970 resultados para Arte moderna - Sec. XX - Séc. XX
Resumo:
Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
Resumo:
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
Resumo:
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
Resumo:
Esta dissertação objetiva pensar os desdobramentos que as traduções da poesia de Rainer Maria Rilke alcançaram no cenário do Suplemento Literário da Folha do Norte - SL/FN e em outros periódicos das décadas de 1940 e 1950, em que foram publicadas. Consideramos que estas traduções foram um indício de intensificação da abertura universalizante das letras paraenses às novidades modernistas iniciadas na Semana de Arte Moderna de 1922. Tais traduções foram cruciais para a formação do Grupo dos Novos, composto principalmente de nomes como Benedito Nunes, Mário Faustino e Paulo Plinio Abreu, além do antropólogo alemão Peter Paul Hilbert. O suporte teórico-metodológico será a utilização dos conceitos de Weltliteratur (Literatura universal) de Goethe e Reflexionsmedium (Médium-de-reflexão) de Benjamin. Estas matrizes interligarão os campos da história, da filosofia da linguagem e da tradução para refletirmos sobre o impacto dessas traduções na Amazônia brasileira da época. Outro conceito importante nesta dissertação é o de Bildung (formação), pensado a partir da leitura de Antoine Berman quando ele o relaciona à tradução, incluindo vários fenômenos que envolvem as relações tradutórias entre culturas e línguas. Ao final, por meio da reflexão tradutológica de Haroldo de Campos, visamos observar possíveis confluências nas produções poéticas e críticas de Mário Faustino, Manuel Bandeira e Paulo Plínio Abreu, como resultante do processo relacional promovido por estas traduções.
Resumo:
Este artigo é uma iniciativa de destacar alguns elementos a respeito das reflexões de Walter Benjamin sobre o cinema, uma arte que, segundo o próprio autor, responde aos anseios perceptivos do homem moderno, àquele para o qual foi negada qualquer experiência. O cinema, “a obra de arte na era de sua reprodutibilidade técnica”, por excelência, é, para o autor, o marco de uma nova percepção, de uma nova relação entre público e obra de arte: a percepção coletiva. O que a multidão busca não é a contemplação ou o recolhimento diante da obra de arte, mas a sua distração. Fato que o cinema, ao reproduzir em sua forma o conceito benjaminiano de “experiência do choque”, por meio das sucessivas exposições de seus fragmentos, interrompendo constantemente a associação de idéias dos espectadores, insiste em colocar em pauta, (re)afirmando o caráter de diversão da arte moderna. Entretanto, para o autor, o cinema dialeticamente responde à diversão como o instrumento adequado para uma pedagogia das multidões — por meio de uma arte emancipada, as massas também se emancipariam.
Resumo:
Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)
A Sonata de Deus e o diabolus: nacionalismo, música e o pensamento social no cinema de Glauber Rocha
Resumo:
Pós-graduação em Ciências Sociais - FFC
Resumo:
The paper intitled Blaise Cendrars and Brazil: Brésil, des hommes sont venus discusses the way Cendrars portrays Brazil, and also debates his influence on the artists of the Semana de Arte Moderna (Modern Art Week) in 1922.
Resumo:
Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
Resumo:
ACQUE E NAVIGAZIONE UN NUOVO MUSEO DELLE ACQUE E DELLA NAVIGAZIONE A RAVENNA L’immagine dell’acqua a Ravenna fa riscoprire una storia della città fatta di corsi e specchi d’acqua. Questi, a causa del tempo e dell’opera dell’uomo scomparvero o mutarono profondamente la loro conformazione. L’importanza quindi dello studio di come questa città abbia convissuto negli anni con l’acqua e come l’uomo si sia adattato a queste condizioni è notevole. Ora Ravenna è una citta di “terra”, collegata al mare solo tramite il canale Candiano, le attività e la vita dell’uomo si sono staccate dall’acqua e nel tempo il mare è diventato solo una “vicinanza” perdendo tutto quel fascino e quell’importanza che possedeva nei secoli precedenti. Tra i tanti aspetti del legame passato tra l’uomo e l’acqua, l’imbarcazione risulta il mezzo più tipico e caratterizzante. Grazie a tanti studi fino ad ora compiuti è possibile ricostruire una catalogazione delle imbarcazioni che hanno fatto parte della storia acquatica di Ravenna e che quindi hanno composto la sua storia. L’imbarcazione costituisce una memoria storica e tecnica, essa riflette i cambiamenti storici e tecnico-evolutivi della civiltà delle acque. L’evoluzione delle barche è delle navi è progredita di pari passo con i cambiamenti delle esigenze dell’uomo, fin dall’antichità. Una rappresentazione tra imbarcazione, storia dell'uomo e geomorfologia della acque a Ravenna fa sì che l’argomento ricopra ambiti generali sull’intera civiltà che ha popolato il ravennate. Il museo delle acque a Ravenna vuole essere perciò un percorso nel passato della città, alla scoperta dell’antico legame con l’acqua, legame che forse ormai è stato dimenticato e di cui a volte si ignora l’esistenza. Questo non comporta il forzare un legame ormai abbandonato, ma un rivivere i momenti che hanno caratterizzato la crescita della città fino allo stato attuale. Questo museo mira a integrare il cospicuo patrimonio storico museale di Ravenna andando a colmare una mancanza da me ritenuta importante, appunto una memoria storica delle vita acquatica della città e dei propri abitanti nel tempo. Il tema museale studiato e analizzato verterà su un percorso nella storia della navigazione e del legame che Ravenna ebbe con l’acqua fin dalle sue origini. Questo importante tema prevederà l’esposizione di importanti relitti navali e ritrovamenti storici per i quali sarà obbligatoria l’organizzazione di appositi spazi espositivi per un’ottima conservazione. L’edificio appare come un rigido corpo all’esterno, rivestito in pietra basaltica grigia con tonalità diverse, mentre dal lato del canale risulta notevolmente più aperto, con un lungo porticato in affaccio diretto sull’acqua che segue tutta la forma del l’edificio stesso e che si interrompe solo in prossimità della grande hall d’ingresso in vetro e acciaio. Queste caratteristiche permettono di creare due facce completamente diverse, una molto chiusa e una invece molto aperta, per enfatizzare il senso di scoperta del “mondo acqua” al momento dell’ingresso nell’edificio. Due realtà molto diverse tra loro. Il lato, che affaccia sulla nuova piazza creata all’interno dell’area, rivestito in pietra basaltica grigia, rende una sensazione di chiusura fisica, creata appositamente per stimolare la scoperta dell’acqua sul lato opposto. La facciata è rotta in maniera irregolare da feritoie, quasi come una enorme roccia sull’acqua, sul riferimento del MuMok, il Museo di Arte Moderna Fondazione Ludwig di Ortner & Ortner aVienna.