen Begriffen beschrieben, analysiert und unter pädagogischen Gesichtspunkten diskutiert – aus dieser Sichtweise liegt hier eine erziehungswissenschaftliche Untersuchung vor. Die PSK/PSV stand historisch betrachtet keineswegs im wertfreien Raum. Vor allem die Ausprägungen von Propaganda im Dritten Reich – aber auch in der Deutschen Demokratischen Republik – spielten für die PSK/PSV eine bedeutende Rolle. Sie waren gewissermaßen stets zu meidende (politische) rechte und linke Grenze in dem Unterfangen, eine eigene Form von Propaganda zu entwickeln und zu betreiben. Die PSK/PSV wirkte unter politischer Zielsetzung auf Einstellungen und Verhalten von Personen beiderseits des Eisernen Vorhangs ein. Ihre Aktivitäten weisen in auffälliger Weise Schnittmengen zu Feldern der Erziehung auf. Die unterschiedlichen pädagogischen Programme und Strategien der vier PSK/PSV-Bereiche – (1) Lehr- und Forschungsstätten, (2) PSK/PSV-Truppe, (3) Deutsche Gesellschaft für Sozialbeziehungen e.V. und (4) Studiengesellschaft für Zeitprobleme e.V. – werden in der Dissertationsschrift dargestellt, analysiert und bewertet. In den Schlussbetrachtungen wird unter pädagogischen Gesichtspunkten diskutiert, ob der in Presse und Politik geäußerte Vorwurf einer Nähe der PSK/PSV zur Propaganda und Erziehung im Dritten Reich haltbar ist.

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La tesi riflette sulla necessità di un ripensamento delle scienze antropologiche nel senso di un loro uso pubblico e del loro riconoscimento al di fuori dell’accademia. Viene introdotto il dibattito sulla dimensione applicata dell’antropologia a partire dalle posizioni in campo nel panorama internazionale. Negli Stati Uniti la riflessione si sviluppa dalla proposta della public anthropology, l’antropologo pubblico si discosta dalla tradizionale figura europea di intellettuale pubblico. Alla luce delle varie posizioni in merito, la questione dell’applicazione è esaminata dal punto di vista etico, metodologico ed epistemologico. Inizialmente vengono prese in considerazione le diverse metodologie elaborate dalla tradizione dell’applied anthropology a partire dalle prime proposte risalenti al secondo dopoguerra. Successivamente viene trattata la questione del rapporto tra antropologia, potere coloniale e forze armate, fino al recente caso degli antropologi embedded nello Human Terrain System. Come contraltare vengono presentate le diverse forme di engagement antropologico che vedono ricercatori assumere diversi ruoli fino a casi estremi che li vedono divenire attivisti delle cause degli interlocutori. La questione del ruolo giocato dal ricercatore, e di quello che gli viene attribuito sul campo, viene approfondita attraverso la categoria di implication elaborata in contesto francese. Attraverso alcune esperienze di campo vengono presentate forme di intervento concreto nel panorama italiano che vogliono mettere in luce l’azione dell’antropologo nella società. Infine viene affrontato il dibattito, in corso in Italia, alla luce della crisi che sta vivendo la disciplina e del lavoro per la costituzione dell’associazione nazionale di antropologia professionale.

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Zusammenfassung: Die vorliegende Untersuchung zum deutschen Kriegsgefangenenwesen (KGW) im Zweiten Weltkrieg schließt eine wichtige Lücke innerhalb der geschichtswissenschaftlichen Forschungen zum Themenkreis der Kriegsgefangenschaft in deutschem Gewahrsam. Bisherige Studien (bis einschließlich 1997) behandeln vor allem sozial- und kulturgeschichtliche Aspekte der Kriegsgefangenen (Kgf.), der Lagergesellschaft und dem Alltag von Soldaten in Kriegsgefangenschaft. Der Verfasser indes legt mit seiner Magisterarbeit erstmals eine Organisations- und Strukturgeschichte des deutschen Kriegsgefangenenwesens von 1939 bis 1945 vor, welche fundamentale Grundlagen der deutschen militärischen Lagerorganisation und Verwaltung dokumentiert. So wird die Entwicklung von den Vorkriegsplanungen bis zum Kriegsende anhand der zentralen Dienststellen herausgearbeitet und im Kontext des Genfer Kriegsgefangenenabkommens von 1929 und völkerrechtlicher Implikationen gewichtet. Hiermit untrennbar verbundene Einflußnahmen nichtmilitärischer Stellen in die Entscheidungsgewalt der Streitkräfte im Heimatkriegsgebiet und in den Wehrmachtbefehlshaberbereichen werden nicht zuletzt auch anhand mehrerer Organigramme veranschaulicht. Zudem dokumentiert und analysiert die Untersuchung die im Kriegsverlauf stetig verschärften Maßnahmen zur Fluchtprävention und der konzertierten Fahndung nach geflohenen Kriegsgefangenen: Die Machterosion des Oberkommandos der Wehrmacht (OKW) zugunsten des Reichsführers-SS, des Reichssicherheitshauptamts und nicht zuletzt der Parteikanzlei der NSDAP wird so augenfällig. Trotz eminenter Schriftgutverluste kann der Verfasser vor allem anhand einer nahezu vollständig erhaltenen Schlüsselquelle die Stellenbesetzung und Organisationsstruktur der mit Kriegsgefangenenfragen befassten Stellen im OKW rekonstruieren. Die Auswertung dieser Sammelmitteilungen / Befehlssammlung für das Kriegsgefangenenwesen sowie an anderer Stelle überlieferter Organisationsbefehle ermöglicht wichtige Änderungen am derzeitigen Forschungsstand. Darüber hinaus beschäftigt sich die vorliegende Untersuchung mit dem Arbeitseinsatz Kriegsgefangener in der deutschen Wirtschaft als in der zweiten Kriegshälfte zentralem Element der Kriegsgefangenschaft. Außerdem wird beleuchtet, welche politischen, (rassen)ideologischen oder reziprok konnotierten Faktoren den Stellenwert gefangener Soldaten unterschiedlicher Nationalität innerhalb der Gefangenenhierarchie im deutschen Kriegsgefangenenwesen bestimmten. Inhalt: 1. Einführung; 2. Die Entwicklung des Kriegsvölkerrechts und das Genfer Kriegsgefangenenabkommen von 1929; 3. Einleitende Bemerkungen zum deutschen Kriegsgefangenenwesen: Quellenlage, Grundlagen; 4. Organisationsstruktur und Aufgaben des KGW: Zuständigkeiten für Kgf. in OKW und OKH, Abt. Wehrmachtverluste und Kriegsgefangene, der General z.b.V. für das KGW 1939 bis Ende 1941, Allgemeine und Organisationsabteilung seit Januar 1942, Generalinspekteur und Inspekteur des KGW von Juli 1943 bis Oktober 1944, das Kriegsgefangenenwesen unter Himmler seit Oktober 1944; 5. Die Kriegsgefangenenlager: Lagertypen, Anzahl und Verwendung, die Gesamtzahl Kgf. und Belegstärken ausgewählter Lager; 6. Richtlinien für KGL: Die Sammelmitteilungen / Befehlssammlung für das KGW, Lagerorganisation und Behandlung Kriegsgefangener; 7. Die Post der Kriegsgefangenen: Tätigkeit von Auslandsbriefprüfstelle, Abwehr III Referat Kgf. und Abwehrstellen der Wehrkreise, Vorgaben für Postüberwachung und Stimmungsberichte der Asten, Befehle zur Kgf-Post und Kooperation mit Hilfsorganisationen und Schutzmächten; 8. Fluchtprävention: Bestimmungen und Maßnahmen zur Fluchtvereitelung, der Fluchterlass vom 22.09.1942, der Sonderfahndungsplan der Sicherheitspolizei und des SD vom 28.09.1942, Erlass zur Kriegsfahndung vom 5.12.1942, der Fluchterlaß vom 02.07.1943, der Erlaß zur Mitarbeit NSDAP bei Groß- und Kriegsfahndungen vom 10.07.1943, Schulung zur Fluchtprävention auf Wehrkreisebene 1944, Preisausschreiben "Wie verhindere ich Fluchten?" vom 09.04.1945, Anwerbung von V-Leuten durch die Abwehr; 9. Arbeitseinsatz Kriegsgefangener in der deutschen Wirtschaft und beteiligte Stellen; 10. Der Status Kriegsgefangener unterschiedlicher Nationalitäten im Vergleich; 11. Schluss

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Objective: To assess the prevalence of lateral incisor agenesis impacted canines and supernumerary teeth in a young adult male population. Materials and Methods: The panoramic radiographs of 1745 military students (mean age: 18.6 ± 0.52 years) who attended the Center of Aviation Medicine of the Armed Forces of Greece during the period 1997-2011 were initially analyzed for lateral incisor agenesis by two observers. After exclusion of the known orthodontic cases, a subgroup of 1636 examinees (mean age: 18.6 ± 0.44 years) was evaluated for canine impaction and supernumerary teeth. Results: Twenty-eight missing lateral incisors were observed in 22 military students, indicating an incidence of 1.3% in the investigated population. No lateral incisor agenesis was detected in the mandibular arch. A prevalence rate of 0.8% was determined for canine impaction in the sample of young adults. The majority of impacted teeth (86.7%) were diagnosed in the maxillary arch. Thirty-five supernumerary teeth were observed in 24 examinees (prevalence rate: 1.5%). The ratio of supernumerary teeth located in the maxilla versus the mandible was 2.2:1. The most common type of supernumerary tooth was the upper distomolar. Conclusion: The prevalence of lateral incisor agenesis, canine impaction, and supernumerary teeth ranged from 0.8 to 1.5% in the sample of male Greek military students.

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Este trabajo trata acerca de las cambiantes relaciones entre las fuerzas armadas, el gobierno y la sociedad civil en Israel. A pesar de que Israel cuenta con una democracia bien establecida, una sociedad civil activa e históricamente las fuerzas armadas han mostrado una subordinación a los gobiernos electos, los cambios que afectan los distintos niveles de la democracia en el país, los desarrollos sociales y la naturaleza evolutiva de sus fuerzas armadas presentan un desafío para el análisis. El marco de este tema es lo que generalmente es conocido como el conflicto Árabe-Israelí, en sus diversas fases. La larga duración de los conflictos en los que Israel ha estado involucrado desde su establecimiento como un estado independiente en 1948, sus múltiples y cambiantes características, ambos generan presiones sobre los distintos actores fuerzas armadas, sociedad y gobierno - y sirven como un recurso para la legitimación y deslegitimación de iniciativas, actitudes y políticas.

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El presente trabajo aborda el caso de la Juventud Trabajadora Peronista en la empresa Propulsora Siderúrgica de la localidad de Ensenada en el período 1973-1976, constituyendo éste un período clave en la historia política argentina en tanto significó el retorno del peronismo al poder luego de dieciocho años de proscripción legal. Enmarcada en la extensa constelación de experiencias de la ?nueva izquierda? que irrumpe con fuerza en Argentina a partir de fines de los años sesenta, y específicamente en la amplia experiencia de las fuerzas peronistas revolucionarias dentro de ella, la Juventud Trabajadora Peronista aparece como un espacio político-sindical especialmente rico para el estudio y análisis en el campo de la historia reciente argentina y dentro de ella de las prácticas sindicales radicalizadas. Fundada en 1973, la JTP nace como frente de masas sindical de la organización armada Montoneros. Fundada en el contexto histórico, político y social de retorno de Perón al país y de crisis del gobierno peronista, ésta seráparte de la emergencia de particulares formas de vínculo social en el que se entrecruzan elementos ligados a la práctica de los militantes obreros, sus agrupaciones sindicales, el proceso de radicalización general del período y la singular participación de las organizaciones armadas peronistas. Contemplado el entrecruzamiento entre organizaciones armadas revolucionarias, organizaciones sindicales combativas y la radicalización de sectores de la clase trabajadora, nuestro trabajo enfatiza la capacidad política obrera para imponer condiciones al capital, al gobierno y a sectores burocráticos del sindicalismo. Es en estos tres frentes de combate en los que se verán inmersos los sectores radicalizados de la clase obrera argentina que buscamos poner en un primer plano a lo largo de esta investigación

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El hecho social estudiado en este trabajo es lo ocurrido el 30 de Septiembre del año 2010 en Ecuador, cuando un sector de las fuerzas armadas y de la policía realizan una protesta en contra de la Ley de Servicio Público. Esta protesta fue acompañada, entre otras, por un conjunto de acciones que incluyeron la retención del presidente Rafael Correa por más de 10 horas en el hospital policial, distintos hechos delictivos en varios puntos del país, la toma del Aeropuerto de Quito, el intento de tomar los medios de comunicación públicos. Ante esto, se produjo una importante y rápida repercusión a nivel internacional y especialmente desde Latinoamérica. A lo largo del trabajo, se analizará cómo intervienen y se posicionan ante el hecho distintos actores nacionales e internacionales, políticos, sociales, culturales y económicos, lo cual permitirá reconstruir los intereses en juego, la disputa de proyectos y los conflictos de intereses latentes no sólo en Ecuador, sino en toda la región Latinoamérica. El análisis que se realiza en este trabajo se hace a partir de la construcción de una base de datos de medios gráficos argentinos (Clarín, La Nación, Página 12, Perfil), ecuatorianos (Diario Hoy, Diario Popular, El Universo, El Telégrafo) y latinoamericanos como Telesur y con un marco teórico desarrollado a partir de la bibliografía. Desde los Medios Masivos de Comunicación, así como distintos actores, fueron considerando lo ocurrido como una sublevación policial, un intento de golpe de estado o un autogolpe. Esto es lo que se reconstruirá a lo largo del trabajo

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El presente trabajo analiza los planes políticos reservados y elaborados por distintas fracciones cívico-militares durante la dictadura militar iniciada en 1976 en la Argentina. Entendemos que la identificación de la procedencia de estos planes, el análisis de su contenido, el seguimiento de su destino en el proceso de "compatibilización" y su comparación con la propuesta política final, nos permite identificar varios de los rasgos que caracterizaron en términos políticos a la última dictadura militar, como por ejemplo, la fragmentación interna e imposibilidad de arribar a la consolidación de un mínimo consenso interno alrededor de la forma, objetivos y plazo de una "salida política" controlada.

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El presente trabajo aborda el caso de la Juventud Trabajadora Peronista en la empresa Propulsora Siderúrgica de la localidad de Ensenada en el período 1973-1976, constituyendo éste un período clave en la historia política argentina en tanto significó el retorno del peronismo al poder luego de dieciocho años de proscripción legal. Enmarcada en la extensa constelación de experiencias de la ?nueva izquierda? que irrumpe con fuerza en Argentina a partir de fines de los años sesenta, y específicamente en la amplia experiencia de las fuerzas peronistas revolucionarias dentro de ella, la Juventud Trabajadora Peronista aparece como un espacio político-sindical especialmente rico para el estudio y análisis en el campo de la historia reciente argentina y dentro de ella de las prácticas sindicales radicalizadas. Fundada en 1973, la JTP nace como frente de masas sindical de la organización armada Montoneros. Fundada en el contexto histórico, político y social de retorno de Perón al país y de crisis del gobierno peronista, ésta seráparte de la emergencia de particulares formas de vínculo social en el que se entrecruzan elementos ligados a la práctica de los militantes obreros, sus agrupaciones sindicales, el proceso de radicalización general del período y la singular participación de las organizaciones armadas peronistas. Contemplado el entrecruzamiento entre organizaciones armadas revolucionarias, organizaciones sindicales combativas y la radicalización de sectores de la clase trabajadora, nuestro trabajo enfatiza la capacidad política obrera para imponer condiciones al capital, al gobierno y a sectores burocráticos del sindicalismo. Es en estos tres frentes de combate en los que se verán inmersos los sectores radicalizados de la clase obrera argentina que buscamos poner en un primer plano a lo largo de esta investigación

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El hecho social estudiado en este trabajo es lo ocurrido el 30 de Septiembre del año 2010 en Ecuador, cuando un sector de las fuerzas armadas y de la policía realizan una protesta en contra de la Ley de Servicio Público. Esta protesta fue acompañada, entre otras, por un conjunto de acciones que incluyeron la retención del presidente Rafael Correa por más de 10 horas en el hospital policial, distintos hechos delictivos en varios puntos del país, la toma del Aeropuerto de Quito, el intento de tomar los medios de comunicación públicos. Ante esto, se produjo una importante y rápida repercusión a nivel internacional y especialmente desde Latinoamérica. A lo largo del trabajo, se analizará cómo intervienen y se posicionan ante el hecho distintos actores nacionales e internacionales, políticos, sociales, culturales y económicos, lo cual permitirá reconstruir los intereses en juego, la disputa de proyectos y los conflictos de intereses latentes no sólo en Ecuador, sino en toda la región Latinoamérica. El análisis que se realiza en este trabajo se hace a partir de la construcción de una base de datos de medios gráficos argentinos (Clarín, La Nación, Página 12, Perfil), ecuatorianos (Diario Hoy, Diario Popular, El Universo, El Telégrafo) y latinoamericanos como Telesur y con un marco teórico desarrollado a partir de la bibliografía. Desde los Medios Masivos de Comunicación, así como distintos actores, fueron considerando lo ocurrido como una sublevación policial, un intento de golpe de estado o un autogolpe. Esto es lo que se reconstruirá a lo largo del trabajo

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El presente trabajo analiza los planes políticos reservados y elaborados por distintas fracciones cívico-militares durante la dictadura militar iniciada en 1976 en la Argentina. Entendemos que la identificación de la procedencia de estos planes, el análisis de su contenido, el seguimiento de su destino en el proceso de "compatibilización" y su comparación con la propuesta política final, nos permite identificar varios de los rasgos que caracterizaron en términos políticos a la última dictadura militar, como por ejemplo, la fragmentación interna e imposibilidad de arribar a la consolidación de un mínimo consenso interno alrededor de la forma, objetivos y plazo de una "salida política" controlada.

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El presente trabajo aborda el caso de la Juventud Trabajadora Peronista en la empresa Propulsora Siderúrgica de la localidad de Ensenada en el período 1973-1976, constituyendo éste un período clave en la historia política argentina en tanto significó el retorno del peronismo al poder luego de dieciocho años de proscripción legal. Enmarcada en la extensa constelación de experiencias de la ?nueva izquierda? que irrumpe con fuerza en Argentina a partir de fines de los años sesenta, y específicamente en la amplia experiencia de las fuerzas peronistas revolucionarias dentro de ella, la Juventud Trabajadora Peronista aparece como un espacio político-sindical especialmente rico para el estudio y análisis en el campo de la historia reciente argentina y dentro de ella de las prácticas sindicales radicalizadas. Fundada en 1973, la JTP nace como frente de masas sindical de la organización armada Montoneros. Fundada en el contexto histórico, político y social de retorno de Perón al país y de crisis del gobierno peronista, ésta seráparte de la emergencia de particulares formas de vínculo social en el que se entrecruzan elementos ligados a la práctica de los militantes obreros, sus agrupaciones sindicales, el proceso de radicalización general del período y la singular participación de las organizaciones armadas peronistas. Contemplado el entrecruzamiento entre organizaciones armadas revolucionarias, organizaciones sindicales combativas y la radicalización de sectores de la clase trabajadora, nuestro trabajo enfatiza la capacidad política obrera para imponer condiciones al capital, al gobierno y a sectores burocráticos del sindicalismo. Es en estos tres frentes de combate en los que se verán inmersos los sectores radicalizados de la clase obrera argentina que buscamos poner en un primer plano a lo largo de esta investigación

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El presente trabajo analiza los planes políticos reservados y elaborados por distintas fracciones cívico-militares durante la dictadura militar iniciada en 1976 en la Argentina. Entendemos que la identificación de la procedencia de estos planes, el análisis de su contenido, el seguimiento de su destino en el proceso de "compatibilización" y su comparación con la propuesta política final, nos permite identificar varios de los rasgos que caracterizaron en términos políticos a la última dictadura militar, como por ejemplo, la fragmentación interna e imposibilidad de arribar a la consolidación de un mínimo consenso interno alrededor de la forma, objetivos y plazo de una "salida política" controlada.