199 resultados para Palestina


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[ES] Estudio de las raíces sociales y políticas de la identidad nacional palestina como motor de su acción colectiva, después de un período significativo de exilio, dispersión y ocupación. Centrado en la movilización de recursos comunitarios y la renovación de su repertorio estratégico.

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Il Medio Oriente è una regione in cui le scarse risorse idriche giocano un ruolo fondamentale nei rapporti e nelle relazioni tra gli Stati. Soprattutto nell'area di Israele, Palestina e Giordania la natura transfrontaliera delle fonti idriche condivise è considerata da qualche ricercatore come un catalizzatore del più ampio conflitto arabo-israeliano. Altri studiosi, tuttavia, vedono nella cooperazione regionale sulle risorse idriche un potenziale cammino verso una pace duratura veicolata dalla natura interdipendente delle fonti idriche comuni a più territori. Dato che l'acqua è l'elemento che per molti aspetti contribuisce allo sviluppo sociale ed economico e dato che le fonti idriche sotterranee e di superficie non conoscono confini e si muovono liberamente nel territorio, la cooperazione tra gli Stati rivieraschi delle risorse idriche dovrebbe arrivare a prevalere sul conflitto. Unica nel suo genere, l'ong trilaterale israelo-palestinese giordana Friends of the Earth Middle East, FoEME, ha fatto proprio tale auspicio e dal 1994 punta a sviluppare progetti di cooperazione per la salvaguardia del patrimonio naturale dell'area del bacino del fiume Giordano e del Mar Morto. Attraverso l'esperienza del Progetto Good Water Neighbors, GWN, avviato nel 2002, sta lavorando ad una serie di iniziative nel campo dell'environmental awareness e del social empowerment a favore di comunità  israeliane, palestinesi e giordane transfrontaliere che condividono risorse idriche sotterranee o di superficie. Operando inizialmente a livello locale per identificare i problemi idrico-ambientali di ogni comunità  selezionata e lavorare con i cittadini (ragazzi, famiglie e amministratori municipali) per migliorare la conoscenza idrica locale attraverso attività  di educazione ambientale, di water awareness e piani di sviluppo urbano eco-compatibile, il Progetto GWN ha facilitato a livello transfrontaliero i rapporti tra le comunità  confinanti abbattendo la barriera di sfiducia e sospetto che normalmente impedisce relazioni pacifiche, ha coadiuvato l'analisi dei problemi idrici comuni cercando di risolverli attraverso uno sforzo programmatico condiviso e sostenibile, per giungere infine a livello regionale ad incoraggiare la gestione idrica comune attraverso lo scambio di informazioni, il dialogo e lo sforzo/impegno cooperativo congiunto tra gli attori parte del GWN al fine di incentivare la pace attraverso l'interesse comune della tutela delle fonti idriche condivise. Gli approcci di local development e participation, le azioni di confidence building e il peacebuilding attraverso la tutela ambientale applicati con il metodo di bottom up all'interno di un contesto non pacificato come quello del conflitto arabo-israeliano, fanno del Progetto GWN un esperimento innovativo e originale. Le comunità  israeliane, palestinesi e giordane selezionate hanno imparato a migliorare le proprie condizioni idrico-ambiennali cooperando assieme e sfruttando l'interdipendenza dalle fonti idriche condivise, avviando nel contempo rapporti pacifici con società  sempre considerate nemiche. La sfida è stata quella di far comprendere le potenzialità  di una cooperazione locale, in vista di un coordinamento regionale e di uno sforzo comune in grado di generare un beneficio collettivo. La lezione appresa finora durante questi primi sette anni di Progetto è stata quella di capire che non è necessario attendere la fine del conflitto per poter essere di aiuto alle proprie comunità  o per un benessere personale, ma si può agire subito, anche nel pieno dell'Intifada al-Aqsa e con i coprifuoco.

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Il presente elaborato si propone come obiettivo di analizzare una situazione specifica di interpretazione volontaria da parte di non-professionisti. L’ong Project HOPE, che si sviluppa e opera nella città di Nablus (Cisgiordania, Territori Palestinesi Occupati), offre a bambini e adolescenti del luogo la possibilità di frequentare corsi di varie discipline, impartiti da volontari internazionali provenienti da tutto il mondo. In questo contesto, i volontari locali che si offrono come interpreti forniscono ai volontari internazionali la possibilità di approfondire la realtà quotidiana di una zona occupata, influenzando in maniera significativa la loro esperienza sul luogo. Nell’estate del 2015, ho insegnato a Nablus in qualità di volontaria per un mese, avendo la possibilità di intervistare 15 interpreti volontari. Abbiamo discusso riguardo alle loro esperienze di interpretazione, le tecniche che usano, la loro (auto)percezione all’interno di questa attività e le strategie che adottano per risolvere malintesi linguistici e culturali. Il capitolo I delinea la situazione socio-politica nei Territori Palestinesi Occupati, specialmente in Cisgiordania, e le attività di Project HOPE. Il capitolo II presenta un’inquadramento teorico che comprende interpretazione non professionale (specialmente in zone di conflitto), la prospettiva occidentale sul mondo arabo-musulmano e la teoria narrativa, applicata sia al campo della traduzione e interpretazione che alle interviste. Il capitolo III si concentra sulle interviste semi-strutturate, presentando il protocollo di intervista e le procedure di raccolta dati. Il capitolo IV analizza le risposte dei partecipanti, suddivise in cinque aree principali: informazioni personali, esperienze di interpretazione, (auto)percezione, episodi positivi e negativi, legame tra l’interpretazione e il futuro degli intervistati. Gli episodi raccontati dagli intervistati sono stati analizzati da un punto di vista narrativo.

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"Materialien zum Antisemitismus" (1940-65): Zeitungsausschnitte, Broschüren, Drucksachen; "Die deutschen Arbeiter und Angestellten" (1930-38):; 1. Inhaltsverzeichnisse, Typoskripte, 5 Blatt; 2. Fragebogen zur Erhebung, Druck, 4 Blatt; 3. Statistische Auswertung der Fragebögen; 4. Max Horkheimer: eigenhändige Notzizen zur Erhebung, 1 Blatt; 5. Robert S. Lynd: 1 Brief (Abschrift) an Erich Fromm, New York, 7.2.1938; 6. "Arbeiter und Angestellten-Enquête". Zum Stand der Ausarbeitung, 1937, Typoskript, 3 Blatt; 7. Bibliographien, Typoskripte, 42 Blatt; "Neue Enquêten über Folgen der Arbeitslosigkeit" (1936-37):; 1. Liste der Erhebungen in Österreich, Palestina, USA, 5 Blatt; 2. "Remarque générale sur l'enquête". Typoskript mit eigenhändigen Korrekturen, 9 Blatt; 3. - 6. Protokolle von Familieninterviews in Wien, 1937; 7. "Literatur über die psychologischen Wirkungen der Arbeitslosigkeit" (1936). Typoskript, 15 Blatt; 8. Hilde Oppenheimer-Bluhm: 1 Brief mit Unterschrift an Friedrich Pollock, Jerusalem, 7.12.1936, 1 Blatt; 9. Paul F. Lazarsfeld: "Memorandum Subject: Remarks on the French Questionaire" (12.3.1937). Typoskript, 1 Blatt; 10. Paul F. Lazarsfeld: "Report on the University of Newark Research Center". Als Typoskript vervielfältigt, 9 Blatt; 11. "Publications Directed and Distributed by Bureau of Social Research, Municipal University of Omaha, Omaha, Nebraska". Als Typoskript viervielfältigt, 3 Blatt; 12. Programm zur Conférence Internationale des Sciences Sociales, Paris, 1937, Drucksachen, 3 Blatt; 13. The American Sociological Society: Rundschreiben, Drucksache, 2 Blatt;

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En la lectura de Guerra de los Judíos, de Flavio Josefo, tenemos la sensación de ser presentados a los hechos transparentes que marcaron la relación entre judíos y romanos en el siglo I d.C. Josefo se presenta como alguien que se opone a los historiadores griegos, que según é habían elaborado una versión falsa de esta relación. Sin embargo, su preocupación por la "verdad" de los hechos, no lo exime de muchas reservas hechas a sus obras. Muchos errores se pueden atribuir al tiempo transcurrido entre los hechos y sus narraciones y por haber escrito su obra en Roma, donde la proximidad del poder romano - Josefo tiene la ciudadanía romana - puede haber influido y reorientado su narrativa. Si bien no se puede impugnar toda la obra de Josefo, se argumenta que el autor hace uso de exageraciones, tergiversaciones y adornos típicos de los historiadores de la antigüedad

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Hoy día, llama la atención los variados temas y la osadía de las formas de narra una historieta. El foco de este artículo es la obra de Joe Sacco, que ha publicado narraciones sobre los conflictos de la Palestina en el inicio de los años 1990 y sobre la Guerra de la Bosnia, que ha terminado en 1995. Indo a las ubicaciones sobre las cuales escribe, Sacco entrevista personas y oye sus narraciones, que transcribe, en el formato de historietas, juntamente con sus propias experiencias como viajante. Esa abordaje permite la análisis comparada del narrador en Joe Sacco con el narrador de Benjamin (1934) y también con el narrador pos-moderno

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En la lectura de Guerra de los Judíos, de Flavio Josefo, tenemos la sensación de ser presentados a los hechos transparentes que marcaron la relación entre judíos y romanos en el siglo I d.C. Josefo se presenta como alguien que se opone a los historiadores griegos, que según é habían elaborado una versión falsa de esta relación. Sin embargo, su preocupación por la "verdad" de los hechos, no lo exime de muchas reservas hechas a sus obras. Muchos errores se pueden atribuir al tiempo transcurrido entre los hechos y sus narraciones y por haber escrito su obra en Roma, donde la proximidad del poder romano - Josefo tiene la ciudadanía romana - puede haber influido y reorientado su narrativa. Si bien no se puede impugnar toda la obra de Josefo, se argumenta que el autor hace uso de exageraciones, tergiversaciones y adornos típicos de los historiadores de la antigüedad

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Hoy día, llama la atención los variados temas y la osadía de las formas de narra una historieta. El foco de este artículo es la obra de Joe Sacco, que ha publicado narraciones sobre los conflictos de la Palestina en el inicio de los años 1990 y sobre la Guerra de la Bosnia, que ha terminado en 1995. Indo a las ubicaciones sobre las cuales escribe, Sacco entrevista personas y oye sus narraciones, que transcribe, en el formato de historietas, juntamente con sus propias experiencias como viajante. Esa abordaje permite la análisis comparada del narrador en Joe Sacco con el narrador de Benjamin (1934) y también con el narrador pos-moderno

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En la lectura de Guerra de los Judíos, de Flavio Josefo, tenemos la sensación de ser presentados a los hechos transparentes que marcaron la relación entre judíos y romanos en el siglo I d.C. Josefo se presenta como alguien que se opone a los historiadores griegos, que según é habían elaborado una versión falsa de esta relación. Sin embargo, su preocupación por la "verdad" de los hechos, no lo exime de muchas reservas hechas a sus obras. Muchos errores se pueden atribuir al tiempo transcurrido entre los hechos y sus narraciones y por haber escrito su obra en Roma, donde la proximidad del poder romano - Josefo tiene la ciudadanía romana - puede haber influido y reorientado su narrativa. Si bien no se puede impugnar toda la obra de Josefo, se argumenta que el autor hace uso de exageraciones, tergiversaciones y adornos típicos de los historiadores de la antigüedad

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Hoy día, llama la atención los variados temas y la osadía de las formas de narra una historieta. El foco de este artículo es la obra de Joe Sacco, que ha publicado narraciones sobre los conflictos de la Palestina en el inicio de los años 1990 y sobre la Guerra de la Bosnia, que ha terminado en 1995. Indo a las ubicaciones sobre las cuales escribe, Sacco entrevista personas y oye sus narraciones, que transcribe, en el formato de historietas, juntamente con sus propias experiencias como viajante. Esa abordaje permite la análisis comparada del narrador en Joe Sacco con el narrador de Benjamin (1934) y también con el narrador pos-moderno

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Inscripción en ángulo sup. derech.: "pag. 101"

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Tel-Aviv: años 30. La situación en Europa comienza a ser insostenible y muchos arquitectos judíos huyen a Palestina donde importan y adecuan los modelos modernos, aprendidos en el viejo continente, de hacer arquitectura. La ciudad, nacida en 1909 sobre las dunas a las afueras de Jaffa, crece vertiginosamente y se convierte en un laboratorio moderno sobre el tapiz urbano planeado por Patrick Geddes en 1925. En este trabajo, los múltiples factores arquitectónicos, sociales, culturales e históricos que llevaron a Tel Aviv a convertirse en la ciudad del mundo con más concentración de arquitectura moderna se entrelazan entre sí para perfi lar una imagen global a través de recorridos no lineales de lo acontecido en Tel Aviv durante los años 30. PALABRAS CLAVE: Tel Aviv, Movimiento Moderno Tel-Aviv. 30s The situation in Europe is becoming unsustainable and many Jewish architects fl ee to Palestine where they import the modernist way of thinking and doing architecture from the old continent. The city, born in 1909 on the dunes outside Jaffa, grows rapidly and becomes a modern laboratory over the urban tapestry planned by Patrick Geddes in 1925. In this paper, multiple architectural, social, cultural and historical factors that led Tel Aviv to become the city of the world with the highest concentration of modern architecture overlap over each other to shape a global image through non-linear paths of what happened in Tel Aviv during the 30’s.

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A imagem de Javé em Juízes 5 constitui-se nas primeiras impressões que o Israel antigo teve do seu Deus. Ela desenha a saída de Javé de sua antiga morada no Sinai para adentrar na terra da Palestina, a fim de lutar por seu povo contra a opressão cananéia. O período tribal foi o momento formativo desse antigo conceito de Javé no Antigo Testamento. Grupos israelitas reformularam o conceito de Javé promulgado pela tradição do Sinai, afirmando, assim, que Javé não é mais o Deus estático e teofânico, morador de uma montanha, mas é o Deus de Israel . E a migração da divindade de um monte para um campo de batalha não representa meramente a caminhada dessa divindade, mas representa o caminhar dos vários estágios em que Israel conceituou seu Deus. Decisivo nessas novas articulações teológicas foi o campo de batalha, que foi o moto da celebração à Javé ressalvada em Juízes 5. Javé é celebrado por seu agir histórico! A história é a mediadora entre Javé e seu povo. Ela é a via pela qual se pronuncia sobre Javé. Assim, as novas conjunturas históricas requerem novas formulações sobre Deus. A antiga memória bélica de Javé contida em Juízes 5 perpassa a história da religião de Israel, podendo ser observada também em Habacuque 3,3-6. Esse é um texto do século VII a.C. Assim, detectamos uma memória corrente na história da religião de Israel, que começou nos momentos antecedentes à da formação da monarquia (Juízes 5) e ainda pode ser notada em Habacuque, no século VII a.C. Nesse desenrolar da religião de Israel, a memória bélica sobre Javé esteve sujeita a várias mutações. Mas, essencialmente, manteve sua proposta: tornar os sujeitos da opressão promulgada pelos impérios em agentes de transformação social. O conceito bélico de Javé patrocinou as revoltas contra o despotismo social, sendo, portanto, uma forma de resistência dos grupos desprestigiados da sociedade, em Israel e Judá